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Autore: kannuki    27/10/2010    5 recensioni
Caroline Forbes. Eterna seconda, maniaca del controllo, zero autostima. Aveva provato a cacciare coniglietti o gattini ma tutto il suo essere aborriva far del male a dei cuccioli innocenti. Caroline che sogna di legare Damon al paraurti posteriore della sua auto e trascinarlo per tutta Mystic Falls. Quanto le costava bussare a quella porta, ben sapendo che Katherine l'avrebbe uccisa se si fosse avvicinata a Damon. Anche se lui era uno stronzo, il suo sangue era la cosa più buona che avesse mai assaggiato.
Genere: Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Katherine Pierce
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Pardon Me, But Your Teeth Are in My Neck'
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Ciccipingu! Da quanto tempo!!! Bentrovata!

Lolaventimiglia: manda link del filmato!!! Non penso che Caroline abbia paura di essere usata, ma solo della vendetta di Katherine.... oltre ad essere un'insicura cronica!


Tanto vale essere morti davvero.

Caroline spense la tv, si accucciò sopra le coperte e tirò le gambe al petto. Perché non c'era un manuale che ti spiegava come trattare i ragazzi e i vampiri in particolare? Cincischiò col telecomando e lo posò sulla scrivania, udendo i passi della madre appena rientrata dal turno di lavoro. Caroline restò indecisa per qualche momento, poi scese le scale che la portavano al piano inferiore, trovando Liz in cucina intenta a cenare. “Mamma...”

Liz la guardò con aria stanca. Indossava ancora l'uniforme della polizia. “Ti sei divertita con Matt?”

Ci siamo lasciati” borbottò facendole alzare gli occhi dal piatto. “Per colpa mia.”

L'enorme novità di avere sua figlia seduta allo stesso tavolo con lei, intenzionata a parlarle a cuore aperto, la stupì talmente tanto che Liz posò la forchetta e le dedicò la sua completa attenzione.

Centra un'altra persona...”

La donna annuì e la fissò. Sua figlia diventava ogni giorno più bella. Era normale che avesse qualche ragazzo che le girava intorno. O mio dio... “Sei incinta?”

No!” esclamò indignata “non sono venuta per parlarti di questo!”

Uff...” soffiò bevendo un sorso d'acqua “di cosa volevi parlarmi?”

Caroline si schiarì la voce, ingoiò il labbro inferiore e si mosse a disagio sulla sedia. “Questo ragazzo... lui...” Caroline soffiò fra i denti, poi assunse un'aria sconsolata “lui ci prova ad essere carino con me, ma non ci riesce... o meglio, ci riesce ma io lo tengo a distanza e non so per quanto tempo continuare a tenerlo sulla corda prima che si stanchi di me...” sbuffò chiudendo gli occhi. “Hai capito qualcosa di quello che ho detto?”

Cosa vuol dire che 'prova ad essere carino con te'?”

E' uno stronzo” affermò con voce decisa “un tipo alla Damon Salvatore...” buttò lì maligna, osservando la sua reazione.

Damon è un bravissimo ragazzo” rispose di rimando “una persona di cui ti puoi fidare.”

A si?, pensò dondolando una gamba sotto il tavolo. “Beh, le apparenze ingannano...”

Questo ragazzo sa cosa provi per lui?”

Caroline assunse un'aria infastidita “non è importante che lo sappia!”

O santo cielo, Caroline!” la riprese scuotendo la testa “non sbilanciarsi non vuol dire non mandare dei segnali!”

Devo mandargli dei segnali?”

I tuoi dubbi sono anche i suoi. Gli uomini e le donne, nelle faccende di cuore, sono uguali.”

Caroline sogghignò “non credo che lui....” la voce si affievolì e Caroline fissò il vuoto scuotendo un po' la testa. Aveva avuto tante dimostrazioni che era piuttosto vulnerabile nel lato affettivo. Le aveva detto... “forse hai ragione...” borbottò posando i palmi delle mani sul tavolo.

Dove hai preso quell'anello?”

Una paccottiglia di Accessorize” rispose in fretta “vado a dormire”. Caroline si chinò e le diede un bacio sulla guancia. Un gesto che la stupì più della chiacchierata appena avuta.

***

Caroline scivolò di soppiatto fino all'entrata, poi si rese conto che non poteva ingannare due vampiri nella loro stessa abitazione. Bussò con decisione e quando Stefan le aprì, provò un po' di delusione.

Una visita a quest'ora?”

Caroline lo guardò speranzosa e con un gesto galante, la fece accomodare all'interno. La ragazza dondolò sulle gambe ascoltando la musica che proveniva dal salotto. “Ci da dentro...”

Quando uno ha il cuore spezzato...” mormorò indicandole la stanza con un cenno del capo “sono stanco di mettere a posto il vostro casino. Se litigate...”

Non sono qui per litigare.”

Almeno la smetterà di azzannare quel pianoforte...” ridacchiò e svanì per le scale.

Caroline occhieggiò il salotto. Era bravo a suonare il violino e anche il pianoforte, si disse sedendosi sul bordo del divano. Non negava di trovare bello Damon Salvatore, ma ora aveva una luce diversa sul volto. Era privo di qualsiasi espressione. Si sentì un po' colpevole.

Damon smise di suonare e la guardò. “Sei sul mio territorio” l'avvisò “chi ti ha dato il permesso di entrare?”

Stefan.” Puntellò le mani sul divano e si alzò “ok, tolgo il disturbo...”

Perchè?”

La ragazza lo fissò battendo le palpebre. Provò a dire qualcosa ma non le venne in mente nulla. Sedette di nuovo sul bordo e restò a guardalo.

Damon cambiò lo spartito e si scrocchiò le dita ricominciando a suonare. Dopo qualche nota, la guardò. Scivolò lungo il corpo, si fermò al viso. “Parla.”

Vieni a New Orleans con me?” domandò, tutto d'un fiato.

Damon si voltò con un unico gesto, posò le mani sulle ginocchia piegate e inclinò la testa “ascolta, principessa: non ho tempo per le tragedie adolescenziali” disse alzandosi con un saltello. Si avvicinò a Caroline e la rimise in piedi “ora te ne torni a casa...”

Caroline si divincolò e si piantò sulle gambe, a disagio. Damon sbuffò annoiato e le mostrò tutto il suo fastidio.

Non le veniva in mente nulla. In preda ad un impulso, gli allacciò le braccia alla vita e chiuse gli occhi poggiando la testa sul torace.

Cos'è questo?!”

Il mio modo di scusarmi” mormorò imbarazzata sollevando il capo. Disprezzo, rabbia e dolore. Eccoli lì, si potevano contare uno ad uno.

Dovrai fare molto meglio di così” borbottò. “Tu sei pericolosa.”

Lei, pericolosa?!

Non posso lasciarti a piede libero.”

Di nuovo, Caroline non capì nulla e quando la strinse a sua volta, si spaventò. Quel pazzoide voleva rinchiuderla di nuovo nelle segrete?!

Calma...” sussurrò e l'accarezzò lungo la schiena “verrò al Mardi Gras...”

E in cambio cosa vuoi?”

Damon sorrise così apertamente che Caroline avvampò d'imbarazzo fino alle dita dei piedi.

Una cosa carina” ridacchiò e la lasciò andare, avvicinandosi al pianoforte. Sedette con un sospiro prolungato e comico. Damon si accorse di avere l'animo più leggero. Tale era il potere delle decisioni di Caroline Forbes? Stava esponendo il suo cuore ad un'altra Katherine? Le sue dita corsero sui tasti bianchi e neri. “Qui a Mystic Falls piacciono tanto, le cose carine...”

Caroline sedette di nuovo sul divano. Le tremavano le gambe e per un momento aveva pensato che Damon le stesse chiedendo...“ a te no...”

No” rispose voltando il capo verso di lei. “Neppure a te.”

Caroline infilò le mani sotto le cosce, piegò la schiena, osservò il salotto “non so bene cosa voglio o cosa mi piace...”

Vedi? Sei pericolosa” mormorò e suonò un breve accordo. “Cosa dice il tuo istinto?”

L'istinto le diceva di morderlo e baciarlo. Caroline lo guardò e non trovò il coraggio di muoversi.

Un battito di ciglia e lo ritrovò quasi inginocchiato ai suoi piedi “non pensarci, rispondimi” mormorò accarezzandole il viso “la prima cosa che ti viene in mente.”

M-mordimi.”

Il vampiro aggrottò la fronte. Tutto il suo viso esprimeva dubbio e perplessità. “Perchè?”

Caroline si umettò le labbra, arrossì e senza rendersene conto abbassò la testa. Damon le prese il viso fra le mani e la costrinse a guardarlo “perchè?”

La sua voce era un mormorio lontano. Persa nel proprio piacere, l'unico testimone della sua eccitazione era il respiro affrettato.

Lasciati andare, sarà tutto più facile.

Caroline piegò il collo, guardando fisso un punto oltre la sua spalla. Damon scoprì i denti e l'azzannò, facendola gemere di dolore. Caroline gli si aggrappò addosso. Il peso del corpo la tirava verso il basso. Damon la circondò con un braccio mentre le sorreggeva il collo con la mano.

Il piacere era così forte che le lacrime colarono ai lati del viso. Con uno strattone violento le lacerò la maglietta e parte del reggiseno. Caroline trattenne il fiato sentendosi sempre più debole e in balia del vampiro su di lei. Poteva fare tutto quello che voleva. Non le importava. Non l'avrebbe fermato. Quando la sua mano scivolò lungo il fianco, Caroline inarcò la schiena. Damon si staccò con un gemito – aveva smesso di bere, non poteva prosciugarla ma Caroline voleva essere presa e non poteva farlo diversamente – e cominciò a baciarla, facendole sentire il sapore del suo sangue. Caroline lo divorò. Non riusciva a frenarsi. Lo aggredì mordendogli la lingua e le labbra e quando Damon si staccò con uno strattone e la spinse sul divano, giacque immobile tremando come una foglia. Caroline esitò solo un istante, quando una corrente fredda le soffiò sulle spalle ma quando Damon le fu sopra, il calore che emanava le fece perdere il controllo. Fu riportata a terra dal solito pensiero molesto. “No... non posso...” biascicò cercando di allontanarlo.

Damon si liberò della sua stretta e la ignorò. Eliminò tutto lo strato superiore e di fronte quella bellezza restò in contemplazione. Sorvolò la pelle lattea con i polpastrelli, soffermandosi sull'ombelico. Caroline ci provò a tornare lucida. Ma non ci riusciva se la toccava in quel modo. Ritentò. “Katherine mi ucciderà...” bisbigliò. Come faceva a scappare, adesso? Tentò di allontanarlo. Ottenne solamente di tirarselo più addosso.

Damon la intrappolò perché la smettesse di fuggire. Che centrava Katherine in quel momento? Due era il numero giusto. E tanto per farla impazzire, scivolò lungo il ventre beandosi delle implorazioni e dei gridolini che le sfuggivano dalle labbra, si soffermò all'interno della coscia e la morse. Caroline si contorse su se stessa quasi urlando. Smise di pensare alle torture che le avrebbe inflitto Katherine. L'avrebbe uccisa sì, ma sarebbe morta felice.

***

Damon Salvatore non era carino come il fratello Stefan. Era carino in un maniera diversa. Caroline si strusciò contro di lui, uscendo dal dormiveglia. Il salotto era invaso dal sole. Si era addormentata? Lo sentì accarezzarle i capelli. Sentiva il cuore battere calmo ed ipnotizzante. Grattò il tessuto della maglietta sotto le unghie, Damon la baciò sulla fronte.

Buongiorno...”

Ciao...” bisbigliò e si stropicciò gli occhi. “Che ore sono?”

Dall'inclinazione del sole, direi le otto passate...”

Oddio, devo andare a scuola!” esclamò frastornata alzandosi e ripiombando al suo posto quando la fermò.

E' sabato.”

Che bella notizia, pensò e nascose la faccia contro la sua spalla. “Ok...”

Hai sempre quest'energia, la mattina?”

E' la disperazione di una nota di ritardo che mi fa mettere la sveglia due ore prima...” bisbigliò. “Quante volte hai fatto il liceo?”

Non sono come Stefan. Quello che voglio sapere lo apprendo da me” borbottò e chiuse gli occhi. “Ha la mania di integrarsi...”

Tutto il contrario di te.”

Già.”

Caroline smise di parlare e cercò una posizione più comoda. “Perchè ti sei fermato?”

Per dimostrarle qualcosa che non sapeva spiegarsi, pensò guardando gli occhi verde scuro della sua 'ragazza'. “Vuoi che continui?”

Caroline annuì e lo baciò. Sapeva ancora di sangue.

Dimmi cosa vuoi...”

Da te o dalla vita?”

Le domande retoriche..” rispose con un sogghigno. “Devi lasciati andare, Forbes.”

Ok...” sussurrò e si puntellò sul gomito per non pesargli addosso. “Qualcuno l'ha mai detto a te?”

No. Io non ho freni” mormorò e la tirò verso di se “so esattamente cosa voglio. Chi voglio” concluse percependo il batticuore di Caroline. “Devi smetterla di ascoltare gli altri...”

Anche te?”

No, a me devi dare ascolto” ridacchiò sorridente “c'è della verità nella mie sconsiderate ed ironiche parole...” accompagnò la frase da un leggero bacio.

Caroline lo strinse, un po' annebbiata. “Tipo quel 'mi piaci'?”

Tipo.”

Anche tu mi piaci” bisbigliò “visto? Niente tragedie adolescenziali.”

Bene...” sussurrò e la rovesciò da un lato accarezzandola “quella storia del continuare mi intrigava...”

Spiegami come fai ad avere un'erezione se sei morto.”

La frase lo fece scoppiare a ridere dopo un istante di incredulità. Era contagioso e Caroline cominciò a ridere a sua volta.

Qualcuno s'è svegliato bene, pensò scendendo le scale con attenzione. Stefan si affacciò discretamente, si schiarì la voce e si meravigliò di trovare Caroline ancora lì. Allora era una cosa seria.

Questa... questa la devi sentire...” sghignazzò non riuscendo a smettere di ridere. “Ripetila...”

Sta zitto...” bisbigliò rossa, colpendolo su un braccio “ho semplicemente chiesto come sia possibile che il… cuore batta anche se siamo morti!”

Il cuore!” esplose con lo stomaco contratto dalle risate.

Finiscila! Mi stai mettendo in imbarazzo!”

Era tanto che Stefan non lo udiva ridere in quel modo. Per una volta non era sprezzante o ironico.

Oh, io me ne vado!” esclamò Caroline imbarazzata e sorridente “te la faccio pagare, Salvatore!”

Ti vengo a prendere alle sei. Puntuale, Forbes o me ne vado a New Orleans da solo!”

Di tutta risposta Caroline gli fece una linguaccia, imboccò la porta e sparì dopo un saluto veloce al fratello silenzioso.

Che tipa...” lo sentì ridacchiare mentre scrocchiava la schiena “che hai da guardare?”

"E il caro vecchio calzino sulla porta?”

Damon respirò profondamente prima di rispondere “da quando casa nostra è diventata un porto di mare?!” esclamò saltando in piedi. “Devo prendere un attico per conto mio!”

Non ci sono attici a Mystic Falls.”

Allora mi trasferisco a New York!” ribatté girando su se stesso.

"Sbaglio...”

Sbagli!”

... o vedo un certo interesse per la Forbes?”

Damon si fermò, lo guardò per un istante e poi si dileguò per le scale. “Sbagli!”


  
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