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Autore: elyl    25/10/2010    14 recensioni
Remus Lupin ha ricevuto la chiamata dell'Ordine della Fenice: la guerra si è spostata a Hogwarts. Lascia la moglie a casa con Teddy e subito va a combattere. Ma Nymphadora è una donna testarda e non è disposta a stare a casa mentre suo marito rischia la vita.
Genere: Drammatico, Guerra, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Ormai mi sono arresa, il mio cervello è un'entità a sé stante: il mio corpo può essere stanco quanto vuole, ma basta un niente ed ecco che il mio cervellino bacato elabora idee su idee.

Ecco, questa one shot è nata da un'idea scaturita ieri sera mentre ascoltavo la canzone “I want to hold your hand” cantata da Chris Colfer in Glee. Vi suggerisco di ascoltarla mentre leggete per aumentare il piacere della lettura :)

Buona lettura

elyl





I want to hold your hand


La chiamata era arrivata, inaspettata. Ero in salotto a giocare con Teddy. Mi bloccai e sentii una tazza infrangersi in cucina. Lo sapevamo entrambi, il momento era arrivato.

Corsi da te, stringendo il bambino.

Ci guardammo negli occhi e nei tuoi lessi la stessa paura che, ero sicuro, si poteva leggere nei miei.

Remus...”

Sussurrasti il mio nome come una supplica, terrorizzata e sull'orlo di piangere.

Mi avvicinai e ti abbracciai stretta, sperando di riuscire a tranquillizzarti.

Devo andare, Dora.”

Guardai Teddy e gli sorrisi mentre un groppo mi ostruiva la gola, chiedendomi se l'avrei più rivisto.

Ciao Teddy.” Lo salutai con voce rotta.

Emise un gridolino, allungò le manine paffute e le posò sulle mie labbra, i capelli che diventarono blu elettrico come ogni volta che era contento.

Non andare.”

Sospirai e ti feci prendere in braccio nostro figlio, che subito abbracciasti stretto tenendogli una mano dietro la nuca, aggrappandoti a lui per impedirti di afferrarmi.

Sentii una morsa allo stomaco ed una mano invisibile afferrarmi il cuore, iniziando a spremerlo e farlo sanguinare dolorosamente.

Devo andare, Dora.” Dissi, accarezzandoti una guancia. “Non posso tirarmi indietro e non voglio. Devo farlo: per James, per Lily, per Sirius. Per Harry.” Feci una pausa e posai lo sguardo sul nostro ometto. “Soprattutto per lui.” Gli scompigliai i capelli e tornai a guardarti. “Devo combattere. Devo farlo perchè voglio che mio figlio, nostro figlio, cresca in un mondo migliore di quello in cui viviamo adesso. Lo faccio per lui e per noi.”

Voglio venire con te.”

No.”

Scossi il capo con fermezza.

Ma...”

Non posso combattere sapendoti là in mezzo!” Urlai angosciato.” Non posso combattere se tu sei in pericolo.”

Grosse lacrime iniziarono a scivolare lungo le tue guance, così presi il tuo viso tra le mani ed appoggiai la mia fronte alla tua.

Ti amo, Nymphadora Tonks.” Sussurrai fissandoti negli occhi.

Ti amo anche io, Remus Lupin.”

Sorrisi e ti baciai dolcemente, assaporando le tue labbra salate.

Vi abbracciai entrambi, drogandomi del vostro profumo, poi mi allontanai.

Prepara la colazione per quando torno.” Ti dissi sfoggiando una delle mie espressioni più rassicuranti.

Non aspettai la tua replica ed uscii, affrettandomi, lottando contro la tentazione di restare con voi ed ignorare la richiesta di aiuto dell'Ordine.

Remus!” Gridasti dalla soglia di casa.

Mi fermai, lentamente mi volta e ti vidi correre da me. Buttasti le braccia attorno al mio collo, misi le mani sulle tue guance e ci baciammo come non avevamo mai fatto, disperati.

Questo non è un addio, sappilo.” Ti dissi con furia, prima di baciarti di nuovo.

Mi liberai dal tuo abbraccio e corsi via, senza mai voltarmi, sapendo che se l'avessi fatto non me ne sarei più andato, smaterializzandomi appena mi fu possibile.

Subito mi ritrovai alla Testa di Porco. Feci un cenno ad Aberforth ed imboccai il lungo tunnel che portava alla Stanza delle Necessità.

Quando arrivai vidi immediatamente Harry. Era cresciuto, era diventato un uomo: James e Lily sarebbero stati orgogliosi di lui.

Organizzammo la resistenza, decidendo come dividerci, ed andammo a prendere i nostri posti.

Mi guardai attorno: tutto era calmo e tranquillo. La quiete prima della tempesta. Per sette lunghi anni Hogwarts era stata la mia casa, il luogo dove finalmente avevo cominciato a vivere. James, Lily, Sirius e (purtroppo) Minus erano stati la mia famiglia.

E tutti erano morti a causa di Voldemort. Minus fu il primo ad andarsene, tradendo Lily e James, vendendoli. Lily e James erano morti per salvare il piccolo Harry. E Sirius, il mio migliore amico, l'ultimo a lasciarmi, era morto solo due anni prima per mano di Bellatrix. Se ne erano andati tutti.

Sentii un boato in lontananza: contrastava così tanto dal silenzio che regnava in quel corridoio.

Chiusi gli occhi. Le pareti tremarono e delle urla si alzarono da qualche parte nel castello. Li riaprii. Feci un respiro profondo e strinsi la bacchetta, preparandomi: la battaglia era iniziata.


I Mangiamorte erano in netta maggioranza, ma ce la stavamo cavando egregiamente: dalla nostra parte avevamo tutta Hogwarts. Fantasmi, armature, Pix e persino i quadri, incitandoci, facevano la loro parte.

Evitai una maledizione, feci un passo in avanti e lanciai uno schiantesimo, colpendo in pieno il Mangiamorte mio avversario, scagliandolo contro la parete, facendogli perdere i sensi.

Attraversai di corsa il corridoio, assicurandomi che non ci fossero feriti.

Remus, come procede?” Mi domandò Aberforth, sbucando da uno dei tanti passaggi segreti della scuola.

A meraviglia.” Gli risposi con un sorriso.

Spalancò gli occhi, mi afferrò per un polso e mi portò al riparo mentre un anatema colpiva il muro nel punto esatto dove, fino pochi istanti prima, si trovava il mio viso.

Mi girai e vidi Dolohov, pronto ad attaccare di nuovo.

Mi abbassai, strinsi la bacchetta e lanciai rapido un incantesimo, ma lo mancai.

Va' pure, ci penso io.” Urlai ad Aberforth.

L'uomo fece un cenno col capo e sparì all'interno del passaggio segreto.

Uscii dal mio nascondiglio contrattaccando, senza andare a segno: il Mangiamorte era abile.

Mi colpì di striscio con un Sectusempra, provocandomi un taglio superficiale sul braccio. Strinsi i denti, presi la mira e lanciai uno schiantesimo, colpendolo in pieno petto, ma non gli provocai alcun danno.

Imprecai, arretrai e mi ritrovai alla sommità della scalinata in marmo bianco che dava sul salone d'ingresso.

Remus!”

Rabbrividii e il sangue mi si raggelò nelle vene. Mi voltai di scatto e là, ai piedi delle scale, ti vidi.

...Oh yeah, I'll tell you something...

Non volevo crederci. Ti avevo lasciata a casa insieme al piccolo Teddy, al sicuro, lontano dai pericoli. Cosa ci facevi nel bel mezzo della battaglia?

...I think you'll understand...

Dora!” Urlai incredulo, colpendo un Mangiamorte alle tue spalle.

...when I say that something...

Dovevi stare a casa!” Gridai terrorizzato.

...I wanna hold you hand...

Involontariamente allungai il braccio.

...I wanna hold your hand...

REMUS!” Urlasti, tendendo la mano verso di me nell'esatto istante in cui una maledizione mi colpì.

...I wanna hold your hand...

Caddi a terra, stordito, alle mie spalle Dolohov che esultava vittorioso. Tesi la mano nella tua direzione e chiusi gli occhi per pochi istanti. Ogni suono era attutito, avevo la vista appannata e non sentivo più il mio corpo.

REMUS!” Gridasti nuovamente.

Spalancai gli occhi e, dietro di te, vidi Bellatrix avanzare con la bacchetta sguainata, puntata alla tua schiena.

DORA!”

Te la indicai e vidi il terrore nel tuo sguardo mentre ti voltavi per fronteggiare tua cugina. Un lampo di luce verde, rapido, e cadesti a terra, priva di vita.

Senza sapere da dove ricavai le forze necessarie, scattai in piedi, noncurante delle mie ferite. Schiantai Dolohov che era a pochi passi da me, poi scesi di corsa le scale saltando i gradini due a due.

Mi lasciai cadere accanto a te, sfinito.

...Oh please, say to me...

Dora, Dora.” Ti chiamai, sapendo benissimo che non mi avresti mai risposto. “Dimmelo Dora, dimmelo come quella volta in cui trovai il coraggio di baciarti.”

...You'll let me be your man...

Dimmi che mi lascerai essere il tuo uomo, come mi sussurrasti il giorno del nostro matrimonio.”

...and please, say to me...

Per favore, dimmi...”

...you'll let me hold your hand...

...che lascerai che ti tenga per mano...”

...now let me hold your hand...

...lascia che ti tenga per mano...”

...I want to hold your hand...

...voglio tenerti per mano, Dora.”

Avevo la voce rotta, mi chiedevo se riuscivi a capire ciò che ti stavo dicendo, se capivi a cosa mi riferissi, se ricordavi le parole che mi dicesti quando ci sposammo.

Faticavo a respirare, a vederti attraverso la patina di lacrime. Strinsi gli occhi, ti feci sollevare il capo e lo appoggiai delicatamente alle mie gambe, ricordando quante volte ti eri addormentata in quella posizione in giardino, sotto quel grande salice. Ti guardavo dormire beata e ti scostavo i capelli dal viso, sfiorandoti leggermente.

...and when I touch you I feel happy inside...

Ti accarezzavo dolcemente il volto. Quando ti toccavo, anche solo con un dito, mi sentivo felice. Non ero allegro o altro, ero proprio felice: ogni problema spariva, esistevamo solo noi due.

...It's such a feeling that my love...

Era un sentimento così grande, quel mio amore. Quel mio amore che provavo, che in quel momento mi stava uccidendo, privandomi di ossigeno, distruggendo il mio cuore, facendo crollare il mondo perchè tu non eri più con me.

I can't hide...

Avevo provato a farlo, ma non potevo nasconderlo: aveva preso il sopravvento.

I can't hide...

Ero arrivato al punto di non ritorno, non potevo più nascondermi.

I can't hide...

Non potevo più nascondere neanche il mio dolore, aveva preso il controllo. Sapevo che tutt'attorno a me si stava combattendo una sanguinosa battaglia, che ero una facile preda per il nemico, ma non mi importava.

Dentro di me sentivo soltanto la voragine che la tua morte aveva creato. Non ti avrei più vista sorridere, cambiare colore dei capelli a seconda del tuo umore, dormire beata in quelle pose che solo tu potevi assumere e trovare comode.

...Yeah, you've got that something...

Avevi quel qualcosa, impossibile da definire. Eri riuscita ad abbattere le mura che avevo eretto e costruito per tutta la mia vita per difendermi dal dolore, per impedirmi di innamorarmi e soffrire.

Eri riuscita ad abbatterle senza fatica.

I think you'll understand...

Sicuramente l'avevi capito ancora prima che lo facessi io. Per questo non ti eri mai arresa, avevi combattuto per me. Per noi.

...when I feel that something...

Quando lo sentii, mi arresi.

Lo sentivo, sentivo quel qualcosa che mai, prima di allora, avevo provato.

I want to hold your hand...

E quando finalmente capii, ti presi per mano.

Tremavi.

...I want to hold your hand...

Eri lì, immobile tra le mie braccia, priva di vita e di quel fuoco che ti dominava, estinto a causa di tua cugina.

Piangevo disperato, stordito, e l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era che volevo tenerti per mano come quella volta.

Sentii la risata di Dolohov alle mie spalle.

Chiusi gli occhi e coprii la tua mano con la mia.

Voglio tenerti per mano. Tienimi.”

Così, pochi secondi prima che la maledizione di Dolohov mi colpì, ti strinsi la mano.

Ti tenevo per mano.

.I want to hold your hand...

   
 
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