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Autore: bess93    24/10/2010    3 recensioni
Salve a tutti!Questa è la mia prima fanfiction su merlin! Il legame che unisce Artù a Merlino e indistruttibile, anche se sono caratteri praticamenti opposti. Forse è giunto il momento che merlino dica veramente quello che è, anche se in un modo che non si sarebbe mai aspettato.
Genere: Avventura, Fantasy, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ECCOMI GENTE! MI DISPIACE, CI HO MESSO TANTO. MA CON LA SCUOLA E’ PIU’ DIFFICILE METTERSI A SCRIVERE!!:)COMUNQUE, PREPARATEVI AI CAPITOLI CONCLUSIVI DELLA MIA FAN!
SEMPRE GRAZIE A CHI MI LEGGE E HA CHI MI RECENSCISCE!
 
PER ALEINAD: EH,EH… QUANDO LEGGERAI QUESTO CAPITOLO CAPIRAI CHI E’ LA VOCE MISTERIOSA…  BUONA LETTURA!:):)  
 

                                                                          
                                                       CAP. 8               IL DEBITO E’ SALDATO

 

 
 
  • - Artù, posso entrare?-
La voce della sorella lo svegliò da quel momento confuso che gli stava opprimendo la testa – Sì…-
Morgana aprì leggermente la porta per non far rumore. Avanzò di poco nella stanza – Uther ti sta cercando. Vuole parlarti e consumare la cena con te- disse, senza una minima inclinazione delle voce – Digli pure che ho già mangiato e che non ho bisogno delle sue prediche- disse Artù, tornando con lo sguardo verso Merlino. Morgana lo osservò seria – Ti consiglio di andare, se non vuoi che si arrabbi veramente.- Il principe non sapeva cosa fare, ma la sorella aggiunse – Starò io qui con lui, non preoccuparti- disse sorridendo lievemente – E tu non ti unirai a noi per la cena?- chiese lui, fissandola negli occhi, anche se temeva di vederci di nuovo quel qualcosa che non avrebbe dovuto esserci.

  • No…non ho appetito.- rispose velocemente. Artù gettò un’ultima occhiata a Merlino e prima di uscire dalla camera si rivolse alla sorella – Prenditi cura di lui. Io torno subito.- Morgana annuì e aspettò che Artù uscisse, prima di avvicinarsi al ragazzo –Merlino…- disse quasi bisbigliando. Gli prese la mano e la strinse nella sua -Perché ti hanno fatto questo?- Calde lacrime gli scesero sulle guance, fino a toccare il viso del mago. Morgana le asciugò in fretta, e cominciò ad accarezzargli dolcemente il viso. Sfiorò con un dito le palpebre chiuse e si avvicinò ancor di più a lui: posò le sue labbra su quelle esamini del giovane, e lo baciò intensamente. Come se quel bacio potesse riportarlo da lei.
 
 
 
 
 
 
 
 
Sentì freddo. Un brivido gli passò lungo la schiena.
Era disteso a faccia in giù, ascoltando un lungo silenzio.
 
Era completamente solo, o almeno così credeva.
Non era del tutto sicuro di esserci nemmeno lui.
Non osò aprire gli occhi: capì che doveva esistere, perché sentiva dentro di sé i battiti del suo cuore. Doveva esistere perché era certamente disteso su una superficie. Quindi possedeva il senso del tatto e anche la cosa sulla quale giaceva esisteva, perché ne sentiva la consistenza: era liscia e gelida.
Non aveva la benché minima idea di dove si trovasse. Percepiva soltanto lontani e sommessi rumori. Come il lento gocciolio dell’acqua, oppure l’aria che soffiava, gelida e pungente, intorno a lui. Un altro brivido gli percosse tutto il corpo. Si strinse e cercò di accoccolarsi come meglio poté per farsi calore.
Sentì ancor più freddo: forse era solo una sua impressione, ma passandosi le braccia su tutto il corpo, si scoprì di non avere alcuna veste che lo coprisse.

  • Merlino, alzati.-
Una voce pacata, lo prese alla sprovvista. Una voce a lui famigliare, ma che in quel momento gli risuonava sconosciuta.
- Merlino…-
L’improvvisa convinzioni di trovarsi in un sogno, gli fece notare che forse era Gaius che lo stava chiamando per andare a lavoro. In quel momento gli balenarono nella testa, come in un esplosione di colori, momenti e immagini diversi: stava combattendo…stava combattendo al fianco di Artù. Aveva utilizzato la magia e dopo… più nulla. Il viso del principe era l’unica cosa che si ricordava.
Era tutto così confuso… doveva di certo trattarsi di un sogno.
Figuriamoci se fosse accaduta sul serio una cosa del genere!
O forse sì? Non lo sapeva neanche lui.
Eppure c’era qualche cosa che ancora gli sfuggiva: come mai, se aveva appena sognato tutto ciò, lui non si trovava nel suo letto?

  • Merlino…- ancora una volta si fece presente quello strano richiamo, talmente profondo che sembrava uscisse dalle viscere della terra. Doveva essere ancora nel dormiveglia, ne era certo.
Sicuramente doveva trattarsi di Gaius.
Non aveva la minima voglia di alzarsi, però. Si sentiva particolarmente stanco, e la prospettiva di una nuova giornata passata a correre dietro ad Artù non era delle migliori.

  • Emrys…svegliati-
Merlino spalancò gli occhi senza volerlo. Non era Gaius quello che lo stava chiamando in continuazione. No. L’anziano cerusico non sapeva neanche che quello era uno fra i tanti nomi che il ragazzo possedeva. Sinceramente, lo aveva appreso da poco anche lui. Si mise a sedere, constatando che il suo corpo era ancora tutto intero, anche se sentiva dolori allucinanti da tutte le parti. Si aspettava di vedere l’unica persona che lo avesse mai chiamato in quel modo. Mordred, il bambino druido che per due volte aveva aiutato e altre due volte aveva quasi tradito. Ma quel che vide, non fu di certo lui.
Ikilgaar lo stava fissando.
Sorrise, quando vide lo smarrimento negli occhi del ragazzo – Ben svegliato, giovane mago. –
Merlino si alzò, indietreggiando alla vista del Grande Drago.
Non che questa cosa gli mise paura, anzi, conosceva Ikilgaar da tempo e sapeva che non gli avrebbe mai fatto alcun male, era solo un po’ confuso e disorientato dall’improvvisa apparizione della bestia.
Giunto a questa conclusione, si ricordò solo allora di essere completamente nudo.
Per fortuna erano al buio, e l’oscurità poté coprire il lieve rossore che era comparso sulle gote del ragazzo. Cercò di volgere lo sguardo altrove, ma il drago capì il suo disagio perché gli sorrise pacatamente, ma non disse nulla. Con la testa, però, indicò una pozza d’acqua cristallina che si trovava ai suoi piedi. Merlino, riluttante, vi si specchiò. Vide se stesso, non senza veli come credeva, ma coperto da una lunga camicia, assomigliante ad una cotta di maglia. Erano così leggeri gli abiti che indossava che non li sentiva neanche; era tutto uno sfavillio di luce argentata e i suoi occhi brillavano ancor di più. Alzò lo sguardo verso il drago, che non sembrava minimamente scioccato dalla sua reazione – Suppongo che tu voglia delle spiegazioni- disse. Merlino abbassò gli occhi       - Beh, in effetti… non ci sto capendo più niente. Cosa ci faccio qui?-
Il drago si avvicinò ancor di più a Merlino, tanto da penetrare il suo sguardo negli occhi del giovane mago- Non ti ricordi proprio nulla, Emrys?- gli chiese. Merlino non rispose, perché sapeva già che quelle immagini offuscate che continuavano a roteargli in testa, erano la prova che non aveva affatto sognato. Si guardò intorno: doveva trovarsi in una grotta naturale, molto in alto. Forse era quella dove vi si era rifugiato Ikilgaar quando era fuggito da Camelot.
 
Camelot.
 
Chissà quanto tempo distava da quel luogo sconosciuto…
Si sentiva perso, si sentiva solo. Sapeva che era accaduto qualcosa, qualcosa che aveva cambiato radicalmente la sua vita. Ma proprio non riusciva a ricordare… quando fece per sedersi, sentì come uno strappo, un dolore forte sul torace, vicino al cuore.

  • Cos’è successo?- disse, trattenendo a stento una smorfia di dolore. Il drago si erse in tutta la sua fierezza – Ciò che doveva succedere da tempo, giovane mago- Merlino alzò gli occhi al cielo: ci risiamo con gli indovinelli – Sai, sentivo la mancanza dei tuoi enigmi. No, dico davvero- la bestia rise sommessamente – Vedo che non sei cambiato Merlino- disse
  • Neanche tu. Allora, che cosa intendi con “ doveva succedere da tempo” ? Ti riferisci alla magia?- il drago chiuse gli occhi    – In parte. Guarda dentro di te e forse ti ricorderai…- Emrys chiuse la mente e lasciò parlare il cuore. Cos’era accaduto ti tale importanza, che non riusciva nemmeno a ricordare? Improvvisamente, le immagini di prima tornarono. Più colorate, però. Più nitide. Represse un brivido. La verità gli faceva paura – C’entra anche… Artù, non è vero?- il drago annuì. Merlino si concentrò ancora di più – Stavamo lottando. Lottando contro quel brigante, Aaron e i suoi.- Le parole gli fluirono fuori dalla bocca come un fiume in piena, che ha appena ritrovato la via – Poi, è accaduto qualcosa… è diventato tutto buio. Una freccia mi ha colpito al cuore.- Passarono attimi di silenzio nei quali Merlino cercò di riflettere – Ho utilizzato la magia…- sussurrò – Ma questa volta Artù mi ha visto farlo e io…non ho potuto impedirlo. Mi dispiace.- Ikilgaar lo guardò incuriosito – Perché dici questo?- Merlino non rispose e lasciò che una piccola fiamma danzatrice si accendesse fra le sue mani – E’ tutta colpa mia- disse dopo un po’ – Non doveva succedere.-
  • E per quale ragione? Il tuo destino è intrecciato a quello di Artù Pendragon. Forse era il momento che la verità venisse a galla.- Il ragazzo rimase a fissarlo con gli occhi lucidi – No- disse, scuotendo la testa – No, Artù non mi perdonerebbe mai per non avergli confidato una cosa del genere. E’ troppo orgoglioso. E poi… la magia è bandita a Camelot. Perché non sono morto? Tanto mi avrebbe fatto uccidere lo stesso!- ormai la rabbia e il senso di colpa avevano preso il sopravvento in lui. Si alzò di scatto e cominciò ad andare avanti e indietro, con passo frenetico – Ho sbagliato e me ne prendo colpa. Sono un idiota, una nullità, posso anche morire! Ho tentato tante volte di…-  
  • Basta Emrys!-
Merlino tacque, imbarazzato. Il drago gli fece segno di sedersi di nuovo. – Emrys- disse con voce più calma – Non sei morto, per la stessa ragione che ti conduce ad un futuro al fianco di Artù. I tuoi stessi poteri ti hanno salvato, perché sono potenti più di quanto tu pensa. Il tuo gesto è stato di enorme coraggio Merlino, ma questo è il tuo destino, capisci?- il giovane annuì, afflitto       – Hai dimostrato ancora una volta la tua grande umiltà, bontà e nobiltà d’animo. L’hai dimostrato, non solo ad Artù, ma a tutte le persone che ti stanno accanto. L’hai dimostrato a me. Nessun altro essere umano mi avrebbe dimostrato tanta clemenza come te, e non mi avrebbe mai lasciato una seconda possibilità, e questo ti fa un degno Signore dei Draghi. –
  • Ma Artù, cosa…-
  • Artù ha capito. C’è quel legame indissolubile che vi unisce e ha fatto in modo che lui capisse. Ti vuole bene, Merlino. Ha sofferto molto per la tua perdita, e sta soffrendo ancora. Non credo che si ribellerà a te quando ti risveglierai- il ragazzo ammutolì. Non credeva che Artù potesse provare così tanto dolore per lui. Sapeva che non era in realtà il principe borioso che voleva dimostrare, ma non credeva che potesse tenere così tanto a lui. Ora era più che convinto che quello che aveva fatto era giusto, e che lo avrebbe rifatto altre cento volte, se fosse stato necessario, perché avrebbe affidato ad Artù la sua stessa vita. Ma una parte di lui continuava ad avere paura e terrore: non aveva pienamente fiducia in Artù, forse?
  • Ma…- stava per replicare, ma il drago fu più veloce
  • Devi avere fiducia in Artù, Merlino. Ora che sa il tuo segreto siete uniti, lotterete per la stessa causa: per un regno migliore e per far tornare alla luce la vecchia Albion. Sei come la fiamma che arde fra le tue mani, Merlino. E’ ancora piccola ma il suo potere è immenso e dovrà mantenere pazienza prima che diventi vero fuoco. Per ora tu dovrai continuare ad essere quello che sei. Proteggi Artù e fa di lui il più grande re che la terra abbia mai visto. Sarete ricordati nei secoli avvenire, Emrys. Non te lo dimenticare…-
Una nuova luce di determinazione si accese negli occhi del giovane – E sia. Spero solo che Artù mi tratti meglio, dopo che ha visto fare…- il drago rise – Questo non lo so giovane mago. Di sicuro nel prossimo avvenire lo farà-
  • Altrimenti sa che io posso batterlo. E con meno di un soffio.-
  • Ah!Ah!Ah!- ghignò il drago – Sì…so che puoi farlo-
Merlino sorrise: guardò ancora il suo riflesso splendente nell’acqua – Perché sono così… “luccicante” ?!- chiese un po’ confuso e un po’ divertito – E’ la tua luce Merlino. L’aurea magica e benevola che emani, ma ora avvicinati.- Il ragazzo obbedì        – Bevi un sorso dell’acqua che sta in questa pozza. Deriva dalla sorgente Sacra che sta in questa montagna – Merlino lo guardò un po’ perplesso – Perché? – il drago assunse uno sguardo serio
  • Bevi e non fare domande – disse deciso. Merlino fece quello che gli era stato chiesto: si inginocchiò e prese un po’ di quell’acqua cristallina. Era come un balsamo per le sue labbra, che solo in quel momento si era accorto di quanto fossero aride e asciutte. Dopo qualche secondo  sentì le palpebre diventare pesanti. In un attimo si addormentò.
 
 
 
 
 
 
 
                                                                                                                                                   TO BE CONTINUED…
 
     

  
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