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Autore: Emy_n_Joz    26/10/2010    1 recensioni
Assassini. Templari. Sappiamo già cosa fecero in passato. Ma cosa direste se ci aiutassero a reinterpretare uno dei più grandi eventi della storia?
Francia, 1789. L’inverno è particolarmente rigido, soprattutto per chi adesso non ha più una casa. Il popolo ha fame; la carestia e il gelo hanno divorato ogni cosa. Le tasse non fanno che aumentare di giorno in giorno, rendendo la situazione insostenibile. E strani individui, coperti da un mantello bianco e con il viso nascosto da un cappuccio, si muovono per i vicoli, come ombre, tra questa desolazione. Al contrario, alla corte del re, il fasto e l’opulenza dominano con una totale indifferenza su tutto quello che succede al di fuori delle mura di Versailles, sugli intrighi, sulle feste e su nobili abbigliati riccamente, e sfoggianti anelli dorati, intarsiati di pietre preziose con la forma di una strana croce scarlatta. Dalla cima della Tour du Temple di Parigi, un mantello bianco è sospinto dal vento a tempo con la bandiera strappata recante il fleur de lis dei Borboni. Sotto il cappuccio, le labbra piene e rosse accennano un sorriso. Un attimo e, con un sussulto dell’aria e il grido stridente di un falco o di un’aquila, la figura è sparita, lasciando soltanto come segno del suo passaggio lo sbattere fremente e spaventato delle ali di alcuni colombi.
E ciò che verrà dopo sarà l’inferno, o la sua fine.
Genere: Avventura, Azione, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Assassin's Creed: Revolution'
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            Francia, 1789

4 Gennaio

Damien si trovava all’interno di quella stanza da ore ormai, non sapeva con precisione quante, ma di sicuro ci aveva trascorso tutta la mattinata. Non gli piaceva stare al chiuso, era un ragazzo attivo, e per fortuna essere un Assassino comportava passare molto tempo all’aria aperta e muoversi in continuazione.

La sua vita era piuttosto strana: non aveva una casa fissa, perché era sempre in viaggio da città a città per seguire i suoi bersagli e farli fuori. Aveva diverse conoscenze che lo appoggiavano in quello che faceva, ed erano loro che gli offrivano ospitalità e che lo aiutavano a scoprire qualcosa di più sui suoi nemici.

Quando era arrivato nel piccolo borgo dove viveva Bernard Guibeaux, ormai due settimane prima, si era subito recato dal suo carissimo amico Christophe, che gli aveva dato ottime informazioni riguardo al suo obiettivo, e poi ovviamente aveva dovuto girare per la cittadina e conoscerla un po’ meglio, per essere alla fine in grado di memorizzare anche la stradina più povera e meno frequentata.

Dopo l’omicidio di Guibeaux, era tornato nel suo rifugio e si era riposato, ma il lavoro lo aveva già richiamato il giorno seguente.

Infatti ancora non aveva portato a termine il suo compito lì: c’era un’altra persona da uccidere.

Così, adesso, si ritrovava a dover iniziare tutto daccapo, raccogliere altre informazioni, controllare la mappa della cittadina e pensare bene a quali strategie adottare in quella circostanza. Era la parte più noiosa del suo lavoro ma, come diceva sempre Keras, il suo Maestro, purtroppo anche la più importante.

E ogni volta era la stessa storia. Gli venne in mente che se fosse provenuto da una famiglia diversa, non si sarebbe mai ritrovato in quelle condizioni.

Si riscosse da quei pensieri, e tornò alle sue scartoffie.

Ignace Odilon, ovvero l’uomo che, come diceva sempre Damien, la morte stava per baciare, era un puzzolente, grasso, corrotto esattore delle tasse che, anche se non avesse dovuto, l’Assassino avrebbe ammazzato più che volentieri. Doveva essere tolto di mezzo perché c’era il pericolo che scoprisse e ostacolasse quello che faticosamente si stava costruendo in Francia da parecchi anni a quella parte.

Damien abbandonò le sue carte, e si appoggiò pesantemente allo schienale della sedia, esausto e annoiato. Fortunatamente, l’aprirsi della porta lo distolse dalla sua noia.

Nella stanza entrò un uomo sulla quarantina, non molto alto e col viso ricoperto in buona parte da una folta barba. Era vestito in modo abbastanza sobrio, anche se evidentemente non povero.

Christophe alzò lo sguardo, lo fissò con i suoi occhi chiarissimi, e gli sorrise.

‘’Sempre a studiare, eh?” fece, chiudendosi la porta alle spalle.

“Mi sarei anche rotto, a dirla tutta” replicò Damien, rispondendo al suo sorriso “Avrei proprio bisogno di svagarmi un po’. Non è che conosci qualche bella ragazza non sposata? O anche sposata, fa lo stesso.”

Si alzò in piedi e si sgranchì le gambe, mentre Christophe ridacchiava. “Ti stavi per caso riferendo a mia figlia?”

Damien assunse un’aria innocente. “No… Assolutamente no!” finse di pensarci “Ma se me la offri di tua spontanea volontà, allora, visto che sono un vecchio amico…”

“Mi dispiace, niente da fare, Monsieur De Labsinthe” rise Christophe “Non ti lascerò corrompere la virtù di mia figlia. Lei cerca un compagno serio. E sappiamo entrambi che non puoi essere tu.”

Damien allargò le braccia con fare rassegnato, e si lamentò: “E va bene… Come vuoi. Ma sappi che sei un tipo antipatico.” si avvicinò all’amico “Spero che tu abbia qualcosa per farti perdonare.”

Christophe annuì. “Ho fatto tutto ciò che mi hai detto.” disse, tirando fuori dalla tasca della giacca un biglietto piuttosto spiegazzato “Sono entrato in contatto con quel tizio, che ritenendomi un buon mercante, mi ha chiesto di fornirgli delle merci di vitale importanza per lui, o almeno così mi ha detto.” continuò.

Damien non riuscì a trattenersi. “Chissà che cosa diavolo sta architettando quello sporco Templare…” disse con disprezzo.

“Qualsiasi cosa stia architettando, non avrà il tempo di portare a termine l’opera.” disse con convinzione Christophe “Non gliene darai l’opportunità, so che non fallirai. Comunque, ho scritto l’indirizzo del luogo dell’incontro su questo biglietto subito dopo il mio colloquio con Ignace… Oh, scusa, forse detto così sembra troppo confidenziale! Volevo dire… con il Templare in questione.” disse, alla vista dell’espressione disgustata che si era disegnata velocemente sul volto di Damien non appena aveva pronunciato il nome del suo nemico. Non gli piaceva granché sentir menzionare apertamente coloro che odiava.

Christophe riprese: “Ho sentito dire da alcuni miei colleghi che questo posto… non mi ricorderò mai come si chiama, è situato in una zona molto isolata della città, il luogo ideale per coloro che svolgono attività illecite, comunque lontana da occhi indiscreti…”

“Rue de l’Homme Mort...” recitò Damien leggendo quello che c’era scritto nel biglietto “Accidenti! Davvero allettante come nome! Deve portare molta fortuna a chi passa di lì… Sai cosa? Non mi stupisce per niente che quel luogo non sia frequentato da nessuno.”

“Già! A me quel nome mette i brividi.” affermò Christophe.

Damien, guardandolo male, disse: “Ma noi non dobbiamo preoccuparci di questo, dobbiamo organizzarci bene su come agire, e per farlo, ho bisogno di conoscere anche io alcuni elementi importanti, come l’ora dell’appuntamento, per esempio…” terminò, cercando di incalzarlo.

“Ah già, giusto!” esclamò Christophe, ridendo “Bhé, abbiamo fissato per le dieci di mercoledì sera… Ho pensato che ti sarebbero stati più che sufficienti quattro giorni per prepararti all’omicidio.” gli disse.

“Sì, hai calcolato bene…” valutò Damien “Mercoledì sera sarò lì prima delle dieci, così potrò controllare meglio la situazione e mi sentirò più sicuro… E appena arriverà chiuderemo la faccenda anche con lui.” marcò quest’ultima frase mettendoci più aggressività che poteva.

“D’accordo Damien… Io ovviamente starò qui ad aspettarti, e poi festeggeremo questa vittoria!” disse con felicità Christophe.

“Mi piace quest’idea dei festeggiamenti… Sai cosa, già che ci sei potresti invitare anche Cécile, credo che tutto diventerebbe molto più divertente, e poi visto che sono io il festeggiato credo di meritare qualc…”

Christophe non gli fece finire la frase. “Ancora?! No, Damien, NO! E’ inutile che continui con questa storia! Lascia stare mia figlia, ti prego!” Era esasperato.

“Cavoli come sei antipatico! Stavo solo scherzando… O almeno ci provavo” disse Damien divertito.

“Ovviamente.”

Christophe non sapeva più cosa dire. Prese a camminare verso la porta, e una volta raggiunta, uscì dalla stanza.

 

8 Gennaio

Damien era nascosto sotto l’imboccatura del ponte da quasi un’ora. L’acqua sporca del piccolo fiume proiettava riflessi azzurrini sul suo viso, e l’odore gli aveva fatto storcere il naso per almeno un quarto d’ora, prima che riuscisse ad abituarcisi.

Il sole era calato ormai da parecchio, e l’aria stava iniziando a raffreddarsi. Non c’era un solo lampione acceso nella via, e non passava nessuno da prima del tramonto.

Non sapeva quanto avrebbe ancora dovuto aspettare, ma continuò a concentrarsi sui rumori che risuonavano intorno a lui, e sulle sensazioni che gli comunicavano: sentiva il vento che si riversava sulla sua pelle come una lama, tanto era gelido, e l’acqua che si muoveva all’interno del suo letto, scossa dall’aria, lo rilassava.

Avvertiva chiaramente il fruscio di qualcosa lì nelle vicinanze, accanto alle sue gambe: abbassò lo sguardo e anche se non vedeva niente a causa dell’assenza di luce, riconobbe che quello era il suono prodotto dalla piuma marrone scurissimo che sbucava dall’interno di uno dei suoi stivali, mossa dal vento.

Damien era sicuro che chiunque, vedendola, avrebbe pensato che fosse soltanto un ornamento estetico, molto azzeccato visto che stava benissimo con il suo bizzarro abbigliamento. Ma in realtà quella piuma significava molto di più: glielo aveva spiegato il Maestro, ed era stato lui a volere che la portasse sempre con sé. Era un significato che soltanto un vero Assassino come lui poteva cogliere fino in fondo.

Si era talmente immerso nei rumori della notte e nei suoi pensieri, che per un istante si dimenticò di essere lì per compiere un omicidio.

Per questo, quando sentì finalmente un picchiettante rumore di passi, sussultò appena. L’incedere era pesante, e il ragazzo sentiva chiaramente un respiro affannato. Fu subito sicuro che si trattava di Ignace Odilon, il sudicio Templare che aspettava.

Continuò a rimanere nascosto ancora per un po’, in ascolto. Contò il numero di piedi che camminavano sui lastroni di pietra; soltanto due. Odilon era veramente venuto da solo.

Decise di aspettare ad uscire. Gli erano sempre piaciute le sorprese.

“Ma dove diavolo si è cacciato quel bottegaio da quattro soldi?” fece Ignace con la sua voce melliflua, in tono seccato.

Damien abbozzò un sorrisetto, e uno scatto metallico rimbombò sugli argini del fiume, mentre il ragazzo muoveva preciso il braccio sinistro.

Sentì il sussulto di Ignace appena prima di arrivargli davanti, la lama sguainata, lo stesso sorriso dipinto sulle labbra.

Ma il sorriso gli si congelò sul volto. Negli occhi di Odilon non c’era il terrore che si era aspettato.

“Buonasera, Assassino.” disse serafico il Templare, mostrandogli una dentatura giallognola “Bella nottata per gli affari, non trovi? Peccato che il tuo amico Christophe non sia potuto venire…”

Il cuore di Damien prese ad accelerare.

Merda.

“Mi rincresce davvero che tu sia venuto tutto solo… In compenso io ho portato molti amici che non aspettano altro che fare la tua conoscenz...“ Ma non riuscì a terminare la frase.

Il suo ghigno si trasformò in una smorfia, quando Damien affondò la lama nel suo largo stomaco. Sentì una violenta fitta all’altezza della milza, ma non ebbe il tempo di preoccuparsene.

Riuscì a malapena a ritrarre la lama nella manica che una ventina di soldati si riversarono dalle due estremità del ponte verso di lui.

Oh, cazzo!

Prima che potesse anche soltanto pensare di scappare, lo avevano già accerchiato, e lui si trovava a lottare contro cinque di loro in una volta. Fece scattare la lama ed estrasse la spada, e iniziò a combattere con entrambe.

All’inizio la fortuna fu dalla sua, infatti riuscì ad abbatterne almeno otto, ma ad ogni movimento il suo corpo si faceva sempre più pesante, e fu allora che si accorse di avere una larga ferita sul fianco sinistro. Perdeva molto sangue, e sentiva di essere troppo debole per poter continuare.          La vista gli si appannò fastidiosamente, e fece un errore. Bastò quello perché una guardia lo afferrasse alle spalle e lo immobilizzasse.

E nonostante gli occhi offuscati, poté distinguere un soldato con la spada sguainata venire verso di lui, pronto ad ucciderlo.

Stranamente non ebbe paura; stava soltanto aspettando il colpo finale quando, improvvisamente, il soldato si bloccò.

Dopo qualche istante si accasciò a terra, inerte. E al suo posto, si parò una figura di un bianco così intenso da essere quasi accecante, di cui però non riuscì a cogliere altro.

“E tu chi cazzo sei?” urlò nell’orecchio di Damien la guardia che lo teneva.

La figura bianca non si mosse. Si limitò a girarsi con tutto il busto verso di lui.

“Non provare a fare un passo, o lo ammazzo! Sono stato abbastanza chiaro?” continuò a gridare la guardia.

La figura bianca fece uno scatto repentino e qualcosa si diresse a tutta velocità verso Damien e il soldato. Il ragazzo sentì un gorgoglio, e venne inondato da un sangue che non era il suo.

La guardia allentò la presa su di lui, e cadde a terra. Damien, che si ritrovò di nuovo con tutto il peso sulle gambe, indebolito com’era, lo seguì velocemente. Crollò al suolo, e anche se avrebbe voluto con tutto se stesso continuare a guardare, venne avvolto dall’oscurità e dal silenzio.

Riaprì gli occhi poco dopo con la testa pesante, e un sapore amaro in bocca. Cercò di tirarsi su, e trattenne il fiato: la figura bianca si trovava a pochi passi da lui, in piedi sul parapetto del ponte, che lo fissava. Il ragazzo sentì chiaramente uno scatto familiare, e una scintilla metallica rientrò nella manica del suo misterioso salvatore.

Damien cercò di puntellarsi sui gomiti, mentre la figura bianca cominciava ad allargare le braccia.

“Aspetta…” biascicò il ragazzo, ma in quell’istante l’uomo si tuffò nel fiume.

E poi l’Assassino sentì una voce che gli era conosciuta.

“Porca puttana, Damien!”

Christophe gli si avvicinò trafelato, con una lanterna in pugno. Il ragazzo tentò di sorridergli. “Come va?”

“Ma che accidenti è successo qui?” chiese Christophe, appoggiando la lanterna a terra e accovacciandosi vicino a lui.

“Storia lunga.” mormorò Damien “Ti va se ne parliamo dopo? Vorrei evitare di morire dissanguato…”

“Certo, vieni! Ti porto a casa.” esclamò l’amico, prendendolo sottobraccio per aiutarlo ad alzarsi “E chi gliela spiega a Élodie la tappezzeria sporca di sangue?”

“Sinceramente, Christophe,” mugugnò Damien, trascinandosi con una mano sul fianco “Non me ne frega un cazzo di quello che penserà tua moglie.”

 

 

Il giorno dopo Damien aprì gli occhi con un gran cerchio alla testa, e un dolore penetrante dove i punti tiravano sulla ferita. Gemette portandosi una mano alle tempie.

“Brutta serata, quella di ieri, eh?” fece Christophe, seduto sul bordo del letto.

“Fottiti, Christophe.” borbottò Damien.

“Come ti senti?” gli chiese l’amico.

“Come se mi avessero ferito al fianco e poi mi avessero ricucito.” Sbirciò da dietro le dita per guardare Christophe. “Sei stato tu a medicarmi?”

“No… è stata Cécile” rispose l’altro con un sorrisetto.

“Cavolo! Me la sono persa! Dovevi svegliarmi!” sospirò e si tirò su a sedere “Che ore sono?”

“Quasi le due del pomeriggio.” rispose Christophe “Hai dormito parecchio.”

“Ero piuttosto stanco, sai com’è.” replicò Damien sorridendo.

“Ecco, adesso che ti sei riposato, permetti che ti riponga la domanda; che accidenti è successo ieri sera? Tutti quei corpi per terra e tu mezzo morto per strada… Qualcosa è andato storto?”

“Eccome se è andato storto: il tuo amico Ignace si era portato la scorta… Sono riuscito a farlo fuori, ma anche lui ci è andato vicino con me. Maledetto Templare.”

“Già… Ma come diavolo hai fatto a batterti contro tutte quelle guardie con una ferita del genere?” gli domandò interessato.

Damien gli sorrise. “Non ho racconti epici sulle mie imprese questa volta, mi dispiace. La verità è che qualcuno mi ha rubato il lavoro, però mi ha anche salvato la vita…”

“Che cosa vuoi dire?” fece Christophe.

“Improvvisamente, proprio quando credevo di essere fottuto, è sbucato un tizio dal nulla, che suppongo abbia ucciso tutte le guardie mentre… diciamo che mi riposavo un po’.” spiegò Damien stringendosi nelle spalle “Era vestito di bianco, e sai una cosa? Aveva la lama celata.” concluse con estrema serietà.

Christophe rimase in silenzio per qualche istante. “E questo… cosa significa? Che è… come te?”

“Sì, Christophe, era un Assassino. E uccideva come un Assassino.” rispose Damien, ricordando il modo in cui aveva ammazzato la guardia la notte prima.

“Ma sei riuscito a parlarci?” gli domandò l’amico.

“Purtroppo no… Se ne è andato prima che riuscissi a rivolgergli la parola. Ma non ho intenzione di lasciare la cosa in sospeso… Voglio scoprire di chi si tratta, e perché si trovava lì.”

“Con calma.” gli intimò Christophe, bloccando il suo tentativo di alzarsi “Devi rimanere a riposo almeno una settimana, se vuoi rimetterti a dovere…” fece una pausa, e davanti allo sguardo ostinato di Damien, aggiunse a malincuore: “E se farai il bravo, ti prometto che manderò mia figlia a controllarti e a cambiarti la medicazione.”

D’un tratto il ragazzo si ributtò immediatamente sul cuscino. “E chi si muove?”

Christophe abbozzò un sorriso, gli batté una mano sulla spalla, e lo lasciò dormire.

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Eccoci. Scusate se questa volta ci abbiamo messo di più ad aggiornare, ma andare a scuola e studiare è un brutto lavoraccio che a volte richiede molto tempo…

Alloooora… Riecco quel figone di Damien. In questo capitolo cominciamo a conoscerlo meglio, soprattutto dal punto di vista caratteriale. Molto probabilmente per alcuni versi la sua personalità vi ricorderà il mitico Ezio, e anche la sua descrizione fisica, che avete potuto leggere nel primo capitolo… Bhé, vi confessiamo che all’inizio di tutto, quando abbiamo deciso di far lavorare le nostre menti malate per partorire questa fan fic su Assassin’s Creed, ci siamo immaginate il personaggio maschile principale molto simile ad Ezio che, inutile dirlo, con quella sua aria da nobile e da scapestrato ci ha letteralmente rapite (ma com’è vestito da nobile?? Con quel codino… *.*) Ma a parte questo, abbiamo introdotto un altro personaggio, Christophe, che sebbene non abbia un ruolo particolarmente rilevante all’interno della storia, è comunque importante (il perché ovviamente, lo dovrete scoprire da soli u.ù), e pare proprio che al giovane Damien non dispiaccia per niente la figlia di uno dei suoi migliori amici, eh! xD

E poi c’è lui. Che spunta dal nulla e porta scompiglio. Questo misterioso personaggio incappucciato che pare essere un Assassino, senza ombra di dubbio. Ma chi cavolo è? E soprattutto, cosa vuole da Damien? E che ci faceva lì? Sarà stato un bene per il nostro giovane Assassino ritrovarselo sulla stessa strada?

Ma, come al solito, non saremmo noi a rispondere a tutto ciò u.ù

Vi siete accorti che ci piace introdurre strani uomini incappucciati alla fine di ogni capitolo? xD

Ora, scusate se ci dilunghiamo un po’ nelle note (avrete notato che quando iniziamo a scrivere noi, è finita o________O), però dobbiamo dirvi delle cose importanti.

Innanzitutto, ci siamo dimenticate di spiegarvi una cosa del primo capitolo. I più attenti di voi si ricorderanno sicuramente che verso la fine, per introdurvi il personaggio di Damien, abbiamo fatto in modo che l’Assassino leggesse un manifesto che recava il suo stesso nome. Il cognome di Damien, de Labsinthe, è una contrazione della parola francese absinthe con la preposizione de l’ davanti. Absinthe significa assenzio che, come molti di voi sapranno, è un liquore o, a vostra scelta, un veleno. E tutto ciò riconduce a... non lo sappiamo. Ci piaceva e basta, e poi suonava bene.

Poi, una precisazione sul titolo del capitolo. Confessiamo che abbiamo avuto serie difficoltà a trovarne uno adatto (infatti non vi sembrerà neanche granché), ma fortunatamente ci è venuta l’idea di ascoltare della musica per ispirarci. Mentre eravamo scoraggiate in camera di Silvia, improvvisamente la Riproduzione Casuale (o la Provvidenza) c’è venuta in aiuto. Non smetteremo mai di ringraziare gli Hopes Die Last xD.

Che altro? Ah sì (ovviamente non abbiamo ancora finito). I primi capitoli saranno piuttosto incentrati sulla presentazione dei protagonisti, come dice il titolo della sequenza. Il tema storico sarà presente, ma con meno rilevanza rispetto a quella che acquisterà tra non molto.

PS. Scusate per alcuni vocaboli non tanto carini sparsi per i capitoli, a qualcuno potrebbero anche dare noia, ma volevamo rendere ancora più reale la conversazione.

Adesso passiamo ai ringraziamenti ^.^

 

cartacciabianca: Salve. Ecco, premettiamo che ci abbiamo pensato molto che nel terzo capitolo della saga potesse esserci la Rivoluzione Francese, anche perchè abbiamo notato che i periodi storici saltano di trecento in trecento anni, quindi 1400+ 300... xD Ma abbiamo anche notato che l’ultima volta l’ambientazione si è spostata in un altro continente, e visto che Desmond è americano... Guerra d’Indipendenza Americana? xD Comunque, ci farebbe indubbiamente piacere un capitolo di Assassin’s Creed basato sul periodo che abbiamo deciso di usare nella nostra fan fic! Sarebbe divertente vedere cosa abbiamo azzeccato e cosa no della trama! Siamo contente che quelle due o tre frasette ti abbiano attratta, e speriamo che troverai un po’ di tempo per leggere, se non per recensire.

Yojimbo: Ciao fedele lettore (ti chiamiamo così perché sei stato l’unico che ha recensito sia il primo che il secondo capitolo xD)! Intanto grazie per i tuoi apprezzamenti, siamo veramente felici che ti piaccia il modo in cui scriviamo, anche perché all’inizio avevamo due modi di scrivere completamente diversi e, confrontando questi primi capitoli con gli altri che abbiamo già finito, ci siamo rese conto che solo ora stiamo cominciando ad amalgamare i nostri stili. Per quanto riguarda Risha, è bello sapere che siamo riuscite nel nostro scopo (malefico) di lasciare un pesante alone di mistero intorno alla sua figura. E ci dispiace, ma questa nebbia non verrà diradata molto presto xD. Sììììì ti sei accorto dello pseudo-occhio dell’acquila di Arnielle (o quello che è) xD A proposito, scusaci se Arnielle risulta troppo stereotipata; ce ne siamo accorte anche noi, il fatto è che quando abbiamo pensato ai nostri protagonisti erano già così, formati e con il loro carattere xD. Andando avanti nella storia abbiamo avuto modo di approfondire la loro psicologia, ma in quel momento ancora non avevamo ben chiari i loro contorni, ma è anche questo il bello di scrivere, no? I tuoi personaggi acquistano spessore man mano che la tua storia va avanti.

Enio: Oh, in medias res xD Le vecchie definizioni della letteratura! Che bello avere un debutto con un nome latino xD Grazie per i tuoi complimenti, non pensiamo davvero di scrivere così bene, ma senza dubbio ci fanno molto piacere ^.^ Ancora non abbiamo letto niente di tuo, ma provvederemo a farlo al più presto (e a ricambiare i complimenti xD) Yeeeeeee un’altra a cui piace il trailer! Queste sono soddisfazioni ^.^ Speriamo che continuerai a seguirci!

Gufo_Tave: Per noi è interessante che tu sia interessato. Okay, adesso basta con i giochi di parole stupidi xD Seriamente, per noi “interessante” è un bellissimo complimento, significa che siamo riuscite a coinvolgerti. Accettiamo i tuoi auguri e speriamo che riusciremo ad interessarti anche in futuro ^.^

  
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