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Autore: Wendy_magic_forever    23/10/2010    3 recensioni
Vi siete mai chiesti se in realtà Michael Jackson fosse vivo?
E se lo fosse, perché si finge morto?
Dal capitolo 18:
Lui aveva le lacrime agli occhi: «Mi dispiace... mi sento così in colpa...»
«In colpa per che cosa?» chiese Diana, abbracciandolo da dietro le spalle
«Dai, a noi puoi dire tutto.» continuò Ellen
Michael si riprese e sospirò: «Per il fatto che vi ho celato il vero motivo per cui mi nascondo dal mondo.» aggiunse, avvicinandosi di nuovo alla finestra, senza aprire la tenda, stavolta.
«E quale sarebbe, fre'?» chiese Daniel (meglio noto come DJ).
Michael sospirò di nuovo: «Che mi sto nascondendo da qualcuno.»
Era quasi snervante: quanto ci girava intorno?!?
«Chi?!» chiese Stella con una punta d'impazienza.
Michael sospirò di nuovo e dopo un'altra lunghissima pausa stressante, disse, gravemente: «Da chi ha tentato di uccidermi.»
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jackson Family, Janet Jackson, Michael Jackson, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Pov Miki:

Uscii dalla palestra saltellando come una lepre, Michael si era messo di nuovo il parrucchino e tutti i suoi abiti per proteggersi dal sole (povero, manco fosse un vampiro!).

-Bene, Michael! Allora ti saluto e ci vediamo domani!- feci per andarmene, ma lui mi fermò.
-Ancora una cosa, Miki.-
Mi girai interrogativa. -Non devi dire a nessuno che io sono vivo, ok?-
Una nota di delusione si dipinse sul mio viso. Nonostante tutto quello che era successo dentro quella palestra, voleva ancora girare nell’ombra?

Michael si accorse della mia delusione: -Non fare quella faccia, è che ancora non sono pronto a rivelarmi al mondo. E poi dentro di me alberga la paura che insieme a me ritornino…-
Feci un sorriso comprensivo: -Le orribili dicerie che giravano quando eri ancora una super star.-
Lui annuì. Feci il segno di chiudere la mia bocca come una cerniera, staccare il cursore e buttarlo lontano. Michael sorrise.
-E… per non destare sospetti…- aggiunse dopo -... in pubblico è meglio se mi chiami Joseph, ok?-
-Va bene, capo!-
-Ok. A domani!-
-A domani!-

Mi allontanai con un enorme sorriso sulle labbra, mai ero stata più felice in vita mia. Mi attaccai alle cuffie dell’iPod e misi “Bad” a tutto volume. Camminando, facevo qualche passo, immaginandomi con abiti di pelle nera addosso e i capelli neri e ricci. Il Vicolo 36 era sempre stranamente vuoto, ma meglio così.

Nessuno avrebbe pensato che fossi pazza.

Anche se lo ero.

Pazza di felicità.

Pov Mike:

Stavamo provando “Man In The Mirror” quando rividi Miki. Invece dei Jeans e la maglietta rosa di prima, aveva una bellissima tuta bianca con decorazioni di brillantini sulle cosce e un grosso “MJ” sulla maglietta, a un fianco portava la sua borsa da ginnastica argentea.
I suoi capelli biondi svolazzavano un pochino a ogni passo saltellato che faceva e sul volto portava un sorriso radioso, così radioso che sembrava che il suo corpo risplendesse.
Quel sorriso, i suoi capelli biondi e la tuta bianca la facevano somigliare sempre di più a un angelo.

Cercando di mantenere la calma, cercai di salutarla, ma la mia voce si bloccò in gola.

Pov Ash:

I'm Starting With The Man In
The Mirror
I'm Asking Him To Ch…

Non ci misi molto a capire perché mio cugino Mike si era bloccato. Quella ragazza di prima, Miki, si stava avvicinando a noi, dall’altra parte della strada, saltellando come un canguro, con un sorriso che andava da un orecchio all’altro.
Come mi aspettavo, quando Mike provò a salutarla, non riuscì a dire una parola.

Lui e la sua dannata timidezza!

Per evitare che se ne andasse senza vederci, alzai io la voce: -MIKI!-

Pov Miki:

Mi risvegliai sentendo la voce di Ash.
Li raggiunsi correndo, togliendo le cuffie. Ancora con un sorriso super raggiante li salutai.

Naturalmente, la mia felicità traboccante non era passata inosservata. -Come mai così felice?- mi chiese il piccolo Tommy.

Avevo una voglia infinita di dire loro tutto: che Michael era vivo, che ballava e cantava ancora, che si nascondeva sotto le spoglie di Joseph Smith e così farli partecipi della mia felicità.
Ma ricordai quello che avevo promesso al mio maestro (DIO, IL MIO MAESTRO!!!); di mantenere il segreto e così inventai una scusa.
-Bhe… mi hanno telefonato dal lavoro. Mi hanno dato un aumento!- e di lì, giù complimenti da parte del gruppo, come se mi conoscessero da anni.

Mike mi si avvicinò, sembrava avesse la gola inceppata.
Tirò un colpo di tosse e poi riuscì a dire qualcosa: -Miki, è una bella notizia, complimenti! È per questo che hai cambiato i vestiti?-

Cambiato i vestiti?

In quel momento mi accorsi di avere ancora addosso la tuta.

Merda! Ora che scusa trovo?

-Ehm… ero a casa di M…- mascherai quell’errore sfiorato con un colpo di tosse -… di Joseph, stavamo mangiando, mi sono macchiata, ma avevo un cambio. Non avete idea di che disastro!-

La voce di Mike diventò più soffice e dolce: -È un completo davvero stupendo. Ti sta alla perfezione.- sentii chiaramente le mie guancie aumentare di temperatura.
Guardai Mike negli occhi, lui abbassò la testa, nascondendo lo sguardo dal mio.
Dio, è timido! Pensai.
Non so se si tratta del fatto che io adoro Michael Jackson, ma i ragazzi timidi mi sono sempre piaciuti. Sono le persone più buone del mondo.
I suoi occhi… i suoi occhi erano profondi, ci leggevi la purezza del suo cuore. Quando cercai di recuperare il suo sguardo, la bionda treccina, Stella, mi acchiappò per un braccio e mi portò lontana da Mike.

Mi tempestò di strane domande: -Miki, come mai sei andata a casa di Joseph? Siete parenti? Sei la figlia di un suo amico? O forse ti ha ingannata e maltrattata- e poi, sottovoce: -o forse stuprata?-

Balzai via inorridita: -COSA?!? Se lo vuoi proprio sapere, lui è l’ultima persona al mondo che potrebbe fare una cosa del genere! Sei esattamente come i giornalisti!-

Avevo toccato il tasto sbagliato!

-Cosa c’entrano i giornalisti? E perché sarebbe l’ultima persona al mondo a fare questo?-

Stupida, stupida, STUPIDA! Ora s’insospettiranno!

L’unica cosa che potevo fare era raccontare una parte di verità: -L’hanno accusato di cose che non ha fatto, tra cui stupro e pedofilia. Lo so perché… perché…- mi venne un’ottima idea: -Lui è mio parente. È il… ehm… cugino della figlia del marito di mia zia, da parte di madre.-
Stella mi guardò interrogativamente, ero riuscita a confonderla.

-Anche se è un parente lontano lo conosco abbastanza da dire che non sarebbe in grado di fare una cosa del genere-
-Se lo dici tu…-

Quella ragazza era curiosa. Troppo curiosa. Meglio starle alla larga.
Anche perché… volevo parlare con Mike.
La superai, ma sentii uno strappo. Due secondi dopo la mia benda era a terra, tagliata.

Pov Stella:

Quella ragazza nascondeva troppe cose per i miei gusti. Aveva detto che il Vekkio Jo era un suo parente, ma mentiva, si vedeva lontano un miglio.

Aveva cercato di confondermi con la storia del cugino della nipote del fratello della sorella del nonno della cugina del che cavolo aveva detto non lo so e c’era pure riuscita.

Così avevo deciso di scoprire almeno cosa nascondeva sotto quella benda, anche perché ero quasi sicura che il suo “lavoro” fosse la spacciatrice.
Così avevo fatto una mossa molto veloce che avevo imparato quando facevo arti marziali; avevo estratto il coltellino svizzero che avevo in tasca e avevo approfittato del fatto che, superandomi, aveva esposto la benda a me per tagliarla.

Tuttavia, non vidi bustine di droga cadere, non vidi nulla cadere.

Lei si coprì il polso scoperto.
Tuttavia, riuscii a intravedere una grossa cicatrice. Dallo sconcerto non riuscii a spiccicare parole.

Pov Miki:

Avevo completamente dimenticato la mia cicatrice nascosta, quel segno di dolore era sparito dalla mia mente dopo tutta quella felicità provata per aver scoperto che Michael era vivo. Sperai caldamente che nessuno l’avesse vista. Senza fortuna, però; dai loro sguardi capii che avevano visto tutto.

Pov Ash:

Non avevo mai visto una cicatrice più grossa di quella, ero sconvolto.

Pov Erik:

Ero pietrificato, quella cicatrice era davvero impressionante!

Pov Tommy:

Avevo sentito di gente che si tagliava le vene e magari sopravviveva per raccontarlo, ma mai avevo visto qualcuno che aveva avuto il coraggio di farlo! Doveva aver piantato il coltello a fondo per ottenere una cicatrice così grossa!

Pov Sarah:

In quel momento ce l’avevo ancora con Miki, perciò il primo pensiero che ebbi fu: maledizione, ma perché non è morta sul momento?!?

Pov Ellen:

Non potevo credere che una probabile nuova amica aveva tentato il suicidio! Proprio ora che sembrava felice!

Pov Diana:

Oddio! Miki che si era tagliata le vene? Non ci volevo credere. Eppure la cicatrice era lì, bella chiara (anzi, scura, visto che era marrone sulla sua pelle rosa di Miki).

Pov Mike:

Un orribile disperazione ha quasi ucciso il mio angelo e io non ero con lei?!? Oddio, ma perché non ti ho conosciuta prima, Miki!

Questo fu il primo pensiero che ebbi, quando vidi quel turbamento sul corpo del mio angelo.

Le tesi la mano gentilmente: -Fammi vedere, ti prego.-
Lei si guardò il polso che teneva coperto con l’altra mano, ma poi si rassegnò e lo appoggiò sulla mia mano. Percorsi quelle sue ferite con l’indice della mano libera e mi accorsi che quelle ferite erano delle lettere: M e J.

-Te lo sei fatto il 25 giugno del 2009, vero?-
Miki annuì mestamente.
Io sorrisi: -A momenti anch’io facevo una cosa del genere!-
Erik si avvicinò: -Che cos…? Oh! Michael Jackson. Eh, sì, a momenti anche mio cugino faceva una cosa del genere! L’ho dovuto fermare io. Solo... non ha usato un coltello, il suo modo di suicidarsi era un altro.-
Erik mi arruffò i capelli.

-Che altro modo?- chiese Miki

-Depressione- rispose Erik -Così tanta da ucciderti.-

Miki aveva occhi curiosi: -Cosa è accaduto?-

-Siediti sul marciapiede, è una storia un po’ lunghetta.- le disse Erik. Miki obbedì.

Io chiesi a Ellen e Diana di recuperare una benda nuova per Miki, mentre Erik cominciava a raccontare.

Pov Erik:

Mentre raccontavo, davanti ai miei occhi scorreva una specie di flashback.

Il 25 giugno è il compleanno di Mike. Quello del 2009 era cominciato come il più bel giorno della nostra vita. Io, Ash e Tommy avevamo fatto il più bel regalo di compleanno che Mike potesse mai desiderare: un biglietto per This Is It. Lui non aveva abbastanza soldi per prendere un biglietto per un posto decente, ma i padri di Ash e di Tommy sono molto generosi. Fatto sta che eravamo riusciti a prendere quattro biglietti per la prima fila. Uno l’avevamo messo in una scatola e l’avevamo incartata.
Il compleanno iniziò alle tre del pomeriggio, e fu un pomeriggio bellissimo; karaoke con le canzoni di MJ, giochi in gruppo in tema col nostro idolo, tutto riguardava Michael Jackson.
Io, Mike e i miei fratelli non ci siamo mai divertiti così tanto.
Ma il momento migliore fu l’apertura dei regali: gli avevano regalato libri su MJ, dvd e gadget, ma nessuno di quei regali lo fece più felice di quello dei suoi cugini Jacksoniani, ovvero noi. (ridacchiai al ricordo) Quando arrivò il nostro turno, Tommy gli porse la scatola con un enorme sorriso furbetto, come il mio e di Ash. Lui lo scrollò e disse: -È leggera e non fa rumore, non dite che mi avete regalato la scatola e basta!- e Ash: -C’è solo un modo per scoprirlo, cugino. Aprilo!-.
Mike lo fece e non vi dico quale gioia si dipinse nei suoi occhi, appena vide il biglietto. E non vi dico nemmeno come aumentò quando scoprì che era per la prima fila. Dopo di ché ebbe delle reazioni che avevo previsto fin dall’inizio: baciò il biglietto e poi ci abbracciò tutti quanti e così forte da farci soffocare.
Per il resto della giornata, Mike si tenne vicino il magico biglietto per la prima fila.
E poi, alla sera, siamo venuti a sapere dell’orribile notizia.
Mike era a casa nostra e con noi c’erano anche le ragazze. Come fossimo riusciti tutti a ottenere dei biglietti per la prima fila così tardi è ancora un miracolo da spiegare. Sbandieravamo i nostri biglietti, felici come non mai, fino a quando mia madre entrò in camera mia con una faccia da lutto. Disse di venire davanti alla tv con voce lugubre, il che mi spaventò; lei è sempre stata una persona allegra, anche dopo la morte di mio padre e il divorzio dal padre di Ash.
Quando fummo tutti davanti alla tv, alzò il volume del notiziario. Dopo la fine di qualcosa sulla politica, iniziò la notizia della morte di MJ.

All’inizio non volevo crederci, non potevo crederci.

Ma poi vidi i suoi parenti piangere.

Se n’era andato.

Se n’era andato e non sarebbe più tornato.

Sentii chiaramente il mio cuore frantumarsi.

Quando la notizia finì, successe l’inevitabile.
Io e Ash, trattenemmo le lacrime, lasciandole, però, scivolare sulle guancie. Invece le ragazze e mia madre (anche lei Jacksoniana) si misero a piangere a dirotto. Dopo un po’ nemmeno Tommy riuscì a trattenersi, cominciò a piangere anche lui. Ash cercò di consolarlo, abbracciandolo. Senza ottenere grandi risultati.
Mike non piangeva, ma si leggeva nei suoi occhi che soffriva più degli altri.
E la disperazione trattenuta è peggio di quella manifestata.
Da quel momento entrammo in lutto.
Io non avevo il coraggio di ascoltare le canzoni di MJ, per paura che la disperazione mi uccidesse.
E, a quanto pare, nessuno di noi ce l’aveva.
Il nostro gruppo stava andando a rotoli e tutto a causa della morte di MJ.Lui era il nostro idolo e senza di lui noi eravamo senza una guida.
Due settimane dopo la sua scomparsa, il padre di Tommy fece un regalo al nostro fratellino per consolarlo: un pupazzo di Michael Jackson in versione “Bad”, sorridente.
Appena Tommy lo vide, però, lo gettò a terra: -PORTALO VIA!- gridò. -NON VOGLIO PIÙ AVERE A CHE FARE CON MICHAEL JACKSON, NON VOGLIO PIÙ SENTIRNE PARLARE!- e poi corse in camera.
All’improvviso alla radio trasmisero “Heal The World”. E lì capii cosa davvero Michael voleva dal mondo, cosa voleva da noi.

-Ma che gli è preso?- si chiese il mio patrigno
-È solo confuso. Lascia che gli parli.- gli risposi.
Raccolsi il pupazzo e andai nella camera del mio fratellino; lo trovai a piangere sul letto.
Mi avvicinai a lui, sorridente. -Tommy- gli dissi -lo sai che Michael è triste quando un bambino piange, vero?-
-Che importa?- mi rispose lui -Tanto ormai è morto! Non c’è più! E non ci sarà mai più. Ci ha abbandonati, Erik. E di questo non lo perdonerò mai!- e si rimise a piangere.
Sospirai: -No, Tommy, non c’è bisogno che tu debba perdonare o no, perché non ci ha abbandonati. Lui è ancora qui!-
Le sue lacrime smisero di scendere e con due occhi da cucciolo, disse: -Davvero? Dove?- io indicai il centro del suo petto.
Lui, innocentemente, alzò la maglietta, continuando a guardare il punto che avevo indicato e chiamò: -Eeeehiii! Miiichael! Ci seeeei?!?-
Io risi: -No, sciocchino! Intendevo nel tuo cuore!-
E lui, alzando lo sguardo: -Vuoi dire che devo fare un trapianto per farlo uscire?!?-
A questo punto era un po’ spaventato.

Beata innocenza!

Risi ancora: -Non fisicamente, spiritualmente!-
Lui abbassò la maglietta, sollevato: -Ah!-
Tornando al discorso di prima, dissi: -Finché porti MJ nel cuore, lui vivrà- gli mostrai il pupazzo -ma non può vivere se tu lo rinneghi e cerchi di dimenticarlo.-
Alcune lacrime riempirono i suoi occhi: -Mi manca tanto, Erik!-
-Non ti può mancare se lo porti nel cuore. Se lo porti dentro di te, ti starà sempre accanto.- gli porsi il pupazzo -Allora, sei pronto a riaccoglierlo nel tuo cuore?-
Poi cercai di rendere la mia voce più simile possibile a quella di Michael e gli dissi, muovendo il pupazzo davanti a lui: -Ciao, Tommy! Guarda che anche tu mi manchi tanto, lo sai? Vorrei poter rimanere nel tuo cuore per sempre, ma lì davanti c’è un cancello chiuso. Se tu lo apri, io posso entrare e rimanerti sempre accanto. Mi apri il tuo cuore, vero?-
Lui guardò il Michael di peluche, sorrise e lo abbracciò, dolce e tenero proprio come un bambino: -Scusami, Michael. Sono stato stupido. Ti voglio bene.-

E uno fatto, pensai.

Ma è facile convincere un bambino della presenza spirituale di una persona, come avrei fatto con gli altri?

Nonostante fossi dubbioso delle mie capacità di incoraggiamento, riuscii a farli sorridere tutti:
Ad Ash dissi che morire era solo il modo per cominciare una nuova vita, ora Michael non soffriva più e di questo doveva essere felice.
A Sarah dissi che lui ci sarebbe sempre stato accanto se noi lo volevamo.
A Stella dissi che Michael ci benediva dal paradiso, che doveva avere la speranza nel cuore e lui non ci avrebbe mai abbandonato.
Ad Ellen e Diana dissi che finalmente lui non avrebbe avuto giornalisti bugiardi e schifosissimi paparazzi alle calcagna, ma solo i suoi fan che lo ricordavano come la persona migliore del mondo, perché era proprio questo che era; un angelo sulla terra che era tornato in paradiso. I migliori se ne vanno per primi, per questo se n’era andato così presto; perché il suo posto in paradiso era già pronto.

Ma quando cercai Mike, non lo trovai.

Dopo quasi mezz’ora di ricerche, chiesi a sua madre dove fosse.

-È nel seminterrato. Non esce da stamattina. Non l’ho mai visto così depresso, e tutto a causa di quel cantante.- rispose con aria preoccupata

Come aveva detto la donna, lo trovai nel seminterrato, sdraiato su un vecchio divano, con delle enormi borse nere sotto gli occhi.
-Mike… cosa… stai… facendo?!?- gli chiesi con tutta la calma possibile E lui, con uno sguardo perso e disperato e le guance rigate dalle lacrime, disse: -Non riesco più a vivere, Erik. Non riesco più a vivere…-
Il tono triste della sua voce mi fece male a fondo nel cuore, ma cercai di non farlo vedere: -Senti… perché non usciamo di qui e non ne parliamo? Mike, posso aiutarti. Oggi ho avuto una specie di… illuminazione! Conosco la risposta a questo lutto che portiamo noi!-
Ma lui divenne testardo: -Tanto ho deciso di rimanere qui fino a che la fame e il freddo non mi uccideranno, e tu non puoi fermarmi!- e si rigirò dall’altra parte.

Intervenni subito; lo presi per la giacca, lo costrinsi a stare in piedi e lo schiaffeggiai per farlo riprendere.
Quando lui cercò di dibattersi, lo afferrai più forte e dopo una lunga lotta, riuscii a bloccarlo a terra.

-Lasciami andare!- gridò lui
-Non se le tue intenzioni sono autodistruttive!- risposi

-Senza Michael io non sono niente! La mia vita è finita in contemporanea con la sua! Non voglio vivere quando lui è morto!-
Dal suo sguardo sapevo che era sicuro di quello che diceva.
Cercai di dissuaderlo: -Michael non vorrebbe questo da te! Vorrebbe che tu continuassi a vivere!-
Mio cugino s’impuntò: -E per quale dannato motivo dovrei vivere, se lui non c’è più?!? Io vivevo per la sua musica, per la sua danza, per lui, MA ORA È MORTO! Che ragione ho di vivere se lui è morto?!?-

Io ero esasperato: -NOI DOBBIAMO GUARIRE IL MONDO, MIKE!!!-

A queste parole, mio cugino ammutolì.

Continuai col mio discorso: -Dobbiamo ricordarlo, Mike. Ricordare la sua visione del mondo perfetto per guarire il nostro pianeta malato. Dobbiamo guardarci allo specchio, cambiare i nostri modi di migliorarci. Se vogliamo fare del mondo un posto migliore, dobbiamo guardare noi stessi e fare un cambiamento! Nel tuo caso si tratta di superare questo lutto. E sai perché devi? Perché sei l’unico del nostro gruppo che riesce bene nei suoi passi. SE TU TI CHIUDI QUI DENTRO A DEPRIMERTI TUTTO IL TEMPO, CHI CI FARÀ DA CAPO?!? Tu ci hai visto, facciamo pena a ballare come MJ. Tu sei l’unico bravo! Sei la nostra unica speranza per fare in modo che MJ non venga dimenticato. Ma se ti uccidi a furia di deprimerti, che speranza abbiamo? Se il mondo dimentica Michael, dimentica anche i suoi progetti.-

Fu con queste frasi che riuscii a salvare Mike dalla sua depressione.

-E questo è quanto- conclusi quando smisi di raccontare.

Continua...

NOTA DELL'AUTRICE:
mi dispiace averci messo così tanto, quello stupido di mio padre ha fatto un casino! Lui col computer ha la clava in mano!
*sospiro* Però è mio padre e gli voglio bene (a volte!)

Per farmi perdonare ho aggiunto due capitoli invece che uno.

Elviraj e Aya: sono contentissima che vi piaccia così tanto!
Tutti gli altri: potete recensire? Guardate che mica vi mangio! :D

Il prossimo capitolo puntuale tra una settimana! :*

Love,
SpeechlessGirl
   
 
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