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Autore: Kiki May    31/10/2010    1 recensioni
[Crossover BTVS/BONES]
“… il vicecapo Summers, del dipartimento di Washington. L’indagine le appartiene. Mi aspetto la massima collaborazione e disponibilità. Dobbiamo catturare uno psicopatico che ha a carico tre omicidi accertati.”
Un pericoloso serial killer è tornato a colpire. Buffy e Brennan svolgeranno l'indagine nel tentativo di assicurare il criminale alla giustizia. La collaborazione le porterà ad aprirsi l'una con l'altra e a prendere importanti decisioni sul piano personale.
Buffyverse: AU [Buffy & Spike]; BONESverse: Inizio Sesta Stagione [Brennan & Booth]
Genere: Drammatico, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Temperance Brennan
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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... ed ecco il quinto capitolo che segna l'ultimo atto della vicenda "tragica".
Dopo questo, solo l'epilogo che, spero, vi emozionerà.
Intanto, scopriamo la conclusione del caso e il destino delle nostre eroine.

Un ringraziamento speciale a Ezrebet: grazie per i tuoi commenti sempre pieni di spunti di riflessione. Buffy e Brennan sono due donne veramente molto diverse. Eppure, ci sono sempre dei margini di vicinanza, soprattutto se si considera la situazione. In questo caso, volevo proprio renderle quasi come due lati della stessa mela, con le stesse paure e gli stessi dubbi, per entrare in sintonia e compiere riflessioni importanti.

 

Buona lettura e Buon Halloween!

 

 


5. Medea

 

 

“Capisco quale abominio sto per compiere,
ma più forte dei miei ragionamenti è la passione,
che è causa dei mali più grandi dei mortali.”

Medea [Euripide]

 

 

 

 

I corridoi dell’FBI erano affollati oltre ogni comprensione. Agenti di sorveglianza, procuratori, viceprocuratori, poliziotti del distretto di Washington, non smettevano di parlare e gesticolare, fomentando un chiacchiericcio fastidioso, ronzante.
Buffy dovette farsi spazio a gomitate per arrivare alla sala conferenze.
Il procuratore Julian e il vicedirettore Hacker avevano indetto una riunione per fare il punto della situazione e scegliere la versione che il dipartimento avrebbe dato alla stampa. Giles era già arrivato, così come le due portavoci del Jeffersonian: la dottoressa Saroyan e la Brennan. Buffy aveva perso tempo sotto la doccia, al telefono con una Dawn in lacrime, fuori di sé.
Stizzita, il vicecapo spintonò un colosso che le bloccava il passaggio e mostrò il distintivo sfoggiando un sorriso falsissimo. Entrò nella sala, preparandosi al peggio. Giles la stava già fissando.
“Scusate il ritardo.”
“Non si preoccupi, vicecapo.” mormorò la Julian, con pochissima convinzione. “Ora che ci ha raggiunti possiamo cominciare seriamente.”
“Sì, il problema è la stampa!” starnazzò Hacker, visibilmente agitato. “Hanno saputo della cattura del Cacciatore e si sono mossi immediatamente per raccogliere informazioni! Avevamo gli occhi di tutta l’America puntati addosso e abbiamo fatto uccidere il serial killer da un capitano di polizia! Un capitano del suo dipartimento, signorina Summers!”
Rupert Giles frenò lo sfogo uterino con un gesto imperioso.
“Il dipartimento è mia responsabilità. Ci rendiamo perfettamente conto della gravità della situazione e …”
“E cosa diremo ai giornalisti che sono qui fuori?” interruppe Hacker. “Ho dato ordine che non si diffondessero le ultime informazioni sulla … fine di Micheals, ma nel corridoio è una chiacchiera continua. Prima o poi uscirà qualcosa!”
“Questo è chiaro ...”
“Siamo sotto gli occhi di tutti. Questa bella alzata d’ingegno del capitano Rosemberg avrà ripercussioni sull’agenzia e sulle nostre carriere! Come avete potuto permetterle di compiere una sciocchezza del genere? Era un capitano della polizia!”
Brennan aggrottò le sopracciglia e provò a fare qualche osservazione.
“Mi pare che la dottoressa Rosemberg sia ancora capitano della polizia. Non deve essere sottoposta a procedimento disciplinare? Inoltre, la Rosemberg ha visto il cadavere della sua fidanzata in una botte.”
Il vicedirettore dell’FBI sorrise, mellifluo.
“Vedi, Temperance, i miei superiori non accetteranno una scusante del genere per il comportamento di un ufficiale di alto grado. Inoltre, i giornalisti e l’opinione pubblica …”
“Ormai la frittata è fatta!” esclamò la Julian, esasperata. “L’opinione pubblica ci massacrerà in ogni caso. L’unica cosa sensata da fare a questo punto è mostrare trasparenza e rigore nelle operazioni di polizia.”
“La polizia! Come se non avesse fatto già abbastanza! Ha mandato a morire un’agente e ha permesso ad un altro di uccidere il sospettato!”
Buffy, che batteva il piede sul pavimento da quando si era accomodata, non si trattenne e passò al contrattacco.
“Vicedirettore, con tutto il rispetto, sono stata io a dare ordine all’agente Maclay di monitorare gli spostamenti della famiglia Brown. Non potevo sapere, in nessunissimo modo, che il mio ordine sarebbe costato la vita a Tara. In secondo luogo, la polizia vi ha anche aiutati a catturare un pericoloso serial killer, che aveva preso in ostaggio una donna e stava meditando di ucciderne altre due. Come la vogliamo mettere?”
“La stampa non capirà che …”
“La stampa, la stampa! Ne parla da mezz’ora come se fosse il problema principale! Abbiamo un capitano di polizia colpevole di omicidio di primo grado! Dov’erano le sue guardie e i suoi agenti di sorveglianza quando Willow pugnalava ripetutamente Caleb Micheals? Avevo dato ordine di non lasciar passare nessuno, Cristo santo! Vogliamo metterla in termini di responsabilità? Chi è responsabile per aver fatto passare Willow Rosemberg?!?”
Il vicecapo Summers sprofondò nella sua poltrona senza fiato, incazzata nera.
Giles le lanciò uno sguardo esplicativo e cercò di riportare la conversazione su toni civili.
“Come ha detto la dottoressa Summers, l’FBI e il dipartimento di polizia sono coinvolti allo stesso modo. Dobbiamo cercare di uscire indenni dalla situazione, piuttosto che farci la guerra a vicenda. Se le nostre carriere ne risentiranno, avremo pagato il prezzo della nostra leggerezza.”
Il procuratore Julian annuì gravemente.
“Non resta che istituire il procedimento disciplinare per la Rosemberg e avviare le pratiche burocratiche necessarie al processo. Dobbiamo anche chiudere il caso Micheals. Muoviamoci e vediamo di fare un buon lavoro, per quello che è ancora possibile.”
Cam Saroyan, conciliante come sempre, propose un ragionevole piano d’azione.
“Noi possiamo raccogliere e catalogare le prove del caso Micheals, ovviamente aiutati dal necessario numero di collaboratori esterni. Possiamo redigere i rapporti preliminari sull’omicidio del Cacciatore e consegnare le documentazioni sul ritrovamento del cadavere dell’agente Maclay.”
“Questo è un ottimo inizio, dolcezza.” affermò la Julian, prima di rivolgersi al vicecapo Summers e a Brennan. “Voglio che voi due andiate ad interrogare la Rosemberg. Facciamo quello che deve essere fatto e prendiamo in custodia il capitano. Hacker, voglio che tutto lo schiamazzo qui fuori venga messo a tacere. Abbiamo abbastanza problemi per stordirci di rumore inutile. Entrambi, assieme al capo Giles, redigeremo un breve comunicato stampa e metteremo in chiaro la situazione. Ormai, le condizioni dell’operazione sono umiltà, trasparenza e competenza ed io suono come un dannato manifesto elettorale. Al lavoro, gente!”
I direttori e il procuratore uscirono dalla sala conferenze e vennero immediatamente travolti da un mare di domande che frenarono a colpi di ordini perentori. Cam salutò Brennan e si precipitò al Jeffersonian ad ultimare i compiti stabiliti.
Buffy sospirò, rivolgendosi all’antropologa forense che tanto l’aveva aiutata nella risoluzione del caso.
“Siamo di nuovo assieme.”
“Dobbiamo interrogare Willow. Ho preparato il fascicolo con le prove ed assistito personalmente all’autopsia sul cadavere di Caleb Micheals.”
“Okay.”
“Se la sente di condurre l’interrogatorio? Prima ha detto che Willow era come una sorella per lei.”
Buffy scosse il capo.
“In questo momento, è il mio lavoro ad avere la priorità su tutto.”
“È giusto.”
Le due donne si diressero alla stanza degli interrogatori.
Il corridoio era nuovamente silenzioso.

 


L’esitazione di Buffy nell’aprire la porta mise in allarme Brennan, intuitiva per stanchezza.
“È sicura di poter essere una interlocutrice imparziale?”
Il psicologo dell’FBI, dottor Lance Sweets, acuì lo sguardo, pieno d’interesse, e riformulò la domanda della Brennan.
Buffy si sentì a disagio, sotto esame quasi.
Annuì svogliatamente e cercò di sfoggiare l’espressione più marmorea che possedeva.
“Sono competente e non mi lascerò fuorviare dal rapporto personale col capitano.”
“Ma sarebbe comprensibile. Qui non si discute la competenza del vicecapo Summers, si ci preoccupa per Buffy.” mormorò Sweets, confortante. “Se si sente pronta, vada nell’altra stanza. Io sarò in questa, potrò vedervi e parlarvi attraverso un collegamento.”
“Okay. Brennan, andiamo?”
“La seguo.”
Sweets sospirò perplesso e diresse l’attenzione alla stanza dell’interrogatorio.
Willow Rosemberg era già seduta, ammanettata e sorvegliata da un agente.

 


“Perfetto, ci siamo.” mormorò Buffy, accomodandosi e facendo un cenno all’antropologa forense.
Preso un profondo respiro in sordina, fu pronta a cominciare. Prima, però, domandò alla guardia di lasciare la stanza e di togliere le manette al capitano Rosemberg.
“Non fuggirà, non si preoccupi.” ordinò, falsamente conciliante.
In realtà, una minima opposizione polemica l’avrebbe indisposta gravemente. In quelle condizioni non poteva permettersi alcun intralcio.
“Vada fuori.” aggiunse, prendendo tempo a fissare il fascicolo.
Willow la scrutava, distesa e pacifica, con entrambe le mani poggiate sul tavolo.
“Dunque, capitano Rosemberg.” cominciò Buffy. “Sa benissimo perché ci troviamo qui. Lei sarà accusata dell’omicidio di primo grado di Caleb Micheals. La commissione disciplinare la radierà dal servizio e dovrà scontare la sua pena in prigione.”
“Sì, lo so.” rispose per la prima volta Willow, completamente neutra, quasi come se la situazione non la riguardasse.
“Sono qui per condurre un interrogatorio che avrà lo scopo di accertare lo svolgimento dei fatti. La dottoressa Brennan mi assisterà, ponendole domande e chiarendole i punti cruciali riguardanti le prove fisiche.”
“Sì.”
“Cominciamo con la descrizione dei fatti. Dottoressa Brennan, prego.”
L’antropologa prese la parola.
“Il cadavere di Caleb Micheals è stato rinvenuto mezz’ora dopo il suo omicidio, alle ore ventidue e quarantaquattro. È stato lo stesso capitano Rosemberg ad aprire le uscite che aveva provveduto a bloccare dall’interno. Il cadavere presenta ripetute lacerazioni e lesioni da arma da taglio. Il coltello, come i vestiti della dottoressa Rosemberg e le altre prove, è stato preso in consegna ed esaminato dal personale del Jeffersonian. È l’arma del delitto al di là di ogni ragionevole dubbio. Le modalità dell’omicidio sono le seguenti: Micheals era incatenato alle mani, ai piedi, al collo. Non poteva reagire ad un’aggressione. Ha provato a domandare aiuto, ma l’ingresso era bloccato e gli agenti non sono potuti intervenire. L’agente Rosemberg ha sferrato due pugnalate all’addome, alle braccia, al petto, provocando innumerevoli lesioni, la rottura di arterie e vasi sanguigni e compromettendo gli organi vitali. Il colpo che ha causato la morte è stato inferto al volto, nella cavità dell’occhio sinistro. Post mortem sono state inferte altre due coltellate, sempre al viso.”
Willow sorrise compiaciuta.
“È una ricostruzione puntuale. Se posso aggiungere qualcosa: Caleb ha sorriso vedendomi arrivare. Forse pensava che scherzassi, forse era talmente pazzo da non avere il minimo interesse all’autoconservazione. In ogni caso, alla prima coltellata ha riso. Anche alla seconda. Poi, ha cominciato a realizzare quello che stava capitando e si messo a domandare aiuto. L’omicidio si è fatto più divertente.”
“Non usi questa terminologia, capitano!” esclamò Buffy, serrando le labbra.
“Sono sincera. Sto confessando.”
“Ci stanno registrando. Cerchi di mantenere un minimo di decoro.”
“Lo sto facendo.”
Buffy sbatté il fascicolo sulla scrivania, decisamente arrabbiata.
“Va bene, come vuole lei! Ha deciso di confessare? Ci spieghi il movente!”
Willow rise innaturalmente, spalancando gli occhi per lo stupore.
“Mi stai prendendo in giro, vero?”
“No. Serve per la registrazione. Deve dire tutto a voce alta.”
“Oh, come volete! Il movente è uno soltanto: il bastardo meritava di morire.”
“Per favore, più specificatamente.”
“Più specificamente? Posso dire che Caleb Micheals ha ucciso cinque donne, sequestrandole, rinchiudendole in una cantina lurida, terrorizzandole e spezzando loro l’osso del collo! Ha rapito una donna innocente, madre di una delle vittime, ed ha ucciso …” la voce del capitano si incrinò impercettibilmente. “… ha ucciso l’agente Tara Maclay, sgozzandola.”
“Lei e l’agente Maclay eravate intime?”
Willow prese un respiro e strinse gli occhi, sino a farsi male.
“Vivevamo assieme, avevamo una relazione.”
“Da quanto tempo?”
“Cinque anni.”
“Conoscevate le rispettive famiglie? Avevate reso pubblica la vostra relazione?”
“Sì, maledizione! Sì! Abbiamo rivelato sin dal principio quello che c’era tra noi! Siamo state anche penalizzate, all’inizio!”
“Avete potuto instaurare lo stesso una relazione stabile.” continuò Buffy, imperterrita.
Ci amavamo.” replicò Willow, asciutta. “I rapporti della disciplinare non ci spaventavano più di tanto.”
Brennan rifletté sulle ultime parole del capitano.
“Lei … ha ucciso Caleb Micheals per vendetta?” provò a chiedere.
Giustizia.” puntualizzò Willow. “Mi dica una cosa, dottoressa: è stata una morte dolorosa o Caleb poteva soffrire di più?”
Buffy batté un pugno sul tavolo.
“Non risponda alla domanda.”
“Perché … ripensandoci, è durato tutto troppo poco. Avrei potuto prenderla con più calma.”
Il vicecapo Summers si alzò e si diresse al vetro divisorio, velocemente. Con violenza, poggiò entrambe le mani sulla superficie liscia e si rivolse agli agenti e allo psicologo nell’altra stanza.
“Interrompete le registrazioni! Spegnete queste cazzo di registrazioni! Ho bisogno di parlare con Willow.”
Dall’auricolare, dopo qualche secondo di silenzio, giunse la risposta affermativa di Sweets.
Buffy aggiustò la giacca e si sedette nuovamente.
“Adesso,” mormorò. “Voglio che parli con me seriamente.”
Willow aggrottò le sopracciglia.
“Lo sto facendo, Buffy.”
“No! Mi stai provocando di proposito in un interrogatorio ufficiale! Questa storia non finirà bene!”
Il capitano Rosemberg deglutì amaramente.
“È già finita.”
“Non dire così, santo cielo! C’è ancora una possibilità per te! Qualsiasi giuria terrà conto del tuo stato emotivo! Avevi visto il cadavere di Tara!”
“Esatto, Buffy. E ho dato al bastardo che l’ha ammazzata quello che meritava.”
“Will, se giustifichi l’omicidio di Micheals col fatto che …”
“MA È COSI’!” urlò Willow, scalfendo il muro di autocontrollo creato per non soffrire. “È così! Lo meritava!”
Buffy dovette prendere un respiro profondo.
“Era un assassino psicopatico. Sarebbe stato condannato alla pena di morte. Perché hai dovuto farti giustizia da sola? Perché non hai potuto aspettare?” continuò, cercando di puntare sulla ragionevolezza.
Brennan rincarò la dose.
“Le prove che abbiamo rinvenuto dimostrano inequivocabilmente la natura dei crimini di Micheals, la sua completa responsabilità.”
Willow scosse il capo.
“Voi non capite. Io non potevo fare altrimenti.” confessò, vulnerabile e sincera. “Qualcosa, dentro di me, era più forte. Il desiderio di vedere Caleb morto era più potente di ogni speranza e la passione era più forte della ragione.”
Buffy tentò un’ultima, disperata difesa.
“Così hai rovinato la tua carriera! Hai distrutto la tua vita, anni di lavoro e sacrifici … tutto! Per cosa? Finirai in prigione, adesso!”
“Pensi sempre in termini pratici, amica mia, ma qui la praticità e la logica non c’entrano. Non avrei potuto vivere un’ora di più, se non avessi messo fine all’inutile esistenza di quel mostro. Lo rifarei? Non lo so dire. Ma ho provato una grande pace, un senso di appagamento totale. Guardate.” mormorò Willow, mostrando le mani. “Non tremano più.”
Brennan deglutì, costatando la perfetta immobilità dei palmi alzati. Lei aveva stretto quelle mani, aveva sentito il brivido continuo che le scuoteva.
“Willow, ti scongiuro …” implorò Buffy, trattenendo la collera. “Sei ancora sotto shock. Quando realizzerai quello che …”
“Smettila!” intimò il capitano, picchiando sulla superficie del tavolo. “Per una volta ho fatto ciò che era necessario! Quanti criminali abbiamo visto, eh Buffy? Anni di servizio spesi a lottare contro i mulini a vento, mentre la gente moriva e soffriva! Noi avevamo il potere per impedire tutto quel dolore e non l’abbiamo usato!”
“Stai male. Non ti rendi conto di quello che dici.”
“No! Non sono mai stata meglio di oggi! Mi sembra di comprendere ogni cosa, alla perfezione! E io so che, in fondo al cuore, tu mi capisci.”
Willow si protese in avanti e puntò lo sguardo in quello sfuggente di Buffy.
“Mi capisci.”
Il vicecapo non osò replicare.
Strinse il fascicolo tra le dita e adocchiò le foto dell’autopsia di Micheals, distrattamente.
“Anche lei mi capisce, vero dottoressa?” sussurrò Willow, voltandosi verso Brennan. “Lei ha visto quello che Caleb ha fatto a Tara! Lei capisce!”
Brennan esitò e fece quasi per rispondere. Venne frenata da Buffy che chiudeva il fascicolo e riacquistava la sua aria di indifferenza e rigore totale.
“Non c’è altro da dire. Abbiamo finito qui.”
Il vicecapo e l’antropologa uscirono dalla stanza interrogatori.
Ad attenderle, in fondo al corridoio, c’era Rupert Giles. Buffy si precipitò da lui e ricevette il conforto desiderato, seppure inespresso.
“Signor Giles, ho cercato di parlarle ma …”
“Non preoccuparti. Ci penserò io.” replicò l’uomo, carezzando il volto di Buffy con una dolcezza quasi paterna. Brennan si trovò a studiare quel gesto d’affetto in silenzio, piena di concentrazione. “Willow ha bisogno di tempo. Andrò a parlarle io.”
“Non la ascolterà.”
“Vedremo.”
Giles si allontanò e Buffy si lasciò cadere sulla prima poltrona libera, sospirando pesantemente. Brennan la raggiunse. Si sedette accanto a lei.
“Mi dispiace.” affermò, in un tentativo di gentilezza.
Il vicecapo Summers fece un gesto vago. Continuò a fissare la porta della sala interrogatori, determinata.
“Ha fottuto anni di carriera e di vita. È una poliziotta! Se finirà in carcere, come potrà …”
Buffy si morse le labbra e non osò continuare la frase.
“È spaventata per la sua incolumità?” domandò Brennan.
“Sono incazzata nera. E confusa. E disgustata.” rispose il vicecapo. “Sì, sono anche spaventata e lo odio con tutta me stessa. Odio avere paura.”
“Lo capisco.”
“Lo sa, dottoressa Brennan? Spike, in una situazione del genere, direbbe che siamo tutti una massa di maledetti ipocriti, che Willow ha fatto quel che doveva fare.”
“E lei lo crede?”
Buffy si voltò, spalancando gli occhi, inquieta.
Io sono un poliziotto.” sussurrò, deglutendo.
Brennan dovette intrecciare le mani sulle gambe e spendere qualche secondo in silenzio. Avrebbe voluto evitare la strana, urgente curiosità che la sopraffaceva.
Non poté trattenere una domanda.
“Davvero non vuole andare a vedere il suo collega?” chiese, la gola serrata dalla commozione.
Il vicecapo Summers scosse il capo.
Ora più che mai.”
“Davvero?”
“Non servirebbe a niente.”
“Ma potrebbe non vederlo più … vivo.”
“Lo so.”
Seguirono lunghi minuti di imbarazzante silenzio. Brennan ebbe modo di riflettere sull’atteggiamento del vicecapo, sulla sua determinazione cieca e la devozione al lavoro che considerava quasi una missione.
Ammirava la dottoressa Summers per la lucida caparbietà nel perseguire la strada, spesso dolorosa, della giustizia. Ammirava il suo distacco emotivo, la necessaria abilità nello stabilire gerarchie e priorità.
Per gran parte della vita, lei stessa si era imposta un comportamento simile, riuscendo in modo eccellente. Continuava a considerare primario l’impegno speso in una professione capace di dichiarare, inconfutabilmente, la verità dei fatti. Continuava a sentire la necessità di un limite che consentisse alla ragione di mantenersi pura, scevra da ogni passione.
Una ragione appassionata sarebbe stata inutile, viziata nella forma e negli scopi, incapace di dirsi propriamente scientifica.
Eppure, nella voce di Buffy, che tanto stimava, c’era un gelo ed una solitudine così profonda da spaventare. Non avrebbe voluto conoscere una tale solitudine anche lei. Non dopo
“È certa della sua decisione?” insistette, riformulando la domanda precedente.
Per qualche oscuro motivo aveva bisogno di sapere.
Buffy prese fiato e sussurrò qualcosa di simile ad un “no”, che non ripeté a voce alta.
“Perché … sa?” aggiunse Brennan, esitante. “Io vorrei vederlo Booth. Vorrei tanto vederlo.”

 

 

 

Note Nerd ~


- A Medea non credo che servano presentazioni. E', forse, l'eroina tragica più famosa o una delle più famose in assoluto. La sua vicenda - bellissima! Andatela a vedere o leggetela, se potete - è un ritratto vero e potente delle passioni più oscure che segnano l'animo umano.


- Volendo associare Medea ad un personaggio del Whedonverse, non troverei character migliore di Willow Rosemberg. Anche per lei un omicidio dettato dalla furia devastatrice della vendetta. Willow, assieme ad Angel, è forse il personaggio più "tragico" creato da Whedon.

- Il cammino delle nostre protagoniste, Buffy e Brennan, è giunto al bivio.

  
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