Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: micRobs    28/10/2010    4 recensioni
Gli ultimi pensieri di Tonks prima di perdere la vita durante la battaglia finale di Hogwarts dedicati al suo amato Remus.
Storia Classificatasi nona al "Classici Disney Contest" indetto da lyrapotter sul forum di Efp
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ti sento nvu Autore: Lady_Thalia
Film scelto: Fantasia – La Danza Delle Ore
Titolo: ”Ti Sento”
Personaggi principali: Remus Lupin/Ninfadora Tonks – Ministero della Magia
Introduzione: gli ultimi pensieri di Tonks prima di perdere la vita durante la battaglia finale di Hogwarts dedicati al suo amato Remus.

 Classificatasi nona al "Classici Disney Contest" indetto da lyrapotter sul forum di Efp!

“Ti Sento”

Capita a tutti. Un attimo si è sicuri di se,ci si sente invincibili,pronti a lottare con il mondo per difendere qualcosa,qualcuno. Un attimo dopo la paura ti stringe in una morsa talmente stretta che anche respirare diventa difficile,che il solo pensiero di andare avanti diventa folle,utopistico,insensato. Un attimo prima sei lì con la bacchetta sguainata intenta a lanciare Schiantesimi su qualunque Mangiamorte ti ritrovi a tiro,un attimo dopo sei lì,la bacchetta ancora sguainata,lo sguardo vacuo,fissando un punto indefinito,la vita che lentamente scorre via,lontana dal tuo corpo e tu non puoi farci niente,non vuoi farci niente,perché è inutile vivere sapendo di avere i giorni contati,non ha senso torturarsi ogni giorno,continuarsi a ripetersi quella cantilena che ti sei imposta quasi come un mantra che sembra ormai convincere più gli altri che te “posso farcela,posso farcela,devo farcela”,  perché ti convinci strenuamente che stai lottando con tutte le tue forze non per te ma per gli altri,per tuo marito,per la tua famiglia,per tuo figlio,ma se poi mano a mano tutte le persone per cui tu saresti disposta a dare la vita vengono a mancare? Se sono loro a lasciare te? Sirius, Malocchio,papà…gli ultimi sgangherati pezzi della mia vita erano crollati come un castello di sabbia al vento,tutti mi avevano abbandonata,o meglio,ero stata io ad abbandonare loro,non ero stata lì pronta ad andare loro in aiuto quando ne avevano bisogno,ed ora l’ultima certezza della mia vita era lì priva di vita di fronte a me. Lui,l’unico uomo che avessi mai amato giaceva inerme ai miei piedi,le braccia aperte,la bacchetta poco distante lì per terra,le gambe che formavano una strana angolazione,gli occhi fissi su di me. Il suo sguardo che sembrava accusarmi per l’ennesima volta di una mia mancanza,della mia poca prontezza,del mio poco coraggio forse per aver lasciato che l’ultimo importante pilastro della mia vita crollasse insieme a tutti gli altri lasciando venir giù quel poco che ancora restava di quello che una volta era un meraviglioso palazzo. Mi mancava l’aria,avevo il respiro corto e la vista mi si stava annebbiando. La sofferenza provocata dalla sua perdita era un dolore troppo forte per poter essere concepito,anche solo lontanamente. Quegli occhi ancora incatenati ai miei,che tante volte mi avevano guardata,osservata,scrutata,attraversata,capita,amata,adesso erano lì,spenti e vuoti che come un silenzioso grido di aiuto mi chiedevano di essere vendicati,mi chiedevano di continuare a lottare,di farlo per lui,per me e per il frutto del nostro amore.
Mi lasciai andare sfinita,senza forze ad una muro continuando a fissare inerme quegli occhi che non avrei mai potuto dimenticare,ripensando paradossalmente e in maniera fin troppo romantica alla prima volta che li avevo incrociati…

Ministero della Magia,quelli che sembravano secoli prima.
Il cuore batteva fortissimo. Sembrava quasi un sogno,ma la spilla sul mio petto non mentiva,io sapevo che non poteva mentire: “Ninfadora Tonks,Auror”. La guardavo con orgoglio perché sapevo che era il mio premio per quegli anni di duro lavoro e sacrifici.
«Ninfadora Tonks,che mi venga un colpo ragazza,hai ascoltato almeno una parola di ciò che ho detto fin’ora?» Malocchio Moody,il mio mentore,nonché secondo padre,cercava di richiamarmi all’ordine.
«Si Signore..» iniziai incerta. «…emm…da oggi in poi lavorerai a stretto contatto con i più qualificati Auror di cui siamo a disposizione?» cercai di ricordare con infinita fatica.
«Complimenti! Vedo che sei stata attenta…» ero orgogliosa di me stessa «…fino a 40 minuti fa » concluse lui con un falso cipiglio severo.
«Beccata! Oh dai,Malocchio! Non fare il vecchio orso brontolone!È tutto così eccitante!» esclamai con un grandissimo sorriso sulle labbra.
«Eccitante recluta? Eccitante? E sentiamo…» cercava di essere serio con scarsissimi risultati «…sarà eccitante anche quando dovrai difenderti da un manipolo di incalliti Mangiamorte spara-maledizioni?»
«Quella…»dissi con un sadico brillio negli occhi «sarà la parte più eccitante di tutte!»
 «Maledetta recluta incosciente che non sei altro! Forse non ti è chiaro…» stava probabilmente iniziando una di quelle sue lunghissime e noiosissime filippiche in cui dopo le prime 100 parole avrebbe divagato per giungere al classico “cos’è che stavo dicendo?” a cui sarebbe seguito un ancora più classico “Va beh,non ha più importanza ormai,ma ricorda sempre: Vigilanza Costante”, quando venne interrotto da un intrigante moretto dallo sguardo stanco e un sorriso di cortesia stampato sul viso.
«Ehilà Malocchio…»iniziò l’intruso «non ricordavo fosse la giornata “A lavoro con papà”.» disse accenando nella mia direzione.
«Eheh buongiorno anche a te Remus,siamo particolarmente di buon umore oggi?» ribattè Malocchio apparentemente divertito dalla simpaticissima battuta di quello strano soggetto.
«Beh…»cercai di intrufolarmi nel loro cordiale discorsetto «...si dia il caso che io,ringraziando Merlino,non sia la figlia di questo vecchio pazzo ma un Auror di grande talento…» aggiunsi con ferma convinzione.
«Come osi rivolgerti a me in questi termini,ragazzina?» si imporporò Malocchio. Io ridacchiai divertita tendendo la mano a quel giovin signore che nonostante la sua battutina sarcastica mi stava molto simpatico.
«Io sono Tonks,Ninfadora Tonks,ma dimentica il mio nome,puoi (e devi)chiamarmi semplicemente Tonks!» lui la strinse con forza.
«Piacere mio Tonks,io sono Remus Lupin,ma puoi chiamarmi come più ti pare! Lieto di sapere che saremo colleghi!» rispose lui.
Notando la mia espressione basita Malocchio puntualizzò «Sai Dora,anche Remus è un Auror,un Auror di grande talento aggiungerei!» lo guardai meravigliata:e chi se lo aspettava!
«Alastor come al solito esagera…» espressione da gatto sornione stampata in viso,sorriso nonostante tutto compiaciuto «…diciamo che faccio il mio lavoro,semplicemente!»
«Il solito modesto Remus…ma comunque,bando alle ciance gente!» lasciò cadere il discordo con infinita nonchalance «io direi di festeggiare l’arrivo della nostra Dora con un bel bicchierino di Wisky Incendiario! Chi è con me?»
Fummo tutti d’accordo e la compagnia di Remus non mi dispiaceva affatto. Avrei amato quel luogo. Lo sapevo.

Un lacrima,prepotente e coraggiosa rigava il mio viso lasciando dietro di se una profonda e vivida traccia,bruciava al suo passaggio,bruciava me e ciò che di vivo era rimasto in me.
“Sono una donna forte” cercai di convincermi e di non farmi sopraffare dal dolore ma mi sentivo abbattuta e tremendamente sola. Non ne valeva la pena,lottare. Lottare per cosa? Cosa sarebbe rimasto di me alla fine di quella insensata guerra? Cosa avrei fatto io della mia vita ora che non avevo più niente per cui vivere? Quegli occhi,severi,erano sempre lì,mi guardavano,ancora,e silenziosamente mi rimproveravano. Rimproveravano la mia codardia,la mia arrendevolezza,il mio poco cuore. Mi rimproveravano come avevano sempre fatto,mi rimproveravano in quel modo che io tanto amavo,in quel modo che era così…loro.

Ministero Della Magia,ancora tanto tempo prima.
Scarabocchiavo distratta su quel foglio ormai da ore cercando qualcosa di sensato e convincente da scrivere. Profondi solchi neri segnavano la pergamena lì dove la mia indecisione aveva vinto sulle poche parole buttate giù.
«è difficile,accidenti.» sospirai sconfitta lasciandomi andare alla scrivania.
«Problemi,Ninfadora?» mi ricomposi immediatamente voltandomi verso il proprietario di quella voce gentile.
«Oh,Lupin…» piacevolmente sorpresa di vederlo «…no,grazie. Devo scrivere il rapporto della missione,ma non so proprio da dove cominciare. Sai…» gesticolai goffamente con le mani «…io sono più un tipo pratico!»
Sorrise benevolo,il suo viso disteso e rilassato. «Oh,non stento a crederlo! Ad ogni modo,posso esserti d’aiuto?»
«No no,tranquillo…» balzai in piedi impacciata rovesciando la tazza di tè che avevo lì vicino,il liquido scuro inondò il mio banco da lavoro «oh porca miseria…» esclamai salvando il salvabile sbracciandomi scomposta.
Lui rise divertito poggiato allo stipite della porta. «Ninfadora…» iniziò «…sei una strega,non è successo niente di irreparabile!»
“Che figuraccia” pensai tra me e me cercando la bacchetta “ora penserà che sono un’imbranata”.
«Oh si,hai ragione…» dov’era finita la mia bacchetta? «…è che sono così piena di lavoro…» la prima scusa che mi veniva in mente. “Bugiarda Tonks,ammettilo che è lui che ti manda in confusione” cercai di ricompormi per quel che mi era possibile.
«Emm…un aiuto eh?» mi appoggiai alla scrivania nascondendo il disastro che avevo combinato ed ignorando elegantemente  il tè che si riversava sul pavimento. « Sai,ho rivalutato la tua proposta,forse una mano mi farebbe più che comodo!»  
Mi guardava sbigottito «Sei incredibile!» disse infine.
Arrossì ma cercai di non darlo a vedere
« Lo so! » esclamai soddisfatta «Vogliamo andare ora?»
«E dove scusa?» domandò confuso e perché no anche spaventato!
«Beh,a lavorare alla mia relazione!» risposi con ovvietà! «Sai,in questo ufficio non mi concentro…» provai ad inventare una scusa abbastanza plausibile «…è troppo…» mi guardai intorno «…chiuso e…» non sapevo più cosa dire  «…sono allergica alla polvere…ecciù!» conclusi frettolosa con un’interpretazione teatrale degna di lode e merito.
Lui continuò a ridere evidentemente divertito.
«Come vuoi tu! Prego,prima le Signore» mi cedette il passo alla porta facendo un inchino.
«Ma grazie!» risposi accennando una riverenza. Presi il mantello dall’appendiabiti facendolo traballare pericolosamente ed avviandomi nel corridoio al seguito di quell’uomo gentile e dolce che aveva una strana influenza su di me, ma soprattutto domandandomi dove accidenti fosse finita la mia bacchetta! Amavo quel luogo,non c’erano dubbi.

Immobile restavo lì,ansimante,ignara di ciò che accadeva intorno a me,ignorando la guerra che intanto impazzava ovunque,non curante di coloro che combattevano per un Bene Superiore,per un Bene comune,un bene anche mio. Io che egoisticamente pensavo solo al mio dolore fregandomene di tutto e tutti e rendendo vano il lavoro e l’operato di chi insieme a me aveva combattuto quella guerra fin proprio alla fine. Era inconcepibile il mio comportamento,inconcepibili i miei pensieri,inconcepibile anche solo l’idea di staccare i miei occhi dai suoi,forse per la paura che una volta distolto lo sguardo sarebbero spariti,nel nulla,per sempre,portando con se ogni mio ricordo legato a loro,portando con se ogni prospettiva di un futuro migliore,portando con se tutto ciò che di bello esisteva al mondo.

Ministero della Magia,ancora.
La mia mano tremava sulla maniglia della porta. Bastava un attimo. Un attimo di esitazione per mandare al diavolo il lavoro di una vita. Eppure in quell’attimo,esattamente nel limbo tra la ferma convinzione di potercela fare e la schiacciante paura di fallire,io avevo paura. Una paura folle,estrema,incontrollabile. Una paura malsana che mi divorava le viscere lasciando terra bruciata al suo passaggio.
Ostentare coraggio non era assolutamente da me. Eppure anche quella volta ero riuscita a farmi confondere da quello smisurato bisogno di dimostrare la mia determinazione,la mia prontezza,la mia convinzione;anche quella volta ero riuscita a farmi annebbiare dal desiderio di farmi notare,da lui,persino in quella situazione.
Ed ora,con la mano sul pomello,l’unica cosa a cui riuscivo vigliaccamente a pensare era che io non volevo tutto quello. Io volevo poter stare a casa mia,al sicuro,con la mia famiglia a bere tè ogni giorno,a coccolare il mio gatto e a farmi coccolare dalla mia mamma. Vigliaccamente stavo rinunciando a quella vita che per oltre vent’anni avevo sognato.
«Dora..?» quella voce che ancora una volta mi richiamava dai miei pensieri. «…va tutto bene Dora?» la sua mano si poggiò sulla mia causandomi intense scariche elettriche alla spina dorsale.
«Si si» risposa poco sicura «semplicemente un attimo di incertezza,ma è passato tutto!» annuì sperando di convincere entrambi.
«Un coraggioso muore una sola volta…»iniziò come se ci trovassimo allegramente ai “Tre Manici Di Scopa”e non appena fuori l’Ufficio Misteri «…un vigliacco muore 100 volte al giorno Dora. » Non ero una vigliacca.
«Tu non sei una vigliacca»proruppe lui «ma ti stai comportando come tale.» le sue parole forse mi fecero male più di ogni possibile maledizione senza perdono. La cosa peggiore era che  proprio l’uomo che avevo cercato di impressionare con il mio coraggio ora mi stava rimproverando per la mia codardia. Ma non potevo farci nulla:ero come paralizzata.
«Li senti i rumori Dora?» continuò indicando la porta «lì dentro ci sono dei ragazzini,quindicenni che ora stanno affrontando un gruppo di Mangiamorte incalliti e senza scrupoli…»
«Remus io…»balbettai sconclusionata.
«Aspetta,fammi finire.»mi interruppe ed io tacqui « ciò che sto cercando di dirti,Dora,è che Harry ha abbandonato tutto per un’ipotesi. Non ha voluto sentire ragioni e non gli importava che molto probabilmente quella visione faceva parte di un piano architettato da Tu-Sai-Chi per attirarlo in trappola. No. A lui è bastato sapere che c’era la remota possibilità che Sirius fosse in serio pericolo per convincersi ad andare contro il sistema e venire qui. E quei ragazzi l’hanno seguito senza obiettare,senza pensarci su neanche un istante.» iniziavo a capire dove volesse arrivare e sentirmi paragonata a dei ragazzini coraggiosi si, ma anche incoscienti,mi faceva sentire terribilmente umiliata,nonostante fossi perfettamente consapevole che era la pura realtà.
«…sono loro quelli coraggiosi,Dora…»la sua voce sempre più alta «…noi siamo qui in loro supporto,ma sono loro che stanno affrontando il male più oscuro per una semplice bugia.»
Era frustrato,vedevo rabbia nei suoi occhi,rabbia nascosta da qualcos’altro,forse rassegnazione,o forse stava semplicemente rivolgendo quella ramanzina anche a se stesso oltre che a me. Era turbato,stanco,ma mai nella vita ricordavo di aver visto uomo più bello ed affascinante di quello che mi stava di fronte in quel momento e che guardavo ammirata.
«Forse non possiamo essere coraggiosi ed intrepidi come loro,ma possiamo aiutarli. Abbiamo deciso di fare questa cosa insieme,per cui facciamola e basta. Apri quella porta Ninfadora e dimostra quanto tu sia eccellente ed abile.» Mi risolse un sorriso cercando di infondermi un po’ di quella sicurezza di cui avevo bisogno.
«Ho paura.» ammisi sincera più a me stessa che a lui distogliendo lo sguardo «l’idea che qualcuno…»non riuscivo neanche a dirlo «…qualcuno possa…possa…» ero sull’orlo delle lacrime.
«Guardami Dora» la sua espressione nuovamente seria « ti do la mia parola…» fece una pausa per enfatizzare quel discorso «…che andrà tutto bene,farò tutto quanto in mio potere perché una volta aperta quella porta non ti accada nulla. A costo della vita,se dovesse servire,ma non puoi e non devi mollare ora.» disse deciso.
Rimasi interdetta alle sue parola. Arrossì leggermente pensando a cosa sarebbe stato disposto a fare per me e mi chiesi se anche in altre circostanze mi avrebbe fatto una promessa del genere. Probabilmente in un’altra situazione la mia mente invaghita avrebbe iniziato a viaggiare senza freni sui lunghi e tortuosi binari della fantasia immaginando le possibili implicazioni romantiche di quella semplice frase,ma in quel momento avevo seriamente bisogno di essere rassicurata,così mi lasciai coccolare dalla consapevolezza che lui ci sarebbe sempre stato e sussurrai un sincero «grazie,ne avevo bisogno» accompagnato da uno dei miei migliori sorrisi,il più convincente che il mio repertorio possedesse e che lui ricambiò dolcemente.
Quando Malocchio e Sirius ci raggiunsero,correndo,la serratura era già scattata,la mia mano ancora al sicuro sotto la sua.
Il Ministero della Magia,ancora una volta protagonista di uno dei momenti paradossalmente più belli della mia vita. Amavo quel luogo,lo sapevo. Ignoravo però che prima o poi mi si sarebbe rivoltato contro.

Violenti,i ricordi mi assalivano da ogni direzione spiazzandomi,confondendomi,     scuotendomi. Mi sollevai da quel muro e ripresi possesso delle mie facoltà e dei mie sensi. Lui non avrebbe voluto che io mi arrendessi,lui non avrebbe voluto che io abbandonassi tutto. Lui non avrebbe voluto vedermi sconfitta senza neanche lottare. Mossi un passo,poi un altro,riportandomi lì dove la battaglia impazzava furiosa. Mi guardai intorno,ansimando,il volto rigato dalle lacrime, e mi resi conto di quanto fosse insensato lo scempio che si stava compiendo in quello che una volta era il castello di Hogwarts.  Era chiaro che alla fine non ci sarebbero stati né vincitori né vinti,ma solo distruzione,morte e sofferenza,per entrambe le parti.


Ministero della Magia,forse per sempre.
La prima volta che provai a baciarlo lui mi respinse in malo modo allontanandosi balbettando scuse sconclusionate. Ormai mi era chiaro da tempo che provavo qualcosa di molto forte per quell’affascinante uomo dall’aria stanca e dal sorriso sincero. Sapevo di non essergli indifferente,me lo aveva dimostrato più e più volte ma per un motivo a me ancora ignoto non si decideva a farsi avanti,così quel pomeriggio approfittai di quella ricerca che facevamo insieme per conto dell’Ordine per rimanere da sola con lui e provare a fare la prima mossa da donna moderna ed emancipata quale ero. Lui si scostò colto alla sprovvista e se ne andò via senza dire una parola. Rimurginai per giorni sul suo comportamento,analizzandolo da ogni punto di vista e sotto ogni possibile luce:non ne trovai spiegazione,almeno fino a qualche tempo dopo quando parlando distrattamente con Malocchio lui  mi ricordò la sua vera natura. Era strano. Quando ero in compagnia di Remus dimenticavo completamente la sua condizione di licantropo,non ci badavo e non ne avevo paura:per me era semplicemente un uomo,un simpatico,dolcissimo uomo che mi aveva rapito il cuore dal primo sguardo.
Probabilmente per lui però il suo era un problema bello grosso e con il quale ancora faticava a convivere. Per questo quel giorno ero lì,fuori il suo ufficio al Ministero,per scusarmi del mio comportamento e dirgli che comunque lui la pensasse a me non importava.
Trassi un profondo respiro e bussai piano attendendo il suo permesso per entrare.
«Buongiorno Ninfadora» mi salutò lui glaciale continuando a scrivere tranquillo su una pergamena .
«Ciao Remus…»iniziai io incerta andando subito al dunque «…vedi io…»
«Se sei qui per parlare di quanto è accaduto…»mi interruppe come al solito senza guardarmi negli occhi «…sappi che non ci sono problemi. È tutto ok. »
Lo guardai basita chiedendomi se era il caso o no di fuggire via con la coda tra le gambe e non fare più ritorno. Stavo per iniziare a spiegargli le mie innumerevoli motivazioni e tesi riguardo il mio tentativo di baciarlo e le mie altrettanto innumerevoli rassicurazioni riguardo la sua condizione semi-umana,quando si alzò di scatto dalla scrivania e si posizionò di fronte a me.
«Non devi giustificarti Dora,non ne hai motivo.»mi prese una mano teneramente e continuò «anzi,scusami tu se ti ho in qualche modo ferito,ma proprio non ce la faccio.» la sua vicinanza mi procurava moti di agitazione nello stomaco e il battito del mio cuore decise anarchicamente di aumentare all’impazzata il suo ritmo già accelerato.
«Sarò sincero con te Dora» trattenni il fiato sperando di udire ciò che attendevo da tempo «non posso avere una donna. La mia condizione non me lo permette. Vivrei con il costante terrore di poterti fare del male,non potremmo avere figli per la paura che nascano come me, e tu saresti perennemente additata dalla gente coma la compagna di un mostro. Dora tu mi piaci,con la tua stranezza,con la tua solarità,con la tua sbadataggine e con il tuo essere così sempre incredibilmente positiva e di buon umore,ma io non posso condannarti ad una vita di sofferenze solo perché tu hai deciso di stare con me.»
Aveva colpito lì,lì dove fa più male,lì nel mezzo,lì dove fino a qualche minuto prima vi era un cuore…
« E non guardarmi con quell’espressione addolorata, ti prego, fa male anche a me.»
Ero stata rifiutata da tanti uomini nella mia vita,ma chissà perché quella era la volta più dolorosa. Forse per la consapevolezza di essere ricambiata ma non poter stare insieme come volevamo.
«Ma a me non importa!» Provai a spiegargli ma lui scosse il capo in senso di diniego
«Importa a me.»
«E quello che voglio io Remus non conta? »dissi tra i singhiozzi «Non conta che a me non interessa nulla all’infuori di te? Non conta che posso essere felice solo con te al mio fianco?»
«Ma cosa Dora?» la sua voce terribilmente alta «Felicità? Sarebbe un’agonia,non sarebbe felicità. Ed io non posso permetterlo.»
«Sarebbe una dolcissima agonia però» dissi a due sospiri dal suo viso «ed io posso permetterlo»
Annullai la poca distanza tra noi posandogli un dolce bacio sulle labbra aspettandomi di venire nuovamente respinta. Ormai non mi interessava più, tutto ciò che volevo era a mezzo centimetro da me,perché non prenderlo? Se lui insisteva lo avrei fatto ragionare io.
Lui rimase interdetto ma quella volta non mi allontanò,così ne approfittai ed intrecciai le dita tra i suoi capelli attirandolo maggiormente a me e rabbrividendo quando le sue forti mani mi afferrarono saldamente per i fianchi.
 Adoravo le sue labbra. Avevano un sapore ottimo. Un sapore che racchiudeva in sé la speranza di un futuro con protagonisti i nostri sogni costellati da magia e tanta felicità.
Quel nostro primo bacio fu quanto di più casto e puro potesse esistere,ma a mio parere fu il più bello che due innamorati potessero scambiarsi,proprio lì,nel luogo in tutto era iniziato ed in cui tutto stava lentamente continuando. Proprio lì,in quell’edificio che possedeva molta più magia di quanta ne potesse scaturire da una semplice bacchetta. Lo amavo,ed amavo l’uomo che in quel momento avevo tra le braccia.
     
 Mi bloccai ritornando sui miei passi. Lui era ancora lì,dove lo avevo lasciato. Non era sparito nel nulla. Non era evaporato portandosi via il segreto della mia felicità. Quell’uomo era stato capace di rendermi felice in quella vita travagliata e difficile,ogni giorno,ogni istante,in ogni modo. Forse poteva continuare a farlo anche…oltre. Infondo che futuro potevo donare al mio bambino devastata com’ero dal dolore per la perdita del padre? E di che aiuto potevo essere in quella battaglia se avevo la mente e gli occhi accecati dalla sofferenza?  Non avrei mai superato la sua morte,ne ero perfettamente conscia. Sorrisi stupidamente e mi inginocchiai vicino a lui. «Eccomi amore,non ti lascio solo.» con un semplice gesto della mano chiusi delicatamente le sue palpebre. Sembrava dormisse. Era tenerissimo. Quante volte lo avevo visto così? Tante,troppe,ma era una visione che riusciva comunque a scaldarmi sempre il cuore.
Continuai a stare lì,inginocchiata al fianco di mio marito,illudendomi che potesse svegliarsi da un momento all’altro chiedendomi un caffè. Sciocca Tonks.
 Era paradossale. Proprio quel Ministero della Magia che tanto avevo amato e che tanto mi era stato fido compagno in tutti quegli anni adesso mi stava portando via tutto ciò che di bello c’era nella mia vita,adesso era lì contro di me distruggendo ciò che avevo,che avevamo costruito con sudore e fatica in tutto quel tempo. Non c’era più vita,non c’era più niente di vivo,solo tanta,tanta desolazione e la consapevolezza che il mio destino era tra le braccia di quell’uomo che mi giaceva accanto.
«Per sempre amore mio,te lo prometto.» sussurrai baciandogli una guancia ormai fredda.
Mi voltai appena in tempo per vedere un enorme bagliore verde colpirmi in pieno petto prima di addormentarmi,sorridente, in quella che mi aspettavo essere la più bella ed emozionante “vita” che potesse esistere.

Fine


Ecco qui il giudizio della giudiciA che ringrazio ancora!

9° Classificata
Lady_Thalia-Ti sento

Grammatica e sintassi: 8.7/10 punti
Stile: 7.5/10 punti
Originalità: 7.5/10 punti
Caratterizzazione dei personaggi: 7.5/10 punti
Attinenza alla traccia: 10/10 punti
Gradimento personale: 8/10 punti
Totale: 49.2/60 punti

Dunque, questa storia mi è stata abbastanza difficile da giudicare: ci sono dei pezzi che ho adorato e altri che mi hanno lasciato piuttosto perplessa.
Ma procediamo con ordine. Dal punto di vista della grammatica, c’è stato qualche errore: il sé come particella pronominale e il sì affermativo vogliono entrambi l’accento; finora e vabbè si scrivono tutti attaccati; Mi lasciai andare sfinita,senza forze ad una muro, in questa frase, per essere corretta, avresti dovuto scrivere contro un muro (o in alternativa cambiare verbo, magari con mi appoggiai); Maledizioni Senza Perdono vuole la maiuscola; infine, due errori di battitura: accenando al posto di accennando e rimurginai al posto di rimuginai.
Inoltre, dopo le virgole (così come qualunque altro segno di punteggiatura) va uno spazio: non è propriamente un errore grammaticale, ma visivamente è molto brutto vedere tutto attaccato e anche la lettura a lungo andare ne risente. Per lo stesso discorso, ti consiglio di staccare qualche capoverso anche nella parte introspettiva: rende il testo più ordinato e di conseguenza più facile da seguire.
Altra nota, qua e là mi hai piazzato dei periodi davvero troppi lunghi: non ho assolutamente nulla contro le frasi troppo lunghe, ma talvolta ho davvero perso il filo del discorso (ti rimando soprattutto a una frase ad inizio fic, quella che comincia con ‘Un attimo’) e sono dovuta tornare indietro per riallacciarmi alla storia. Questo è un vero peccato, perché nel complesso, il tuo modo di raccontare mi piace: non fosse per questi problemi, sono certa che mi sarebbe piaciuta molto di più e l’avrei letta tutta d’un fiato con molto piacere.
Della morte di Tonks e Remus si è letto e scritto di tutto un po’, devo dire, e più osi toccano sempre gli stessi punti, alcuni dei sono presenti bene o male anche qui. Però, però… La vera originalità secondo me la tocchi nei flash back: mai avevo visto il Ministero reso così importante per la storia d’amore dei due protagonisti. Mi ha molto colpito anche l’attacco all’Ufficio Misteri filtrato attraverso il loro punto di vista.
Sulla questione dei personaggi, devo dire che Tonks mi ha lasciato un po’ perplessa in alcuni punti: in linea di massima mi è piaciuta, ma in qualche caso non mi ha convinto, soprattutto bel flash dell’Ufficio Misteri, perché non riesco proprio a vedermela così spaventata di fronte a un manipolo di Mangiamorte (per di più quando poco prima ha affermato spavalda di ritenerla la parte più ‘divertente’ del suo nuovo lavoro), e sul finale. Posso capire il suo dolore per aver perso l’uomo che ama, ma io Tonks la vedo davvero troppo combattiva per arrendersi così facilmente alla morte. Certo, questo finale è molto struggente e poetico, ma non lo vedo proprio in linea con il suo carattere.
In compenso, sia Remus che Malocchio (per quel poco che appare) mi hanno convinto senza riserve di sorta. Solo un appunto: Remus in realtà, essendo un Lupo Mannaro, non sarebbe mai potuto diventare un Auror, perciò forse al tuo posto inserirei una nota per segnalare la modifica. Comunque, la cosa risulta assolutamente funzionale ai fini del racconto, perciò non mi ha infastidita troppo.
In ogni caso, posso dire che la tua storia è stata una piacevole lettura: hai reso bene i pensieri di Tonks in questo particolare momenti, in particolare il suo senso di colpa per non aver saputo difendere coloro che amava. Inoltre le sue riflessioni finali sul Ministero mi hanno davvero colpita.
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: micRobs