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Autore: Elee90    31/10/2010    0 recensioni
Stavo tornando dal tavolo, quando vidi che Gaia si era alzata dalla sedia. Pensai se ne stesse andando, invece venne verso di me. Mi prese il viso e cominciò a baciarmi. Un bacio lento, pieno di passione, le nostre lingue andarono in sincronia, come se fossero adatte l'una all'altra. Notai che mi strinse forte a sè, e lo feci pure io. Le misi una mano nel viso, e con l'altra le toccai la schiena, non volevo lasciarla, non m'importava di dov'ero, se stavo facendo scandalo, se era troppo provocatorio quel bacio. In fondo ero Mirko, io potevo fare di tutto. E continuai a baciare Gaia, l'unica cosa di cui m'importava veramente.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un nuovo giorno arriveràMi svegliai di soprassalto nel cuore della notte, sul divano. Guardai il telefono, un sms. Mirko.
Feci un sorriso enorme, contenta di quel messaggio ricevuto. Decisi di non rispondergli per il momento, l’avrei fatto domani mattina appena mi fossi svegliata. Andai in camera mia, mi misi nel letto, e mi riaddormentai, incontrando nei sogni un ragazzo biondo con gli occhi verdi.
La mattina le urla di mia madre mi svegliarono. Mi alzai di malavoglia, e andai in cucina, portando con me il telefono. Mi sedetti nella poltrona e pensai a cosa rispondere.
 
Heii, ciao bello! Ieri dormivo già, scusami. Cmq che scemi non ci  siamo neanche detti di dove eravamo…cmq sono di Sarroch. Tu invece? Un bacio..
 
Mi si strinse lo stomaco. Andava bene come messaggio? Speriamo. Dovevo solo attendere che rispondesse. Mi misi a fare le pulizie in casa per passare il tempo. Ed ecco di nuovo quella canzone alla radio. Alessandra Amoroso ne sai troppo! pensai.
 
 
Mi svegliò mia sorella. Seduta nel mio letto, che mi guardava strano.
“Cosa vuoi Giò? Vattene, è presto!” le feci, girandomi nel letto.
“Sei tornato presto ieri. E sei andato a letto presto! Stai male?” era preoccupata.
“Ma dai, non posso essere solamente stanco?” le risposi, acido.
“No. Mio fratello non è mai stanco. Cos’hai?”
“Niente Giò. Vai via. Ho sonno”
“Sono quasi le 11.30. Ti conviene alzarti”
E se ne andò sbattendo la porta.
Mia sorella, Giorgia, ha 17 anni ed è la più rompicoglioni del mondo. Ma le voglio un gran bene, è l’unica ragazza con cui posso essere me stesso, non mi giudica e ha sempre un consiglio pronto. Si comporta come se fosse mia madre.
Guardai il telefono. Un sms. Gaia. Sorrisi.
 
Buongiorno piccola. Siamo vicini, quindi. Io sono di Pula. :D possiamo anche vederci se vuoi un giorno.
 
Perfetto, è a massimo 20 minuti da qua. Ce l’avrei fatta. Dovevo impegnarmi, con lei niente cazzate. Andai in cucina a fare colazione, e trovai Giò seduta nel divano. Mi guardò strano.
“Ancora?” le feci.
“Sei strano. Tutto qua!”
“Strano. Che palle Giò. Qui se qualcuno è strana sei tu.”
“Staremo a vedere. Mi nascondi qualcosa. Stai sorridendo guardando il telefono. Cosa che non fai mai. Chi è questa ragazza?” mi provocò.
“Non è nessuno Giò. Finiscila.”
“Va bene, che misterioso che sei!” Se ne andò via, e mi lasciò da solo nel divano a guardare la tv. Mandai subito un messaggio a Luca.
 
Bro, mi ha risposto!! È di Sarroch. Perfetto! E cmq, non ho fatto il boscaiolo per tua informazione. Tu invece scometto di si!! Ahahhaha a dopo.
 
Continuai a sentire Gaia per tutto il giorno. Era simpatica, e volevo vederla. Ma era ancora troppo presto. Un sms di Luca.
 
Scemo pagliaccio, non ho fatto il boscaiolo!! Il falegname!! Ahahah... Cmq perfetto bro. A momenti sto passando da te.
 
Sorrisi alla battuta di Luca. Sempre il solito. Mi feci una doccia e mi preparai. A momenti significava tra un’ora.
 
 
Finii di pulire all’ora di pranzo. Mia madre rientrava da lavoro verso l’1 e qualcosa. Stavo sentendo Mirko tutta la mattina, era simpatico. Mi ha detto che ci saremo potuti vedere un giorno. Pensai che quel giorno per me poteva anche essere oggi, ma non volevo affrettare le cose. Mandai un messaggio a Stella. La mia migliore amica.
 
Sister. Devo aggiornarti su cosa è successo ieri al matrimonio di mia cugina!!! Ci vediamo stasera?
 
Nell’attesa, incominciai ad apparecchiare. Un sms. Mirko. Un altro. Stella.
 
Che è successo? Dimmi qui. Non posso stasera, devo uscire con Alex.
 
Che palle!! Va beh, gliene parlo per via sms.
 
Ho conosciuto un ragazzo! Bellissimo. È di Pula. Ha sui 22 anni, biondo, occhi verdi. Forse ci dobbiamo vedere uno di questi giorni. :D
 
Sono contenta! Come si chiama?

Mirko. :D

Mmm.. poi mi racconti tutto a voce! Ed escici, SUBITO!!

Stella aveva ragione. Dovevo uscirci. Ma avevo vergogna a chiederglielo. E poi doveva essere lui a farlo.
Lo sentii per tutta la sera. Mandai un messaggio a Birba. L’altra mia amica.
 
Usciamo? Non volevi andare a Pula tu? :D
 
Aspettai un po’. Birba avrebbe risposto velocissima.
 
Stai scherzando? Andiamo veramente? A che ora?
 
Verso le 17.30… passo a prenderti?

Perfetto tesò. A dopo!! :D
 
Avvisai Stella. Doveva sapere sempre tutto. Era il mio punto di riferimento. Un’amica fantastica. Una sorella per me.
Mi preparai. Un paio di jeans chiari stretti, converse basse bianche, e magliettina scollata color panna. I capelli tirati su con una coda e occhiali neri Prada. Andai a prendere la mia amica. Alle 17.30 ero sotto casa di Birba. Andammo a Pula. Spiegai tutto a Birba, fiera di essere la mia complice in questo piano. Non avvisai Mirko.
Andammo in giro per i negozi, guardammo vetrine, commentavamo la gente che passava. Una bella serata con la mia amica. E a un certo punto ecco che vidi quel ragazzo, non vestito elegante questa volta. Non penso che mi avrebbe riconosciuto vestita cosi. Passò e mi sorrise, l’amico alto, moro, il classico fighetto, mi guardò e mi sorrise pure lui. Ricambiai, e feci finta di nulla. Continuai a messaggiare con Mirko, senza dirgli che ero li e che l’avevo visto, gliel’avrei detto più tardi magari. Gli scrissi che stava facendo. E lui rispose.
 
Sono in giro. Non c’è un cazzo! Tu?
 
Birba mi consigliò di dirgli che ero io, e che l’avevo visto.
 
Si anch’io sono in giro. Carino il tuo amico, si veste molto bene! Come si chiama? :P
 
Ero in ansia, sapevo che con una risposta del genere, dopo avrebbe fatto di tutto per vedermi. Un sms. Stella.
 
DIGLI CHE SEI LI SCEMA!!

Sorrisi. Un altro sms. Questa volta era il suo.
 
Il mio amico? Come sai che… merda! Dove sei?
 
Mi scappò un sorriso. E nello stomaco sentivo farfalle.
 
Ehehe… vorresti saperlo dove sono vero? Cercami. Se mi riconosci. Ti sono passata affianco prima. Mi hai pure sorriso.
 
Altre farfalle.
 
Eri tu quella ragazza con la coda, e gli occhiali da sole! Era un viso familiare. Dove sei? Ti prego dimmelo. Pula è grande, non riesco a trovarti senza un suggerimento.
 
Farfalle, il mio stomaco ne era invaso.
 
Ahahah..  si esatto ero io!! mm.. vediamo un po’.. sono vicino a una chiesa!
 
Il quel momento sperai che ci arrivasse, senza altri indizi.
 
Arrivo!
 
Aveva capito. Oddio, ansia, farfalle. A momenti mi veniva da vomitare. E dopo 10 minuti eccolo, scrutando tutte le persone che c’erano nella piazza. E poi un sorriso smagliante.
 
 
Luca arrivò a casa alle 17. Uscimmo subito, dovevamo raggiungere gli altri. Passammo nella via principale per fare prima, a piedi. La macchina era in riserva e non avevo soldi. Luca mi parlava di Sara, di come gli stesse incominciando a stare sul culo. Erano 2 mesi che uscivano insieme, e lei stava già diventando troppo morbosa, lo controllava, ed era gelosa di me. Ma per Luca ero io il primo pensiero. E lui era il mio. O almeno, lo era, prima di aver conosciuto Gaia. Camminammo, guardando ogni ragazza che passava a fianco a noi. Una ragazzina bionda, vestita molto bene, con gli occhiali da sole veniva verso noi. Carina, pensai che avesse qualcosa di familiare, le sorrisi. Luca mi diede una gomitata e le sorrise pure lui. Superate ci girammo tutti e due.
“Cazzo! Bona la biondina!” fece Luca.
“Già” risposi.
Continuammo a camminare, un sms. Gaia. Mi fermai di botto. Guardai Luca.
“E qui. Da qualche parte, e ci ha visto!”
Incominciammo a guardarci intorno. Nessuna traccia di lei. Mi provocava. E poi…
“E in piazza di chiesa. Andiamo!”
Luca mi seguì senza dire niente. Era curioso di vedere la tipa che mi aveva mandato in tilt. Arrivammo in piazza, scrutai tutte le persone che c’erano. E poi eccola li. Seduta in un muretto, fumando, con affianco un’amica. Le sorrisi e andai verso di lei.
“Ma è la tipa bona di prima!!”
“Esatto” sorrisi.
 
Si avvicinarono a noi. Ero nervosa, in ansia. Lui bellissimo come il sole. Aveva dei jeans scuri, e una camicia a righe bianca e blu. Occhiali da sole, e i capelli biondi alzati e tutti scompigliati dal vento. L’amico pure lui in jeans, e una maglietta blu scura, i capelli neri alzati a mò di crestino. Carino. Ma non quanto Mirko.
“Ehi” mi sorrise, e si inchinò a darmi un bacio nella guancia.
“Ciao” gli sorrisi. E ricambiai il bacio.
“Lei e Birba. Una mia amica”
“Piacere Mirko. Lui invece è Luca”
“Piacere” gli facemmo in coro con Birba. Lui sorrise.
Si sedettero affianco a noi. Eravamo tutti in imbarazzo. Io più di tutti.
“Perché non mi hai detto che scendevi?” mi fece Mirko.
“Ho deciso all’ultimo momento. Poi lei voleva venire per andare a comprare vestiti.”
“Mmm.. non avete comprato niente però!”
“Non c’era un granché” rispose Birba.
“Ma come siete venute qua?” chiese Luca.
“In macchina. L’ho parcheggiata nella via principale”
“Wow. Hai la patente! Che macchina hai?” chiese Luca.
“Una 500, nuova.”
“Carina. Adattissima per una ragazza” mi sorrise.
“Si, infatti. Avrei voluto la Mito. Ma i miei purtroppo erano contrari.”
“Io ho la Mito” fece Mirko sorridente.
“Non ci credo! Me la farai provare quindi?” risi.
Luca incominciò a ridere. “Fidati. Non la lascia a me a momenti” e continuò a ridere.
“Certo. Un giorno te la farò provare” mi disse Mirko.
Luca rimase a bocca aperta. E scosse la testa. Chissà cosa stava pensando. Mirko era troppo carino. Passammo un’oretta a parlare. Luca era simpatico, sparava una cazzata dopo l’altra. Ci stavamo divertendo. Mirko mi guardava con occhi dolcissimi, e quando arrivava l’occasione per toccarmi anche solo un braccio non se lo lasciava scappare. Ci portarono in giro per il paese, io affianco a Mirko e Birba con Luca. Delle ragazzine ci guardarono male, non capii il motivo. Si vede che Mirko e Luca erano i fighi e impossibili del paese. Ci accompagnarono dentro i negozi, dandoci consigli e portandoci vestiti assurdi, troppo brutti. E ridevamo, come dei pazzi, tutti e quattro insieme. Mirko mi portò un vestito rosso, con spalle e schiena fuori, e me lo fece provare. Mi stava bene, ma avevo vergogna di farmi vedere in quella maniera. Uscii dal camerino con indosso quel vestito e le Converse. Mirko rimase a bocca aperta, e Luca incominciò a ridere e a prendermi per il culo per le scarpe. Cosi mi portò un paio di decolté rosse. Me le infilai. Tutti e tre fecero una faccia sbalordita.
“Sei bellissima more” mi disse Birba.
Arrossii.
“Ecco, cosi va decisamente meglio” disse Luca.
A Mirko non uscirono parole. Mi guardava con una faccia da ebete, immobile.
Arrossii ancora di più, ero quasi del colore del vestito.
Mi cambiai, e riposi il vestito da una parte. Costava troppo, e non potevo permettermelo. Poi era solo un gioco che stavamo facendo. Stavamo uscendo dal negozio quando Mirko mi prese il braccio e mi trattenne li. Rimasi immobile a due centimetri da lui. Sospirai, e mi allontanai di un poco.
“Devo prendere una cosa. Ci aspettate fuori?”
“Ok!” e uscimmo fuori con Birba.
Mi fumai una sigaretta. E parlai con Birba della serata passata. Ci eravamo divertite troppissimo. Luca e Mirko finalmente uscirono dal negozio, con una busta. Ci accompagnarono alla macchina. Luca ci salutò con un due baci nella guancia, e ci disse di tornare più spesso. Mirko si avvicinò a me, mi abbracciò e mi diede un bacio nella guancia. E mi porse la busta che aveva in mano. Non capii.
“Lo indosserai quando usciremo insieme… da soli” arrossì nel dirlo.
“Non dovevi! Non posso accettarlo” Capii che era il vestito rosso che mi ero provata.
“Un regalo è un regalo. Mi offendo se non lo prendi”
Non sapevo che fare. Lo guardai dritto negli occhi. Mi avvicinai e gli diedi un bacio nella guancia. “Grazie”. Salimmo in macchina, e ci avviammo verso Sarroch. Con le farfalle nello stomaco ancora peggio di prima.
 
Ci avvicinammo. Era bellissima. L’amica, era bassottina, capelli castani meshati. Carina pure lei.
“Ehi” sorrisi, e le diedi un bacio nella guancia.
Mi presentò l’amica. Birba. Che nome strano! Sicuramente era un soprannome. Le chiesi il motivo per cui erano qui. Dissero che dovevano fare compere. Ma sapevo bene che non era assolutamente vero. Luca chiese come fossero arrivate qui, cosi in base alla risposta avremmo saputo l’età.
“In macchina. L’ho parcheggiata nella via principale” fece Gaia.
Bene, quindi aveva sui 18-19 anni se aveva la patente. Era perfetto. Rimasi a guardarla, non sentendo che cosa stessero dicendo con Luca. Ero perso nei suoi occhi.
“Si, infatti. Avrei voluto la Mito. Ma i miei purtroppo erano contrari”
La Mito. La mia macchina. Era la sua preferita. Se prima era perfetta, adesso lo era ancora di più. Non c’è niente di meglio che una ragazza a cui piacciono le macchine. Soprattutto se è la tua quella che le piace.
“Io ho la Mito” feci.
“Non ci credo! Me la farai provare quindi?” rise, oddio com’era bella quando sorrideva.
Luca incominciò a ridere. “Fidati. Non la lascia a me a momenti” e continuò a ridere.
“Certo. Un giorno te la farò provare” le dissi senza pensarci, guardando il suo bellissimo sorriso.
Luca rimase scioccato. Lo conoscevo, dopo mi avrebbe fatto un cazzettone. Ma chi se ne frega!! Quella ragazza mi ha stregato.
Parlammo per un po’, ridemmo, scherzammo. Si stava bene in loro compagnia, anche Birba era simpatica. Le facemmo compagnia nei negozi, portando loro roba orribile, ma era divertente, restavano al gioco. Ridevano, e Gaia era bellissima con qualunque cosa addosso. Le portai un vestito rosso, che lasciava le spalle e la schiena scoperte, la costrinsi a provarselo. Ne uscì pochi istanti dopo, rimasi a bocca aperta per tale bellezza. Era con le converse ma sembrasse avesse delle scarpe di diamanti ai piedi. Luca cominciò a ridere, per le scarpe che aveva. E le portò delle decolté rosse. Era perfetta, non riuscivo a trovare delle parole adatte in quel momento. Feci la figura dell’ebete. Si cambiò e appoggiò il vestito da una parte. Era pronta a uscire dal negozio, le presi il braccio e si fermò li. Eravamo a due centimetri, sentivo il suo respiro, eravamo immobili. Sospirò e si allontanò di un passo.
“Devo prendere una cosa. Ci aspettate fuori?” le chiesi.
“Ok!” e uscirono fuori con Birba.
Presi Luca per il braccio e lo portai alla ricerca del vestito che aveva appoggiato da qualche parte. Lo presi, costava 80€, era tanto ma ne valeva la pena. Chiesi a Luca dove aveva riportato le scarpe e presi pure quelle. 50€. Stavo facendo una pazzia, lo sapevo, ma era quello che mi sentivo di fare. I miei mi avrebbero capito. Luca mi guardò a bocca aperta.
“Ma tu sei uscito veramente fuori di testa Bro…”
“Non è vero” ero in imbarazzo. Per la prima volta.
Pagai con la carta di credito che mi avevano regalato i miei, c’erano 2000€ dentro. Presi la busta e uscimmo fuori. Gaia e Birba ci stavano aspettando. Le accompagnammo alla macchina. Avevo l’istinto e il desiderio di prenderla per mano, ma non lo feci. Era troppo presto. Come lo era averle preso un vestito, ma mi andava cosi. Luca le salutò, mi avvicinai a Gaia, la abbracciai forte, non volevo mollarla, le diedi un bacio nella guancia. Anche se non era li che volevo darglielo. Le porsi la busta e rimase sorpresa.
“Lo indosserai quando usciremo insieme… da soli” arrossii.
“Non dovevi! Non posso accettarlo”
“Un regalo è un regalo. Mi offendo se non lo prendi”
Mi guardò negli occhi, lucenti, imbarazzati. Si avvicinò e mi diede un bacio nella guancia. Era un bacio diverso da quello del saluto. “Grazie”. Salì in macchina e partì via. Rimasi immobile finché la macchina non girò l’angolo. Era l’inizio di qualcosa di nuovo. Finalmente un nuovo giorno era arrivato!

  
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