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Autore: Astrasi    01/11/2010    1 recensioni
Emily è una ragazza di 18 anni, ossesionata dalla musica ed in particolare dai Beatles. Partirà per un viaggio a Liverpool, la terra dei suoi miti.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2. Dear Prudence, let me see your smile again.
 

- Si, mamma.
 
- Testa sulle spalle, sempre educata…
 
- Si, mamma.
 
- Non disturbare, chiama quando puoi…
 
- Mamma.
 
- Si?
 
- Tranquilla.
 
- Ok, però stai attenta.
 
- Vi voglio bene.
 
Mia mamma è ancora convinta che sia la sua bambina, ma ormai ci ho fatto l’abitudine.
Entro in aeroporto, con la mia amata Rikenbaker sulle spalle, l’enorme troller in una mano e un’altrettanto enorme borsa nell’altra.  Faccio il check-in e spedisco le valigie. Tengo solo una piccola borsetta e la chitarra come bagaglio a mano. Non la lascerei mai e poi mai da sola in un aereo sconosciuto.
Dopo qualche ore passata a leggere e ad ascoltare musica, mi imbarcano sull’aereo con gli altri passeggeri. Trovato il mio posto mi guardo attorno. L’aereo è grande, ma quasi vuoto. Metto Lucy (la chitarra) sotto i miei piedi. La voglio vicina ed è l’unico posto in cui può stare, in ogni caso terrò i piedi sul sedile, e non su di lei. In parte a me non si siede nessuno, così ho due posti solo per me. Tiro fuori dalla borsetta la mia cara biografia di John Lennon, l’avrò letta almeno venti volte, ma è sempre come se fosse la prima. Ogni volta ne scopro un lato diverso, quasi come la mia canzone preferita di sempre: Here Comes The Sun.
Mi guardo attorno e mi scappa un sorriso. Attorno a me vedo solo gente seria, in giacca e cravatta, con enormi orologi al polso che tra un po si fulminano, dopo tutti gli sguardi impazienti e nervosi che ricevono. Penso a come posso sembrargli. Ho addosso un morbido maglione azzurro e una grossa sciarpa verde, con i miei amati jeans chiari. I capelli sciolti ricadono sulle spalle fino a metà schiena, qualche treccina sparsa qua e là. Gli orecchini sono grandi, di legno a forma di simbolo della pace. Sono in assoluto i miei preferiti. In mano una biografia di John Lennon tutta rovinata e come bagaglio a mano una chitarra. E soprattutto sono l’unica che sorride. Che tristezza. Dopo il decollo tiro fuori il mio inseparabile iPod e inizio ad ascoltare un po’ di musica. Voglio uscire da questo mondo troppo fermo, statico. Troppo scuro, troppo realistico. Sorrido un po di più, sono felice cavolo! 
Guardo fuori dal finestrino, e nella mia mente si figurano tutti i paesaggi che ho visto da un aereo, tutti i viaggi con i miei genitori, da quando ero piccola piccola ad oggi. Una delicata nostalgia mi sale fino agli occhi e una piccola lacrima mi bagna il sorriso. Sono cresciuta. Non sono più la bambina che giocava con il papà e la mamma e che cantava canzoni inventate.
 
- Non riesco a capire.
 
Una voce che viene dalle mie spalle mi distoglie dai miei pensieri. Mi giro di scatto e vedo un ragazzo seduto in parte a me, nel posto che prima era vuoto.
 
- Scusi?
 
- Non riesco a capire.
 
- Cosa non riesce a capire?
 
- Non capisco te.
 
- Io non capisco cosa vuole dire, sinceramente.
 
- Dammi del tu, mi conosci.
 
- No, beh…In realtà non l’ho mai…
 
- Dammi del tu.
 
Dice di nuovo. La sua voce è di una dolcezza infinita.
 
- Ok, ma…
 
- Prima sei l’unica che sorride, tra tutta questa gente grigia. Poi piangi. Non capisco.
 
- Non sto piangendo!
 
- Beh, non hai più il sorriso di prima…E ti è appena scesa una lacrima.
 
Ma l’asciuga con un dito, sempre molto dolcemente.
 
- Oh…
 
Mi tocco la guancia.
 
- Beh, è solo un po di nostalgia.
 
- Posso chiederti di cosa?
Lo guardo negli occhi, quello strano ragazzo. Sono verdi, grandi e molto belli. Mi ricordano qualcuno, in effetti. Ma perché non ricordo chi? Ho la mente annebbiata, sono io a non capire, adesso. Il viso è rotondo, dolce…Circondato da una chioma di capelli marroni, pettinati alla perfezione. Ha l’aria di un bambino un po’ cresciuto. Sembra un bel Peter Pan, decisamente più adulto però, nei modi di fare.
 
- Del passato, di quando ero bambina. Dei viaggi che facevo con i miei, di quella spensieratezza infantile che è tanto bella.
 
- Ho imparato a guardare avanti, sai. A ricordare, ma non rimpiangere il passato. Fa male.
 
- …
 
- Dear Prudence, let me see your smile again.
 
Canta…Che voce.
Chiudo gli occhi mentre finisce di cantare. All’improvviso capisco, lo riconosco. Apro subito gli occhi, ma il posto è vuoto. Lui non c’è più. Guardi in giro, non lo trovo.
Fantastico, ho anche le allucinazioni!
Fino ad un momento fa avevo davanti un Paul McCartney di 40 anni fa, ci stavo parlando e non l’ho riconosciuto se non quando se n’è andato.
E cosa incredibile, quell’allucinazione di Paul mi ha fatto tornare il sorriso. E’ assurdo! 


My Little Nowhere Corner.

Ecco il secondo capitolo! Frutto di 5 ore di scuola direi molto molto interessanti. Spero che vi piaccia e che magari vogliate lasciare una recensione. Mi scuso se la storia fa un po schifo!
Un Bacio :)
  
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