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Autore: Sweet Madness    25/10/2010    2 recensioni
Spoiler quinta stagione! Cacciare con un arcangelo/trickster ha i suoi vantaggi, ma anche tanti, tanti svantaggi. Dean lo impara a sue spese quando viene ucciso da un demone e si ritrova con l'anima legata ad un diario finito nelle mani di un'adolescente decisamente complessata.
Genere: Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nessuna stagione
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A/N: Scusate il ritardo, ma la scorsa settimana ho avuto un esame e mi ci è voluto un po’ per ritrovare la mia strada in quel labirinto di libri, appunti e quaderni che si era formato. Comunque, grazie a tutte le persone che leggono, ma soprattutto a brokendream e FleurDeLys per le loro gentilissime recensioni. Ci tengo a dire che questo penultimo capitolo è stato praticamente un parto e l’unico modo in cui sono riuscita a finirlo è stato grazie alla panna cotta che ho praticamente divorato, alla fantastica voce di John Barrowman e ai litri di thè al limone che continuo a bere. Ma basta blaterare e passiamo al capitolo, buona lettura.

What The Hell?!

“Oh, la mia testa” esclamò Alice portandosi una mano alla tempia, la ragazza aprì cautamente gli occhi solo per rendersi conto che non riusciva a vedere assolutamente nulla.

Imprecando in una lingua che decisamente non era Inglese la ragazza cominciò a cercare i propri occhiali trovandoli soltanto dopo cinque minuti di estenuante ricerca.

Quello che vide una volta tornata in possesso delle proprie facoltà visive la sconvolse (beh per quanto era possibile sconvolgerla dopo quello che aveva appena visto), sul pavimento del suo salotto c’erano due ragazzi evidentemente incoscienti, decisamente titubante la ragazza si avvicinò a quello che era sicura fosse Dean Winchester, si inginocchiò accanto all’uomo e con una penna arrivata da chissà dove gli punzecchiò il braccio.

L’uomo aprì gli occhi emettendo un grugnito di protesta, in fin dei conti era la seconda volta in meno di ventiquattro ore che si ritrovava disteso sul pavimento e qualcuno gli stava perforando il braccio con un oggetto appuntito, aveva tutte le ragioni del mondo per essere di cattivo umore.

“Ben svegliata principessa” sbuffò Alice colpendo il cacciatore sul braccio “mi hai fatto prendere un colpo! Quindi adesso che succede? Sei vivo?” chiese la giovane pizzicando l’uomo sul già martoriato arto.

“Ehi! Non lo so, non mi sento questo granché differente” confessò l’altro con un’alzata di spalle.

All’improvviso un colpo di tosse alle loro spalle li riportò alla realtà, la ragazza si precipitò accanto all’altro uomo, che si stava lentamente riprendendo.

“Dean vai a prendere un bicchiere d’acqua per favore, potrebbe aver battuto la testa quindi è meglio non muoverlo per il momento” sentenziò Alice cercando di prendere il polso dell’uomo, non era mai stata così contenta in tutta la sua vita del fatto che suo fratello l’aveva spesso usata come cavia per il suo corso di primo soccorso.

“Il fumo... il fumo nero” gracchiò l’uomo riprendendo conoscenza.

“Calmati, per favore, hai subito un trauma, devi calmarti” disse la ragazza all’uomo che cominciava a dimenarsi, nonostante il panico che l’attanagliava cercò di mantenere una voce calma e pacata “sono qui per aiutarti, qual è il tuo nome?”

“Zac, mi chiamo Zac”

“Bene Zac, io sono Alice, ora fai dei respiri profondi, andrà tutto bene te lo pro-” ma prima che riuscisse a finire la frase Zac cominciò a gridare, gli occhi sbarrati.

“Quel-quel bicchiere si sta muovendo da solo!” esclamò l’uomo prima di svanire di nuovo.

La ragazza si girò, ma l’unica cosa che vide fu Dean rientrare nella stanza con un bicchiere in mano.

“Beh, immagino questo risponda alle nostre domande, ma come mai io posso vederti e lui no? E soprattutto, ora cosa facciamo? L’hai sentito quel demone presto o tardi ne arriveranno altri” chiese Alice e togliendo polvere inesistente dai propri jeans.

“Dobbiamo andarcene, preferibilmente subito, avremo tempo di rispondere alle domande una volta trovato quell’idiota di Gabriel” rispose il cacciatore “per il momento sigilliamo la casa e andiamo nel posto più affollato che riusciamo a trovare”

“Cosa ne facciamo di Zac?” domandò la giovane indicando l’uomo a terra.

“Non abbiamo tempo di occuparci di lui adesso, chiamiamo un’ambulanza e lasciamolo in strada”

“Senti, io non so che branco di lupi ti abbia cresciuto, ma non possiamo lasciare questo poveretto in strada da solo!”

“Dobbiamo, fidati di me, starà benissimo”

“Va bene, come ti pare, a questo punto è meglio andare a scuola, lascio un messaggio a mia madre in caso tornasse prima” concluse Alice sbuffando.

In meno di dieci minuti i due erano sulla loro strada per la Poe High School, senza rendersi conto che qualcuno di poco raccomandabile li stava seguendo.

---

“Almeno siamo sicuri sia la casa giusta?”  chiese Sam guardando fuori da una finestra e sperando che nessuno li notasse dato che, tecnicamente, quello che stavano facendo si chiamava violazione di proprietà.

“Sì, posso chiaramente rilevare residui di un esorcismo” esclamò Cas all’improvviso.

“Già il fratellino ha ragione, ci sono più residui demoniaci qui dentro che in quella casa dove io ed una congrega streghe abbiamo deciso di darci alla pazza gioia, se capite cosa intendo, ah bei tempi, avevo detto loro di essere un signore dell’Inferno, ho vissuto una settimana fantastica, peccato che poi abbiano cominciato a mangiare la foglia e abbiano chiamato un demone vero, certo alla fine abbiamo coinvolto anche il demone ma-”

“Gabriel, concentrati!” sbottò Sam a metà racconto, in genere amava ascoltare i racconti dell’Arcangelo, ma quello non era proprio il momento.

“Ho trovato qualcosa” si intromise Cas che nel frattempo aveva cominciato a cercare indizi.

In salotto, attaccato alla superficie di un tavolino c’era un post-it giallo con sopra scritto in una grafia svolazzante e disordinata: Mamma, mi sono appena ricordata di avere un test importante, mi sento molto meglio così ho deciso di andare a scuola. Non ti preoccupare, torno presto. Alice.

“Sam, ho due notizie per te, una buona ed una cattiva” esclamò Gabriel tenendo in mano un quadernetto nero che aveva appena trovato a terra “quella buona è che questo è il diario a cui era legata l’anima di Dean, quella cattiva è che Dean non è più qui”

Sam si trattenne a stento dallo sbattere ripetutamente la testa (la propria, ma soprattutto quella dell’Arcangelo) contro il muro.

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Alice posò i libri nell’armadietto e si guardò intorno, molto consapevole del fatto che sembrava una pazza appena scappata dal manicomio, ma da quando aveva lasciato la propria casa si sentiva esposta ed in pericolo.

“Rilassati o rischi che qualcuno chiami l’antidroga” le sussurrò Dean nell’orecchio.

“Okay sono nervosa! Fammi causa” sibilò la giovane tra i denti, passare da una vita normale e un po’ monotona alla caccia ai demoni non aveva fatto bene ai suoi nervi.

Tutti i pensieri di droga e nervi furono accantonati quando tre ragazze che sembravano appena uscite da un teen drama, passando accanto ad Alice le rivolsero uno sguardo così pieno di odio e disgusto che Dean, nonostante avesse affrontato orde di mostri e demoni, rabbrividì.

“E quelle chi erano?”

“Beh, hai presente quando guardi quei telefilm sulle turbe adolescenziali e c’è sempre quel gruppetto di snob alla ‘Mean Girls’ che sono così pieni di cliché che se esistessero davvero probabilmente il mondo imploderebbe? Beh, loro sono la prova vivente che l’Universo ha un gran senso dell’umorismo. Non chiedermi come si chiamano però, perché continuo a dimenticare i loro nomi, per me sono sempre state, sono e sempre saranno Crudelia, Malefica e Ursula” rispose la giovane con una scrollata di spalle, al momento aveva decisamente altro a cui pensare.

“Odio il liceo” sentenziò il cacciatore con una smorfia “Professori, compiti, gente che ti odia senza motivo”

“Oh no, un motivo ce l’hanno, fondamentalmente odiano chiunque non abbia lunghi capelli setosi che riflettano il sole come il mare estivo riluce sotto la luce della luna, chiunque non porti una taglia 38 e in linea di massima chiunque non sembri appena uscito dalla copertina di ‘Seventeen’ il che significa che odiano praticamente chiunque, comprese loro stesse se vogliamo dare credito alla psicologia moderna.”

Due ore dopo Dean era seriamente convinto che morire di noia fosse possibile, era assolutamente certo di non aver mai incontrato nessuno con un programma di studi noioso come quello di Alice, un’altra ora sui principi di macroeconomia e avrebbe cominciato a dare di matto.

Era fondamentalmente a causa della noia che Dean ideò un piano, niente a che fare con la sua situazione ovviamente, semplicemente il cacciatore vedendo le tre ragazze di prima prendere in giro una ragazzina di appena tredici anni, aveva deciso di dare loro una lezione.

Già.

Dean Winchester: morto che cammina (parla, disturba le lezioni, flirta, ecc.), invece di fare qualcosa per porre rimedio alla situazione illustrata nella dichiarazione precedente gioca a fare il paladino della giustizia (ad onor del vero aveva sempre avuto l’aspirazione dell’eroe alla Batman).

Ehi, che tu sappia è mai morto qualcuno di morte violenta in questa scuola? Omicidio? Suicidio? chiese il cacciatore scrivendo discretamente su un foglietto dimenticato sul banco.

Perché? chiese sospettosa Alice scribacchiando con una matita sullo stesso pezzo di carta, Dean che apriva la bocca (in senso puramente metaforico in questo caso) senza lamentarsi? Decisamente sospetto.

Mi annoio, almeno potrei cercare qualche altro spirito con cui fare amicizia rispose l’uomo, ogni parola coperta da uno spesso strato di sarcasmo.

La ragazza sospirò, ultimamente lo faceva spesso e tutto a causa di quel dannato non-morto, ma neanche tanto vivo, Dean Winchester.

Va bene, che io mi ricordi c’è stata solo una ragazza, Harriett Miles, si è suicidata l’anno scorso, poveretta, soffriva da tanti anni di depressione

Senza neanche rispondere l’uomo uscì in fretta dall’aula.

Al cacciatore bastarono appena tre minuti per individuare le ragazze che si stavano dirigendo verso il bagno del secondo piano.

Quello che vide quando entrò fu un armamentario degno di una profumeria, ma ancora più importante uno specchio, un grande specchio. Perfetto.

Dean prese un rossetto e cominciò a scrivere.

Voi mi avete ucciso. HM

“Oh cavolo Jane! Oh cavolo! Che succede?!” gridò una delle ragazze allontanandosi repentinamente.

“Non lo so! Un fantasma!” rispose l’altra senza mai perdere di vista il rossetto che volteggiava nell’aria.

Smettetela e la vostra vita potrebbe essere risparmiata.

“Cosa? Smettere cosa?” a questo punto le tre erano decisamente terrorizzate.

Purtroppo però, Dean non riuscì a rispondere perché la porta si spalancò e le ragazze afferrarono al volo l’opportunità per scappare, lui però non prestò loro la minima attenzione, troppo preso dal nuovo arrivato.

Sam?

  
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