Fanfic su attori > Robert Pattinson
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Autore: Giulls    22/10/2010    5 recensioni
Michelle Waldorf è all'apparenza una ragazza normale: ha 18 anni, vive con la madre a Los Angeles, sta per diplomarsi ed è il capitano della squadra di pallavolo della scuola. Eppure la sua vita viene presto sconvolta da due avvenimenti: il fantasma del suo passato e lui, il suo nuovo vicino di casa. Robert Pattinson.
< Ti va di ricominciare? > propose porgendomi la mano, < ciao, mi chiamo Robert Pattinson >
< Piacere, Michelle Waldorf >
< Waldorf? > ripeté sgranando gli occhi, < come Blair Waldorf in Gossip Girl? Cavolo, puoi farmi un autografo? Non capita tutti i giorni di conoscere una ragazza che faccia di cognome Waldorf >
< Va bene, ma tu devi promettermi di mordermi sul collo > risposi a tono e entrambi incominciammo a ridere.
[...]
< Io avrei ancora un paio di scatoloni da sistemare… okay, più di un paio e avrei bisogno di qualche buon'anima che mi dia una mano. Ti andrebbe? >
< Certo, perché no? > risposi alzandomi in piedi, < ma mi offri la colazione >
< Va bene, > asserì, posando una banconota da dieci dollari sul tavolo, < andiamo? >
< Andiamo > dissi mente prendevo la mia borsa e uscii dal bar insieme a Robert. Chissà, questo potrebbe essere l'inizio di una nuova amicizia.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Confessioni

< Facciamo qualcosa questa sera? > domandai dopo aver incontrato Jenny una volta uscita da spagnolo.
< Io sono a cena con Walter e i suoi. È il compleanno di sua nonna. Mi dispiace > ribatté guardandomi dispiaciuta.
< Okay, tranquilla > risposi sorridendole.
< Perché non chiedi di uscire a Robert? >
< Si vede con Kristen stasera >
< Le Clovers? >
< Uscita di gruppo con i morosi… >
< Oh, ora mi sento veramente in colpa. Mi dispiace che tu debba passare il venerdì sera a casa da sola… >
< Jenny, smettila! Non resterò in casa, qualcuno per uscire lo troverò… >
< Va bene…ma mi concedi almeno il fatto che mi dispiace sapere che lui debba uscire con lei e non con te >
< Alt! > ribattei alzando una mano davanti alla sua faccia < non mi interessa niente. Lui può fare quello che gli pare, è sua la vita! Io stasera uscirò, mi divertirò come una matta e non penserò nemmeno a…come si chiama, già? Ronaldo, Rodolfo, Rupert… >. Guardai la mia amica e la vidi inarcare le sopracciglia. < …okay, Robert… >
Distolse lo sguardo da me e immediatamente la vidi sorridere; così mi voltai verso dove era rivolto il suo sguardo e vidi Walter. Lo salutai con la mano e feci cenno alla mia amica di raggiungerlo. Dopotutto non volevo impedirle di vedere Walter.
Prima di entrare in macchina, però, li sbirciai mentre si baciavano: erano davvero una delle coppie più belle che potessero esistere sulla faccia della terra ed ero così felice che stessero insieme, che Jenny avesse trovato qualcuno alla sua altezza. Perché Jenny doveva avere solo il meglio.
Distolsi lo sguardo dai due piccioncini ed entrai in macchina. Ma ancora prima di poter mettere le mani sul volante, il mio cellulare cominciò a squillare, segno che era arrivato un messaggio. Ed era di Robert. “
Questa sera non ho impegni, se non hai niente di meglio da fare ti va di vederci? Rob.
Il cavaliere dall'armatura scintillante aveva salvato la giovane donzella da un venerdì sera chiuso in casa.

A stasera.” scrissi brevemente in risposta e gli inviai il messaggio.


< Va bene, cosa vogliamo fare? > domandai una volta seduta sul suo divano.
< Non lo so > ribatté, sedendosi accanto a me < Vogliamo vederci un po' di televisione? > propose pochi secondi dopo e prese il telecomando in mano < Oh, bello questo! > esclamò mentre alzava il volume.
Mi voltai a guardarlo, scioccata.
< Vuoi vedere un documentario sui gufi? >
< I gufi sono belli >
< Robert…è venerdì sera e io domani non ho scuola…mi hai chiesto di fare qualcosa insieme, ti prego…non farmi vedere un documentario. Usciamo >
< Non mi va >
< Coraggio! Ti porterò in un bel posto, te lo prometto >
< E se venissi riconosciuto? Ti scongiuro, non mi va questa sera di fermarmi ogni cinque minuti. Sono stanco >
Sbuffai e mi appoggiai al divano.
< Sei noioso. Senza offesa, ma non ti troverai mai una ragazza se continui ad andare avanti così >
< Poco male. Una ragazza in questo momento è l'unica cosa che non voglio >
Scossi la testa e tornai a concentrarmi sul documentario, ma mezz'ora dopo ne avevo le scatole piene e così mi alzai.
< Va bene, io me ne vado >
< Ma no, resta, ti prego. Okay, vediamo quello che vuoi tu >
< No, non è per questo. Senza offesa, ma se fossi voluta restare a casa, sarei potuta restare nella mia. Ho bisogno di respirare un po' d'aria, di andare in giro > gli dissi e mi avvicinai a lui per baciargli la guancia < ci vediamo domani >
Mi guardò con un'espressione che mi sembrava fosse ferita.
< Sei arrabbiata con me? >
< Non essere sciocco. Ho solo bisogno e voglia di uscire >
Presi la borsa da sopra il tavolino e mi allontanai.
< Hey, hey, hey, aspetta! > esclamò afferrandomi per il braccio e quando mi voltai mi trovai praticamente appoggiata al suo petto.
< Sì? > domandai imbarazzata.
Mise due dita sotto il mento e mi costrinse a guardarlo negli occhi.
< Promettimi solo che non verrò riconosciuto >
Gli sorrisi dolcemente e gli accarezzai una guancia.
< Te lo prometto >
Sorrise e mi baciò la fronte. Da quando in qua eravamo diventati così intimi?
< E allora dammi cinque minuti, piccola Mitchie >
Salì in al piano di sopra in fretta e furia e quando ritornò uscimmo di casa.
< Perché non possiamo andare con la mia? > chiese quando ci avvicinammo alla mia macchina.
< Perché tu non sai dove è questo posto >
< Potresti dirmelo tu >
< Spiacente, non posso. È una sorpresa >
Rise con una risata talmente tanto cristallina da scaldarmi il cuore e da farmi venire una voglia matta di voltarmi e baciarlo.
< Va bene, voglio fidarmi >
< Rob? > domandai poco dopo.
< Uhm? > rispose con gli occhi chiusi.
< Ma stai dormendo? > ripresi con una risata.
< No, riposo gli occhi >
Scossi la testa divertita e gli diedi una manata sulla gamba.
< Sveglia! > urlai.
< Ma sei scema? > ribatté di scatto e il suo gesto mi fece ridere ancora di più.
< Senti, hai portato dei soldi dietro? >
< Sì, perché? >
< Perfetto, questa sera offri tu >
< Oh, che ragazzo fortunato che sono! > ribatté, sarcastico.
< Sì, lo sei. Sai quanta gente pagherebbe per uscire con me? >
< Sei molto…come dire, modesta > rispose mentre cambiava stazione radio < Mitchie? >
< Dimmi? >
< Senti, c'è una cosa che volevo dirti. Io… >
< Tu? > domandai quando si bloccò.
< No, niente di importante. Fai finta che non abbia detto niente >
< No, dimmelo >
< No, lascia stare. Manca molto? >
Feci di no con la testa, misi la freccia a sinistra e poi svoltai, guidando per altri dieci minuti.
< Eccoci, siamo arrivati >
Spensi la macchina e mi voltai verso di lui, sorridendo.
< Mi hai portato in un luna park? >
Aprii lo sportello e scesi.
< Esatto >
< Ma qui mi riconosceranno >
Gli feci segno di seguirmi fino al bagagliaio.
< Ed è qui che ti sbagli, amico! > dissi tirando fuori una barba finta e gliela consegnai < c'è qualche problema? > chiesi quando mi guardò torvo.
< Michelle, è la barba che danno con il costume di Babbo Natale >
< E allora? > continuai innocentemente.
< Se la indosso darò ancora di più nell'occhio >
< Non se indossi questo > ribattei consegnandogli il costume da Babbo Natale.
< Sii seria >
< Un passamontagna nero? >
< Questo lo chiami essere seri? >
Risi e gli passai una berretta di lanina, nera.
< Può andare? >
< Sì, grazie > disse sorridendo e lo indossò < e ora? >
Presi una sciarpa dello stesso colore e gliela porsi.
< La vuoi? >
< Mitchie, sarei perso senza di te > rispose, indossandola.
< Sì, lo so >
Lo presi a braccetto e ci incamminammo verso il luna park, e da bravo cavaliere mi offrii l'entrata.
< Da dove vogliamo cominciare? >
Mi guardai attorno, fino a che il mio sguardo non si posò sulla meraviglia delle meraviglie.
< Lì! > esclamai, indicando le montagne russe.
< Okay, andata >. Si mise le mani in tasca e incominciò a camminare. < Salve > disse richiamando l'attenzione del giostraio.
< Salve. Due? >
< Sì >
< Otto dollari e cinquanta >
Tirai fuori il portafogli, ma la sua mano mi bloccò.
< Cosa vuoi fare? >
< Pagare la mia parte >
< No, offro io >
< Ma… >
< Smettila > ribatté e vidi le sue gote alzarsi. Stava sorridendo e immaginai di vedere interamente il suo sorriso. Che sapesse che non sapevo resistergli quando mi sorrideva così?
< Grazie >. Prendemmo i biglietti e ci mettemmo in fila, aspettando dieci minuti prima di riuscire a salire sull'attrazione. < Rob? Posso confessarti una cosa? >
< Certo >
< Ho appena avuto una visione della nostra terribile morte >
< Sei inutile come veggente. Almeno in Final Destination la protagonista aveva avuto le visioni prima che partisse la giostra. Ormai è tardi >
< Cavolo! > esclamai, ridendo. Strinsi la mano sul bracciolo dell'imbragatura e quando raggiungemmo la fine della salita lanciai un urlo divertito: adoravo quella giostra, ogni anno mi regalava due minuti e mezzo di pura adrenalina. < È stato bellissimo! > esclamai, una volta che la giostra si era fermata < lo rifacciamo? >
< Hai vista quanta gente c'è? > domandò indicando la folla.
Feci una smorfia di disappunto.
< Okay, allora niente. Ma prima di andare via pretendo di farne un altro >
< Ai suoi ordini, madame >
Scendemmo dalle montagne russe e poi ci guardammo attorno.
< Vuoi bere qualcosa? > domandai indicando il bar.
< Sì, certo >
Prendemmo entrambi una birra e poi lo ripresi a braccetto, cominciando a camminare senza una meta precisa, sperando che qualche giostra ci ispirasse.
< Michelle! > sentii esclamare da dietro di me.
Mi voltai e vidi che Richard, il mio compagno di banco di biologia e ragazzo per cui avevo avuto una cotta segreta durante il primo anno di liceo, stava camminando verso di me.
< Richard! > esclamai allontanandomi da Robert e corsi verso il mio amico per abbracciarlo e lui, come tutte le volte, mi fece alzare in aria < No, mettimi giù! Sei sempre il solito! > ribattei, ridendo.
< Sei sola? >
< No, sono qui con un mio amico. Tu? >
< Con i miei fratelli. Questa sera mi è toccato fare da baby-sitter >
< Ti fa onore la cosa > ribattei sorridendo e poi feci cenno a Robert di raggiungerci, visto che era rimasto in disparte, ma mi ignorò < ma ora dove sono i tuoi fratelli? >
< In fila per la casa degli orrori. Mi sono allontanato giusto per farti un saluto. Ora è meglio che torni da quei due marmocchi. Ci vediamo >
Mi misi ancora una volta in punta di piedi e lo abbracciai.
< Buona serata >
< Anche a te > rispose facendomi l'occhiolino e si allontanò; ma improvvisamente si voltò di scatto e mi bloccò < prendi. L'ho vinto alla pesca, ma non saprei cosa farmene e i miei fratelli non lo vogliono > disse consegnandomi un orsetto in peluche che teneva un cuore tra le mani.
< Oh, grazie! > esclamai entusiasta e ci salutammo definitivamente.
< E quello? > domandò Robert, indicando il peluche.
< Me l'ha regalato Richard > risposi, riprendendo a camminare.
< Certo che quel tipo proprio di piace > disse secco.
< Cosa? > domandai, inarcando un sopracciglio.
< Da dopo che è arrivato lui sono diventato invisibile > rispose con disappunto.
< Non provare a darmi la colpa! > ribattei stizzita < io ti avevo detto di avvicinarti a noi >
< Avresti dovuto vedere che sguardo mi ha lanciato >
< E tu da quando in qua temi…come li chiami tu? Ah, sì…i mocciosi della mia età? > sbottai.
Sgranò gli occhi per un secondo, poi mi mise le mani su entrambe le spalle.
< Okay, basta. Non voglio litigare. Mi dispiace, scusa >
Lo guardai negli occhi, poi sorrisi.
< Pace fatta > gli dissi affiancandomi a lui e poggiai la testa sulla sua spalla mentre proseguivamo il nostro giro < guarda! > esclamai all'improvviso.
< Cosa? >
< Quel pupazzo! > e gli indicai una versione in peluche di Edward Cullen, con tanto di enorme cartello giallo, con scritto sopra “
Pupazzi Twilight, 11000 punti”.
< Certo che la gente non sa proprio cosa inventarsi > ribatté, inorridito.
Risi e lo trascinai verso la pesca.
< Vuoi provare a vincere un pupazzo di Twilight? > domandò il giostraio sorridendomi.
< No, ma grazie lo stesso. Non ho molta fortuna con le pesche >
< Perché non provi a vincerlo tu per la tua ragazza? > continuò rivolto a Robert.
Trattenni una risata. Sarebbe stato un paradosso se il ragazzo che interpretava Edward Cullen, avesse vinto il pupazzo di Edward Cullen. Ma ciò non mi frenò comunque dall'arrossire quando il giostraio ci scambiò per una coppia. Anche Robert fece di no con la testa e ricominciammo a girare.
< Senti, vado un attimo in bagno >
< Okay, ti aspetto qui >
Entrai dentro i bagni pubblici e rimasi inorridita dal puzzo che si sentiva e dalla fila, ma soprattutto dal puzzo.
Attesi dieci minuti, poi finalmente riuscii a tornare da Robert.
< Rob, scusa! > esclamai correndogli incontro < non hai idea della fila pazzesca che c'era in bagno…e dell'odore nauseabondo >
< Tranquilla > rispose sorridendo e poimi porse un peluche a forma di cigno < spero ti piaccia >
< E questo? > domandai, sgranando gli occhi.
< Beh, mi stavo annoiando ad aspettarti, quindi sono tornato alla pesca e ti ho vinto questo peluche >
< È bellissimo, grazie! >
Mi alzai in punta di piedi, gli abbassai la sciarpa fino al collo e poi lo baciai sulla guancia, mentre lui mi stringeva a sé.
< Ti sbagli su quello che hai detto prima. Sono io che non saprei cosa fare senza di te. Sei troppo buono con me >
< Sei la mia Mitchie, non devi nemmeno dirlo. Senti, ti vanno gli autoscontri? >
< Tantissimo > asserii.
Infilai i miei due nuovi amici dentro la borsa, stando bene attenta a mettere il peluche di Robert in bella vista e poi ci incamminammo. Ad un certo punto, però, mi bloccò con la mano.
< Mitchie… >
< Sì? >
Si grattò la fronte.
< Niente, lascia stare >
< No, dimmi >
< Non è niente, davvero > rispose brevemente e fino a che non andammo alla cassa e prese due gettoni a testa, non proferì parola < okay, starò attento a non farti troppo male >
< Tranquillo, io non mi farò niente. Tu, piuttosto, dovrai stare attento a non farti male > ribattei con malignità.
Infilai il gettone e partii, scampando al primo attacco di Robert. C'era talmente tanta gente che lo seminai in poco tempo, beccandolo a quattro macchine di distanza da me. Così tirai dritto e lo tamponai sul fianco.
< Ma dove cavolo eri? > domandò, ridendo.
< Ho tentato di seminarti > ribattei, facendogli la linguaccia. Mi misi al suo fianco, ma improvvisamente qualcuno mi tamponò sul lato, facendomi sballottare verso Robert.
< Mitchie, stai bene? > chiese, guardandomi preoccupato.
< Sì, grazie > risposi, voltandomi verso il ragazzo dentro la macchinina, per poi scoprire che era stato Richard a colpirmi.
Finimmo il giro e poi ne facemmo un altro, facendoci tutti i dispetti possibili.
< Andiamo sulla ruota, ti va? > domandò quando finimmo i gettoni.
< Sì, ma prima voglio lo zucchero filato >
E come volevasi dimostrare, non mi permise di pagare nemmeno quello e la stessa cosa fu il biglietto per la ruota.
< Okay, buon appetito > dissi mentre prendevo con le mani un pezzo di zucchero filato.
< Grazie, anche a te > ribatté, staccandone dal bastoncino un pezzo enorme.
< Hey! > ribattei, contrariata.
< Sono io che te l'ho pagato >
< Sì, ma non puoi mangiarlo! Sei un attore, non puoi permetterti di ingrassare >
< Ci sono certi attori che per alcuni film devono farlo >
< Va beh! Tu sei tu, non devi ingrassare >
< E nemmeno tu, carina > ribatté, avvicinando il viso al mio < perché altrimenti Bianca te lo farà notare >
Lo guardai imbronciata.
< Touche >
< Quanto dura il giro? >
< Se non ricordo male, credo che duri mezz'ora > dissi, mentre giochicchiavo con i miei peluche. < Ti immagini? Ora si blocca la ruota, come in OC >
Attendemmo tre minuti e la ruota si fermò veramente.
Robert scoppiò a ridere.
< Certo che tu la sfiga ce la tiri proprio >
< Non è colpa mia! > borbottai diventando rossa.
Il giostraio ci spiegò che si era bruciato un cavo e che quindi era scattato il salvavita, facendo spegnere tutto. Il problema, però, era che dovevamo aspettare il tecnico, che sarebbe arrivato tra quaranta minuti. Avevano solo la scala per far scendere le persone che stavano nelle panche più basse e ovviamente Robert ed io eravamo in cima.
Insomma, era una di quelle volte che capitava una volta nella vita.
< Okay, aspettiamo > disse Robert prima di abbassarsi la sciarpa.
< Rob, guarda che bel panorama > dissi indicandogli le case che, con i lampioni accanto, illuminavano l'oceano.
Ma lui non mi diede risposta e quando voltai lo sguardo lo vidi con lo sguardo fisso e sembrava che non stesse respirando.
< Robert, c'è qualche problema? Soffri di vertigini? Stai male? > domandai preoccupata.
< No, tranquilla, niente di tutto ciò > ribatté sorridendomi.
Inutile dire che, con quel gesto, il mio cuore perse un battito.
< Okay > sussurrai e mi appoggiai alla panca, chiudendo gli occhi e inclinando la testa all'indietro.
Ma ad un certo punto rabbrividii.
< Hai freddo? > domandò.
< No >
Non potevo dirgli che era la sua vicinanza e la voglia che mi baciasse a farmi rabbrividire.
Ultimamente le parole di Jenny non mi davano tregua: secondo lei Robert non mi considerava una semplice amica. Ma allora perché non si faceva avanti? Perché mi parlava di tutte le ragazze che conosceva e che gli si avvicinavano? Perché mi raccontava di tutte le proposte che le attrici più belle e popolari, sue fan, gli facevano? Perché mi parlava ogni volta di Kristen? Voleva che fossi gelosa? Beh, era ovvio che lo fossi. Ma non potevo farglielo vedere, perché…se Jenny avesse avuto torto? Se fosse vero che Robert non mi considerava una semplice amica, ma mi considerava solo come una sorella? Avrei fatto la figura della scema. E poi avevo paura a starci insieme. Sarebbe stato difficile, addirittura impossibile. Lui era una star famosa, mentre io no. E se si fosse stufato di me? Almeno ero certa che come amica sarei andata sul sicuro.
Senza dire una parola mi sfilò di mano il peluche che mi aveva regalato e incominciò a tastarlo.
< Speravo che suonasse > disse con disappunto, distogliendomi dai miei pensiero.
< Ma no, è bellissimo così com'è > risposi sorridendo.
Guardai Robert ancora una volta negli occhi e anche lui ricambiò. Era a disagio, mi sembrava imbarazzato.
Sospirò.
< Mitchie… >
< Cosa? > domandai, curiosa.
< No, niente >
< Robert, è la terza volta che fai così. Cosa c'è? Il momento prima sei allegro, mentre il momento dopo sei pensieroso. Cosa hai? >
Gli presi una mano per spronarlo a parlare, ma la allontanò subito dalla mia.
< Dovrei dirti una cosa, ma non credo di averne il coraggio >
< Avanti, ce la puoi fare >
< Fammi meditare per qualche minuto > ribatté, appoggiando un braccio sul bordo dello schienale della panca, esattamente dietro le mie spalle.
Imbarazzata, mi voltai di lato, per vederlo negli occhi e per evitare che mi toccasse.
< Hai meditato abbastanza? >
< No, ma se non lo faccio ora, so che non lo farò mai più >
< Robert, che cosa c'è? > domandai, guardandolo esasperata.
< Non è facile > mi disse e chiuse per un attimo gli occhi < devo parlarti >
< E allora fallo, smettila con tutte queste interruzioni > risposi, ma lui non si decideva a parlare < stai cercando di dirmi che non ti trovi più bene ad essere mio amico? O che hai trovato qualcun altro che possa darti un'amicizia migliore della mia? >
< Cosa? No! Non essere sciocca >
< E allora cosa? >
Tolse gli occhi da me e mi prese la mano, arrivando ad intrecciare le nostre dita.
Lo guardai, sorpresa.
< Io…ricordi quello che aveva detto la signora Samuels, quando le abbiamo chiesto di cucirti la maglia? >
< No > mentii.
< Mi aveva detto che dovevo starti vicina, perché tu avevi bisogno di un ragazzo come me che lo facesse. Ed io… >. Sorrise, tentando di passarsi una mano tra i capelli, ma la berretta glielo impedì. < Dio, sono sempre stato una frana a dire queste cose >
< Provaci, ti prego > risposi incapace di respirare.
< Michelle, voglio essere io quel ragazzo per te. Voglio che siamo più di semplici amici. Mi piaci e molto anche. Sono stanco di fingere a me stesso e a te che tu sia solo una amica. Ma aspetta, voglio mettere in chiaro una cosa. Non ti sto chiedendo di dirmi subito di sì, ti sto solo chiedendo di pensarci >
< Pensarci? >
< Sì. Voglio che tu mi dia una chance, non voglio essere solo un tuo amico >
< E con Kristen Stewart? >
Sorrise.
< Cosa vuoi sapere? >
< Beh, non è lei che frequenti? >
< È solo sesso con lei >
< Ma non eri tu quello che voleva stare con lei? >
< In passato >
< Fino alla settimana scorsa > puntualizzai con acidità.
< Volevo solo vedere se ti ingelosivi >
Incrociai le braccia al petto.
< Mi hai fatto patire le pene dell'inferno, sappilo >
< La cosa mi lusinga. Quindi? Ho una chance? >
< Sorprendimi e forse sarai fortunato > ribattei con un sorrisetto e la ruota ricominciò a girare.
E quando fu il nostro turno
di scendere, mi prese la mano per aiutarmi e intrecciò le nostre dita. Guardai per un momento le nostre mani e poi lo guardai in faccia. Ero rossa come un peperone, era ancora una grandissima sorpresa per me questa.
Uscimmo dal Luna Park e ci incamminammo fino a dove avevamo parcheggiato. Entrambi eravamo immersi nei nostri pensieri, ma ancora avevamo le nostre mani intrecciate. E quando arrivammo davanti all'auto ci fermammo e ci fissammo per qualche frazione di secondo, fino a che non posò la sua mano destra sul mio fianco e mi si avvicinò, posando finalmente le sua labbra sulle mie. E la magia era durata un attimo, ma quel tanto che bastava per farmi nascere le farfalle nello stomaco. Lo guardai una seconda volta negli occhi e poi fui io ad avvicinarmi di nuovo alle sue labbra, perdendoci in quel secondo bacio.
< Ti dispiace se guido io? > chiese con un sussurro sulle mie labbra.
< Sì, mi dispiace >
< Avanti > ribatté sporgendo il labbro inferiore.
Scossi la testa e gli diedi le chiavi della macchina, mettendomi così a sedere nel sedile anteriore. Per tutta la prima parte del tragitto nessuno dei due parlò e poi mi appisolai.
< Che cosa imbarazzante, mi sono addormentata >
< Tranquilla, capita a tutti > ribatté sorridendo.
< Sì, ma mi dispiace lo stesso >
< Se ti fa stare meglio…ti perdono >
< Molto meglio > risposi poggiando la mano destra sulla berretta e poi gliela tolsi.
< Grazie. Per tutto >
< Figurati. Allora…buonanotte >
< Sì, buonanotte > ribatté ridendo e si avvicinò alle mie labbra ancora una volta per baciarmi con trasporto.


Sì, lo so, vi ho fatto patire per questo capitolo! Ma la settimana scorsa non sono riuscita a postare perché ho studiato e devo farlo anche questo fine settimana se voglio sopravvivere a Hegel T__T Che palle!
Quindi anche quest'oggi sarò molto breve. Ma voglio ringraziare LoryeEmy, il mio splendore, la mitica vale e la mia adorabile Hus per aver postato. Siete uniche, grazie♥


A presto! Giulls
P.S. Non preoccupatevi, dal prossimo capitolo incominceranno i casini. A presto!
P.P.S. Fatemi gli auguri, mercoledì ho l'esame di teoria!!!!!!

Oh, un'altra cosa. Giusto per curiosità…chi vi immaginate per Jenny e Michelle? :)

   
 
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