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Autore: Piccola Ketty    21/10/2010    5 recensioni
Autoscuola.
Un istruttore bellissimo, dieci anni più grande della sua allieva.
Kate e Mirko.
Una storia strana, un gioco di sguardi che porterà tutti e due in un vortice chiamato amore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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I breathe your moments










3.

Sano sesso Kate, sano sesso.
Le parole della mia migliore amica mi erano rimaste impresse nella mente, lasciandomi sorpresa.
Non era mai stata troppo espansiva, e di certo non mi aveva mai dato un tale consiglio, ma dopo averle raccontato cosa provavo quando mi trovavo nella stessa stanza con Mirko, non aveva esitato e se ne era uscita con quella frase.
Ci pensai per tutta la giornata, anche durante il tragitto verso la scuola guida, quel martedì.
Il week end era volato, a differenza di quello che avevo pensato.
Entrando notai subito qualcosa di diverso.
Monica era attaccata a Mirko, quasi sopra le sue gambe.
Erano seduti vicini, e sorseggiavano allegramente un caffè ridendo.
Sentii un leggero fastidio, partire dal centro del petto, e diramarsi per ogni nervo presente nel mio corpo, innervosendomi all’invero simile.
Li osservai avvicinandomi al bancone, sentendo sempre più fastidio.
Decisi di spostare la mia attenzione sui due sguardi che mi stavano osservando curiosi.
“Ciao”, le salutai, sorridendo.
Mirko si voltò subito, sentendo il mio saluto, mentre Monica impiegò più tempo. Forse era troppo impegnata ad osservargli il cavallo dei pantaloni.
Mi morsi il labbro, cercando di resistere alla tentazione di incontrare i suoi occhi e di sorridergli.
“Passato bene il week end?”, domandai sfogliando distrattamente alcuni fogli sul bancone.
“Kate”, Fiamma si avvicinò, per permettere solo a ma di sentire le sue parole, “calmati, e cerca di respirare”.
Subito non capii il motivo del suo consiglio, poi, notai che le nocche delle mie mani erano diventate bianche, a forza di stringere la borsa tra le mani.
“Ehm, si..forse”, ammisi distratta, vergognandomi.
“Ti mancano gli occhi gialli, poi il viso paonazzo è quello..gelosia”, iniziò a canticchiare una melodia sulla gelosia, davvero poco spiritosa.
La fulminai con lo sguardo, cadendo nella tentazione di fissarlo.
Mi stava guardando ancora, ed il suo sguardo era profondo, il colore degli occhi era quasi blu.
Si alzò, lasciando sorpresa Monica.
Buttò nel cestino il bicchiere, e lentamente uscì dalla scuola.
Rimasi sorpresa dal suo gesto. L’avevo forse infastidito?
Ovviamente, l’occhio astuto delle due donne dietro al bancone, che avevano assistito a tutta la scena, non perse tempo per fissarmi di nuovo.
“Cosa ci nascondete voi due?”, mi domandò Marzia seria.
“Noi..chi scusa?”.
“Tu e Mirko. Insomma, è da quando ti ha vista la prima volta che quando ci sei, ti gira attorno..”, davvero?, “e pure tu, giri intorno a lui come se fosse il tuo pianeta..”.
Strabuzzai gli occhi.
Aprii la bocca per replicare, ma non riuscii a trovare niente di sensato da dire.
Per quanto riguardava me, aveva terribilmente ragione.
Ormai non facevo che pensare a lui, a lavoro, la mattina appena mi alzavo, la sera prima di andare a dormire, e la notte lo sognavo, sempre.
Non vedevo l’ora di rivederlo, di risentire la sua voce ed i suoi occhi su di me.
Mi passai una mano tra i capelli, arrossendo.
“Esco un secondo..”, sussurrai, lasciando tutta la mai roba sulla loro scrivania.
Mi precipitai fuori, respirando a pieni polmoni.
Quel giorno aveva piovuto parecchio, e stranamente, l’umidità non era ancora scesa.
Faceva freschino, e ancora si sentiva l’odore di pioggia.
Portai le braccia davanti al corpo, unendo le mani e stiracchiandomi.
Ero stanca, avevo sonno, e sinceramente, non ero pronta a rendermi conto di una tale verità.
Non potevo, a vent’anni, essermi presa una cotta simile per un uomo di trenta. Non poteva essere vero.
Nemmeno a quindici anni mi riducevo in quello stato. Soprattutto per dei ragazzi così grandi.
“No, no..no..no..”, sbattei il piede per terra, tenendo le mani sul mio viso.
Lui trenta, io venti, dieci anni erano troppi.
Il suo tipo di donna ideale, non ero di certo io, una ragazzina confronto alle persone che era abituato a frequentare.
“Tutto ok?”, sobbalzai, allontanandomi da lui.
“Scusa, ti ho spaventata?”, corrugò le sopracciglia, facendo spuntare qualche ruga di preoccupazione sulla sua bellissima fronte.
“No, ero solo sovrappensiero”, ammisi seria. Fissai le macchine ingorgate nel traffico, tutto pur di evitare di pensare a lui.
Fece per entrare, ma si fermò a qualche centimetro dal mio viso, proprio vicino al mio orecchio.
Di nuovo, con la coda dell’occhio, lo vidi aprire la bocca per parlare, facendomi sentire il suo respiro vicino, ma subito la richiuse, scrollando la testa ed entrando.
Ripresi a respirare a pieni polmoni.
La sua presenza mi destabilizzava, non potevo continuare così.
Se gli altri si erano già accorti di quello che mi succedeva, lui l’avrebbe capito entro breve, a meno che già non l’avesse fatto.
Sbuffai, lanciando un povero sassolino.
Rientrai più nervosa di prima, fulminando Monica, che aveva ripreso a chiacchierare con lui e cercando conforto negli occhi delle due donne che ormai mi avevano presa tra di loro.
“Vieni tesoro”, Marzia mi passò un bicchiere fumante di cioccolata, ed io gliene fui grata.
“Proprio quello che ci voleva”, sorrisi, assaporando il sapore di quel liquido denso sulle mie labbra.
Ci passai la lingua sopra, chiudendo gli occhi e mugolando di piacere, “sapete da quanto tempo è che non bevo della cioccolata calda?”, bagnai di nuovo le labbra, rifacendo le stesse mosse di prima.
Quando riaprii gli occhi, Mirko stava sbattendo la porta del bagno.
Sbattei le palpebre, poiché mi ero persa qualcosa di grosso, visto il suo atteggiamento.
Le guardai curiosa, aspettando che parlassero.
“Allora Kate, forse non te ne sei accorta, ma quello che ti abbiamo detto prima, non è una bugia. E tu, se fai così..”, agitarono le mani, indicando il bicchiere e le loro labbra, “farai morire ogni uomo”, l’occhiolino non mancò, ed io scoppiai a ridere.
“Ridicolo! Io, che faccio impazzire un uomo”, risi di gusto, sentendo dolore allo stomaco, “bella questa..”.
Scrollai le spalle, andandomi a sedere su una sedia libera, ed aspettando pazientemente il turno della mia lezione.
Quella sera, non mi guardò nemmeno una volta.
Ogni volta che il suo sguardo stava per incontrare il mio, subito lo spostava di nuovo, a volte voltandosi addirittura.
Ne rimasi delusa, probabilmente, il mio comportamento non gli andava a genio.
La differenza di età si fece sentire maggiormente quella sera, facendomi sentire ancora più piccola di quanto in realtà non fossi.
Dovevo assolutamente smettere di pensare a lui.
Dovevo almeno provarci.
 
“Mi spieghi come fai, se ogni volta te lo becchi a scuola guida?”.
“Smetterò di andarci”, ammisi scrollando le spalle.
“Sei scema? E dove mi staresti portando ora, scusa?”, ero con Melanie, la mia migliore amica, ed ovviamente la stavo portando alla scuola, per farle vedere il fantomatico ragazzo/uomo per il quale avevo ormai perso la testa.
“A scuola guida, ma solo per fartelo vedere. Almeno potrai sorreggermi nei momenti disperati”, la guardai con gli occhi dolci, “se no a cosa serviresti scusa?”, alzai gli occhi, strafottente.
“Oh per altre tante cose, ma tanto non mi dai mai retta, quindi potrei pure andare in pensione”.
“Dai, su”, la spintonai, continuando a passeggiare al suo fianco.
Ci stavamo avvicinando, ed il mio stomaco aveva preso a girare su se stesso, facendo mille capriole, sempre con le farfalle dentro.
“Ti avviso, se mi piace, prenderò pure io la patente qui”.
“Ma se ce l’hai già!”.
“E allora? Lui mica lo sa..”, sorrise sorniona, meritandosi una sberla sul braccio.
“Ora, entriamo a tu farai finta di niente, ok?”, la supplicai.
Tre.
Due.
Uno.
Il dlin della porta fece voltare i presenti.
“Mai trovata la porta chiusa, oggi invece..”, sussurrai pentendomi già di quello che stavo per fare.
Melanie era la persona più fidata al mondo, più riservata e sicuramente della quale potevo fidarmi ciecamente.
Ma quando si trattava di bei ragazzi, eravamo terribili.
Insieme, eravamo pericolose.
Detti un’occhiata alla stanza, non trovandolo.
Abbassai lo sguardo dispiaciuta, salutando Marzia e Fiamma.
“Non c’è?”, mi domandò accarezzandomi la schiena.
“No..”, ammisi sospirando.
“Dai, aspetto fino a quando non entri”, sorrise, facendo sorridere anche me.
“Davvero?”.
“Certo!”.
Le presentai le due chiocce che subito la fecero entrare nell’ottica della scuola, riempiendo anche lei delle ultime novità. Grazie a Dio, evitarono di parlarle dei miei comportamenti.
Lei sapeva già tutto, ma risentire la mia esasperante fissazione, non mi avrebbe giovato.
La porta si aprì, ma ormai lo aveva fatto tante di quelle volte, che non ci giravamo nemmeno più.
Eravamo intente ad ascoltare un discorso di Fiamma su sua figlia, che nemmeno mi accorsi della persona che mi affiancò.
“Ciao”, mi salutò, sorridendomi.
Mi voltai, riconoscendo subito la voce.
Era bagnato come un pulcino, i capelli neri gli incorniciavamo il viso perfetto, e il sorriso gli arrivava da un orecchio all’altro.
Gli occhi erano accesi e luminosi, ed io non riuscii a fare a meno di sorridere di rimando.
“Ciao”, la mia voce, così calda, non l’avevo mai sentita.
“Ragazze, uso il bagno. Torno subito”, si rivolse alle segretarie, ma il brivido di piacere mi pervase comunque.
Lo osservai dirigersi verso la porta del bagno, e lo sguardo che mi lanciò, poco prima di chiudere la porta, mi fece emozionare.
“E’ lui?”, balbettò Melanie al mio fianco.
Non mi ricordavo nemmeno di essere in mezzo ad altra gente, per un minuto c’eravamo stati solo noi due, di nuovo.
“Si”, risposi fiera.
“Ed è cotta tesoro”, ammise Marzia.
“Oh ma come..è..cioè..è..”, Mel prese a battere le mani e a saltellare sul posto.
Mi fece spostare, portandomi in un angolo della stanza.
“Io non ti aiuterò in niente..chissene frega se ha dieci anni più di te? Oh cara..sei fantastica..cioè, hai una fortuna..”, saltellò di nuovo sul posto, facendomi ridere.
“Ora devo andare, ma tu, tu devi raccontarmi tutto, ok?”.
L’abbracciai, felice di poter contare sul suo sostegno, “certo”, la guardai uscire dalla scuola guida, con il sorriso a trentadue denti.
Quando tornai nel bancone, ormai c’era troppa gente, quindi non riuscimmo più a parlare di quello che era successo.
O forse avevo notato solo io, la felicità nei suoi occhi?

***

Terzo capitolo.
Siete fantastiche, non dico altro.


Angyr88: Donna, tu sei forte, e su questo non si discute, capito? Ne sei uscita bene, con la testa alta. E fregatene di quello che dicono gli altri! La vita è tua, tua soltanto..quindi decidi tu cosa farne -.- Per quanto riguarda la storia, grazie tesoro, grazie davvero. Sapere che, nonostante la mia assenza, e la mia scarsissima voglia precedente, voi siete sempre lì, in prima linea, mi riempie il cuore di gioia *.* ti voglio bene!

Liselotta: Ah tesoro, hai notato che io sbaglio SEMPRE il tuo Nick?? Mamma mia..lo lascio così eh, mi piace di più ù.ù  che schifo guarda, ti svegli a degli orari XD che mi fai un'invidia assurda ahahah! Tesoro, tu e le rosse..tu e lezioni..mi viene male a pensare che devo attendere XD ma sarà per poco vero? Poi pubblicherai?? ;) Sei curiosa?? Eh, vedrai che le cose arriveranno velocemente -.- per questo non mi piace..mi pare troppo veloce..però se piace a voi ^.^ per me va bene..ti voglio bene tesoro!

Frytty: Allora, mettiamo in chiaro una cosa! Quando dici che io sono brava, devi capire, che lo sei pure TU! E se non capirai questo, sarà inutile -.- il tuo pezzo rosso è stato di vitale importanza. Ero davvero bloccata T.T
Socia mia, quando è che ci sentiamo eh? Quando?? Sarà una vita, per me, che non ti sento ç_ç il fatto è che mi sto disintossicando dal pc, diciamo..FB è proprio andato ormai xD rimane solo per farmi gli affari degli altri..ma msn, anche quello lo apro poco, e quando lo apro tu non ci sei..quindi lo richiudo -.- se non ci sono le persone che voglio..Picciulina..spero davvero di sentirti presto..mi illumini la giornata..senza di te, è davvero nera :( ti voglio bene Scricciola.

Piaciuque: Grazie mille ^_^ mi fa davvero piacere che tu sia riuscita a commentare, nonostante il poco tempo..non ti preoccupare, anche a me succede con le storie che mi piacciono..non verro a picchiarti XD spero che andando avanti, la storia possa piacerti allo stesso modo! Un salutone!!

NeverThink: *.* mea culpa, mea grandissima culpa. Non ti ho avvisata, e ti ho già spiegato il motivo..mi spiace :( comunque, anche io vorrei una Mel,  QUI, ogni volta..Kate è fatta a modo suo, vive in un mondo a parte ;) la storia è nata per gioco, ed ora la pubblico, figurati..il fatto che piaccia è pura casualità ù.ù no, scherzo..sono davvero felice di essere tornata con la forma di prima..mi ero davvero demoralizzata in quel periodo, e tu lo sai bene..scrivere non è solo uno sfogo per me, ma una passione..ed il fatto di non riuscirlo a fare, mi faceva stare malissimo! Ovviamente, ora non sto scrivendo, ma questa volta è perchè proprio non ce ne ho testa. Ho altre cose a cui pensare, quindi non ci rimango troppo male..grazie a te ho capito che non esistono i blocchi, sono solo mentali -.- e uno, se sa scrivere, lo sa fare sempre..Ti voglio bene Mel..davvero tanto.. <3









   
 
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