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Autore: Dreamersan    31/10/2010    5 recensioni
"Non devi temere il buio, ma piuttosto quel che si nasconde nel buio…" mormorò suadente una voce facendole fermare il cuore dallo spavento, nell’oscurità erano comparsi due occhi rossi che la guardavano divertita.
Cercò di parlare, ma le sue labbra parevano incollate e non riusciva a smettere di tremare.
La creatura avanzò verso la luce della luna, la ragazza lo fissò sconvolta, quello che vedeva non poteva essere reale… era assurdo e impossibile.
"Jared?" lo chiamò senza voce e si sentì morire quando lui annuì.
Quarta classificata al contest The Graveyard di Forgotten Stories
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lacrime di sangue

Era una notte buia, una fredda notte autunnale, la luna splendeva pallida nel cielo coperto da minacciose nuvole nere, una fitta nebbia impediva di

vedere.

Una ragazza camminava col capo chino e il volto segnato da un’ombra scura lungo le strade adibite a festa, nelle mani stringeva stanca dei fiori, ogni

passo sembrava richiederle grande fatica, come se ai piedi portasse delle pesanti catene dalle quali dopo tanti anni non era ancora riuscita a liberarsi.

Si chiedeva perché ripetesse ancora quel gesto che col passare del tempo le era parso molto più che inutile, posare dei fiori e piangere su una lapide,

sulla sua lapide, non l’avrebbe riportato indietro.

Senza che se ne accorgesse lacrime salate le scesero lungo le guance per poi andare a cadere sulla fredda pietra in marmo sulla quale era

inginocchiata.

Era la notte di Halloween ed era la notte di Halloween quando lui l’aveva lasciata.

Una porta non aperta, lo "scherzo di alcuni ragazzi", una casa in fiamme, le sue urla, l’arrivo dei pompieri, il poliziotto che col capo chino le diceva che

non c’era più nulla da fare, il fuoco riflesso nei suoi occhi scuri che disperati guardavano la scena impotenti. Era tutto finito, il loro amore era bruciato

con quella casa.

Non l’aveva rincuorata il fatto che quei ragazzi fossero stati portati in galera, proprio quell’anno avevano finito di scontare la loro pena, ma lui era

morto e l’aveva lasciata sola.

Con i polpastrelli accarezzò delicatamente le rose rosse che gli aveva portato, il nome inciso sulla pietra le provocava ogni volta una fitta al cuore;

aveva solo vent’anni… era inconcepibile che una vita potesse terminare così presto e che ognuno di loro fosse destinato a cadere come una goccia di

rugiada che scivola lentamente sul dorso di una verde foglia.

La giovane si rannicchiò sulla lapide, si strinse le ginocchia al petto cercando di ricordare il calore e la serenità che riusciva a trasmetterle un suo

abbraccio, ma non ci riuscì, il vento gelido che soffiava fra i rami secchi del cimitero le provocavano ansia.

Una goccia di sudore le scese lungo la fronte e a niente serviva che si ripetesse che nulla c’era da temere.

Quella notte c’era qualcosa di strano, di sbagliato nell’aria, non sapeva il perché… ma sentiva che quella sera sarebbe successo qualcosa di brutto, di

molto brutto.

Un rumore di passi la fece sussultare, guardò con terrore le ombre scure che la circondavano e che sembravano volerla afferrare per portarla sotto terra

con loro, ma queste non erano altro che oggetti inanimati, nulla che potesse farle del male.

Sono solo delle tombe, nulla di vivo si ripeteva, ma quei pensieri non riuscivano a tranquillizzarla era sempre stata una persona con fin troppa

fantasia.

Smise di respirare quando vide sul terreno tre ombre scure, si tappò la bocca con una mano per evitare di urlare e si rannicchiò su se stessa, pregando

di non essere vista, il tempo era scandito dal suo cuore che sembrava volerle esplodere nel petto.

Una risata agghiacciante squarciò l’aria come un fulmine a ciel sereno, la ragazza non poté trattenere un singhiozzo, la voce era la stessa del mostro

che aveva riso davanti alla casa in fiamme e che con gli occhi iniettati di sangue le aveva giurato che si sarebbe vendicato anche di lei.

Una mano calda e sudata le afferrò il collo, cercò di liberarsi dalla presa, ma non ci riuscì.

<< Ci rivediamo, dolcezza… Sei pronta a raggiungere il tuo fidanzato? >> domandò con un ghigno che gli deformò il volto e gli occhi accesi da una

furia animale.

<< Jared… >> mormorò a fatica il suo nome come se lui potesse sentirla, il suo aggressore sghignazzò.

<< Jared non verrà, l’abbiamo ucciso e ora marcisce proprio sotto questa terra! >> urlò, calpestando la lapide.

<< Uccidimi… in fretta… ti prego… >> lo implorò, anche se in cuor suo sapeva non l’avrebbe ascoltata.

<< Lui deve vederti soffrire, la tua sarà una morte lenta e dolorosa! >> sbraitò furioso facendola piangere per poi accarezzarle rozzamente una

guancia.

<< Pensavo fossi felice di rivederlo, non lo pensavate anche voi ragazzi? >> domandò innocente ai suoi compagni che come avvoltoi la accerchiarono.

Colui che l’aveva aggredita tirò fuori dalla tasca un coltello, le si avvicinò lentamente, lo sguardo folle era reso più mostruoso dalle lunghe cicatrici che

aveva in viso.

<< Quanto ho aspettato questo momento… >> disse euforico, facendo tremare la fanciulla come una foglia in autunno.

Le avvicinò il coltello al viso ed esercitando una piccola pressione le provocò un piccolo taglio lungo la tempia, poi leccò con la lingua da rettile la lama

insanguinata, la ragazza trattenne un conato di vomito.

<< Ti strapperemo il cuore dal petto lurida puttana! >> esclamò uno dei tre leccandosi le labbra con gli occhi accesi dalla fiamma del desiderio.

<< Ma Bill… non sarebbe meglio prima divertirsi? >> domandò con la voce roca un uomo alla sua destra.

<< Hai avuto una bellissima idea, sarebbe un vero peccato recidere questa rosa senza averle prima strappato tutti i petali >> ghignò, abbassando la

zip dei logori jeans.

<< Vi prego, no… No! Jared, aiutami! >> urlò, aggrappandosi alla pietra con tutte le forze che aveva e cercando di opporsi alla forza dei suoi

aggressori.

<< Tienile i polsi! >>

Non riuscì a vedere chi l’avesse bloccata a terra, la vista era appannata dalle lacrime e i suoni erano coperti dai suoi singhiozzi che le squarciavano il

petto e le infiammavano la gola secca.

<< Ehi, Bill guarda come piange! >> altre risate le rimbombarono nella testa fino a quando un suono più forte proveniente dal suo petto le fece

mancare il respiro.

Era il suo cuore che si era spezzato?

Sentì il terreno aprirsi sotto il suo fragile corpo e due mani scheletriche afferrarla per la vita e spingerla verso il basso.

Un urlo spettrale fece scappare gli uomini, anche lei urlò e piantò le unghie nel terreno cercando di contrastare la forza che la spingeva sotto terra,

sotto la terra in cui lui era stato sepolto; ma non resistette per molto, si abbandonò presto alla creatura , era troppo stanca per reagire.

Con un tonfo sordo precipitò nella buca, rimase per un attimo immobile, poi si alzò in piedi, coprendosi il naso con una mano, quel luogo puzzava di…

morte.

L’unica cosa che riuscì a vedere fu un lungo corridoio fatto in pietra, le gocce che cadevano dal soffitto le trasmettevano una strana sensazione, era

ansia quella che sentiva?

Si sedette nel punto più luminoso e pianse tutte le lacrime che non aveva mai osato versare.

Voleva andare via da quel posto, ma la buca nella quale era stata trascinata era profonda e il corridoio che le si presentava davanti era buio e le

metteva paura.

<< Non devi temere il buio, ma piuttosto quel che si nasconde nel buio… >> mormorò suadente una voce facendole fermare il cuore dallo spavento,

nell’oscurità erano comparsi due occhi rossi che la guardavano divertita.

Cercò di parlare, ma le sue labbra parevano incollate e non riusciva a smettere di tremare.

La creatura avanzò verso la luce della luna, la ragazza lo fissò sconvolta, quello che vedeva non poteva essere reale… era assurdo e impossibile.

<< Jared? >> lo chiamò senza voce e si sentì morire quando lui annuì.

I suoi vestiti erano logori e strappati, il suo corpo era per metà bruciato, la pelle aveva la stessa forma della plastica che spesso quando era una

bambina si era divertita a bruciare con l’accendino del padre e in alcuni punti era talmente rovinata da lasciar intravedere le ossa, gli occhi dello

stesso colore delle fiamme sembravano volergli uscire dal cranio, ma non fu questo a sconvolgerla maggiormente.

Vermi, vermi bianchi gli uscivano dai punti in cui la carne era lacerata, trattenne un urlo, ma non riuscì a fermare un conato di vomito.

Pallida quanto un cadavere si portò il più lontano possibile da lui; come succede a ogni essere vivente, era disgustata dalla morte e in particolare dai

cadaveri in decomposizione.

Ma nonostante ciò si sentiva in colpa per aver reagito in quel modo alla sua vista, sicuramente l’aveva ferito…

<< Isabel >> la chiamò gentile, la ragazza non rispose e serrò le palpebre cercando di non pensare al suo corpo divorato dall’interno dai parassiti.

<< Mi dispiace che tu mi veda così, ma non avevo scelta se volevo salvarti… Sei così bella e viva… >> le sussurrò all’orecchio facendola sussultare,

quando si era avvicinato?

<< Sai che mi manchi? >> parlò accarezzandole il volto e facendola tremare.

<< Anche tu… >> riuscì a dirgli, cercando di non badare all’odore di carne putrefatta che emanava.

<< Lo so… e perdonami per quello che ti sto per fare… >> mormorò con un tono di voce strano che la costrinse ad aprire gli occhi.

L’unica cosa che vide prima di perdere i sensi furono delle lacrime di sangue che gli scendevano lungo il viso.

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Quarta classificata: Lacrime di sangue di Dreamerchan 
» Grammatica e sintassi: 19.5 
» Stile: 14 
» Originalità della trama: 15 
» IC e caratterizzazione: 15 
» Attinenza col tema: 10 
» Parere personale: 4.25 
Totale: 77.75/80

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Ringrazio i giudici per il loro giudizio :) E poi chi eventualmente leggerà e commenterà questa storia  :)

Buon Hallowen a tutti ;)

Dreamerchan

   
 
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