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Autore: Piccola Ketty    15/10/2010    6 recensioni
Autoscuola.
Un istruttore bellissimo, dieci anni più grande della sua allieva.
Kate e Mirko.
Una storia strana, un gioco di sguardi che porterà tutti e due in un vortice chiamato amore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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I breathe your moments










2.

Seguii tutta la lezione con interesse, guardandolo negli occhi, e meravigliandomi per non essere caduta nella tentazione di fantasticare.

Era bravo, riusciva a farti capire ogni cosa, senza nemmeno doverla ripetere. Pendevo dalle sue labbra.
Quelle labbra carnose e rosse, che si muovevano sinuose.
Aveva un vizio, si passava spesso la mano tra i capelli, già scompigliati.
Era tenero, e buffo. Ma una cosa era certa, era davvero bello.
Aveva uno sguardo tenebroso, che racchiudeva chissà quale arcano segreto, e nello stesso tempo, riusciva a darti sicurezza e serenità anche soltanto con un sorriso.
Anche lui mi aveva guardata negli occhi più di una volta, costringendomi a spostare lo sguardo sul tabellone luminoso.
Quando arrivarono le nove, quasi rimasi delusa.
L’ora era passata troppo veloce, non me ne ero accorta.
“Allora ci vediamo giovedì, va bene?”, sorrise alla “classe”, facendo un cenno di saluto.
Le ragazze iniziarono ad alzarsi, lasciandogli degli sguardi davvero poco misteriosi.
“Ciao Mirko”, una ragazza uscì salutandolo con la manina alzata, proprio da bambina infantile, o da donna davvero poco seria.
Le sorrise, restando però composto.
Mi abbottonai la giacca, visto che alle nove di sera, la temperatura calava drasticamente, rispetto ai venticinque gradi del pomeriggio.
Alzai lo sguardo su di lui, ed i brividi di poche ore prima, tornarono a farsi sentire, insieme alle farfalle nello stomaco.
Era una sensazione bellissima, sarei rimasta in quella posizione per il resto della mia vita, ma dovevo andare a casa.
Gli sorrisi, prima di prendere la mia borsa e fare la gincana tra le sedie.
“Ho visto che segui con interesse”, mi fermai di colpo, spostando lo sguardo sulla sua figura.
In piedi, di nuovo di fronte a me, le farfalle presero a volare più velocemente facendomi fare fatica per formulare un pensiero coerente.
“Ehm si, ho già letto qualcosa..”, sorrisi abbassando gli occhi sulle sue scarpe.
“Posso darti del tu, no?”, si avvicinò, notai i suoi piedi avanzare verso di me.
“Certo”, ammisi portandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Bene, allora ci vediamo giovedì”, avvicinò la mano ponendo il palmo verso la porta.
Voleva che gli stringessi la mano? Ne sarei stata capace?
Avvicinai anche la mia mano, stringendo la sua che me la copriva completamente.
Alzai gli occhi incontrando si suoi, di un azzurro intenso.
“Il tuo nome?”, mi domandò con voce roca.
Lo aveva chiesto anche alle altre?
“Kate”, sussurrai non riuscendo a spostare lo sguardo.
“Mirko..”, probabilmente non sembrò sciocco soltanto a me sapere di nuovo il suo nome, visto che sorrise anche lui insieme a me.
Aveva un sorriso bellissimo.
“A giovedì allora”, sorrisi di nuovo, lasciando la sua mano, ed avvicinandomi alla porta.
Mi voltai un’ultima volta, trovando il suo sorriso verso di me.
Fece un cenno positivo con la testa, avvicinandosi alla cattedra per sistemare dei fogli.
Fuori dalla stanzetta, l’aria era più fresca, e sicuramente, la mia testa poteva ragionare senza il suo profumo intorno.
Non mi era mai successa una cosa del genere, ma sicuramente, non ne ero dispiaciuta.

Dopo una giornata di lavoro, ritornare in quella scuola, era di certo un’ottima prospettiva.
Ormai non mi faceva nemmeno più fatica arrivare a casa tardi.
Era passata una settimana dal primo giorno di lezione, e ormai ero diventata una componente del gruppo tra le segretarie.
Spesso gli davo una mano con alcune scartoffie, per far si che potessero uscire nell’orario giusto di chiusura.
Quando però, arrivava Mirko, la mia attenzione si spostava su di lui, che però, non mi degnava di uno sguardo.
Da quella sera, non ci eravamo più rivolti più di un ciao ad inizio lezione, ed un arrivederci alla fine.
L’unica cosa che riusciva a tirarmi su il morale, erano gli scambi di sguardi che ci lasciavamo, pieni di significato, da parte mia.
Quando i suoi occhi si spostavano nei miei, c’eravamo solo noi.
Non posso negare, che più di una notte nei miei sogni non ero sola, e insieme a lui, non facevo di certo cose da minorenni. Il suo fisico, i suoi occhi, le sue labbra, tutto di lui gridava sesso.
Tutto, e soprattutto, ogni sua azione, anche soltanto il passarsi la mano tra i capelli, mi provocava una scossa lungo la schiena, piacevole da sentirsi, ma sicuramente terribile quando non la sentivo.
Nei sogni che facevo insieme a lui, il piacere che mi donava era imparagonabile rispetto alle poche esperienze che avevo avuto. Era fantastico.
Ritornai alla realtà, quando Marzia mi sventolò una mano davanti al viso.
“Bella addormentata, ci sei stasera?”, mi domandò sorridendo.
“Si, è solo che sono un po’ stanca..”, mi passai una mano sugli occhi, massaggiandomi poi le tempie, “ho un po’ di mal di testa”, ammisi.
Restai con loro per un altro po’, fino a quando non iniziò la lezione e, di nuovo, il mio corpo fu scosso da milioni di scintille quando per sbaglio – oppure no – la sua mano sfiorò la mia, entrando nella stanza.
Erano dei contatti davvero particolari, che probabilmente mi immaginavo solo io.
Era venerdì, quindi tutta la stanchezza della settimana, mi si riversava contro ad ogni sbadiglio.
Cercavo di stare attenta, ma ovviamente il mal di testa non me lo permise.
Persi gran parte della lezione, restando fissata sul pavimento, o sul tabellone lumino senza però vederci niente.
Avevo bisogno di una pastiglia, altrimenti non sarei arrivata a casa.
Ravattai nella borsa alla sua ricerca e quando la trovai, trionfante la ingoiai bevendo qualche sorso d’acqua.
Ormai erano quasi le nove, ma avrebbe sicuramente fatto effetto prima di quell’ora.
Quando Mirko spense il tabellone, i miei occhi non protestarono, anzi, glie ne furono grati.
Mi alzai barcollante, reggendomi ad una sedie, mentre aspettavo che il resto della classe uscisse.
Senza il benché minimo sforzo, mi lasciai ricadere sulla sedia, prendendomi la testa tra le mani.
Chiusi gli occhi, e pregai che la fitta che mi aveva colpita svanisse in fretta così come era arrivata.
“Ehi, va tutto bene”, sentii una mano delicata posarsi sulla mia spalla.
Non risposi, ero concentrata sul dolore.
“Kate?”, quella volta, però, riconobbi la sua voce, la sua morbidezza nel pronunciare il mio nome.
Alzai lentamente la testa, incontrando i suoi occhi preoccupati, “va tutto bene?”, mi chiese di nuovo, piegandosi sulle ginocchia.
“Si, si. Ho solo un po’ di mal di testa..”, ammisi vergognandomene subito.
“Hai preso qualcosa”, ammise, “non ha ancora fatto effetto?”, aveva visto il mio gesto di poco prima, aveva prestato attenzione.
Probabilmente fu solo una mia impressione, ma sapere che ancora aveva interesse per me, riuscì a farmi stare meglio per qualche secondo.
Sorrisi più a me stessa che a lui, “si di solito non impiega molto..ora esco, così puoi chiudere”, mi alzai con più grinta quella volta, prendendo la mia borsa tra le mani, e aggirandolo per uscire.
Quando la sua mano si posò sul mio braccio, facendo una lieve pressione, sussultai ed il mio cuore iniziò a battere troppo forte, e temetti che anche lui potesse sentirlo.
“Se vuoi rimanere, non ti preoccupare, io devo sbrigare alcune faccende..non ho fretta di chiudere”, osservai la sua mano ancora sul mio braccio, e me ne compiacqui.
“Scusa”, subito la allontanò, ed io mi sentii di nuovo male.
Aveva pensato che lo stessi osservando perché mi dava fastidio sentire le sue mani su di me?
Si sbagliava.
“Tranquillo”, sorrisi, “grazie, ma davvero. Ora vado, altrimenti a casa non ci arrivo più”, anche se mi dispiace davvero tanto, di non passare altro tempo insieme a te.
Aprì la bocca per parlare, richiudendola quasi subito e mordendosi il labbro, “va bene, allora buon week end”, annuì vistosamente, allontanandosi completamente da me.
“Grazie, anche a te”, lo seguii con lo sguardo, fino a quando non si trovò di spalle, ed io rimasi qualche secondo ad ammirare le sue spalle, i suoi fianchi..
Chiusi gli occhi, costringendomi ad uscire da li, altrimenti, non so cosa sarebbe successo.
“Ciao”, sussurrai passandogli accanto e raggiungendo la porta.
“Ciao”, non si voltò nemmeno, continuando a girare alcuni fogli tra le sue mani.
Mi richiusi la porta dietro alle mie spalle, sospirando.
Sarebbe stato un week end lunghissimo, ed era la prima volta che l’arrivo della settimana successiva, non mi recava alcun danno morale.

***

Secondo capitolo.
Vi ringrazio per l'appoggio.
La storia è molto sintetica, si basa principalmente sul rapporto tra i due protagonisti.
Non ci sono ambientazioni diverse, tranne qualche accenno, e nemmeno altri personaggi secondari.
Mi affido a voi ;)


Angyr88: Tesoro, sapevo che non saresti mancata. Grazie, per tutto..il tuo appoggio, il fatto che tu abbia creduto in me anche quando non riuscivo nemmeno a scrivere un "ciao" ;) Sei un'amica fantastica, ricordalo, e chi non se ne accorge è soltanto uno stupido! Ti voglio bene..

Liselotta: Domani, domani, domani, domani, domani, domani..e potrei scriverlo all'infinito.. <3  Tesoro mio, non dirlo a nessuno, ma io non ho un mega stra figo :D anzi, avrà quarant'anni..però non è da buttare muahmuah..Oh tesoro, se mi scrivi certe cose, poi  mi si appanna la vista! Che dire, questa storia è tipo uno scarabocchio per i pittori..è uscita così, e arriverà così :D ti voglio bene, e anche tu sei speciale!

Frytty: Poteva mancare la mia irresistibile e fantastica socia? Macchè..è grazie a Lei se il pezzo rosso è uscito :D ah, ma sei tu, ciao tesoro!! Vediamo, ti ho già detto che non so scrivere?? Vieni pure qui, *-* a dirmi il contrario..sisi.. *-* Ad ogni modo, grazie, GRAZIE per il tuo supporto..sei una persona bellissima e fantastica, e sono davvero fortunata..Questo un capolavoro?? O.o mi fido eh..eheh..Buon pomeriggio tesoro mio! Ti voglio bene..

Himechan: Allora, partiamo dal presupposto che sono ONORATA di averti qui, come lettrice di questa storia. Insomma tu per me sei un mito, un esempio, le tue storie mi hanno fatto, e mi fanno sognare..il fatto che tu legga delle cose mie, mi riempie di gioia, davvero..Infatti, quando ho visto il tuo commento, alle undici di sera :D subito non ho collegato..poi mi son detta, mezza addormentata, "ma questa ragazza, io la conosco..", ho guardato le tue storie, è bastato leggere "per ardua ed astra" ed i miei occhi si sono subito illuminati tipo faro nel mare XD *-* cioè..sono davvero felice. Per quanto riguarda i tempi di aggiornamento, la storia è finita XD quasi..quindi i capitoli arriveranno regolarmente - imprevisti permettendo! E anche se mi fai aspettare, leggere poi un tuo capitolo è sempre una gioia cara..davvero..tu sei un'artista, e devi metterelo bene in testa.. Ti mando un abbraccio enorme, e grazie ancora per esserti infilata in questa storia ;) Un bacione..




   
 
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