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Autore: Ai_chan4869    20/10/2010    4 recensioni
... il viso dell’uomo assunse uno sguardo di puro e semplice terrore. Qualcosa spinse improvvisamente Jen in avanti, Jethro la prese quasi all’ultimo secondo prima che cadesse a terra e la strinse a se... Sembrava un dejàvù... il sangue... la sparatoria... la terrazza...
Genere: Romantico, Drammatico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Jennifer Shepard, Leroy Jethro Gibbs
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chapter Seven
Colpe
 
 
---------------------------------------- Flash back ------------------------------------------
 
<< cosa vogliamo fare ora? >>
<< aspettiamo >>
 
-------------------------------------Fine Flash back -------------------------------------
 
 
Vedere il suo corpo steso su quel lettino d’ospedale, inerme, pallido, e fragile, gli lasciava una sensazione di nausea, di paura costante che gli opprimeva talmente tanto il cuore, da non riuscire nemmeno a farlo respirare senza provare dolore. Avendo fatto parte dei marines, era stato abituato a provare dolore fisico, solo che ora, il suo dolore, non era causato da nessun’arma o qualunque oggetto potesse causare ferite. Ora, la ferita che pian piano gli si stava aprendo, e che col passare del tempo diveniva sempre più reale, si trovava in un piccolo angolo del suo cuore che non era riuscito a dimenticare la passione e l’amore che aveva provato per quella semplice donna che ora poteva guardare solo al di la di un vetro, perché se si fosse avvicinato, non avrebbe saputo se fosse riuscito a non crollare.
 
 
---------------------------------------- Flash back ------------------------------------------
 
<< ci stanno mettendo troppo tempo.. >>
<< stai tranquilla Tony e Ziva sanno quel che fanno. Dobbiamo solo attendere il segnale e noi entreremo >>
dall’interno del capannone si udirono più spari.
<< tocca a noi, stai attenta >>
Entrarono dalla piccola finestra che si trovava alla fine delle scale antincendio.
Attorno a loro non c’era altro che polvere e scatole.
Altri colpi risuonarono tra le mura.
Gibbs si sporse dalla ringhiera e vide Tony intento a colpire a pugni un uomo, mentre Ziva ne inseguiva un altro.
Jenny si allontanò dirigendosi verso una porticina che molto probabilmente l’avrebbe condotta sulla terrazza.
Aprì la porta con cautela, tenendo sempre la pistola puntata davanti a se.
Sentì dei passi alle sue spalle, qualcuno stava correndo nella sua direzione.
Si spostò appena in tempo per vedere Dustfire.
Lo vide avvicinarsi, alzare il viso e guardarla. Insistentemente.
Non riuscì a reagire. Era pietrificata dai suoi occhi. Imprigionata dal suo sguardo.
Rimase immobile.
Sapeva fin troppo bene che quella sua azione, le sarebbe stata fatale in un futuro non molto lontano.
 
-------------------------------------Fine Flash back -------------------------------------
 
 
La stava guardando ancora da dietro al vetro di quella piccola stanza asettica, quando Ziva gli sfiorò una spalla con la mano distogliendolo dai suoi pensieri.
<< dalla tua espressione deduco che non siano buone notizie…>> non c’era bisogno che le rispondesse, ma qualcosa scattò dentro di lui facendogli fare di nuovo qualcosa contro la sua natura << si sistemerà tutto. >>
In quell’ultimo periodo della sua vita non poteva fare a meno di mentire. Mentiva sul lavoro, mentiva a casa, mentiva agli altri e soprattutto, mentiva a se stesso. Tirando le somme, quelle ultime settimane erano state un ammontare infinito di menzogne.
Sarah, inginocchiata su una sedia e accasciata sul letto stringeva a se, vicino alla fronte, la mano di sua madre, troppo grande da trattenerla solo con una delle sue. Gibbs Posò una mano sulla fredda lastra trasparente davanti a se. Quel piccolo dettaglio gli riportò alla mente la prima volta che gli era capitato di afferrarla per mano. Era capitato per caso, l’aveva attirata a se, come fosse una piuma, percependo la sua pelle vellutata. In quell’istante tutto gli era sembrato chiaro. Avrebbe dovuto proteggerla. Aveva sentito per la prima volta il contatto del suo corpo, il profumo dei suoi capelli, tutte cose che fino a quel momento aveva dato per scontate.
Fino a quel momento.
Fino a quell’attimo.
Si sentì morire.
Cos’altro avrebbe potuto fare se non starle accanto, ad aspettarla. A sperare. In qualcosa, in una qualsiasi cosa che l’avrebbe fatta tornare. E se questo non fosse accaduto? Se invece fosse accaduto l’esatto opposto? No. non lo avrebbe accettato. La sua mente, pur strana che sia, non voleva accettare quella possibilità. Probabilmente, anzi, quasi certamente, chiunque si fosse trovato nella sua stessa situazione non avrebbe voluto crederci.
 
 
 
---------------------------------------- Flash back ------------------------------------------
 
 
Quegli occhi Blu, Profondi come il mare, la stavano trascinando giù.
Nell’oscurità.
<< Jenny!>> In lontananza la voce di Gibbs, terrorizzata.
Mai, le era capitato di sentire quel suo tono.
Qualcosa… no, qualcuno, la prese per la vita trascinandola a terra.
Non sentì nessun dolore, non toccò il freddo cemento, se non con mani e ginocchia.
Sui suoi fianchi c’erano posate le mani dell’uomo steso a terra sotto di lei.
Probabilmente fu l’adrenalina scatenata dall’istinto di sopravvivenza a farle compiere quell’assurdo gesto.
O forse perché aveva capito che non poteva fare altro.
Come lei era attratta dallo sguardo dell’uomo, anche lui era attratto dallo sguardo della donna.
Distolsero gli occhi nello stesso momento per posarlo poi, sulle loro rispettive armi.
 Lei a terra accanto alla testa di Chriss, lui sul fianco destro di Jenny.
Passò un’attimo e si puntarono le pistole l’uno contro l’altra creando una situazione di stallo.
 
 
-------------------------------------Fine Flash back -------------------------------------
 
 
<< io… non ce la faccio a restare qui senza far nulla. Torno all’NCIS ad aiutare Tony e Mcgee. >> Lui le fece un cenno di consenso con la testa continuando a guardare di fronte a se. << Te le affido Gibbs. Sono tutto ciò che mi rimane. Tutto ciò che posso considerare come una famiglia, sei l’unica persona che entrambe vorrebbero accanto in questo momento. Non lasciarle mai da sole… soprattutto Sarah. Ti ammira e ha fiducia in tutto quello che le dici… non l’ho mai vista così felice, entrambe, non le ho mai viste così felici. Perciò ti prego, non abbandonarle per seguire un’assassino. Ci siamo noi, la tua squadra, la migliore, perché tu ci hai insegnato ciò che sappiamo. Lo prenderemo anche se l’FBI ci intralcerà. Non vivrà ancora a lungo da vedere la luce del sole… >> Uscì, percorrendo il corridoio con braccia rigide lungo i fianchi a pugni chiusi.
Fece un respiro profondo e varcò la soglia della stanza.
Sarah alzò di qualche centimetro la testa :<< perché lei? perché non ci sei tu al suo posto? >> quelle parole le erano uscite così, senza che lei lo volesse veramente. Doveva solo sfogare il risentimento che provava su qualcuno e quell’unica persona era li accanto a lei. << hai detto che il sangue che avevi addosso, volevi che fosse il tuo, ma non lo era, avevi promesso di proteggerla, di riportarmela a casa sana e salva. Perché… perché allora lei è qui su questo letto e tu sei li in piedi!? >> scese lentamente dalla sedia su cui era accucciata.
Lo guardò fisso negli occhi con rabbia. Sentì una stretta al petto, un senso di angoscia e vuoto allo stomaco.
Tremava, voleva pestare i piedi per terra, gridare dalla disperazione, fare di tutto pur di liberarsi di quel groppo in gola, ma rimase ferma, incapace di fare qualsiasi cosa:<< tutto… tutto quello che le è successo, non era già abbastanza?  Perché non sei riuscito a proteggerla? Lei con te lo ha fatto. Ha sacrificato la sua carriera difendendoti davanti all’FBI! Il suo lavoro le piaceva! Ha sgobbato come una dannata per anni prima di poter arrivare qui! Non la vedevo per settimane intere, ma sapevo che lo faceva per me, per passare poi più tempo insieme… e ora?! Ora dimmi perché è attaccata ad una macchina! E non dirmi che andrà tutto bene, perché non sarà così, Non è mai così! >>
Aveva ragione.  Doveva ammetterlo.
Perché non c’era lui al suo posto? Cos’aveva sbagliato?
 
Le si inginocchiò davanti, la strinse a se e alzandosi la prese in braccio. Sentì la sua piccola mano stringergli il colletto della camicia, il viso affondare nell’incavo del collo << se… se dovesse >> << ci sarò io, ma non accadrà, è sempre stata una donna forte, riuscirà a superare anche questa… >>
 
 
---------------------------------------- Flash back ------------------------------------------
 
 
<< arrenditi >>
<< non sei nella posizione adatta per darmi un simile ordine >>
Sentiva la canna della colt che si appoggiava leggermente all’altezza dello sterno
<< saresti uno stolto a non riflettere sulla mia proposta >>
Jenny, gli puntava la pistola sotto il mento
<< potresti morire oggi >>
<< sono venuta fin qui sapendo quali rischi avrei potuto correre. >>
<< ne sei certa? >>
<< Preferirei morire così, piuttosto che essere una vigliacca e arrendermi >>
<< Lasceresti così tua figlia? Eppure, le avevi promesso di tornare. >>
<>
<< le avevi promesso di festeggiare il tuo compleanno… >>
<< Che cosa le hai fatto!? >>
<< per ora, nulla… >>
<< però… come fai ad essere certa che io ti stia dicendo la verità? >>
<< sei un… >>
<< Bastardo? Si, forse, ma a questo punto ti consiglio di abbassare l’arma, se non  vuoi che alla tua piccolina accada qualcosa >>
<< menti >>
<< sta a te decidere a cosa credere. Sarah potrebbe essere all’NCIS con Abby, oppure legata da qualche parte, come per esempio ad un pilone del pontile… ormai è quasi sera… con la marea non le potrebbero rimanere molte ore di vita, o sbaglio?>>
 
 
-------------------------------------Fine Flash back -------------------------------------
 
 
Entrò all’Ncis, le luci spente, rendevano l’atmosfera deprimente.
Salì verso gli uffici, non prese l’ascensore, aveva bisogno di movimento, doveva scaricare la tensione, schiarirsi le idee prima di tornare a lavorare seriamente.
Mancava una rampa di scale.
Fece gli scalini due alla volta.
La porta era li, a qualche metro da lei.
Alzò la testa, toccò il maniglione antipanico, fece per spingerlo, ma a metà si bloccò.
La voce di Tony.
<< Dannazione, Mcgee! >> << Tony, non posso forzare il sistema! È protetto da firewall, è L’FBI! >>
<< L’hai già fatto in passato >> << si, ma vuoi che ti rammenti cos’è successo? >>
<< non puoi non farti rintracciare?! >> << posso tentare, ma non ti garantisco nulla. Se ci trovano, non penso che ce la faranno passare di nuovo liscia… e poi, questa volta sarai tu che… >>
 
 
------------------------------------- Flash back -------------------------------------
 
<< Ziva, Se mi dovesse accadere qualcosa, ti affido Sarah >>
<< ma Jenny… >>
<< No. sei come una sorella per me e sono sicura che con te starà bene >>
<< perché mi stai dicendo questo? >>
<< perché ho un brutto presentimento, ma non dirlo a Gibbs… >>
<< lo sa? >>
<< cosa? >>
<< non fare la finta tonta, sai di cosa sto parlando >>
<< No, e non lo dovrà mai sapere >>
<< non credi che ne abbia il diritto? >>
<< Forse… >>
<< Ma… >>
<< Agente David, non voglio sentire storie, è un’ordine. >>
<< Si… Direttore >>
Jen prese qualcosa dalle tasche della giacca e la porse a Ziva
<< Questo, è un pass magnetico per avere dritto accesso a tutte le informazioni su questo caso. Potrai leggere tutta la documentazione dal mio ufficio, sai come procedere se qualcosa andrà storto… ora andiamo sono arrivati. >>
 
-------------------------------------Fine Flash back -------------------------------------
 
 
<< non importa, Quante volte Gibbs è andato nei casini per colpa nostra? Quante volte ci ha difeso? Non credi che glielo dobbiamo? >> << si, però… >>
<< se non vuoi rischiare il posto, Pivello, allora ti consiglio di alzare il culo da quella sedia e andartene a casa >>
Calò un’improvviso silenzio, in cui l’unico rumore era quello della ventola del computer acceso davanti a loro.
<< Aspettate >> Tony si voltò verso la voce.
<< c’è un altro modo >> Ziva apparve dall’oscurità << ma dovrete lasciar fare tutto a me >>
 
 
 
 
 
 
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Vorrei ringraziare tutte le persone che mi hanno mandato le mail per chiedermi di continuare a scrivere (l’ultima soprattutto di Jilly che mi ha fatto decidere di prendere un po’ di tempo e rincominciare a scrivere), con l’università non ne ho mai avuto tempo, e questo mi è dispiaciuto davvero molto, perché per me scrivere è una forma di sfogo e di relax dopo una giornata pesante. Grazie mille! Aggiornerò presto questa volta! Spero che anche questo capitolo vi piaccia come vi sono piaciuti gli altri!
Grazie! E non smetterò mai di dirvelo!

Ai Chan ^^
 
 
 
  
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