ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Un alone di tenebre azzurre lo avvolgeva nella sua
freddezza.
Scosse il capo.
Notò incauto che le sue mani erano macchiate di
sangue rosso cremisi dall’insopportabile odore metallico.
Il cuore del cuoco collassò a
causa di un’insolita angoscia.
I polmoni a fatica catturavano avidi l’aria
fredda.
Le gambe, da sempre immobili e perfette, vennero attraversate da una
breve e gelida corrente che le fece tremare.
Nella sua mente si inseguivano
pensieri che alla rinfusa tentavano di ordinarsi.
Non ricordava come fosse
arrivato li e cosa fosse accaduto.
Nulla di ordinato nei suoi pensieri, solo
l’insopportabile terrore del panico che lo avvolgeva.
Cercò di ricordare, ma
non riusciva in questo sforzo apparentemente possibile.
Decise di guardarsi
attorno per illuminare i suoi ricordi d’ombra.
Alzò gli occhi e vide sangue e
sofferenza di un uomo che chiamava amico, ma solo nel suo cuore.
Lo
spadaccino era immobile davanti a lui con il capo chino e stringendo le mani al petto attorno a
qualcosa.
Il capo si sollevò lentamente, dalle labbra pendevano sussulti
e gli occhi vitrei lo accusarono di essere reo del sangue che cadeva a
gocce inumidendo di rosso il legno del pavimento.
Le mani si scostarono da
qualcosa che simile ad un parassita divorava avidamente la carne del
torace.
Il manico ligneo, tinto di rosso, di quel qualcosa era la premessa di
una lama d’insensibile metallo.
Il respiro affannato era quello di un uomo
che temeva un amico, che temeva la lama che gli aveva colpito il
petto.
Gemette e il sangue scivolò dolcemente lungo le labbra.
Le braccia
caddero lungo i fianchi prive della loro fantomatica forza.
Gli occhi si
persero nel buio infinito di quel luogo irriconoscibile e lentamente i
ginocchi si sciolsero come se le ossa fossero evaporate.
Avvertì un solo
sospiro, interminabile e colmo di dolore, prima che cadesse sul fianco sinistro
in un suono sordo ed angosciante.
Il cuoco venne travolto dal senso di
vertigine e precipitò nel buio infinito del terrore.
La sua mente sognava
il sangue versato di un amico.
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Achamo
& il suo inutile monologo…
”In sintesi: Sanji ha sognato di accoltellare
Zoro, che simpatico…
E’ la seconda volta che faccio una cosa del genere allo
spadaccino… povero. Comunque spero di avervi spaventato a dovere… Mi auguro vi
sia piaciuto questo mio ‘dolcetto’ per Halloween.
Grazie per aver letto :D
Buon Halloween a tutti!”.
PURA FINZIONE SCARLATTA
J.