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Autore: Mikhi    01/11/2010    4 recensioni
Roxas e Sora ,due normali adolescenti che trascorrono una vita abbastanza tranquilla ,uno alle prese con il suo migliore amico ed il terzo incomodo ,l'altro con l'Educazione Fisica... E se una gita ad una scuola abbandonata scombinasse i loro piani?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel, Riku, Roxas, Sora
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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School Adventure
You Killed Me Again










___*Un'azione appena compiuta non ci tormenta,
          ma a distanza di molto tempo,
          quando la si ricorda,
          essa inevitabilmente raffiora.
          perchè il ricordo non si spegne*___











Un sorriso sornione sembrò sfiorare le labbra di Zexion che, felice di aver fatto breccia negli interessi di Riku, rivolse una breve occhiata alla coppia seduta sopra una panchina accanto al carretto che vendeva come al solito i ghiaccioli. "Tralasciando ovviamente che alle Destiny Island i gelati andavano a ruba anche in pieno Dicembre."
-Sono al parco principale, quello vicino la spiaggia.- disse poggiando una mano sul fianco e rivolgendo nuovamente le sue iridi su un'altra coppia poco più distante.
Dall'altro capo del telefono si udì una voce grugnire qualcosa che somigliava molto ad un "Muori Kairi" seguito da "Sei uno stupido, Sora."; strinse accigliato le lenzuola bianche, sul quale pochi minuti prima era beatamente adagiato, fra le dita e digrignando i denti si impegnò nel non mandare a quel paese il compagno in quel momento indaffarato a squadrare senza un minimo di pudore un ragazzo alto, biondo e con un paio di occhioni azzurri.
-Dammi cinque miunuti.- ribadì seccato l'argenteo terminando la chiamata per poi sbattere con noncuranza il cellulare sopra la scrivania, eppure aveva calcolato qualsiasi evenienza, ma il fatto che Sora fosse uscito insieme a quell'arpia con i capelli rossi proprio non riusciva a digerirlo, dopo tutto quello che c'era stato fra di loro, baci, carezze e sdolcinatezze varie si ritrovava ad essere utilizzato come ruota di scorta?
Con veemenza scostò le coperte che fungevano da intralcio e dopo aver pescato accuratamente qualcosa di decente da indossare si rinchiuse in bagno, senza evitare che la porta sbattesse con estrema violenza rischiando di essere scardinata in pochi secondi, di male in peggio.
Bene, surclassando l'inaccettabile ipotesi che su quel pezzo di carta al posto del cuore ci fossero dei sentimenti, lui non era geloso, era soltanto irritato dal fatto che Olette potesse ronzare attorno a Demyx, attorno al SUO "Migliore amico".
Al mio paese questa si chiama gelosia, ossessione perversa o anche possessività morbosa, dipende dai punti di vista.
Ed il fatto che la sua coscienza lo rivoltasse come un calzino facendolo passare per uno stronzo con delle manie di padronanza assoluta non placava per niente la voglia di annegare la castana dentro quell'orribile fontana al centro della piazza, e per non omettere la ciliegina sulla torta lo aveva liquidato con un semplice e banale "Perdonami Zexy! Non ti avevo visto, comunque scusami ma ho fretta! Ci sentiamo dopo!", sciocco di un Demyx.
Chiuse il cellulare e lo infilò piccato nella tasca destra della tuta lasciando che nel frattempo la sua schiena si adagiasse contro il verde schienale di una panchina, diamine, si sentiva peggio di un sicario nell'atto di assassinare la sua preda a colpi di arma da fuoco e poi quel comportamento così infantile come quello di un moccioso lagnoso ed egoista che stava mostrando da più di una buona mezz'ora bastava ad aumentare il suo livello di irritazione alle stelle, avrebbe fatto spietata concorrenza ad Axel; chissà che fine aveva fatto, forse lasciarlo solo con Roxas non era stata una geniale trovata, dopo quella famosa scenetta a cui aveva assistito era preferibile tenere a bada gli istinti primordiali del rosso con un bel collare e un guinzaglio.
Si scostò il ciuffo bluastro dall'occhio destro lasciando scivolare una languida occhiata sul viottolo deserto, certo che Riku se la stava prendendo davvero comoda, quei cinque minuti si stavano moltiplicando in mezz'ora e lui non aveva tutto il tempo di questo mondo, forse... doveva andare da Demyx e parlargli una volta per tutte? Giammai!
Avrebbe aspettato qui, buono buono, l'arrivo di sua eccellenza Riku che anche nei momenti meno opportuni era capace di farsi desiderare, la prossima volta doveva tenerlo bene a mente, mai fidarsi degli orari dell'argenteo, mai.
-Eccomi, scusami per il ritardo.-
Un ragazzo piombò al fianco di Zexion rischiando di fargli prendere un infarto, silenzioso e flemmatico come sempre; con occhio attento scrutò il volto dell'albino che sembrava essere modellato da un misto di rabbia e odio mentre sulla sua fronte si poteva scorgere benissimo ed in caratteri cubitali la scritta "Kairi a morte".
Con un mezzo sorriso sarcastico si soffermò sull'abbigliamento del compagno, impeccabile come al solito, chissà perchè, motivazione a noi sconosciuta.
-Cinque minuti eh? Iniziavo a credere seriamente che fossi stato risucchiato dalla tazza del WC.- salutò cordialmente l'azzurro trascurando l'occhiata fulminante che Riku gli rivolse con fare contrariato.
Scrollò con fare annoiato le spalle. -Ciao anche a te Zexion, morsi dalla vipera 'stamattina? O forse perchè Demyx ha trovato una degna sostituta?- sibilò brutale Riku, rigirando il coltello dalla parte del manico.
Zexion gli puntò un dito contro contorcendo le labbra in una smorfia: -Non sono geloso, se è quello che la tua mente contorta sta fantasticando.-
L'altro ghignò perfido. -Coraggio, non mi avrai chiamato solo per farmi venire qui a guardare te che guardi Demyx?-
L'azzurro non si scompose più di tanto, si limitò soltanto ad alzare un braccio e ad indicare una coppietta, alias Sora e Kairi, che chiacchierava amorevolmente come due cari e dolci piccioncini neo-fidanzati in procinto di discutere sulla loro vita futura da bravi prossimi sposini.
-Trova un rimedio se non vuoi che Kairi lo porti via.-
Il compagno incrociò le braccia al petto già a conoscenza di ciò che la fervida e malvagia mente dell'argenteo stava fantasticando, era sempre stato fin da piccolo un ragazzo perfido e vendicativo con delle manie di egocentrismo assurde, ma doveva anche ammettere che era l'unico con cui si riusciva ad estendere una normale conversazione che avesse un inizio ed una fine sensata, anche Roxas non era male, solo che avolte aveva seriamente iniziato a credere che dentro di lui si annidasse in realtà un pazzo psicopatico pronto a squartare chiunque con una motosega.
Riku indugiò per qualche minuto sulla rossa che, avvinghiata al braccio di Sora, dava la netta impressione di voler cogliere al volo quell'occasione d'oro servita sopra un piatto d'argento, ed il castano, come un emerito idiota, si era lasciato abbindolare da qualche sdolcinatissima moina di troppo.
Doveva trovare un rimedio, assolutamente.
-Frena l'entusiasmo Riku, se vuoi che ricambi l'aiuto dovrai ascoltarmi.- sogghignò flebilmente Zexion facendo leva con le braccia sul ferro in modo tale da alzarsi.
Spolverò i suoi abiti ed infine poggiò una mano sulla spalla destra dell'albino: -Sei tanto intelligente quanto noioso e irritante.- sbottò l'amico dalle iridi acquamarina mostrando il peggiore sguardo assassino che la sua numerosa e vasta gamma avesse.
L'altro si limitò a sbrigare la faccenda facendo spallucce. -Lo prenderò come un complimento. Comunque, sai cosa fare, distrai Olette con qualsiasi scusa, al resto ci penso io.- asserì indicando la castana.
L'argenteo inarcò un sopracciglio: -E come dovrei fare, Mister "So tutto Io"?- sibilò con tono sprezzante, desideroso di voler liquidare quella questione il più presto possibile.
-Molto semplice.- sorrise facendo schioccare di conseguenza le dita, fiero che fosse riuscito a trovare un'idea geniale. -Metterai a frutto ciò che la natura ti ha donato, userai il tuo fascino albino per attirare Olette.- sentenziò infine, spingendo Riku verso l'indiziata che nel frattempo chiacchierava amabilmente con il soggetto degli interessi di Zexion.
L'argenteo borbottò sottovoce passandosi una mano sul volto, deciso che, in fondo, l'amicizia di Zexion poteva anche andare a farsi un bel giro altrove.
-Mi chiedo ancora perchè l'abbia chiesto e poi, quello non era un complimento.- precisò infilandosi le mani in tasca stizzito mentre con finta aria disinvolta si accingeva a vagabondare verso i due ancora seduti sopra la fontana.
Era tutto a dir poco imbarazzante, non aveva mai rivolto la parola ad Olette in vita sua se non per un semplice e cordiale saluto sforzato, proprio perchè era inevitabile; in che razza di pasticci lo andava a ficcare quell'idiota di Zexion?
Inspirò una buona boccata d'aria fresca nella speranza di calmarsi, vedere Sora ridere e scherzare con Kairi era peggio di quanto si aspettasse, nonostante fosse abituato a cose del genere ormai non sopportava l'idea che qualcuno potesse avvicinarsi al moretto, in fondo Sora era suo da molto tempo prima e adesso una ragazzina sbucata dal nulla cercava di trascinarlo via da lui in qualunque modo e sembrava riuscirci, era in grado di trasportarlo via da lui con la sua gentilezza e dolcezza, ma era anche sicuro che sarebbe riuscito a riallacciarsi a lui con quei modi che lo avrebbero riportato fra le sue braccia, che lo avrebbero fatto impazzire.
Era come giocare con un flipper e Sora era l'oggetto principale dello svago, una pallina destinata prima o poi a cadere dentro una buca, avrebbe dovuto fare la sua scelta un giorno, pur sapendo di perdere qualcuno.
Aveva sempre creduto che i suoi giudizi nei confronti delle persone fossero errati, valutava la gente solo per l'aspetto esterno che dimostrava, un po' come leggere un libro, lo si guarda attentamente, scrutandolo nei minimi particolari, ma di esso attira soltanto la copertina e si crede di poterne confermare la bellezza.
Soltanto alla fine da ignoranti ognuno si accorge che dentro vi è nascosto qualcosa di migliore, forse lui si era accorto troppo tardi dei suoi sentimenti verso Sora, eppure perchè non riusciva ad ammettere a sè stesso che potesse piacergli qualcun'altro che non fosse lui?
Una morsa alla stomaco fu in grado di fermare la sua camminata sovrappensiero, lasciando così che il corpo si arrestasse a pochi metri dai due ragazzi; indeciso sul da farsi optò per andare subito al sodo, evitando altri stupidi convenevoli che gli avrebbero fatto perdere soltanto tempo prezioso.
Con passi decisi si avvicinò alla moretta, ancora impegnata a chiacchierare animatamente con Demyx.
-Ciao Olette, posso parlare con te?- replicò tutto d'un fiato, senza rivolgere nemmeno uno sguardo di sufficienza al biondo accanto a lui.
Un paio di occhioni verde smeraldo si voltarono verso di lui e con una nota tangibile di imbarazzo piegò confusa la testa di lato sorpresa che Riku, il ragazzo più popolare della scuola, fosse venuto sin qui solo per parlare con lei?
Intrecciò confusa le mani e si mordicchiò il labbro inferiore, leggermente a disagio poichè le iridi acquamarina dell'argenteo la fissavano quasi con insistenza.
-Oh. C-ciao Riku, vuoi parlare con m-me?- domandò mentre le gote assumevano pian piano un colorito rossastro.
Freddo come un pezzo di ghiaccio annuì meccanicamente. -Si, se non ti 'spiace.-
Olette rivolse uno sguardo interrogativo a Demyx che con un sorrisone solare acconsentì dolcemente all'amica di andare, la castano accennò un mezzo sorriso impacciato e dopo aver sistemato la gonna si diresse verso un posto lontano dal biondo, abbastanza curiosa di voler scoprire cosa volesse da lei Riku.
Zexion, che fino adesso era rimasto seduto sopra la panchina, soddisfatto del buon lavoro che l'albino aveva compiuto si limitò ad alzarsi dal posto su cui era seduto poco prima per poi avanzare verso la direzione del ragazzo.
Forse davvero era uno stronzo, forse davvero era un irrefrenabile egoista, ma ancora adesso non riusciva ad ammettere a sè stesso che pian piano nel suo cuore sembrava germogliare qualcosa di dolce verso qualcuno che non aveva considerato fino a pochi giorni prima, non poteva accadere tutto così in fretta, eppure quando posava le sue iridi sopra quelle innocenti del biondo un sorriso nasceva spontaneo, animava quel volto perennemente cupo facendogli riacquistare l'allegria perduta; la sua bellezza ed il suo candido viso incantevoli come vento autunnale sembravano adagiarsi con lentezza sui suoi sensi, l'irrefrenabile voglia di far combaciare perfettamente le loro labbra dentro un delicato tocco, trasformatosi in un irraggiungibile desiderio per qualcosa che dava l'impressione di essere cessata lì, di punto in bianco, il rimpianto di quel grande ricordo che ormai giaceva nel passato.
-Zexion! Zexion!-
Infondo, l'opportunità gli era stata servita per molto tempo sopra un piatto d'argento e più volte l'aveva rifiutata, perchè rimpiangere ciò che si è perso? Forse la speranza di riottenerla era ancora viva, molto probabilmente non era tutto perduto.
Demyx sventolò il braccio destro, distendendo i muscoli del viso in un ingenuo e trasparente sorriso che fu in grado di sorprendere ancora una volta Zexion, come poteva aver dimenticato il torto subito?
Una costante sorpresa da scoprire pian piano.
Accennò, come al suo solito, quel mezzo sorriso che serbava a pochi eletti mentre con una camminata leggera e fluida si apprestava ad avvicinarsi al ragazzo, appollaiato in bilico sul bordo della fontana.
Demyx era così, ingenuo e spontaneo, pochi apprezzavano le sue qualità e molti invidiavano la sua bontà, è comparso come una stella cadente nella sua vita illuminandogli quelle monotone notti spente, quel fascino segreto che riusciva a cogliere soltanto lui.
Era in grado di strappargli un sorriso con poche parole ed ogni centimetro del suo corpo sembrava attrarlo come una calamita, centellinava ogni lato del suo volto, la pelle brillava sotto il sole mattutino e le iridi chiare e limpide come il cielo oscillavano ritmicamente da una parte all'altra della piazza.
Ogni cosa si perde se si aspetta invano, eppure l'amore sembrava un sentimento così futile e stupido che con l'inganno ti soggiogava, trascinandosi irrimediabilmente dentro un circolo vizioso in cui è difficile uscirne, e si soffre, il cuore fa male e l'indecisione prende il sopravvento, fino a desiderare soltanto la solitudine assoluta.
-Buongiorno.- ricambiò cordiale sedendosi anch'esso sul cornicione della fontana, immergendo il suo sguardo nel chiarore cristallino dell'acqua che rifletteva con vivacità  la lucentezza e lo splendore di quella sfera infuocata che riscaldava perennemente le Destiny Island.
Il biondo si voltò verso il nuovo arrivato con un gran bel sorrisore a trentadue denti, senza mostrare tracce di risentimenti: -Hey Zexy, che cosa ti porta qui?- domandò, lanciando appena un'occhiata verso Riku e Olette che davano l'impressione di abbozzare quella che sembrava una scarna conversazione.
L'azzurro fece spallucce con fare innocente, picchiettando con le dita il marmo freddo. -Corsa mattutina, invece tu?-
-Passeggio con Olette.- rispose sospirando ed incrociando le gambe fino a poggiare i gomiti sulle ginocchia.
Zexion accennò un mediocre sorriso sarcastico che sfuggì in qualche modo al compagno accanto, Come se non l'avessi capito, stupido. si ritrovò a pensare, perchè continuava a sentirlo così distante? Non vi era motivo, eppure sapeva che un giorno l'avrebbe perso continuando così.
Possessivo ed individualista, forse erano gli aggettivi che riuscivano pienamente a rispecchiare la sua personalità orribile e mal costruita, l'orgoglio che impediva di commettere qualsiasi passo verso di lui, numerosi fattori che riuscivano in qualche modo ad allontanarlo soltanto, non era sicuro di essere disposto a mettere da parte la sua personalità, ciò significava cambiare e lui ne aveva abbastanza di cambiamenti, troppa fatica, troppo dolore.
-Capisco.- commentò monosillabico posando lo sguardo altrove mentre le dita andavano pian piano a stringersi nel palmo della mano, l'amore era una sciocchezza, poteva convivere benissimo senza di esso, futili regali, conversazioni e terribili sdolcinatezze, in fondo, ne aveva fatto a meno per ben 17 anni.
Demyx arcuò le sopracciglia mostrando un'espressione dispiaciuta: -No non è come credi! I-Io e Olette siamo solo amici!- balbettò mettendo le mani davanti e agitandole come a negare qualcosa.
Negare... Perchè negare? In fondo l'aveva fatto soffrire, nessuna ragione per dargli delle spiegazioni.
Lentamente l'azzurro si voltò verso il migliore amico fino a far intrecciare le loro iridi: -Non mi devi delle spiegazioni.- asserì sbattendo un paio di volte le palpebre prima di alzarsi con flemma ed infilare nuovamente le mani nelle tasche della tuta.
Già, non gli doveva delle spiegazioni, ma perchè si sentiva in colpa?
-Ci vediamo.- disse infine accennando un saluto stentato con il capo, lasciando così Demyx fra uno stato di colpa e confusione.
A passo svelto si diresse verso Riku e Olette e con un fischio richiamò all'attenti il primo che, con la coda nell'occhio, vide il compagno fargli cenno con il braccio di seguirlo; senza troppi convenevoli e inutili parole congedò distrattamente la castana per poi precipitarsi verso Zexion che con espressione neutra si era appostato vicino un palo della luce.
-Allora?- chiese all'argenteo incrociando le braccia al petto. -Com'è andata?-
Riku inspirò profondamente prima di rispondere. -E' una ragazza... troppo a modo.- sentenziò pensieroso.
-Giusto.- sogghignò l'altro. -Dimenticavo la tua preferenza riguardo scimmie dal quoziente intellettivo nullo.- replicò con una smorfia meritandosi un'occhiataccia da parte dell'albino, ormai stufo del cinico sarcasmo che gli riservava.
Scrollò il capo. -Vogliamo parlare di Demyx?-
-A me non piace Demyx.-
-Certo come no.- puntualizzò alzando gli occhi al cielo, stanco di sentire sempre e solo la solita monotona e falsa risposta. -Piuttosto, è successo qualcosa?- domandò con finta curiosità, ora troppo impegnato a studiare i comportamenti di Sora nei confronti di Kairi.
-Proprio niente.- disse lasciando di stucco Riku, quasi sul punto di mollargli con tutto il cuore un bel pugno nell'occhio.
-Come "Proprio niente"?!- domandò a bocca aperta. -Vuol dire che ho sprecato mezz'ora della mia vita a parlare con una tizia che nemmeno conosco per poi sentirmi dire "Proprio niente"?!- esclamò, pungolandolo con un dito e sputandogli contro tutta l'acidità e il veleno presenti nel suo corpo.
Beh, non proprio aveva immaginato un finale così, e lo sguardo impassibile e pensieroso di Zexion era un chiaro segno che quella macchina da guerra stava marchingegnando qualche losco piano che l'avrebbe messo puntualmente nei guai fino al collo, adesso poteva anche ammettere a sè stesso che la sua vita come semplice abitante delle Destiny Island non era poi così tanto monotona e poco avventurosa, anzi, ne aveva abbastanza di tutti quei problemi.
L'amico sospirò seccato: -Riku, calma. Se Sora e Kairi stanno allegramente "Chiacchierando" sopra una panchina non è di certo colpa mia.- confermò piccato, sempre più convinto che l'argenteo prima o poi, colto da un raptus di follia omicida, avrebbe mandato seriamente in ospedale una ragazzina dai capelli rossi.
-Bene, ora vedrò che fare.- sentenziò lasciando cadere entrambe le braccia lungo i fianchi e, diretto verso qualche imprecisa meta, iniziò a vagabondare nella speranza che la soluzione giusta illuminasse il suo cervello.
Che cos'erano stati tutti quei baci e quelle carezze? Solo e soltanto inutili passatempi per perdere tempo? E forse quella zucca di Sora non era riuscito ancora a comprendere nulla dei suoi sentimenti, forse per lui era un gioco? Ma nonostante tutto, Sora era l'unico in grado di spezzare tutte le sue convinzioni, e la dimostrazione dei fatti era a pochi metri da lui, il suo punto debole che sbriciolava in mille pezzi il carattere duro che mostrava e adesso non poteva accettare questo comportamento.
La gelosia lo stava divorando a fuoco lento, regalandogli la peggiore scena che i suoi occhi avrebbero mai potuto vedere, si sentiva tradito, abbandonato, messo da parte; in fondo sin dall'inizio Sora l'aveva messo da parte, da quando avevano cinque anni ed il moretto aveva conosciuto Kairi, trascorreva ogni singola giornata in sua compagnia, i dolci sorrisi allegri per ben dieci anni regalati solo e soltanto alla rossa, e lui? Che fine aveva fatto Riku?
Lasciato lì solo, a chiedersi il perchè l'avesse lasciato, ed il castano non era in grado di accorgersi di nulla, la sua ingenuità e purezza gli impediva di scorgere al di là della felicità.
I suoi sguardi tristi andati a vuoto che ogni giorno andavano ad accumularsi nel suo cuore, ed il colmo raggiunse l'apice quando la più grande delle loro promesse che dimostrava il loro simbolo di amicizia eterna fu irrimediabilmente infranta.
Involontariamente socchiuse gli occhi, cercando di liberare la mente da quei pensieri opprimenti che si mostravano dentro un flashback continuo, in quel momento desiderava soltanto ascoltare il vento fischiare fra le fronde degli alberi, nient'altro, unicamente la pace e quiete.
Scosse appena la nuca cercando di smuovere i ciuffi argentei che gli solleticavano la punta del naso, valeva la pena lottare? Non lo avrebbe perso per nulla al mondo? Avrebbe continuato a combattere ancora?
Non ne aveva idea.
Necessitava di tempo per rispondere a queste domande, non vi era ancora alcuna risposta e forse, l'unico obbiettivo in grado di risolverle era proprio il moretto, forse doveva chiarire una volta per tutte questa situazione e se per caso non avesse scelto lui, avrebbe capito, accettato la sconfitta e convivendo con il dolore di aver perso per sempre colui che da ben diciassette anni riconosceva come qualcosa di speciale.
Tutto per colpa sua, tutto per colpa di Kairi.
Gelosia? Invidia? Non sapeva, ma non si sarebbe arreso così facilmente, non adesso che era sul punto di conquistare Sora.
Con la punta della scarpa scalciò via dalla stradina un gruppo di ciottoli, fino a lasciare che il suo sguardo si perdesse in quel blu infinito che tingeva il cielo e:
-Riku!-
Una forza abbastanza debole gli strattonò con forza la manica del maglione grigio, costringendolo a fargli voltare le iridi verso il ragazzo minuto alle sue spalle che, con un'aria piuttosto affaticata, si sorreggeva al braccio dell'argenteo e dava l'impressione di collassare per l'immenso sforzo da un momento all'altro.
Con notevole fatica si scostò i ciuffi ribelli dal volto mentre le labbra spalancate cercavano di catturare quanta più aria possibile, un paio di occhi lucidi studiavano preoccupati quelli dell'altro che fra un misto di indifferenza e sorpresa si limitavano ad immergersi nell'azzuro profondo di quelle pozze brillanti.
-Riku... M-Mi hai visto?- domandò a singulti, stringendo fra le dita la stoffa calda dell'indumento mentre pian piano abbassava il capo, come ad evidenziare la più grande delle stupidaggini che avesse commesso in vita sua.
L'argenteo, ancora stranito che Sora fosse giunto sin lì, affondò i denti nel labbro inferiore cercando di sopprimere la rabbia che cercava in qualunque modo di sgorgare al di fuori del suo corpo.
Soffocò a malapena un ringhio, cosciente del fatto che tutto ciò non avrebbe fatto altro che aumentare a dismisura i sensi di colpa che sembravano attanagliare lo stomaco del più giovane. -Tu cosa dici?- sibilò a denti stretti, ormai sul punto di scoppiare da lì a poco.
Sora alzò a malapena lo sguardo, senza però trovare il coraggio di far incrociare i loro iridi. -Non è come pensi Riku, siamo solo andati a fare una passeggiata, tutto qui!- singhiozzò, stringendosi di più al suo braccio e poggiando una guancia contro il morbido pullover.
Riku strinse con forza le dita conficcando le unghie dentro la carne, quasi arrecandosi inutili dolori. -Come puoi dirmi questo?! Come pensi che io possa crederti! Cos'è Sora? Ho qualcosa che non va? Forse Kairi ha qualcosa in più che io non ho?!- ruggì con forza, puntando le iridi acquamarina verso il moretto, ancora aggrappato con tutte le sue forze contro di lui.
Sora scosse violentemente la testa per poi lasciare il braccio dell'argenteo e assestare un debole pugno contro il petto del più grande: -Come puoi dire questo Riku?- chiese mentre pian piano le lacrime cominciarono ad inumidirgli le ciglia, come poteva rinfacciargli tutto ciò? Perchè non riusciva a comprendere che lui gli avrebbe donato cuore e anima?
Perchè decidere una volta per tutte gli risultava sempre più complicato? Sembrava di percorrere una lunga via, della quale non si scorge la fine, soltanto un lungo e dritto rettilineo senza fine nè inizio, solo un percorso fatto di dubbi e incertezze.
-Io voglio stare con te...- mormorò affondando il viso nel petto dell'albino, le braccia automaticamente andarono ad allacciarsi intorno alla vita stringendolo con possessività, quasi potesse volar via in pochi secondi.
Riku socchiuse le palpebre lentamente e le mani andarono a poggiarsi sulle spalle del moretto, scostandolo senza il minimo sforzo: -Sora, le parole non bastano, devi anche dimostrarmelo.- asserì con una nota di durezza nella voce che uscì involontaria.
Fece un piccolo passo all'indietro prima di infilarsi nuovamente le mani in tasca, dando le spalle al ragazzo più piccolo. -Ho una domanda.- disse infine, spezzando quel silenzio imbarazzante e allo stesso tempo triste e malinconico. -Che cosa faresti se andassi via, eh Sora?-









-No Axel davvero, non dovevi.-
Una giornata difficile da dimenticare avrebbe pensato Roxas, da una semplice lettura quotidiana all'ombra del suo piccolo albero si era ritrovato a fare una passeggiata con il suo neo-professore di Educazione Fisica con tanto di tenuta da ginnastica.
Forse poteva definirsi un colpo di fortuna? Non aveva la più pallida idea, si sentiva bene e questo era l'importante, almeno non avrebbe passato un altro triste e noioso week-end in campagna con la sua famiglia, diamine, detestava profondamente quelle scampagnate allegre che sprizzavano gioia e amore da tutti i pori, preferiva di gran lunga stendersi sul prato e sonnecchiare, anche perchè sapeva benissimo che la tranquillità con Sora fra i piedi era un optional improbabile.
Stringeva fra le mani l'ennesimo gelato che Axel gli aveva offerto, non che gli dispiacesse l'idea ma, una sensazione di obbligo nei suoi confronti nasceva spontanea.
-Non preoccuparti Roxy.- sorrise come al suo solito. -Questo è una specie di "Risarcimento" per varie cose.- rispose pensandoci un po' su prima di ritornare a mordicchiare la punta del gelato azzurro.
Roxas piegò leggermente la testa di lato, soffermandosi anche lui a gustare il ghiacciolo. -Ossia?- chiese con le labbra impiastricciate di liquido bluastro, rivolgendo una veloce occhiata al rosso curioso di scoprire cosa intendesse.
Axel scostò il gelato dalla bocca, guardando di sottecchi il biondino indaffarato a raccogliere ogni singola goccia di ghiacciolo sciolto. -Oh beh, per la polmonite che per poco non ti beccavi, i sessanta ed inutili giri di corsa intorno la scuola, per la storta alla caviglia, sequestro di persona, umiliazione pubblica e...- prima che finisse del tutto l'elenco fu messo a tacere da Roxas.
-Ok, hai reso l'idea, ma per questo non basta un gelato, come minimo dovrei avere un rifornimento a vita e la cosa non mi dispiace.- sentenziò con aria di superiorità, lasciando che un ghigno si facesse spazio sulle labbra dell'altro.
Eppure era così dolce e carino quando sorrideva, un sorriso felice e allegro, non quello che mostrava a chiunque altro, quello che nascondeva sofferenza e solitudine.
In fondo poteva anche ammettere per una buona volta che in compagnia di Roxas era finalmente felice, e nonostante a volte fosse terribilmente ed instancabilmente cinico e acido in realtà nascondeva qualcosa di ben più profondo, qualcosa che in ogni modo riusciva a mostrare pienamente soltanto a lui.
-Non ti basta il tuo perfetto e sexy professore come ricompensa?- sogghignò con un pizzico ben percepibile di malizia nella voce, cercando di focalizzare per bene il suo obbiettivo e la meta che ben presto avrebbe raggiunto.
Il biondino staccò con i denti una parte di ghiacciolo che per poco non gli andò di traverso. -Spero che tu -Coff Coff- stia scherzando! -Coff Coff- battè un paio di volte il pugno contro il petto, stupido Axel e stupido gelato, la discrezione nel suo vocabolario era del tutto inesistente?
Continuò a tossicchiare per altri buoni dieci minuti tentando di nascondere il rossore evidente che aveva irreparabilmente compromesso il suo volto ormai in fiamme, non che la cosa non gli piacesse molto ma ogni volta che si ritrovava ad avere conversazioni del genere con il ragazzo il suo cuore sembrava volere esplodere dal petto ed il palpitare rumoroso dava l'impressione di essere udibile anche a chilometri di distanza.
-Certo che no.- confermò risoluto. -Hai una tale bellezza della natura al tuo fianco, dovresti essere felice.- ribadì infine quasi come un'accusa, come se in realtà lui fosse soltanto un semplice passante qualunque, diavolo, lui era il bellissimo ed intelligentissimo figlio del grande Reno Flame, conosciutissimo in tutte le Destiny Island e altrove!
Roxas si girò appena, squadrandolo dalla testa ai piedi per poi emettere senza peli sulla lingua la sua crudele sentenza: -Felice di avere accanto a me un tonto che puzza più di una capra? Allora dovrei essere un disperato emarginato.- disse storcendo il naso e le labbra, ritornando a giocherellare con il bastoncino ormai lindo e pulito, incurante dell'occhiataccia partita direttamente dal rosso.
Axel si mordicchiò il labbro inferiore ed inarcò un sopracciglio: -Beh, visto che sei accanto a me vuol dire che sei un disperato emarginato.- sogghignò sommessamente prima di prendere per i polsi il biondino e sbatterlo con violenza contro uno dei tanti alberi di ciliegio che incorniciavano le lunghe stradine della piazza.
Strofinò la punta del naso contro il collo sottile di Roxas fino a cogliere la lieve fragranza di pesca che donava un'aria gustosa a quella pelle liscia e morbida, la voglia e il desiderio di lacerarla sotto i suoi denti era inconcepibile e ciò lo spingeva sempre a cercare di più.
Con le labbra fece una leggera pressione vicino la clavicola mentre le sue dita, ancora avvolte intorno ai polsi del più piccolo, cercavano di trascinare il più sopra possibile le braccia esili, sempre stando ben attento a svolgere il suo lavoro con estrema delicatezza. Si soffermò ancora per qualche minuto a baciargli sensualmente la spalla fragile sino a salire dolcemente con una scia di saliva sopra la guancia destra, a cui serbò l'identico trattamento apportato sulle altri parti del corpo.
Godeva del fatto che Roxas non si opponesse a tutto ciò, che anche lui lo desiderasse in ugual misura, che gemesse solo ed esclusivamente il suo nome; quella bocca semplicemente fantastica era dedicata solo e soltanto a lui. Con una lentezza estenuante andò in cerca delle sue labbra, lasciando solo che si sfiorassero appena, qualcosa che in ogni modo non piacque abbastanza al biondino che emise un mugugno sprezzante nei confronti del diavolo tentatore, abbandonò con un gesto veloce
le braccia magre del ragazzo scivolando sempre con estrema attenzione e accuratezza lungo il resto del corpo fino ad ancorare con decisione le dita affusolate attorno il bacino a prima vista così fragile sotto la sua presa.
Il vento scompigliava amorevolmente i ciuffi ribelli dorati come un campo di grano, uno spettacolo che aveva intenzione di assaporare per bene, fresco e profumato come una rosa appena colta da un vasto campo fiorito, eppure era sicuro di sentire il suo cuore tremare accanto a lui, qualcosa che ormai non accadeva da anni.
Era bellissimo, un sogno bramato a lungo, ma nonostante tutto era lì con il dorso poggiato contro un albero e fra le sue braccia, un sorriso angelico e perfetto sembrava dipinto da un pittore classico sul suo volto altrettanto stupendo; ma di lui non amava soltanto la bellezza esteriore che tutti erano capaci di cogliere, ammirava tutto di quel corpo, a partire dalla personalità a volte fredda e distante che in realtà nasconde molto di più di quanto si possa credere, dentro l'amaro c'è sempre quel pizzico di dolce che soltanto un vero intenditore può riuscire a cogliere.
Dava l'impressione di splendere sotto i raggi del sole ed i suoi occhi erano animati da piccole scintille che coloravano l'azzurro intenso di quegli occhi, molto simili ad un prezioso zaffiro, un piccolo diamante capace di far risplendere il suo cuore, trasmettendogli quiete, armonia e felicità.
-Ti ho mai detto che sei bellissimo?- sussurrò accennando un sorriso prima di far combaciare la sua fronte candida contro quella di Roxas che, evidentemente imbarazzato, si limitò a socchiudere lentamente le palpebre accennando un lieve dissenso con il capo.
Poteva definirsi per una buona volta al settimo cielo? Probabilmente si, visto che il suo dolce angelo era lì a cullarlo dolcemente fra le sue braccia, questa volta non avrebbe lasciato al suo carattere di allontanarlo nuovamente da lui, voleva stare solo e soltanto con Axel.
Adesso c'era un sorriso ad illuminare il viso bianchissimo del rosso, e negli occhi si nascondeva quella brillantezza difficile da notare, ma in grado di mettere in risalto la sua infinita bellezza che sembrava sovrastare chiunque, facendo risultare qualsiasi persona inferiore a lui, perchè nel mondo non c'era nessuno che valeva più di lui, di questo ne era più che certo.
Era in grado di puntare dritto al suo cuore come nessun altro aveva mai fatto in vita, la pelle brillava sotto il sole e le gocce salate dell'eccesso timidamente scivolavano lungo la sua fronte, qualcosa gli suggeriva di andare oltre, infrangere quella barriera e mandare tutto al diavolo, era confuso, agitato, i muscoli tremavano e gli occhi si serravano sempre di più mentre le labbra del ragazzo andavano a poggiarsi delicatamente sulle sue creando in lui una soglia di stupore e piacere, qualcosa di profondo e sublime, come se il ragazzo che avesse tanto bramato gli stesse rubando il primo ed indimenticabile bacio.
Un bacio dolce e intriso di passione nello stesso istante, i loro respiri che si affannavano e l'aria calda che scivolava silenziosa sul suo collo alimentava i battiti del suo cuore, quasi facendogli perdere il controllo delle sue azioni.
Eppure Axel ne era conoscenza dei suoi sentimenti, del sorriso innocente e traditore che mostrava, ma lui necessitava soltanto di una possibilità per fargli conoscere il vero aspetto dell'amore, non aspettava altro ed il suo corpo gli suggeriva che in vita sua non aveva mai desiderato nessuno come Roxas.
-A-Axel...- ansimò il biondino cercando un valido appoggio sulle spalle del ragazzo. -D-Dovrei tornare a c-casa.- balbettò stringendo con le dita la felpa grigia del rosso, contraddicendo la mezza affermazione che aveva citato poco prima.
Il più grande alzò gli occhi al cielo seccato, quel ragazzo era di una discordanza unica: -Ne sei sicuro? A me non sembra che tu voglia.- ghignò poggiando il mento sulla chioma scombinata di Roxas e attorcigliando i suoi famelici tentacoli intorno il busto del biondino.
-Invece devo.- questa volta il suo tono di voce si rivoltò come una frittata, diventando risoluto e intaccabile. -E se succede questo è tutta colpa tua e dei tuoi stupidi baci.- ribadì staccandosì dalle grinfie del rosso e sistemandosi il più possibile i capelli ormai diventati un grumo informe e giallo.
Axel ridacchiò quasi con tono di sfida: -Però devi anche ammettere che moriresti per un altro di quegli stupidi baci.-
-Lo dichiarerò apertamente solo se mi porti sano e salvo a casa.- disse infilandosi le mani in tasca percorrendo a passo lento la via che conduceva verso casa sua.
Il rosso lo squadrò attentamente, rendendosi sempre più conto che Roxas fosse davvero una persona fantastica: -Certo mio giovane donzella, il prode principe azzurro è giunto sin qui da un paese lontano per salvarla... solo se mi concede la sua mano!-
-Oh no... Davvero Axel, a volte credo veramente che dentro quel cervello non ci sia altro che segatura e pigne.-










Ok, dopo la pessima promessa che si era ritrovato a mantenere poteva anche dire che per oggi di uscite e incontri ne aveva avuti abbastanza.
Lasciò cadere sopra la scrivania il mazzo di chiavi ed infine le scarpe andarono a trovare rifugio come sempre sotto al letto, ormai diventato la prossima caverna delle meraviglie per tutta la robaccia confinata lì dentro.
Ti ha baciato. Ha detto che sei bellissimo. Ti ha baciato!
Il suo cervello cercava di autoconvincersi che tutto quella mattinata trascorsa fuori casa non era stata soltanto un bel sogno irraggiungibile, lo aveva baciato, lo aveva toccato, aveva assaporato ancora una volta quelle labbra così morbide e deliziose, era tutto vero.
Eppure non riusciva a sprizzare gioia, felicità e frasi sdolcinate da far venire il diabete, continuava a sentirsi il solito Roxas, quello rompiscatole e asociale che la maggior parte delle persone tende a lasciare da parte, in un angolo.
Era sicuro di amarlo, ma perchè continuava a sentire quel blocco di ghiaccio dentro lo stomaco che gli impediva di sorridere per qualcosa che, se così si poteva definire, avrebbe donato di tutto pur di riceverla?
Roxas non aveva trascorso ben 15 anni di solitudine per non ricavarne nulla, aveva imparato a conoscere per bene la gente, a captarne i sentimenti, a guardare cosa si celava dietro un sorriso finto ed uno sguardo dolce, e aveva anche compreso che forse in realtà quel bacio pieno di passione non era riservato soltanto a lui.
Le labbra erano incollate alle sue, ma la mente, il pensiero ed il cuore erano altrove, nonostante tutto non era stato in grado di accorgersene sufficientemente prima e riflettendoci maggiormente arrivava ancora a chiedersi se Axel in realtà lo amasse veramente, se in realtà tutti quei complimenti, quelle carezze non erano donati a qualcuno di superiore a lui. Forse era stato messo ancora una volta da parte? Ci era abituato, era abituato a convivere dietro l'ombra di qualcuno capace di eclissarlo pienamente in pochi secondi, ma quella sensazione sgradevole e l'amaro in bocca ancora non riusciva digerirlo. Sembrava imbrattare inevitabilmente le sue labbra, il ricordo dell'emozione intensa che aveva provato perdurava, ma nel cuore qualcosa si stava aprendo facendogli comprendere pian piano il vuoto di quel bacio, l'inutilità di quelle carezze, l'inespressività di quella frase.
Ti ha baciato. Ha detto che sei bellissimo. Ma se non le ha dette con il cuore, allora sono solo parole al vento che fragili e mal costruite, si perdono per sempre dentro quell'abisso chiamato dimenticatoio.
-Roxas.-
Il biondino alzò pigramente lo sguardo fino ad incrociare un paio di occhi lucidi e rossi, un viso solcato dalle lacrime, un'espressione triste e afflitta incisa sul volto a caratteri cubitali.
-Sora...?- Il nome del fratello uscì spontaneo dalle sue labbra, vedere il moretto piangere era qualcosa che rare volte aveva visto in vita sua, di solito si limitava a mostrare i cosiddetti "Finti lucciconi" che più che altro intenerivano le persone, ma mai avrebbe immaginato che un viso così allegro e vivace tutto di un tratto si ritrovasse così malconcio e distrutto.
Senza dire un'altra parola si fiondò fra le braccia del fratello scoppiando in un tragico pianto che Roxas avrebbe definito un miscuglio di rabbia e malinconia, era pur sempre suo fratello e vederlo ridotto così non giovava per niente alla sua scarsa felicità che in questi giorni era completamente andata a farsi benedire.
Piangeva, urlava, non sembrava suo fratello. Per ferire Sora non bastava un semplice "Levati dai piedi o un Sei terribilmente fastidioso" per distruggere Sora bisognava centrarlo al cuore, nel vivo dei suoi sentimenti e, molto probabilmente, qualcuno lo aveva fatto.
Più ci pensava più la rabbia nasceva nel suo petto, bruciando ogni remasuglio di razionalità sufficiente a non fargli perdere il controllo, come si poteva ferire un ragazzo che avrebbe dato la sua vita anche ad un emerito sconosciuto? Chi era in grado di distruggere un sorriso intriso di allegria e vitalità? Lui aveva le sue chiare idee, ma l'unica domanda che ancora continuava a porsi era perchè un ragazzo come Sora fosse finito qui, in questo mondo pieno di falsità e bugie dove la sua ingenuità non avrebbe fatto altro che renderlo succube di inutili sofferenze, non era adatto a questo luogo, il moretto vedeva del buono in persone in cui non vi è nemmeno l'ombra, regalava piena fiducia a chiunque, avrebbe donato il suo cuore pur di non vederti piangere.
Lui non si meritava questo, lui doveva vivere dentro quelle favole in cui tutto scorre liscio come l'olio seguito infine da il "Vissero per sempre felici e contenti" ed invece era finito dentro un'interminabile storia drammatica dove l'inganno e la tristezza erano all'ordine del giorno. Sora era una lepre fra un branco di lupi, un prezioso gioiello tra le mani di un gruppo di famelici ladri, Sora era troppo buono per questo mondo.
-Che cos'è successo?- domandò aspettando prima che il fratello si fosse calmato per porgli quella domanda. -Non piangere.-
Non era mai stato bravo in queste cose e consolare Sora gli risultava alquando difficile, nessuna parola per rassicurarlo, nessuna felicità da condividere, era semplicemente vuoto.
-R-Riku... N-Non mi vuole più! E' andato via da me! N-Non ritornerà più!- singhiozzò ritornando a stringere con foga il lembo della camicia del fratello che cercava in qualche modo di placare quello strazio.
-Non esagerare come al tuo solito Sora, vedrai che si risolverà tutto, a meno che non ne avrai combinata una delle tue.- sorrise per rallegrare un po' l'atmosfera, cosa che fu del tutto inutile poichè il singhiozzare rumoroso fu sostituito ben presto da un dolce russare che in quel momento gli parve una dolce melodia.
Perchè nessuno poteva far piangere Sora.
Perchè nessuno meritava Sora.
Perchè lui non avrebbe permesso che quel mondo che cadeva a pezzi avrebbe distrutto suo fratello.
Nessuno avrebbe tolto il sorriso a quel ragazzo, nemmeno il suo migliore amico, nemmeno Riku.

















Note dell'Autrice:

Salve gente! :3 Beh, spero abbiate notato questo aggiornamento che è giunto sin qui in tempo record (Sempre tralasciando i miei enormi ritardi; ma come abbiamo detto, tralasciamo.)
Questo capitolo è un miscuglio di amore, odio verso Zexion che continua ad essere sprucito e antipatico
ed enorme tristezza, vedasi come il nostro Riku ha ridotto il povero Sora. Spero di non essere stata troppo sdolcinata e monotona nella descrizione del bacio ma dovete sapere che io ed il romanticismo non andiamo molto d'accordo e quindi cerco di non essere troppo risicata (E neanche di combinare disastri eh!), non che sia una vipera perfida e sadica ma le cose intrise d'amore, dolcezza e carie non sono per niente adatte a me. I disastri regnano e l'amore appassisce! Non amo i disastri e le cose malinconiche ma credo che siano i sentimenti che meglio riesco a descrivere, ma l'amore trionferà sempre ricordatevelo! u.u
Per questo capitolo i lampi, i tuoni e le secchiate d'acqua che piovono dal cielo mi hanno ispirato abbastanza ed il freddo che mi sta congelando le dita mi porta a scrivere degli obrobri inconcepibili e quindi, ahimè, tralasciate gli inutili errori di battitura ma le mani cercano rifugio dentro un posto caldo e credo che fra poco dovrò accontentarle.
Ma ritorniamo alle cose serie, povero Roxas, Axel che stai combinando? E tu Zexion capirai una buona volta che stravedi per Demyx? Riku, sei un bastardo u.ù Ha ridotto il povero Sora ad un rottame farfugliante; ma per il resto c'è Roxas e l'orso Tabby.
Dopo la buona dose di scemenze quotidiane posso solo augurarmi che il capitolo vi sia piaciuto e che non vi abbia messo su una depressione tale da premere quel bottone rosso in cima alla finestra. (E adesso basta! ndTizio-senza-nome)
Voi cari e buoni lettori che vi sciroppate questa storia, che l'avete aggiunta fra le seguite, le ricordate e le preferite siete la gioia del mio cuore! ç__ç
Detto questo, Sayonara! ^^




_Ella_:
Salve cara!
Oh povera te, capisco cosa vuol dire avere la febbre, è una noia mortale.
Sono contenta che il capitolo ti abbia fatto ridere, anche perchè in questa FanFiction si passa dai puri momenti di scemenza a capitoli con alto tasso di deprimenza xD
Non dirlo a me ç__ç Io compatisco pienamente Axel poichè anche io ogni tanto sono costretta ad alzarmi alle 6 del mattino per ripetere, e la voglia di incendiare òa scuola ed i libri è così alta da prima o poi lo farò.
Chi non vuole uccidere Zexion? Ma se uccidiamo Zexion poi Sarephen ci rimane male ed ammazza tutti noi u.u
Cosa ha detto Riku a Sora si vedrà più avanti u.u Ed il perchè Riku è andato a dormire tardi è un mistero anche per me Autrice, quindi no posso soddisfare le tue richieste xD
Zexion è strano, possessivo o geloso? Ancora non riesco a comprendere pienamente la mente contorta di quel giovane ragazzo, farebbe fruttare trip mentali anche ad uno psicologo.
Chiedo umilmente perdono ma mi risulta complicato aggiornare velocemente ed è anche un miracolo che sia riuscita a terminare questo capitolo e a pubblicarlo xD
Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! ^^ Alla prossima! Sayonara!
Mikhi.

(P.S: Dal prossimo capitolo inizia il tanto famigerato e atteso campeggio! Yeeeeeh! xD)



Sarephen:
Zexion è lento, concordo pienamente con te.
Salve anche a te! xD
Io invece sono arrivata ad odiare i fumetti di Kingdom Hearts poichè hanno interrotto la pubblicazione nei momenti più belli, ed io ero partita con l'intenzione di vedere uno straccio di disegno di Riku su quei maledetti fumetti ed invece no! Come dulcis in fundo ho avuto il colpo di grazia con Kairi che rompe le scatole al povero Axel, questo dimostra quanto sia ingiusta la vita ç___ç
I passi Zexion sembra che li faccia avanti e indietro, ha un modo di ragionare tutto suo che nemmeno io sono in grado di comprendere, per il resto c'è il nostro caro Tetsuya Nomura xD
Xion in questo capitolo non è comparsa proprio, troppi casini troppi disastri e poi i personaggi sono gia ridotti male se introducevo anche Xion avevo fatto la frittata xD
Sulla camera da letto non proprio, semmai in tenda, dentro un sacco a pelo e con un mucchio di insetti che non sono farfalle xD Olette... Olette è un altro dei tanti personaggi inutili e di sfondo che nonostante non la odi, farà una brutta fine. Zexion non perdona.
Roxas e Zexion sono qualcosa di entusiasmate e quello che hai detto mi sta facendo rotolare dalle risate, anche perchè è assolutamente vero xD
Sora è un'ameba, precisiamo xD Ma in questo capitolo fa così tanta tenerezza che persino i boxer con le paperelle si trovano a fronteggiare quell'essere puccioso.
*Porge il solito cesto quotidiano di carote* (Quotidiano non direi, con questi aggiornamenti lenti credo che farai la fame xD)
Spero che anche questo capitolo ti piaccia! *o* Alla prossima! Sayonara!
Mikhi.




Shine Mizuki:
Ciao cara! ^^
Zexion ormai in queste recensioni è come il prezzemolo, poi va a finire che Demyx si ingelosisce xD
Comunque si, tutto merito dell'ironia cinica e del sarcasmo odiabile che ha sviluppato nel corso degli anni, gli hanno regalato un posto assicurato in tutte le FanFiction xD
Concordo pienamente con te, specialmente Kairi che potrebbe ritirarsi altrove, maledetto Xehanort ed i suoi piani di conquista.
Ma adesso lasciamo da parte gli scleri e mi auguro pienamente che il capitolo ti soddisfi :3
Alla prossima! ^^ Sayorana! :)
Mikhi.









 



 

 


















   
 
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