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Autore: _Lollipop_    30/10/2010    3 recensioni
Sara vive a Milano con la famiglia. Il padre deve essere trasferito per lavoro e lei finirà con l'abitare vicino a strane persone. In questa storia i Tokio Hotel non centrano nella vita dei 4 ragazzi.
Genere: Romantico, Commedia, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 28: Segreti

 

La finestra si aprì, sbattendo violentemente contro la parete. La ragazza sobbalzò avvertendo un ondata di aria fredda alle sue spalle. Si alzò cautamente dal letto, abbandonando su di esso il libro di storia, e ci si avvicinò intenzionata a chiuderla. Scrollò lo spalle avvicinando le dita alla maniglia, quando una mano afferrò il suo polso facendole salire il cuore alla gola.

-Tom! Razza di moccio vileda rimbecillito! Mi hai fatto perdere un battito!- strillò portandosi una mano al petto. Il ragazzo, sorridente, le schioccò un dolce bacio sulle labbra.

-Forza, vestiti!- le ordinò spingendola in casa.

-Per andare a dormire?- domandò sarcastica.

-Sì ovvio, per cosa sennò?!?! Muoviti va, ti porto al bar! Non hai mai perso una prova, di certo non perderai la nostra prima esibizione!- Sara si illuminò, ricordandosi improvvisamente dell'impegno con il bar. Sorrise sommessamente e si precipitò a vestirsi, sotto lo sguardo divertito del chitarrista che scuoteva la testa.

 

Seduta su una degli sgabelli del bar, attorno a un tavolino, aspettava nervosa l'entrata dei quattro ragazzi. All'ingresso, aveva notato un piccolo cartello:

 

Esibizione di questa sera:

 

Devilish

 

Ore 21.30”

 

Faceva un effetto strano quel cartello. Era felice, felice per loro. Spostò nuovamente lo sguardo sul piccolo palchetto che avevano preparato per loro, avvertendo un lieve brusio misto ad applausi. Un sorriso radioso comparve sul suo volto quando un piccolo cerchio di luce bianca si posò nel mezzo del palchetto, illuminando le figure dei suoi quattro amici. Georg fu il primo ad entrare, seguito da Gustav, Tom e in coda Bill che, truccato e pettinato, sorrideva alle persone presenti con quell'aria da divo che già possedeva da ragazzino. Bill si posizionò alla fine del palchetto, inforcando il suo microfono, e, mentre attendeva che gli altri inforcassero i loro strumenti, si rivolse al pubblico.

-Buona sera a tutti! Il mio nome è Bill e insieme a mio fratello Tom e ai nostri amici Georg e Gustav, abbiamo fondato i Devilish- un applauso di incoraggiamento non poté fare altro che levarsi tra il pubblico- Noi abbiamo un sogno, vorremo portare la nostra amata Germania con noi, sfondando nel campo musicale. La musica è ciò che ci accomuna, la musica è ciò che ci scorre nelle vene. Per questo siamo qui questa sera, davanti a tutti voi, e per la nostra prima esibizione abbiamo deciso di rischiare con il nostro nuovo pezzo. Tutti noi speriamo che possa piacervi- l'ennesimo applauso avvolse la piccola saletta mentre pian piano le luci si offuscavano e le prime note inondarono l'aria. Sara corrugò la fronte non riuscendo a riconoscere la canzone. Le parole le suonavano quasi famigliari. Come se le avesse già sentite. Lasciò che la melodia le entrasse nella testa ascoltando le dolci parole che la voce di Bill cantava. Osservò le persone intorno a sé come rapite da quella melodia, e la sua attenzione venne catturata da un uomo. Piuttosto giovane, doveva avere intorno ai trent'anni. Sembrava quasi assorto nei suoi pensieri ma allo stesso tempo incuriosito e attento ai ragazzi sul palco. Osservò i ragazzi che con un inchino ringraziavano le persone entusiaste. La canzone era finita. Solo l'uomo rimase impassibile. Continuava a fissare il gruppo con sguardo pensieroso. Bill ricominciò a parlare.

-C'è una persona tra di voi che ci sta particolarmente a cuore e a cui dobbiamo la nostra unione. Una persona a noi speciale che ci ha seguito e accompagnato durante il nostro cammino. Beh, a questa persona vogliamo solo dire: grazie di tutto!- una lacrima solcò il volto della ragazza. Il gruppo fece un ultimo saluto e ringraziarono un ultima volta prima di scendere dal palco e sparire dalla vista dei presenti. Le luci si illuminarono e le persone continuarono a commentare. Chi la canzone- e la maggior parte della gente sembrava contenta, soprattutto riconoscendo il talento di ragazzi tanto giovani-, chi parlava del loro look- chi bene e chi male ma, d'altronde si sa, non tutti possono apprezzare un look così stravagante. Si voltò verso il tavolino curiosa di sapere la reazione dell'uomo di prima. Non c'era. Se n'era andata. “Che tipo strano” pensò.

 

Un mese dopo, la band era ormai fissa in quel bar. Niente da dire, la gente li adorava. Erano così talentuosi e carismatici che sembrava impossibile fossero dei quindicenni. Sara non mancò nemmeno ad una esibizione. I ragazzi crebbero come gruppo. Le canzoni erano meravigliose. E il loro rapporto non andava che migliorando. Ogni tanto vedeva quell'uomo entrare dalla porta principale e poi svanire come era entrato. O beh, poco importava.

Quel giorno Sara non riusciva a studiare. Aveva bisogno di Tom. Era come una droga. Non riusciva ad aspettare fino a sera. Aveva bisogno di lui. Uscì dalla finestra dirigendosi a quella accanto. Bussò un paio di volte sul vetro, sfregandosi le braccia per scaldarsi, in attesa che il ragazzo le aprisse. La finestra si aprì e la calda voce di Tom l'avvolse.

-Ehi piccola, che fai qui? Vieni dentro, fa un freddo cane!- la afferrò per un braccio aiutandola a scavalcare. La voce di Tom le suonava strana, come triste.

-Allora? Come mai sei qui?- domandò una volta entrati in camera.

-Avevo bisogno di vederti- sussurrò stringendosi al suo petto con dolcezza. Il ragazzo sospirò, stringendola a sé con fare protettivo e baciandole i capelli.

-Piccola ho una cosa da dirti...- ed ecco che lì nascevano le preoccupazioni.

-C-che succede?- domandò timorosa, sciogliendo l'abbraccio.

-Ecco vedi...- cominciò torcendo tra loro le mani, con fare nervoso-...io... ho bisogno di te...- sussurrò infine, allacciandole la vita con le braccia. C'era qualcosa che non voleva dirle. Era certa di questo. I suoi occhi erano velati di una strana malinconia.

-Come?- chiese stupita.

-Ho bisogno di te... di sentirti di nuovo mia...- continuò con la voce tremante. La mora allungò una mano ad accarezzarle una guancia. Il viso di Tom si avvicinò ulteriormente. Poteva sentire il suo respiro accelerato sulle sue labbra, finchè finalmente non rientrarono in contatto. Un lungo bacio li unì facendoli cadere in un vortice di emozioni sovrapposte. Sembrava di volare, librarsi in aria oltre le nuvole, l'arcobaleno. Solo loro due. E quando si unirono di nuovo, finalmente, a entrambi sembrava che il tempo passasse troppo in fretta. E Tom si concentrava per durare il più a lungo possibile. Non voleva interrompere quel momento così incredibilmente magico.

Si sdraiò, al suo fianco, sudato e ancora scosso da quelle emozioni così grandi. La strinse al suo petto più forte che poteva. Amava stringerla tra le sue braccia. Amava sentire il calore dei loro corpi fondersi. Amava semplicemente loro due insieme. Una lacrima rigò il suo volto perfetto mentre sentiva la ragazza al suo fianco cadere nel mondo dei sogni. E ora? Come avrebbe fatto?

 

Il pomeriggio del giorno dopo, era una fresca domenica. Sara ripose i suoi compiti nella libreria e corse nel salotto. Uscì di casa dirigendosi a quella di fianco. Suonò il campanello impaziente di saltare al collo del biondo. Simone apparì sull'uscio della porta, accogliendola con uno splendido sorriso, perfettamente truccata e pettinata.

-Ciao tesoro-

-Ciao Simone! Tom?- la donna la guardò sorpresa e confusa.

-Tom non è qui, tesoro- rispose con fare ovvio.

-Oh, e sai dov'è andato?-

-Ma... non ti ha detto niente?- domandò stranita.

-C-cosa doveva dirmi?- chiese la mora visibilmente intimorita dalla risposta.

-Tom è ad Amburgo, con la band. Un uomo importante li ha contattati, un certo David Jost. L'Universal li ha dato un contratto e la possibilità di diventare famosi. Stanno lavorando a un album- quelle parole la trafissero come tante lame. Erano ad Amburgo. Avevano un contratto. La possibilità di diventare famosi. E non le avevano detto niente. Niente. Perchè? Le aveva promesso che sarebbe sempre stato al suo fianco, che non l'avrebbe mai abbandonata, è invece è stata la prima cosa che ha fatto.

 

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Buona sera ragazze! Sono tornata, dopo un lungo ritardo! Ma dopo il sequestro del mio pc da parte dei miei genitori ho potuto mettermi al lavoro solo ora! Purtroppo il capitolo non è dei migliori e, in caso non aveste capito, è l'ultimo. Già, so di non averlo annunciato, ma non era previsto. Comunque ho preferito finirlo ora. Ma non temete, sto già pensando a un sequel. Spero continuerete a seguirmi. È stato un piacere scrivere per voi! Ringrazio vivamente tutte le ragazze che hanno commentato la mia storia e mi hanno sostenuta durante tutti i capitoli! Spero di ritrovarvi anche nel sequel che, però, non ho ancora idea di come si chiamerà! Ma lo capirete ;) Un bacione enorme! Grazie di tutto ragazze!

Sara. 

  
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