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Autore: Aimondev    30/10/2010    1 recensioni
In guerra, la verità è la prima vittima.(Eschilo)
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAP 3

La Profezia

 

I timidi raggi di una luna ormai attempata e morente trasparivano fra le fronde di quelle querce millenarie, e raggiungevano affievolite e stanche il sottobosco.

Stormi di uccelli notturni abbandonavano timorosi le loro case poste attorno ad una particolare area  dove due uomini, illuminati a malapena dal candore lunare, si ergevano sfiancati presso un cimitero allo scoperto.

 

Uno di loro cadde a terra esausto, cercando un conforto in quel gelido suolo

“Hah…perlomeno non dovremmo più scannarci a vicenda per un po’ di carne… Mi sembra che qui ce ne sia a sufficienza per entrambi!”

 

L’altro più silenzioso in ogni sua azione, si limitò a sedersi per terra fissando i corpi esanimi di quei satiri che non sarebbero dovuti trovarsi lì, poi, dopo un lungo silenzio, rispose  sarcastico all’affermazione del compagno.

“Già…ti cedo volentieri persino le carcasse putrescenti dei Satiri… a me spetterà il resto…”

 

Astenos squarciò la tranquillità del silenzio con una cavernosa risata che fece fuggire terrorizzati i piccoli animali che erano stati abbastanza coraggiosi da rimanere ancora in quella zona.

“Non mi hai ancora detto come ti chiami, ragazzo…”

il compagno si perse nella magnificenza di quel cielo cosparso da migliaia di punti luminosi, provando una sorta di piacevolezza in quella visione, che gli riportò in mente Lysandra; poi tornò alla realtà

“…Kratos…puoi chiamarmi Kratos…”

 

Le giornate passarono lente ed oziose da allora.

Astenos non rispettò la promessa di sfida fatta al compagno: doveva aver intuito che non ci sarebbero state possibilità di vittoria e che probabilmente il suo rivale rappresentava una diretta discendenza di una qualche divinità.    Tanto meno Kratos si prendeva la briga di ricordarglielo, impegnato com’era nella costruzione di nuove armi concepite nel profondo dei suoi stessi sogni.

Era riuscito a schiodare gli affilati ganci dalle estremità degli scettri dei satiri morti, e con il fuoco fonderli in un unico utensile per poi raddrizzare quegli uncini rendendoli letali da entrambi i lati: ideali per la perforazione.

Aveva già creato una coppia di quegli atroci oggetti e sperimentato la loro efficacia abbattendo

e sviscerando un cervo.

 

Ogni guerriero possiede un’ innata abilità nell’utilizzare un certo tipo di arma e, molto spesso, il loro utilizzo rispecchia la personalità stessa del personaggio che le brandisce;   Kratos constatò che l’uso simultaneo di due lame costituiva per lui il più eccellente stile di combattimento che potesse bramare:  erano compagne  perfette per amplificare la sua furia.

 

Una notte, mentre il compagno montava di guardia, si concesse qualche ora di sonno, che però fu turbato da uno strano sogno.  

Vide un immane macigno crollare da una rupe e travolgere uomini, donne, gli stessi paesi.

Tra quegli innocenti scorse una donna  bagnata di lacrime che stringeva a sé la sua bambina, ed avevano entrambe uno sguardo che lo ricoprì di terrore.  Poi il buio.

In un istante una luce rossa come il fuoco scacciò le tenebre, non riusciva a intravedere chi o cosa emanasse tale splendore; un’ imponente voce maschile fu effusa da quella fiamma intensa

 

DOMINARE GLI ESSERI UMANI E’ FORZA,  DOMINARE SE STESSI E’ POTERE!...

 

KRATOS, IO TI INSEGNERO’ A SFRUTTARE AL MEGLIO IL TUO POTENZIALE,  TI APRIRO’ LE PORTE CHE CONDUCONO ALLA GLORIA: SURCLASSERAI OGNI UOMO AL MONDO, PERSINO LA PROGENIE STESSA DEGLI OLIMPICI”

 

Chi sei tu? Come fai a sapere di me?”

 

“UNA PROFEZIA ANNUNCIATA DALLE PARCHE IN PERSONA HA PREDETTO LA TUA NASCITA ED IL TUO RUOLO NEL MONDO! SAPRAI TUTTO A TEMPO DEBITO”

 

Non ho bisogno di nessuno per raggiungere la gloria! Me la cavo da solo!”

 

“OGNUNO E’ ARTEFICE DEL PROPRIO DESTINO…SARAI TU STESSO A DECRETARE IL TUO FUTURO….MA NELLA FINE  CHE TI ASPETTA NON TROVERAI ALCUNA GLORIA, ED ANDRAI INCONTRO AD  UNA MORTE IMPIETOSA ED OSCURA…. IO POSSO IMPEDIRE CHE CIO AVVENGA”

 

“….Dove posso trovarti?....”

 

….CERCAMI….”

 

 

La luce si estinse, e Kratos si alzò in piedi tremante e bagnato di sudore come se fosse stato attraversato da qualcosa di incorporeo… qualcosa di non umano… non riusciva a riprendere il fiato come se avesse compiuto un immane sforzo.   

 

“ Heheh…dal tuo stato sembrerebbe che tu sia appena uscito da un sogno erotico!”    osservò Astenos sbracato su un ramo basso di un arbusto.

 

“Aah….stai zitto!...” rispose mettendosi le mani sulle tempie, poi si guardò intorno: i primi raggi di sole avevano pulito la notte profonda.

“…è giorno!...perché non mi hai svegliato per il cambio della guardia?”

 

“Era così bello vederti dormire!” rispose e seguitò con la tipica fragorosa risata.

 

Mentre il ridestato abituò il suo sguardo alla nuova luce e ricominciò a distinguere i colori si accorse di un viso indistinguibile nel fogliame di un cespuglio.  Subito afferrò le sue armi  e si avventò di corsa contro l’appostamento, ma, scansate le fronde, non trovò traccia di nessuno.

 

“Si può sapere cos’hai?” interrogò il compagno

“Seguimi , Astenos, voglio verificare una cosa!” comandò addentrandosi di nuovo nella profondità del bosco.

“Sei strano…” commentò calandosi dall’albero    “…mi piace”

 

Camminarono per ore senza nessuna traccia e nessun punto di riferimento, senza capire dove si stavano dirigendo né sapere a cosa stavano andando incontro, ma Kratos era stato raggelato da quella voce e profondamente condizionato,  aveva ceduto alla curiosità di voler capire chi fosse quell’entità.

Ma quando per l’altro esploratore, la speme di reperire qualcosa si stava affievolendo, finalmente scorse lontano una luce brillante.    

“Laggiù!” gridò esaltato e raggiunsero insieme quel bagliore. 

Si ritrovarono  in una vallata molto vasta e notarono nella pianura sottostante un numeroso gruppo di giovani esordienti accampati intorno ad uno stagno.

“Ehi che ne dici di attaccarli e mostrare loro quanto siamo forti!?” propose Astenos con occhi da pazzo

“Non ho tempo per queste cose...”

“Ma ci siamo persi! E poi si può sapere che cosa speri di trovare in questo bosco maledetto!”

“non lo so…forse un Dio!”

“Un Dio?!...” esclamò l’altro e ricominciò a ridere fragorosamente, tanto da segnalare la loro presenza al gruppo di ragazzi accampati vicini.

 

 

“Ehi voi laggiù! Ci stavate spiando forse!?” gridò quello che probabilmente si era imposto come capo gruppo: aveva un’aria altezzosa e quasi effeminata che gli donava lineamenti soavi e gradevoli,

ma al contempo l’attitudine decisa e virile lo presentava come un uomo indomito.

 Attorno a lui, molti ragazzi si stavano rifocillando nei pressi della sorgente, mentre altri avevano già impugnato alcune picche rudimentali.

 

I due discesero per la valle:  Astenos stringeva la sua frusta con fremente eccitazione, l’altro invece era calmo e serio e ignorò totalmente le accuse di quel tizio, tanto da passargli tranquillamente accanto senza degnarlo neppure di uno sguardo sotto i suoi occhi furenti di indignazione.

 

“Ehi tu…Feccia!!... Dove credi di andare?! Ti ho rivolto una domanda ben precisa, e a prescindere dalla tua risposta, di sicuro, non ti lascerò fuggire di qui!”

Dopo quelle parole, Astenos srotolò la frusta e fulminò con lo sguardo il provocatore,  Kratos invece restò quasi incuriosito ed arrestò l’azione dell’amico.

“Lasciami fare, Kratos…ho voglia di sfogarmi”

“Aspetta! Voglio capire una cosa”  poi si rivolse a quella folla che intanto gli aveva puntato contro le armi

“Anche se il nostro  progetto fosse stato quello di sorvegliarvi, cosa ne avremmo ricavato?”

 

“Hah…fai il finto tonto! Aspettavi il momento buono per impadronirti della mia mappa, è chiaro!...ma se volevate raggiungere il tempio dovevate prima consultarmi e recarmi tributo; ma ormai è troppo tardi!.. non accetto meschini spioni tra i miei ranghi!”

“tributi?...i tuoi ranghi?...ma chi credi di essere?” rispose freddo l’interlocutore

“Come mi chiamo? Chiede….  Io son nomato Eumenos, unico erede del nobile Agathangelos, è stato lui! Il mio grande padre a rivelarmi ogni segreto per sopravvivere in questi luoghi malsani! E ha fatto di più: mi ha mostrato la via più facile per prendere una posizione nell’armata spartana!”  spiegò quel logorroico pseudo veterano in modo noioso ed irritante.

“prima hai fatto riferimento ad un tempio…” 

“Già!...il grande tempio di Dioniso ubicato nei meandri di questa foresta! E’ difficile trovarlo senza avere una mappa delineata di questi luoghi; ma si dà il caso che il mio nobile padre Agathangelos sia un brillante conoscitore di molte località! Ha già tracciato le mappe dell’Ellesponto, Stinfalia, Elicona….”

Continuò verboso a ciarlare mentre i suoi stessi uomini sbuffavano esasperati

“Kratos, tu fai come ti pare ma giuro che se parla per ancora un altro mezzo minuto ci penso io a strappargli la lingua!”

 

lass="MsoNormal">“Dioniso!...sapevo che c’era di mezzo una qualche divinità” realizzò Kratos in un’isolante riflessione

 

“Già, Dioniso!” confermò Eumenos   “non sappiamo molto su quel tempio,  ma molte voci affermano che al suo interno abbondi vino a fiumi, traboccante da cornucopie d’oro massiccio, e le sacerdotesse del dio siano le più belle donne del mondo e che  riservino un trattamento di favore per coloro che riescano a raggiungerlo.

E’ PER QUESTO CHE NOI TROVEREMO QUEL POSTO, DICO BENE UOMINI!?”  Un grido di esultanza lo seguì prolungato.

 

“Ho bisogno di quella mappa…” decise il prescelto degli dei  “…vi offro l’alternativa di seguirci e raggiungere insieme il tempio…..altrimenti ce la prenderemo con la forza!”

Astenos sorrise sprezzante  “Finalmente inizia il divertimento”

 

“Stai scherzando!?.... sarete voi a finire male e non vi faremo….”  Non concluse la frase che la frusta dell’avversario gli sfiorò la faccia procurandogli un graffio profondo.

“parli troppo per i miei gusti” 

“Cane!”  estrasse una spada corta ben rifinita e si portò contro l’aggressore

“Così mi piaci!”  disse schivando un fendente ben calibrato da quell’avversario che sapeva il fatto suo.

 

Intanto un gruppo di lancieri attaccò Kratos da solo, che evitò di sguainare le lame;  voleva soltanto limitarsi a fare loro molto male visto che probabilmente potevano essergli d’aiuto.

Schivò un veloce affondo demolendo con una gomitata devastante il volto del prode esordiente che aveva avuto l’audacia di attaccarlo per primo, poi si schiantò con una scivolata su un altro di quei temerari facendolo crollare rovinosamente al suolo.

Due ragazzi tentarono di trapassarlo mentre si trovava ancora a terra ma rapidamente deviò la traiettoria di un colpo, che affondò sul suolo, e con una pedata timbrò il volto di un aggressore   che si scontrò verso alcuni altri ragazzi che stavano incorrendo all’attacco, poi afferrò il giavellotto dell’altro disarmandolo e lo colpì in mezzo agli occhi con l’estremità spuntata della sua stessa arma. 

Improvvisamente avvertì un corpo incontrollato collidergli alle spalle che lo atterrò: era Astenos

“Maledizione…non è affatto un principiante!” osservò rivolto verso Eumenos che aveva mostrato di non essere solo un ciarlatano  “Mio padre mi ha addestrato in ogni tipo di lotta! Cosa credevi?” si vantò riaccendendo l’astio dell’avversario che inatteso gli si gettò di peso addosso.

 

E mentre quella rissa aveva luogo, vennero avvertiti da tutti quei prodi giovani dei cupi scalpitii da ogni parte in quella vallata, il suolo stesso iniziò a tremare e li costrinse a fermare le ostilità comuni per ispezionare la zona circostante.   Kratos, che per primo aveva constatato la presenza di qualcun altro in quella vallata bloccò la furia del compagno che non si era reso conto di nulla, mentre Eumenos tutto d’un pezzo si rialzò confuso  “cosa succede? Un terremoto forse?”

 

“non un terremoto….” Smentì Kratos mentre intanto dalla vallata apparivano figure galoppanti rafforzando i suoi timori   “….sono centauri…. A decine….”

  
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