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Autore: suzako    14/11/2005    4 recensioni
Commento di Erika:"basato sui brevi versi di inizio storia, li amplia e racconta, tramite una voce sinistra, il dramma di un essere che non si è sentito amato. Forse ad un certo punto si ha l'impressione che la storia sia andata avanti più del dovuto, anche se la modalità di racconto tramite voce esterna conferisce al tutto quasi un'atmosfera horror. E la frase finale ha una certa efficacia. "
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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B o r d e r l i n e


Linea di confine

 


Una tenda.
Un coltello. Tre Cadaveri.
Un ragazzino cerca il papà, la mamma
e suo fratello Rudi.
Eredita tutto.
Una tenda. Un coltello.
Tre cadaveri.


[Ernst Jandl _ Camping]

I


Una Tenda. Una tenda, una tenda come tante altre. La tenda è nel campeggio,
nell’Ohio,
In America.
L’America è grande, è questa è una tenda come tutte le altre. Ce ne sono tante di tende così.
Come tutte le altre, così uguale e così diversa.
E’ una tenda silenziosa e buia.
Non è il silenzio sereno della notte, non è il silenzio rassicurante che precede il risveglio, la nuova vita, non c’è più, vita.
Ma c’è qualcosa che riposa in lei, una forza latente, e se gli esseri umani potessero vedere al di là delle menzogne e delle apparenze, vedrebbero la rabbia.
Ma a loro, basterà vedere il sangue.
Non è una di quelle tende
Illuminate dalle risa dei bambini
Odio odio odio
Nessuno riderà più in quella tenda, nessuno è più in quella tenda
Ma ancora qualcosa rimane.
Bambino. Sei ancora lì.
Ogni respiro fa male, male come una pugnalata, male. E’ il dolore, bambino? O é la rabbia?

E’ la rabbia l’unica cosa che ti è rimasta, dopo aver ucciso la tua innocenza, in quella tenda?
Il Bambino piange.


Un Coltello. C’è un coltello, in quella tenda.
Coltelli, furia omicida, dolore e sangue… Finora la sua lama tagliente non aveva ancora visto questo genere di cose.
Ma era da tempo che pensavi a cosa farne, saggiando la lama tagliente, non è così?
Da tempo, soppesavi con cura ogni affronto, sopportavi ogni supplizio, qualsiasi cosa era una pronta giustificazione, un inutile tentativo di mantenere integra la tua anima. Fingi di non vedere le crepe, ma loro non sono scomparse.
Gli hai fatto assaggiare la carne viva, i capillari zampillanti, gli hai regalato istantanee scolpite nel tuo animo, incise da quella stessa lama, vittima e carnefice.
Istantanee.
Un occhio dilatato.
Un’espressione di orrore, paura, sgomento… Di supplica.
Hai saputo scolpire il suono di urla lancinanti.
Ma dopo
Dopo aver visto il rosso, dopo aver guardato ciò che tu stesso hai compiuto, dopo aver guardato il punto più profondo dell’abisso…
Lì, hai oltrepassato un confine.
Quel filo sottile
Che ti legava ancora alla vita, al tuo lato più luminoso, scomparso, svanito per sempre.
In quella tenda hai oltrepassato l’ultimo confine.
Questo, è il tuo lato oscuro.
Benvenuto bambino. Ti aspetto.

..
.
Fuori, le cicale cantano. Notte, risveglio. Il buio che ti circonda, da questo momento in poi per sempre, non ti lascerà più andare, bambino.
Il Bambino piange.

Tre Cadaveri. Non si muovono. Immobili, come solo un corpo senza vita può essere.
Sembrano bambole. Non vuoi giocare, bambino…? Perché li chiami?
Vorresti… vorresti che tornassero indietro?
E’ troppo tardi, ormai. Non voltarti, bambino.
“Mamma… Pa… Papà! … Rudi…”
Non ti risponderanno.
Il sangue li ricopre come un velo.
Ricordi, bambino? Ricordi tua madre quando ti parlava, ogni suo semplice gesto?
Ricordi i sorrisi, i momenti spensierati racchiusi nello scrigno della perduta infanzia?
Ricorda bene quei momenti, perché non torneranno più. Non potrai più riviverli, se non nei tuoi incubi…
I tuoi sogni ti saranno celati, perché non potrai tornare.
Loro sono lì, testimoni della tua preghiera, giudici della tua confessione.
Gli chiederai perdono?
Cosa vedi nei loro occhi, congelati in un istante che non passerà mai?
Io posso vedere la tua stessa espressione.
Perché piangi, bambino?


Un ragazzino cerca la mamma, il Papà e il fratellino Rudi. Non li senti, bambino?
Bagnato dal tuo stesso sangue hai chiuso gli occhi per non vedere, per confinare quella scena tramutata in realtà nel limbo labirintico della tua immaginazione.
Ma non é ciò che volevi?
Hai seguito il tuo istinto, lui ti ha condotto nei meandri più oscuri della tua mente, ti ha fatto attraversare quella linea di confine.
Sei mutato come la luna a vita nuova.
Ma sei dovuto passare attraverso la morte.
Vittima ed assassino, allo stesso tempo le due facce della stessa medaglia.
Come solo un bambino, può essere.
Come solo il male più puro può insegnare, insegnare che anche nella luce più accecante, resta un angolo, una linea d’ombra, il luogo da dove tutto proviene e tutto ritorna, il luogo inesplorato.
Il luogo proibito.
Il sentiero che ti ha condotto da me, il sentiero che stai seguendo ancora adesso, non cadere, vai avanti.
Bambino.
Ascolta, l’unica cosa, solo il mio richiamo
Ascolta, ascolta ciò che ti guiderà, per sempre.
Lascia che ti guidi il vento, ascolta, ascolta il richiamo.
Chiudi gli occhi
Non guardare
Non sentire
Non urlare
Non pensare
Non ancora

Perché continui a piangere, bambino?

Eredita tutto.
Adesso ricordi, bambino? Tu e tuo fratello, quante volte avete litigato, quante volte l’hai odiato, quante, quante volte hai desiderato che scomparisse, desiderato farlo a pezzi con le tue stesse mani…
Desiderato di punirlo.
L’odio, non dimenticarlo, perché sarà l’unica cosa che reggerà il tuo fragile spirito.
Ora, sei solo.
Non ci sarà più tua madre a sgridarti, non ci sarà più tuo padre, con sguardo accusatorio, a rinfacciarti la verità.
E lui, ad assistere.
Tuo fratello.
Perché, non sei come lui?! Guardalo, tuo fratello, prendi esempio da lui! Tuo fratello è migliore, così ti dicevano, vero?
Se solo lui scomparisse…!
Quante volte l’hai pensato, bambino? Sale su una ferita ancora aperta.
Dimentica, bambino, i ricordi sono traditori che ti colpiscono alle spalle. Dimentica. Sarai libero.
Asciuga le tue lacrime, sii libero, non possedere più nulla.
Adesso, guarda fuori: la notte sta schiarendo.
Da quanto tempo non vedevi un’alba, bambino?
Ma questa è speciale, solo per te, quest’alba segna la tua liberazione, sii libero. Le cicale hanno smesso di cantare.
Silenzio.
Cosa pensi, nel silenzio del sorgere, bambino?


Una tenda. Guardala per l’ultima volta. E guardala bene, bambino.
Una tenda canadese; l’hai comprata insieme a tuo padre e Rudi.
Una tenda verde militare, non è bella, non ti piace quel colore
Sì, è sgradevole, ma a Rudi piace, a lui piaceva, sì, tuo padre l’ha comprata, tu la volevi blu, ma Rudi insisteva insisteva e tuo padre l’ha presa.
Lui diceva che in fondo, era meglio.
Rudi, era meglio.

Una tenda come tutte le altre. L’entrata, l’hai lasciata schiusa, è un po’ aperta, cosa s’ intravede dall’esterno..?
Non importa, bambino, adesso la nuova alba è qui, la rugiada la ricopre, scintilla come il ghiaccio. Così fragile.
Ma tu non lo noti, vero?
Immagini che faccia farà chi entrerà in quella tenda. Magari uno degli amici di Rudi, lo chiameranno per andare a pallone, ma nessuna risposta arriverà dalla tenda. Entreranno piano, e quando vedranno… il rosso… il sole sorto… quando vedranno, che orrore! Urleranno, urleranno fino a perdere la ragione! Loro non ti lasciavano mai giocare, con loro…
Diventeranno come te?
Impazziranno, il rosso gli fonderà gli occhi, rosso rosso rosso, non vedranno altro.
E tu, tu ridi bambino.
Felice.
Adesso, però, allontanati. Sei libero, libero, ormai non hai più catene!
Dimentica le lacrime, dimentica chi sei, dimentica i legami, sii libero.
Non voltarti. La libertà non concede redenzione. Libero.
Non voltarti, ormai,
Non piangi più,
Bambino.


Un Coltello
. Non l’hai dimenticato, vero bambino?
Sciacquandolo nell’acqua del Torrente Silenzioso, il rosso torna davanti ai tuoi occhi.
Rossa, l’acqua continua a scorrere, rossa, non cambia, resta rossa, la trasparenza di un tempo non può tornare, mai più.
Quel che è stato, è deciso.
L’acqua vermiglia non rispecchia il tuo volto, ma cosa c’è davvero dentro di te?
Non guardare
Non guardare
Non
Non

Non preoccuparti, bambino, sta solo riflettendo l’alba rossa. Il cielo ha sanguinato per te, riverso in questo torrente che scorre, scorre e non si muove.
Ma perché quest’alba è così? Perché così purpurea?
Senti i tamburi, bambino?
Ti stanno aspettando.


Tre Cadaveri.
Li hai già dimenticati, bambino, le lacrime si confondono nella foschia, si perdono facilmente, ricordi chi sei?
Confuso e sfocato, tutto confuso e sfocato, ma non ha importanza.
Non più, troppo tardi, troppo tardi!
Riesci, a vedere? Capisci ora?
Vuoi… vedere, la verità?
Bambino,
Allontanati
In quella tenda hai lasciato tutto e ti sei portato solo l’odio.


Corri bambino, allontanati. Sei libero.
La libertà è tua, la libertà è bella ma fa paura.
Non sai dove andare..?
Ti sei perso, nel buio della notte?
Qui non cantano le cicale. Sei solo.
Ma non aver paura.
Vengo ad aiutarti.

Finalmente ci incontriamo, bambino

..
.
.
.
.
.
.
.

II

 

Notte. Nuova Alba, e ancora notte. E la vita continua.

“Ai miei tempi…” – frasi incompiute galleggiano nel caldo estivo, nell’aria carica di suono e odori che parlano di vita. La Nuova Alba si è compiuta; il sole è sorto comunque.
Non è strano?
Per quanto un tramonto possa significare, per alcuni, la fine del mondo, un nuovo sole sorge comunque…incurante.
Ma per qualcuno, i suoi raggi sono meno luminosi

“Cos’è successo stavolta, Webster..?!”, ti risponde il tuo vicino con uno sbuffo. Lo annoi. Le tue chiacchiere da vecchio ormai non interessano a nessuno… ma un tempo… un tempo…

“Ai miei tempi… ai miei tempi, una cosa del genere non sarebbe successa… - sfogli il giornale - non hai letto il giornale, eh! Un’intera famiglia… uccisa! Ad un campeggio… un posto del genere. In circostanze strane. Sbagliate, ecco.. a loro… non è rimasto… più nulla…”

“Oh diamine, dov’è successo esattamente?!”, è diventato nervoso, Webster, nervoso, sì?

Ci deve andare anche lui con la sua famiglia, lì, lo hai spaventato, sai? Sei soddisfatto?
Perché tu, sei solo.
Vuoi fargli male, vero?
Va bene
Verrà, in ogni caso.

Lo accoglierò io

..
.
.
.
.
.

 

 

 

Special thanks

Scuola Media V, Milano III B.

A l'unica persona che, per prima, capì questo scritto, anche se questa dedica non la leggerà mai. Ed è così che deve essere.

Hermione, per il fantastico lavore di betaggio compiuto: grazie alla mia beta reader preferita! mi sei stata di grande aiuto, alla prossima storia! e non vedo l'ora di leggere la tua.

A tutti colore che leggeranno questa storia.


  
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