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Autore: Didda94    01/11/2010    1 recensioni
Questa storia parla di quattro poteri supremi che solo quattro digiprescelti possono trovare.Ma per farlo devono prima trovare le loro "Reincarnazioni",i propri digimon trasformati in esseri umani da un incantesimo antico.Spero che vi piaccia,è la prima ma ne sono fiera e orgogliosa.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hikari Yagami/Kari Kamiya, Mimi Tachikawa, Miyako Inoue/Yolei, Sora Takenouchi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8:Il castello delle digievoluzioni

-“Così non va”disse il digimon simile ad un dinosauro, che indossava una armatura giallina.

-”Appunto, possibile che non abbiamo mai un momento di riposo?Abbiamo appena risolto quel bug nel cuore di Digiworld e ora pretendono che torniamo in azione?” rispose un altro digimon più grosso e di colore rosso.

-“Calmati, Gennai parlava di un allenamento. “Lo tranquillizzò quello che era probabilmente il più alto e che somigliava ad un aquila.

-”Già ma ha anche scritto che secondo lui saremo i primi a venire attaccati.” Disse un digimon con aspetto simile ad un angelo.

-“Mi domando il perché”Rispose l’ altro digimon simile a lui.

”Eh??”Si girarono tutti verso il digimon che aveva aperto bocca.

”Perché distruggere proprio noi? Capisco l’ attacco agli altri ma non mi spiego il perché attaccheranno noi”Continuò dubbioso.

”Vogliono toglierli potere. “ disse il digimon che aveva portato loro la busta sedendosi vicino ad un altro simile ad un lupo. Poi si mise a pensare e poco dopo esordì”Comunque come farà Gennai a sapere se ci attaccheranno oppure no?”

”Non lo so ma non m’ importa. Cominceremo domani mattina, gli allenamenti. Guai a voi se non vi presentate” disse il digimon con l’ armatura giallina.

 E detto fatto si spensero le luci e ognuno dei digimon andò a dormire. Rimasero solo due digimon:fra questi c’ era anche quello simile ad un lupo. L’ altro era quello che aveva portato la busta. “Non so…penso che  tutta questa storia sia strana. Molto strana”.”Lo penso anch’ io. Dai, è tardi andiamo a dormire”. Disse il lupo dando una pacca sulla gamba dell’ altro digimon.”Ehi, con chi credi di avere a che fare?” disse l’ altro digimon.”Con te” disse il lupo strizzando l’ occhio e se ne andò. Anche l’ altro digimon si alzò e facendo le spallucce andò a dormire. Eppure fin da quando aveva preso in mano quella busta aveva avuto una brutta sensazione. E più ci pensava più si rendeva conto che qualcosa sarebbe cambiato. Forse fin dalla mattina seguente pensò fermandosi sulla soglia della porta.

In effetti le cose cambiarono fin dalla mattina seguente. Il digimon che aveva portato la busta agli altri si svegliò più riposata che mai. Buttò un occhiata alla sveglia e appena vista l’ ora  cacciò un piccolo strillo. “Ma perché non mi ha svegliata?” pensò uscendo da sotto le lenzuola. Si guardò un attimo in giro ma della persona che stava cercando non c’ era traccia.  Si guardò nello specchio e si sistemò rapidamente per poi uscire di corsa ed imboccare le scale. Tuttavia appena uscita notò la presenza di un altro digimon, grande, grosso e verde che se ne stava seduto a sospirare.”Che ci fai qui?”chiese.”Va giu e guarda quello che è successo agli altri. Il digimon arrivò d’ avanti alla porta e si fermò. Strano, disse, non sento alcun rumore. In effetti ogni mattina in quella sala c’ era una confusione infernale: no,maledizione,  sono già al campo ad allenarsi, pensò. Aprì la porta e non appena ebbe messo a fuoco la scena che le si presentava d’ avanti cominciò ad urlare. Quando ebbe finito pregò tanto che non fosse vero quello che le si presentava d’ avanti. Avanzò o almeno tentò di farlo ma rimase lì. Ferma, immobile, a malapena respirava. Sentì le gambe tremargli e una strana nebbia gli coprì la vista.  Il tempo si era fermato. O almeno, questa era la sua impressione. Ed il tempo si fermò.  Poi fu investita da qualcosa che neanche lei sapeva spiegare. Improvvisamente si ritrovò per terra con un digimon steso sopra di lei. Come se non si fosse sgolata abbastanza in quella mattina fu costretta a strillare di nuovo.”Allontanati  subito da me” gli disse e l’ altro per scusarsi spiegò”Scusami ma pensavo che fossi uno dei nemici. L’assassino torna sempre sul luogo del delitto”concluse.”E questo dove lo hai imparato? Giocando a Cluedo con Yamato?” domandò l’ altro rialzandosi. “Pensi che sia il caso di chiamare Gennai?” sospirò. “Si, credo. Voglio assolutamente capire cosa è successo e perché solo noi e gli altri nostri simili non siamo diventati di pietra.” Gli altri nostri simili era l’ espressione usata dal digimon per indicare per esempio il grosso bestione verde che aveva trovato fuori dalla sua stanza quella mattina e tutti gli altri che erano strettamente collegati. Quel giorno un messaggio partì dalla zona nord di Digiworld ed arrivò nella casa di Gennai cinque secondi più tardi. Per uscire dal tunnel bisognava fare molta strada.

Gennai lesse la lettera dapprima con gli occhi e poi, le ultime righe bisbigliando velocemente. Quello che era successo meritava un ispezione ed un analisi microscopica.

“Ragazzi” annunciò al gruppo oramai riunito”Ho una nuova missione da affidarvi. Dovrete andare molto lontano, nelle terre più a nord di Digiworld. Ho bisogno che analizziate uno strano fenomeno avvenuto in un edificio particolare.”

“Ma Gennai, come faremo a muoverci? Non abbiamo i digimon al nostro fianco. E se ci attaccassero durante il sopralluogo non potremmo difenderci” protestò Daisuke anche a nome degli altri.

“Non preoccupatevi. Posso teletrasportarvi nei dintorni del castello da analizzare e comunque se doveste venire attaccati non dovrebbero esserci problemi”

“Come fai a dirlo?”

“Lo capirete appena conoscerete i suoi abitanti.”sorrise l’ uomo

Il castello era davvero enorme. L’ incredibile grandezza dell’ edificio aveva destato in tutti i presenti stupore e meraviglia. La temperatura era gradevole ma c’ era un qualcosa nell’ aria che non faceva presagire nulla di buono.

“Ecco l’ entrata che ci ha descritto Gennai” disse Koushiro indicando un enorme tunnel che sembrava scendere. “Ho paura” fecero in coro le ragazze mentre il buio gli avvolgeva. Solo la pallida luce di un paio di torce gli consentiva di non inciampare mentre avanzavano quatti. Poi apparve la scala.

Era una magnifica scala celeste con il corrimano d’ oro. Mimi lo osservava allibita mentre saliva ogni gradino. Arrivarono in cima ove trovarono un piccolissimo pianerottolo ed una porta. Tai e Matt l’ aprirono con circospezione ed l’ attraversarono tutti e quattordici. Si ritrovarono in una enorme sala, probabilmente l’ ingresso.”Chiunque abiti qui dev’ essere un digimon molto potente” osservò Yolei con il naso all’ insù e l’ attenzione rivolta agli immensi affreschi. Poi si fermò di scatto e con voce tremolante chiese”Ragazzi, come mai sul soffitto sono dipinti i nostri digimon?”

Alzarono tutti lo sguardo, in contemporanea e notarono che sulla parete erano effettivamente ritratti i loro digimon. Kari abbassò lo sguardo per un attimo e fu colpita da quello che vide appeso al muro.”Ragazzi dovreste dare un occhiata” mormorò avvicinandosi. Tutti quanti la seguirono e quello che videro li lasciò senza fiato. Non soltanto sul soffitto erano ritratti i loro digimon ma sul muro erano appesi dei ritratti che raffiguravano le loro digievoluzioni.

Tutto questo è davvero inquietante. Probabilmente era questo il pensiero che ronzava in testa ai digiprescelti. Le ipotesi sui possibili abitanti del castello erano molti. Forse era qualche loro nemico, no forse qualche adulatore dei loro digimon, nemmeno forse era lì che erano finiti i loro digimon. Nessuno sapeva trovare una risposta e il continuo girovagare per i corridoi faceva diventare i ragazzi sempre più nervosi. Ma presto avrebbero capito il segreto che circondava quel luogo.

Qualcuno in effetti gli aveva  notati poco prima di girare l’ angolo ed era corso a riferire agli altri l’ arrivo imminente del gruppo. Avevano deciso di aspettarli nella sala comune, quella dove pranzavano e dove quella mattina si erano ritrovati i loro compagni trasformati in statue di pietra. Dato che erano solo in quattro si erano seduti allo stesso tavolo e discutevano su cosa dire ai ragazzi. Quel segreto era rimasto chiuso nel castello fin dall’ inizio dei secoli ed ora Gennai pretendeva che uscissero allo scoperto come niente fosse. Nessun digiprescelto avrebbe mai potuto immaginare che in realtà, le digievoluzioni non erano semplici trasformazioni. Il digimon non cambiava aspetto ma semplicemente veniva rimpiazzato con un altro più potente. Certo agli occhi umani sembrava una trasformazione, in realtà era uno scambio. Le digievoluzioni erano già state decise e la volta in cui Agumon aveva finito per trasformarsi in un digimon malvagio era successo di tutto. Un virus si era infiltrato nel sistema centrale ed aveva contaminato per fortuna solo i dati di Greymon. Lo scambio avveniva in modo semplice. Quando un digimon voleva trasformarsi gli bastava far illuminare il digivice. Esso era collegato al computer del castello base che mandava l’ impulso ai castelli richiesti. Quando c’ era bisogno di un particolare digimon arrivavano gli impulsi e una voce gracchiante ti ordinava di correre al più vicino teletrasporto, strani blocchi che si attivavano solo quando un digimon doveva teletrasportarsi. La volta in cui non era stato possibile digievolversi e Gennai aveva dovuto donare la luce di Azulongmon c’ era stato un blackout e appena ricevuta la potente energia i digivice l’ avevano rinviata al castello centrale.  Sì ma come si poteva spiegare tutto questo e ciò che lo riguardava in pochissimo tempo? C’ erano gli altri digimon da aiutare. Il tempo intanto scorreva lento ed intenso.

Gennai aveva inviato un'altra mail ai ragazzi specificando il percorso da fare nel palazzo e la sala dove gli attendevano gli unici superstiti. L’ ultima frase aveva colpito tutti quanti e Koushiro in particolare perché era un avvertimento. Gennai chiedeva loro di lasciare tempo alle spiegazioni e di non spaventarsi. Finalmente arrivarono alla sala. Non si sapeva bene se fossero impauriti o curiosi ma esitarono ad aprire la porta. “Paura?” domandò Daisuke a Taichi che era rimasto fermo con la mano sulla maniglia. “Un pochino. Non so chi dobbiamo aspettarci.” Ma poi spinse e i battenti si aprirono. I quattro digimon balzarono in piedi non appena sentirono la maniglia abbassarsi e velocemente si disposero in fila. Quando entrarono i digiprescelti, rimasero in silenzio. I ragazzi inizialmente non notarono nulla ma poi i loro sguardi si posarono su chi gli stava di fronte. Il silenzio calò come un manto per diverso tempo ma poi una voce si levò”Com’ è possibile che voi siate qui?”

 Allora, vi ho piantati in asso per non so quanto e mi dispiace, ma in questo periodo ho avuto l' occasione di migliorare il mio stile. Ringrazio chiunque abbia letto la storia e spero che questo nuovo capitolo sia da voi ben gradito (Senti che poeta che sono...XDme)

Buona Lettura            Didda94

 

  
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