Crossover
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Autore: Orfeo della Lira 2    01/11/2010    3 recensioni
Un colpo di stato. Un principe in fuga. Un'Organizzazione misteriosa. Una guerra all'orizzonte. L'oscurità più buia. Nel buio, la speranza. Saprà Eldolas rispondere alla minaccia dell'oscurità?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Anime/Manga, Film, Libri, Videogiochi
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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Chiedo venia se non rispondo direttamente alle recensioni, ma non saprei cosa rispondervi D: Perdonoperdonoperdono… Sappiate però che vi voglio bene.

Capitolo 9: Sturm und Drang

“Cazzo, siamo davvero nella merda.”
Shinon e Titania si ritrovarono accerchiati dai nemici. Uno di loro venne abbattuto da un colpo d’ascia della donna.
“Pensa a salvarti il culo, idiota.”
Shinon ridacchiò, mentre uccideva una guardia davanti a se con un colpo di coltello.
“Cosa hai da ridere?”
“Nulla in particolare.”
Poco più avanti, Soren apriva la strada, grazie alle sue folate di vento, a Zihark, mentre dietro di lui Rolf forniva copertura con le frecce. Laura, intanto, si occupava degli arcieri sulle mura, aiutata da Leonardo. Micaiah era indietro, abbattendo i nemici grazie ai suoi incantesimi, mentre Rhys e Mist avanzavano, scortati da Mia, che si occupava di ogni singolo uomo che le stava davanti con potenti e precisi colpi di katana. Intanto, Titania aveva aperto un varco nei suoi assalitori, permettendo a Shinon di mettere distanza tra lui e la mischia.
“Ike dov’è?” chiese Micaiah, quasi urlando per il frastuono della battaglia.
“Dove volano i cadaveri.” Rispose in tono ironico l’arciere dai capelli rossi.

“Arrenditi.” Disse un soldato, sprezzante. “Sei solo e circondato.”
Ike lo guardò negli occhi. Uno sguardo talmente risoluto, da farlo vacillare.
“Quello sguardo-”
Prima che potesse rendersene conto, Ike lo colpì con un pugno, mandandolo per terra, e poi lo infilzò con la spada.
“… L’ho già visto…” concluse il soldato, morendo.
Il ragazzo non gli diede peso, mentre con un fendente sollevò da terra tre soldati, facendoli sbattere contro una casa, in un tintinnare di corazze. Un nemico gli si parò davanti, provando a colpirlo con la spada, ma Ike lo parò e si liberò di lui con un calcio, mentre effettuò un tondo, aprendo uno squarcio nell’armatura di un soldato; con la mano libera tirò un violento pugno in faccia ad un altro soldato, che barcollò ed urtò contro due suoi compagni che si stavano avventando contro il giovane. Ruotando su se stesso, vibrò un fendente mortale, tagliando di netto la testa di un soldato.
“Chi diavolo è quello?” chiese impaurito un assediato ” È una furia!”
Uccisi con rapidi colpi tutti quelli che lo accerchiavano, Ike si arrampicò sulle mura, spingendo di sotto un oppositore che gli era venuto incontro, mentre esegui un flèche su un arciere che lo stava per colpire. Si girò in tempo per parare un colpo di spada, trapassando con un affondo l’attaccante. Corse lungo le fortificazioni, uccidendo chi gli sbarrava la strada, a volte colpendoli con la spada, a volte spingendoli di sotto, finché non si trovò la strada sbarrata da un uomo che indossava un’armatura nera.
“La tua vita finisce qui.” Commentò Zelgius, mettendosi in posizione di guardia.

All’interno delle mura, la situazione volse rapidamente a favore della Brigata: non si contavano perdite e, quando uno di loro veniva ferito, Rhys e Mist fornivano supporto medico, curandoli grazie alla loro magia.
“Finalmente” Commentò Zihark, vedendo che tutte le truppe rimaste in città si stavano concentrando su di loro.
“Soren, se ci facessi la cortesia…” disse Shinon.
Il ragazzo, impassibile, aprì il suo libro, mentre iniziava a recitare una lunga formula. La prima linea degli assediati trovò la morte per mano di Titania, Lucia e Zihark, che formavano un muro impenetrabile.
“Spostatevi” disse Soren.
Il trio ubbidì, mentre attorno a Soren il vento iniziava a farsi più violento. Il ragazzo stese davanti a sé la sua mano, mentre il gruppo di soldati avanzava ignaro verso la propria fine.
“Excalibur” disse, quasi in un sussurro, ed il vento spirò verso i nemici con una violenza tale da sembrare una lama. I soldati vennero proiettati con violenza all’indietro, mentre squarci si aprivano sui loro corpi, lasciando uscire una quantità di sangue tale da tingere la strada di rosso. Chi era rimasto in vita – ed erano ben pochi – implorava la morte, tanto era il dolore che provava in quel momento; quei pochissimi che erano stati abbastanza fortunati da ricevere ferite superficiali, giacevano a terra esausti ed intontiti dalla potentissima folata di vento.
“Credo che sia giusto farli smettere di patire” disse Zihark, che passò tra i corpi infilzandoli uno ad uno.

Nessuno aveva notato una figura incappucciata che era seduta sul tetto di un campanile lì vicino. L’uomo  sfogliò interessato il suo libro, fino a che trovò la pagina che gli cercava. La lesse in un attimo, poi chiuse il tomo.
“Soren, uno dei possibili candidati per il titolo di Mago Supremo. Excalibur, la magia elementare di tipo vento più potente. Il suo Nessuno potrebbe farci comodo.”
Spostò lo sguardo verso Lucia.
“Trovata.” Si limitò a dire, sparendo “Prima di quell’idiota del numero II.”

Se ad Altea le cose erano ormai volte a favore dei ribelli, a Jehanna la situazione non era così rosea. Complice la abissale inferiorità numerica, i quattro avevano molte meno possibilità di vittoria della Brigata.
“Marisa, ricordami di picchiare Joshua così tanto che non lo riconoscerei nemmeno io, se ne usciamo vivi.” Disse Gerik, mentre con la sua spada tagliava un braccio ad un soldato di Gra.
 Marisa si liberò di tre suoi avversari con un rapido colpo di spada, mentre annuì, in risposta alla domanda del suo commilitone.
Joshua, dal canto suo, era troppo impegnato a combattere per rispondere, quindi esclamò soltanto un ‘Ehi!’. Si liberò di qualche nemico, dopodiché si rivolse a Saleh.
“Saleh, piazza pulita!”
Il mago allora prese a ‘bombardare’ le linee nemiche con fulmini, finché, notando che erano troppi per abbatterli con pochi fulmini, decise di usare la sua magia più potente.
“Levatevi” ordinò.
Il cielo si rannuvolò all’istante. Gli assediati si fermarono in un istante, mettendosi ad osservare il cielo, attoniti. Non fecero in tempo a realizzare quello che stava per succedere, in quanto Saleh terminò la formula magica in un attimo.
“Rexbolt” disse, la voce che sembrava una lama.
In un attimo, un gigantesco fulmine si abbatté sui soldati nemici, seminando la morte nelle loro file. Non tutti erano morti, quindi Gerik indicò al principe di correre verso il palazzo. Joshua fece come suggeritogli, uccidendo coloro che gli sbarravano la strada.
“Saleh, una domanda.”
“Hm?”
“Non potevi usarlo prima quell’incantesimo?”
“E dove sarebbe stato il divertimento?”

Il sole iniziava a sorgere, tingendo il cielo di rosa. Ephraim, bardato nella sua armatura scintillante, guardò davanti a sé. Era irrequieto, l’armatura quasi tintinnava per quanto tremava. Eirika gli posò una mano sulla spalla, rassicurandolo un po’. Il silenzio durò poco: si iniziarono a sentire i cupi rumori dei tamburi di guerra, il suono dei corni riempì l’aria. Dall’alto delle mura, Innes vide l’enorme esercito che si disponeva ordinatamente fuori dalla portata degli arcieri.

Joshua percorse correndo i numerosi corridoi del palazzo di Jehanna. Poche guardie erano presenti, ed erano state massacrate dalla furia del principe. Girò a sinistra, trovandosi nella sala del trono. Seduto al centro della stanza, c’era Caellach, l’occhio di tigre.
Si alzò, guardando dritto negli occhi Joshua.
“Allora sei tu la causa di tutto ciò. Non che la cosa mi sorprenda.”
“Nemmeno a me sorprende vederti qui.”
“Joshua, ricordi i tempi in cui combattevamo insieme?”
Il rosso annuì.
“Eravamo io, tu, Gerik e Saleh, se non sbaglio.”
“Non sbagli. Tuttavia, non sono qui per rivangare il passato.”
“Questo lo avevo capito.”
“Ho fatto un patto con mia madre. Lei mi ha concesso il permesso di girare il mondo e di combattere come mercenario, ma quando sarebbe venuto il momento, avrei dovuto prendere le mie responsabilità come re. Sai cosa significa?”
Caellach annuì.
“Significa che devi uccidermi.”
“Un’ultima cosa. Sei stato tu ad uccidere mia madre?”
“Sì, l’ho uccisa io, con le mie mani. È la guerra, Joshua.”
“Lo so, ma questo non significa che io ti perdoni.”
“Non mi serve il tuo perdono. Ti ucciderò in questa stanza, dove ho ucciso tua madre, ucciderò chiunque si opponga a me, e diventerò l’Imperatore di Crimea!”
Caellach sollevò da terra la sua ascia.
“Pronto per morire, re?
“Non sarò io a morire, imperatore.”

“Saleh, sei inutile.” Accusò Gerik.
“Una magia così potente non può essere usata a sproposito.” Si difese il mago.
“Ciò non cambia il fatto che sei inutile.”
In breve tempo, i tre vennero accerchiati nuovamente dai nemici.
“Piantatela, voi due.” Intervenne la ragazza “Abbiamo altro a cui pensare.”
Gerik affondò la sua spada nelle carni di un soldato, poi con un fendente ne abbatté un altro; Marisa, per quanto era veloce, sembrava non muoversi, ed intorno a lei i soldati cadevano come mosche; Saleh apriva varchi tra i nemici grazie ai suoi fulmini. Tuttavia, erano allo stremo, e sapevano bene che se non fosse accaduto qualche miracolo, non ne sarebbero usciti vivi.
“Saleh, qualche idea?”
Saleh sorrise.
“Arriva la cavalleria.”
A quell’affermazione, alcuni soldati di Gra si voltarono verso la direzione indicata dallo sguardo del mago.
I cittadini si erano fatti coraggio e si erano armati. Il loro numero era almeno tre volte maggiore di quello degli occupanti.
“Arrendetevi.” sentenziò Marisa “Non avete scampo.”
I soldati, ormai messi alle strette, deposero le armi.

Ike schivò con un movimento del capo un tondo, contrattaccando con un fendente, che venne parato dal cavaliere grazie alla sua armatura.
“Cosa? Ragnell può tagliare persino il Mithril!”
“Sorpreso, ragazzo?”
Ike fece un passo indietro, mettendosi in posizione di guardia.
“La tua spada, Ragnell, ti è stata data da tuo padre, Gawain - o dovrei dire Greil?”
“Come fai a conoscere mio padre?”
“Conosco molte cose di te, Ike.”
Il ragazzo rimase spiazzato.
“Chi sei?” chiese.
“Sono il prescelto della Dea.” Spiegò Zelgius. “Non ti serve sapere nient’altro.”
Il cavaliere mirò alle gambe, ma Ike evitò il colpo saltando. Ciò lo rese vulnerabile al pugno di Zelgius, che lo scaraventò a terra. Il ragazzo si rialzò in piedi, in tempo per parare il successivo affondo, deviando la lama di lato, spingendolo verso la merlatura, tentando di farlo cadere; ma Zelgius era un avversario troppo abile ed esperto per farsi ingannare in questo modo: mise un piede su un merlo e fece forza, poi diede una gomitata in pieno volto al suo avversario, facendolo barcollare pericolosamente, per poi provare un tondo rivolto al suo collo. Ike lo schivò abbassando la testa, ed effettuò un montante.
“Oh.” Disse Zelgius “Non sei male.”
Ciò che lo turbava maggiormente era la piccola crepa presente sull’armatura, dove Ike aveva appena colpito.
In quell’attimo di distrazione, Ike vibrò un colpo diretto al collo, ma Zelgius lo parò, abbassandosi all’ultimo momento e facendo così in modo che l’elmo cadesse.
“Tu…”
“Ne è passato di tempo, Ike.”
“Zelgius, tu hai… Ucciso mio padre…”
“Dunque eri presente quella notte? Se l’avessi saputo avrei ucciso anche te.”
Il volto di Ike si trasformò in una maschera d’odio e di rabbia. Saltò contro il Cavaliere, tirando un fendente, mentre Zelgius si piegò di poco, intercettando la spada. L’urto fu tale che le mura vennero percorse da leggeri solchi.
“Eh, non male.”
I due continuarono a tentare di colpirsi, ma tutti i colpi venivano intercettati dalle rispettive spade.
Poco lontano, Mist assisteva allo scontro. I due continuarono ad equivalersi per un lungo periodo di tempo, poi Ike scivolò, e Zelgius gli infilò la spada nella spalla, per poi buttarlo a terra.
Mist osservò sconvolta la scena. Presa da una rabbia incontrollabile, ignorò tutti i consigli degli altri e corse incontro al cavaliere, brandendo una spada che aveva preso da un cadavere, e lo attaccò alle spalle.
“Osi attaccarmi, figlia di Gawain? Molto… Divertente. Va’ via, e ti sarà risparmiata la vita.”
Mist tremava.
“Hai portato via mio padre. Hai portato via mio fratello. Mi hai portato via tutto! Anche se non ho nemmeno la minima speranza contro di te, io non ti perdonerò mai!”
La ragazza caricò il cavaliere urlando; un urlo di dolore misto a rabbia. Zelgius la mise al tappeto con  una singola mossa.
“Addio.”
Mist chiuse gli occhi. La lama scese rapidamente verso il suo cuore, ma prima che ciò potesse succedere, si fermò.
La ragazza riaprì gli occhi, vedendo il petto del cavaliere trapassato da Ragnell.
“La… Corazza… la benedizione… La Dea, aveva… scelto… me…”
“La Dea ha riconsiderato la sua scelta.” Disse Ike.
Zelgius cadde in ginocchio, mentre la vita fuggiva dal suo corpo.
“Abbiamo ripreso Altea.” Disse Ike, innalzando Ragnell, che diventò scintillante alle prime luci del sole.

“Sei migliorato, amico mio.” disse Caellach, che iniziava già ad avvertire la fatica. Joshua, invece, era ancora fresco come una rosa, e schivava con abilità i colpi d’ascia del suo avversario.
“Tu invece sei diventato più scarso.”
A quella provocazione, l’occhio di tigre scattò in avanti, calando l’ascia sulla testa del rosso, che la evitò semplicemente, per poi contrattaccare con un tondo. Caellach fu costretto a lasciare la presa sull’ascia, ed evitò il colpo saltando all’indietro, e rotolò lateralmente per evitare il successivo tondo. Sollevò l’ascia da terra e, roteandola sulla sua testa, la calò con una foga tale che spaccò il pavimento, fermando in questo modo l’avanzata del rosso, che si trovò costretto a scartare di lato per evitare il successivo colpo d’ascia di Caellach. L’attenzione dei due fu ben presto catturata dai rumori provenienti all’esterno. L’occhio di tigre sfruttò l’occasione, dando una testata al volto del principe, mandandolo al tappeto. Alzò l’ascia, pronto a colpire, ma con una spazzata da parte del rosso cadde a terra anche lui. Si rialzarono simultaneamente, distanziandosi di poco, poi Joshua deviò il colpo d’ascia che gli arrivò frontalmente, ma non fece in tempo a schivare il pugno, che gli fece uscire il sangue dal naso. Barcollò all’indietro, cercando un’apertura nella difesa del nemico. L’occasione arrivò subito dopo: Caellach provò un tondo diretto al collo, così Joshua si abbassò all’improvviso e con un fulmineo flèche trapassò il petto del nemico, che lasciò cadere con un tonfo la gigantesca ascia.
“Sei davvero… Migliorato… Re.”
“Requiescat in pace, Imperatore.”
Con un movimento secco, estrasse dal petto di Caellach la spada, mentre il corpo dell uomo crollò a terra, con un tonfo.
Gerik, Marisa e Saleh entrarono nel palazzo, in testa alla folla. Gerik alzò la spada in aria.
“Lunga vita a re Joshua, sovrano di Jehanna, la perla del deserto.”
Tutti imitarono il mercenario, alzando le loro ami improvvisati, urlando dalla gioia.

“Entro mezzogiorno dovremmo arrivare a Renais.” Dichiarò Link, spronando il proprio cavallo.
Passarono per un sentiero poco battuto, per evitare di incontrare guarnigioni nemiche.
“Ganondorf dovrebbe iniziare l’attacco a momenti.”
Zelda guardò decisa davanti a sé, ben conscia del fatto che, indipendentemente dal risultato, la vera vincitrice di quella battaglia sarebbe stata l’Organizzazione.

Note dell’Autore:

Phew! Manca pochissimo alla fine del primo atto, massimo due capitoli, che ho deciso di chiamare ‘Guerra di Crimea’. Perché? Lo scoprirete in seguito (forse)!
  
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