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Autore: Invader_from_Hell    21/12/2003    4 recensioni
Brevissima one-shot che tratta un argomento delicato in un modo totalmente rivisto, quasi un'antitesi. Rassicurante come la morte.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Sono Nato

Sono  Nato

 

Sentivo la nascita.

La sentivo che mi pervadeva prepotentemente ma con la stessa dolcezza con la quale l’acqua tiepida avvolge il neonato corpo di un bambino che fa il primo bagnetto.

Lentamente stavo venendo al mondo. Vedevo i contorni farsi più chiari.

Riorganizzavo i pensieri con innata sicurezza e ritrovata lucidità, sentivo i sintomi indiscutibili della genesi di nuove cellule cerebrali e di un nuovo stadio di evoluzione mentale e umana.

Immediatamente mi venne in mente l’evoluzione umana, vidi i primi ominidi, vidi gli esseri unicellulari, ma furono solo due bagliori momentanei, perché subito dopo scrutai attraverso l’indicibile, vedendo cose che neppure mi sarei sognato dopo la sbronza più pesante.

Vidi aloni di elio, idrogeno semigassoso, vidi luce liquida fluttuare, riconobbi i contorni di qualcosa che infondo avevo sempre conosciuto.

Ecco, capivo ogni cosa man mano che mi spingevo nell’azzurro. Iniziavo a vedere la luce alla fine del tunnel, distinguevo chiaramente i pensieri dalle induzioni, il male dal bene, gli errori dalle cose buone che avevo fatto, sentivo la madre accanto a ognuno di noi.

Ogni dubbio di lì a poco sarebbe sparito, lasciando il posto a qualcosa di veramente inaspettato.

Iniziai però ad accorgermi che era ormai molto che sentivo l’imminente cancellazione dei dubbi, e ancora tale fenomeno non si verificava. Ma questi erano pensieri da evitare assolutamente, ero troppo felice di stare nascendo.

Venivo piano piano a conoscenza di tutti i misteri che mi erano sempre stati oscuri, la mente si faceva davvero leggera e facile da manovrare, ogni pensiero tendeva ad andare per conto suo, lasciandomi solo. E io facevo fatica a seguire tutti quei ragionamenti. Ne seguivo più che potevo, ma quando si allontanavano troppo da me dovevo lasciarli e sceglierne di nuovi tra quelli che via via  passavano all’accettazione nella mia testa. Alcuni di essi non potevano neanche essere presi in considerazione e fluivano lenti ma inesorabili verso la luce. Li avrei persi per sempre.

E il vuoto allo stomaco si faceva più forte che mai.

Ero quasi sicuro che in quel momento io stessi rivivendo tutta la storia dell’umanità, io ero tutti i ragionamenti di ogni uomo sulla faccia della terra, ero una specie di cervellone centrale, stavo provando l’esperienza globale di nascere.

Il riflesso infondo alla discesa si faceva sempre più vicino e forte, mi ricordava tanto la scena di un film, dove il protagonista continua a ricordare una strada che porta al mare…

Finalmente avrei trovato anche io la mia spiaggia, e il mio mare. Un posto tranquillo.

Stavo nascendo ed ero estremamente eccitato.

Ma io capivo! Capivo istantaneamente tutto quanto! Capivo finalmente tutto quello che non avevo capito prima e che mi aveva portato a voler nascere nuovamente, forse a torto. Ma cosa potevo trovare da ridire in una nascita così meravigliosa?

Sentivo le grida che mi accoglievano e che annunciavano il mio esordio alla vita, sentivo suoni assordanti, simili a sirene, ma le sirene non potevano certo essere!

Improvvisamente sentii la tua voce.

La luce davanti a me sparì, e pensare che c’ero così vicino. Un cazzotto mastodontico mi spedì indietro nel grande tunnel che avevo percorso fino a quel momento.

Guardai in alto. Vidi la tua faccia in alto in alto.

E tanta gente inorridita.

Le sirene.

E le mie interiora a passeggio sulla carreggiata.

  
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