Bitter Tears
Capitolo Uno
Is it Fate?
Qualcosa
aveva attirato la loro attenzione. O meglio, qualcuno aveva provocato la
manifestazione dell'abbaio da parte di Akamaru, che aveva portato i componenti
del Team 8 ad arrestarsi. Il padrone chiese al cane cosa l'avesse allarmato,
mentre Hinata, d'impulso, azionò il Byakugan, allo scopo di scorgere la causa di
ciò a qualche metro di distanza. Rimase pietrificata quando la figura di quella
persona si materializzò a quei suoi occhi che tutto potevano
vedere.
-
Uchiha... Sasuke...?! -
Lo
sussurrò più a se stessa, come per autoconvincersi che non si stesse sbagliando:
era davvero lui. Eppure gli altri l'avevano udito benissimo, quel
nome.
-
Che diavolo ci fa qui?! - l'esplosione di Kiba non tardò a farsi sentire. Erano
rimasti tutti e tre abbastanza stralunati e non seppero come comportarsi. La
prima cosa a cui pensarono fu quella di scendere rapidamente e rifugiasi dietro
qualche albero o cespuglio, per evitare di farsi scorgere.
Fu
Shino a proporre, impassibile come sempre - Sarebbe meglio avvisare il
villaggio... -
-
E come facciamo? Siamo lontani, non faremo in tempo. Se ci scopre siamo
spacciati. - fece notare Kiba.
-
Non ci attaccherà... - lo disse mantenendo la calma come solo lui sapeva
fare.
-
Come fai ad esserne convinto? E, anche se fosse, di certo non se ne rimarrà lì
come uno stoccafisso, si sposterà e lo perderemo di nuovo. -
-
Qualcuno di noi dovrebbe distrarlo e impedirgli di allontanarsi... o, se dovesse
succedere, è necessario rimanere con lui e avvertire gli altri della propria
posizione... -
Senz'altro
un ottimo piano... ma stiamo parlando di Uchiha Sasuke. Roba che Shino non si sa
come si sarebbe comportato: forse avrebbe mantenuto fin troppo la calma da
spazientire l'Uchiha. Al contrario, Kiba, conoscendolo, avrebbe perso la
pazienza da un momento all'altro, lo avrebbe sicuramente provocato e sarebbe
finita male. Sarebbe rimasta la povera Hinata da sola, che sarebbe andata nel
panico: eppure, forse era la persona più equilibrata del team, in fatto di
autocontrollo, ma a volte mostrava tanta, troppa paura di affrontare le
situazioni.
Detto
fatto, i due componenti maschili del Team 8 rotearono i propri occhi verso la
ragazza, per poi scambiarsi un'occhiata complice.
La
ragazza se ne accorse e, per un attimo, sussultò: credeva di aver capito ciò che
dispettosamente si stava facendo una vacanza in quelle menti
contorte.
-
Andiamo ragazzi... non penserete che...- non voleva crederci.
-
Te la senti Hinata? -
Diavolo,
era rimasta allibita! Non potevano dire sul serio.
-
M-ma...io... insomma... perchè proprio io? - abbassò lo sguardo, in un misto di
incredulità e sconforto.
-
Hinata, devi farlo, è l'unico modo. Faremo il più presto possibile. - asserì
Kiba, pronto a fare il possibile per darle modo di affrontare quella situazione.
Sapeva quanto per lei sarebbe stata dura. Si può dire che stesse per rischiare
la propria vita, dal momento che non sapevano proprio cosa aspettarsi da quel
ragazzo con cui mai avevano avuto a che fare, ma non sapevano davvero a
cos'altro pensare.
-
Non mostrarti impaurita ma, allo stesso tempo, non abbassare mai la guardia.
Evita di fronteggiarlo, non avresti speranze... e cerca assolutamente di non
provocarlo, Hinata. - furono i consigli di Shino. Kiba lo fulminò con lo
sguardo. Dannazione a lui e a quanto fosse diretto, non sapeva proprio cosa
fossero le emozioni. Tuttavia, in una situazione come quella, era quasi una
legge essere così obiettivi e realisti.
Hinata
se ne rese conto e alzò lo sguardo.
-
D-d'accordo... -
-
Sta' attenta. - fu l'ultima cosa che disse Kiba prima di avviarsi verso Konoha
insieme a Shino.
Si
guardò intorno. Che situazione. Avanzò di qualche passo, cercando assolutamente
di non creare rumori calpestando le foglie per terra, nascosta tra gli alberi di
quella foresta. Lo vide poggiarsi ad un albero, con la schiena aderente al
tronco, e lasciarsi scivolare per terra, restando con le ginocchia piegate al
petto e la testa rilasciata stancamente all'indietro, anch'essa poggiata al
tronco: rilassò i muscoli. Ogni tanto riapriva gli occhi per fronteggiare i
flebili raggi di sole che cercavano di penetrare tra i rami degli alberi, per
poi richiuderli.
La
ragazza poco distante rimase tremante a fissarlo per un pò: quelli che li
distanziavano erano forse una ventina di metri. Lo vide così rilassato e non
dava segno di volersi muovere da un momento all'altro. Pensò addirittura di
rimanere lì tenendolo d'occhio ed aspettando l'arrivo dei propri compagni: non
c'era bisogno di intervenire... vero?
Era
nervosa. Lo fissava in continuazione, era in preda al panico. In fondo cosa
sapeva di quel ragazzo? Chi le garantiva che non l'avrebbe uccisa, una volta
avvistata?!
Voleva
sparire.
Ma
Sasuke era ignaro del fatto che, se fosse rimasto ancora per un pò lì, avrebbe
rischiato di essere beccato da Konoha, ma era troppo stanco per muoversi. Troppo
stanco per sentire la presenza di lei che si trovava a pochissimi passi di
distanza. Aveva rilasciato un gemito di dolore nel posizionarsi sotto il tronco
d'albero e così fece nello stesso momento in cui provò a muoversi per rialzarsi.
Era anche ferito.
Hinata
se ne accorse. Avrebbe voluto fare qualcosa, avrebbe voluto curarlo. E dopo?
Cosa sarebbe successo, una volta uscita allo scoperto?
Inutile
porsi queste domande, tanto ormai era uscita. Ormai aveva calpestato quella
dannata foglia che fece risuonare lo schricchiolìo in tutta la zona. Ormai aveva
visto quel volto pericoloso sussultare e volgersi subito verso di lei, verso la
direzione di provenienza di quel suono. Ormai aveva sentito il proprio cuore
mancare di un battito, nell'udire quella voce così dura e profonda.
-
Chi sei? - aveva detto, ancora prima di guardarla in faccia.
-
Uchiha... Sasuke... -
-
E' il mio nome. - la ammonì, fissandola con gli occhi ridotti a due
fessure.
-
N-non so se ti ricordi di me... Hyuuga Hinata. Credo che... l'unica volta in cui
abbiamo avuto a che fare... sia stato all'esame Chunin... -
Lui
la seguiva mentre parlava, forse l'unica cosa che ricordava d quella ragazza, a
parte l'abilità innata del Byakugan, era quel suo modo impacciato di balbettare
continuamente. Eppure face notare a se stesso quanto fosse diminuita la sua
manìa balbuziente dopo tutto quel tempo, sebbene non l'avesse comunque persa. In
fondo erano cambiati un pò tutti.. e quella che per un brevissimo istante gli
fece abbassare il viso era forse una nota di nostalgia. Ma si dissolse subito.
Provò ad alzarsi, con un pò di fatica.
-
Non sforzarti così. Sei... ferito, giusto? Hai bisogno almeno di fasciare quelle
ferite. - gli suggerì avvicinandosi. Sembrava aver dimenticato per un attimo la
paura di poco prima. Forse aveva dimenticato chi aveva davanti. Forse qualcuno
doveva avvisarla che stava andando incontro alla morte e non lo sapeva. O
forse... il suo era solo l'atteggiamento giusto di agire.
-
Cos'è, ti sei data alla passione del ninja medico? Sto bene, tornatene a Konoha.
- disse dapprima sarcastico e poi brusco, sforzandosi di rialzarsi
autonomamente. Cedette per un attimo, per poi sentire un leggero senso di calore
nel momento in cui si accorse che lei era prontamente scattata a sorreggerlo,
afferrandolo con una mano sulla sua spalla sinistra e l'altra al livello delle
costole, nella parte destra. Si era mossa istintivamente e se ne rese conto,
sgranando gli occhi e meritandosi uno sguardo duro da parte di lui il quale la
incitò nuovamente, in tono minaccioso, a lasciarlo in pace. La scostò e si
sorresse da solo con una mano poggiata al tronco. Prese ad avviarsi, aiutandosi
con tutto ciò che potesse sostenerlo, per quanto gli fosse possibile in una
foresta in cui solo rami e tronchi d'albero potevano servirgli a
qualcosa.
-
Al villaggio... ti cercano... -
Lo
pronunciò debolmente, forse nel tentativo di farlo arrestare e guadagnare tempo.
Ma egli non rispose e non accennava a fermarsi. Era stanco di sentirsi sempre
dire che in quel villaggio non avevano proprio voglia di
rassegnarsi.
-
Ci mancavi solo tu... - asserì, in tono esasperato; lei sussultò per un
attimo.
-
A-aspetta... fatti medicare... -
-
Ti ripeto che non ho bisogno del tuo aiuto! - si voltò bruscamente verso di lei,
lasciando il sostegno, perdendo l'equilibrio ed accasciandosi a terra. La
ragazza gli corse incontro e lo fece adagiare addosso a quell'albero,
inginocchiandosi alla sua altezza.
-
Visto? Non c'è bisogno di essere un ninja medico per capire che non puoi andare
da nessuna parte in queste condizioni. Lascia che ti aiuti. -
-
... -
-
Ma tu perdi sangue... devo fermarti l'emorragia. -
Ancora
nulla, Sasuke non disse neanche una parola. Si limitò ad osservarla in quegli
occhi così candidi che tanto gli rimembravano la purezza . Era incredibile
quanto quella ragazza fosse cambiata. Era uno sguardo determinato, il suo. Poi,
la vide per un attimo esitare, nel momento in cui dovette disinfettargli una
profonda apertura sul torace.
-
D-dovrei... - non riuscì a proseguire nella frase, ma lui capì al volo e si
abbassò la veste, sfilando le braccia e lasciando scoperto il torace. Lei si
stupì di questo suo gesto. In qualche modo, stava riuscendo a farlo "cooperare",
se così si può dire.
In
definitiva, il contatto del disinfettante con la sua ferita certamente gli
bruciava, ma la lasciò fare, senza manifestare alcun lamento, e lei, dal canto
suo, rimase sbalordita dall'assoluta mancanza di espressione di dolore da parte
di lui.
-
Sentiamo... da quanto tempo eri lì? - non appena il ragazzo parlò, il cuore di
Hinata perse di un battito.
-
Cosa? No... ecco... in realtà, ero in missione. Stavo per rientrare...
-
Parlava
sempre con lo sguardo basso, sotto l'oscurità degli occhi di lui che la stava
letteramente inghiottendo.
-
E il resto del Team? -
Lei
si mostrò interrogativa, non avendo compreso quella domanda.
-
Le missioni vanno eseguite dai team, ciasuno composto da tre elementi, giusto?
Tu, se non erro, appartieni al Team 8. - terminò la frase con un piccolo gnigno
che gli incurvò il lato sinistro delle labbra e spaventò leggermente la
ragazza.
-
S-sì... te l'ho detto, stavo per rientrare... loro probabilmente sono già
arrivati, mi lasciano sempre indietro. Poi ti ho visto e... - lasciò la frase in
sospeso poichè lo vide sospirare.
-
Non siamo proprio bravi a mentire eh? -
Avrebbe
potuto allarmarsi, dal momento che gradualmente la stava quasi leggendo con gli
occhi, ma la continua presenza di quel sorrisetto provocò in lei una sorta di
senso di divertimento. Pericoloso che dir si voglia, lei oramai aveva totalmente
dimenticato la ragione per la quale si trovava lì. Forse tutto ciò... in qualche
modo... le stava piacendo.
-
Ad ogni modo... - lo vide alzarsi, con una quantità di fatica dosata in maniera
decisamente inferiore a quella di poco prima. Gli bastavano davvero così pochi
minuti di riposo per riprendersi in quel modo?! - ... devo andare. -
-
A-aspetta! - era scattata in avanti senza rendersene conto e lei stessa rimase
pietrificata.
Foglie,
rami, passi rapidi. Improvvisamente un misto di rumori attirarono la loro
attenzione. Sasuke si nascose prontamente dietro un albero, afferrando Hinata
con una mano sulle labbra ed attirandola a sè. Il cuore di lei prese a battere
tempestoso, il respiro irregolare e gli occhi spalancati; fu incitata a far
silenzio e, di conseguenza, serrò fortemente gli occhi e frenò, addirittura, la
respirazione.
-
Che diavolo...? Tsk, Jonin di Konoha. - aveva constatato Sasuke.
-
Questo era il punto: dove diavolo saranno? - fu la voce di Kiba, a pochi metri
da loro. Sasuke l'aveva udita e non gli ci volle molto per capire: penetrò la
ragazza con lo sguardo, la quale era terrorizzata sotto di lui. Erano finalmente
arrivati, ma allora perchè si sentiva come se in realtà non l'avesse
voluto?
-
Continuate a cercare! -
Sasuke
lasciò andare bruscamente Hinata: non proferì parola, semplicemente si rivolse
verso gli inseguitori per constatare la loro posizione e valutare la strada da
percorrere allo scopo di non farsi avvistare, mentre lei lo guardava spaventata
e mortificata allo stesso tempo.
Si
allontanò spostandosi rapidamente e quello che provò lei fu semplicemente un
impulso.
L'impulso
di seguirlo.
Il
ragazzo non si voltò mai, ma sapeva di averla dietro; per quando lui fosse
veloce, quella ragazza era in grado di stargli dietro grazie a quell'abilità
innata.
Fin
troppo utile, per i gusti dell'Uchiha.
Improvvisamente,
un dolore lancinante lo fece arrestare ed inginocchiare. Fortunatamente, si era
già allontanato abbastanza, ma chi gli garantiva che non sarebbero arrivati a
controllare anche lì?
Non
se ne curò, aveva solo bisogno di riposo. Ricadde pesantemente in avanti, per
terra, a pancia in giù. Gli bastò chiudere per un attimo gli occhi per annullare
totalmente il mondo circostante ed ignorare quel senso di calore che lo invase
nel momento in cui sentì lo sforzo di due braccia esili sollevargli il
corpo.
****
Note dell'autrice: SasuHina
ambientata nel contesto Shippuuden, contesto che adoro e in cui purtroppo vi
sono collocate davvero pochissime storie con questo pairing, se non nessuna. Per
cui ho deciso di delirare per un pò :D. Premetto solo che si tratta esattamente
di un momento seguente lo scontro con Deidara, per cui c'è da notare che Sasuke
non ha ancora compiuto la propria vendetta, non è ancora accecato dalla rabbia,
quindi, eventualmente il personaggio dovesse risultare leggermente
"ammorbidito", farò di tutto per non cascare nell'OOC. Ho molti propositi per
questa storia e mi auguro che a qualche buonissima anima possa piacere e mi
possa seguire in quella che è per me una passione: scrivere.
Aspetto
il vostro parere.
Yami_Yume