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Autore: SgF    30/10/2010    2 recensioni
Sembra una normalissima giornata nelle Tokyo primaverile. Eppure...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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"Morea" sussurra Bunny inginocchiata ai piedi al letto con le braccia distese sulle lenzuola e il capo chinato.
"Ora basta: devo andare avanti. So che ce la farò, come ho sempre fatto", si alza e sorride sapendo di mentire a se stessa.
Si dirige alla finestra e scruta il sole che lentamente scompare.
E come il sole lascerà spazio alla sera anche lei decide di abbandonare quella tristezza cercando di essere la solita e spensierata Bunny, o almeno provarci.
Un brontolio proveniente dallo stomaco ricorda a Bunny che non mangia da ormai un giorno intero.
"MAMMA! HO VOGLIA DI DOLCI!" urla Bunny correndo da una parte all'altra della casa in cerca di quella disperata donna che deve farle da madre.
"La mamma è uscita, non urlare come una cornacchia!" la rimprovera il fratello Sam.
"Uffa! Vorrà dire che preparerò qualcosa io, anche se non penso di esserne capace" conclude sconsolata non molto convinta di ciò che ha appena detto.
Si dirige in cucina, apre la mensola sopra il lavello e sceglie per il suo dolce farina e zucchero. Dal frigorifero prende alcune uova, una bottiglia di latte e del limone.
Comincia a lavorare lo zucchero con le uova imbrattando metà della cucina. Intanto il sole è ormai giunto al suo riposo e varca l'orizzonte lasciando spazio a numerose stelle luminose.
"…poi aggiungo la farina e poi il latte. O prima il latte e poi la farina? Beh, non cambierà molto!" decide ridendo e compiacendosi del suo lavoro.
"…concluderò aggiungendo della scorza di limone. Ma tutta?" si domanda scervellandosi sul dilemma.
Dopo aver aggiunto gli ingredienti e, ottenuto un composto dall'aria sgradevole, si appresta a cuocere in forno il preparato.
"Mentre cuoce la torta ci vuole un po' di musica!".
Bunny si affaccia alla finestra e osserva spensierata le stelle che brillano da uno spazio così lontano, ma che sanno sempre riempire il cuore di sconfinate emozioni.
"E ora una hit dell'anno passato ci terrà compagnia per prossimi minuti!" annuncia la radio.
Bunny appoggia il naso contro il vetro come se sperasse di raggiungere le stelle sporgendosi oltre la finestra.
"Search for your love, search for your love" canta il gruppo alla radio.
La ragazza che poco prima era intenta ad osservare gli astri torna sulla terra e si volta di scatto ad osservare la radio pensando sconsolata: "I Three Lights! Oh Seyia, avevi promesso che saresti tornato a trovarci".
"Nel cielo splendono stelle d'amore e poi, salta la luna che dolce ci avvolgerà; la mia principessa sarà. Io canterò per te fino al giorno che, non ti ritroverò tra le stelle lassù; principessa del cielo blu...".
"Perché le stelle mi sembrano così tristi stasera? O forse sono io che cerco di essere felice nonostante il dolore che porto nel cuore. Vorrei tanto che Morea fosse ancora qui con noi. Anche se la gente mi vedrà sorridere non vuol dire che io sia felice" pensa Bunny che comincia a piangere sulle note della canzone.
"…chi lo sa se tu mi ascolterai, là nel blu, nel cielo immenso…".
"Sì, Morea, spero tu possa sentire le mie parole ovunque tu sia nelle immensità della galassia: presto ti porteremo via dalle grinfie del nemico. È una promessa!".


Heles esce dalla doccia portandosi un asciugamano sul corpo cingendolo stretto a livello del seno. Osserva la sua immagine riflessa nello specchio e rimane immobile scrutando una Heles un po' debilitata dallo shock subito, una Heles che non ha saputo fronteggiare il nemico.
"Forse il mio potere ha perso il suo impeto. I venti ormai non soffiano più come un tempo nella direzione giusta. Eppure sono convinta che il potere del sistema solare non può fallire così miseramente. La verità è oltre questo specchio, ma è completamente intangibile…".
I pensieri di Heles vengono interrotti da una melodia proveniente dalla stanza accanto. Si veste di fretta e raggiunge la sua compagna Milena intenta a suonare il suo violino.
Le note di una melodia sublime, cariche di energia si impossessano della mente di Heles.
Tutti i momenti passati insieme le tornano rapidi alla memoria: l'incontro delle due ragazze tramite Elsa, il loro dialogo sulle sorti del mondo, la prima battaglia fianco a fianco come Urano e Nettuno. La loro storia scivola sulla pelle di Heles come un petalo di rosa.
"Ti piace proprio questa melodia!" commenta Heles con un sorriso.
"Non so perché ma mi ricorda la nostra battaglia" ribatte Milena.
"Come hai detto che si chiama?".
"Violin Medley, ideata da Vanessa Mae".
Milena riprende a suonare la seconda parte della melodia.
Fuori calano le tenebre dalle quali spiccano centinaia di barlumi. La luce che si scontra con la malvagità delle tenebre, la scia di qualche stella che ha smesso di vivere nell'abbraccio dell'universo, il movimento di una città che si chiude in se stessa come un dolce neonato, l'aria fresca della primavera che scuote piano le gemme sugli alberi.
Heles rimane incantata dal mondo sotto le note del violino della compagna. Milena interrompe la melodia.
"Il mare è in tempesta".
"Questo è evidente, Milena. Ma questa volta potremmo non avere la forza per andare avanti e saremmo definitivamente sommersi dal male".
"È vero, ma non abbiamo salvato la Terra dal male una sola volta. Anche se devo ammettere che il nemico ha una forza e delle capacità davvero temibili".
Un lungo silenzio segue i timori di Milena che si siede sul divano poggiando il violino accanto a sé. Sfiora lo strumento con le dita come per infondergli forza e resistenza. Heles si avvicina alla finestra scrutando il buio oltre le abitazioni.
"Chi era quella donna, Milena?" domanda sconsolata Heles.
"Anna è una mia carissima amica d'infanzia. L'ho incontrata per caso un giorno e ci siamo dati appuntamento per un caffè. Non ti ho detto nulla non perché abbia qualcosa da nascondere: semplicemente pensavo fosse meglio tacere in quanto ero sicura che ti saresti ingelosita per niente. Il dialogo che hai ascoltato tu non è mai esistito, Heles".
"Mi sono sentita folgorata da una gelosia senza pari. Ammetto di essere stata sciocca. Ti chiedo scusa per aver dubitato".
Heles rivolge lo sguardo a Milena che si alza, prende in mano il violino e comincia a suonare la terza e ultima parte della melodia di Vanessa Mae.
Una potenza ineguagliabile si sprigiona dalle note della violinista che lascia cadere dal volto una lacrima, una lacrima che racchiude la potenza incontrastabile degli oceani. Heles si avvicina alla compagna senza interrompere la melodia e, allungando il braccio, rimuove la lacrima con il suo polpastrello. La ragazza si sente improvvisamente pervasa dalla freschezza e nel suo corpo torna a fluire il potere del vento che, come un uragano, spazza via la debolezza e l'insicurezza.
"Ce la faremo" commenta Milena finendo di suonare la melodia.


"Ragazze, sono seriamente preoccupata per Morea. Cosa possiamo fare per aiutarla?" domanda Rea che appoggia il mento sul tavolo con aria abbattuta.
"Hai sentito quello che ha detto Sailor Magellanus: dobbiamo aspettare che il nemico torni all'attacco. Forse allora avremo qualche possibilità di trarre in salvo Morea, o almeno così spero" spiega Amy con la faccia di una che non è per niente convinta di quello che sta dicendo.
"Ma non possiamo aspettare che il nemico salti fuori! Intanto Morea potrebbe essere in grave pericolo!" sbotta stizzita Marta.
"E allora cosa proponi di fare?" chiede Rea snervata.
Silenzio. Marta china il capo e non proferisce parola.
"Come mai Bunny non ci ha raggiunte?" domanda Amy.
"L'ho chiamata e aveva detto di non aver voglia di venire. Era parecchio sconvolta. Provo a darle un altro colpo di telefono" risponde Rea e, alzatasi, si dirige nella stanza accanto per contattare l'amica.
"Non è giusto. Cosa vogliono da noi? Perché hanno catturato la nostra amica Morea? E chi è Sailor Magellanus? Come fanno a sapere il nostro passato? Perché? PERCHÉ?", Marta esplode scaraventando il tavolo di legno addosso al muro.
"Calmati, Marta! Dobbiamo avere in nervi saldi. Tutto questo fa parte del piano del nostro nemico. Starà sicuramente tentando di dividerci in tutti i modi, di allontanarci per raggiungere il suo scopo. Se cediamo, se ci dovessimo separare per qualche motivo sarà più semplice attaccarci. Dobbiamo tentare di essere impassibili a quello che accade intorno a noi. Ricorda che il nemico è un esperto nel giostrare la psiche: non dobbiamo essere deboli!" esplica Amy cercando di trattenere la sua tristezza e la sua frustrazione.
"Ha detto Bunny che ci raggiungerà tra poco. L'ho sentita molto più sollevata rispetto a stamattina" dice Rea rientrando nella stanza osservando il tavolo sbattuto a fondo stanza e rimettendolo al suo posto.
Fuori il buoi diventa sempre più intenso. La sera avanza e con essa prendono posizione migliaia di dubbi e incertezze nelle ragazze che, in silenzio, fissano il vuoto come ipnotizzate. La malinconia, la tristezza, l'infelicità risiede nei loro occhi troppo intenti a squadrare il nulla che gli si proietta davanti. Le nuvole avanzano oscurando la luce delle stelle. Prendono posizione come per impadronirsi di tutta la volta celeste. Malvagie conquistano il cielo che viene inghiottito dall'oscurità. Dopo una decina di minuti passati nel silenzio sepolcrale si avvertono dei passi nel cortile.
"Ciao, ragazze!" saluta Bunny entrando nella stanza con un sacchetto in mano.
"Come stai, Bunny?" chiede pensierosa Marta.
"Sto… sto bene" risponde in modo poco convincente.
"Sei sicura di…" interviene Amy che viene interrotta.
"Sto bene, davvero. Vi ho portato una torta fatta da me" replica Bunny sorridendo.
Le sguardo delle tre ragazze si incupisce.
"L'hai… fatta… tu?" domandano in coro con la faccia sconvolta.
"Sì! Perché? Non vorrete dire che non vi fidate dei miei dolci!" ribatte Bunny sul piedi di guerra tirando fuori dal sacchetto una torta dall'aria insana.
"No no! Abbiamo chiesto se l'avessi fatta tu perché è strano che ti cimenti in questo tipo di cose" risponde rapida Amy mentendo spudoratamente.
Le ragazze prendono una fetta ciascuna e addentano il dolce.
La faccia di Amy, Marta e Rea cambia passando da uno stato scettico a uno disgustato. Bunny, al contrario, continua a mangiare assaporando il suo lavoro.
"Beh dai, non è male, vero?" commenta Bunny facendo un sorriso a trentadue denti.
"Sì, infatti! È molto buona" mentono le ragazze che poggiano la torta sul tavolo e la spingono al centro del tavolo.
Bunny smette improvvisamente di mangiare. Qualche istante di silenzio a cui fa seguito un rumore proveniente dallo stomaco della ragazza.
"Credo di non sentirmi tanto bene" ammette portandosi una mano alla pancia.
"Toglimi una curiosità: quanto tempo l'hai lasciata in forno?" chiede Rea inarcando un sopracciglio.
"Beh, la mamma quando fa i biscotti li tiene dentro quindici minuti, quindi dopo un quarto d'ora l'ho tolta da forno".
Rea rimane sbalordita dall'affermazione di Bunny.
"Beh Bunny, non ti offendere, ma la tua torta è cruda" trae le conclusioni Amy sorridendo all'amica.
"Uffa! E io che pensavo di aver fatto una buona cosa!" dice Bunny incupendosi d'un tratto.
"Se ci fosse stata Morea a quest'ora staremmo mangiando degli ottimo dolci" commenta Bunny.
Silenzio.
"Siamo tutte sconvolte per quanto accaduto, ma ricorda sempre che l'unione fa la forza e noi siamo qui per sostenerci a vicenda" ripete nuovamente Amy portando una mano sulla spalla di Bunny.
"Hai ragione Amy, ma io non posso più fare niente: il mio cristallo si è rotto e non potrò più trasformarmi per proteggervi dal nemico".
"Vedrai che una soluzione la troveremo. Fino ad allora ti staremo accanto per proteggerti dal male".
"Grazie ragazze. Spero di poter combattere ancora al vostro fianco".

La stanchezza vaga per gli occhi di Felix che osserva la sera fuori da una piccola finestra di camera sua.
"Kira, tu pensi che l'oscurità possa essere vista come un male?" domanda il ragazzo senza distogliere lo sguardo dal cielo.
"Un male? Non saprei… noi viviamo anche grazie alla notte. Perché mi fai questa domanda?" risponde incuriosita Kira che si trova seduta per terra osservando Felix intento a fissare la volta celeste.
"A volte penso che durante la notte noi diventiamo completamente vulnerabili".
"Vulnerabili? La notte è solo un momento dei tanti che viviamo, anche se indirettamente. Che cosa esattamente pensi potrebbe attaccarci alla fine del giorno?".
"Non lo so. Forse il vento, forse la luna… forse una galassia lontana!".
"Una galassia lontana? Non possiamo essere certi dell'esistenza di altre forme vitali lontano da noi. E se dovessero esistere anche loro ignorerebbero la nostra esistenza. Non sei d'accordo?".
Felix tace sapendo bene che la realtà non è quella che Kira tenta di difendere con le sue conoscenze.
Il ragazzo si alza dal letto sul quale era accovacciato e si siede in fronte a Kira. La fissa negli occhi e pensa a quanto quella ragazza sia dolce e comprensiva.
"Mi è stata vicina tante di quelle volte che ormai ho perso il conto e lei non ha mai voluto indagare sulle mie ferite, sulla mia tristezza, sulla mia incertezza nell'affrontare di petto la vita. Ha sempre saputo abbracciarmi nei momenti in cui ne sentivo un particolare bisogno, ha saputo prendersi cura di me come poche persone avrebbe mai potuto fare, ha saputo darmi un aiuto che nessun altro sarebbe mai stato in grado di dare" pensa sconsolato Felix ammirando la tenerezza del suo sguardo.
Una ragazza semplice dal viso candido e dai lineamenti fini, dai capelli mori, con due occhi azzurri splendidi e un fisico che farebbe invidia a qualsiasi ragazza della sua età. Di qualche anno più piccola di Felix. Dentro di sé porta un cuore di una purezza sorprendente.
Felix abbraccia Kira e all'orecchio le sussurra una parola che la fa sorridere: "Grazie!".
L'abbraccio si scioglie. I due si allontanano senza nessuna traccia di imbarazzo. Si alzano, e abbracciandosi nuovamente, si salutano dandosi appuntamento all'indomani.
  
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