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Autore: jillien    24/10/2010    6 recensioni
Remus vorrebbe solo leggere in pace il suo libro, Tonks si nasconde in Biblioteca. L’ennesima scivolata e l’attenzione di Remus per i dettagli li porteranno a festeggiare un evento speciale in un posto tutto particolare.
Storia arrivata 5° al Number 17 Contest indetto da elyl, piperina e remvsg.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Storia partecipante al Number 17 Contest di elyl, piperina e remvsg.

 

Timeversary

 

[Avevamo smesso di essere due persone distinte, per diventarne una terza creata dal nostro amore.

I PONTI DI MADISON COUNTY]

 

Remus Lupin si stava decisamente godendo quella lettura, ed era davvero, davvero, l’unica cosa che in quel momento voleva fare. Leggere.

Sedeva nella biblioteca di Grimmauld Place dove, dopo aver letto quasi tutti i testi di Magia e i Manuali di Difesa, per non parlare degli Annali della famiglia Black, aveva trasferito alcuni tra i suoi testi preferiti. Ciò che lo rendeva perplesso era che aveva dovuto riconoscere di sapere esattamente con chi fosse imparentato ogni Black prima di mettere la parte tutti quei disgustosi saggi sul Sangue Puro e decidersi a iniziare il lavoro di trasloco dalla sua modesta libreria all’antica biblioteca Black.

Quello che ora teneva sulle ginocchia era in assoluto uno dei suoi libri preferiti; di certo non un tascabile, no davvero. Con le sue 723 pagine, la rilegatura in cuoio borchiato e il frontespizio in lingua originale, quel libro era probabilmente la cosa più preziosa che Remus possedeva.

 

Sospirò, appoggiandosi beatamente alla sedia che aveva appositamente spostato vicino alla finestra che copriva gran parte della parete nord della biblioteca, pensando che non ci potesse essere nulla di meglio che stare a leggere uno dei Canti del Paradiso della Divina Commedia stravaccato in poltrona durante un soleggiato e sonnolento pomeriggio di giugno. Era esattamente in momenti come questi che arrivava a non poter credere che fuori da quel enorme vetrata ci fosse una guerra. E che lui ne faceva parte.

Quando un tonfo e un simultaneo susseguirsi di grida lo distrassero dai suoi pensieri seppe che il suo pomeriggio di tranquillità era sfumato e che la sua piacevole lettura sarebbe stata bruscamente interrotta.

 

1…2…3…4…17.

 

Riuscì a contare fino a diciassette prima che un bolide ornato da brillanti capelli rosa cicca facesse il suo ingresso, chiudendo rumorosamente la porta e poggiandoci la fronte. Remus si passò una mano sulla fronte e non poté impedirsi di sbuffare.

 

“Ciao Tonks” disse, tenendo il segno con l’indice incastrato fra le pagine ingiallite.

La strega sobbalzò alla voce del licantropo, i capelli che viravano dal rosa a un rosso acceso – per il divertimento di Remus – e le gote in fiamme.

 

“Uhm… ciao Remus, cosa ci fai qui?” riuscì a farfugliare cercando di riprendere il controllo dei suoi poteri.

“Non scappo da Molly perché sono inciampato l’ennesima volta sul porta ombrelli svegliando così la vecchia, cara Walburga, se intendi questo” rispose divertito. Tonks sbuffò e i capelli tornarono faticosamente a sfoggiare il loro colore naturale. Fece qualche passo avanti – riuscendo miracolosamente a non inciampare nel complicato tappeto arabescato – e si sedette sulla poltrona che l’uomo aveva lasciato libera vicino al tavolino di legno scuro.

 

“Sarebbe bastato dire che stavi leggendo”

“Perdonami Ninfadora”

“Tonks” mugugnò.

“Perdonami Dora – le scoccò un occhiata per vedere se la reazione al nomignolo che le aveva affibbiato fosse positiva – ma cosa credi si possa fare in una Biblioteca?” chiese con un sopracciglio alzato. Tonks riuscì a pensare che quel gesto fosse molto sexy. E anche vagamente pitoniano. Poi si diede della pervertita per aver pensato le parole Piton e sexy insieme.

Tentò di aprire la bocca per replicare ma Remus mosse la mano libera davanti a lui. “Ferma, non lo voglio sapere”.

Gli riservò uno dei suoi migliori ghigni marchio Black “Ok, d’accordo, ma sarebbe stata una storia estremamente divertente. Cos’è quel coso che hai sulle ginocchia? Che ha preso il mio posto, tra l’altro”

Remus fece un cenno disinvolto con la mano “Oh, solo uno dei più grandi capolavori letterari nella storia della scrittura” disse disinvolto “ la Divina Commedia di Dante Alighieri, Ninf...Dora”.

Il silenzio che aleggiava dopo la sua presentazione del tomo fece strabuzzare gli occhi a Remus, il viso che si apriva in un’espressione incredula.

“Tu non conosci la Commedia di Dante?”

“Come pretendi che io conosca un’opera italiana e babbana?” rispose offesa.

“Ora parli come una serpeverde”

Tonks storse il naso. “Non c’è bisogno di insultare, professore”

“Perdonami Tonks” disse divertito “pensavo che essendo tuo padre babbano… evidentemente sbagliavo. In poche parole Dante descrive il suo viaggio attraverso i tre mondi dell’Aldilà cristiano: Inferno, Purgatorio e Paradiso. In questo viaggio Dante ha diverse guide ma due si distinguono per importanza: Virgilio il poeta e Beatrice, la donna che Dante ha tanto amato sulla Terra” le lanciò un’occhiata per assicurarsi che lo stesse seguendo. Sfogliava lentamente le pagine, assorta e si concentrava più sulle immagini ma sembrava interessata a quello che le stava raccontando. “ Dante, in pratica, parte dal centro del mondo per affrontare i demoni e i peccati del genere umano fino ad arrivare al cielo, il Paradiso, dove gli sarà concesso di vedere la luce di Dio”.

 

Tonks lo interruppe con un gesto, si alzò portando il libro con sé – e facendo cadere i centrini precariamente appoggiati sui braccioli – e si sedette sul bracciolo della poltrona occupata dall’uomo. Tese il libro e glielo lasciò cadere sulle ginocchia, strappandogli un gemito.

“L’unico motivo per cui ho lasciato che questo mattone prendesse di nuovo il mio posto è che voglio sentirti leggere esattamente cosa stavi leggendo. A voce alta.”

Remus sghignazzò mentre si strofinava la coscia offesa. Era riuscito ad intuire il pensiero dietro a quel gesto violento che probabilmente gli avrebbe causato l’ennesimo livido. Ed era quasi certo che quello che era riuscita a pensare non fosse del tutto normale.

“Si, tesoro, nell’Inferno c’è anche il peccato di lussuria ma ti assicuro che non arriverei mai a sfruttare un capolavoro come questo per indulgere in quel attività in particolare. Soprattutto quando ho te” le rispose con un sorriso malizioso.

“E’ meglio per te” sbuffò, ma lo scintillio nei suoi occhi gli assicurò che si sentiva in qualche modo lusingata dal singolare complimento che le aveva fatto.

Dille che è bellissima e ti fulmina con lo sguardo, dille che è brava…

“Allora?” esclamò impaziente

Remus si schiarì la voce.

“Canto trentunesimo, è quando Dante ringrazia Beatrice per tutto quello che ha fatto per lui durante il viaggio.

 

« O donna in cui la mia speranza vige,

e che soffristi per la mia salute

in inferno lasciar le tue vestige,

 

di tante cose quant' i' ho vedute,

dal tuo podere e da la tua bontate

riconosco la grazia e la virtute.

 

Tu m'hai di servo tratto a libertate

per tutte quelle vie, per tutt' i modi

che di ciò fare avei la potestate.

 

La tua magnificenza in me custodi,

sì che l'anima mia, che fatt' hai sana,

piacente a te dal corpo si disnodi »”.

 

Tonks aveva chiuso gli occhi, lasciandosi cullare dalla vo un po’ roca dell’uomo. Recitava i versi lentamente, dando alle parole un ritmo cadenzato come in una placida danza.

“Avevi ragione, è davvero molto bello” mormorò aprendo gli occhi. Allungò la mano verso il suo viso e gli sfiorò le cicatrici su una guancia con la punta delle dita, lievemente. Si sporse verso il suo volto socchiudendo gli occhi.

“Dannazione!”

Remus scoppiò a ridere mentre ancora teneva la ragazza, una mano sotto un’ascella e una ancorata al suo braccio per evitarle di sbattere il suo prezioso fondoschiena sul pavimento.

“Smetti subito di ridere!” sbottò piegando le gambe e lottando per rimettersi in piedi. Scrutò torva le spalle scosse dalle risate del suo compagno e i suoi capelli impazzirono, decidendo che il colore giusto per l’occasione fosse un pericoloso blu tempesta. Gli assestò l’ennesima botta sulla gamba riuscendo, con una mira eccezionale, a colpire lo stesso punto in cui il libro gli aveva lasciato il segno.

“Mira eccellente Dora” disse con un sorriso “ Ti chiedo scusa ancora una volta, ma stavo pensando al fatto che solo tu puoi riuscire a cadere tutte queste volte nello stesso modo”

“Vuoi dirmi che le hai contate?”

“Oh si, sono diciassette volte che mi cadi addosso ed altrettante che evito uno schianto epocale a quel fantastico fondoschiena”.

Tonks sembrò pensierosa per un attimo, poi sul volto a forma di cuore si disegnò un sorriso malizioso.

Abbracciò il suo compagno e iniziò a giocare con i corti capelli dietro la nuca.

“Vado a dire a Molly di non cucinare per noi questa sera”

“E perché di grazia?

“Semplice, con un numero così bisogna festeggiare, non sai che per gli italiani porta sfortuna? Sarà il nostro Voltaversario”

 

 

 

Remus Lupin e Ninfadora Tonks erano beatamente sdraiati sulla spiaggia. La sua piccola mano gli spazzolava i capelli chiari che ricadevano in ciuffi scomposti e bagnati sulla fronte. Il licantropo si era da poco reso conto che in quella soleggiata giornata di giugno si poteva fare qualcosa di meglio che leggere.

“Fammi capire, tu non conosci la Divina Commedia ma sai tutto sulle superstizioni italiane? E che diavolo è un Voltaversario?” le chiese ad occhi chiusi.

“Che ci vuoi fare, le credenze popolari per mio padre sono molto più interessanti di qualche vecchio libro e molto più utili alla mia educazione. Un Voltaversario è quello che abbiamo appena fatto”.

“Mi piace, verremo ad ammirare l’oceano ogni volta che cadrai o solo ogni diciassette volte?”

Smise un momento di passare la mano tra i capelli dell’uomo e si issò su un gomito, seguendo con lo sguardo il suo profilo rilassato.

“Toglimi una curiosità, da quando avresti iniziato a contare le volte che salvi il mio bel sedere dal pavimento?”.

“Da quando mi sei caduta addosso la prima volta” rispose, gli occhi d’ambra fissi nei suoi e una carezza che le sfiorava una guancia rosa “ da quando avevamo smesso di essere due persone distinte, per diventarne una terza creata dal nostro amore.

I capelli di Tonks fecero un giro di tutta la scala cromatica prima di fissarsi sul rosso acceso che era destinato sempre e solo a Remus. E alle sue uscite romantiche senza preavviso, ovviamente.

“E questa da dove l’hai presa?”

“Oh, solo da un vecchio libro, da cui hanno fatto un bel film tra l’altro”.

Rimasero qualche minuto in silenzio, il rumore dell’oceano faceva da sottofondo ai loro pensieri. Il tramonto si stava tingendo d’arancio e si rifletteva sull’acqua calma del loro luogo di festeggiamento.

“Rem, credi che in Paradiso sarei una buona guida?”

“Probabile. Almeno per il fatto che non ci sarebbe nulla su cui inciampare” mormorò guadagnandosi l’ennesimo piccolo pugno su una spalla.

“Se non inciampassi più dovresti dire addio ai nostri Voltaversari”.

Il licantropo sorrise e si portò la sua mano alla bocca, baciandola lentamente. Il cielo che si tingeva di rosso sembrava accordarsi esattamente con i capelli della strega. Di nuovo rossi. Anzi , rosso acceso ora che le sottili labbra del mago avevano trovato la punta del suo indice e la stavano lambendo delicatamente.

“A voler essere sinceri, tesoro, ciò che ho visto fino ad ora nel mio personale paradiso fa di te una guida decisamente migliore di Beatrice. E poi ho sempre preferito l’oceano alla montagna”.

 

 

 

 

 

 

 

NdA, che non guastano mai :D:

1) Dubito fortemente che il termine “Voltaversario” esista in qualsiasi lingua, per licenza poetica l’ho fatto inventare alla nostra Tonks.

2)Io odio Beatrice…ma mi serviva per la storia quindi mi sono adattata, nella speranza di non aver fatto qualcosa di troppo pesante

3) E’ la prima volta che scrivo su di loro, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate!

 

 

 

Copio e incollo commento e voto :D (Spero di aver corretto tutti gli errori xD)

5)“Timeversary” di Jillien 
- grammatica: 7,3/10 
- stile: 8,3/10 
- originalità: 8,6/10 
- caratterizzazione personaggi: 7,3/10 
- trama: 7,1/10 
- giudizio personale: 7,8/10 
- punti bonus per i 17: 3/5 
- utilizzo citazione: 1,8/2 
- utilizzo prompt: 4,5/6 
TOT: 54/73 

La storia ci è piaciuta molto. Purtroppo abbiamo riscontrato qualche errore di grammatica (per esempio: quando Dante ringrazia a Beatrice), di distrazione e di battitura. Lo stile è scorrevole. L'originalità di questa storia è veramente ottima, come già abbiamo scritto Dante ci è piaciuto. Ora però passiamo ai punti “ostici”, quelli che hanno fatto abbassare il tuo voto finale: Remus e i prompt. Nonostante il tuo avvertimento Remus è troppo “allegro e spensierato”. Nonostante sia felice per Dora e la ami, è difficile che si scordi della guerra magica che si sta combattendo. Per quanto riguarda i prompt: Paradiso l'hai usato in modo perfetto e divino mentre “oceano” ci ha lasciate un po' stupite. Sembra messo un po' caso, per festeggiare un voltaversario avrebbero potuto benissimo fare qualcos'altro. E' stata un po' azzardata come scelta. I diciassette sono presenti, ma avresti potuto dargli una maggiore rilevanza. A parte questi tre piccoli “inconvenienti”, ti facciamo i nostri complimenti perchè è veramente una gran bella storia. E soprattutto abbiamo adorato questo pezzetto: “ Tonks riuscì a pensare che quel gesto fosse molto sexy. E anche vagamente pitoniano. Poi si diede della pervertita per aver pensato le parole Piton e sexy insieme”. 

   
 
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