Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: NonnaPapera    21/10/2010    0 recensioni
Mai fare incazzare una donna –soprattutto se questa comandava una delle più potenti famiglie mafiose del paese-
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Cap 4

 

Le tende della stanza erano aperte ed il panorama della città, illuminata a giorno dalle luci notturne, toglieva il fiato per quanto era bello.

Mark si richiuse la porta alle spalle, concedendosi un istante per osservare meglio il ragazzo biondo che lo aveva seguito in camera da letto.

“Sicuro che non ti tirerai indietro” chiese in un sussurrò abbracciandolo da dietro.

“Io non mi rimangio mai la parola data” ringhiò tra i denti William.

La mano del moro scese ad accarezzare la vita sottile ma forte del compagno.

“Ottimo”

William si voltò per fissarlo in faccia.

Mark come pegno per la sua vittoria, l’aveva condotto nella sua camera da letto.

Era una situazione veramente incresciosa.

William non era mai stato con un uomo –anzi la cosa lo disgustava anche leggermente- ma aveva dato la sua parola che per quella notte avrebbe fatto tutto ciò che l’altro voleva –non si sarebbe rimangiato tutto-.

 

I corpi nudi lottarono per la supremazia –ma l’esito era già scontato, William aveva promesso, perciò fu lui ad accogliere il partner-.

Un ansito di dolore gli uscì dalle labbra.

Mark lo fissò compiaciuto, mentre stingeva i denti nel tentativo di non dare a vedere la sua sofferenza.

Il biondo si ritrovò a pensare che quella situazione era ridicola.

Si stava facendo possedere praticamente da un morto che camminava –anche se questo Mark non poteva saperlo-.

Il giorno dopo lo avrebbe ucciso –in modo molto doloroso, si ripromise-.

Il moro continuava però la sua danza, incurante di ciò che attraversava la mente del suo concupito, andando a toccare un punto che fece gemere di piacere William.

E quei pensieri di vendetta-che fino a quel momento avevano affollato la mente del killer- furono soppiantati da uno strano senso di piacere.

Al culmine dell’amplesso Mark si riversò in William, che- sorprendendo se stesso- raggiunse anch’egli l’orgasmo, bagnando i loro ventri.

 

 

Evangeline si rigirò nelle lenzuola, accorgendosi nel dormiveglia, che qualcosa era diverso.

Si guardò attorno, gli occhi ancora accecati dal sonno.

Era a casa di Steven!

Un sorriso si dipinse sul suo bel volto, quando il viso dell’uomo si fece largo tra le federe del cuscino.

“Come stai?” domandò subito pentendosi della banalità della domanda.

Evangeline gli sorrise, se possibile con maggiore intensità.

“Benissimo “ rispose raggiante… ci era riuscita, aveva coronato il suo sogno d’amore con Steven.

Il moro la fissò con sguardo innamorato e la baciò con dolcezza.

“Che idiota quel Mark… preferire un ragazzetto scialbo a te…”

La bella mulatta non replicò, crogiolandosi sotto le carezze del compagno.

Per quella volta, avrebbe taciuto la piccola bugia.

 

Quando Steven, due giorni dopo, vide entrare dalla porta a vetri dell’edificio dove lavorava, la faccia del suo –supposto- nemico, si scurì in volto.

Si fece più vicino alla sua bella collega e l’abbracciò con fare possessivo attorno alla vita.

Mark fissò con occhi furbi il movimento –evidentemente Evangeline era riuscita nel suo intento-

La ragazza, senza farsi scorgere dal partner gli strizzò l’occhio con fare goliardico, ad indicargli di tacere il loro piccolo accordo.

Mark mosse lievemente la testa in segno d’assenso, infondo non aveva più necessità della protezione di una guardia del corpo.

Infatti aprì la conversazione dicendo:

“Mia dolce Evangeline, sono qui per salutarti, io parto”

La donna lo fissò un poco accigliata, ma al contempo sollevata della notizia, proteggere un uomo come lui dalla vendetta di Agatha non sarebbe stato affatto semplice.

Perciò si limitò ad accennare con la testa al suo ufficio.

Si staccò dall’abbraccio di Steven e fece strada a Mark.

Quando il collega non poté più seguire la conversazione lei chiese:

“Preferisci rivolgerti ad un’altra agenzia?”

“No mia cara mi trasferisco…”

“Scappare non servirà a proteggerti dalle mire di vendetta della Summers”

“Tranquilla mia cara, so cavarmela… ti auguro ogni felicità” aggiunse infine strizzando guardando verso la porta chiusa, in direzione di Steven.

“Grazie” si limitò a sussurrare lei.

Poi si avvicinò e lo baciò sulla guancia.

 

Mark Arrington attraversò l’atrio spedito ed uscì nella strada trafficata.

Evangeline l’aveva baciato come se fosse giunta la sua ora.

Certo lei pensava che ormai senza alcuna protezione ben presto lo avrebbero ucciso… ed effettivamente era quello che William stava per fare la sera precedente…

 

“Ciao, pensavo che non ti avrei mai più rivisto” un bel sorriso si allargò sul volto di Mark.

Quel ragazzetto della notte prima era ritornato, ed ora si parava davanti alla porta della sua suite.

Senza attendere risposta, si scostò dalla soglia allargando il braccio e facendogli segno di accomodarsi.

William entrò senza esitazione, marciò fino al centro della stanza e poi si voltò a fissare l’uomo.

Quando Mark Arrington si giro, si trovò a specchiarsi nella fredda canna di una pistola.

“Siediti” disse semplicemente il biondo.

Mark con il cuore fermo per la paura, fece quanto gli era stato ordinato.

“Mi chiamo William Streed, sono un killer professionista al soldo della famiglia Summers”

Mark lo fissò sbalordito, boccheggiando senza parole.

Il biondo sorrise a quella faccia tanto sconvolta e poi riprese.

“Agatha mi ha incaricato di ucciderti…”

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: NonnaPapera