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Autore: Nena Hyuga    24/10/2010    3 recensioni
Salve gente!! So che ho un'altra ff incompleta ma qui le idee mi vengono a iosa! Volevo immaginare come dovrebbe essere stata l'infanzia di Yuri al monastero, cresciuto con la sua sola forza(che non è poca), riconoscendo in Boris prima un nemico pronto ad ostacolarlo e poi..si vedrà! Se ci si mette di mezzo pure Kei, chissà che confusione! ;-)Il latin lover russo dai capelli di fuoco è molto richiesto;-)
Genere: Triste, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Yuri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 28


Salve a tutti!^O^ e torno con l’ultimissimo capitolo di questa benedetta fanfic!V.V non so se con vostro dispiacere o con vostra gioia, questo sarà davvero l’epilogo! La fine!>.< -i DemolitionBoys ballano la macarena dalla felicità- e guardate che sono ancora in tempo per far morire qualcuno di voi!+_+ [tanto ormai sappiamo chi morirà!V.V c’è scritto proprio qui sul copione!>.> ndKei che sbatte il librone in faccia all’autrice] =.=’’ oh santo paradigma! Che situazione imbarazzante!V.V** [eh, direi bene! V.V è la tua storia! Lo credo che è imbarazzante! >.< ndBoris] –Nena aggiunge sul suo Death Note il nome di Boris-.

Ok!!^o^ ci sono altri commenti inopportuni? No? Benissimo! Allora possiamo cominciare!^o^ CIAK! Si gira! >.<




(p.o.v. Yuri)


“Quando tutta questa faccenda sarà archiviata, giuro che Huznestov me la pagherà!” mormoro a denti stretti attraversando il corridoio principale.

Non è una saggia scelta, ma è la più rapida. Questa missione, ormai, ha ben poco di segreto e passare inosservati non è più tra le priorità assolute.

C’è solo bisogno di un intervento veloce e pulito. Nessuno deve farsi più male. Ogni membro della mia squadra ha sofferto e patito le pene dell’Inferno per arrivare sin qui, e non ci devono essere altri intoppi.

Non ci possiamo permettere di fallire.

Ne va della vita di due persone a me care.

Ne va della mia sanità mentale e fisica.

Corro a perdifiato nella direzione opposta a Boris; ormai sento che non siamo più in contatto. So che se mai avessi bisogno di aiuto quel figlio di puttana non potrà darmelo.

“Ti conviene riportare indietro Reyka viva e vegeta, altrimenti ti ammazzo, Boris!” sbotto furente, incrementando la velocità.

Dopotutto non sono io quello che rischia maggiormente di lasciarci le cuoia: lo situazione fisica del Falborgh blaider è critica e può peggiorare nel momento meno opportuno.

“Devo sbrigarmi a trovare Kei! Poi andrò a dare una mano a Boris, se mai ne avrà bisogno!” mormoro tra me e me per farmi coraggio.

L’odore di stantio e di muffa si fa più intenso e nauseante. È il giusto indizio per capire che sono sulla strada dei sotterranei.

Ormai, il tragitto che conduce alle viscere del monastero lo conosco fin troppo bene per smarrire la via.

Mi sembra di rivivere una situazione simile di pochi giorni prima, quando ho cercato disperatamente di non credere alle parole dei miei compagni sul fatto che probabilmente Kei aveva abbandonato la squadra.

Il solo pensiero che l’argenteo avesse lasciato i DemolitionBoys per tornarsene con i giapponesi mi dilaniava il petto, ma ora come ora preferirei mille volte vedere un Kei felice e sereno insieme a Rei, piuttosto che trovare il suo cadavere sanguinante nelle segrete.

Ma Kei ha scelto me. Ha deciso per la strada meno dolce, più ripida e dissestata.

Ha valutato tutti i pro e i contro, ma alla fine ha scelto di seguire il suo cuore e di stare con il sottoscritto, colui che gli avrebbe reso difficile l’esistenza. Un amore fatto di dolore e tristezza, ma purtroppo sincero e genuino.

Percepisco la stessa sensazione di quel giorno quando ho aperto la porta della nostra camera e non ho trovato nessuno al di là della soglia; conscio del fatto che Kei non fosse nella stanza, mi sono illuso di poterlo riabbracciare.

Ora, però, non si tratta di sapere se Kei c’è o meno. La mia speranza è soltanto quella di trovarlo vivo.

Finalmente vedo le scale a chiocciola che conducono nei meandri del monastero e mi ci butto senza pensarci due volte.

La discesa è lunghissima e i gradini sembrano infiniti, ma un debole baluginio indica che la rampa di scale è presto finita.

Mi avvicino di soppiatto, mettendomi in ascolto con attenzione.

Sento distintamente due serie di passi piuttosto pesanti, ma le voci sono di tre persone diverse: Vorkov deve aver raddoppiato la sicurezza dal momento che il nostro tentativo di liberare Kei gli è parso scontato.

Purtroppo, quel viscido maniaco ha visto giusto ancora una volta.

“Ormai il secondo match dei mondiali deve essere iniziato da un pezzo!” dice uno dei tre carcerieri.

“Già, chissà come se la sarà cavata quel bastardo di un Huznestov!” sbotta un secondo.

I tre uomini scoppiano a ridere immaginando di vedere uno dei loro ospiti preferiti ridotto in fin di vita davanti al suo avversario. Non che la cosa volga a loro vantaggio, ma la sola idea della distruzione totale li diverte e li fa sopravvivere in quell’Inferno.

“Vorkov è ciecamente sicuro dei suoi mezzi! Vinceranno il mondiale senza esitazioni..altrimenti sanno a cosa vanno incontro, no?” continua il primo facendo schioccare la frusta di cuoio.

Il suono secco dell’arma mi fa accapponare la pelle; rabbrividisco se conto quante punizioni ho scontato sotto quella frusta malvagia e assetata di sangue.

Valutando la situazione e la posizione in cui sono, l’unica soluzione è quella di affrontare i tre guardiani apertamente.

Prima di arrivare alle maniere forti, bisogna tentare di raggirarli con l’astuzia, anche se temo di non esserne troppo capace. La mia lingua biforcuta mi abbandona nei momenti in cui si rende necessaria, e ciò è un grosso problema.

Respiro profondamente una boccata d’aria, se così la si può chiamare.

“Non starete mica battendo la fiacca, vero?” ringhio, allontanandomi dal mio nascondiglio.

I tre carcerieri, più grossi di quanto avessi pensato, rimangono spiazzati per qualche istante dal mio ingresso trionfale.

“Bhe, perché mi guardate con quelle facce da beoti?” sbotto arrabbiato.

Il solo pensiero che uno di loro abbia chiamato Boris ‘bastardo’ mi fa avvampare di rabbia. Come osano, loro, putride creature del sottosuolo, parlare così di un valoroso blaider e amico?

Il più unto dei tre si avvicina e fa luce con la fiaccola, illuminando il muro alle mie spalle e portando la fiamma a pochi centimetri dal mio naso.

“Yuri Ivanov, che sorpresa! Non ti aspettavamo! Cos’è? Una punizione extra per aver perso il tuo incontro, suppongo!” sibila con tono acido.

“Non supporre troppo, ti potrebbe far male alla testa!” mormoro a denti stretti, sorridendo sornione.

“Figlio di una cagna! Sei presuntuoso a presentarti qui e sputare sentenze!” sbotta il carceriere di cui non avevo sentito i passi.

Capisco perché non ne ho percepito la presenza se non grazie alla voce: l'uomo è stravaccato su di una sedia sgangherata che sembra essere sul punto di rompersi e lasciar cadere al suolo il lardoso essere umano.

Un conato di disgusto mi assale la gola, ma riesco a ricacciarlo indietro e attingere alla mia poca riserva di sangue freddo.

“Cosa pensi di ottenere insultando mia madre? Dovresti ringraziarla, invece! È solo per merito suo se ora siamo grandi amici!” dico ghignando e mettendo in soggezione i tre omoni di fronte a me.

Non posso affrontarli così, a mani nude, contando solo sulla mia forza fisica: non riuscirei a neutralizzarne uno che gli altri due mi ucciderebbero a suon di frustate e pugni.

“Amici? Tu non hai amici, Ivanov! Qui sei completamente solo!”

Adocchio la frusta senza che nessuno se ne accorga e scivolo lentamente lungo il muro verso l'arma che può tornarmi decisamente utile.

“Vorkov non ci ha informati del tuo arrivo!” sbotta il più idiota del gruppo “...non sarà che sei venuto a recuperare il tuo amichetto massacrato e incatenato qui sotto?” continua, rivelando tutte le informazioni di cui necessito.

“Sei un imbecille!” lo aggredisce il collega, dandogli un cazzotto in pieno viso.

Sogghigno soddisfatto: nessuno dei tre omaccioni mi sembra abbastanza sveglio da prevedere il mio piano e fermarmi. So di per certo che Kei è tenuto segregato qui, in qualche cella, e l'unico modo per accertarsene e portarlo in salvo è far fuori i tre guardiani.

Mentre i due carcerieri fanno la predica al loro compagno sul fatto che certe informazioni riservate sono troppo importanti per lasciarsele sfuggire di bocca, mi allungo ulteriormente per afferrare la frusta incustodita sulla sedia cigolante dalla quale si è scomodato l'ammasso di lardo.

Finalmente la sfioro con le dita e ne impugno saldamente il manico di cuoio nero, maleodorante di sangue rappreso e di sporcizia.

“Grazie! Mi siete stati molto utili!” esclamo sorridente, facendo schioccare la frusta vicino ai tre guardiani.

I carcerieri sobbalzano e si voltano inferociti verso il sottoscritto: sembra di avere di fronte una mandria di bisonti pronti a schiacciarmi con il solo peso del loro corpo.

Per fortuna, anni e anni di allenamenti con tutti i tipi di armi sono serviti a qualcosa e riesco a maneggiare la frusta come fosse parte integrante del mio braccio, una specie di prolungamento naturale fatto per torturare e provocare sofferenze.

“Piccolo bastardo! Questa ce la paghi!”

“Ho fretta! Devo salvare il mio amico e ho un appuntamento ufficiale con Vorkov! Non vorrete farmi aspettare, spero!” rispondo divertito.

L'odore del sangue e della lotta mi inebria, mi spinge a voler vedere più sofferenza negli occhi di coloro che sono stati i miei carnefici per dodici lunghi anni.

Con uno schiocco secco riesco ad imprigionare il collo del più idiota nella morsa micidiale della frusta e non sono intenzionato a lasciarlo andare fino a vedere le sue labbra diventare viola e i suoi occhi schizzare fuori dalle orbite.

Senza pietà. “Mai avere misericordia di chi non ne ha nei tuoi confronti” è uno dei comandamenti del monastero e, purtroppo, ho visto mettere in pratica questa dottrina più di una volta.

L'uomo non riesce a liberarsi, ma nel frattempo i suoi compagni non mi danno tregua e tentano inutilmente di menare colpi potenti ma imprecisi: sono solo inutili creature incapaci di intendere e volere, non possono essere tanto abili da acchiapparmi o da beccarmi impreparato con un pugno.

Stendo il primo uomo con un calcio nello stomaco; rantola a terra agonizzante e si preme le mani sulla pancia, mentre dalla bocca escono mute imprecazioni.

Bori, una volta, mi ha insegnato un trucchetto: come mettere KO l'avversario senza ammazzarlo, con sicura efficacia e un minimo dispendio di tempo ed energie.

Non ho mai avuto l'occasione di mettere in pratica il suo insegnamento, ma i consigli del platinato tornano sempre utili, specialmente se si tratta di combattimento.

Prima che il secondo guardiano riesca ad acciuffarmi e inchiodarmi al muro, mi abbasso all'altezza del carceriere agonizzante, ancora accasciato a terra, e lo sorprendo alle spalle: un colpo secco, potente, di taglio con la mano appena sopra la nuca.

L'uomo finisce a terra privo di sensi, fuori uso per almeno un paio d'ore.

Ma non ho fatto i conti con la mia preda intrappolata nella frusta.

Il carceriere mi afferra per la gola e mi immobilizza contro il muro, impedendomi di entrare di nuovo in possesso dell'arma, abbandonata a terra a pochi metri di distanza da me.

“Hai giocato a fare l'eroe? Ti sei divertito?” sbotta quello dietro le spalle del mio aguzzino.

Sento la sua mano molliccia e unta serrarsi ulteriormente attorno al mio collo e la sensazione non è delle più gradevoli: l'odore fetido delle celle mi sta dando alla testa e devo preoccuparmi di uscire con Kei, vivo, nel minor tempo possibile.

“Non è il momento di giocare!” sbotto dando un calcio al basso ventre dell'uomo, il quale si china a terra emettendo un suono stridulo.

“Non ho finito! Questa è per tutte le volte che ci avete torturati a sangue!” grido, montando a cavalcioni sullo sterno dello sventurato e assestandogli un gancio destro.

Avverto il naso rompersi sotto la potenza del mio pugno e il sangue esce copioso dalla ferita infertagli, ma il carceriere non demorde e rimane cosciente nonostante il dolore lancinante al viso e alle parti basse.

“Questa è per Reyka! Scomparsa per colpa del vostro amato superiore!” urlo in preda alla rabbia.

Lo finisco con un pugno sotto il mento, appena in tempo per essere trascinato via da un paio di luride e flaccide braccia. L'ultimo guardiano stava aspettando bello e beato il suo turno, sperando di vedermi soccombere grazie al suo collega ed evitare così lo scontro, ma, purtroppo per lui, le cose sono andate in modo diverso.

“Avrei dovuto ucciderti molto tempo fa, Ivanov!” sbraita brandendo un pugnale, tirato fuori da chissà che lardosa parte del suo corpo.

“Avresti dovuto pensarci un po' prima, non credi?” rispondo, evitando facilmente un fendente menato alla cieca.

Non appena ne ho l'occasione e vedo il braccio dell'uomo passarmi proprio di fianco all'orecchio, lo afferro e lo tiro verso il suolo con tutto il mio peso, sfracellando sul pavimento la sua mano e obbligandolo a lasciare il pugnale dal dolore causato dalla mano rotta.

Afferro l'arma e lo immobilizzo a terra, puntandogli la lama alla gola.

“Ora, dimmi, chi ha la possibilità di ammazzare chi?” sussurro in un ghigno, prendendomi finalmente un po' di gloria che mi spetta.

L'uomo mugugna qualcosa di incomprensibile: la paura gli impedisce di parlare e mi guarda con occhi colmi di disperazione.

“E' difficile mettersi nei panni dei poveri ragazzi che hai malmenato per tutto questo tempo, non è vero? Stavolta sono io ad avere il coltello dalla parte del manico, e guarda caso lo dico letteralmente..” sibilo cercando di incutere paura.

“Potrei ucciderti e farla finita, ma non ti voglio fare questo piacere! Non ti devo alcun favore!” grido, conficcando il pugnale a qualche centimetro di distanza dalla sua testa.

L'uomo si distrae guardando con felicità la lama distante da sé, ma non vede arrivare il pugno che segna il colpo di grazia e la fine della lotta infernale.

“Non sono come voi! Sono ancora un essere umano!” mormoro dando un ultimo calcio al corpo dell'ex aguzzino.

In pochi istanti trovo la chiave universale delle celle sotterranee e non ci penso due volte a far breccia verso il cuore della struttura; non ho mai avuto il piacere di visitare la parte più interna e più profonda dell'edificio costruito da Vorkov, ma so di per certo che non rimpiango questa mancanza.

Le mie gambe sembrano insensibili alla fatica: la scarica di adrenalina dell'ultimo scontro deve avermi dato la giusta dose di idiozia e di coraggio da poter continuare questa missione di salvataggio senza crearmi dubbi alcuni.

Ho la pessima sensazione che mi dilania il petto che qualcosa, sul cammino di Boris, sia andato per il verso sbagliato. E del mio sesto senso mi fido ciecamente, purtroppo.

Stringo i denti e socchiudo gli occhi, impegnandomi per non tornare indietro e aiutare il mio migliore amico: oltre al fatto di perdere l'occasione per liberare Kei, Huznestov potrebbe prendere la mia decisione come una mancanza di fiducia nei suoi confronti.

In poche parole, anche se dovessi decidere all'improvviso di cambiare strada e andare in soccorso al platinato, quest'ultimo rifiuterebbe il mio aiuto per orgoglio.

Se adesso mi vedesse vacillare per una cosa apparentemente futile come questa, sicuramente avrebbe da ridire con i suoi soliti toni gentili ed educati.

Per qualche istante ho la netta impressione che la mia coscienza si materializzi di fronte a me sottoforma di Boris e gridi qualcosa di tipico nel suo stile.

Che cazzo fai, razza di idiota di un Ivanov? Smettila di farti seghe mentali e corri a salvare il culo a Kei!”.

Ed eccolo che mi aspetta a braccia conserte, lo sguardo fiero e severo e la postura da militare; i suoi occhi verde smeraldo sembrano risplendere nell'oscurità del monastero, ma mi accorgo stupidamente che sono semplicemente le fiaccole appese ai muri.

Le rocce sembrano sgretolarsi a causa della corrosione dell'umidità; le sbarre d'acciaio delle celle sono ricoperte di muffa e hanno perso la loro patina brillante di un tempo.

Sospetto che il cubicolo dove Kei è segregato sia così facile da trovare, ma non mi rassegno a guardare all'interno di ogni gabbia nella speranza di vedere il ragazzo che amo e per cui sto mettendo a repentaglio la vita e la reputazione della squadra nazionale russa.

Rallento il passo e mi soffermo ad ascoltare dei rantoli appena accennati, dei sussurri impercepibili.

Mi fermo in mezzo al corridoio e trattengo il respiro per capire da che parte proviene il misterioso suono, ma nelle celle non c'è anima viva e non capisco se è tutto frutto della mia immaginazione.

Un clangore attira la mia attenzione verso un cubicolo che devo aver scartato dando per scontato l'assenza di qualche povera anima in pena. Ed è stato il mio errore più grande.

Nell'oscurità intravedo un paio di mani sbucare dai bracciali di due catene inchiodate al muro, ma riconosco a malapena la zazzera arruffata di capelli argentei che tanto speravo di rivedere.

Kei?” chiedo, pensando che i miei occhi possano tradirmi.

....cazzo...ce ne hai messo di tempo...” biascica, esplodendo in un colpo di tosse poco rassicurante.

Un semplice 'grazie' sarebbe stato sufficiente!”

Grazie di aver evitato che marcissi nelle segrete, mio eroe!”

Non ti manca il tuo macabro senso dell'umorismo, Hiwa! Mi solleva la cosa!” dico entrando con foga nella cella e aprendo i chiavistelli che gli tengono bloccati i polsi.

E a te non manca la stupidità!” mormora sogghignando.

Parleremo più tardi di quello che era giusto fare o meno!” rimbrotto offeso.

Mi sarei aspettato gratitudine, o almeno un po' di felicità nelle parole di Kei, invece sento solo malcelati insulti e una ramanzina sul fatto che non dovevo correre in suo aiuto.

Sei ferito? Riesci a camminare?” chiedo preoccupato, dandogli una rapida occhiata.

Kei si sgranchisce la schiena con una torsione impressionante e si massaggia i polsi, pieni di piaghe e sporchi di sangue.

Per il resto sembra soltanto indolenzito: Vorkov deve averlo graziato perché, dopotutto, è il nipote del suo socio in affari, non è nelle sue intenzioni lasciarlo a marcire in questa cella troppo a lungo.

Potrei stare meglio! Tu che dici?” risponde ironico.

Ehi! Io ti ho appena salvato la vita!” sbotto irritato.

Kei, già diretto verso la via di fuga, si volta e assume un'espressione contrariata e severa.

Ed è per questo che sono incazzato con te, Yuri! Non dovevi tornare qui! Dovevi scappare e andartene da questo posto senza pensare a me! Sei uno stupido se credi che riusciremo a cavarcela senza intoppi!” urla furioso.

Assimilo ogni sua parola, ma non capisco dove vuole arrivare.

Vorkov non ha la benché minima intenzione di ammazzarmi! Io ero solo una trappola fatta apposta per gli idioti come te! E ci sei cascato in pieno, Ivanov, proprio da imbecille! Quel pazzo non mi avrebbe mai ucciso, non può farlo perché andrebbe contro mio nonno! Io sarei scappato da qui appena possibile e ti avrei raggiunto finito il mondiale di beyblade!” spiega perdendo la pazienza.

Il suo ragionamento non fa una piega.

Ha ragione. Sono stato uno stupido a pensare solo a me stesso e alla mia relazione con Kei, senza contare che per questa missione ho messo in pericolo Boris, Serjey, Ivan e Reyka.

Sospiro e ripenso ai miei amici, coloro che sto facendo soffrire per i miei capricci.

Hai ragione, Kei, ma ormai siamo qui e non possiamo permetterci di fallire!” rispondo abbassando lo sguardo.

Lo so, non ci vuole un genio per capire tutto ciò!”

Perché non te ne stai zitto e fingi di essere il ragazzo a cui ho salvato il culo per l'ennesima volta?” lo ammutolisco.

La mia risposta ha solo l'effetto di farlo arrabbiare ulteriormente, tanto che l'argenteo si gira mollandomi un manrovescio in pieno volto.

In un primo momento mi stupisco della forza straordinaria del colpo, davvero troppo potente per un ragazzo normale che è stato rinchiuso in cella per dei giorni interi senza vedere mai la luce del sole.

Ma la cosa che mi sorprende maggiormente è la reazione smisurata di Kei nei miei confronti.

Rimango per qualche istante chino su me stesso, gli occhi socchiusi per riflettere sulle mie azioni e sento la guancia destra bruciare di dolore.

Perché l'hai fatto?” chiedo in un sussurro.
“Perché hai bisogno di una svegliata, Yuri! Non puoi aver davvero pensato di venire qui, finito il tuo incontro ai mondiali contro i giapponesi, liberarmi senza che nessuno se ne accorga e poi fuggire via evitando qualunque intoppo! Vorkov non è così idiota come credi!” dice appoggiandomi una mano sulla spalla.

Quel contatto non mi conforta, non mi porta quella gioia che ho sperato di provare ancora una volta.

Non sei il solo rinchiuso qui dentro, Hiwatari! Vorkov ha fatto sparire anche Reyka e Boris si sta occupando di lei!” sbotto furioso.

Allora avresti fatto bene a dare una mano al tuo amico a liberare quella povera ragazza!” rimbrotta serio.

Ho capito la morale, Kei! Ma io ho seguito il mio istinto e non ho rimpianti!”

Non avevo dubbi, Yu!” sussurra addolcendo il tono di voce.

La mano dell'argenteo scivola sulla mia guancia e accarezza il punto dove mi ha colpito poco prima, sorridendo come solo lui sa fare, illuminandomi la giornata.

Sembra voler dire qualcosa, come se sapesse perfettamente il destino di ognuno di noi e percepisse in anticipo ciò che lo attenderà non appena questa faccenda sarà risolta.

Come Boris, anche Kei pare avere le idee chiare del suo ruolo nella storia, ma non accenna a farne parola: entrambi sanno di per certo di voler rischiare la vita per il bene dei DemolitionBoys.

Mi avvicino all'argenteo e gli circondo la vita trattenendolo per l'ennesima volta vicino a me, dove è il suo posto; Kei si sporge e appoggia delicatamente le labbra sulla mia fronte e scivola piano verso la mia bocca.

Improvvisamente sentiamo un boato provenire dal piano superiore, come di una porta sradicata dai cardini.

Proviene dall'entrata principale!” grida Kei, allontanandosi da me e scattando verso i gradini.

Lo seguo senza perderlo di vista, ma non appena intravediamo la luce fioca del sole che si affaccia all'uscita delle segrete, il ragazzo davanti a me si blocca tutto d'un tratto tendendo le braccia per impedirmi di oltrepassarlo.

C'è qualcosa che non va!” mormora abbassando drasticamente il tono di voce.

E cosa te lo fa credere, Mr. So-Tutto-Io?” rispondo in un sibilo.

Come mai abbiamo sentito quel fracasso provenire dall'entrata principale e non da qualche altra parte del monastero?” chiede preoccupato l'argenteo.

Boris si trova nell'ufficio personale di Vorkov, in questo momento! Vuoi dire che...”

..che quello che è entrato nell'edificio è quasi certamente il nostro monaco da strapazzo molto incazzato!” conclude la frase.

Serjey non deve aver preso tempo a sufficienza per lasciarci fuggire!” ipotizzo.

No, può essere che Vorkov abbia capito il vostro piano e stia andando a controllare!” mi smentisce l'argenteo.

Allora cosa aspettiamo ad andare ad aiutare Boris? Se così fosse, Vorkov non lo risparmierà se lo trova con Reyka!” sbotto deciso.

Kei mi blocca un polso e la mia attenzione ricade sulla sua mano intrisa di sangue e piena di piaghe dolorose attorno ad essa.

Prima c'è un'altra cosa importante da fare!” mormora estraendo qualcosa di nero e scintillante dalla tasca posteriore dei pantaloni.

Black Dranzer. La causa dei nostri problemi ora può rivelarsi la più utile arma in nostro possesso.

La strategia di Kei mi è fin troppo chiara e acconsento immediatamente a seguirlo in sala comandi, dove i sottoposti di Vorkov dirigono i macchinari e le trappole del monastero, come un Dio può manovrare i suoi burattini dall'alto dei cieli.

La stanza dove ci sono i dispositivi di sicurezza e i comandi per azionare le macchine non è distante, né irraggiungibile: Vorkov, nei suoi piani, non ha mai tenuto conto che la squadra di top blaider in persona avrebbe osato tanto.

Raggiungiamo la sala comandi in un paio di minuti, correndo come forsennati.

Sei sicuro di stare bene?” chiedo osservando Kei zoppicare vistosamente.

Vorkov non deve avergliela fatta passare liscia e come minimo Kei si è beccato una punizione esemplare.
“Siamo qui per salvarci il culo o per parlare di come ho passato il mio tempo libero in questi giorni?” sbotta afferrandomi per il bavero della giacca.

L'antifona è più che chiara. È cristallina.

A Hiwatari preme di uscire dal monastero vivo e vegeto insieme agli altri membri della Borg. Niente di più. Ed io sono qui che faccio domande idiote, rallentando il ritmo della missione mettendo la vita di tutti a repentaglio.

Annuisco.

Tento di reprimere quel senso di ansia e preoccupazione, a volte ossessivo, verso la salute dell'argenteo e continuo a seguirlo imperterrito, nonostante le mie frequenti occhiate alla sua gamba destra e alla macchia scura sui jeans.

Non appena ci affacciamo alla porta della stanza relativamente piccola, notiamo un paio di guardiani pronti ad intervenire in caso di emergenza.

Kei li prende in contropiede e non mi accorgo nemmeno della sua prontezza di riflessi nell'afferrare il lanciatore e Black Dranzer, incastrandoli assieme e puntando dritto sul pannello di controllo principale del monastero.

Ve lo restituisco, bastardi!” sbotta l'argenteo lanciando con rabbia e disperazione il beyblade nero e scintillante.

La trottolina scatta alla massima potenza per tutta la stanza, distruggendo macchinari e controlli, attaccando senza pietà i collaboratori di Vorkov e fracassando ogni genere di pannello o schermo sul suo cammino.

Kei! Andiamocene!” grido, afferrandolo per la maglia e tirando con forza.

Ma il ragazzo rimane immobile a gustarsi lo spettacolo: il panico generale provocato da Black Dranzer sembra saziare parte della sete di vendetta dell'argenteo.

Sta per esplodere tutto, Hiwa! Muoviti!” sbotto dandogli un potente pugno sulla spalla e costringendolo per lo meno a camminare.

Kei sembra essere soddisfatto della sua opera e finalmente torna con i piedi per terra, ghignando in direzione degli operatori in fuga.

Questi vigliacchi, pur di salvarsi la pellaccia, abbandonano il loro superiore a cui sono tanto devoti!” sibila con disprezzo.

Scuoto la testa, ma non posso negare che questa sia la divertente verità. Divertente perché, quelli come noi, maltrattati e sfruttati, godono immensamente a vedere il terrore negli occhi degli aguzzini verso cui siamo stati timorosi e docili.

Dobbiamo raggiungere Boris!” dico prendendo per un polso l'argenteo e correndo a perdifiato verso l'ufficio del monaco.

Durante la nostra disperata corsa contro il tempo, incrociamo una marea di ragazzini: devono aver avvertito il pericolo incombente e se la danno a gambe sperando di uscire vivi dall'edificio.

Non si frappongono in alcuno modo tra noi e il nostro obiettivo, né tentano di ostacolarci con la loro sola presenza, anzi, si scansano impauriti e dai loro occhi si legge la curiosità di sapere dove stanno andando i due idioti che nuotano controcorrente.

All'improvviso si sente chiaramente il rumore terrificante di uno sparo che sovrasta il fracasso dei blaider in fuga e del monastero sul punto di crollare completamente.

Boris!” grido disperato, avanzando senza preoccuparmi di lasciare indietro l'argenteo.

Il mio cuore palpita per l'agitazione e per l'ansia di non essere arrivato in tempo.

Uno sparo può solo significare che Vorkov ha scoperto Boris nel suo ufficio e deve aver deciso di farlo passare a miglior vita.

Finalmente vediamo il portone di legno massiccio dell'ufficio aperto e mi faccio coraggio per affrontare qualunque situazione mi si presenterà davanti, ma il mio cuore è debole e non reggerò a lungo.

Nemmeno la presenza di Kei mi rassicura.

Boris!” urlo entrando con foga nell'ufficio e assistendo alla scena più terrificante di tutta la mia vita.

Sbarro gli occhi in tralice, incapace di credere a ciò che vedo e sento, riluttante a comprendere quello che mi capita attorno.

Reyka stringe Boris tra le braccia e piange silenziosamente, senza proferire parola o emettere singhiozzi. Sembra ammutolita anche lei dall'ingiustizia della vita.

Il mio migliore amico ha un proiettile conficcato nell'addome e una macchia rossa si espande sul tessuto della maglia, visibile nonostante sia nera come la pece.

Il viso del ragazzo è imperlato di sudore e digrigna i denti per trattenere urla di dolore che darebbero solo soddisfazione a Vorkov, appostato di fianco alla porta.

L'uomo sorride vittorioso con una lussuosa pistola in mano ancora fumante. Glielo si legge negli occhi che ha sempre desiderato vivere quel momento e avere la possibilità di far fuori tutti i DemolitionBoys, uno ad uno, senza pietà.

Boris...” mormoro socchiudendo gli occhi e reprimendo un conato di vomito.

Ivanov! Mi stavo giusto domandando quanto avresti impiegato per arrivare! Sei ancora in tempo per vedere il tuo amico morire!” sibila Vorkov alle mie spalle.

Purtroppo, se non ci sbrighiamo a portarlo in ospedale, il folle ha ragione. Lo perderemo.

La pallottola deve essere penetrata in profondità, vista la distanza ravvicinata da cui Vorkov ha sparato al platinato e con l'ultimo briciolo di razionalità calcolo che, a occhio e croce, a Boris rimane meno di un'ora. La cosa peggiore è che ne è perfettamente conscio pure lui.

Dannato! Sei tu l'unico che merita di morire, qui dentro!” ringhio, avvicinandomi con uno scatto a Reyka e Boris.

Sento il mio migliore amico ansimare affannosamente nel tentativo di rimanere sveglio e di non perdere i sensi; la sua vista comincia a calare e il dolore scomparirà non appena la sua forza di volontà verrà dissipata e Boris si lascerà andare con la mente e con il corpo.

Solo in un secondo momento mi accorgo che Kei non è presente nella spaziosa stanza. Nonostante questo, mi fido del ragazzo che amo e che si sta dando da fare per riuscire a portarci fuori di qui tutti interi; deve per forza avere un piano in mente.

Ah, mi dispiace solo che Hiwatari e gli altri due membri della squadra non siano qui ad assistere al massacro perché sarà davvero divertente!” sussurra, ignorando la mia provocazione.

Se non usciamo di qui, il monastero ci crollerà sulla testa!” grido per fargli capire che non c'è tempo di discutere in questo posto.

Che c'è? Hai paura di morire, Yuri?”

No, se so che verrai ammazzato anche tu con me!” ringhio, dando una rapida occhiata a Boris e Rerka.

La ragazza è traumatizzata e abbraccia Boris con foga, aggrappandosi a lui come se potesse proteggerla ancora una volta. Come se l'unico modo di farlo rimanere in vita, con lo spirito ancorato alla Terra, fosse stringerlo e pregare in un miracolo.

Scuoto la testa e cerco un modo per farci uscire da qui il prima possibile, ma la visione del mio migliore amico steso a terra, agonizzante e in fin di vita, non mi aiuta per niente.

Boris, non lasciarmi..” biascica Reyka, dando segno della sua partecipazione.

Ahahah! Solo Dio ha la facoltà di decidere i meritevoli di rimanere in vita o chi ci deve tristemente lasciare!” sbotta con tono sadico.

Vorkov giocherella con la pistola dall'impugnatura candida, come se stesse giocando con il destino di ognuno di noi.

Non avevi il diritto di decidere per la sua vita!”

Ti sfugge una cosa, Yuri! Io posso scegliere se farlo vivere o morire perché io sono Dio!”

E' questione di un attimo. Un breve istante durante il quale riesco a vedere ogni cosa a rallentatore, quasi fossi in un film.

Vorkov impugna la pistola e la carica, puntandola dritta contro la mia testa. Il suo dito ossuto si avvinghia al grilletto ed è come se sapessi che quella pallottola non potrà mai colpirmi perché non è quello il mio destino.

Non morirò per mano di Vladimir Vorkov. Almeno, non fisicamente.

Il rumore assordante del tetto, che sta per crollare a causa dell'esplosione in sala comandi, sovrasta il passo veloce di Kei il quale sbuca da dietro il grande portone per avventarsi contro Vorkov, ignaro della presenza dell'argenteo.

Un urlo disumano esplode dalla bocca del Dranzer blaider che con un salto e un pugno ben assestato riesce a far volare di mano la pistola al monaco, disarmato e inoffensivo. Ora, la cosa peggiore che può capitare è solo il crollo improvviso del monastero sopra le nostre teste, dal momento che la minaccia principale è destinata a soccombere sotto i colpi letali dell'argenteo.

Bastardo! Me la pagherai!” sbotta Kei assestandogli una ginocchiata nel basso ventre, mozzando il fiato all'uomo.

Vorkov rantola a terra, si tiene la pancia per il dolore e striscia come un verme verso la pistola, sperando che nessuno se ne accorga.

Mi affretto ad afferrare l'arma e puntarla dritta contro la tempia del nostro aguzzino.

Non lo farei, se fossi in te!” mormoro caricando l'arma proprio a pochi centimetri dalla sua testa.

Il monaco deglutisce, ma nei suoi occhi non leggo disperazione; vedo solo una gran voglia di vendicarsi, di distruggerci uno dopo l'altro e capisco che deve avere un piano di riserva assai diabolico.

Kei lo immobilizza, sedendosi sopra il suo petto, e con una sola mano riesce a intrappolare i polsi di Vorkov e mollargli cazzotti degni di tale nome. Non lo biasimo se sfoga in quella maniera tutta la rabbia che riserva in cuor suo, ma rischiamo di finire schiacciati dalle macerie se non ci sbrighiamo.

Reyka si alza con cautela, afferrando Boris da un braccio e proteggendosi la testa con l'arto libero, timorosa di beccarsi un pezzo di soffitto addosso.

Kei! Dobbiamo andare fuori da qui! Black Dranzer ha combinato un bel casino!” grido, attirando l'attenzione dell'argenteo.

Kei solleva il viso verso il mio e ghigna in modo sadico, deciso a non farla passare liscia a Vorkov per tutto quello che gli ha causato.

Non ancora, Yu! Prima voglio vedere morire que...”

Ma il ragazzo non finisce la frase perché, a causa della sua distrazione, il monaco riesce a liberarsi e ad afferrare un piccolo coltello posto nella tasca anteriore dei pantaloni.

Vorkov non si lascia sfuggire un'occasione simile e preme con violenza lo stiletto verso il ventre dell'argenteo, ferendolo gravemente.

Kei apre la bocca in un muto grido di dolore e sorpresa; appoggia una mano sul coltello e, non appena la mostra, il sangue impregna ogni centimetro della sua pelle diafana e perfetta.

Rimango immobile, con il braccio di Boris attorno al collo per evitare che cada o aggravi la sua situazione: non ha molto da invidiare a Kei, anche se il platinato è messo assai peggio.

Kei..” biascico, sbarrando gli occhi.

Ma resto al mio posto. La ramanzina sul “cosa è giusto fare” l'ho già ricevuta da Kei e so che il suo desiderio più grande è proprio quello che i DemolitionBoys si salvino con meno perdite possibili.

Il mio sacrificio per salvare Kei, a questo punto, sarebbe inutile.

Vattene, idiota! Salvatevi almeno voi” sbotta l'argenteo, socchiudendo gli occhi dal dolore.

Scuoto la testa incapace di credere alle mie orecchie ed ai miei occhi. Riluttante al pensiero di abbandonare in questo posto il mio ragazzo che, in pochi minuti, verrà sommerso dalle macerie.

Yuri, Kei ha ragione! Dobbiamo salvarci!” mormora Reyka.

Che significa? Cosa vuol dire, Kei?” chiedo abbassando il tono di voce, anche se, inconsciamente, conosco già la risposta.
Dopo un attimo di riflessione, Kei sorride sereno e in modo rassicurante.

Vi raggiungo fuori!” risponde addolcendosi e alzandosi da sopra il corpo di Vorkov.

Con grande difficoltà, Kei mi ruba la pistola che tengo in pugno e con la mano libera preme contro la ferita, evitando di estrarre l'arma.

Boris ha bisogno di un sostegno, io posso benissimo camminare da solo..” mormora poco convinto.

Nella sua voce c'è una vena malinconica, triste e rassegnata.

In fondo al cuore, so che questa è l'ultima volta che vedo Kei. Vivo.

So che la cosa giusta da fare è aiutare Reyka a trascinare fuori Boris e poi portarlo all'ospedale: Vorkov non gli ha sparato in un punto vitale, ma il platinato ha perso troppo sangue e rischia di morire a causa delle nostre perdite di tempo.

Il monaco scoppia a ridere. Una risata fredda, agghiacciante.

Nemmeno lui se la passa bene, in quanto Kei l'ha conciato per le feste prima di venire attaccato a sua volta.

Kei barcolla vistosamente e sgrana gli occhi per tenersi sveglio; la sua forza di volontà si fa meno ora che ha finalmente visto volgere al termine anche il suo ultimo compito.

Le tue ultime parole, Vlad?” sibila l'argenteo caricando l'arma.

Ormai è troppo tardi per uscire da qui! Verrete schiacciati come vermi! Siete degli illusi se pensate di uscire dal monastero vivi!” sbotta, sputando a terra in segno di disprezzo.

Mi aspettavo qualcosa di più originale!” risponde acido il ragazzo, premendo senza titubanza il grilletto.

Il proiettile finisce proprio in mezzo alla fronte del monaco, ma non è la vista di un cadavere a sconvolgermi, tanto più la freddezza e la mancanza di umanità di Kei nell'uccidere l'uomo.

Hiwatari ha messo fine all'ignobile vita di Vladimir Vorkov, eppure non mi reputo soddisfatto né contento nel vedere gli occhi vitrei e quel sorriso beffardo sul volto freddo del nostro aguzzino.

Non provo gioia.

Non sento quel brivido di libertà che mi sarei aspettato.

Vedo solo il ragazzo che amo macchiatosi di un orrore gravissimo, pari a quelli di Vorkov in persona. Ma non lo biasimo per quel gesto.

Correte!” sbotta l'argenteo, gettando a terra la pistola e affrettandosi a raggiungere l'uscita dell'ufficio.

Sospiro e faccio ricorso all'ultimo briciolo di forze rimastemi per trascinare Boris verso l'ingresso principale.

Il fracasso del soffitto che si sgretola è assordante e perdo completamente il senso dell'orientamento e del tempo.

Mi sento le orecchie piene di ovatta e ogni singolo oggetto è sfuocato, impalpabile.

Percepisco il braccio pesante e gravoso di Boris sulle mie spalle e tanto mi basta per affrettare il passo e seguire Reyra verso l'uscita, la nostra unica via di salvezza.

Laggù!” grida la morettina.

Ma le sue parole sono attutite e risuonano lontane.

Digrigno i denti ed invoco le ultime forze rimaste per trasportare Boris sulla schiena ed evitare di rimanere seppellito vivo insieme ai miei amici.

La luce si fa sempre più intensa e vicina.

Ormai ci siamo.

Percorriamo l'ultimo corridoio alla velocità della luce, o almeno così mi pare, e usciamo dal monastero, trovandoci nel cortile arioso e freddo.

È davvero giunta la fine.





Epilogo


Guardo la bara del mio migliore amico calare nella fossa.

È come se il mio corpo fosse fisicamente partecipe al funerale, ma la mia anima mi avesse abbandonato. Per sempre? Non ne ho idea.

Sento un braccio cingermi i fianchi con forza spasmodica. Si stringe a me in cerca di conforto e di un amico a cui abbandonarsi in un pianto liberatorio. Ma che sostegno posso darle in una situazione simile? Cosa posso fare per migliorare le cose? Desidero solo una bacchetta magica per scambiare il mio posto con quello di Boris. Non è giusto.

Reyka piange disperata. Non l’ho mai vista in uno stato simile, e ciò mi spaventa alquanto. Si riprenderà mai? Forse riuscirà a trovare qualcuno da sfruttare per sfogare i suoi istinti sessuali repressi e magari se ne invaghirà pure. Ma il vuoto lasciato dal nostro Boris è incolmabile.

Ivan non trattiene i commenti di disprezzo verso il monaco e si compiace del fatto sia morto sotto le macerie del monastero. Non oso immaginare ciò che avremmo potuto fargli se fosse rimasto miracolosamente vivo.

Una volta ho sentito dire che non esiste vendetta peggiore del perdono, ma chiunque sia stato a dire una cavolata simile, non ha mai avuto l’onore di conoscere Vladimir Vorkov.

Il perdono non è una parola ammessa nel nostro vocabolario e specialmente in una situazione simile è un termine inconciliabile.

Serjey ha lo sguardo perso nel vuoto, sembra vivere su un altro pianeta. In un mondo estraneo.

Spero per lui che in quel posto inaccessibile ad ognuno di noi ci sia un barlume di speranza che possa farlo andare avanti nella vita, perché la perdita di un membro della famiglia è la cosa peggiore che possa capitare.

Noi, ex mercenari ai comandi di Vorkov, non abbiamo altro che noi stessi per consolarci e continuare ad arrancare.

Socchiudo gli occhi e nella mia mente si fa largo il ricordo degli ultimi istanti durante i quali ho potuto godere della presenza del mio migliore amico.


Mi avvicino con circospezione alla barella dove giace Boris, conscio del fatto che questa può essere –probabilmente lo è- l’ultima volta che ci parleremo.

È strano.

So che è l'ultima occasione che ho per parlargli e riferirgli tutto ciò che ritengo importante, ma la mia mente non riesce a costruire un pensiero logico e pertinente, idoneo alla situazione.

Contrariamente a quello che ci si aspetta, provo un senso di rabbia profondo verso il platinato.

Forse perché so che ci sta abbandonando ed io sono troppo debole per affrontare la vita senza di lui.

Eppure sono fiero di ciò che ha fatto e di come si è comportato.

Sospiro rassegnato e sorrido amaramente, rivolgendogli uno sguardo orgoglioso.

Tu sapevi come sarebbero andate le cose. L’avevi messo da conto...”

Non c'è ombra di compassione nella mia voce, o almeno, tento di nasconderla al meglio per non mortificare un guerriero come Boris.

Sì..” biascica senza ripensamenti.

Mi rivolge un sorriso appena abbozzato: fatica a rilassare i muscoli con una pallottola conficcata nell’addome e non lo biasimo se non vuole parlare per risparmiare energie.

Nonostante tu sapessi che le possibilità di successo fossero minime, hai tentato comunque la sorte e non hai cercato di cambiare le cose!”

No, Yu..” sussurra in un rantolo, mentre il suo corpo è scosso da continui colpi di tosse.

Perché?” chiedo semplicemente.

Il mio corpo trema, ormai fuori controllo.

Perché era così che doveva andare. Non ci potrà mai essere un lieto fine, per noi. Non ci potrà mai essere!”

Sei un coglione, Boris. Ma un coglione davvero eroico.” mormoro sbuffando al vento.


La bara dove giace il mio migliore amico cala lentamente nella fossa; né Boris né nessun altro dei DemolitionBoys è religioso o credente, ma quando si comincia a non vedere altra via di scampo che un miracolo, ci si ritrova simpaticamente a pregare un Dio a cui mai nessuno ha creduto realmente.

Ed è proprio quell'essere divino superiore che decide del destino di ognuno di noi.

O questo “essere superiore” ha un nome? Vladimir Vorkov.

Boris non avrebbe voluto un funerale sfarzoso con decine di persone intorno al proprio capezzale.

Non sono nemmeno sicuro che Huznestov volesse un funerale.

Ma credo che un segno di riconoscimento verso colui che ha contribuito a salvare la vita a tutti i membri della squadra russa sia d'obbligo e Boris merita la nostra gratitudine e un addio come conviene.

Nonostante io veda con i miei occhi il corpo del platinato abbassarsi lentamente nel cuore della terra scavata, sento la sua vicinanza più viva che mai, quasi potessi vederlo con i miei occhi affianco a me.

No, non è un'illusione!

Il mio sguardo vaga verso un punto preciso del cimitero, dove una figura vestita di nero in giacca e cravatta, si presenta di fronte a noi con le mani affondate nelle tasche e la testa bassa in segno di rispetto.

I capelli platinati scompigliati dal vento fluttuano davanti agli occhi smeraldini e vivaci del mio migliore amico.

E poi, come fosse un miraggio, alza timidamente la mano in segno di saluto scomparendo dietro l'albero alla sua sinistra.

“BORIS!” grido con tutto il fiato che ho in gola.

Reyka e i miei compagni mi rivolgono un'occhiata preoccupata e sorridono amaramente.

“Yuri, anche a noi manca, ma..” inizia Serjey.

“No, Ser! Era lì! L'ho visto!” sbotto arrabbiato perché nessuno si è reso conto della sua presenza.

“Io ti credo, Yu!” mormora Reyka, finalmente tornando ad un tono di voce accettabile.

La morettina sorride tristemente, mi cinge la vita con entrambe la braccia e si aggrappa a me con foga. Ma non piange.

Ha prosciugato la sua riserva di lacrime disponibili già da un bel pezzo.

“Anche io credo che lui sia qui vicino a noi..” sussurra, gli occhi velati dalla tristezza.

Questa volta le parole della piccola mora mi confortano e mi scaldano il cuore; capisco che non sono davvero l'unico a cui manca Boris anche se questo pensiero avrebbe dovuto essermi ovvio fin dall'inizio.

Guardo Reyka e le sorrido, anche se può sembrare più ad una smorfia di dolore che ad una dimostrazione di amicizia.

Lei è stata l'ultimo pensiero di Boris prima di scomparire e non mi potrò mai più scordare le parole del platinato quando è stata l'ora degli addii. Quelli veri.



Yu, voglio chiederti un favore.” biascica prima che i paramedici lo spediscano in ambulanza.

Nh?”

In risposta mi esce soltanto un gemito. Segno evidente della mia incapacità di reprimere le lacrime.

Non trattarmi come un moribondo idiota, Yu! Puoi anche sforzarti di parlare..” mormora sorridendo.

Boris riesce a strapparmi un ultimo sorriso.

È una sua capacità innata, non c'è nulla da fare.

E questa sua caratteristica mi mancherà da morire.

Prendo una boccata d'aria e la butto fuori tutta d'un fiato, facendomi forza per non far notare il mio tono di voce traballante.

Quello che vuoi, Boris'ka!” rispondo stirando le labbra in un finto sorriso di circostanza.

Boris capisce che sto morendo dentro, sente la mia paura e mi compatisce.

Non dovrebbe essere il contrario?

Senti, non voglio che Reyka salga con me su quell’ambulanza. Non mi sembra bello che come regalo d’addio le lasci un ricordo così orribile..”

Boris è fin troppo consapevole che non arriverà all’ospedale vivo, ma nonostante ciò non demorde e cerca di mantenere un comportamento di distacco, indifferente alla morte.

Non ho intenzione di dirgli che se sarà forte, potrà sopravvivere alla notte.

Non voglio dar false speranze a nessuno. Soprattutto a me stesso.

Non credo in una divina provvidenza capace di guardare e avere compassione di questo ragazzo che ha dato la vita per salvarne un’altra.

Non sono ipocrita e non mi comporterò da tale. So che questa è l’ultima volta che vedrò Boris in vita, ma non ho nulla di importante da dirgli. Niente che possa essere così importante per lasciare impresso questo momento.

D'accordo, Boris!”.


Boris non è morto per niente e il suo gesto eroico non sarà dimenticato da nessuno di noi.

Ma al dolore di una scomparsa se ne aggiunge un'altra che porta con sé un velo di mistero e inquietudine.

Kei, il ragazzo che ho amato dal primo momento che ho visto, non c'è più.

Non so nemmeno io se dire se è morto o è semplicemente scomparso nel nulla.

Sta di fatto che abbiamo visto tutti quanti il monastero crollare sopra le teste di tutti i poveri sfortunati al suo interno. Kei Hiwatari e Vladimir Vorkov compresi.

Non appena il putiferio generale si è placato e le autorità hanno messo un po' d'ordine nei dintorni del monastero e al palazzetto dello sport dove si stavano tenendo le finali mondiali, con l'aiuto della polizia, dei vigili del fuoco e dei paramedici delle ambulanze, hanno fatto un po' di conti in tavola.

Morti, feriti, sopravvissuti e persone rimaste indenni.

Nel giro di un'ora sono arrivati i bulldozer e i cani da macerie per dare il loro contributo nelle ricerche di superstiti; hanno lavorato per tutta la notte per trovare il minimo segno di vita, ma non c'è stato nulla da fare.

Vladimir Vorkov è stato trovato morto, sepolto sotto le macerie, schiacciato dai detriti del soffitto e crollato proprio sopra la sua testa. Una fine ignobile per un uomo altrettanto squallido.

Ma il corpo senza vita di Kei Hiwatari sembra svanito nel nulla.

Uno dei misteri più bizzarri che la polizia russa si sia mai trovata ad affrontare.

I resti del ragazzo che amo non sono stato ritrovati né sotto le macerie, né nei dintorni.

Hanno cercato ovunque per giorni senza nessuno risultato: Kei è scomparso.

Mi sembra di rivivere un'esperienza passata, quando ho perso per la prima volta l'argenteo: l'avevano dato per spacciato, scomparso dalla faccia della terra. E io sono stato l'unico demente a credere che fosse rimasto illeso, che sarebbe tornato da me.

E non mi sono sbagliato.

Eppure so che questa volta andrà diversamente.

Non rivedrò spuntare dalla neve il viso tatuato di Hiwatari, né potrò riabbracciarlo e fare l'amore con lui.

Ma il nostro sogno, quello di Kei ed il mio, si è avverato. Siamo scappati dal monastero, lasciandoci alle spalle solo cumuli di pietre e mura.

Hai visto, Kei? Il nostro desiderio è stato realizzato! Siamo liberi, ora!” mormoro mordendomi il labbro.

Un ululato disperato si alza dalla foresta alle nostre spalle.

È triste, stanco, voglioso di trovare pace.

Il mio cuore sussulta quando sento il verso del lupo farsi prepotente e attirare la mia attenzione.

Non sono nemmeno sicuro che sia davvero la realtà, ma la bestia che dorme in me si è svegliata e piange di dolore per le perdite subite.

Nessuno sembra accorgersi dell'ululato insistente dell'animale straziato ed evito di farne parola con gli altri miei compagni.

Chiudo gli occhi e le lacrime iniziano a scorrere senza controllo perché mi rendo conto che ciò che Boris ha detto è la triste verità: non ci sarà mai un lieto fine, per noi. Non ci potrà mai essere.



Fine.




Angolo dell'autrice

Ehm ehm!V.V Buona sera! Ho finito questa storia, vi rendete conto??'T.T ritardo a parte che è tutta colpa dell'università!>.< Davvero! Non pensavo mi richiedesse così tanto tempo!

Ma....ho finito davvero questa storia! È triste, mi ero affezionata a questa fan fic! T.T Ma come ogni storia, ci deve essere una fine, e questa è la conclusione che vi propongo.

Sapete che mi farebbe tanto piacere conoscere le vostre impressioni al riguardo e, minacce di morte per il ritardo a parte, mi auguro di sentire tanti pareri!^-^

Ecco, ultime considerazioni da fare su questa storia...mmh...vediamo!V.V

Devo dire che sacrificare Boris e Kei mi è costato tanto!T.T [ma quanto ti crediamo =.='' ndKei&Boris] però reputavo che qualche vittima fosse d'obbligo! Del resto, è una fan fic triste, cupa e malinconica.. è una storia che lascia l'amaro in bocca, a mio parere, e ho sempre avuto chiaro fin dall'inizio il finale per me più appropriato!

E dovete sapere che Kei e Boris sono i miei personaggi preferiti!^.^'' vi sembrerà strano, ma è così!>.< ho fatto fare loro una fine gloriosa, degna dei veri eroi!V.V [intanto siamo crepati =.='' ndBoris&Kei] >.> dettagli inutili! Alle donne piace piangere gli eroi defunti! V.V

Bene, questo è tutto!^o^

Ah, mi stavo dimenticando!>.< ho iniziato con la stesura di In Pieces 2, se qualcuno fosse interessato al riguardo >.>....>.>.... [non c'è nessuno interessato a quello schifo di storia =.='' ndYuri] =.= mi mancavi pure tu!>.<

Passo ai ringraziamenti e poi vi saluto definitivamente con questa fic!^O^


lexy90: ciao cara!T.T mi dispiace un casino essere arrivata in ritardo così! Ma ti assicuro che ho avuto un casino da fare!>.< e poi il cappy era pronto da ben venti giorni, non sono riuscita ad installare nvu nel mio pc nuovo =.='' ecco...e poi ho problemi perchè, a Bologna, non ho internet!T.T

Comunque, ultimo capitolo, tutto si è concluso nel peggiore dei modi, ma del resto c'era da aspettarselo!V.V'' Ripeto che Kei e Boris sono i miei personaggi preferiti!^.^'' anche se non sembra da come li ho fatti scomparire!XD il mistero di che fine ha fatto Kei veleggia sulla conclusione di questa storia e questo punto interrogativo non verrà mai risolto!V.V ahahah!*.* sono bastarda, lo so! V.V Ti ringrazio di aver seguito anche questa storia!^O^ Ti avverto che sto preparando In Pieces 2 e ho pure un'altra storia in serbo!V.V Ci sentiamo alla prossima storia!^o^ un bacione grande!



Aphrodite: Ika-chan!T.T siamo arrivate all'ultimo cappy!>.< Porca miseria che tragedia! Mi ero affezionata a questa storia e concluderla mi è costata fatica =.='' mooolta fatica! Chiedo venia per il ritardo, ma ho avuto davvero degli imprevisti con l'università e soprattutto con internet che non ho ancora!>.< sono senza internet! T.T

Bene, che dire?? Sono contenta tu dica che miglioro di volta in volta! Mi commuovo T///T grazie mille! Spero che questo ultimo cappy e l'epilogo ti abbiano coinvolta tanto quanto l'ultimo capitolo!^O^ Grazie di aver commentato questa storia e di farmi troppi complimenti >///< a volte non li merito davvero =.= Comunque, spero di riuscire a commentare il resto delle tue storie al più presto!^o^ sai bene che prima o poi mi sentirai e ti lascerò una marea di commenti per romperti le scatole e farti sapere che mi piacciono tanto le tue fic!V.V

Quindi, come posso concludere?? Ci sentiamo alla prossima fan fic!^o^ un bacione grande grande!>.<



Ella_Sella_Lella: Oh, ma chi si rivede!^o^ Sono contenta tu ti sia fatta sentire! Spero commenterai l'ultimo e definitivo cappy di questa lunga fan fic!V.V

Ebbene sì, il povero Boris è un eroe!T.T E Keiuccio caro lo è altrettanto! Forse un po' sadico e scorbutico, ma lo è anche lui!V.V

Quindi spero di sapere la tua opinione al riguardo e mi auguro di averti stupita con questa conclusione molto triste!T.T sniff! Un bacione!!^o^

   
 
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