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Autore: Rick_Holden    20/10/2010    1 recensioni
"La dolce melodia sussurra nelle mie orecchie mentre quelle dolci immagini si seguono una dopo l'altra"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'è silenzio nell'aria. Così tanto che riesco quasi a sentire il lento suono dei miei pensieri.
E’ buio. Non riesco a distinguere nulla, ma sento le mie ormai vecchie mani muoversi
come artigli lungo una morbida superficie: sono seduto su una poltrona. È molto comoda:
non mi sono mai sentito così riposato in tutta la mia vita: è una sensazione che vorrei
poter vivere per tutto il tempo che mi rimane; è come se tutti i miei problemi fossero
improvvisamente spariti.
Non c'è vento e non riesco a vedere la minima luce.
Tento di spostarmi, ma non riesco a muovermi: mi sento come legato a questa comoda
poltrona.
Mi accorgo che tutti quei dolori che fino a poco fa mi ossessionavano, sono scomparsi,
come per magia.
Non ho la minima voglia di alzarmi, così alla fine rinuncio e, con questa decisione in cuore,
mi lascio cadere sulla dolce coperta di questa poltrona ed osservo il nulla di fronte a me.
Passano secondi, forse minuti, forse anni, non potrei dirlo in questo momento.
All'improvviso una luce si accende in lontananza e qualcosa illumina il muro di fronte a me:
sono in un cinema, un’affascinante sala a me sconosciuta: le pareti sono di un tessuto blu
scuro, così morbido che anche da lontano riesco quasi a sentirne la consistenza; lo
schermo sembra così leggero, che per un momento lo sento avvolgersi intorno a me come
una calda coperta. Infine vedo tutte le poltrone dietro, ordinate e numerate, tutte con
l’identico tessuto rosso: tutte vuote: sono l'unica persona in questa sala, ma non mi sento
solo.
Sento un rumore leggero e sullo schermo appaiono le prime immagini: non ci sono titoli di
testa in questo film, ma una dolce melodia che accompagna lenta la visione della nascita
di un bambino: il giovane sembra piangere, ma lo fa con una dolce tenerezza.
La melodia di sottofondo si trasforma adagio in una musica soave che accompagna
queste figure con un'armonia perfetta. La sensazione di rilassamento è sempre maggiore
e mi sento pieno di qualcosa superiore ancora alla felicità.
La madre guarda il bambino con un sorriso pieno di affetto. Dopo pochi istanti lo schermo
si allarga ed ecco entrare in scena il padre, che si piega sul piccolo con un sorriso.
È in questo momento che riconosco la sequenza già vista, così come gli attori di questo
film: mio padre e mia madre. Sono loro che stanno osservando il bambino, il loro figlio:
stanno osservando me.
Sento una lacrima calda rigare lenta il mio volto quando li vedo tutti e due girarsi verso di
me e salutarmi. -Saluta- sussurra la madre amabilmente al figlio, poi alza gli occhi verso la
telecamera. Le mie labbra si contraggono in un pacato sorriso nostalgico: Mia madre, Mio
padre. Sono lì e mi guardano.
Il film prosegue e alla fine capisco: le immagini che scorrono di fronte ai miei vecchi, ma
vispi occhi sono quelle della mia vita.
Allora rivedo uno dopo l'altro tutti quei momenti che erano sepolti nei miei ricordi: mi rivedo
bambino e ritrovo i capricci dell’infanzia; rivedo il periodo dell’adolescenza e i suoi travagli
sentimentali fino a conoscere Lei, la prima ed unica. Lei che tormentò il mio cuore, che
seppe farlo soffrire come mai prima d'ora, ma che riuscì a portare il sorriso sul mio volto.
Rivedo il primo bacio, i vari litigi ed i nostri momenti di separazione, ma anche quelli di
felicità ed il matrimonio.
Le immagini avanzano lungo il film della mia vita, presentando le cadute e le vittorie
personali, i momenti felici e le inevitabili tragedie: la perdita dei miei genitori, una ferita
ancora aperta; la nascita dei miei figli: il nostro piccolo ragazzo per primo, seguito poi
dalla dolce bambina, e vedo crescere anche loro.
Dopo aver raccontato tanti anni, il film sembra rallentare sulla maturità prima e sulla
vecchiaia poi: vedo me stesso guardarmi attraverso lo schermo, disteso su un lungo letto
d'ospedale, e cadere nel sonno.
La scena cambia e mostra la sala di un cinema: è quello dove mi trovo ora, non più vuoto,
ma colmo di persone che, dietro di me, assistono allo spettacolo. Mi alzo per vedere
meglio i loro volti sullo schermo, ma sono sfocati. Istintivamente mi giro e li trovo
realmente tutti nella sala, seduti sulle comode poltrone dietro alla mia: sono gli spettatori
del film nel loro stato migliore: tutti coloro che hanno attraversato il tempo della mia vita,
persone che hanno inciso sul mio destino o semplici conoscenti. Amici, nemici, parenti, ma
tutti testimoni dei miei giorni. Tutti qui per me.
La loro presenza riscalda il mio animo: mi stanno dicendo che non potevano
abbandonarmi, non senza prima aver visto l’intero film insieme a me.
Ed infine mi giro e la vedo: Lei è lì, così bella, così come l'ho vista la prima volta: i lunghi
capelli biondi che le sfiorano dolcemente il corpo, gli occhi, così grandi e di un azzurro così
acceso e splendente in cui perdermi e il sorriso, qualcosa di incomparabile con cui ha
conquistato il mio cuore. Si avvicina verso di me e ci scambiamo un ultimo lungo bacio.
Il film della mia vita volge al termine nel tempo di una canzone. Rimangono i ricordi della
trama e degli eventi che lo hanno segnato; rimangono gli spettatori della sala, testimoni
partecipi della mia vita, riuniti tutti insieme per salutarmi. Mi volto e li saluto con un ultimo
gesto della mano. Li sento con me. Come è sempre stato. Come sarà. Per sempre

  
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