5 –
D’amante in guancia un puro bacio.
26 giugno 2010.
Arrivai in stazione alle 16.04 e non c’era. Pensai
davvero di esser stata presa in giro, che mi aveva ingannata o che so io, che
si stesse facendo quattro risate a casa, mentre io ero lì, sola, a guardarmi in
giro. Me ne stavo andando, con le lacrime agli occhi mi stavo dirigendo a
prendere il biglietto per tornarmene a casa. Avrei stracciato la sua immagine
dal mio cuore, avrei cancellato le sue parole, avrei distrutto il ricordo di
quel giorno, avrei…
Mi girai, d’impulso. Era dietro di me, più perfetto
che mai, più perfetto di qualsiasi perfezione. Gli
occhi si inumidirono ancora per qualche istante, ma poi riuscii a riavere il
controllo sulle mie gambe, tanto che sorrisi e mi avvicinai.
Maglietta azzurra, braghette corte marroni, mani in
tasca, lui.
Maglietta azzurra, jeans blu corti, mani in tasca,
io.
Era un po’ come vedermi allo specchio nella mia
forma maschile, solo che lui era la bella copia, quella luminosa, quella
splendente; lui era il quadro da un milione di euro, io lo schizzo buttato nel
cestino.
“Volevo vedere se ti accorgevi che ti ero dietro”
mi disse, appena fui abbastanza vicina da sentire il suono perfetto della sua
voce.
“Gentile” mormorai, e poi risi. Averlo lì mi
rendeva felice come non mai, come nessuna persona abbia mai sperimentato sulla
propria pelle.
“Facciamo un giro?” propose, ed io annuii in
silenzio.
Fu estremamente… Bello e semplice, parlare con lui.
Camminavo e non mi accorgevo della stanchezza, i piedi lo seguivano e gli occhi
lo ammiravano, il cuore batteva nelle sue parole e la testa accondiscendeva ad
ogni suo pensiero, le mie orecchie ascoltavano i suoi discorsi e la mia bocca
si cibava dei suoi sguardi. Mi aveva presa, rivoltata e inginocchiata davanti a
lui: ero in suo potere.
“Sai, non so se la fanno più quest’anno la festa
della birra a Breda” gli dissi dopo un’oretta circa, appena seduti in una
panchina sperduta. “Mancano i fondi”.
“Cosa? Ma
proprio quest’anno che c’era un buon motivo per andarci?” sbuffò lui. “E
il buon motivo non era di certo la birra” aggiunse poi, guardandomi.
Sentii il cuore cominciare a fare le capriole
dentro di me; sembravano esser passati secoli dall’ultima volta che aveva
praticato ginnastica artistica a livello agonistico.
“E qual è il buon motivo, scusa?” chiesi, curiosa
di saper la risposta.
“C’è una tipa che conosco che mi sta simpatica che
vien da lì” rispose, vago.
“Come si chiama? Forse
la conosco” lo stuzzicai.
“Francesca” disse e distolse lo sguardo. Mi crollò
il cuore, poi si ricompose e cominciò a ballare, saltare e cantare dentro al
mio petto, tanto che ci misi un po’ per rispondere e stare al gioco.
“La conosco, sì. Mi
hanno detto che sarebbe molto dispiaciuta anche lei se non facessero la festa
della birra, il che è strano, di solito non le importa molto, anzi”.
“Oh… E per caso sai come mai le interessa tanto
quest’anno?” chiese lui, sempre evitando i miei occhi.
“C’era un tipo che le stava simpatico che le aveva
promesso che sarebbe andato a trovarla” dissi, cercando di normalizzare i
battiti del cuore, invano.
“Ah… Un tipo…” mormorò, quasi triste.
“Il suo nome mi sembra inizi per ‘Z’
e finisca per ‘eno’!” esclamai, euforica.
“Zeno! Lo
conosco, è un figo!” urlò lui, e finalmente tornò a
guardarmi, mentre io non riuscivo a smettere di ridere. Ero felice,
spensieratamente felice, e più nessun macigno mi pesava il cuore. Quando spensi
le mie risate, lui mi fissò negli occhi a lungo e poi disse: “Scherzi a parte,
il mio buon motivo per venire alla festa della birra a Breda, eri tu”.
“Ed il mio eri tu” mormorai, un po’ intimorita dal
suo sguardo perforante e con le guance che si tingevano di rosso.
Rimanemmo per secoli a guardarci così, a
sorriderci. Poi, lui si avvicinò e mise un braccio dietro le mie spalle.
Spontaneamente abbassai lo sguardo per un po’, ed un ciuffo di capelli mi
ricadde sulla guancia sinistra. Lui sfiorò con le dita la mia pelle e mi scostò
la ciocca, riponendola dietro all’orecchio. Il tocco delle sue dita, caldo e
perfetto, mi aveva resa cremisi, ma non feci davvero tempo a rendermi conto di
quel gesto, perché le sue labbra si appoggiarono alla mia guancia per qualche
secondo e poi si staccarono.
Mi ha bruciato quell’istante, ha incenerito la mia
guancia, mi ha marchiato a fuoco, mentre la terra si era fermata e il sole
aveva cominciato a girare intorno a noi. E fu alba e tramonto, fu giorno e
notte, fu sole e luna, mentre io lo guardavo negli occhi, sorpresa.
Poi, scoppiarono i fuochi d’artificio e la gente
attorno a noi cominciò a danzare, gli uccelli a cantare, i bambini a ridere; le
nostre labbra invece si esploravano pian piano, si assaporavano nella favola
che ci circondava.
Ci staccammo e ci abbracciammo, e mentre mi
appropriavo di un calore che non era il mio, le sue parole cominciarono ad
avvolgermi: “Se non l’hai ancora capito, ma credo di sì perché sei
intelligente, mi piaci”.
Dell’enorme festa che si era creata prima, niente
era rimasto, si era tutto fermato, come se qualcuno avesse schiacciato il tasto
‘stop’ per cercare di capire e di assaporare bene quelle parole, nuove.
“Visto che sei più intelligente di me, l’avrai
capito anche tu che anche per me è così” mormorai, e quel giorno, forse
precoce, anzi, di sicuro così, fu l’inizio della nostra storia. Lui aveva
imprigionato il mio cuore nel suo ed io mi ero limitata a guardarlo dietro alle
sue sbarre e a sorridere, perché ero convinta che fosse lui, la mia salvezza.
{ Spazio Harry_Jo.
Eccoci, questo è stato il giorno più
difficile da scrivere, credo. Insieme a pochi altri.
Come forse avrete notato, non ho avuto
il coraggio di dire “mi piaci” a mia volta, il mio era un semplice e banale “anche
per me”. E non sapete quanto me ne pento tuttora.
A chi lo dedico questo? Beh, sono
egoista, lo dedico a me, perché le lacrime che ho versato nella tastiera, in
queste parole, non sono mai state così pesanti.
Spero di sapere cosa ne pensate, anche
se vedo sempre che non riscuote successo per quanto riguarda le recensioni,
questa storia. Comunque non mi butto giù e continuo a scriverla, perché ne ho
bisogno, e perché comunque 12 persone la stanno seguendo, che ringrazio con
tutto il cuore.<3
Un abbraccio, Vostra
Erica.