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Autore: Flurry    09/11/2005    9 recensioni
Questa è la storia di due persone che apparentemente hanno in comune solo l'amore per la notte e l'odio per loro stessi. Accomunati da un ideale in cui non credono, s'incontreranno per via di una delicata missione affidata loro dal Signore Oscuro, cosa nascerà dalla collisione di due anime allo sbando? La mia prima long-fic. Dedicata interamente alla bravissima persona che è Cyanide, GRAZIE!!!^^
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo, Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando sorge la luna…

                           Quando sorge la luna…                

 

 

Prologo

 

Ed eccola… Ginevra Weasley.

Se ne sta lì, immobile, adagiata su di un letto di nere lenzuola.

Il suo sguardo è spento, vuoto.

I lunghi capelli rossi le ricadono scompostamente sul volto scarno.

L’esile corpo, avvolto in una veste, anch’essa nera, si distingue a fatica dal resto del letto.

La pelle chiara crea un singolare contrasto con il colore dominante nella stanza.

È distesa sul letto e pensa che vorrebbe morire.

Pensa che sarebbe giusto porre fine a quella farsa.

Sa fin troppo bene che ciò che sta facendo non è vivere.

Sì, potrebbe definirsi morta se non fosse per il fatto che respira.

Si chiede perché non abbia il coraggio di uccidersi, di uccidere la squallida imitazione della ragazza che aveva conosciuto tanto tempo prima.

La ragazza che sorrideva sempre, che amava la vita, che sapeva trovare la forza di rialzarsi dopo una caduta.

La ragazza che si era convinta di odiare. Così come si era convinta di amare l’ideale che le aveva impresso il suo segno indelebile sull’avambraccio destro.

L’ideale che l’aveva aiutata a distruggere il suo cuore.

Pensa che non ama nessuno tranne il buio…

Pensa che è buffo… Un volta, in un’altra vita, l’odiava con tutta sé stessa.

Le impediva di vedere i colori di casa sua, le trasmetteva un senso di malinconia.

Adesso, invece, attende il suo arrivo con ansia. Di giorno, la luce, la costringe a soffrire, sbattendole crudelmente in faccia la realtà di una vita che non vuole vivere, ma che non ha la forza di abbandonare.

Così, attende impaziente l’arrivo del suo cavaliere dal manto di velluto, sa che sarà puntuale, che giungerà tutte le sere per ottenebrare ogni cosa con la sua presenza, permettendole così di sognare un po’; di immaginare qualcuno a condividere con lei lo spazio di quel letto freddo.

Sognare ad occhi aperti, di sera, è l’unica cosa che si concede… Di notte gli incubi la perseguitano, non riesce a placare il senso di colpa, mai…

Il rimorso di aver abbandonato le persone che l’amavano, il rimpianto di essersi fatta guidare dalla rabbia…

È per questo che ha tolto tutti gli specchi presenti nella stanza.

Per non vedere in faccia la persona che più odia , per paura di non riuscire a sostenere lo sguardo di un’assassina nel corpo di una ragazzina innocente…

Si è chiesta spesso come mai si sia introdotta nelle schiere di Voldemort.

La risposta che ha trovato dentro sé non è valorosa o eroica, non è una delle tante scuse che i suoi compagni si son dati.

È la verità, le verità nella sua versione più cruda.

È diventata un’assassina perché voleva dimostrare al mondo che non era debole, che aveva la forza necessaria per decidere da sola per quale ideale combattere.

Se è pentita? Sì, lo è… Non perché il braccio con cui tiene la bacchetta quando uccide ha un nero tatuaggio…No…

È pentita perché si è ritrovata sola. Sola ad affrontare la morte, la guerra, la vita…

Pensa che, se avesse accettato di farsi scudo con teorie astratte sul bene ed il male, se avesse nascosto febbrilmente gli scheletri nell’armadio, se avesse combattuto per l’ordine, avrebbe avuto qualcuno a sostenerla, ad aiutarla.

La sua famiglia… Volti sfuocati nella mente, sguardi di disprezzo corrosi dal tempo…

Sente una lacrima sfuggire ai suoi occhi verdi ed andare ad inumidirle la guancia.

Si accorge che altre, piccole, gocce luminose, hanno preso il suo esempio e adesso le vanno a finire sulle labbra.

Assapora il gusto di quelle perle, un sentore di salato si appropria della sua bocca.

Pensa che se dovrebbe dare un sapore alla sua vita, sceglierebbe proprio quello…

La sua esistenza è stata costellata da tanti momenti tristi, bagnati dalle lacrime, momenti di disperazione grande come il mare.

Le torna in mente una storia che qualcuno le ha raccontato tanto tempo prima…

Era la storia di una donna che aspettò il marito partito per la guerra, no sapendo che era morto.

La protagonista, saliva su di una rupe ed osservava il mare, alla ricerca disperata di un suo segno.

Pensa che anche lei fa un po’ cos’…Aspetta…

Non sa ancora cosa, ma è certa che è per quello che non riesce a trovare il coraggio di togliersi la vita. Per il cago presentimento, speranza, che la vita abbia ancora qualcosa in serbo per lei…

Non riesce a ricordare come finisce la storia, ma spera che la donna sia riuscita a vedere l’amato, prima di morire…

Per non morire nel dubbio, per lasciare la vita sapendo cosa si abbandona…

Questi pensieri confusi, la trasportano in un mondo a parte, la stanchezza comincia a farsi sentire, le palpebre si chiudono sulla realtà è si spalancano in un altro mondo fatto di incubi e sogni cullati dal ritmo regolare del suo respiro.

 

 

Salve a tutti!^^

Finora mi sono cimentata solo in one-shot, ma, in seguito alle esortazioni di alcune persone, mi sono decisa a scrivere una long-fic…

Che dire, spero che questo prologo vi abbia incuriosito un po’, e confido in un vostro commento a questo ed ai prossimi capitoli!

 

Un bacione!^^

   
 
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