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Autore: Elelovett    25/10/2010    1 recensioni
Questo è il sequel della mia altra storia "Sweeney Todd, cosa sarebbe successo se..." perciò vi prego di leggere prima quella fic e poi questa! Sono passati anni dalla tragica notte ed Emily e Claudia cercano di dimenticare. Ma il ricordo di Sweeney è duro a morire e darà loro del filo da torcere ancora una volta...Specie se Anthony Hope è veramente deciso a risolvere il mistero del barbiere. Riuscirà Emily a tenere all'oscuro di tutto la figlia di Pirelli?
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony Hope, Johanna Barker, Nuovo personaggio, Tobias Ragg
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sweeney Todd, cosa sarebbe successo se...'
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Mentre ricamava, Serafine guardava di soppiatto Toby, seduto sul divano. Aveva un’aria pensierosa e preoccupata, che lo rendeva molto interessante. Era strano, pensava la ragazza, conoscere a fondo una persona e poi vederla ad un tratto da un altro punto di vista. Si punse con l’ago e imprecò a bassa voce. Abbassò nuovamente gli occhi sul ricamo, come se qualche forza invisibile l’avesse ripresa e obbligata a lavorare. Osservando il misero ramoscello fiorito che andava componendo sul cerchietto, non poté fare a meno di chiedersi se anche a sua madre all’inizio era capitato di pungersi con l’ago mentre osservava di nascosto suo padre…

Nella stanza entrò Claudia, e la ragazza arrossì per il pensiero che ad un tratto le era salito alla mente. Toby si fece da parte per far sedere la donna, e questa lo ringraziò. Un'altra mattinata di pioggia, il locale chiuso. Emily dormiva ancora, avendo passato la notte in bianco dopo l’incontro con Anthony e Johanna.

- Non sembra che accenni a migliorare.- disse Claudia indicando con un cenno della testa la finestra.

Toby annuì e sorrise a Serafine:

- Sembra che continuerai a ricamare ancora per molto…

- Che cosa eccitante!- esclamò con tono sarcastico la ragazzina.

Si sentirono dei rumori dalle stanza attigue, e dopo un po’ uscì Emily con un lungo vestito verde ed il cappello da passeggio calato quasi fin sopra gli occhi.

Claudia le chiese stupita:

- Dove stai andando?

- Al parco.- rispose seccamente l’altra.

"Al parco" ormai era un’espressione chiara per Toby e l’amica: significava che stava andando a far visita a Pirelli. Emily non aveva mai detto alla figlia dove fosse sepolto, per evitare spiacevoli domande, come ad esempio perché non si trovasse nel cimitero comune e non avesse una lapide sua. Avrebbe dovuto spiegarle che per la fretta avevano trascinato via il cadavere dell’uomo e l’avevano sepolto di nascosto per non restare immischiati nella faccenda di Sweeney Todd. Se avessero avuto la coscienza pulita avrebbero certamente trovato il tempo di seppellirlo propriamente. A Serafine aveva sempre detto che era sepolto in un posto tranquillo dove niente e nessuno l’avrebbe più disturbato, e quando la figlia le chiedeva se poteva vedere la tomba, Emily le rispondeva che un sepolcro non era un posto adatto ad una ragazzina così solare e con tutta la vita davanti. In realtà avrebbe tanto voluto portarla dal padre, anche solo per pregare insieme per lui, ma quel luogo faceva parte di quell’orribile notte segreta e questo era il prezzo da pagare.

Mentre camminava sotto la pioggia diceva tra sé e sé che un giorno le avrebbe detto tutta la verità e l’avrebbe portata con sé. E non le sarebbe importato se suo padre riposava sotto un semplice cumulo di terra con una manciata di fiori sopra, in mezzo ad un parco abbandonato, avrebbe capito quanto quel luogo era importante e l’avrebbe amato.

Era arrivata al parco. Camminò per un po’ e alla fine riconobbe il posto. La pioggia si era fatta meno insistente ed Emily si avvicinò al cumulo di terra. Si inginocchiò di fronte e sfiorò il terreno. Poi cominciò a parlare, la voce ridotta ad un sussurro. Parlava sempre con Pirelli quando era lì.

- Ciao- diceva- sono tornata. Non sono potuta venire prima perché sono successe tante cose…È tornato Anthony Hope e fa così tante domande…Su di lui. Ma abbiamo recitato la nostra parte. Ce la caviamo. Speriamo che la faccenda si sia conclusa…

Poi notò che i fiori che aveva portato la settimana prima erano ormai appassiti. Stavolta si era scordata di portarne di nuovi. Di fronte alla misera figura dei fiori appassiti, e sentendosi quasi in colpa, le salirono le lacrime agli occhi. Cominciò a singhiozzare:

- I tuoi fiori sono appassiti, mi dispiace tanto tesoro…Avrei dovuto portartene di nuovi, come faccio sempre. Ma pioveva, e non ci ho pensato…Io…Oh, mi manchi così tanto!

Scoppiò in lacrime e si accasciò sul cumulo di terra. Per fortuna era sola in quel parco abbandonato, troppo lontana dall’entrata perché qualcuno la sentisse.

Mentre si rimetteva in ginocchio lentamente le lacrime continuavano a sgorgare senza fine, ma il tono era più controllato:

- Non c’è giorno che non pensi a te. Credevo che il dolore sarebbe passato, ma non è così. Ti penso, e mi fa male. Vorrei che fossi qui. Lo sai, è buffo…Serafine in questo periodo è sempre imbronciata, non le piace il maltempo, e quando storce la bocca…Vedi, è proprio uguale a te, è come se ti vedessi di nuovo. Sta crescendo magnificamente. Merito anche di Claudia, e di Toby. Sì, lo so che preferiresti che quel ragazzo non avesse niente a che fare con nostra figlia, me è il suo unico amico. È importante per lei. Sono sicura che non lo odi poi così tanto…Se Serafine chiede spesso di te? Non più, a dir la verità, credo che ormai abbia accettato l’idea di essere orfana di padre. Ma sono sicura che pensa a te anche se non mi chiede niente. Vorrei portarla qui da te, lo sai. Ma non posso Davey, scoprirebbe che non hai una tomba tua, e di conseguenza che ti abbiamo sepolto noi. Non voglio che sappia cosa ho fatto per te. Spero che viva felice senza sapermi un’assassina. Anche se a volte… È difficile tacere. Spesso sono tentata di dirle tutto.

Aveva smesso di piangere, si asciugava le guance bagnate con un fazzoletto. Rimase in silenzio a fissare il cumulo, il vento che le batteva sul viso. Ogni tanto tracciava col dito linee flebilissime sul terreno. Dopo un po’ riprese a parlare:

- Io sto bene, nonostante tutto. Senza di te la vita è vuota, ma Serafine la sta riempiendo. E sono circondata da persone che mi vogliono bene, per questo sono contenta. Spero che anche tu stia bene, oggi è particolarmente freddo.

Tacque come per attendere una risposta dal sottosuolo. Solo le foglie sull’albero facevano rumore scricchiolando. Emily teneva gli occhi fissi sulla tomba.

- Ti amo.- mormorò.

Poi si alzò lentamente e decise di lasciare i vecchi fiori per non rendere il cumulo spoglio, anche se con quel vento sarebbero presto volati via. Voltò le spalle e se ne andò.

Intanto nel negozio Claudia, Serafine e Toby si divertivano con gli indovinelli. Stranamente quel giorno il ragazzo riusciva a batterle entrambe. Colui che riusciva ad indovinare poteva porre il prossimo indovinello, e gli veniva passata una mela. Era il frutto che doveva tenere in mano ognuno quando era il suo turno di parlare. La mela finiva ripetutamente nelle mani di Toby.

- Ma insomma, che hai oggi Serafine? Di solito sei la migliore! Hai la testa da qualche altra parte?- chiese Claudia con tono malizioso.

- No, zia Claudia. Sono solo un po’ fuori allenamento!- rispose la ragazza evasiva.

In realtà nemmeno lei riusciva a capire cosa le stava succedendo. Era come se nell’aria ci fosse qualcosa che le dava fastidio e allo stesso tempo le infondeva un piacevole calore all’altezza dell’ombelico, solo che non riusciva a capire che cosa fosse, né cosa le avesse suscitato quella sensazione. Era qualcosa che aveva a che fare con Toby, ne era certa. Ma respingeva il pensiero che aveva avuto quella mattina. Non poteva essere…Eppure era da un po’ che ci pensava.

Il ragazzo pose un indovinello e Serafine esclamò la risposta quasi senza pensarci. Toby le lanciò la mela, ma la ragazza era assorta nei suoi pensieri e non la prese.

Appena se ne accorse arrossì e si scusò. Ma il ragazzo si era già chinato a raccoglierla e gliela stava porgendo. Allora la sensazione si fece più forte e Serafine disse:

- Non importa, non ho più voglia di giocare. Vado nella mia stanza, continuate pure senza di me.

- Sei sicura di stare bene?- chiese Claudia preoccupata.

Serafine annuì con la testa e si ritirò. In camera si stese sul letto e rimase a fissare il soffitto. Toby era sempre stato il suo punto di riferimento. Il suo maestro e fratello, compagno e protettore. Perché ora lo vedeva ad un tratto cresciuto, e diverso? Che fosse la noia che la spingeva a questi pensieri?

Piano piano si appisolò. Quando si svegliò c’era sua madre nella stanza. La donna disse sorridendo:

- Qualcuno si è fatto un pisolino! Comunque, il pranzo è quasi pronto. Tra poco apriamo, è meglio che ti prepari.

Mentre Serafine si metteva a sedere e si stiracchiava le tornò in mente la strana sensazione e volle fare un tentativo.

- Mamma- chiese- ti capitava spesso, prima che mio padre si dichiarasse, di pensare a lui e di sentirti…Strana?

Il solo pensiero di Pirelli, e il fatto che fosse la figlia a parlarne, fece sobbalzare Emily.

- Strana…nel senso, senza appetito né sonno?- chiese la madre di rimando.

- No, non proprio questo- rispose Serafine- intendo…Confusa in sua presenza, e affascinata, ma anche in colpa e impaurita, perché non dovresti sentirti affascinata. Insomma, non lo sei mai stata, perché dovresti esserlo ora? Eppure lo sei!

Di fronte al discorso impacciato e confuso della ragazza Emily sorrise. Disse:

- Confusa e affascinata sì. In colpa no. Con tuo padre è stato amore a prima vista, non ho riflettuto sul perché avrei dovuto o non avrei dovuto sentirmi attratta da lui. Credo che la tua situazione sia un po’ diversa, ma credo anche che…Chissà…Possa essere amore!

La guardò curiosa e indagatrice allo stesso tempo. Serafine si affrettò a ribattere:

- Nessuna situazione! No, no, amore? Niente affatto! Stavo solo supponendo, non fraintendermi.

- Bene.- si accontentò di questo.

Emily uscì dalla stanza lasciando Serafine più impaurita di prima. Ma lei era contenta, perché, dopo tanto tempo, la ragazza aveva chiesto di suo padre.
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Per Tecla_Leben: Evviva, sono contenta che la storia ti tenga sulle spine già da adesso!!! La vera azione arriva tra un po' ma le basi sono già predisposte...Spero che tu continui a seguirmi così! ^^

  
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