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Autore: Hyperviolet Pixie    23/10/2010    2 recensioni
"Forse è meglio se non dico niente, d'altronde chi sono io per fare dei moralismi? Clarissa, la figlia del Sindaco di una cittadina in provincia di Varese abitata dalla bellezza di 15 mila abitanti e circondata da paesi che possono arrivare ad avere anche la bellezza di 200 abitanti tondi tondi. Magnifico. E pensare che poi per tutto il resto dell'Italia siamo montanari..."
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Bulletproof Heart"

II

La noiosa vita di provincia



LEI

“Ringrazio il consiglio di classe per avermi bocciato in seconda altrimenti quest'anno mi sarebbe toccato fare l'esame di maturità. Stamattina è stato l'ultimo giorno di scuola, meno male. I ragazzi di quinta hanno fatto un piagnisteo assurdo. Fossi in loro sarei felicissima di lasciare quella scuola di merda che ci ha tenuto prigionieri tra le sue mura per tutti questi anni. Purtroppo ho ancora un anno di scuola davanti e una fottuta paura dell'esame di
maturità. Si può dire che, tecnicamente, l'estate ha avuto inizio oggi nonostante siamo ancora in primavera.
Fa terribilmente caldo, ma il cielo non promette nulla di buono quindi non posso andare al parco delle fontane che c'è qua vicino, ma non ho nemmeno la macchina oggi quindi non posso nemmeno evadere da questo paesello orrendo. La gente che ci abita è insulsa e non c'è nessuno che abbia una personalità propria. Ultimamente sono saltati fuori dei link su facebook tipo: “Metallari a San Vittore. Questa è Varese.” o “Ritrovo fisso al Foot. Questa è Varese”. Dovrebbero creare tipo: “Ragazze ubriache il sabato sera solo per attirare l'attenzione. Questa è la provincia di Varese.” o “Ragazzine tredicenni già sfondate. Questa è la provincia di Varese.” Forse è meglio se non dico niente, d'altronde chi sono io per fare dei moralismi? Clarissa, la figlia del Sindaco di una cittadina in provincia di Varese abitata dalla bellezza di 15 mila abitanti e circondata da paesi che possono arrivare ad avere anche la bellezza di 200 abitanti tondi tondi. Magnifico. E pensare che poi per tutto il resto dell'Italia siamo montanari...”

Chiudo la pagina del mio blog proprio mentre il mio cellulare vibra sulla scrivania per avvisarmi di un messaggio appena ricevuto. “Stiamo andando a festeggiare la fine della scuola alle fontane! Ti passiamo a prendere, amore.”
Sorrido al messaggio di Veronica, la mia migliore amica. Un pomeriggio al lago mi ci voleva proprio per distendere un attimo i nervi e per prendere un minimo di sole. Ovviamente non spero più di potermi prendere un'abbronzatura decente: ci ho rinunciato già anni fa. Sono troppo lattea per poter diventare scura come piace a me. Magari un minimo di colore però posso prenderlo, ma non oggi. Il sole che viene oscurato momentaneamente da un nuvolone di passaggio mi fa tornare in mente che, effettivamente, non devo sfidare gli agenti atmosferici che promettono tempesta.
Dopo una rapida scansione di uno dei cassetti del mio armadio, opto per un normale costume nero (tanto per far risaltare ancora di più il colorito pallido) e mi riprometto di fare incetta di costumi alla prossima giornata da dedicare allo shopping.
Afferrata la borsa di Gucci nuova di mia madre e dopo avergliela elegantemente rubata, mi appresto ad uscire di casa per farmi trovare dai miei amici alla fine della via privata in cui abito.
Ecco, questa cosa mi fa strano, decisamente strano. Non per menarmela, sia chiaro, però abito nella zona più in del mio paese e appena fuori dal cancello della mia villetta chi mi trovo? Andrea Della Bianca in persona.
A primo acchitto non dovrebbe sembrarmi tanto strano dato che i suoi, oltre ad essere amici di famiglia, sono anche i miei vicini di casa. Il fatto è che non me lo sono mai trovata davanti casa nemmeno quando abitava con i suoi!
“Aspetti qualcuno, sfigato, o sei diventato uno stalker?” gli chiedo non appena lui ricambia il mio sguardo.
“Tuo padre.” Risposta lapidaria, secca, istintiva e asciutta. No, non è da lui.
“E cosa vuoi da mio padre...sfigato?”
“Cazzi miei.” A parte la volgarità, la risposta non è da lui. Richiudo il cancelletto alle mie spalle e me vado verso la strada salutando lo sfigato con il mio miglior dito medio. Dio, ancora non riesco a crederci che con quella faccia, quei piercing e quei tatuaggi lavori nella miglior discoteca di tutto il Ticino.
“Ah, Pisoni?” Mi sento chiamare e mi giro seccata verso di lui.
“Che vuoi?”
“Te la ricordi Lisa? E' tornata ad abitare qua.”
“Via Montenapoleone e via della spiga le stavano strette?” Replico in tono sarcastico.
Lisa Casoli è stata la mia migliore amica per anni, fino a che, qualche anno fa, non si è trasferita a Milano per seguire quella pazza di sua madre. E, ovviamente, la vita milanese l'aveva talmente assorbita da non badare più alle vecchie amiche abbandonate nella valle. All'epoca c'ero rimasta malissimo, ricordo, tanto da decidere di chiudere definitivamente con lei e con chiunque me la ricordasse. Proprio in quel periodo buio, l'unico che io abbia mai vissuto, grazie a Dio, ho conosciuto Veronica, la mia attuale migliore amica.
“Non mi pare sia una tipa da via montenapoleone, sai? L'ho vista ieri e non penso che con la tuta Frankie Garage la facciano entrare da Vuitton o da Prada.”
La sua affermazione mi fa sorridere, sinceramente. Ben le sta. Era partita altezzosa, è tornata sciatta, al contrario di me. Da bambina ero una sfigata assurda, tutta codine e cerchietti e apparecchio metallico ai denti e ora, modestamente, so di essere una bella ragazza. E ne vado fiera.
“Meglio. Grazie per la magnifica notizia, Andrea.” Getto una rapida occhiata al piercing sulla lingua con cui continua a giocare. Ecco, quello mi piacerebbe provarlo dato che non mi sono mai fatta un ragazzo con il piercing sulla lingua. Scuoto leggermente la testa per scacciare questa idea insana e gli do le spalle. Meglio mettere i chilometri tra di noi.

LUI
Passare il pomeriggio a discutere con Vittorio, il padre della Pisoni, a proposito della festa a sorpresa per il compleanno della figlia viziata e coccolata, non era assolutamente ciò che avrei voluto fare questo pomeriggio. Innanzitutto volevo tornare in centro per beccare Lisa e continuare da dove eravamo stati interrotti dalla chiamata di Vittorio e poi dovevo assolutamente portare a mia madre i panni da stirare. Che palle, cazzo. Vivere da soli e lavorare è una merda.
Fa un caldo assurdo, sto sudando come non mai, ma il bello è che non c'è traccia del sole in cielo. Tutti sono al lago a quest'ora, già lo so.
Parcheggio la mia piccola sotto al cartello di divieto di sosta ed entro nel solito bar pieno di sfigati che frequento da una vita ormai.
Lo trovo vuoto tranne per Lisa che è seduta ad un tavolo e mi aspetta sorridendo, due birre fresche di fronte a lei.
“Hey, ciao!” mi saluta. Questa ancora non l'ha capito che voglio solo scoparmela. E pensare che pensavo di esser stato abbastanza chiaro ieri sera dopo essere stato interrotto dal mio cellulare che suonava nel bel mezzo di un lavoretto. Nessuna complicazione, nessuna storia, nessun sentimento.
“Com'è?” mi chiede.
“Stanco.” Rispondo lapidario. “Sono stato dalla Pisoni ora, le ho detto che sei tornata.”
“Reazioni? E da quando ci parli ancora con lei?” mi chiede stupita.
“Sono anni che non torni qua, che ne sai che la situazione tra noi due non sia migliorata?” le domando sospettoso.
“Sai com'è, no? L'ultimo aggiornamento che ho avuto da parte sua, quattro anni fa, diceva che la prendevi in giro per l'apparecchio e che lei non ti avrebbe più rivolto la parola.” commenta seccata.
“Sai, avere le madri che sono migliori amiche non è che ci abbia aiutato a stare lontano. Se poi aggiungi che siamo stati vicini di casa fino a che non mi sono trasferito...”
“Devo dire che in questi anni me ne sono persa di cose!” sorride e poi aggiunge con uno sguardo malizioso: “Che ne dici se riprendessimo da dove abbiamo interrotto?”.
Non me ne fotte niente ora come ora. Direi che almeno per oggi ho la mia scopata assicurata.
Trangugio d'un fiato la birra che mi ha ordinato prima che arrivassi e le faccio segno di seguirmi nel bagno del bar. È squallido, lo so, ma casa mia è troppo lontana e non posso portarla in moto dato che non ho un casco in più. Vada per il bagno stavolta.

___________________

_deny_:
ecco il capitolo, spero sia di tuo gradimento quanto il primo! Comunque sto cercando di sistemare la scrittura ma sto impazzendo. Purtroppo non sono ancora pratica con il nuovo editor HTML del sito ma vedrò di impegnarmi anche per capire come funziona quello ahahaha.


Valentina78: sono contenta che il prologo ti sia piaciuto e spero gradirai anche i prossimi capitoli! Questa alla fine è una storia che sto scrivendo solo perché è moltissimo tempo che non scrivo e devo seriamente togliermi la ruggine e tenermi allenata :)

 sciona:
grazie mille per i complimenti, davvero! Fa sempre piacere riceverne :)  Spero ti piaccia anche questo capitolo!
   
 
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