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Autore: Maggie_Lullaby    22/10/2010    5 recensioni
Appoggiò la testa sulle ginocchia, trattenendo a stento le lacrime.
Le mancava, quanto era vero che l'amore esisteva le mancava. Come l'aria. Non sentirlo più suo era come non avere più ossigeno. Come se insieme alla fine della loro storia fosse finita una parte di lei.
Ciò che più la faceva piangere, star male, era che era stata lei a dare un taglio a quella relazione.
Lei che aveva detto “ora basta”.
Dedicata a Julie <3
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Giulia.'
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Back to December.

I'm so glad you made time to see me.
How's life, tell me how's your family?
I haven't seen them in a while.
You've been good, busier then ever.
We small talk, work and the weather
Your guard is up and I know why.
Cause the last time you saw me
Is still burned in the back of your mind.
You gave me roses and I left them there to die.


Giulia guardò fuori dalla finestra i soffici fiocchi di neve che cadevano, creando un soffice manto nevoso sul giardino di casa e tingendo di bianco l'intera città.

Sospirò, scostandosi una piccola ciocca di capelli sfuggita dalla coda che si era fatta dietro alla testa, mentre una lacrima solitaria le rigava la guancia.

La asciugò con il dorso della mano, tirando su col naso.

Era seduta su suo letto da ore, infilata in una maglietta quattro grande più grande, a cercare di non piangere le ennesime lacrime solitarie che l'avrebbero ferita come pugnali.

Si costrinse a cercare di non pensare a lui ma di godersi il paesaggio, di dimenticare che era il sedici Dicembre e che sarebbe stato l'anniversario del loro primo anno insieme.


So this is me swallowing my pride,
Standing in front of you
saying I'm sorry for that night,
And I go back to December all the time.
Turns out freedom ain't nothing but missing you,
Wishing that I realized what I had when you were mine.
I go back to December, turn around and make it all right.
I go back to December all the time.


«Dannazione, Joseph, fa' freddo, voglio tornare a casa, che diavolo ci facciamo qui?», sbottò Julie, incrociando le braccia al petto, irritata.

Il ventunenne le rivolse un'occhiata piena di rancore represso e allo stesso divertimento. Vederla arrabbiarsi era una delle cose più belle a cui avesse mai assistito.

New York era gelata, completamente innevata ed erano poche le macchine che riuscivano ancora a circolare per le strade. Per la prima volta la Grande Mela era quasi silenziosa.

«Ma dai, a casa cosa vuoi fare?», domandò, inarcando un sopracciglio.

«Oh, beh», commentò la sedicenne, guardandosi in giro con finta aria confusa come se ci stesse pensando. «Prima di tutto direi non morire assiderata, poi mi farei una cioccolata calda, un bagno mentre ascolto l'iPod e...».

«Puah. Che cosa banali. Io invece ti sto portando a Central Park, vuoi mettere?», sbottò Joe, spingendola avanti con le mani.

«Sì, certo. Come mai siamo solo noi qui, oggi, Joseph? Perché i tuoi fratelli sono intelligenti e non vogliono prendersi un malanno!», si infiammò Giulia.

«No, è che Kevin ha promesso di passare la giornata con Danielle e Nick ha un concerto tra due sere e se perde la voce papà lo ammazza, insieme a tutte le fan», spiegò con la faccia più intelligente che riuscisse a fare.

La mora sedicenne aprì la bocca, esterrefatta, aprendo la bocca.

«Tu. Sei. Incredibile», mormorò.

Joe rise, e mentre rideva lei arrossì. Quel ragazzo era l'unico che la rendesse così.

Lui le offrì il braccio e lei si mise a braccetto, camminando di malavoglia nella neve alta mentre tremava dal freddo.

Dopo qualche minuto Joe si voltò verso la ragazza e, con fermezza ma allo stesso tempo una dolcezza quasi estenuante, la spinse contro il muro di un edificio.

Mentre sul viso di July si dipingeva un'espressione di totale sorpresa e confusione lui sorrise a pochi millimetri dalla bocca.

«Sei bellissima», mormorò semplicemente, prima di lasciarla andare e prenderla per mano, permettendole di appoggiare la testa sulla sua spalla.


These days I haven't been sleeping
Staying up playing back myself leaving,
When your birthday passed and I didn't call.
And I think about summer, all the beautiful times
I watched you laughing from the passenger side
Realized that I loved you in the fall.
Then the cold came, the dark days
when fear crept into my mind.
You gave me all your love
and all I gave you was goodbye.


Appoggiò la testa sulle ginocchia, trattenendo a stento le lacrime.

Le mancava, quanto era vero che l'amore esisteva le mancava. Come l'aria. Non sentirlo più suo era come non avere più ossigeno. Come se insieme alla fine della loro storia fosse finita una parte di lei.

Ciò che più la faceva piangere, star male, era che era stata lei a dare un taglio a quella relazione.

Lei che aveva detto “ora basta”.


So this is me swallowing my pride, Standing in front of you
saying I'm sorry for that night.
And I go back to December all the time.
Turns out freedom ain't nothing but missing you,
Wishing that I realized what I had when you were mine.
I go back to December, turn around and change my own mind.
I go back to December all the time


«Joe, io non so guidare una barca», mormorò Giulia mentre il suo ragazzo le poggiava le mani sul timone della barca a vela che aveva comprato un mesetto prima.

«Non è poi così complicato», spiegò lui, devi semplicemente non andare a schiantarti contro quella scogliera e per il resto è facilissimo.»

«Vedila così», si intromise Nick, poggiando una mano sulla spalla del fratello mezzano e l'altra su quella della ragazza. «Addirittura Joe è riuscito a non distruggerla.»

Julie rise mentre Joe guardava Nicholas di traverso.

«Questo mi consola, in effetti», ridacchiò la ragazza. «Okay, andiamo».

Joe mise in moto la barca e qualche attimo dopo Julie sentì il vento frustarle i capelli sul viso. Il suo ragazzo tentò di metterglieli in ordine dietro alle orecchie.

«Un po' più a destra...», le spiegò, sussurrandole in un orecchio, mentre Nick aveva raggiunto Danielle e Kevin, appoggiati alla ringhiera, che si tenevano per mano sorridendo, l'uno completamente preso dall'altra.

Giulia ubbidì e virò lievemente, mentre le braccia di Joe le cingevano dolcemente la vita e le sue labbra morbide le baciavano il collo.

«Buon sei-mesiversario», sussurrò nel suo orecchio, mentre la ragazza rabbrividiva.

«Lo sai cosa ne penso», ribatté la sedicenne. «Il tempo è relativo».

«Questo spiega molte cose», sussurrò flebile Joe, tant'è che Julie si chiese se stesse parlando con lei o tra se e se.

Non lo seppe mai.


I miss your tan skin, your sweet smile,
so good to me, so right,
And how you held me in your arms that September night,
The first time you ever saw me cry.
Maybe this is wishful thinking,
Probably mindless dreaming
If we loved again I swear I'd love you right.


Un pomeriggio come molti altri, ma in qualche verso era stato il migliore della sua vita sin ora.

Era un sedici Giugno. Solo sei mesi prima. Le pareva incredibile: il tempo passato con Joe pareva scorrere velocemente, troppo, mentre senza... non passava mai.

Cercò, fuori dalla finestra, un segno di lui, come se sperasse che lui comparisse all'improvviso per lei.

«Smettila», ordinò a sé stessa, la voce gracchiante per il pianto. «Smettila, fallo per te stessa, July, è finita. L'hai voluta chiudere? Ecco la punizione».

Un'ultima occhiata alla neve, solo una, per accertarsene.

«Non verrà. Perché dovrebbe. Lui non verrà».


«Ehi, amore», sorrise Joe, chinandosi su Julie per baciarla. Lei si scostò lievemente, abbassando il capo, mordendosi il labbro inferiore con forza, facendolo quasi sanguinare.

Il ragazzo inarcò un sopracciglio, confuso e si sedette sulla sedia davanti a Julie, cercando la sua mano inutilmente.

«È successo qualcosa, amore?», domandò preoccupato, pensando improvvisamente a un lutto in famiglia o un dispiacere in amicizia.

Julie annuì e alzò il capo, sperando con tutta sé stessa che gli occhi non fossero umidi.

Joe rabbrividì a quell'occhiata piena di sofferenza, mentre una scossa, come d'avvertimento, gli percorreva la schiena.

«Giulia...».

«Joseph, devo dirti una cosa. Per favore non interrompermi e parla solo quando avrò finito, okay?», chiese, facendo un gran respiro prima di continuare.

«Questi ultimi mesi con te sono stati i più belli della mia vita, non ho mai pensato di poter raggiungere una simile vetta di felicità, te lo giuro. Sei la cosa migliore che mi sia mai accaduta. Ma non ce la faccio più a fare questo stile di vita, con i paparazzi che mi seguono d'ovunque anche quando non ci sei tu. Odio il fatto che i miei amici non vogliano più uscire con me in giro perché i giornalisti ci seguono ovunque. Odio il fatto che non posso abbracciare il mio migliore amico senza che la gente pensi che ti stia tradendo e che il nostro abbraccio finisca in prima pagina. Odio dover litigare con te sui paparazzi. Non ce la faccio più.»

Parlò senza interrompersi mai, trattenendo a stento i singhiozzi.

Joe non mosse un muscolo.

«Joe...?», chiese lei, dopo un minuto di totale silenzio.

«Ma io ti amo», mormorò lui. «Ti amo davvero».

Julie fece un sorriso triste.

«Ti amo anch'io, ma a volte l'amore non basta».

Quell'ultima frase, per quanto vera, l'avrebbe tormentata per intere notti per mesi.

La ragazza si alzò, abbassando il capo per baciargli i capelli.

«Ciao, Joe», sussurrò, prima di andarsene e non voltarsi mai.


I'd go back in time and change it but I can't
So if the chain is on your door, I understand.


Si lasciò cadere indietro sul materasso, le casse dell'iPod che vibravano al suono della lenta melodia di Forgive Me, degli Evanscene.

Joe amava tanto quella canzone...

July chiuse gli occhi, appoggiandosi le mani sul viso, strofinandosi gli occhi scuri lasciando una traccia di mascara lungo una guancia.

Come poteva mancarle una persona in quella maniera? Com'era possibile? Non aveva mai – mai – provato simili sensazioni nei confronti di un ragazzo, nemmeno con quello che più l'aveva presa prima di Joe.

Ma Joseph era... speciale. Solo lui sapeva mancare in quella maniera.

E faceva male da morire.

«July, amore, stai bene?», chiese sua madre, picchiettando con un dito sulla superficie in legno della porta della camera della stanza della figlia.

«Sì», mentì lei, gracchiando. «Vorrei stare un po' da sola, per favore...».

«Giulia, tesoro, sei sicura?».

«Ah-ah», continuò la sedicenne. «Sono solo stanca, vorrei dormire.»

«Okay», tentennò Annamaria, perfettamente consapevole che la figlia le stava mentendo. «Ti chiamo per cena.»

July si risparmiò la fatica di dirle che non aveva fame e che non avrebbe cenato. Di nuovo.

Sospirò un'ultima volta prima di addormentarsi.


But this is me swallowing my pride, Standing in front of you
saying I'm sorry for that night,
And I go back to December.


Fu svegliata da una mano fredda che le accarezzava dolcemente il viso.

Fece un piccolo sospiro, ancora ad occhi chiusi: era sua madre, sicuramente. Non aveva voglia di parlarle quindi rimase ad occhi chiusi, fingendo di dormire ancora.

La mano non si fermava. Poi la persona a cui apparteneva sospirò e con quel verso si espanse anche del profumo che raggiunse il naso della ragazza.

E insieme a quell'odore... centinaia di ricordi di sei mesi di relazione, di serate sulla spiaggia, di passeggiate a cavallo.

Joe.

Aprì gli occhi di scatto e lo vide. Era lui, esattamente come lo ricordava se non ancora più bello, con quegli occhi castani e quel sorrisetto un po' arrogante che amava.

Era il suo Joe.

Si fissarono per dei minuti che parvero interminabili.

«Ciao.», mormorò infine lui, senza interrompere il contatto visivo.

«Ciao.», fece lei, a bassa voce.

Joe alzò le braccia, lasciandole poi di nuovo cadere lungo i fianchi.

«Sono tornato.», disse.

Giulia annuì, mentre il suo cuore triplicava i battiti.

«Lo vedo.»

Joe inarcò un sopracciglio, timoroso.

«Posso restare?».

Non erano persone che si perdevano in lunghi, discorsi, erano quel tipo che vanno dritte al punto.

July lo fissò. Ricordò le ragioni per cui l'aveva lasciato... e si rese improvvisamente conto che non gliene fregava niente.

Annuì, mentre un sorriso sincero – il primo dopo mesi -, le si apriva sulle labbra rosee.

Il ventunenne ricambiò, guardando il soffitto per qualche secondo come se lo stesse ringraziando.

Intrecciò le dita della mano con le sue, così come dovevano stare.

«Buon anniversario», mormorò flebilmente, troppo emozionato per dire altro.

Giulia appoggiò la testa sulla sua spalla.

«Buon anniversario anche a te».

L'unica cosa che sentì per tutta la notte furono le labbra di Joe che calcavano sulle sue.


Turns out freedom aint nothing but missing you,
Wishing that I realized what I had when you were mine.
I'd go back to December turn around and make it alright.
I'd go back to December turn around and change my own mind.
I go back to December all the time.
All the time

(Back to December; Taylor Swift)


{The End}


Due shot in due giorni? Ebbene sì! *-*

Joe mi ispira e quindi ho scritto queste due os per due ragazze speciali, la prima per la mia Diletta (♥) e quest'altra per Julie (♥).

Spero vi piacciano. :D

Come ho già detto questa fic è dedicata tuuutta a Giulia *.* Ti voglio bene, tesoro mio.

  
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