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Autore: x_Dana    26/10/2010    1 recensioni
La fame dell'arte, l'impossibilità di essere percepiti per intero. l'affetto.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hidden Behind


Mio Fratello se ne sta su di un palchetto fiocamente illuminato, tutto impettito nella sua lunga giacca nera, lievemente smunta, i riccioli fondenti raccolti in una coda, che elegante gli ricade sulle spalle.
Decanta impegnato, da quel palco, le sue poesie, ad un pubblico silente ed in attesa delle sue ben note parole decadenti e deliranti, pregne di immagini antiche e pensieri anticonformisti, lo scrutano, senza in realtà vederne i lineamenti morbidi del viso e le spalle esili, raddrizzate con ostentazione nell'emozione del palcoscenico.

"Ed arrivò il ministro nero abito e capello vestendo,
ed arrivò il ministro, arrivò con capo chinato,
ma alzato il capo gli sposi rimirando
rivelò il suo volto... teschio, teschio scarnificato!"      (amore in morte. Max Sleipnir aka Gastly)

Enuncia ad alta voce, sfiorandosi soddisfatto il pizzo irsuto, notando il lieve sobbalzo della sua modesta udienza, di cui molti erano ancor poco avvezzi al suo fraseggiare.
Dopo le dovute ovazioni, fredde e formali, la sua mente è già al locale buio e rovinato che ha eletto a sua dimora, e quando infine vi torna saluta con passionale bacio la bottiglia pesante e quadrata, sua compagna, saggiandone con labbra avide la fredda consisteenza di vetro, in attesa di scorger tra le luci di Patigi l'immagine effimera di una fatina verde.
Mio Fratello, si lascia cadere stanco su di una sedia scricchiolante, sentendosi derubato delle sue stesse parole, deciso a riempirne il vuoto con ampie sorsate di amaro Assenzio.
Assenzio, nessun altro distillato gli avrebbe donato una soddisfazione maggiore, cos'altro meglio avrebbe saputo colmare, appunto, un'assenza?O svariate..
Seduto presso quella finestra, circondato da fogli ingialliti e massacrati, osserva il panorama notturno, vagamente arancione a causa delle luci, raggomitolandosi su se stesso quasi a tenersi chiuso il petto, aspettando di riversarne il contenuto su uno di quei fogli.

Ha quasi 25 anni, mio fratello, ma ricurvo e sinistramente illuminato ne potrebbe benissimo dimostrare una quarantina, aspetta senza entusiasmo il mio ritorno, molto più in là del mattino.
Nemmeno un ora dopo ed è già steso sulla parca branda, in mano ancora stretta la bottiglia, una sigaretta bianca spenta alla sua destra.

La gemella della stessa sigaretta è stretta tra le mie labbra, dipinte di rosso acceso, e ne butto fuori il fumo con molta fretta, dietro di me la musica incalza frenetica e la mia pausa sta per finire, getto il mozzicone per la  strada bagnata, osservandolo con calma mentre affoga in una pozza, colpito dalla pioggia.
Quando mi giro i colori e la musica ricominciano a fondersi in un sollevarsi di gonnelle e di pizzi, i cappelli a cilindro volano per aria, sta per iniziare la seconda parte dello spettacolo, a cui in realtà nessuno è interessato.
Il pesante tendone rosso, che ho visto aprirsi almeno centinaia di volte, si apre ancora sul mio viso cereo, accanto a me un'altra ballerina fissa con occhi vuoti il pubblico acclamante, che adorante urla i nostri nomi.
Nessuno sa, che quella donna col rossetto scarlatto e i lunghi boccoli biondi, raccolti da dei nastri neri, quale sono io, abbia scritto per ogni notte di quella settimana una pagina del copione, che ora sta ingiallendo assieme a tutti gli altri in qualche archivio in quel teatro.
Tutti mi acclamano per le belle membra affusolate, per gli occhi d'acqua marina e i boccoli morbidi, non per le ore passate a stringere la stilografica, immergendola nell'inchiostro nero e denso, fumando sigarette su sigarette, sbavandomi il bel rossetto, gli occhi malinconici e il cuore stretto in una morsa, perchè il mio pubblico vedrà solo il sollevarsi delle nostre gonne.


Incontrai mio Fratello almeno sei anni fa, quando entrambi eravamo giovani talenti di belle speranze, prima che il peso della responsabilità e la fame dell'arte ci schiacciasse le spalle, aggravando il nostro fato già sfortunato e solitario.
Entrambi con l'amore per le belle parole, per le emozioni non ordinarie, l'alcol e la nostalgica allegria del fumo del tabacco che sale lontano, allontanandosi nel cielo pesto di Parigi. Non potemmo che essere fratelli d'anima e di destino, ma questa è un altra storia...



Al mio fratellone, un regalo di non compleanno.
Sono stata brava, ti ho lasciato il pizzetto, almeno qua. u_u
  
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