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Autore: littleSmiley    20/10/2010    1 recensioni
'I legami che ci vincolano
a volte sono difficili da spiegare.
Ci uniscono anche quando sembra che
i legami si debbano spezzare.
Certi legami sfidano le distanze,
il tempo e la logica.
Perché ci sono legami che
semplicemente sono destinati...
Ad essere.'
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James, Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
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Contest ‘Da un’immagine’ 

Autore: LittleSmiley
Personaggi principali:
James.
Genere:
Sentimentale, drammatico.
Rating:
Verde-Giallo
Avvertimenti:
La storia è abbastanza drammatica nell’incipit, l’ira e la vendetta ne sono la dimostrazione; tutto volge poi a lieto fine.
Introduzione:
È forse vero che le famiglie sono fatte di persone con legami di sangue? Io non ne sarei tanto sicura!
Note dell'autore: (non obbligatoria)
Sono presenti passaggi repentini  voluti, dall’imperfetto della periodicità dell’azione al passato remoto delle situazioni temporanee.
Elementi scelti:
Stile semplice, toni medi, frasi prevalentemente paratattiche.

 

 

•.Family. •

 I legami che ci vincolano
a volte sono difficili da spiegare.
Ci uniscono anche quando sembra che
i legami si debbano spezzare.
Certi legami sfidano le distanze,
il tempo e la logica.
Perché ci sono legami che
semplicemente sono destinati...
Ad essere.

(Grey’s Anatomy)

-Angela, ti prego, fermati!-

I suoi urli squarciavano la silenziosa tempesta, che pian piano stava avvolgendo la città. Le nubi si erano tinte di scuro nel cielo screziato.

-Angela, ti prego, non fare pazzie!- La voce del ragazzo le perforava i timpani: lo stava rinnegando, ne era consapevole.

Ma come poteva ? Come poteva rimanere con lui… nonostante tutto ?

-Angela- la chiamò ancora, afferrandole il braccio.

Era notte oramai, una notte tanto buia quanto mai lo era stata; il freddo era quasi insostenibile  nella caotica New York, dove l’inverno ghiacciava anche i cuori.

-Lasciami.- gli ordinò, gelida. Sentì le lacrime pungerle gli occhi “No, non ora!”, pensò.

Accarezzò l’enorme pancione di cui era dotata: il piccolo si stava agitando.

-Angela, so che non puoi accettarmi, ma non negare a nostro figlio di un padre, te ne prego!- continuò lui. Era così innamorato! Quello che stava accadendo non era che un brutto sogno. Le sue iridi non avrebbero dovuto essere rossi, non avrebbe dovuto faticare così a starle vicino, non avrebbe dovuto provare voglia del suo sangue… No! Tutto era per lui incredibilmente ingiusto e sbagliato.

 

Sin da piccolo aveva sempre saputo cosa l’avrebbe atteso: il lavoro sicuro di suo padre, una moglie accanto e ...figli. Oh si! Desiderava tanti bambini, vederli sgambettare in giro per casa sarebbe stato stupendo. Ed Angela era tutto ciò che lui aveva sempre voluto: era bellissima, possedeva un carattere paziente e gentile; i capelli dorati e lo sguardo seducente.  Dopo appena sei mesi di conoscenza si erano sposati, così! Semplicemente per amore. Lei era rimasta subito incinta del loro primogenito e senza problemi erano arrivati al nono mese. La data della nascita era stata fissata per il giorno di Natale; i due giovani genitori non desideravano nient’altro di migliore come regalo!

Ma poco prima dell’evento, James era stato costretto ad andare una settimana a Seattle per lavoro. “Poco problematico”, aveva pensato: sarebbe tornato appena in tempo!

Ma una sera, uscito tardi da una conferenza, una donna lo aveva attirato a sé con l’inganno e.. tutto era cambiato.

L’umano che fino a poco prima faceva parte di lui, era stato trasformato.

Tuttavia, l’amore folle per Angela era rimasto immutato. Dopo essersi ripreso ed essersi reso conto di quello che era diventato, era tornato a casa, aveva chiamato sua moglie e le aveva dato appuntamento al caffè di Park Avenue: era spaventato di quello che lei avrebbe detto, ma le mancava troppo.

In perfetto orario come sempre, lei si era presentata, immersa nella sua pelliccia, bianca quanto la neve ed il ventre ripieno. La baciò con entusiasmo, le accarezzò il pancione e la fece sedere.

Con sincerità, le raccontò ciò che era capitato: aveva avuto ragione a temere la sua reazione. Angela scappò ancor prima che lui terminasse la frase.

 

-Angie, amore, ti prego.- Le chiese, con la stessa cortesia con cui l’aveva sempre trattata. Lei era combattuta, ma non poteva stare con un… un… un mostro!

James alleggerì la presa sulla sua mano e lei ne approfittò per scappare. Lui cominciò a rincorrerla umanamente, come aveva fatto sino a quel momento, ma fu troppo tardi.

Angela stava attraversando la strada quando…

 

Riaprì gli occhi: non riusciva mai arrivare con la mente alla parte successiva, era sempre troppo doloroso per lui. Restare a guardare. Restare a guardare mentre tutti i suoi sogni gli si frantumavano davanti agli occhi.

Mentre perdeva Angela e il suo bambino.

Spesso si domandava il motivo di tutte le sue sventure. Si chiedeva per quale motivo, il Dio celeste lo aveva destinato ad un tale destino. Consegnandogli, per di più, quello che gli altri vampiri chiamavano “dono”, ma che per lui non era altro che una rovina.

Possedeva il potere del cacciatore; a New York riusciva sempre ad fiutare gli affari migliori, ora, nel mezzo della foresta, riusciva a fiutare le sue prede.

Dopo la morte della sua innamorata, aveva perso la sua umanità: riusciva ad uccidere come se niente fosse grazie anche all’aiuto della sua nuova compagna immortale.

Era l’opposto della sua Angela: spietata, crudele e veloce.

Tuttavia lei lo aveva accettato. Era una vampira, proprio come lo era diventato lui. Aveva i capelli rossi, rossi quasi quanto gli occhi.

Non l’amava, ma le voleva bene; era la migliore amica che potesse desiderare. Non faceva domande a cui lui non voleva e non riusciva a rispondere.

Era molto più dinamica di lui, ma il suo richiamo al sangue era meno potente di quello di James. Victoria era consapevole del fatto che il suo partner non la ricambiava.

-Mi ami?- gli chiese un giorno, titubante.

Lui rimase in silenzio, guardando nel vuoto; non sapeva se avesse realmente udito la domanda, ma nel dubbio non la ripropose. Infine, lui rispose.

-“Non avessi mai visto il sole, avrei sopportato l'ombra, ma la luce ha aggiunto al mio deserto, una desolazione inaudita.”- disse semplicemente.

Alzò gli occhi al cielo, mentre i raggi della luna illuminavano i suoi capelli color grano.

-Ecco, questa è la soluzione a tutti i tuoi quesiti. Avevo tutto, ora non ho più niente. Ti amo, ma solo perché non c’è più nessuno di coloro che amavo.- concluse, stendendosi nell’erba.

A Victoria bastò. Aveva sempre vissuto nell’illusione di trovare un vero e proprio fidanzato. Ora che l’aveva rintracciato, non doveva temere che alcuno glielo portasse via. Gli avrebbe fatto compagnia,sempre e comunque, fino a quando non sarebbe stato lui a scacciarla.

 

Erano passati due anni da quel giorno, e James cominciava a vedere più luce nel suo cammino, nonostante lui fosse una creatura della notte.

Apprezzava Vic ogni giorno di più: la sua temerarietà, la sua caparbietà… Avevano per lui uno strano fascino. Certamente non la desiderava quanto aveva sognato Angela, ma il suo cuore, fermo da tempo, gli diceva che in qualche modo, poteva esserci ancora speranza per lui. Non tutto era perduto.

Ogni tanto si ritrovava a chiedersi di che sesso sarebbe stato suo figlio, se fosse nato.

Nelle biblioteche che visitava, ogni tanto sfogliava cataloghi di nomi per trovarne uno che si addicesse al bambino che si trovava nella sua testa. Ma non era mai riuscito a scoprirne uno che gli si addicesse. Suo figlio era troppo bello, troppo dolce, troppo perfetto per un nome qualsiasi.

Il resto del tempo lo trascorreva a cacciare, a correre e a far l’amore con Victoria.

Dopo tanto tempo di astinenza, non era più riuscito a trattenersi e l’aveva posseduta, in una radura.

Per la prima volta da allora, era riuscito a sentirsi vivo come non lo era mai stato!

Lei lo faceva stare bene. Bene davvero.

Era forse amore quello? Il suo cuore poteva dargli dunque un’altra possibilità?

In uno di questi momenti euforici, lui le fece la fatidica domanda.

-Vic, se tu potessi averne, vorresti dei figli?-

La ragazza ci rimase di sasso. James che chiedeva questo?

Il suo James le chiedeva questo?

In un attimo comprese che non lo aveva mai davvero conosciuto.

Rispose di non saperlo perché non le era mai stata data la possibilità. Aveva appena diciotto anni e prima di allora aveva sempre e solo pensato ai suoi studi.

Lui annuì e poi si rivestì: probabilmente non era la risposta giusta da dare.

-E tu?- gli domandò, ad un certo punto.

Rimase pietrificato. Bum! Domanda sbagliata.

-Si… ci penso ancora a volte.-

Si alzò e si allontanò da lei, come spesso accadeva dopo una notte di fuoco. Victoria non ne conosceva la causa, ma lo accettava.

 

Quella notte, sotto l’immensità della luna piena si udì un grido agghiacciante.

James ne fu colto talmente alla sprovvista che il suo puma gli sfuggì via: non era da lui distrarsi così! Tra una bestemmia e l’altra, giunse, senza volerlo, al luogo dove era stata commessa l’aggressione. Una donna era stesa per terra, priva di sensi, prona. Senza volerlo si avvicinò, come richiamato…

La voltò e vide una signora anziana che teneva stretta a sé un fagotto. La prese in braccio e la sistemò in un mucchio di foglie, in modo che la proteggessero dal freddo della notte. Rimase lì, vegliandola.

La mattina successiva, la donna cominciò a riprendere i sensi. Non appena lo vide strinse ancor di più il fagottino a sé e quello iniziò a piangere. James capì immediatamente che nelle fasce si trovava un bambino.

-Stammi lontano bestia!- strillò la vecchia balia, indietreggiando.

Lui sghignazzò, così.

-Perché ridi?- domandò la donna senza capire.

-Perché ho passato tutta la notte accanto a te. Se avessi voluto ucciderti,l’avrei già fatto,no?- rispose, lasciandola stupefatta.

-Oh.- disse,-Non c’avevo pensato-

Detto questo si risedette nel giaciglio di foglie, canticchiando e cullando la creatura che teneva appresso.

-Mmm.. dunque non hai più paura?- chiese il vampiro, perplesso: ora era lui che non capiva il comportamento della donna.

-No, direi di no. Sei James vero? Se sei James non devo temere di nulla.- affermò, badando solo al bambino.

-Come fai a sapere il mio nome?- disse, mentre si sedeva anche lui sul pagliericcio.

-Bhe, Angela mi ha parlato tanto di te! Diceva che eri il miglior vampiro che si potesse desiderare.- rispose.

James rimase impietrito. Angela?

Si alzò immediatamente. –Chi sei tu?-

Lei lo guardò.- Sono Viola, la zia di tua moglie, o meglio.. lo ero.-

-La zia di Angela? E perché cerchi me? Io non appartengo più al mondo di cui facevo parte. Non tornerò, se è questo che vuoi domandarmi.- affermò, chiedendosi davvero come, una donna così gracile, fosse riuscita a trovarlo nel mezzo della foresta della penisola Olimpica.

-Oh, lo so, non sono venuta per questo. Ma hai capito subito, stavo cercando te quando questa notte qualcosa mi ha aggredito.- rispose la donna, tornando seria.

-Perché mi cercavi?-

-Perché ho qualcosa che ti appartiene.- disse, sollevandosi e togliendo le fasce alla piccola bimba che teneva in braccio.

-Lei?-sussurrò il ragazzo, senza capire perché gliela mostrasse.

-Ricordi che, un anno fa, quando tua moglie ebbe un incidente, aspettava un bambino?-

James rimase attonito.

-Lei è tua figlia.- concluse, porgendogliela.

Come se non potesse più comandare le sue mani, la prese, stringendola.

Aveva i capelli di un dolce colore dorato che riprendevano i suoi; gli occhi verdi, come quelli della madre e un visino tenero, infantile che rappresentava il frutto del loro amore.

-Come si chiama?- bisbigliò soltanto, mentre la sua mente vagava, cercando di trovare un senso a tutto quello che gli stava capitando.

-Non ha un nome, ho pensato che spettasse a te darglielo, non appena ti avessi trovato.- rispose Viola, sorridendo.

James ci pensò un po’ su, ammirando la sua bellissima bambina.

Sua figlia.

Che felicità era per lui pensare di essere padre!

Dopo tutto quel tempo, dopo tutto ciò che aveva sofferto, finalmente lo era diventato.

-Zoe- mormorò, senza riuscire a staccarle gli occhi di dosso.

-Zoe? Che bel nome!-

-Significa vita. Perché lei, nonostante tutto, mi ha donato la vita.- disse, commuovendosi: se avesse potuto piangere, l’avrebbe fatto!

-Oh che meraviglia! Vi assomigliate molto..- disse la donna, intenerendosi.

-Si. L’ho aspettata così tanto! Sapevo che c’era.. Pensavo fosse morta con Angela, ma in qualche modo sentivo che c’era ancora qualche cosa che mi legava a questo mondo.- affermò, senza distogliere gli occhi dalla sua piccola creatura.

La frase successiva di Viola però, lo fece rimanere interdetto.

-Quanto mi dispiace allora!-

-Perché?- domandò lui, distogliendo gli occhi da Zoe. La donna ora aveva uno sguardo maligno.

Rise,- Perché non la vedrai ancora a lungo!-

Avvicinò le dita agli occhi e tolse le lenti che nascondeva due occhi color cremisi.

-Sei un vampiro!- esclamò James.

-Già. Mi sono fatta trasformare solo per poterti dare la caccia. È un anno che ti cerco. Non rimarrai impunito per la morte della mia adorata nipote. Per non aver dato a questa bimba una madre!-

Quella docile signora, che solo fino a poco prima sembrava la più buona del mondo, divenne scellerata. Il cielo divenne scuro e cominciarono a cadere delle gocce enormi d’acqua piovana.

James iniziò a correre, impetuoso com’era sempre stato. Sua figlia stretta al petto, gli teneva la manina.

-Calma amore, ora c’è papà a proteggerti.- la rassicurò.

La pioggia si trasformò presto in un temporale furioso, con fulmini e tuoni.

Zoe piangeva forte e James, seminando Viola, sapeva che prima o poi, li avrebbe raggiunti.

Le felci bagnate gli rigavano il volto.

Durante la corsa, si chiese come mai il fato gli giocasse tanti scherzi. Fino a due anni prima aveva avuto tutto ciò che di meglio potesse desiderare e poi tutto era precipitato.

Ed ora, che finalmente aveva ritrovato la felicità con sua figlia, gliela volevano strappare di nuovo. Ma questa volta, avrebbe lottato.

Angela era morta e ormai non poteva più intervenire.

Ma Zoe no. Zoe era abbracciata a lui in quel momento e di sicuro non l’avrebbe lasciata mai più.

D’un tratto,  Viola gli si parò di fronte, bloccandogli il passaggio.

-Oh, che bello. Erano anni che non mi facevo una bella corsetta sotto la pioggia!- disse, ghignando. –Ora, dammi la bambina e facciamola finita. La piccola non deve vedere mentre suo padre, l’assassino di sua madre, muore per merito della zia!-

Era crudele, spietata e senza coscienza.

Ma doveva affrontarla.

-Viola, non ho ucciso Angela. È lei che ha ucciso me. Non voleva che mi avvicinassi più a lei a causa di quello che ero diventato!- gridò lui, nella speranza di farla rinsavire.

-Bugiardo! Angela era innamorata di te e tu l’hai ingannata!-

-No, Viola, no. Chi ti ha detto questo?-

-Angela. Me l’ha detto Angela sul punto di morte. Mi ha chiesto di prendermi cura di sua figlia perché il padre era diventato un mostro. Un essere che non sapeva amare. Io le risposi che tu l’amavi, e lei disse che tu l’avevi tradita!- strillò, mentre la pioggia la copriva di acqua purificatrice.

-Ti ha mentito. Per lei ero un mostro, ma solo a causa di quello che ero diventato: un vampiro. Non mi aveva accettato e solo ora mi accorgo, che non mi aveva mai amato.- disse, mestamente.

-Ora basta! James Seymour, pagherai per ciò che hai fatto.-

Detto questo, Viola lo assalì. Stava per saltargli addosso quando successe il miracolo: dalle fionde degli alberi qualcuno l’aggredì, facendola cadere e rotolare.

Victoria saltò giù con tutto il suo splendore, guardandolo.

-Ehi tesoro, c’era una battaglia e non mi hai invitato?- sorrise dolcemente.

Fu uno dei momenti più lieti dell’intera vita di James: l’attimo in cui il suo vero amore gli si era finalmente mostrato. Dopo aver posato la piccola su un giaciglio di rami, l’affiancò, la baciò e si misero in posizione d’attacco.

La donna si rialzò lentamente e decise di fermarsi. Nonostante la sua natura di vampira, era stata molto credente; la rossa, dunque, le appariva come la personificazione del demonio e quindi da distruggere. La vendetta, per lei, non era che un compito assegnatoli da Dio, anche se erroneamente.

-James! Hai una nuova protettrice quindi? Non sei capace di difenderti da solo?- lo sfidò, di nuovo.  Lui ringhiò.

Possibile che lo detestasse a tal punto da non voler arrendersi?

Zoe era sua figlia! Non l’avrebbe mai abbandonata se avesse saputo della sua esistenza. Aveva sempre rimpianto di non aver tentato di salvare sua moglie, ma solo ora si rendeva conto di non aver voluto farlo.

-Si James, tu scappasti quel giorno! Lei morì, consapevole di ciò che avevi fatto. La bambina fu salvata appena in tempo. Ma tu non c’eri. Non ci sei mai stato per lei!- gridò Viola, come se avesse udito i suoi pensieri.

-Sarei venuto a prenderla se qualcuno mi avesse detto che era nata!-

Quella parole la caricarono ancora di più d’odio, costringendola ad attaccare. Lo spinse a terra e cominciò così una danza senza tempo, senz’anima né mente.

Victoria non sapeva che fare: il suo adorato era in pericolo ed avrebbe dovuto intervenire. Ma qualcosa la fermava; sapeva in realtà che quella non era la sua battaglia.

James guardò la vecchia negli occhi e ne rimase scioccato. Vide la vendetta che Angela bramava. -Angie, ti prego, aspetta!- gridò , conscio che lei potesse sentirlo.

“No. Tu devi pagare per la mia morte!” rispose la voce, vellutata come quella della ragazza che un tempo aveva amato.

-No Angie, io non ti ho ucciso. Desideravo solo che tu mi accettassi!-

Silenzio e poi…

“Bugiardoo!”

La zia ricominciò a lottare, questa volta però, James comprese che poteva fare solo una cosa per salvarsi: farla finita del tutto.

Proprio in quel momento, Victoria stritolò la donna e lui poté, finalmente, dire addio alla sua vecchia, vita umana.

La fece a pezzi e ne bruciò i resti: fu come uccidere la stessa essenza di Angela, doloroso ma necessario. Il passato non lo avrebbe tormentato più nel futuro.

Vic lo abbracciò e lui ricambiò. Aveva capito una cosa importante da tutta quella storia: Victoria era stata l’unica ad averlo sempre accettato. Umano e vampiro.

Colse la piccola Zoe e si accorse che non era più figlia sua e di Angela, ma qualcosa di più. Il frutto dell’amore tra James e Victoria.

Perché la famiglia, la vera famiglia, non è rappresentata da legami di sangue, ma dall’affetto che uno nutre per l’altro.

La sua nuova compagna prese in braccio la bambina,  con gli occhi colmi di emozione.

-Ma..Ma- disse la bimba vedendola.

La ragazza la strinse ancora di più a sé.

E insieme, si avviarono verso una nuova avventura, chiamata vita.

 

 

 

The End.

 

  
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