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Autore: EstrellaLunar    20/10/2010    1 recensioni
Sotto il cielo della città italiana più europea di tutte si intrecciano vite,sogni e paure di ragazzi comuni. Tra nuovi incontri e vecchie ferite il racconto di un anno che cambierà le loro vite. "Questa ragazza sconosciuta, invece, per la prima volta da quel giorno di Aprile gli aveva risvegliato qualcosa. Gli aveva provocato curiosità e interesse. Voleva sentire la sua voce, sapere il suo nome, cosa facesse nella vita. Per la prima volta da mesi provava interesse vero per un altro essere umano e purtroppo non sapeva come soddisfarlo, era come pietrificato."
Genere: Sentimentale, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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19. Inizi

Sì, in effetti sono bravi..” pensò Marco fra sé e sé “ma non capisco perché Francesco si agita in questo modo.. è pazzo?!” Guardava l'amico che pogava, spintonando le ragazze di fianco a lui. “Non so come può pensare di fare colpo in questo modo..” però doveva ammettere che lui era sempre pieno di nuovi numeri di telefono, anche se non ne capiva il motivo in quel momento.
La voce del cantante entrò nei suoi pensieri: -Ed ora... una canzone che dedico a tutti noi che viviamo sotto il cielo di questa fantastica città...-
Le prime note de “Il cielo su Torino” incominciarono ad echeggiare fra urli e fischi di approvazione. Marco si guardò intorno, ragazzi sudati, coppie felici, gruppi numerosi di giovanissimi che urlavano e anche alcuni cinquantenni, tornati per una sera ragazzi riempivano quel posto intriso di fumo e sudore, emozione ed eccitazione. Poi di colpo la vide. Ballava a pochi metri da lui, in mezzo ad altre ragazze, canticchiando a occhi chiusi tutte le parole di un testo che evidentemente sapeva a memoria e in attimo a Marco sembrò che le parole di quella canzone fossero state scritte solo per lei. La sentiva in ogni nota, la vedeva in ogni verso, senza pensarci, come succube di una forza più grande di lui si avvicinò a lei. Le cinse le spalle con le braccia sussurrandole i versi della canzone all'orecchio, sovrapponendosi alla voce di Samuel:

-senza pensare senza timori nè domani 
tra queste mani
-

Claudia si allontanò spaventata e si girò. Lo vide e non poté crederci. Non poteva essere lui. Non lì. Sì sentì come la prima volta a casa sua: le coincidenze che li facevano incontrare troppo spesso, non era possibile. Ma lui le sorrideva e continuava a ripetere le parole di quella canzone, che ormai lei non sentiva nemmeno più. Era troppo felice, dimenticò tutto in un secondo, Daniele, Carolina, quel mese di silenzio assoluto e lo baciò.
-Mi hai seguito?- chiese riprendendo fiato.
-No.. te l'avevo detto è il destino..-
-Perché non mi hai chiamata?- gli urlò.
-Perché non l'hai fatto tu?- si sorrisero e si rituffarono sulle loro labbra.
C'era tempo per le domande, ora c'era la musica a unirli sotto il cielo torinese.

Quasi due ore dopo uscirono dal PalaIsozaki.
-Dove vai?-
-A casa...-rispose Claudia.
-Posso accompagnarti?-
-Perché non mi hai chiamata?- gli ripeté la domanda che dentro si era persa fra la musica.
-Cla..noi andiamo... fa freddo.. che fai tu?- le chiese Cristina da lontano.
Claudia guardò l'amica, poi tornò a guardare Marco e alla fine si avvicinò alla ragazza: -Vado a casa con lui... grazie per la bella serata...ci sentiamo belle..- salutò anche le altre compagne e si riavvicinò a Marco e Francesco.
-Sono contento che sei rimasta qui..-
-Voglio solo che tu mi risponda..-
-Ragazzi... che famo? Stiamo qui a diventare come i polaretti?- chiese Francesco.
-Fra prendi la macchina... noi torniamo in metro.. ok?- Marco gli lanciò le chiavi.
-Va bene..- rispose Claudia.
-Ci si vede allora.. è stato un piacere Claudia.-
-Anche per me, ciao!-
-Ora non ci dovrebbe interrompere più nessuno... spiega...- lo esortò.
-A chi avrei dovuto chiedere il tuo numero scusa?-
-A...- la ragazza capì che Alessandro era fuori discussione.:-Ehm... non so.. però avresti potuto venire a casa..-
-E se tu non c'eri e mi apriva Carolina?... cosa le dicevo? Lo sai che mi scrive? Io non le do tanta corda, ma non si è mai nemmeno dichiarata esplicitamente quindi non posso dirle che non voglio sentirla... ci rimarrebbe male... mi spiace!-
-Ma se si nota lontano un miglio che ci prova... cosa deve fare... un annuncio scritto?-
-Sei gelosa?-
-No!- sbottò lei:-vorrei solo capire dove vogliamo andare...-
-Verso la metro?-la ragazza lo fulminò con lo sguardo.
-E tu avresti 27 anni?
-
-Così dicono..-
-D
ai Marco.. seriamente... cosa hai intenzione di fare con me?-
-Uscire con te, conoscerti, stare con te...-
-Sei sicuro?-
-Sì...- le bastava quella risposta, anche non vera, anche affrettata. Claudia si convinse e si avviarono verso la metro in silenzio, per mano. Era facile stare con lui senza timori adesso, senza limiti, semplicemente, liberamente.
Arrivati sotto casa di Claudia, lei si girò e gli stampò un bacio sulle labbra.
-Non mi inviti a salire?- chiese lui stranito.
-No... sono stanca... domani mi devo svegliare presto!-
-Ma quando parti?-
-Dopodomani.-
-All0ra domani ci vediamo?-
-Va bene... un pranzo ci sta...-
-Ma anche una cena...-
-Iniziamo con il pranzo... ciao Marco...- disse da dietro il vetro del portone sorridendogli dolcemente.
Lui però non poteva lasciarla andare così, mise la mano in mezzo al portone ed entrò. La spinse contro il muro dell'androne e la baciò con foga, insinuando le mani sotto la giacca. Il desiderio di Claudia esplose in un secondo e già ansimante urlò: -Sali!-
Non fecero nemmeno ad aprire la porta e ad accendere la luce che i vestiti erano schizzati in giro per il corridoio. Era un momento che avevano bramato da troppo tempo, dalla prima volta che i loro sguardi si erano incrociati sulla metro, così senza nessun ulteriore indugio lasciarono che i battiti del loro cuore decidessero per loro.

Il mattino dopo, la sveglia suonò rumorosa e distante. Claudia sentì il braccio di Marco che ancora la stingeva in vita, cerco di divincolarsi finché lui con un verso di disapprovazione si svegliò. Si girò e gli sorrise, era così bello con i capelli scompigliati e la piega del cuscino sulla guancia, gli occhi lucidi e nerissimi.
-Buongiorno...- disse.
Lui le rispose con un sospirò e si tuffò sul suo collo.
-Io non ti faccio partire sai...-biascicò e la stinse forte verso il suo petto.
Lei rise allontanandosi.
-Ti raggiungo l'ultimo dell'anno, scemo!- e si alzò dal letto correndo in bagno.
Marco sbadigliò abbracciando il cuscino. Sorrise, beato, gli sembrava di vivere un sogno, si diede un pizzicotto sull'avambraccio per assicurarsi di essere sveglio. Sì lo era e finalmente lo era con lei.

Fede's corner:

SCUSATEMIIIIIIIIIIIIIII!!! mi prostro e chiedo perdono in ginocchio per il ritardo incredibile! purtroppo l'ispirazione mi aveva completamente salutato e l'inizio dell'università non ha certo migliorato le cose... il prossimo capitolo, vi avviso sarà l'epilogo di questa storia, perchè oggi ho avuto l'illuminazione su come terminarla.
GRAZIE, davvero grazie a tutte quelle che sono arrivate a leggere fino a questo capitolo...spero sia di vostro gradimento! =)
Spero di leggere i vosti commenti... ci vediamo all'ultimo capitolo!!

XOXO

  
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