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Autore: Maruu    20/10/2010    1 recensioni
Nate ed Allie sono migliori amici segretamente innamorati l'uno dell'altro ma senza il coraggio di dichiararsi. Quando Allie decide, finalmente, di confessargli i propri sentimenti, lui le da una notizia sconvolgente: sta per partire per l'Italia. Allie scoraggiata cambia idea e non gli dice niente. Ma cosa succederà se un giorno dovessero rincontrarsi? E se poi all'imbarazzo iniziale aggiungessimo anche un incontro altrettanto imbarazzante?

Avevo quasi finito la spesa, mi mancava solo un'ultima cosa la presi e, tenendola stretta in mano, mi diressi alla cassa quando qualcuno mi venne addosso, cadendomi di sopra.
"Ehi stai attento!" dissi, ancora con gli occhi chiusi, sventolandogli in faccia l'unico oggetto a portata di mano.
"Allie! Sono io! Sono Na... Ehi ma che ci fai con un pacchetto di assorbenti in mano?" E in quel momento mi resi conto di cosa stavo sventolando. Oh mio Dio.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero a scuola, nella mia classe che si trovava al secondo piano. Non c’era nulla di strano: i ragazzi correvano di qua e di là, probabilmente in ritardo per la lezione, e la prof. Più odiosa del mio anno ammoniva i ragazzi per il loro abbigliamento, talvolta troppo eccessivo. Rimasi a fissarla mentre sgridava una ragazzina del secondo anno con indosso uno stupido cappello tutto imbrattato di pailettes fucsia. Mi giro di scatto per non vomitare: certe cose dovrebbero essere proprio proibite!

Il prof. Di chimica ci stava annoiando con la sua voce melensa e strascicata riguardo alla trasformazione fisica di non so quale sostanza. Ero seduta in fondo all’aula, vicino alla finestra, e uno spiffero di aria primaverile mi scompigliava i capelli. Da lì la prospettiva era chiarissima e come sempre la classe era assorta in un silenzio paranormale: qualcuno era perso tra i suoi pensieri, qualcun altro invece stava semplicemente dormendo ad occhi aperti.

Un rumore secco contro il vetro della finestra mi fece sobbalzare, e il mio compagno di classe, che aveva la testa poggiata sul braccio, per poco non scivolava dal banco. Guardo giù dalla finestra e quello che vedo è praticamente impossibile: Nate mi salutava con un sorriso sgargiante e un libro sotto il braccio. Mi fece cenno di raggiungerlo per poi andare insieme al mare.

Lo so, lo so, è una cosa estremamente folle e stupida, ma qualcosa mise in moto le mie gambe. Con un solo movimento aprii completamente la finestra e mi ritrovai con i piedi sul cornicione. Il prof, come se niente fosse, continuava la sua spiegazione monotona.

Nate mi fissava con le braccia spalancate e un sorriso incoraggiante. Non vedevo l’ora di cadere nelle sue braccia che mi avrebbero calde e confortanti. Impaziente posiziono un piede di fronte all’altro e mi spingo dolcemente in avanti.

La brezza mattutina mi accarezzava delicatamente il viso e lascia che i miei capelli svolazzino liberi nel cielo, formando grandi onde di un rosso intenso. Pian piano il corpo di Nate si avvicinava sempre di più fino a quando ci separava soltanto mezzo metro, alcuni centimetri e..

SPLAAAAASH

La mia mano era andata a finire sopra un cornetto caldo, ripieno di cioccolato, il quale schizzò tutto macchiando il tavolino di marmo bianco su cui era appoggiato un post it. Diceva:

Spero che questa colazione possa risollevarti il morale.

Non c’era nessuna firma, era anonimo. Ma inconsciamente sapevo chi era stato a scriverlo. Ci misi due minuti buoni per comprendere che avevo sognato di cadere tra le braccia di Nate, ma soprattutto il significato di quelle parole. Poi mi venne subito in mente la faccia di Fred, coperta dalle mani, da cui sgorgava un liquido denso e rosso scuro, e l’ultima cosa che vidi fu il petto morbido di Nate contro cui premevo la mia faccia, coperta quasi interamente dalle lacrime. Nate, proprio così. Era stato colui che mi aveva protetta, proprio come un fratello maggiore. Esatto, come un fratello maggiore non qualcosa di più. Come potevo credere che potesse ricambiare i miei sentimenti? Era una cosa talmente sciocca e priva di significato.

Il mio corpo fece tutto di sua spontanea volontà. Infatti ero già di fronte al telefono di casa e le mie dita correvano veloci, premendo quei numeri che ormai sapevo a memoria.

“Si?” la voce assonnata di Janette riempì la cornetta del mio telefono.

“Jan, ti devo raccontare un sacc..”

“Allie, sei tu? Ma ti sembra ora di chiamare? Sono le sei di domenica mattina, non potevi aspettare ancora qualche oretta prima di chiamarmi?” la voce non era più assonnata ma furiosa. Era terribilmente irritante quando la svegliavano di prima mattina!







Janette POV



DRIIIIIIIIIIIIIIIIIN.

Il citofono. Controvoglia mi alzo dal divano del salone e percorro l’ingresso per andare ad aprire alle due mie migliori amiche, per poi ritornare a stravaccarmi comodamente sotto una coperta di pile che mi copre interamente, con una vaschetta di gelato in mano e il telecomando nell’altra.

La porta si apre con gran rumore ed entra Allie, eccitata ma allo stesso tempo nervosa, e dietro di lei Savannah, con delle anti estetiche borse sotto gli occhi: di sicuro non era scesa dal letto con il piede giusto questa mattina. D'altronde era comprensibile, erano ancora le 07.15!

Allie intanto mi sfila il telecomando dalle mani. Lascio sfuggire un gemito di disapprovazione ma giro la testa verso Savannah che, ancora sull’uscio della porta, avanzava con la lentezza di un bradipo.

“Sav, dormito bene?!” Sapevo che da un momento all’altro mi avrebbe tirato qualcosa in faccia per togliermi quel sorriso strafottente che stavo esibendo sul mio volto, ma quando stava per ribattere Allie s’intromise.

“Smettetela voi due! Dobbiamo parlare, è importante!”

Tutte e due ci accucciammo docilmente ai lati del divano e ascoltammo Allie mentre si torturava le mani dall’agitazione.

Istintivamente Savannah gliele afferrò: “Accidenti, deve essere molto importante!”

“Lo è” confermò lei e, preso un bel respiro, raccontò tutto d’un fiato mentre io e Sav ascoltavamo sbalordite.

“COOOOSA? Nate qui?”

“Ti ha invitata ad uscire?”

“Perché non ci ha chiamato? Mi sento esclusa dal gruppo!”

“Che è successo? Ti ha baciata?”

“Oh, che cosa romant..”

“La volete piantare di parlare tutte e due contemporaneamente? Per me non è stato affatto facile incontrarlo popola mia dichiarazione d’amore, prima della partenza per l’Italia!”

Nel dire le ultime frasi la voce di Allie si era notevolemte alzata: stava quasi gridando e i suoi occhi erano umidi.

Subito io e Sav, abbassammo la testa al pavimento. Ma che razza di amiche eravamo? L’abbiamo bombardata di domande, nonostante sapessimo la sua precedente “relazione” con Nate.

“Allie, scusaci.. Noi non..” si sapeva che era Sav la consolatrice del gruppo e io quella pigra e insensibile, ma la sua voce risultava lo stesso insicura ed esitante.

“E’ tutto apposto ragazze. Solo.. Non fatemi domande. Lasciate che vi racconti tutto da sola. E’ molto più facile per me.” Annuimmo.

“Bene..” e così All continuò il racconto, ricco di particolari, accennando persino al sogno che aveva fatto la notte scorsa.

Restammo per qualche minuto in religioso silenzio, cercando il momento giusto per esporre la nostra opinione, oppure, nel caso di Sav, solamente cercando le parole giuste. Infatti fu lei la prima a parlare.

“Beh, non si può dire che non sia un entrata ad effetto la tua!” sicuramente si stava riferendo all’incontro del supermercato. Aveva fatto la mossa giusta: l’atmosfera si stava rilassando e con lei anche Allie, che arrossì violentemente!

“Devi sapere, comunque –m’intromisi io- che Nate non si è fatto sentire né con noi e né con John e gli altri. Non sapevamo nulla di questa rimpatriata”.

“Cosa? Quindi non dovevi badare alla tua sorellina ieri sera?” mi chiese sbalordita.

“No” risposi seccata.

“E perché mai l’avrebbe fatto? Cioè mentirmi così..”

“Allie, svegliati! -questa volta era stata Savannah a parlare. Era anche un po’ più piccola di noi ma era sicuramente più spigliata di me e d All messe assieme!- Ha organizzato la cenetta romantica solo per voi due, per avere l’occasione di stare da solo con te. Possibile che non ci arrivi?”

“Ma che dici Sav, sicuramente ci sarà stato qualche problema e non vi ha potuto chiamare.. Decisamente.”

“Alcune volte sai essere così ottusa.” Disse in tono piatto, alzandosi e dirigendosi in cucina sicuramente per cercare qualcosa da mangiare.

“Ha ragione, Allie. Sicuramente non sapeva come invitarti.. Ehi, tu, scordatelo! Quelli sono miei!” dissi puntando un dito accusatore verso Savannah, che era tornata dalla cucina con i miei snack preferiti.

Lei mi rispose silenziosamente con un ghigno e iniziò a scartarne uno.

“Oh, ma smettetela voi due, sempre a litigare!”

“E’ nella nostra natura, non è vero Jan?”

“Certo, certo.. Comunque c’è solo una cosa da fare in questi casi!” A quelle parole Allie girò verso di me i suoi enormi occhi verdi pieni di speranza, la quale si spense subito all’udire il mio consiglio:

“Devi lasciarlo perdere, non chiamarlo, non dargli appuntamento. Fai come se non esistesse. Se è interessato a te, sarà lui a cercarti.” Conclusi soddisfatta. Nemmeno Sav era d’accordo con me: infatti gli era andato di traverso uno snack ed era diventata tutta rossa in volto.

Soffocai a stento una risata, mentre la mia migliora amica l’aiutava a riprendersi.

“Ti sei bevuta il cervello? –esclamò indignata- non può comportarsi così. Lo perderebbe definitivamente, e poi proprio adesso che l’ha rincontrato dopo tanto tempo. Allie - questa volta si rivolse a lei- non starla a sentire. E’ una cosa assolutamente insensata!” La diretta interessata però sembrava molto confusa e stava guardando qualcosa fuori dalla finestra: a dirla tutta sembrava non ci stesse nemmeno ascoltando.

“Ho deciso –disse infine- farò come se non lo avessi mai incontrato. Del resto se ci tiene a me è lui quello che deve fare il primo passo, no?”

Un sorriso, sia di gioia che di vittoria, dipinse il mio volto, mentre Savannah era decisamente contrariata e spostava lo sguardo da Allie a me, con un’espressione a dir poco ebete stampata sulla faccia. Alla fine decise che non avremmo mai cambiato idea, testarde com’eravamo, e così accese la tv, ancora un po’ scioccata.






***



Di nuovo qua:) Spero che questo chapter vi sia piaciuto, o almeno lo riteniate leggibile!!

Ecco come immagino Sav..

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e come immagino Jan..

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Nel prossimo capitolo vi rivelerò la faccia dei due protagonisti, perchè adesso sono ancora un po' indecisa.

Alla prossima!

Maruu;)
  
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