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Autore: herms    21/10/2010    6 recensioni
Piccola one-shot Draco/Hermione, quarta classificata al number 17 contest, indetto da elyl, piperina e remvsg.
Hope you'd enjoy :D
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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What we used to be.



Hermione asciugò l'ennesima lacrima che era sfuggita al suo controllo. Fece un respiro profondo cercando di calmarsi, ma non servì a nulla.

Da quando, venti minuti prima, un gufo aveva bussato alla finestra della sua stanza nella Torre dei Grifondoro, non aveva più smesso di piangere.

Lasciò cadere il foglio sul materasso e cercò di soffocare nel cuscino i singhiozzi che le scuotevano il petto.

Le parole che aveva appena letto, facendo una fatica terribile a causa della vista appannata, continuavano a tornarle in mente, e le sembrava che il suo cuore stesse per squarciarle il petto.


Hermione, non può finire così.

Non può essere che il tempo trascorso insieme non conti più niente.

Com'è possibile che abbiamo giusto avuto il tempo di imparare a vivere ed è già troppo tardi?

Almeno per me è così. Prima di imparare a conoscerti non sapevo il vero significato della parola vivere. Non provavo niente, non mi interessavo di niente e di nessuno, e ora guardami! Tutte le volte che ti vedo mi sembra di svegliarmi da un coma durato tutti i 17 anni della mia vita, non mi sono mai sentito così.

Io non sono così. Io sono un Malfoy per la miseria! Niente mi ha mai scalfito, ma in questo momento sento come se qualcosa stesse per squarciarmi il petto. E sai perché? Perché da quando tutti sono tornati mi eviti. Lo so, ho sbagliato, non avrei dovuto comportarmi così. Ero confuso, non sapevo come agire. Sembra una scusa patetica ma è la verità.

Per favore almeno parlami. Se non vuoi più avere a che fare così devi dirmelo per lo meno! Ma non pensare che mi arrenderò.

Mi ci sono voluti 17 anni per aprire gli occhi e vederci chiaramente. Non ho intenzione di lasciarti andare così.

Combatterò fino all'ultimo respiro per riaverti. Sarai sempre e solo MIA.


D.M.


Come poteva farle quello? Non era bastato come l'aveva trattata davanti ai suoi amici?

Era stato terribile.


Era la prima lezione dopo le vacanze di natale. Hermione era appena entrata nell'aula di Trasfigurazioni e aveva individuato l'unica persona che aveva voglia di vedere in quel momento.

Lui era lì, bello come un dio, in mezzo a quelle serpi dei suoi amici, ma a lei non importava. Si era diretta verso il suo banco, fiduciosa, tentando di ignorare gli sguardi indagatori dei Serpeverde e si era fermato accanto a lui e Zabini. Blaise le aveva fatto l'occhiolino dopo essersi assicurato che nessuno lo potesse vedere, e lei si era sentita subito sollevata, lui sapeva, e non era contro la loro storia.

- Ciao – aveva cominciato allegra la ragazza.

- 'Giorno Granger – aveva risposto Blaise, allegro come sempre, ma da Draco nessuna risposta.

- Tutto a posto? - aveva continuato curiosa rivolta al suo ragazzo.

- Sì, Granger. -. Il tono glaciale era stata una pugnalata per lei. Quello lo stesso che aveva prima che tutto fosse cominciato, lo stesso con cui l'aveva insultata per anni.

Si voltò verso Blaise, spiazzata, e vide i suoi occhi blu indurirsi mentre fissava con rimprovero l'amico. Non poteva essere vero. Si mise di fronte al biondo, e lo obbligò a incrociare il suo sguardo. Non l'avesse mai fatto. Una seconda pugnalata la colpì, più dolorosa e profonda della prima. I suoi occhi erano duri e indifferenti, la guardavano quasi senza riconoscerla, sembrava che col suo disinteresse le passasse attraverso.

Come se quella situazione non fosse abbastanza, gli altri Serpeverde li raggiunsero e cominciarono a provocarla, prima fra tutti la Parkinson.

- Cerchi di elemosinare qualche attenzione, Mezzosangue?-

- Sei talmente disperata?-

- I tuoi amici non ti vogliono più?-

- Persino Lenticchia non ti sopporta più?-


Dolore, rabbia, umiliazione, frustrazione. Tutto si fondeva dentro di lei, finché non sentì più niente. Le voci divennero un ronzio di sottofondo, le sensazioni nulle.

Si girò e come un automa uscì dalla classe, a malapena si accorse che Blaise fulminava il suo migliore amico con lo sguardo.



Le lacrime continuavano a scorrere, imperterrite, sulle sue guance. Perché doveva provare tutto un'altra volta? Una sola non era stata abbastanza? Com'era possibile che una storia cominciata come un sogno fosse diventata un incubo? Perché effettivamente tutto era cominciato in modo strano e per un po' di tempo era stata felice, veramente.

Ricordava bene quel giorno. Quel giorno che si prospettava come il più sfortunato della sua vita. Quel venerdì 17 Dicembre.



Oh merda,merda, merda! - pensava Hermione correndo fuori dal Dormitorio femminile.

Non solo si era svegliata tardi e non aveva potuto fare colazione, ma in più, mentre preparava la borsa, la sua boccetta d'inchiostro si era rovesciata tutta, finendo per intero sulla sua gonna pulita.

Il risultato era stato un repentino cambio d'abito e una ricerca disperata di un'altra boccetta.

Fece tutta la strada verso i sotterranei di corsa, ma ovviamente non fu abbastanza veloce.

- Ritardo signorina Granger. 5 punti in meno a Grifondoro. - esordì Piton sorridente.

Che pessimo inizio di giornata. E perché Piton doveva fare di tutto per rendersi insopportabile? Magari non sarebbe nemmeno stato così male, se solo.... d'accordo stava impazzendo. Che la sfortuna rendesse pazzi? Difficile.

- Signorina Granger, ritiene di essere troppo brava per seguire le mie spiegazioni? Perfetto altri 5 punti in meno a Grifondoro. E non provi a ribattere Potter o i punti da 5 diventeranno 50. - concluse Piton guardano soddisfatto un Harry che dava l'impressione di essere sul punto di saltargli al collo.

Sentì delle risate di scherno provenire dai Serpeverde e si voltò nella loro direzione con sguardo assassino.

Hermione Granger non fa mai perdere dei punti alla sua Casa, e tanto meno si fa rimproverare... si ripeté mentalmente.

In più non bastava il danno, ma anche la beffa?! Era inaccettabile..

Le Serpi ridevano apertamente, tanto Piton non li avrebbe mai rimproverati, anche se la ragazza, con sua grande sorpresa, notò che due di loro non ridevano minimamente, ma che anzi guardavano il professore con aria scettica.

- Com'è che Malfoy e Zabini non ridono? - bisbigliò Ron, che stranamente aveva notato il loro strano comportamento.

Lei scosse le spalle. Aveva problemi più importanti in quel momento. Ad esempio non far perdere 50 punti alla sua Casa.


Il resto della lezione passò velocemente, dato che fortunatamente Piton aveva deciso di ignorare lei, Harry e Ron.

Ma la parte che inizialmente aveva considerato come la peggiore della giornata, era stata alla fine della lezione di Trasfigurazioni.

Stava riponendo i libri in borsa, mentre i suoi migliori amici la incitavano a fare più in fretta.

- Dai Mione muoviti! Se finiscono il pollo mi arrabbio da morire! - si stava lamentando Ron.

- Andate avanti Ronald, vi raggiungo a tavola.- rispose, stufa marcia delle solite scene.

- Sicura Herm? Possiamo benissimo aspettarti – le disse gentile il moro.

- Andate pure, Harry, non ti preoccupare, devo anche passare un attimo in camera.-

I due stavano appunto uscendo, quando sentì la Professoressa Mc Granitt che la chiamava.

- Signorina Granger, posso rubarle un minuto? -.

Tipica domanda retorica. Come se avesse potuto dirle di no.

- Certo professoressa. Cosa posso fare per lei?- domandò educatamente.

- Desideravo chiederti un favore. Nelle ultime settimane uno dei tuoi compagni è stato male, ed è rimasto terribilmente indietro col programma. È un ragazzo sveglio, e anche se so che non siete mai andati d'accordo, conto sul fatto che grazie alla vostra maturità, riuscirete a lavorare insieme, finché non si rimetterà alla pari.-

- D'accordo. Potrei sapere di chi stiamo parlando? -

- Di me Granger -

Conosceva quella voce. Apparteneva a quel ragazzo che per anni si era divertito a umiliarla ed insultarla.

Non poteva in alcun modo essere vero.

- Malfoy? - chiese scioccata, girandosi verso il fondo della classe, dove il ragazzo stava seduto tranquillamente.

- Già. Non ti preoccupare, non ti starò tanto trai piedi, ho solo bisogno di qualcuno che abbia seguito decentemente le ultime lezioni.-

Hermione trasse un respiro profondo, come per farsi coraggio.

- D'accordo. Ma se non ti impegni seriamente puoi scordarti il mio aiuto.- rispose dura.

- Sono certa che il signor Malfoy non la deluderà, signorina Granger. Ora vi conviene andare a pranzo. Buona giornata. - li aveva liquidati la professoressa.



Da quel giorno aveva cominciato a incontrarsi ogni pomeriggio, e la convivenza non era andata male, anzi.

Aveva scoperto un nuovo lato di Malfoy, educato e gentile, e ne aveva approfittato per chiedergli anche qualche delucidazione in pozioni, e aveva capito che meritava di essere il miglior pozionista della scuola, la simpatia di Piton non c'entrava nulla.

Avevano continuato a vedersi per studiare fino all'inizio delle vacanze di Natale, fino al giorno prima del Ballo.

Lei si era ritrovata senza cavaliere, ma sopratutto a sperare che lui la invitasse. Ma non era successo.

Si era presentata alla festa da sola, declinando alcuni inviti, ma come sempre accompagnata da Harry con Ginny, e Ron con Lavanda.


Varcarono la soglia della Sala Grande tutti e cinque assieme, e in quel preciso istante gli occhi di Hermione individuarono Draco.

Lui era seduto sui divanetti che erano stati posti in fondo alla Sala, e stava chiacchierando tranquillamente con Blaise e Daphne. Era bello come un dio, e sopratutto solo.

Che fosse venuto senza compagna? Non era possibile.

E infatti un attimo dopo, arrivò la Parkinson stretta in un orribile vestito nero che doveva essere almeno di una taglia più piccolo rispetto alla sua, da come la stringeva.

L'oca si gettò addosso a Malfoy, arpionandogli il braccio.

Gli occhi di Hermione si riempirono di lacrime, subito seguite da una fitta allo stomaco, quando il ragazzo si voltò verso di lei.

- Ragazzi esco un attimo in cortile, ci vediamo dopo – disse ai suoi amici, senza nemmeno guardarli.

- Herm, che cosa... - cominciò Harry, che però fu fermato dalla sua ragazza.

- Lasciala andare, tornerà quando se la sentirà – gli bisbigliò all'orecchio Ginny, che aveva seguito lo sguardo dell'amica fin da quando erano entrati nella Sala. E come sempre aveva capito tutto.


Hermione si sedette sulle scale del Castello guardando le stelle che si riflettevano nel Lago Nero e i prati di Hogwarts ormai innevati.

Tremava. Aveva indosso un abito lungo verde, ma non era abbastanza per le gelide temperature di Dicembre. Ma non le importava.

- Prenderai freddo Granger a stare qua fuori – esordì una voce dietro di lei.

- Sto bene - ribatte testarda.

- Non è vero, stai tremando. Ecco, prendi – continuò Draco appoggiandole la giacca sulle spalle e sedendosi accanto a lei.

- Grazie – disse lei stringendosi nell'indumento e inspirando a pieni polmoni il suo profumo.

- Cosa fai qua fuori?-

- Penso -

- A che cosa?-

- A quanto vorrei essere diversa – rispose lei, sincera.

- Perché dovresti? Sei perfetta così.- ribatté lui.

- Hermione lo guardò stupita. Aveva veramente detto...

- Sei coraggiosa, intelligente, determinata e anche bellissima. Cosa vorresti di più? - continuò lui, avvicinandosi al mio viso.

- Sarà, ma il ragazzo che mi interessa ha preferito portare al Ballo un'oca presuntuosa, non me.- rispose stordita dalla loro vicinanza.

- Sai, credo che quell'oca si stata appena scaricata in mezzo alla Sala Grande...-

- Davvero? - chiese lei ridacchiando.

- Davvero. -

- E come mai? -

- Perché al suo cavaliere interessava una Grifondoro coraggiosa, intelligente, determinata e bellissima.- bisbigliò lui, ormai a un soffio dalle sue labbra.

- Ah sì? -

- Oh, sì – rispose baciandola dolcemente.




Nuove lacrime scesero dai suoi occhi a quel ricordo.

Avevano passato entrambi le vacanze al Castello, ed erano stati sempre insieme.

Avevano potuto passeggiare tranquilli nei corridoi mano nella mano, tanto non c'era praticamente nessuno ad Hogwarts, persino Harry era andato alla Tana, con Ron e Ginny.

Ma dalla fine delle vacanze era cambiato tutto. Tutto era diverso.


- Non piangere per un'idiota che non ti merita – disse una voce roca proveniente dalla finestra.

Lei si girò di scatto, fissando allibita il ragazzo biondo che faceva capolino dalla sua finestra, ancora aperta dall'arrivo del gufo.

- Cosa vuoi Malfoy? - ringhiò, gli occhi ridotti a una fessura.

- Sono stato un coglione. Non volevo trattarti così, non volevo che stessi male per colpa mia. - le disse con aria realmente dispiaciuta.

- Eppure eccoci qui. Io sto male, ed è colpa tua – commentò sincera. - ma cosa ci fai nella mia stanza? Pensavo che non volessi farti vedere con me -

- All'inizio era così, ma poi ho capito che era stupido comportarmi così. E sono qui per dimostrartelo. -.

Balzò giù dalla scopa, entrando nella stanza, e la prese per mano.

Ignorando le sue proteste la trascinò giù per le scale e si fermò solo una volta che furono in mezzo alla Sala Comune, sotto gli sguardi allibiti dei Grifondoro.

- Sono stato un coglione, e voglio stare con te – disse.

E senza riflettere, senza averlo premeditato, senza preoccuparsi del fatto che cinquanta persone li stessero guardando, Draco la baciò.

Dopo parecchi lunghi istanti... o forse mezz'ora... o forse parecchi giorni di sole... si separarono.

Hermione non era mai stata più felice.


FINE :D

Come noterete l'ultimo pezzo è una citazione dal sesto libro, non sono riuscita a resistere :D
Spero vi sia piaciuta!!

Herms, <3

   
 
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