Fanfic su attori > Coppia Downey.Jr/Law
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Autore: Scaramouche    01/11/2010    8 recensioni
-Mi avevi promesso che saresti uscito con me!- mi urla in faccia senza un'apparente ragione.
-Non ci sei solo tu nella mia vita, Rob!- un moto d'ira mi spinge ad afferrare un posacenere e a mirare alla sua testa, fortunatamente però lui lo scansa.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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schizzo di sentimentalismo da parte dell'autrice x3...Si consiglia vivamente l'ascolto di questa canzone--->http://www.youtube.com/watch?v=oFkSMHle8-M&ob=av2e

Happy Ending

Non è possibile, abbiamo litigato di nuovo, e solo perché lui è un fottuto geloso del cazzo! Si è arrabbiato solo perché sono uscito con Sienna e non con lui, lui che si crede il re del mondo perché gli ho detto che lo amo, e io stavo quasi per piangere perché anche lui me lo aveva detto, con quella sua voce dolce, misurata.

Sto andando in tilt completo, non capisco più niente! Prima lo vorrei strozzare, dopo, al solo pensiero di non rivederlo più, mi viene da piangere. È lui l’unico stronzo che mi fa sentire così, e credo che ci goda dopotutto.

Salgo in macchina e sbatto la portiera, poco fa se n’è andato dalla mia camera d’albergo sotto una pioggia di oggetti di ogni tipo lanciati dal sottoscritto, più incazzato che mai.

Parto in seconda, rischiando che la macchina mi abbandoni ancora prima di essere arrivati al semaforo, cento metri dall’hotel.

Sento il cellulare vibrarmi in tasca, e da bravo contorsionista quale sono diventato avendo una relazione con Robert, lo estraggo dai jeans e leggo il messaggio.

Spero tu sia in camera tua. RDJ

Che non si permetta di usare questo tono con me, brutto stronzo, che si fotta lui e tutto il suo orgoglio pompato.

Digito velocemente la risposta, senza guardare lo schermo, sperando che il T9 non faccia il cazzone e interpreti bene, Fottiti,non sono in camera, e non ci torno solo perché me lo dici tu.

Pochi secondi dopo il cellulare vibra ancora. Ho la tentazione di non guardare e precipitarmi all’aeroporto, ma la curiosità vince sui miei istinti rabbiosi.

Dove sei?

Risposta: Per strada, vado all’aeroporto...

Tanto lo rivedrò tra una settimana per le riprese del secondo film, ed è ingiusto salutarci in questo modo, ma dopotutto l’ha voluto lui, che mi fermi se ne ha il coraggio.

Mi fermo all’incrocio prima della svolta, e il cellulare vibra ancora.

Alza gli occhi coglione.

Inconsciamente faccio come mi dice, lasciano perdere il semaforo che è diventato verde e tutte le macchine che mi stanno suonando dietro.

Dall’altra parte c’è lui, appena sceso dalla sua macchina, che mi fissa con sorriso ebete stampato in faccia, e il cappello leggermente calato sugli occhi, i suoi stupendi occhi marroni che ho la sensazione che non voglia farmi vedere perché stanno luccicando.

Scendo anche io, strafottendomene degli insulti che ricevo lasciando la macchina in mezzo ad un incrocio super trafficato.

Che strano, è un piacere così grande rivederlo, che quasi gli correrei incontro. E allora corri idiota che non sei altro. Le mie gambe si muovono da sole, sempre più veloci, portandomi a pochi centimetri da lui, che ha raggiunto il centro dell’incrocio.

Il rumore dei clacson cessa, gli uomini smettono di urlare e le donne di strillare, solo i semafori continuano il loro lavoro, cambiando da verde a rosso e viceversa, senza però dirigere nessun traffico, tutti sono immobili, e ci stanno guardando. Ma noi siamo pietrificati uno di fronte all’altro, cercando di controllare il respiro affannato per la corsa e per l’emozione.

Se adesso faccio quello che sto pensando tutti qui ci vedranno,  e la nostra copertura salterebbe, dicendo al mondo la verità.

Abbasso un secondo gli occhi, esitante, e due dita arrivano ad alzarmi il mento, i suoi occhi che implorano di essere guardati.

-Sono qui, adesso-

Allarga un poco le braccia e io mi ci catapulto dentro, definitivamente infischiandomene degli sguardi increduli dei presenti. Lo stringo più forte che posso, io non voglio lasciarlo, non ho mai voluto, soprattutto dopo questo gesto che sta mandando a puttane il suo orgoglio.

-Perdonami- la sua voce si sostituisce al suono dei suoi respiri –sono solo un egoista, scusami Judsie- non resisto, lo allontano per guardarlo negli occhi, che definitivamente si sono riempiti di lacrime e brillano al sole. Porto una mano ad accarezzargli dolcemente una guancia e con cautela avvicino le labbra alle sue, con l’altra mano vado a sfilargli il cappello che libera le ciocche scomposte dei suoi capelli. Lo bacio, è fatta, ci hanno visto tutti finalmente, e non mi importa la reazione che li prenderà, noi non dovremmo più fingere. Una lacrima scivola lungo la mia guancia, e si specchia nella sua, che simmetricamente disegna lo stesso percorso.

Le nostre labbra si cercano, schiudendosi le une sulle altre, facendo scontrare docilmente le lingue fra loro, e provocandoci brividi lungo la schiena.

Ho cominciato a sentirlo dopo, quando le orecchie hanno smesso di rimbombare, sono...applausi, e urla di gioia, qualcuno che si abbassa gli occhiali da sole per vedere se davvero due uomini si stanno baciando nel bel mezzo di un incrocio di New York alle 12.30 del mattino, e qualcuno che scende dall’auto per guardare se davvero quei due uomini sono Robert Downey Jr e Jude Law.

Quando ci stacchiamo un sorriso mi cresce sulle labbra, guardando l’uomo di fronte a me, che mi fissa con la stessa espressione...innamorata, perché sì, la mia è un’espressione da innamorato perso.

Gli ripasso il cappello che nel frattempo io avevo tenuto saldamente nella mano, per paura che il vento lo portasse via, ma lui lo prende, e come se avessimo vinto la supercoppa mi stringe un braccio attorno ai fianchi e lo lancia in aria. Incredulo, seguo con lo sguardo il moto rotatorio di quell’accessorio che da sempre aveva contraddistinto Rob.

-Ma quello era il tuo cappello preferito- aggiungo, tornando a guardarlo.

-Lo tenevo solo perché quella volta tu te lo eri infilato per scherzo- parole cariche di sottointesi dolci e amorevoli mi fanno sciogliere lì sull’asfalto. Gli passo un braccio dietro la schiena anche io,  ci allontaniamo mentre tutti cercano di recuperare il famigerato copricapo, forse perché è quello di Robert, o forse perché è diventato il simbolo di questa stupenda giornata che probabilmente non scorderò più.

Note

l'allenamento prima della grande corsa...sono consapevole che sia cortissima (e che sono in ritardo sui tempi) ma l'avevo scritta a scuola e non mi sono dilungata tanto xD Spero vi sia piaciuta e grazie a tutti quelli che stanno leggendo questa nota perchè vuol dire che se siete arrivati fino a qua avete letto anche tutto il resto x3...

Drabbit

   
 
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