Anime & Manga > BeyBlade
Ricorda la storia  |       
Autore: Nico_KiS    14/11/2005    7 recensioni
Che succederebbe se il gruppo
degli Scudi Sacri si fosse diviso? E se i più improbabili ragazzi di tutto il
mondo di bey si trovassero coinvolti con un tenero e piccolo angioletto biondo?
E se il ragazzo più acido e spocchioso del globo si ritrovasse coinvolto con
una persona altrettanto cocciuta e orgogliosa? E se... E se... Se succedesse
qualcosa che non si aspettava nessuno?
Una raccolta di One-shot
scritta da me e da Ria a quattro mani: tutto quello che accadrà ai pers di bey
dopo la 3a stagione ^^... Con sorpresa finale ^o^!
 
[Capitolo 3: You Are My Eyes]
 
[…] Il suo tono si affievolì lievemente:
- Scusa. –
Katia ebbe un sussulto, stupita, Boris che si
scusava?! Con lei?! No, di sicuro stava scherzando… Eppure il suo tono era
dispiaciuto seriamente.

- Aaaah, ma che dico?! – esclamò sbuffando – Mica ho fatto
niente di male! Sei te che sei troppo suscettibile! –

Lei rimase in silenzio, lasciandosi sfuggire un
leggero risolino, ecco, quello era decisamente più da Boris!

 
Genere: Azione, Comico, Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
SIORE E SIORI, SI APRANO LE DANZE XDDDDDD

SIORE E SIORI, SI APRANO LE DANZE XDDDDDD!!!

Ria, per favore datti una calmata… -___-“””

Ehm ^^”, sì, scusa Jolly ^o^!

Ehm, ehm… (colpetto di tosse) salve a tutti e grazie a in anticipo a tutti coloro che stanno leggendo ^^. Sn Jolly Mask, che dopo una serie di richieste e/o preghiere da parte della mia ragazza (qsto sottolinealo ^\\^ ndRia) Ria, mi sn deciso a pubblicare insieme a lei questa fanfic.

Si tratta di una serie di one-shot, tutte collocate + o meno nell’anno successivo alla serie G-rev. Perché, ci chiederete, metterle tutte assieme?

Spiacenti, ma questo è un segreto XD!

Della serie siamo bastardi ^^… (e meno male che ve lo dite da soli!! NdTutti)

Vabbè, cmq: ogni cap è scritto alternativamente da me e da Jolly e le storie sono “prendibili” ognuna per i fatti propri, tranne qualche cosina ^^… Ma lo vedrete + avanti!

Solamente una nota: questa fanfic contiene alcuni “seguiti” della fanfic di Ria Psaico (prima di mangiarmi ve lo dico, nn sn fumata nonostante il mio 6 tirato d’inglese, QUESTO E’ il titolo ed è scritto così x un motivo! NdRia – Quale? NdTutti – leggetevela e lo saprete ^^+! – Bastard… -____-***!!), ma nei capitoli in cui per caso dovremo fare dei richiami, lo scriveremo ^^.

Va bene, basta chiacchiere! Diamo il via alla prima storia, che ha come protagonista nientepopodimeno che il capo della squadra dei Saint Shields, Ozumuccio ^O^!!!

Ozu-CHE -___O””?! ndTutti

Ehmbè?

Asteniamoci dai commenti… -____-“”””” ndTutti

 

 

 

 

 

Era una limpida giornata, il sole baciava tiepido le valli dell’entroterra giapponese.

Anche nel villaggio dei Saint Shields, sperduto in mezzo alle montagne, si prospettava una mattinata fantastica, ma l’umore d’Ozuma era più nero che mai.

 

- Non puoi farmi questo, padre! – disse, con stizza.

 

- Ozuma, ormai la decisione è stata presa, non intestardirti. -

 

- Mi rifiuto di andare a addestrare dei mocciosi a diventare possibili custodi dei Bit-Power, per il semplice fatto che non ne vedo la ragione! – sbraitò, furioso.

 

- Certo che c’è una ragione: non è forse vero che i Saint Shields si sono sciolti? – replicò l’uomo con astio.

 

- SMETTILA! 

Il fatto che adesso siamo separati non significa che abbiamo dimenticato il nostro ruolo o abbiamo smesso di adempierlo! –

 

Il ragazzo si girò, dando la schiena al padre, che alzò le spalle e uscì dalla stanza. Ozuma batté un pugno sul muro, ben sapendo che l’uomo non avrebbe mai cambiato idea.

 

 “Testardo!”.

 

Eppure non era una cosa così difficile da capire, ma probabilmente suo padre era duro di comprendonio; che razza di tipo!

Non aveva neppure accettato quando, tre mesi prima, Dunga era partito per compiere un viaggio d’addestramento per il mondo da solo, nè aveva tollerato che Mariam fosse partita per l’America per andare a trovare il suo ragazzo, che tra l’altro non era della loro tribù, e che Jessie avesse deciso di seguire la sorella per non dover andare ad accompagnare Ozuma.

A lui, però, non sembrava così strano che Dunga volesse migliorare le proprie capacità, né che Mariam desiderasse rincontrare Max e tantomeno che Jessie desiderasse svignarsela (se avesse potuto anche Ozuma se ne sarebbe volentieri andato). Purtroppo, suo padre non voleva proprio capire.

Così ora, per colpa della testardaggine del padre, la situazione per Ozuma era peggiorata: infatti l’avrebbe mandato al Campo sulla montagna, dove avrebbe addestrato quindici ragazzi affinché fossero scelti dal Consiglio dei nuovi Saint Shields.

 

“Ma se mi spedirà lassù – pensò, irritato, uscendo di casa – non lascerò che quei bacucchi del Consiglio accordino il permesso di compiere il Rito; i ragazzi non saranno sostituiti così! Tra l’altro, finchè non torneranno a casa, non potranno affidare a nessun altro i loro Bit-power!”.

 

Il Rito, infatti, non era una cosa per niente semplice.

Nella tribù, quando si dovevano eleggere i nuovi Saint Shields alla morte di quelli vecchi, si attendeva che fossero i Bit-power stessi a scegliere i loro Custodi, a cui si affidavano alla loro nascita; i Bit potevano anche essere assegnati a più fasi, com’era accaduto con Jessie, che era nato dopo i suoi compagni, ma una volta che le Creature Sacre avevano preso la loro decisione, nessuno poteva obbiettare né tantomeno sottrarre il Bit al prescelto. L’unica possibilità in cui il Bit-power poteva ricevere un nuovo Custode, era quella in cui fosse proprio il ragazzo scelto dal Bit a rifiutare l’incarico di Saint Shield: in quel caso si sceglieva un nuovo candidato tra quelli che erano stati mandati al Campo sulla montagna, un posto speciale dove i più forti ragazzi della tribù si allenavano ogni anno, secondo la tradizione.

Quell’anno, però, sarebbe stato diverso: Ozuma, infatti, sarebbe stato mandato lassù proprio perché, secondo suo padre, sarebbe avvenuto il rarissimo caso in cui ben tre Saint Shields avevano abbandonato il loro compito.

 

 “Ma i ragazzi non hanno rinunciato! – pensò stringendo i pugni con rabbia – E neppure io, padre. E non permetterò che un branco di mocciosi, neanche addestrati da me, prendano il nostro posto.”.

 

Il ragazzo continuò ad attraversare il villaggio a passo di marcia, incurante di tutto ciò che gli succedeva di fianco.

Lo bloccò solo una scena, che non fece altro che aumentare il suo malumore.

 

- Perché non posso andare assieme agli altri, madre?! – sbraitò una ragazza dai capelli lunghi, gettando per terra il secchio vuoto per l’acqua che reggeva in mano.

 

- Tesoro… - sospirò la donna al suo fianco, con tono irritato – Sai bene che il Rito deve essere compiuto solamente dai maschi, tu non puoi… -

 

- MA PERCHE ‘?! – urlò più forte la ragazza, puntandosi di fronte alla madre –Mariam è una ragazza, eppure è un Saint Shield! E comunque, ci sono sempre stati Saint Shields donna! Perché io non posso andare almeno al Campo?! -

 

- Il Campo è solamente per i ragazzi. E lo stesso vale per il Rito. – replicò severa, con tono che non ammetteva repliche – E comunque, la signorina Mariam non è più un Saint Shield. -

 

Ma la figlia non aveva finito di sentire il discorso perché era corsa via, furiosa. Ozuma, sempre più arrabbiato, fece lo stesso, dirigendosi verso la capanna del Consiglio.

Che sciocchezze diceva quella donna! Mariam era ancora un Saint Shield come tutti gli altri!

 

 “La colpa è di mio padre che mette in giro queste idiozie!”.

 

Oltretutto, credeva di capire un po’ quella ragazza; in effetti, quelle regole erano proprio stupide!

Già la poverina, si ricordava, era stata sfortunata, perché quando erano stai assegnati i Bit-power a lui e agli altri, le uniche bambine del villaggio erano lei e Mariam; Squalo aveva scelto la sua amica come Custode, ma Ozuma non ricordava che l’altra ragazza le avesse mai portato rancore, ma, d’altra parte, non le aveva mai parlato. Il vero problema non era tanto l’assegnazione del Bit, quanto quelle stupide regole sul Campo e sul resto. La tribù dei Saint Shield, infatti, si basava su una gerarchia maschile, quindi molte regole impedivano le attività alle donne, compresa la nuova assegnazione del ruolo di Custode.

 

“Che cosa stupida! – rise amaro, camminando più calmo – Che sia maschio o femmina, l’importante è che il prescelto sia in gamba!”.

 

Finalmente il ragazzo giunse alla capanna del Consiglio. Con un gesto secco spalancò la porta, rimanendo immobile a fissare i presenti.

La capanna era circolare, con delle sedie lavorate poste a semicerchio dirimpetto all’ingresso; su ognuna, un anziano stava seduto, fissando arcigno Ozuma.

 

- Ti sembra il modo di entrare, giovanotto? – mugugnò altezzoso il vecchio seduto all’estrema destra – Sarai anche il capo attuale dei Saint Shield, ma abbi un po’ di rispetto! -

 

Per tutta risposta, Ozuma mandò un “tzs” scocciato, avvicinandosi ai consiglieri. Mentre camminava, cercò il padre con lo sguardo, notandolo in piedi in un angolo, a braccia conserte; sul viso gli si leggeva inequivocabile l’espressione “non-piantare-grane”. Speranza vana!

 

- Signorino Ozuma – esordì quello che sembrava il più anziano, seduto al centro, alzandosi – ci hanno riferito che lei rifiuta l’incarico d’allenatore dei giovani al Campo sulla montagna, può dirci perché? -

 

- Certamente! – esclamò, deciso – Vedete, io so benissimo il motivo di questa scelta: voi del Consiglio volete che alleni quei ragazzi perché vengano scelti quattro nuovi Saint Shields, ma c’è un problema: noi non abbiamo mai rinunciato al nostro incarico. -

 

- Da quanto ci risulta – disse il primo che aveva parlato, arrogante – dovremmo presupporre il contrario. -

 

- Signori – continuò Ozuma, tentando invano di sembrare educato – il fatto che alcune nostre decisioni vi siano sembrate una rinuncia al nostro incarico, non significa nulla: vedete – non riusciva più a trattenersi: fissò i consiglieri ad uno ad uno, con lo sguardo più minaccioso che riusciva a fare - io e i miei compagni non abbiamo alcun’intenzione di lasciare il nostro posto a nessuno! Neppure se siete voi vecchi a dircelo! -

 

- OZUMA! – esclamò il padre uscendo furibondo dall’ombra – Perdonate mio figlio, signori, ma lui non… -

 

Il Capo dei consiglieri sollevò la mano per zittirlo; l’uomo si ritirò appena, contrariato.

 

- Dunque, Ozuma… - disse, con voce roca – Le tue parole sono molto taglienti, ma noi non avremmo un motivo per non dover scegliere dei nuovi Custodi per i Bit-power, anche se il Gorilla, lo Squalo e il Mammut sono ancora in mano ai tuoi compagni. -

 

- E invece sì! – esclamò, guardando di soppiatto il padre con rabbia – Per quanto si allenino, nessuno di quei mocciosi sarebbe in grado di eguagliare né me né i miei compagni! -

 

- E allora dimostracelo. -

 

Quella frase, detta a bruciapelo, gelò sia Ozuma che suo padre; il ragazzo fissò il primo anziano senza capire.

 

- Vai lassù. – continuò - Allena quei ragazzi, tanto, poco, come vuoi, e guarda i loro progressi; hai carta bianca. -

 

- Ma signori! Così potrebbe anche lasciarli semplicemente a loro stessi! Voi non conoscete bene questo ragazzo… -

 

- Poi – proseguì, ignorando delle proteste del padre del ragazzo – Scegline uno, e allenano come si deve. -

 

- Cosa? -

 

- Esatto, come si deve. Sottoponilo allo stesso addestramento che hai fatto tu, raddoppialo, triplicalo, scegli tu. Ma alla fine del campo, dovrai portarci un prescelto che abbia la stessa forza di voi attuali Saint Shields.

Se lo giudicheremo tale, la tua squadra rimarrà intatta. Altrimenti, preparati a riconsegnare il tuo Leopard. -

 

Il ragazzo rimase a fissare l’uomo, senza mutare espressione, mentre suo padre usciva, sorridendo.

 

 “Ora sono nei guai…”.

 

 

- Maledetto vecchio! – sibilò tra i denti, uscendo di casa – Che compito assurdo!

 

La proposta dell’Anziano era una trappola, Ozuma lo sapeva: era praticamente impossibile che tra quei ragazzi ci fosse un prescelto di quel genere! Erano tutti mocciosi che andavano al Campo più per forza che per volontà, quando mai si sarebbero impegnati in un allenamento come quello d’Ozuma?!

 

 “Però ho una speranza. – riflettè il moro, sistemandosi la sacca sulla spalla – I vecchiacci sono tutti persone di parola, volenti o nolenti. Se riuscissi in quello che mi hanno chiesto, forse…”.

 

- Ehi! – la voce di un ragazzo lo fece voltare: di fronte a lui si erano radunati quindici ragazzi, della sua età o appena più giovani – Sei tu Ozuma? -

 

- Sì, perché? – chiese, indifferente, avvicinandosi.

 

- Beh, benvenuto, allora, “allenatore”. – disse, con tono un po’ sprezzante – Io sono Oishi, e loro gli altri brocchi che allenerai. -

 

- Vedi di regolare i termini. – disse stizzito un altro ragazzo, guardandolo male come tutti – Qui siamo tutti allo stesso livello. -

 

- Ma io sono più in gamba. – ghignò superbo.

 

- Mettiamo subito in chiaro una cosa. – disse Ozuma lapidario – Gli sbruffoni non mi piacciono, tantomeno gli sbruffoni mezzetacche. Perciò vedi di abbassare la cresta, o ti farò ingoiare il tuo bey a suon d’allenarti. -

 

- Cos… - Oishi lo fissò come avesse voluto trapassarlo; Ozuma non si mosse – Tzs, non darti delle arie perché eri i capo dei Saint Shields! Posso spaccarti la faccia quando voglio. -

 

- Per tua informazione – disse un’altra voce, dal gruppo – lui è il capo dei Saint Shields, nonché il tuo capo; perciò, se posso darti un consiglio, calmati, anche perché mi stai irritando. -

 

Dal fondo era spuntato un altro ragazzo, che fissava Oishi con sufficienza.

 

- Ma tu che vuoi?! – sbraitò Oishi, facendo per prenderlo per il colletto – Vuoi essere tu il primo ad essere menato?! -

 

- Pensa un po’ a te, ho l’impressione che se continuerai così, saranno in molti a volerti spaccare la faccia. -

 

Ozuma fissò quel ragazzo, certo aveva la lingua tagliente! Anche se non sembrava per nulla minaccioso, con quella maglia smanicata troppo larga e i pantaloni che gli ricadevano, anch’essi troppo larghi, sulle scarpe, né con quei capelli lunghi tirati indietro e legati in una coda bassa; ma gli occhi verdi erano duri e battaglieri, di uno che non si lasciava mettere i piedi in testa da nessuno.

 

- Maledetto moccioso! – urlò, alzando il pugno – adesso le buschi! -

 

Prontamente, fu quell’altro a colpirlo per primo, centrandogli in pieno il viso con un bel diretto; tutto il gruppo mormorò colpito e preoccupato.

 

- Bastardo! – piagnucolò, reggendosi la guancia; subito si rialzò, gettandosi sul compagno, e i due cominciarono a picchiarsi con tutta la foga che potevano.

 

- ORA BASTA! – urlò Ozuma, afferrando Oishi per la maglia e quell’altro per un braccio – Vi avviso che non tollererò altri episodi del genere! Questa scenata la sconterete quando arriveremo al campo!

 

Oishi, stizzito, si liberò dalla presa d’Ozuma, avviandosi su per la montagna; l’altro, invece, rimase lì finchè il moro non lasciò la presa.

 

- Mi basterà lui come testa calda, vedi di non beccartici più. -

 

- S-sì… Scusa. -

 

- Pazienza. E anche voialtri – disse, a voce più alta – vedete di non rispondere alle provocazioni, sono stato chiaro? -

 

Tutti annuirono.

 

- Sei stato comunque in gamba. – disse, sorridendo – Hai un bel carattere. Come ti chiami? -

 

L’altro parve pensarci un po’; Ozuma si convinse che fosse stata solo un impressione.

 

- Sono Yoshiki. -

 

 

Il gruppo di ragazzi camminò lungo il crinale del monte per molto tempo; mano a mano che il tempo passava, la pendenza aumentava, tanto da passare dal sentiero alla parete da scalare. Verso la fine del percorso, solamente Ozuma continuava ad avanzare tranquillo, mentre gli altri gli arrancavano dietro col fiatone.

 

- Panf… Ma perché… - sbuffò uno dei ragazzi, fermandosi un istante – Dobbiamo fare… Una, puff, sfacchinata simile?! -

 

- Perché da qui comincia l’allenamento. – rispose Ozuma, tranquillo – Chiunque non riesca ad arrivare in cima a questo percorso, può anche andarsene. -

 

Molti, in effetti, sembravano tentati di farlo, ma non avevano il coraggio di tornare a casa a quel modo. L’unico che non sembrava troppo affaticato era Oishi, che stava pochi metri dietro Ozuma.

 

- E allora, schiappa – disse Oishi rivolto a Yoshiki – sei già stanco? -

 

Effettivamente il ragazzo sembrava il più stravolto. Nonostante avesse sempre camminato praticamente allo stesso passo d’Ozuma, ora che si doveva arrampicare era rimasto molto indietro ed avanzava pesantemente; evidentemente, nelle braccia non aveva molta forza fisica.

 

 “Ma bene! – pensò, amareggiato – Cominciamo davvero bene…”.

 

 

Dopo un’altra ora di difficoltosa marcia, il gruppo giunse al Campo. Un posticino davvero niente male, Ozuma doveva ammetterlo.

Si trattava di un grandissimo altopiano sulla cima della montagna, circondato ad ovest e a nord da un bosco poco fitto, adatto anche per gli allenamenti, ad est dal crinale della montagna e da una spianata a sud, dove erano stati posti vari campi da gioco in legno per allenarsi; riparate tra il boschetto e la montagna, poi, c’erano otto capanne, che potevano ospitare al massimo due persone alla volta, ed una più piccola, per colui che era inviato come allenatore.

 

- Perfetto. – borbottò Ozuma senza entusiasmo, salendo sulla soglia della capanna – direi che ci siamo. Avanti, vi do cinque minuti per scegliere dove dormirete, poi cominceremo subito l’allenamento. -

 

- COOSA?! – fu il lamento generale – Ozuma, ma noi siamo stravolti. -

 

- Posso essere sincero? Non m’interessa minimamente. – i ragazzi si irrigidirono – Siete qui per un motivo, no? Non certo in vacanza! -

 

- Che noioso che sei! – disse Oishi, sprezzante – Cos’ hai paura, che non riuscirai a prepararci per l’esame del Consiglio? -

 

Ozuma non rispose; scese lentamente dal gradino d’ingresso, avvicinandosi ad Oishi, senza mutare minimamente espressione. Quando gli fu a tiro, però, lo prese per il colletto e lo sollevò da terra come fosse un fuscello. Oishi impallidì visibilmente.

 

- Non ho paura, Oishi. – disse, a denti stretti – Non ci spero neppure! -

 

Con un gesto secco mollò la presa; Oishi traballò un po’ tentando di mantenere l’equilibrio.

 

- Se le premesse sono queste, nessuno di voi riuscirà neanche a rompere un filo d’erba col suo beyblade! Vi avverto – fissò ciascuno dei presenti con uno sguardo dardeggiante – quello che farete voi i prossimi due giorni sarà appena un decimo dell’addestramento fatto da coloro che sono eletti Saint Shields dalla nascita, me compreso; se non riuscirete a sopportarlo, vi converrà sparire dalla mia vista, sono stato chiaro?! -

 

Senza aspettare risposta, il moro entrò nel suo capanno, chiudendo la porta con un colpo secco e gettandosi sul letto muffito, sospirando.

 

 “E’ un’impresa impossibile con questi brocchi!”.

 

 

- L… L’avete visto? – balbettò uno dei ragazzi, a bassa voce.

 

- A-altrochè! – rispose un altro, tra l’ammirato e il terrorizzato – Ozuma ha davvero una forza incredibile! -

 

- Tzs! – digrignando i denti Oishi si sistemò il colletto, furente.

 

- Sentite – fece un ragazzo dai capelli mori, con un po’ d’ansia nella voce – Ci converrà sbrigarci a fare questa cosa, o temo che quando uscirà da lì dentro ci rispedirà tutti a casa di filato. -

 

- Per quanto mi riguarda – fece acido Yoshiki– non ho la minima intenzione di andarmene. -

 

Tutti annuirono, convinti: a quel punto, nessuno avrebbe più rinunciato.

 

- Però c’è un problema. – disse uno, riflettendo – Ossia, siamo dispari. -

 

- Qualcuno dovrebbe dormire da solo? -

 

- Io, - li seccò senza preamboli Yoshiki - prendo quella capanna laggiù. -

 

- Ehi, ehi, aspetta un secondo! – lo interruppe Oishi ancora irritato dalla strigliata ricevuta da Ozuma – Chi ti credi di essere per scegliere da solo?! -

 

- Sono uno a cui non piace stare troppo appiccicato agli altri. -

 

- Aspetta, perché non dividiamo una capanne in tre? Oppure perché non chiedi ad Ozuma di dormire con lui? -

 

- NO! – esclamò, agitato; tutti lo fissarono senza capire. – E-ecco, io… -

 

- E perché? – ghignò Oishi, maligno – Cos’è, hai paura che ti mangi nel sonno? O hai tendenze strane? -

 

- No – rispose, freddo – quello sei tu, idiota. -

 

- COS’ HAI DETTO?! -

 

- Che se tu di notte fai sogni un po’ particolari, non sono certo popolati da belle ragazze. -

 

Oishi si trattenne dallo scatenare un’altra rissa, gettandogli le mani al collo.

 

- Ma se non ti sta bene che stia da solo… - il ragazzo si frugò in tasca, estraendo qualcosa – Sfidiamoci. -

 

Yoshiki mostrò al compagno un bey violaceo lucente.

 

- Ce l’ hai un bey, vero? -

 

- Tzs! Certo che ce l’ ho! – sbraitò Oishi, estraendo la sua trottola – Fatti sotto! -

 

 

 

Ozuma sentì un gran trambusto da fuori, ma cosa diavolo stavano combinando quelli là?!

 

 “Dal rumore mi sembra… No, non ci credo…”.

 

Ma uscendo, Ozuma dovette crederci: quegli idioti di Yoshiki e Oishi si stavano sfidando a bey!

 

- AVANTI!!! -

 

- DISTRUGGILO!! -

 

Le due trottole si scontravano violentemente, segnando il campo di gara con profondi solchi.

 

- Aha, vedrai, moccioso - rise Oishi minaccioso - di te non rest… UH? -

 

Un lampo nero sfrecciò sul campo, spedendo con violenza i due bey contro gli alberi.

 

- COSA – ACCIDENTI – VI – E’ – SALTATO – IN – TESTA?!?! – sbraitò Ozuma furibondo, sbucando alle spalle dei ragazzi.

 

Nessuno rispose; Yoshiki guardava spaventato l’espressione furente d’Ozuma, mentre Oishi e gli altri fissavano i beyblade dei ragazzi, che avevano lasciato due segni profondi nella corteccia degli alberi su cui erano stati schiantati.

 

- Ho l’impressione che qui vogliamo comandare tutti, vero?! – continuò, velenoso, richiamando Leopard – Cosa cavolo è successo?!? -

 

- B-beh… - balbettò uno dei ragazzi – D-dovevamo decidere per i posti, Oishi e Yoshiki hanno cominciato a litigare e… Si sono sfidati… -

 

Ozuma squadrò i due con severità; Yoshiki non battè ciglio.

 

“Visto che avete ancora tanta energia, ora vi sistemo per le feste…” VOIALTRI! – fece, indicando il gruppo – Cominciate ad andare in quello spiazzo, cominciamo l’allenamento. -

 

Gli altri si avviarono, un po’ confusi.

 

- Voi due no. – disse, facendo segno ad Oishi e Yoshiki di fermarsi – Per voi ho in mente qualcos’altro. -

 

I due si guardarono straniti.

 

- Vedete quel sentiero che sale su per il bosco? – disse, indicandolo; i ragazzi annuirono – Bene. Correte.

 

- Che?! -

 

- Ve lo fate di corsa, Oishi. – ripetè con la massima freddezza di cui era capace - Fino in cima al monte e ritorno. E badate che se camminate lo saprò, perché non farete in tempo per la cena; in quel caso, restate digiuni.

 

- COSA?! – esclamò, spaventato – Dì, ma sei ammattito?!

 

- Mi sembra una soluzione esagerata. – mormorò Yoshiki, acido.

 

- Zitto. E comincia – a – correre. – sillabò il moro a bassa voce.

 

Yoshiki capì che non c’era più niente da discutere, ma guardò il moro con tutta la rabbia che aveva: odiava dover sottostare agli ordini.

Senza aggiungere altro cominciò a correre per il monte, seguito a ruota da Oishi, che si sentiva ancora lo sguardo gelido d’Ozuma sulla schiena.

Il moro guardò i due allontanarsi nel fitto del bosco, fissandosi fino all’ultimo negli occhi con Yoshiki.

Perfetto!

Adesso di teste calde n’aveva due.

 

 

 

Se i rapporti col ragazzo dai capelli lunghi erano peggiorati in un pomeriggio, nel giro di una settimana divennero insostenibili.

Mentre, infatti, Oishi sembrava aver capito che con Ozuma era meglio non essere troppo cocciuti, Yoshiki trovava sempre qualcosa per irritarlo. La verità era che i due erano caratterialmente troppo simili e non sopportavano gli ordini degli altri, perciò non c’era mai occasione in cui uno perdesse l’opportunità per sgridare o l’altro per punzecchiare il compagno.

Oltretutto, Yoshiki era un tipo molto strano: più sfuggente di un folletto, gli altri lo vedevano solo ai pasti e gli allenamenti. La sera era l’ultimo ad andare a dormire e la mattina il primo ad alzarsi, a volte spariva, anche per ore, e poi ricompariva dal nulla, e questo era anche uno dei motivi delle strigliate d’Ozuma; anche quando tutti facevano il bagno o si riunivano per riposarsi Yoshiki mancava, sembrava che gli interessassero solo gli allenamenti. Effettivamente, anche se decisamente più debole degli altri, s’impegnava cinque volte più di loro ed ascoltava ogni sillaba d’appunto di un esercizio o di una mossa che Ozuma diceva.

Per questo, alla fine della prima settimana di lavoro, Ozuma cominciò a pensare che Yoshiki sarebbe potuto diventare il suo “addestrato speciale”.

 

 “Ma è troppo cocciuto. – pensò, la notte dell’ottavo giorno, sdraiato sul letto – E poi il suo comportamento troppo poco chiaro. No, è impossibile iniziare un allenamento serio con…”.

 

Uno strano movimento all’esterno lo ridestò dai suoi pensieri. Incuriosito, il ragazzo si avvicinò piano alla finestra, sporgendosi appena da un lato: fuori, all’ombra dei cespugli, c’era proprio Yoshiki.

 

 “Tzs, parli del diavolo…”.

 

Yoshiki si guardò un po’ attorno, poi sgattaiolò nel bosco, dirigendosi verso ovest.

 

“Eh, no! – pensò, uscendo con un balzo dalla finestra – Stavolta voglio vederci chiaro, caro mio! Aspetta e vedrai.”.

 

Senza fare il minimo rumore, Ozuma si mise a seguire il ragazzo, ben deciso a scoprire cos’avesse da nascondere.

Ozuma seguì agilmente Yoshiki per una buona mezz’ora, ma poi il bosco, seguendo il crinale del monte, s’infittì; Yoshiki, che sembrava esperto del posto, ci s’inoltrò senza problemi, ma il moretto ebbe qualche difficoltà: alla fine, lo perse di vista.

 

“Maledizione! – strinse i pugni rabbioso – E adesso?”.

 

Cercando di non innervosirsi, Ozuma si guardò attorno, cercando il sentiero, o qualcosa che gli assomigliasse, seguito da Yoshiki; quando l’ebbe trovato, accelerò il passo, deciso a fare una bella lavata di capo a quello stupido.

Man mano che Ozuma procedeva, il bosco diventava più rado; alla fine sembrò sbucare in una radura, circondata dalle nubi di una sorgente termale naturale.

Ozuma si avvicinò, guardingo, appostandosi dietro ai cespugli, ed osservò incuriosito ciò che appariva ai suoi occhi: i vestiti di Yoshiki erano abbandonati su di un masso vicino all’acqua e tra i vapori si scorgeva una figura di tre quarti, ma, alla prima occhiata, non sembrava per niente la corporatura maschile che Ozuma era abituato a vedere nel compagno, piuttosto era una figura con più “rotondità”. Quando le nubi di vapore si diradarono, Ozuma riuscì a distinguere meglio la figura immersa nell’acqua, sobbalzando un poco: appena sotto la superficie s’intravedeva l’inizio dei fianchi, che continuavano fuori dell’acqua, formando una dolce e armoniosa curva con la vita sottile e al di sopra le forme s’incominciavano a percepire dalle bende che prima cingevano il petto a quella figura, che, senza dubbio, era una ragazza, e che adesso le stava man mano allentando; Ozuma era bloccato, quasi ipnotizzato dalla scena: ma, quando le fasce cominciarono ad essere spostate e s’incominciò ad intravedere la chiara pelle del seno, il ragazzo fece uno scatto, rompendo il ramo su cui era appoggiato e finendo con la testa fuori del cespuglio.

La ragazza, spaventata, vedendolo si coprì il petto mezzo scoperto e, incrociato il suo sguardo, gettò un urlo, colpendo l’acqua col braccio e lanciandogliela addosso.

Il moretto, colpito in pieno, scattò indietro dolorante, allontanandosi il più in fretta possibile, quasi in trance.

 

 “Che… Accidenti…!”.

 

Arrivato in un punto in cui il bosco era meno fitto si dovette fermare, ansante, cercando di fare mente locale.

D’accordo, aveva seguito un suo compagno fin sul monte per scoprire dove sparisse tutte le volte, e andava bene. Ma quando era certo di averlo scoperto, si era trovato davanti una ragazza in una sorgente che, anche giustamente, l’aveva preso a getti d’acqua calda in piena faccia. E questo, anche per qualcuno che aveva combattuto con Bit-power e Bestie Sacre varie, era abbastanza insolito!

 

“Tra l’altro – pensò, un po’ stranito – era anche una ragazza… Davvero bella…”.

 

- TI HO TROVATO! -

 

Un esclamazione improvvisa fece sobbalzare Ozuma, che si ritrovò faccia a faccia con la ragazza della sorgente. O meglio, con Yoshiki in versione femminile.

 

- Tu… -

 

- Spero tu sia soddisfatto! – sbraitò quella, rossa in viso, cercando di sistemarsi meglio i vestiti, indossati in tutta fretta senza asciugarsi bene.

 

- Cosa? -

 

- Hai avuto la grand’occasione di vedermi nuda, per giunta gratis! Ma adesso me la paghi, maledetto! – continuò, stritolando con tutta la forza che aveva le bende nella mano.

 

- E-ehi, aspetta un secondo! – rimbeccò l’altro, un po’ in imbarazzo – Guarda che non ho visto un accidente! (See, come no! NdAutori – zitti voi! NdOzuma) e in ogni caso, grazie tante, che ne sapevo che eri una ragazza?! -

 

- Beh, bastava che ti facessi i fatti tuoi! -

 

I due si squadrarono, arcigni. Sì, non c’erano dubbi, quella era proprio Yoshiki; almeno, i vestiti erano indubbiamente i suoi.

Anche il colore dei capelli era lo stesso, con quei bei riflessi verdone, ma ora la frangia non era più tirata indietro e ricadeva dolcemente sulla fronte.

 

- Un momento! – esclamò, illuminandosi – Tu sei la ragazza che prima di partire ho visto litigare con la madre! -

 

Lei sobbalzò.

 

- Alla fine al Campo sei riuscita a venire lo stesso, eh? – ridacchiò, tornando spaccone come sempre.

 

- Ma sta zitto! – fece, stizzita, legandosi i capelli in una coda bassa.

 

- Si può sapere come mai una come te è venuta fin quassù? -

 

- Primo, non sono “una”, ho un nome; secondo, semplicemente non volevo essere esclusa. -

 

La ragazza si sedette su di un sasso, mentre Ozuma incrociava le braccia, fissandola.

 

- Sapevo che qualcuno l’avrebbe scoperto, accidenti… -

 

- Perché volevi partecipare così tanto al Campo addestramento? Perché si potrebbe decidere un nuovo Saint Shield? – chiese un po’ amaro; ma lei scosse la testa.

 

- Non m’interessa prendere il vostro posto, io volevo solamente allenarmi a beyblade. -

 

- Uh? -

 

- Amo questo gioco; inoltre, considerato che siamo la tribù dei Saint Shields, coloro che devono proteggere le Creature Sacre, sono sempre molto fiera di praticarlo.

Ma siccome sono una ragazza e non ho un Bit-power, mi è sempre stato impedito di farlo. Il bey che ho l’ ho costruito usando le parti scartate dai vostri o da quelli che gli altri ragazzi al villaggio non utilizzavano.

Nonostante questo ho sempre cercato di non fare scemenze, ma quando ho saputo che tu saresti venuto qua ad allenare… -

 

- Mi ci hanno spedito. – disse, acido – Io quassù con voi non ci venivo certo di mia volontà! -

 

- Vabbè. – lei fece spallucce – Comunque sia, non potevo certo permettermi di perdere quest’occasione, così… -

 

- Ti sei travestita da ragazzo e ti sei unita a noi poco prima che cominciassimo a salire, vero? -

 

Lei annuì, un po’ seccata che lui continuasse ad interromperla.

Il ragazzo cominciò a passeggiare su e giù, concentrato, forse, in qualche ragionamento, e lei fu scossa da un brivido: le ragazze non potevano stare lassù, cosa avrebbe fatto Ozuma?

 

- Bene. – disse, fermandosi – Adesso, per regola, dovrei rispedirti giù al villaggio, giusto? -

 

La ragazza impallidì come un cencio.

 

- Ma non lo farò. -

 

- Come? -

 

- Sei in gamba. L’addestramento che abbiamo fatto fin’ora era pesante per una ragazza, eppure tu sei sempre stata al passo. – lei annuì – E, immagino, ti sai allenata anche tutte le volte che sparivi, vero? -

 

- Quasi. – rispose, sospirando – A volte non ce la facevo e scappavo per riposarmi un po’. – lo guardò grata – Allora non lo dirai a nessuno? -

 

- Ad una condizione. -

 

- Cosa? -

 

- Vedi, i vecchi del consiglio mi hanno chiesto di portargli giù un moccioso che sia allenato come lo siamo io e gli altri Saint Shields; data la situazione, e visto che mi sembri in gamba, ho deciso di scegliere te. – la ragazza lo guardò sorpresa, era più gentile di quello che sembrava! - Ci dovremo allenare in segreto, proprio come avremmo fatto se fossi stata un ragazzo. -

 

- Per me va bene ^^! -

 

- Uhmp… - sorrise, allontanandosi – Fai meno l’entusiasta, ci sarà da spaccarsi la schiena. E non sarò così indulgente come al solito. -

 

- Perché, di solito lo sei? – fece, guardandolo ironica; Ozuma notò che, quando era tranquilla, aveva una voce molto dolce.

 

- In compenso tu sei una con la lingua tagliente, vero? -

 

- Te l’ ho già detto – sbottò, irritata – non sono “una”, ho un nome! -

 

- Però dovresti dirmelo se vuoi che ti chiami con quello, non ti pare? -

 

La ragazza sorrise, trattenendo un risolino.

 

- Vero… Comunque, è solamente un altro modo per leggere “Yoshiki”. -

 

Ozuma parve riflettere.

 

- Yuki. -

 

- Esatto ^^! – sorrise, incrociando le braccia al petto – Mi chiamo Yuki. -

 

(nota: in Giapponese l’ideogramma per i nomi “Yuki” e “Yoshiki” è lo stesso, ma si legge in 2 modi diversi – femminile e maschile.).

 

 

 

Il mattino successivo Ozuma si svegliò come sempre all’alba; come sempre indossò la sua giacchetta, s’infilò i guanti grigi e gli scarponi, poi uscì, respirando a fondo l’aria fresca e, come sempre, si avviò allo spiazzo coi beyblade stadium, aspettando che arrivassero gli altri. Dopo pochi istanti, come sempre, un ragazzo dai capelli lunghi tirati all’indietro spuntò alle sue spalle, sorridendo allegro e augurandogli “buongiorno”, seguito poco dopo, come al solito, dagli altri ed Ozuma cominciò a dare istruzioni sull’allenamento del giorno.

Tutto, insomma, sembrava procedere come ogni giorno, ma Ozuma sapeva bene che in mezzo a quel gruppo c’era qualcuno che non avrebbe mai dovuto trovarsi lì e quella persona era Yuki.

Il moretto la guardò da lontano, gli sembrava ancora impossibile che quel ragazzo magrolino e arrogante che aveva allenato per una settimana intera fosse in realtà una femmina. In effetti, però, nonostante la maglia e i pantaloni larghi e le fasce strette al petto, si vedeva che in Yoshiki c’era qualcosa di strano: sia le braccia sia le spalle erano troppo affusolate per un ragazzo della loro età, anche il più gracilino, ed era anche troppo basso; le mani erano eccessivamente minute, i polsi sottili sembravano faticare a reggere le flessioni che la ragazza stava facendo, ed anche quel viso sempre corrucciato, Ozuma lo notava stranamente solo ora, aveva tratti delicati, decisamente effeminati per un maschio, e pure gli occhi erano particolarmente allungati e con le ciglia lunghe.

La caduta di uno dei ragazzi scosse il moro dai suoi pensieri; non era proprio il caso d’incantarsi in ragionamenti così futili in quel momento.

 

- Cosa stai combinando?! – sgridò il compagno, che si sedette tremante – Tieni le braccia più sotto al petto, non ti ho detto mica di sdraiarti! -

 

Il ragazzo annuì, agitato, ricominciando a lavorare. Ozuma cominciò a passeggiare tra i ragazzi, fermandosi proprio al fianco a Yuki; si levò un mormorio divertito, ma la ragazza parve non essersene accorta, ignorando anche Ozuma.

 

- E tu staresti facendo delle flessioni? – disse freddo guardandola – Giù quella schiena, Yoshiki! -

 

Senza preavviso poggiò la mano proprio al centro della schiena della ragazza e la spinse verso il basso, facendole sfiorare il terreno.

 

- AHI! – si lamentò lei, cercando di non accasciarsi del tutto; Ozuma notò che parlava con una voce diversa rispetto alla sera prima.

 

- Cerca d’impegnati – continuò, allentando la pressione – altrimenti ti sforzi inutilmente, idiota. -

 

- Ma cosa diavolo fai?! – gli sussurrò, con la sua voce normale, cercando di non smettere l’esercizio.

 

- Se sono troppo indulgente con te capiranno che c’è qualcosa di strano. – rispose, a voce bassissima – Se qualcuno di loro ti scoprisse e facesse la spia al Consiglio saresti nei guai, non credi? -

 

La ragazza lo guardò rabbiosa, fermandosi.

 

- Lo so benissimo. – sibilò.

 

- E allora forza! – con un gesto secco Ozuma spinse di nuovo con la mano, ma stavolta Yuki piombò a terra come un sacco di patate, mandando un lieve lamento.

 

- Avanti, ricomincia, Yoshiki. – disse, atono, allontanandosi – Altrimenti ti rispedisco a casa. -

 

Tutti gli altri ridacchiarono sommessamente. Yuki si alzò, levandosi la polvere dal viso: accidenti, che scema era stata! Ora che Ozuma sapeva la verità, lei aveva le mani legate, perché rischiava ogni istante di perdere la sua copertura.

 

“E lui lo sa benissimo! – pensò, furiosa – Maledetto… (censura)!”.

 

I dubbi di Yuki aumentarono nel corso della giornata, convincendola sempre di più che Ozuma si stesse approfittando della situazione. Sembrava essersi inacidito nei suoi confronti: la sgridava, le faceva fare esercizi in più, insomma la tormentava.

 

A fine giornata, poco dopo cena, Yuki si avviò, come tutti, alla sua capanna, completamente stravolta, ma prima che il gruppo si disperdesse, Ozuma la fermò.

 

- Ti aspetto alla fine del sentiero del bosco. – le sussurrò, poggiandole una mano sulla spalla – Fai attenzione a non farti vedere da nessuno stavolta. -

 

Senza aggiungere altro se n’andò; Yuki rimase bloccata.

 

“M-ma è fuori?! Oggi mi avrà fatto fare il doppio del lavoro degli altri e adesso pretende che gli dia retta?! Ma scherza?!?”.

 

Yuki fu tentata di rincorrerlo e prenderlo a schiaffi, ma cercò di trattenersi, almeno finchè non fosse andata all’incontro.

Alcune ore dopo, sicura che tutti stessero dormendo, Yuki sgusciò fuori dalla capanna e corse nel bosco. Alla fine del sentiero, seduto tranquillo su una roccia, Ozuma la stava aspettando, le braccia conserte e gli occhi chiusi. (Questa descrizione potevo saltarla… Gente, ‘sto qui da quando appare fino alla fine della serie si siede sempre così, o al max un braccio sul ginocchio, ma sempre così! Una gamba al petto e l’altra a penzoloni! Ecchepizza!!! NdRia – scusatela, nn ha preso le medicine stamattina… ndJM).

 

- Ti aspettavo. – disse semplicemente, sentendola arrivare.

 

- Ora mi spieghi – esplose subito, senza lasciargli il tempo d’alzarsi – cosa diavolo ti è saltato in mente oggi! -

 

- Uh? -

 

- Non pensare di approfittarne perché conosci il mio segreto! Cos’è, volevi ammazzarmi con tutto quel… -

 

- Oggi mi sono dovuto comportare così. -

 

- Cosa? – si bloccò, senza capire la frase. Ozuma tirò un sospiro.

 

- Ieri alcuni dei ragazzi hanno visto che tu eri sparita e che io correvo ad inseguire qualcuno nel bosco; ovviamente hanno pensato che io avessi scoperto il motivo delle tue sparizioni e ti avessi inseguito per dirti di tutto. -

 

Yuki lo fissò inespressiva.

 

- Se io e Yoshiki di solito litighiamo – continuò – è ovvio, perché la commedia regga, che se lo colgo a combinare qualche casino debba essere più cattivo con lui. -

 

Lei non rispose. Perciò… Sostanzialmente l’aveva coperta?

 

- Dici che ho esagerato? -

 

- C-certo! – fece, ancora un po’ confusa dall’atteggiamento del ragazzo – Adesso pretenderesti che io mi allenassi ancora?! -

 

Lui la guardò serissimo.

 

- E’ ovvio. -

 

- COSA O_o”?! -

 

- Yoshiki è Yoshiki – disse tranquillo – E Yuki è Yuki. Quello che succede durante la giornata non deve coinvolgere gli allenamenti serali. -

 

- C-che… - lo guardò a bocca aperta.

 

- Se vuoi evitare lavoro extra, però, potersi anche mostrarti meno “ribelle” quando sei Yoshiki, non credi? -

 

Disse l’ultima frase con calma, ma il sorrisetto sul suo volto non lasciava dubbi: si stava vendicando!

 

“Che razza… Di…!”.

 

- Avanti, vieni. – le disse, estraendo Leopard – Ma se non ce la fai, puoi tornare a casa. -

 

- Certo che no! – sbraitò decisa.

 

Accidenti a lui… Si stava approfittando della situazione per dimostrare la sua superiorità.

 

“Maledetto… Ozuma, sei un bastardo, ti odio!”.

 

 

In effetti, almeno all’inizio, l’idea di Ozuma era proprio quella. Non gli era mai andato a genio che Yoshiki avesse quell’atteggiamento arrogante nei suoi confronti, e quella situazione era perfetta per vendicarsi un po’; oltretutto, aveva in conto anche l’acqua bollente che gli aveva tirato contro la sera alla sorgente (anche se quello era successo più per colpa sua che di Yuki).

Alla fine, però, aveva lasciato perdere: a cosa sarebbe servito, se non a stancare di più la ragazza? Non ci avrebbe guadagnato niente. Invece, cercando di non “infierire troppo” e continuando a mantenere la copertura di Yuki, si stavano aiutando a vicenda: lei si allenava col migliore dei Saint Shields, lui otteneva l’allievo che voleva. E doveva ammettere che la scelta era stata fortuita quanto ottima.

Yuki era una bravissima blader, nonché instancabile: certe volte era Ozuma steso a doverla fermare, prima che si facesse del male; anche caratterialmente, nonostante la lingua lunga, era simpatica e la sua compagnia era piacevole. (E te credo! L’avete vista *ç*?! NdJM – Jolly >\\\<***!! NdRia).

Anche la ragazza non si trovava male con il suo “nuovo allenatore”, ma non l’avrebbe mai ammesso: infatti, già il fatto di dover sottostare agli ordini di qualcuno la rendeva abbastanza acida, ma a volte era proprio il comportamento del ragazzo ad infastidirla, più che altro perché lei fraintendeva le sue intenzioni, e continuava a considerarlo un arrogante ed un dispotico; in realtà, era solo una sua autoconvinzione.

Nel bene e nel male, gli allenamenti notturni continuarono tranquillamente per due settimane.

 

- Ottimo. – disse una sera, mentre Yuki si stava allenando coi lanci – Sei migliorata moltissimo, forse potresti davvero raggiungere il risultato che spero prima della fine del mese.

 

Il Campo sulla montagna, infatti, durava solitamente tre mesi, ma quell’anno, probabilmente per mettere in difficoltà Ozuma, suo padre ed alcuni del Consiglio avevano deciso di limitarlo ad un mese.

 

 “Veramente simpatici…”.

 

- Eh, eh, hai visto ^^? – sorrise lei, ricaricando il bey – Io sono molto più in gamba di quello che… AHIA! -

 

All’ennesimo lancio, Yuki lasciò andare il caricatore, reggendosi la mano, che tremava lievemente.

 

- Che succede? – chiese, inginocchiandosi al fianco della ragazza.

 

- N-niente… - balbettò, cercando di farsi passare il dolore – E’ solo un po’ la mano… -

 

- … … Fa vedere. -

 

- EH? –

 

Con calma, il ragazzo le prese la mano, premendole appena sul dorso, all’altezza del polso; Yuki mandò un singhiozzo soffocato.

 

- Al solito… - sospirò rassegnato – L’ hai sforzato troppo. Aspetta… -

 

Pian piano cominciò a massaggiare il punto dolente, in modo che il muscolo si sciogliesse; all’inizio Yuki dovette stringere i denti, perché le faceva malissimo, ma mano a mano sembrò passarle.

 

“Però… Questo è un tipo davvero assurdo! Non lo capisco: prima mi tratta male, fa l’allenatore severo e intransigente, poi se mi faccio male diventa gentile. Non lo capisco proprio…!”.

 

Soprappensiero guardò la mano che Ozuma le stava curando: che strano, accanto alla sua, quella del moretto sembrava molto più grande, eppure non le stava facendo male, anzi, la stringeva delicatamente…

Involontariamente Yuki alzò lo sguardo, passando al profilo del ragazzo, concentrato su quello che stava facendo.

 

- Cosa c’è? – le chiese, senza spostare gli occhi dal suo lavoro.

 

- Eh? – si accorse della domanda solo qualche secondo dopo – Ah…! I-io… Niente, niente… - “S’è accorto che lo fissavo?!”.

 

- Fatto. Adesso non dovrebbe più farti male. -

 

La ragazza, cercando di non sembrare impacciata, mosse la mano due o tre volte, stringendola a pugno.

 

- Sì… -

 

- Per stasera basta, vai a riposarti adesso. – le disse, allontanandosi – Ci vediamo domattina. -

 

Senza guardare che la ragazza lo stesse seguendo, Ozuma si avviò verso il Campo; lei, invece, rimase inginocchiata a terra, tenendosi la mano sul petto.

 

“Co-cosa mi è successo? – pensò, confusa – Perché mi sono bloccata a fissarlo?”.

 

Le tornò in mente il suo profilo e deglutì a vuoto.

 

“No, no, no! – pensò, scuotendo forte la testa – devo essere stanca, piantala con le sciocchezze, Yuki!”.

 

 

 

 

“ Non avevamo detto di piantarla con le sciocchezze, Yuki? – si disse, innervosita, nascosta dietro gli alberi – Non vorrai mica presentarti all’allenamento così!”.

 

Quella sera, infatti, non aveva il solito completo di maglia e pantaloni, ma aveva messo il vestito che usava al villaggio, senza sapere bene il motivo.

Adesso, quasi svegliatasi dalla trance, si era rannicchiata dietro agli alberi della radura dove Ozuma l’allenava, ben decisa a non farsi vedere dal ragazzo, che la stava aspettando.

 

“Ma io da quel deficiente di Ozuma conciata così non ci vado! Adesso torno indietro, mi cambio e poi se mai…”.

 

- Yuki, allora, ti muovi? – disse, rivolto nella sua direzione – O hai intenzione di restare lì nascosta per tutta la notte? -

 

“Mi ha vista?! – pensò, quasi nel panico (se ti chiama, genietto, di certo ti ha vista -___-“ ndRia) – Ma porca miseria…!” – V-va bene… -

 

- Che hai? – fece, un po’ stupito da quel tono strano.

 

- N-niente… P-però non dirmi niente, ok? N-non so perché, mi è venuto lo schizzo stasera… -

 

Stranamente titubante, Yuki uscì dal suo nascondiglio; Ozuma la fissò un po’ stupito.

 

- Come… Sei… Vestita? –

 

Certo, abbigliata a quel modo, Yuki era irriconoscibile.

Indossava un vestito giallo-beige a maniche corte con uno spacco fin dalla coscia, divisa in due parti che le ricadevano davanti e dietro alle gambe; i bordi delle maniche e della scollatura erano rossi, come il colletto tenuto alto, mentre la minigonna che spuntava da sotto il vestito era grigia come le scarpe, chiuse morbide alla caviglia. La ragazza si era anche riacconciata i capelli: adesso erano legati in una coda bassa con un fermaglio dorato, con una frangia elegantemente tripartita, e due ciuffetti lisci erano lasciati liberi sulle orecchie.

 

- Beh, cosa c’è?! – sbottò, stizzita al suo silenzio – E’ vietato vestirsi così?! –

 

- Non è quello… - mormorò, scuotendo un po’ la testa – E’ che di solito vieni sempre vestita come Yoshiki, anche se senza fasce, quindi… -

 

- Te l’ho già detto, non so cosa mi è preso, stasera! – fece, sempre più innervosita – Comunque, se t’infastidisce tanto, me ne torno indietro e per stasera buonanotte!!! – “Ma perché mi arrabbio tanto? Come sono scema!”.

 

- Non fare la stupida. – disse, atono, alzandosi – Semplicemente, vestendoti così rischi di più di essere scoperta. – le si avvicinò, guardandola serio – E lo sai bene che in quel caso non potrei proteggerti. -

 

- Come o\\o? -

 

- Dai – continuò, senza scomporsi – oggi ci affrontiamo, vediamo come te la cavi. -

 

- O-ok o\\o… -

 

La ragazza lo seguì piano, tenendosi una mano sul petto.

 

“Il cuore… Mi sta battendo troppo forte… Perché?”.

 

Ad un certo punto, Ozuma si girò e si bloccò, guardandola; Yuki ebbe un forte sussulto.

 

- Co-cosa c’è o\\\o?  -

 

– Sei tutta rossa… - disse, poggiandole tre dita sulla fronte – Non è che ti è venuta la febbre? –

 

Yuki rimase immobile, senza rispondergli; poi sembrò arrabbiarsi da morire.

 

- SI’, STO BENISSIMO >\\\\\

 

Con stizza diede un colpo alla mano di Ozuma, che la guardò senza capire.

 

- AVANTI, ALLENIAMOCI >\\\\\\

 

Per tutto il resto dell’allenamento la ragazza non rivolse più la parola ad Ozuma, e lo stesso avvenne per le sere successive. Lei continuò a venire agli allenamenti vestita da ragazza, indifferente alle raccomandazioni di Ozuma, ed ogni volta che arrivava si arrabbiava, senza neppure capire il motivo; e la sua rabbia aumentò ancora di più quando, dopo un paio di volte, Ozuma smise pure di sgridarla.

 

“Ma perché?! Accidenti!! – pensava, inviperita – Sembra che per lui non faccia differenza se sono vestita da ragazzo o da femmina… Razza d’insensibile! - si bloccò a quel pensiero – M-MA COSA STO… Omamma, sono impazzita!!! Basta, basta, svegliati Yuki >\\\\\\\\

 

 

Nonostante l’arrabbiatura e gli sbalzi d’umore di Yuki, lei e Ozuma continuarono gli allenamenti ancora per due settimane. Poco prima dell’inizio dell’ultima settimana del Campo, la tecnica della ragazza era migliorata in maniera esponenziale e forse per questo, alla fine, benchè sempre acida, Yuki aveva ricominciato a parlare ad Ozuma.

Tre sere prima della fine del Campo, i due si stavano riposando un attimo, seduti su un tronco coperto di muschio.

Stanca, la ragazza si stava risistemando i braccialetti che portava sul polso, mentre lui sospirava affaticato: riuscire a combattere alla pari con lei non era più tanto semplice!

Mentre spostava su e giù i suoi bracciali, Yuki alzò involontariamente lo sguardo, posandolo senza rifletterci sul ragazzo. Chissà cosa stava pensando, con quel profilo serio e le ciglia aggrottate; forse si stava chiedendo se sarebbe riuscito a superare l’esame del Consiglio… O forse dell’altro, chi poteva dirlo? Yuki lo fissò ancora qualche istante, concentrandosi su quegli occhi verdi come i suoi, appena più scuri, e il cuore riprese a batterle troppo forte.

Un sordo tintinnio la fece riprendere: senza badarci, si stava quasi levando i braccialetti dal polso.

 

- Accidenti…(gocciolone)! –

 

- Tutto a posto? –

 

- S-sì… mi sono solo distratta un secondo… - rispose, un poco agitata.

 

- Sono molto belli. – disse lui, indicando i monili.

 

- Già, mi piacciono molto… - fece, cercando di riprendere il suo tono spavaldo.

 

- Però quello è strano, di cos’è fatto? – ed indicò un bracciale grigio scuro, che stonava fortemente con gli altri dorati. Lei sorrise.

 

- Non ci crederesti ^^… - ridacchiò, mostrandoglielo – La Roccia.

 

- La Roccia? -

 

- Sì, esatto ^^! La Roccia Sacra! -

 

- Come O__o?! – esclamò, sobbalzando – Quella Roccia Sacra?! Quella dove dovevamo sigillare i quattro Bit-Power?! -

 

- Eh, eh, non proprio ^^. Era un frammento di un’altra Roccia Sacra, ritrovata in Europa; si è staccato durante il ritrovamento, ma visto che non c’è dentro nessun Bit-Power, mio padre l’ha trasformato in un braccialetto. -

 

- Ho capito. -

 

Lei guardò l’oggettino, sorridendo.

 

- Mi piace davvero tanto ^^, specie per questi segni qui, sembrano ideogrammi. -

 

Ozuma non disse altro, ma Yuki non ci fece caso, almeno all’inizio. Dopo qualche secondo, però, sentì due dita sfiorarle la guancia; sorpresa girò il viso verso il ragazzo e si bloccò: perché la stava guardando in quel modo strano?

 

- Ozuma…? –

 

Lui lasciò due dita sulla sua gota e a Yuki sembrò che le si stesse avvicinando. Avvicinando troppo.

 

“C-che… Che… O\\\\o…?!”.

 

Cominciò a vedersi riflessa nei suoi occhi, sentendosi il cuore pulsarle come un tamburo, e la prese il panico: non andava bene, non andava bene…

 

- NO! -

 

Con uno schiaffo fulmineo, Yuki colpì in pieno Ozuma, ritraendosi con gli occhi spalancati.

 

- I-io… Io… -

 

Yuki si portò la mano alla bocca, senza sapere cosa fare, poi scappò via, rossa in viso e con gli occhi lucidi. Ozuma si massaggiò un istante la guancia, appoggiando dopo la testa sulle ginocchia.

 

- Complimenti Ozuma… Maledizione, sono un idiota! -

 

Nel frattempo, la ragazza continuò a correre, finchè dovette appoggiarsi ad un albero, completamente senza fiato. Si lasciò scivolare per terra, la testa all’indietro, tenendosi una mano sul cuore.

Non era possibile, non ci credeva! Eppure non lo poteva negare: Ozuma… Aveva provato a baciarla.

 

“E io l’ho schiaffeggiato… - si guardò la mano imputata, ancora arrossata e tremante – Beh, era normale… Però… - due lacrime lucenti le si formarono tra le ciglia, contro la sua volontà - Io…”.

 

 

 

Al mattino, quando Yuki si svegliò, il sole era già sorto.

 

- Yoshiki! – bussò qualcuno alla sua capanna – Ehi, è tardi! Ti sbrighi? -

 

- Eh? – biascicò Yuki, ancora mezza addormentata – Ah… Ah, sì, sì! Arrivo! –

 

Senza chiedere altro il ragazzo fuori dalla porta si allontanò, bofonchiando che il compito di chiamare i ritardatari toccava sempre a lui, e Yuki cominciò a vestirsi in fretta e furia, controllando solamente di aver stretto le fasce. Aveva un sonno incredibile: a causa di quello che era successo la sera prima, non aveva praticamente chiuso occhio, e nonostante questo non era ancora riuscita a trovare una soluzione al problema.

Perché Ozuma aveva tentato di baciarla? Una domanda tanto stupida quanto la risposta, che la ragazza quasi si rifiutava di accettare, tanto le sembrava assurda. E perché lei l’aveva schiaffeggiato? Questa era già una domanda più tosta.

La verità, era che non sapeva rispondere.

 

- YOSHIKI! – battè di nuovo qualcuno alla porta – Guarda che ora entro, vuoi muoverti?! Altrimenti fanno una testa così anche a me! -

 

- Non t’azzardare! – sbraitò, con la voce “maschile”, uscendo – Odio chi entra dove dormo senza permesso!

 

- D.. D’accordo… - balbettò quello, spaventato “Accidenti, tra questo qui e Ozuma, non so chi sia peggio!”.

 

I due si avviarono verso il resto del gruppo, da cui proveniva un animato chiacchiericcio: sembrava proprio che l’idea di tornare a casa piacesse a molti.

 

- Allora, ragazzi – esordì, facendo calare immediatamente il silenzio; era un’impressione di Yuki o il suo tono era stranamente basso? – Oggi è l’ultimo giorno di allenamento ufficiale. Domani, diciamo come premio per il vostro discreto lavoro, avrete tutto il giorno libero. -

 

- Ma com’è gentile! – disse sarcastico uno dei ragazzi.

 

- Ti prego, facci tornare giù un giorno prima! – urlò scherzosamente un altro.

 

- Non sperarci. – rispose Ozuma con un mezzo sorrisetto – Comunque sia, non torneremo a casa prima di dopodomani, quindi al lavoro! Forza! –

 

Ci fu qualche sbuffo, ma tutti si misero al lavoro di buona lena, compresa Yuki, anche se non era decisamente dell’umore adatto per allenarsi, né per fare qualcos’altro: l’unica cosa che voleva era mettere quanti più chilometri tra lei ed Ozuma. Desiderio che crebbe non appena incrociò lo sguardo del ragazzo, che evitò accuratamente, mettendosi anche a debita distanza.

 

“Non voglio parlargli… Non voglio neppure vederlo!”.

 

Per tutto il giorno Yuki evitò Ozuma, sempre con più difficoltà, dimostrandosi ancora più antipatica nei suoi confronti di quanto avesse mai fatto. Qualcuno dei ragazzi pensò semplicemente che fosse stato l’ennesimo capriccio di Yoshiki nei confronti del moretto, e la cosa fu anche abbastanza una fortuna per Yuki, perché tutti le stavano alla larga, temendo di venire coinvolti in una rissa.

 

“Eh, eh, mi sono proprio fatta la fama di rissosa, qui!”.

 

La sua vera salvezza arrivò però alla sera, quando tutti il gruppo, per celebrare la fine della fatica, si mise a far festa, lasciandole la possibilità di eclissarsi dal raggio d’azione di Ozuma.

La festa durò a lungo. Quando tutti finalmente si decisero ad andare a dormire, era già notte fonda.

Yuki augurò svogliatamente la buonanotte ad un paio di compagni, poi si avviò come uno zombie verso la sua capanna, stanca e confusa. Ma qualcuno la bloccò, afferrandole delicatamente un braccio.

 

- Aspetta… - le sussurrò, con calma. Yuki, però, lo guadò storto.

 

- Cosa diavolo vuoi?! – fece, stizzita.

 

- Solo parlarti. – disse, lasciando la presa – Ascolta, io… -

 

- No. – disse, secca – Non voglio ascoltarti, voglio solo che mi lasci stare! –

 

- Yu… -

 

- E NON CHIAMARMI COL MIO VERO NOME QUI, STUPIDO!! –

 

Così dicendo si avviò a passo marziale verso il capanno, mordendosi il labbro. Entrò chiudendosi la porta alle spalle e, sospirando tristemente, si appoggiò sul letto, facendo per sciogliersi i capelli.

 

“Ho di nuovo reagito da schifo… - pensò, malinconica – Però… Non so come fare altrimenti…”.

 

Non riusciva a mettere in ordine le idee. Fin dal principio, non aveva mai minimamente pensato ad Ozuma come ad “un ragazzo”, ma come ad “un compagno”, nel suo caso “un allenatore”, o qualcosa del genere; poi, sì, in un qual modo ci si era affezionata, era un arrogante, ma simpatico, ma basta. Punto. Nient’altro! Certo, dire che non aveva mai pensato che fosse un bel ragazzo sarebbe stata una bugia, ma… Insomma, lui aveva provato a baciarla! Voleva dire, sì… Che c’era qualcos’altro, qualcosa, forse, simile a quel qualcosa che l’altra sera l’aveva bloccata. E questo “qualcos’altro” la metteva in agitazione.

 

- Tzs, tzs, tzs… - fece una voce, nell’ombra – Povero Yoshiki, stasera siamo nervosetti, vero? -

 

Yuki sobbalzò, alzandosi dal letto.

 

- Chi sei?! – chiese, spaventata; per tutta risposta, qualcuno si allontanò dal muro, guardandola con un ghigno – OISHI!

 

- Ehilà ^^! Come va? – stava sorridendo, ma aveva un tono che a Yuki non piaceva proprio.

 

- C-che ci fai qui?! – gli domandò, modificando il tono della voce – Sei diventato idiota completamente?! –

 

- Cosa c’è? Non posso neanche venire a salutare un amico? –

 

- Non mi risulta che noi siamo mai stati amici… - disse, in un sibilo gelido; quell’altro rise.

 

- Effettivamente, hai ragione… - ridacchiò Oishi falso.

 

- Forza – disse, mentre si avviò verso la porta, facendo per afferrare la maniglia – Ti do tre secondi per uscire, prima che perda la pazienza. -

 

- Oh, ma che sgarbato! – fece, con finto tono deluso – E pensare che ora, noi, potremmo parlare di molte più cose! Che ne dici… YUKI? -

 

Sentendosi chiamare per nome, la ragazza si paralizzò dov’era, sbiancando come un lenzuolo.

 

- T-tu…! C-come... –

 

- L’ ho scoperto? – disse, candidamente – Oh, pura fortuna, credo! Dovevi essere proprio arrabbiata con Ozuma ieri sera, per scappare via a quel modo… -

 

“Ieri?! – pensò, agitata – Maledizione, è vero, sono corsa fin qui senza neanche guardarmi in giro… - Strinse i pugni – Accidenti!”.

 

- Era da un po’ che sospettavo che Ozuma ti allenasse di nascosto. – disse, avvicinandosi – Ma il fatto che fossi una ragazza… Devo ammetterlo, mi ha lasciato di stucco! – la guardò dalla testa ai piedi con un sorriso perfido – Una bella ragazza, non c’è che dire… -

 

- E… E ora… - indietreggiò un poco, per allontanarlo – Cosa farai? Non vorrai mica spifferare tutto, vero? –

 

- Mah, chi lo sa! – fece, innocente, avvicinandosi di più – Ci sono tante possibilità… -

 

- Per favore – disse, con tono basso – Non dire niente, per favore! – “Non ci credo, sto supplicando quest’idiota! Ti prego, fai che sia un incubo…!”.

 

- Mah, chi può dirlo. - disse di nuovo, avvicinandosi ancora – sarebbe come farti un favore. Però – la guardò con uno sguardo pericoloso – se io faccio un favore a te, tu potresti farne uno a me… -

 

Yuki vide la sua mano avvicinarsi al suo viso; strinse i denti disgustata.

 

- Non osare toccarmi! – urlò, tirandogli uno schiaffo – Non ti sfiorerei neppure con la canna da pesca, lurido verme! – (Oilà, ci va pesante!! NdTutti – Vorrei vedere! ndRia).

 

Oishi si massaggiò la guancia, guardandola storta.

 

- Maledetta stronza… - 

 

Con uno scatto Oishi si avventò sulla ragazza che, senza accorgersene, era finita vicino al bordo del letto e la buttò sul materasso, mettendosi sopra di lei; velocemente le bloccò le mani sopra la testa e le gambe con le sue, guardandola maligno.

 

- Vediamo se riesci a respingermi come hai fatto a parole… -

 

Così dicendo la baciò a forza, ma Yuki, per respingerlo, gli morse il labbro, presa da un conato di disgusto.

 

- Brutta bastarda – urlò, tirandole uno schiaffo – ora ti faccio vedere io! –

 

Yuki lo fulminò con uno sguardo lievemente spaventato, senza sapere come scrollarselo di dosso; con il colpo di Oishi adesso i suoi capelli si erano sciolti disordinatamente e la sua femminilità era ancora più risaltata: il ragazzo, stuzzicato, afferrò con la mano libera la maglietta di Yuki e gliela strappò, lasciando solo le fasce a coprirle il petto. Oishi, sempre più elettrizzato, le afferrò le bende cominciando a tirarle in modo da scoprirla.

Yuki era ormai nel panico, non riuscì neppure più ad emettere il più piccolo grido.

 

“No… No, no, NO!!”

 

Il panico diventò puro terrore quando avvertì che le bende stavano per strapparsi, ma proprio in quell’istante sentì la porta spalancarsi con uno schianto; Ozuma, non si sa da dove, si era fiondato dentro la capanna, e veloce com’era entrato afferrò Oishi per il colletto, scaraventandolo per terra con tutta la forza che aveva.

 

- COSA PENSAVI DI FARE?! COSA – PENSAVI – DI – FARE?!? –

 

Senza dargli il tempo di reagire il moro cominciò a prenderlo a pugni, tenendolo bloccato a terra; Yuki guardava la scena con sguardo vacuo, tenendosi le mani al petto: non aveva mai visto quell’espressione ad Ozuma, sembrava che volesse incenerire Oishi fissandolo.

Nel frattempo, a causa del fracasso, gli altri ragazzi erano corsi alla capanna di Yuki, rimanendo allibiti dalla scena; due di loro, più robusti, afferrarono Ozuma per le braccia e lo allontanarono a forza da Oishi, che si alzò tremante, pulendosi il sangue che gocciolava dal labbro rotto. (SI, VAI OZUMA, PESTALO!!! Fallo nero!!! XDDDD ndRia – Oddio, è partita… O_o” ndJM).

 

- M-ma che sta succedendo?! – balbettò uno dei ragazzi, voltandosi verso Yuki – Yoshiki… -

 

- E’ UNA RAGAZZA! – sbraitò Oishi, tenendosi il braccio dolorante; gli sguardi confusi dei ragazzi diventarono increduli – Ci ha contato un sacco di balle, è una ragazza! E Ozuma l’ ha coperta fin’ora! –

 

Tutti fissarono scioccati prima Yuki, ancora immobile sul letto, poi Ozuma, che si liberò stizzito dalla presa degli altri due; vedendolo, Oishi indietreggiò visibilmente.

 

- Possiamo uscire? – chiese Ozuma, piatto, mentre faceva un cenno eloquente verso Yuki. Gli altri annuirono.

 

I ragazzi uscirono, guardando Yuki inespressivi, che di rimando li fulminava, rannicchiandosi di più sul materasso.

 

- Ozuma… - chiese un brunetto, chiudendosi la porta alle spalle – Ci potersi spiegare? -

 

- E’ un traditore! – urlò nuovamente Oishi, tenendosi a debita distanza da lui (Basta, possiamo ucciderlo +___+**?! NdTutti – Tra un po’… Uh, uh, uh… +____+ <- ghigno di Ria – Brrrr…. Ç__ç ndOishi) – Ha coperto quella schifosa per tutto il tempo, violando le leggi! Oltretutto, l’ ha allenata di nascosto da tutti noi! È uno sporco bastardo! –

 

Ozuma lo incenerì con un’occhiataccia e Oishi sbiancò come un lenzuolo, temendo di vederselo di nuovo balzare al collo, e ammutolì.

 

- In parte ha ragione – disse, atono – ma Oishi ha capito male. Vedete, il Consiglio mi aveva ordinato di scegliere uno tra voi da allenare in maniera particolare, perché potessi dimostrare che col nostro allenamento io e gli altri Saint Shields, siamo assolutamente insostituibili; il fatto che Yoshiki fosse in realtà una ragazza non ha influito sulla mia decisione, perché avevo già intenzione di scegliere lui, anzi, lei. –

 

- BALLE! – si sgolò quell’altro, furibondo, cercando di portare tutti dalla sua parte – Sei doppiamente bastardo, hai approfittato della situazione per il tuo tornaconto! –

 

- Qui il bastardo sei solo tu. – sibilò Ozuma, facendo scrocchiare le nocche mentre stringeva il pugno –E’ inutile che fai il difensore dei deboli… SE NON AVESSO VOLUTO APPROFITTARTI DI YUKI, NON MI SAREI MAI ABBASSATO A PESTARE UN IDIOTA COME TE!!! –

 

Oishi digrignò i denti, balbettando frasi confuse che suonavano come “non dire scemenze”, e si guardò attorno alla ricerca di un sostenitore, ma non ne trovò: tutti avevano capito cos’era successo e cosa avrebbe voluto fare, e ora lo fissavano disgustati.

 

- Senti, Ozuma – fece il brunetto di prima, con tono grave – noi non ci fidiamo delle parole di Oishi, ma di fronte all’evidenza dei fatti non sappiamo neppure se fidarci delle tue.

Sii sincero, è vero quello che hai detto sul Consiglio? –

 

Ozuma annuì solamente, serio.

 

- Bene. -

 

- Allora, per risolvere questo casino, avrei una proposta. – disse un altro, con sguardo scettico – Se, dico se, davvero hai allenato quella ragazza in maniera speciale come dici, devi farcelo vedere: lascia che sfidi uno di noi, se ci batterà, lasceremo che il Consiglio decida della sua sorte, altrimenti andremo a riferite tutto. -

 

- COSA?!? – latrò Oishi scioccato – Ma cosa state dicendo?!? –

 

- Se davvero ha fatto come dice – continuò il ragazzo di prima – ha semplicemente eseguito un compito che gli era stato affidato e, visto che tra l’altro ci ha allenati bene, io non ho altra richiesta se non che ci dimostri il risultato del suo lavoro. Voi che dite? -

 

Il gruppo annuì.

 

- Per me è ok… - fece Ozuma incrociando le braccia.

 

– E va bene! – disse, un’espressione furibonda sul viso – Ma sarò io ad affrontarla!! –

 

- No, aspetta Oishi – lo bloccò uno dei ragazzi – non credo proprio che noi ti… -

 

- Va bene. – chiuse semplicemente il discorso il moro, gelando tutti: scrutò Oishi con odio, ma quello rise, tornato spavaldo.

 

- La ridurrò in briciole!! –

 

Sempre ridendo Oishi tornò nella sua capanna, massaggiandosi il viso contuso, seguito a ruota dagli altri, che tornavano a dormire, non molto convinti di lasciarlo combattere l’indomani.

Anche Ozuma era preoccupato, benché non lo desse a vedere; nonostante fosse uno sbruffone, Oishi era veramente un bravo blader ed il suo gioco seguiva molto il suo stato emotivo: se avesse combattuto contro Yuki, l’avrebbe attaccata con tutta la forza che aveva in corpo, per tutta la rabbia che provava.

 

“Gran brutto affare…”.

 

Pensieroso si diresse verso la capanna di Yuki, da cui non era più venuto il minimo rumore.

 

- Yuki…? Sono Ozuma, posso entrare? – chiese, bussando piano; ma non ebbe risposta.

 

Lentamente, in modo che potesse ancora richiuderla in tempo, aprì la porta, facendo entrare nella stanza un fascio di azzurra luce lunare.

Yuki sobbalzò, vedendolo: era ancora sul letto e aveva indossato, per coprirsi, il suo vestito sopra i pantaloni, mentre ripiegava le sue fasce ormai distrutte.

 

- Ormai sono inutilizzabili. – constatò Yuki, senza guardarlo.

 

Ozuma non disse nulla, sedendosi lentamente sul bordo del letto.

 

- Che fai?! - scattò furiosa – Vattene, esci subito! –

 

Ma Ozuma non si mosse, se non per avvicinarsi un poco.

 

- Tutto ok? – le chiese gentilmente.

 

- BENISSIMO! – urlò, la voce lievemente tremula – Mai stata meglio!! –

 

- Sei sicura? – domandò, sottovoce.

 

Yuki annuì, decisa e pallida in viso. Ozuma però non smise di fissarla e lei sentì di cominciare a tremare convulsamente; senza neppure accorgersene si protese verso il ragazzo, scoppiando a piangergli addosso: si era spaventata da morire, era stata la cosa più orribile che le fosse mai capitata! Più cercava di non pensarci, più sentiva di nuovo le mani di Oishi stringerle i polsi fino a lasciarci il segno, più ricordava l’orribile sensazione della sua bocca che la baciava, una cosa calda, umidiccia ed esasperata, da dare allo stomaco. Doveva ringraziare solamente Ozuma se non le era successo di peggio.

Yuki continuò a piangere per molto tempo e, lasciando che il ragazzo l’abbracciasse, si sentì sempre più tranquilla: quella stretta la faceva sentire bene, tanto che anche quando si fu calmata rimase lì, l’orecchio appoggiato sul cuore di lui, che batteva calmo e regolare; il suo, invece, stava ricominciando ad accelerare.

Ad un certo punto sentì che Ozuma spostava un braccio, appoggiandovisi, mentre abbassava l’altro quanto bastava per prenderle tra indice e pollice il mento ed alzarle il viso, per poterla guardare in faccia.

 

- Ah… -

 

Imbarazzata cercò di allontanarsi, poggiandogli le mani sul petto e spingendosi via, ma Ozuma sembrava non avere intenzione di lasciarla andare: col braccio libero le cinse le spalle e se l’avvicinò.

Per Yuki fu come se il mondo intero si fosse fermato, anche nella sua testa era tutto immobile: sentì il freddo lasciato sul suo viso dallo spavento sparire, per via del tepore delle sue guance che arrossivano, diventando sempre più colorite.

Non stava sognando, no…

Ozuma… Anzi, lei ed Ozuma… Si stavano baciando…

 

“Ozuma…”.

 

La ragazza provava una sensazione mai sentita prima: il suo cuore batteva all’impazzata, ma era tranquilla; la sua pelle bruciava, ma era il calore più piacevole che avesse mai avvertito; percepiva una strana vampa provenire dal suo petto, all’altezza del cuore, e una stretta allo stomaco, ma era felice; insomma, era una sensazione bellissima.

I  due, dopo aver vissuto intensi attimi baciandosi, si allontanarono leggermente l’uno dall’altra: la ragazza, incrociando lo sguardo di Ozuma, si perse nei suoi occhi; solo il ragazzo, cingendole le spalle, tirandola a se e abbracciandola, aveva rotto l’incanto e l’aveva indotta a stringerlo con le sue braccia e ad affondare il viso tra il collo e il petto di lui.

Passarono alcuni minuti, dopodichè Ozuma staccò leggermente la ragazza quanto bastava per vederla in volto e spostò una mano lateralmente sul collo della ragazza.

 

- Ti amo. – disse passandole la mano dietro la nuca. Yuki arrossì visibilmente e si nascose di nuovo contro il petto di lui.

 

- M-ma sei scemo?! Mi sembrava abbastanza evidente, mi hai baciata! –

 

- Potrei averlo fatto perché mi andava… - disse per prenderla in giro.

 

- No, non l’avresti…! Ma voi ragazzi fate queste cose?! –

 

- A volte. –

 

- Ma che vuol dire?! Sei cretino o cosa?! Scemo! –

 

- Yu…non sei molto convincente se mi sgridi abbracciandomi, sai? (gocciolone) – ridacchiò stringendola.

 

- Uffa! Come faccio altrimenti?! – protestò con il viso nell’incavo tra il collo e la spalla di lui – Antipatico >/////< !! –

 

Ozuma scoppiò a ridere, una risata bassa e calorosa che fece arrossire ancora di più la ragazza.

 

- Perché ridi?! Sei proprio cattivo!! – mugugnò – Mi hai fatto piangere e arrossire in una sera e mi prendi pure in giro?! Non sei già contento di avere questo primato?! –

 

- Uh? (gocciolone) –

 

- … >///< Non ero mai arrossita né avevo mai pianto davanti ad un ragazzo… -

 

- E baciato un ragazzo? – le chiese guardandola dolcemente.

 

- …Dipende. – rispose con sguardo furbo: Ozuma si accigliò.

 

- Se mi dici che il primo è stato quel porco di Oishi giuro che esco e lo picchio di nuovo. – sussurrò arrabbiato.

 

- Teoricamente sì. – rispose, quasi apposta con noncuranza.

 

Ozuma sembrò arrabbiarsi: Yuki lo guardò voltarsi dall’altra parte ed incrociare le braccia furioso.

 

- Cosa c’è? – il ragazzo, però, non rispose – Non dirmi che sei geloso…? –

 

Ancora una volta lui non disse nulla, emettendo solo un piccolo grugnito: stavolta fu Yuki a scoppiare a ridere.

 

- Cosa vuoi?! – chiese stizzito voltandosi di scatto – Non mi sembra così strano! –

 

La ragazza, sorridendo, gli prese il viso tra le mani e lo baciò di nuovo: lui la guardò un po’ stranito, preso alla sprovvista.

 

- Ho detto “teoricamente” – disse, mettendosi in ginocchio di fianco a lui e appoggiandogli un dito sulle labbra – Ma in pratica, il primo ragazzo di cui mi sono innamorata e che ho baciato…sei tu. –

 

Ozuma la fissò ancora un istante, poi sorrise e le accarezzò una guancia, fermandosi sulla gota.

 

- …Cosa…Cosa avete deciso prima? –

 

Il ragazzo si fece serio: si puntellò con un braccio sul letto, posando l’altro sul ginocchio piegato.

 

- Domani vogliono che affronti Oishi in un duello di bey: se vinci non andranno a dire nulla al Consiglio. –

 

- Come…?! – mormorò preoccupata – M-ma perché?! Cosa cambia?! Tanto dopodomani torneremo al villaggio e dovrò affrontare comunque il Consiglio! –

 

A quel pensiero la ragazza s’irrigidì: era vero, avrebbe dovuto affrontare tutti gli anziani in ogni caso, e probabilmente avrebbe messo nei guai anche Ozuma..

 

- Lo so. – continuò atono – Ma se ci andiamo prima noi e non ricevono la notizia per vie traverse, i vecchi me li rigiro come voglio. – (Modesto… -____-“ ndRia)

 

- Pe…P-però contro Oishi… -

 

- Ce la farai, sei molto brava. L’importante è che tu rimanga concentrata. –

 

Yuki annuì, ma non sembrava molto convinta, né per lo scontro né per il Consiglio.

Ozuma le scostò la frangia guardandola serio.

 

- Non lascerò che ti facciano del male né che tu finisca nei guai. Te lo prometto. –

 

La ragazza , nonostante fosse poco convinta inizialmente, sentendo quelle parole pronunciate dal ragazzo che l’amava, capì che non doveva preoccuparsi: lei era stata allenata dal più forte blader del villaggio e sapeva di poter vincere, e, anche se avesse perso, era consapevole che Ozuma non l’avrebbe abbandonata e avrebbe mantenuto la promessa.

 

“Se è così non c’è da preoccuparsi” pensò sorridendo teneramente al ragazzo

 

- Vedo che ti fidi… - disse dolcemente il moretto

 

Yuki gli gettò le braccia al collo e tornò a rintanarsi contro il suo petto

 

- Certo che mi fido, me lo hai detto tu… ^////^ - disse stringendolo ancora di più

 

Ozuma abbracciò la ragazza, e, dopo averla allontanata da sé, la baciò nuovamente.

 

- Ora è meglio che tu vada a letto: domani sarà una giornata molto pesante – disse lui guardandola negli occhi - adesso me ne vado, tu cerca di dormire…Buonanotte 

 

Detto questo il moretto si alzò dal letto e si diresse verso la porta.

 

- M-ma io… - disse con voce tremula guardando il ragazzo voltato di spalle.

 

- Non ti preoccupare, starò io a fare la guardia alla tua porta: nessuno entrerà a farti niente. –

 

- N-non è qu-quello…è c-che… - rispose imbarazzata - …N-non è che tu… Puoi r-rimanere qui finchè non mi ad-adddormento? >////< -

 

Ozuma la osservò con sguardo stranito, come per dirle: “Scusa non ho capito…”

 

- C-cosa c’è?! Se ti sembra una cosa tanto stupida vattene pure! >////<* - disse stizzita – scusami se dopo quello che ho passato ti volevo vicino prima di addormentarmi! >/////<*** - continuò sempre più arrabbiata.

 

Il ragazzo allora tornò indietro, si avvicinò al letto e, prendendo il volto di lei, la baciò.

 

- Va bene. – disse dolcemente – Ora però sotto le coperte e dormi. –

 

Yuki si alzò dal letto, tirò via le coperte per potervisi infilare sotto e, senza pensarci, afferrando i lembi del vestito, se lo stava per sfilare, quando , girando lo sguardo, si accorge che Ozuma la stava guardando con un sguardo misto tra lo stupore e un’espressione strana che non  riusciva a decifrare.

 

- DOVE STAI GUARDANDO?! >/////<** - si mise a urlare – VOLTATI DALL’ALTRA PARTE, MANIACO! >/////<*** -

 

Il ragazzo si voltò rapidamente leggermente imbarazzato.

 

- S…scusa. – (Maniaco, maniaco ^^! ndJM – Mi crolla un mito… ç___ç ndRia – FATELA FINITA >////<*!!!! NdOzuma – voi due autori siete dei torturatori comunque… ndTutti_pers – chiudete il becco  quando tocca a voi piangerete lacrime amare!!).

 

- Non fa niente… - disse con tono tranquillo - … Però non cercare più di guardarmi…non ti è bastata quella volta alla fonte termale? – chiese scherzosa.

 

- Ti ho già detto che è stato un incidente…! – rispose irritato - …Comunque vedi di far meno la spiritosa signorinella…! –

 

- Dai sto scherzando… ^^ -

 

- Allora ti sei cambiata? Mi sono stufato di aspettare… -

 

- Che impaziente: impara a sapermi aspettare, sono una signorina ho bisogno di tempo per prepararmi… - rispose giocosa – Comunque girati pure, sono a posto. –

 

Ozuma si voltò e la vide già sotto le coperte: le forme della ragazza si notavano grazie alla sagoma risaltata dai lenzuoli bianchi, lui le fissava con una strana sensazione; quando poi notò il vestito e i pantaloni che lei indossava abbandonati sulla sedia realizzò che la ragazza non dovesse avere molto addosso sotto le coperte, con questo pensiero che gli si agitava in testa la sensazione di prima aumentò.

 

“ Ma cosa mi prende?! – pensò scrollando la testa – Cos’è questa sensazione? “

 

Avvicinandosi al letto, il ragazzo decise di non pensare più a ciò che gli frullava in testa e si sedette tranquillo sul bordo del letto.

 

- Adesso cerca di riposarti. –

 

- Va bene…f-fai una co-cosa? >///< -

 

- Cosa? –

 

- M-mi dai la mano? –

 

- Certo Yu… -

 

Ozuma prese la mano della ragazza tenendola delicatamente con la sua: la ragazza arrossì lievemente, ma era tranquilla e felice; i due si guardavano amorevolmente, quando la ragazza, riflettendo, parve rendersi conto di una cosa.

 

- Cos’è questa storia che mi chiami Yu? –

 

- Che cosa c’è di male? – rispose tranquillamente – Non posso chiamare come mi piace la mia ragazza ? –

 

- C-come?! o////o – la ragazza arrossì evidentemente: non aveva mai pensato a lei e Ozuma come a fidanzati, certo aveva riflettuto sul fatto che si amavano entrambi e si erano baciati, ma non aveva minimamente riflettuto sulla conseguenza di quelle cose: lei e il ragazzo…si erano messi insieme.

 

- Cosa c’è? – chiese con aria scherzosa ma un po’ stupita – Non lo sei forse? –

 

- N-no… è c-che non ho m-mai riflettuto sul fatto che i-io e te e-eravamo una… Coppia…>/////< - rispose sempre più in imbarazzo

 

- Questo significa che non vuoi che sia il tuo ragazzo? -

 

- No! Voglio stare con te…C-cioè i-io…- disse molto imbarazzata - …i-io t-ti…Ti amo! >/////< - continuò agitatissima piantando la faccia nel cuscino. “Aaah, che sto facendo?! Balbetto come una mocciosa, non mi riconosco più!”. (L’amore fa anche qsto ^^ ndRia – Tu ne sai qualcosa ^^? ndJM - ^\\\^! ndRia – Bleah, disgustosi… XP ndTutti).

 

Il ragazzo, mettendole una mano sulla spalla, la fece voltare e la baciò.

 

- Calma, non devi agitarti così, anch’io ti amo. –

 

Appena sentì queste parole Yuki si calmò e, riappoggiando la testa al cuscino, diede nuovamente la mano a Ozuma, dopodichè chiuse gli occhi e si rilassò sentendo il ragazzo vicino.

 

- Buonanotte – disse con voce stanca e tono rilassato

 

Ozuma continuò ad accarezzarle una gota, finchè la ragazza si addormentò: a quel punto, avvicinandosi al suo volto, la baciò la guancia, staccò la sua mano da quella della ragazza e, scostandole un ciuffo di capelli sussurrò al suo orecchio “buonanotte”. Il ragazzo uscì quindi dalla capanna, chiudendosi silenziosamente la porta alle spalle, si sedette a terra appoggiandosi allo stipite esterno della porta e stette lì, guardando in silenzio il cielo.

 

 

 

La ragazza si svegliò una mezz’ora prima dell’ora stabilita per l’incontro, ma si preparò più lentamente di com’era abituata a fare: era agitata, tutte le preoccupazioni che la colpivano erano mischiate confusamente nella sua testa, aveva paura.

Una volta pronta prese il suo bey e, mettendolo in tasca, si diresse verso la porta, la aprì e, appena mise un piede fuori notò una cosa: Ozuma era seduto per terra, la schiena contro lo stipite della porta, la testa e il collo piegati sul torace, tranquillamente addormentato. La ragazza si accucciò di fianco a lui, probabilmente il ragazzo era rimasto sveglio fino a notte fonda per sorvegliare la capanna, come da lui promesso, finchè non era crollato per il sonno; guardandolo lei sorrise dolcemente, era proprio carino, inoltre era il suo ragazzo e aveva giurato di proteggerla, e quest’idea la tranquillizzò. Lentamente si avvicinò al ragazzo dormiente, gli appoggiò una mano sulla spalla e gli diede un bacio sulla guancia.

 

- Ehi principino, sveglia è mattina… C’è l’incontro, è ora di andare… - disse dolcemente.

 

Scosse delicatamente il ragazzo che, aperti gli occhi, sbadigliò visibilmente assonnato.

 

- Buongiorno, è già ora? – chiese strofinandosi gli occhi.

 

- Sì, fra dieci minuti bisogna essere al campo. –

 

- Ok… – Disse alzandosi in piedi - …andiamo –

 

“…Eh?”

 

Il ragazzo cominciò ad incamminarsi, ma, voltandosi, vide che la ragazza era rimasta ferma: tornò indietro e le si avvicinò.

 

- Cosa c’è? – chiese preoccupato

 

Yuki non rispose e rimase ferma con lo sguardo basso.

 

- Cos’hai, sei preoccupata per lo scontro? – domandò sempre più preoccupato.

 

- Un po’, ma non è quello… - disse con tono triste.

 

- Allora cosa c’è? Non stai bene? –

 

- Ieri sera dicevi di amarmi e che ero la tua ragazza – rispose un po’ malinconica – e ora mi dai un Buongiorno così freddo e mi volti le spalle dicendo un gelido Andiamo… – continuò, per poi tornare a fissare il suolo; si sentiva un po’ scema ad essere così “sensibile”, ma non riusciva a farne a meno, specie in quel momento in cui sentiva di avere bisogno di tutto il suo appoggio, ora che poteva averlo.

 

Il ragazzo le si avvicinò, le prese le mani con una delle sue e con l’altra le afferrò il viso.

 

- Scusa, è che sono un po’ preoccupato.  Mi puoi perdonare? –

 

Detto questo la baciò: alla ragazza sembrò di volare, liberò le sue mani dalla presa di lui e lo abbracciò, tutte le sue preoccupazioni sembrarono svanire, ora era tranquilla.

 

- Per questa volta ti perdono – rispose scherzosa.

 

Ozuma sorrise, la ragazza aveva ripreso il suo solito modo di fare e questo lo rendeva felice; adesso era veramente ora di andare, i due si scambiarono un altro tenero bacio e si diressero verso il campo.

 

 

Quando arrivarono trovarono tutti già schierati attorno a uno dei campi da gioco, Oishi era già in posizione.

 

- Finalmente sei arrivata…pensavo fossi scappata per paura! - esclamò Oishi con tono di sfida.

 

- Ti conviene tacere se non vuoi fare una brutta fine! – lo squadrò Ozuma minaccioso.

 

Tutti erano in silenzio, ma, quando videro la ragazza, qualcuno cominciò a borbottare degli apprezzamenti, quando il moretto li sentì, fulminò tutti con sguardo minaccioso; vedendo quell’espressione sul suo volto tutti tacquero.

 

-  E’ ora di cominciare… - disse uno dei ragazzi ad Ozuma

 

- Va bene. - rispose tranquillo – Tu farai da arbitro… -

 

- Io?! O__o – rispose titubante il ragazzo

 

- Sì! – Disse con un tono che sottintendeva un ordine - …ora: Yuki, Oishi, preparatevi! –

 

I due contendenti si disposero l’uno di fronte all’altra sui due lati del campo, il ragazzo designato come arbitro tra i due, mentre tutti gli altri ragazzi formavano un cerchio intorno a loro, Ozuma era tra questi.

 

- Allora, siete pronti? –

 

I due annuirono.

 

- Bene… In posizione!     3…...2……1……Proooontiii………LANCIO ! ! ! –

 

Entrambi i blader lanciarono con tutta la forza che avevano, i bey roteando arrivarono sul campo e cominciarono a percorrerlo: il bey bianco e rosso di Oishi attaccò per primo scontrandosi violentemente contro quello viola e verde di Yuki, l’impatto fu molto forte e spinse le trottole ai lati opposti del campo; la trottola del ragazzo tornò subito all’attacco e, continuando a martellare l’avversario, non diede tempo alla ragazza di reagire e la costrinse a restare in difesa.

 

- Vedo che gli allenamenti speciali ti sono serviti a poco: sei solamente una donnetta! –

 

A queste parole Yuki scattò e la trottola violacea si gettò contro l’avversario respingendolo; per molti minuti i due bey continuarono a equivalersi per potenza e per attacchi, ma, quando quello bianco schivò un attacco dell’avversario relegandolo quasi sull’orlo del campo, lo attaccò per spingerlo fuori: la ragazza vedeva la sua trottola fuori dal ring e cominciò a perdere la speranza.

 

“Oh no… No, ti prego… Avanti, forza!”.

 

- Sei una perdente: ora vedrai come ti sistemo! –

 

Yuki non sentiva più le parole del suo avversario, non osservava il campo da gioco. Cercò di scuotersi, ma era inutile; aveva una paura matta delle conseguenza della sua sconfitta e non riusciva assolutamente ad essere incisiva, inoltre rendendosene conto peggiorava ancora di più la situazione.

 

“Ma… Che sto facendo…?”

 

- Forza Yuki, ce la puoi ancora fare! Io credo in te! – urlò il ragazzo per incitarla

 

Le parole di Ozuma risvegliarono la ragazza dallo stato catatonico in cui era immersa: si sentì pervadere da una nuova energia.

 

“ Sì, ce la posso fare! Lo farò per me, devo farlo! Ma, soprattutto lo farò per lui! ”

 

Il suo bey cominciò a spingere l’avversario, caricato dalla forza di volontà e dall’amore della ragazza: purtroppo la forza Oishi era tenace e, quindi, le due trottole rimasero in fase di stallo per alcuni minuti; man mano, però, la forza del bey viola sembrò cedere di fronte alla spinta di quello bianco.

 

- Ormai è la tua fine! –

 

- NO! – urlò la ragazza – VAI, DISTRUGGILO! –

 

Improvvisamente il bracciale di pietra di Yuki iniziò a risplendere e le incisioni a illuminarsi di verde: una sagoma indefinita verde e nera cominciò a fuoriuscire dal monile, man mano la forma assunse più precisione; all’improvviso un ruggito interruppe il silenzio che si era creato e dal bagliore accecante spuntò un ghepardo nero: il bey di Yuki cominciò a risplendere anch’esso della stessa luce che avvolgeva quello che, tutti lo avevano capito, era un Bit-Power.

 

- No! Non può essere… -

 

- Ma cos… -

 

- Forza Yuki, attacca! Non capisci? E’ il destino, tu devi vincere! –

 

Queste parole spronarono la ragazza che sentì finalmente di poter vincere: lo sentiva, il potere di quell’animale sacro scorreva ormai dentro di lei e questo significava solo una cosa: lei era destinata a vincere l’incontro, proprio come aveva detto Ozuma.

 

- VAI!  SPAZZA VIA IL BEY DI OISHI! –

 

La trottola viola, caricata di una nuova energia, cominciò ad aumentare la rotazione e con un colpo solo spedì l’avversario al centro del campo: dopodichè, senza lasciare all’avversario il tempo di reagire, caricò verso di lui, ma, quando era ormai a pochi centimetri dal nemico, scomparve improvvisamente.

 

- Cosa…? –

 

Nessuno vedeva il bey della ragazza, se ne percepiva solo il suono: Oishi era terrorizzato, non sapeva cosa fare, si sentì completamente disorientato, ma osservando il suo bey notò che pian piano stava perdendo pezzi e si stava cominciando a danneggiare in diversi punti.

 

- DAGLI IL COLPO DI GRAZIA! –

 

La trottola riapparve all’improvviso di fronte al bey bianco, accompagnata dal ruggito del Ghepardo, e, con un singolo colpo, lo gettò in aria:  questo, mentre volava fuori dal campo, cominciò a disfarsi e polverizzarsi così che caddero a terra solo dei frammenti.

 

- SI! –

 

- Ma cos…il mio bey! – piagnucolò Oishi allibito; poi, guardandola male, cominciò ad avanzare minaccioso verso Yuki – TU BRUTTA… -

 

Il ragazzo non poté finire la frase perché Ozuma lo fermò, tenendogli un braccio.

 

- Cosa vuoi fare?! –

 

Il moro lo voltò e lo afferrò per il colletto.

 

- Sarà meglio che tu non faccia niente se non vuoi fare una brutta fine. -

 

Detto questo lo sollevò da terra e lo lanciò via; alcuni ragazzi si scostarono per non venire investiti, così lui cadde a terra rovinosamente: appena si fu ripreso, si alzò e tentò di andare contro Ozuma, ma tre ragazzi lo bloccarono e lo gettarono nuovamente a terra.

 

- Tu ne hai già fatte abbastanza. –

 

- Cosa fate?! – cominciò a dimenarsi furioso.

 

- Hai perso, accetta la tua sconfitta! –

 

- Ora basta lasciatemi! Il mio bey…gliela devo far pagare a quella! –

 

- Adesso basta! Hai cercato di violentarla, hai perso e stai cercando di aggredire lei e Ozuma! Sei colpevole di parecchie cose, ora starai bravo e, domani, andrai davanti al Consiglio e accetterai la tua punizione! Nel frattempo… - il ragazzo però continuò ad agitarsi e a strepitare – Basta, ci hai stufato, ora ti calmiamo noi! –

 

Così lo sollevarono di peso e lo portarono da un albero lì vicino: una volta lì due lo tennero spinto con le spalle al tronco, mentre il terzo lo legò con una corda.

 

- Ecco fatto, così non darai più fastidio. –

 

- Cosa fate, brutti idioti! Slegatemi subito!! –

 

Yuki, raccolto il suo bey, gli si avvicinò, con un sorriso soddisfatto.

 

- Ma come, parli ancora? – disse piegandosi su di lui , dopodichè prese un fazzoletto dalla tasca e lo imbavagliò – Ecco così starai buono. ^^ -

 

Tutti i ragazzi scoppiarono a ridere (bastaaaardi! ndRia – Perché ti sta simpatico Oishi? ndJM – NO, infatti sto ridendo Buahahahahah ! ndRia); dopo, ignorando ormai Oishi, si radunano intorno a Yuki, cominciando a ripresentarsi uno per uno e a chiacchierare allegramente.

Il gruppetto continuò per un po’ a parlare tranquillamente, Ozuma, guardando la ragazza le sorrise.

 

“ Visto che è andato tutto bene? ”.

 

La ragazza gli rispose con un sorriso.

Dopo alcune ore di spensieratezza e di allegria di gruppo andarono tutti a mangiare, dopodichè, svolti ognuno i propri compiti, l’intero gruppo si disperse, creandone altri più piccoli, solo due elementi rimasero completamente isolati: Yuki e Ozuma, infatti, si erano separati dagli altri e si erano addentrati nella foresta; la ragazza seguiva il ragazzo, che tenendola per mano, la stava conducendo tra gli arbusti.

 

- Dove mi stai portando? –

 

- Vedrai, ti voglio far vedere una cosa. – le ammiccò con fare misterioso.

 

I due camminarono ancora per un po’, quando arrivarono in una radura attraversata da un fiume con un campo fiorito che occupava la gran parte del prato: Yuki rimase incantata, quel posto le sembrava un mondo incantato.

 

- M-ma è bellissimo… - disse meravigliata – Quando l’hai trovato? –

 

- Allenandomi da solo alcuni anni fa corsi fin su questa montagna e ci finii per caso. – spiegò alla ragazza – Allora, ti piace? -

 

Per tutta risposta la ragazza gli saltò al collo facendolo finire a terra, quindi lo baciò.

 

- E’ stupendo ^^! – rispose entusiasta – Grazie per avermici portato. –

 

I due si baciarono nuovamente, per poi spostarsi sul campo fiorito sulla riva del fiume: la ragazza si sedette con le gambe raccolte, lui si coricò e appoggiò la testa sulle gambe di lei; i due continuarono a parlare a scambiarsi baci per parecchio tempo, lei continuava ad accarezzare dolcemente il ragazzo sul viso e sulla testa.

 

- Stavo pensando: il tuo braccialetto non doveva essere vuoto? (gocciolone) –

 

- Beh, chi lo ha controllato si deve essere sbagliato. ^^” –

 

- ……devo commentare? –

 

- …Eh he... ^^” (goccia) –

 

I due rimasero ancora un po’ di tempo senza parlare, finchè Yuki interruppe il silenzio con la vivacità di un bambino che ha qualche nuova da raccontare.

 

- Ti devo raccontare una cosa! ^^ - disse con entusiasmo – Ho trovato il nome per il mio bey! –

 

- Ah sì? E come hai deciso di chiamarlo? –

 

- Ghepard! ^^ -

 

Silenzio di tomba.

 

- …Come?! – chiese stupito – Molto fantasioso… - continuò sarcastico.

 

- Ma che simpatico! – fece, stizzita, e senza preavviso spostò le gambe dall’altra parte, facendo prendere al ragazzo una craniata per terra.

 

- AHIA! Ehi, scherzavo! –

 

- Ma davvero? – chiese, dubbiosa; lui non rispose, sedendosi con espressione indecifrabile.

 

Ozuma si mise a gambe incrociate, massaggiandosi la testa borbottando; Yuki ridacchiò e lo abbracciò per le spalle, poggiando la testa alla sua schiena.

 

- Scusa… -

 

Il ragazzo non rispose, ma sorrise, senza girarsi, stringendole la mano.

 

 

La coppia rimase in quel luogo ancora per alcune ore, dopodichè tornò al campo per la cena; ognuno, dopo aver mangiato, tornò alla propria capanna per riposarsi in vista del viaggio di ritorno che li aspettava la mattina seguente. Anche Yuki, accompagnata dal ragazzo, si avviò al suo alloggio: dopo essersi dati la buonanotte lei si preparò per andare a letto, guardando dalla finestra Ozuma che tornava alla sua capanna.

 

Yuki, nonostante la stanchezza che aveva accumulato durante la giornata, non riusciva a chiudere occhio: stava sdraiata sotto le coperte e fissava il soffitto pensando a tutto quello che sarebbe accaduto il giorno seguente.

 

“ Domani quando torneremo al villaggio dovrò affrontare la mia famiglia e il Consiglio degli anziani…Ozuma mi ha detto di fidarmi di lui, ma ho paura: se non riuscisse a convincere gli Anziani anche lui subirebbe delle conseguenze… “   - No! Non voglio metterlo nei guai! –

 

La ragazza cercò di scacciare quelle supposizioni dalla sua testa, ma, nonostante cercasse di pensare ad altro, la sua mente tornava sempre su quel punto; capendo che, agitata com’era, non sarebbe riuscita a dormire, decise di andare dall’unico che era in grado di consolarla, Ozuma.

Quando Yuki arrivò presso la capanna del ragazzo lo vide seduto sui gradini d’ingresso a guardare il cielo con sguardo serio: lei si avvicinò silenziosamente, tanto che il moretto non se ne accorse finchè non la ebbe a pochi metri di distanza

 

- ‘sera… - disse timidamente

 

- Yu, cosa ci fai qui? Dovresti essere già a letto. – disse impensierito

 

- Non riuscivo a dormire… -

 

Il ragazzo si alzò e le andò incontro e, una volta vicino, le mise le mani sulle spalle.

 

- Sei preoccupata per domani? – le chiese dolcemente.

 

La ragazza, senza parlare, si rannicchiò contro il petto di lui cominciando a singhiozzare: neanche Ozuma parlò, ma si limitò a stringerla; lei, sentendo quell’abbraccio, si tranquillizzò e riuscì finalmente a dire cosa provava

 

- S-se do-domani andrà m-male…saranno guai a-anche per t-te… - disse singhiozzando

 

- Ti ho già detto di non preoccuparti. Ai vecchi ci penso io: ti fidi di me? – chiese gentilmente

 

Yuki annuì senza staccarsi dal ragazzo: tra le sue braccia tutte le sue preoccupazioni svanirono, quelle parole le avevano dato coraggio, era una promessa e sapeva che lui l’avrebbe mantenuta a qualsiasi costo; ormai la sua ansia era sparita, stava decisamente meglio, si staccò dal petto di lui e lo baciò.

 

- E’ ora che torni alla tua capanna e riposi: domani ci aspetta la discesa del monte, ti serviranno tutte le tue forze. –

 

- I-io n-non…c-cioè, è c-che… - cominciò a balbettare, imbarazzata – “Ma che sto facendo?! No, non glielo posso chiedere…”.

 

- Cosa succede: vuoi che stia con te prima che ti addormenti? – chiese dolcemente

 

- B-Beh ecco…i-io, n-non… - disse imbarazzatissima - …p-posso…posso dormire con te? >////< - “No, l’ ho detto!”.

 

- Eh…?! O____O –

 

- C-cosa c’è…n-non vuoi? –

 

- …No, - fece, con calma - se ti fa stare meglio, resta pure con me stanotte. –

 

- G-grazie… -

 

I due si scambiarono un altro tenero bacio e si avviarono verso la capanna, Ozuma aprì la porta e fece entrare Yuki: quando furono dentro il ragazzo si diresse verso il letto e, dopo aver sollevato un lembo della coperta, vi si sedette.

 

- Se ti vuoi cambiare fa pure. – disse tranquillamente togliendosi la maglia e rimanendo a torso nudo –Vuoi che mi volti? –

 

- ……… o////o (<- silenzio iper-imbarazzato – Ehi, guarda che si è solo levato la maglia, mica si è spogliato del tutto! ndRia – pensa ai fatti tuoi >////

 

- Cos’hai? –

 

- N-niente >/////< - disse farfugliando – N-non serve c-che ti v-volti, resta p-pure c-come pr-preferisci… -

 

Appena finita la frase la ragazza afferrò i lembi del vestito e cominciò a sollevarlo: Ozuma, che non si era voltato, quando cominciò a vedere la pelle dove l’indumento era stato spostato, cominciò ad riprovare la sensazione che aveva avvertito la sera precedente e, vedendo che più il tessuto si alzava più pelle veniva scoperta, cominciò a nascere in lui un dubbio; però, quando lei fece passare la maglia oltre il petto, una canottierina, che era rimasta impigliata nel vestito che si alzava, ricadde fin sopra all’ombelico, e a quel punto il ragazzo sospirò sollevato.

 

“ E’ logico che abbia qualcosa sotto…cosa mi aspettavo?” (Nessuno intenda male… ndRia – Fatelo tutti! ndJM – JOLLY!! ndRia).

 

La ragazza, rimasta con la gonna e la canottiera, dopo essersi tolta le scarpe, si diresse verso il letto e vi si coricò: Ozuma era già sotto le coperte, lei si mise accanto a lui ricoprendosi, il ragazzo la abbracciò e i due si baciarono.

 

- Buonanotte Yu. –

 

- ‘Notte –

 

Yuki si voltò dandogli le spalle, lui l’abbracciò da dietro e la tenne stretta fra le sue braccia; i due rimasero in silenzio, ma dopo una decina di minuti Ozuma era ancora sveglio: era agitato, quella sensazione continuava  a tormentarlo, d’altro canto la ragazza sembrava già dormire da un po’, ma lui decise lo stesso di tentare una cosa.

 

- Yuki – la chiamò dolcemente – sei sveglia? –

 

Non vi fu risposta: Ozuma allora decise di lasciar perdere tutto e si autoconvinse a dormire, si stava per rilassare completamente, quando un sussurro della ragazza lo fece voltare.

 

- Sì. – rispose timidamente la ragazza – Non riesci a dormire nemmeno tu? –

 

- Già… -

 

La ragazza si voltò verso di lui rannicchiandosi contro il suo petto ma tenendo lo sguardo fisso negli occhi di lui: i due continuarono a guardarsi per diversi minuti, quando Ozuma cominciò a baciarla, erano baci diversi , più passionali rispetto a quelli che c’erano già stati, Yuki lo capì, ma spinta da una sensazione che non conosceva decise di ricambiarlo; però, improvvisamente, il ragazzo abbassò la mira dei baci, cominciando a baciarla sul collo.

 

- Che fai? o////o –

 

Ozuma non rispose e continuò a darle baci: la ragazza decise di lasciarlo fare, spinta dal nuovo sentimento e, quando il ragazzo spostò le sue mani sul seno di lei, lo lasciò continuare sentendo quella sensazione aumentare; i due spinti dal stesso amore e dalla stessa passione cominciarono a sfilarsi istintivamente i vestiti, a baciarsi e ad accarezzarsi passionalmente, consumando il loro amore e dimenticandosi delle angosce che li attanagliavano: i due esaurita la fiamma della passione si addormentarono, l’una fra le braccia dell’altro.

 

“Lo amo… Che strano, anche pensando a domani, quando mi stringe non ho più paura, se sono tra le sue braccia… Non ho paura di niente. Sono certa… Sì, lo so che c’è lui con me non dovrò averne mai.”

 

 

 

(…. … Scusate, una domanda. ndJM – Che c’è? ndRia - … Ma Oishi è ancora legato all’albero? ndJM – Ah… o___o” ndRia – Ehiiiii!!! Mi liberate o no T______T ?!? <- traduzione del borbottio di Oishi imbavagliato – Ops… O___O”” ndAutori – Come rovinare una scena con atmosfera a d.o.c. … -___-“ ndNeurone_Alfonso_unico_neurone_di_Ria – A “d.o.c.”? a me sembrava si dicesse diverso… >___-“ ndNeurone_Innominato_che_poi_è_quello_di_JM )

 

 

 

 

 

Il mattino successivo Ozuma si svegliò che il sole era già alto; il Campo era ancora avvolto nel silenzio, segno che tutti avevano intenzione di prendersela comoda, almeno l’ultimo giorno.

Il ragazzo si girò a pancia in su, sospirando, poi girò la testa di lato, ma accanto a lui non c’era nessuno.

 

“Yu…?”

 

Si appoggiò sui gomiti, vedendola seduta sul rientro della finestra, fissando fuori con aria assorta.

La ragazza sospirò, stringendosi le gambe al petto e poggiando il viso contro le ginocchia, rigirandosi un ciuffo tra le dita.

 

“Ci siamo…”

 

- Yuki…? –

 

- Uh? Oh, ciao… - senza che se ne accorgesse il ragazzo si era già alzato e vestito, arrivandole dietro e chiamandola toccandole la spalla – Oggi torniamo a casa… -

 

- Sì. –

 

- … … Lo so che posso fidarmi di te… - mormorò, stringendo i lembi del vestito – Però io… io… -

 

Le sfuggì un singhiozzo soffocato; Ozuma le prese la mano, sorridendole.

 

- Andrà tutto bene. – disse, con tono deciso – Coraggio, andiamo. –

 

Yuki lo fissò, fregandosi gli occhi, poi annuì con forza; presa la mano ad Ozuma e uscì con lui, rimanendo qualche secondo abbagliata dal sole.

Fuori tutti si stavano radunando, pronti a tornare a casa.

 

- Forza, Oishi. – disse uno dei ragazzi strattonandolo – Per scendere camminerai con le tue gambe, ma se provi a fare qualcosa di strano ti leghiamo di nuovo, intesi? -

 

Gli altri ragazzi risero ed Oishi li fulminò con lo sguardo, ma annuì in segno d’accordo.

Il gruppo cominciò lentamente a scendere a valle, qualcuno parlottando con gli amici su cosa avrebbero deciso gli Anziani, qualcun altro guardando di soppiatto Yuki con una certa indulgenza, pensando che non sarebbe stata accolta propriamente con una festa; la ragazza, però, li fece demordere dal continuare gettando occhiate gelide: come si comportava con Ozuma era una cosa, ma con gli altri non aveva intenzione di perdere il suo carattere ribelle e un po’ riottoso.

La discesa dal monte fu meno facile del previsto, Yuki dovette farsi aiutare da Ozuma in più punti per non cadere.

 

“Non è stata una grande idea scendere da lì col vestito… (gocciolone)”.

 

Alla fine, giunsero al villaggio che era ormai pomeriggio inoltrato. Tutti erano in attesa del ritorno dei ragazzi, il gruppo degli Anziani in testa, affiancati dal padre di Ozuma.

Quando Yuki, prendendo l’ultima parte di sentiero, vide tutta quella gente, tremò lievemente, avvicinandosi ad Ozuma.

 

- Ci sono proprio tutti… - mormorò; poi ebbe un sussulto più forte – E quella là è mia madre… Sono una ragazza morta…! –

 

Il moro le prese la mano, lasciando andare più avanti gli altri e guardandola con un’espressione eloquente; Yuki prese un bel respiro e, capendo, annuì.

 

- Forza. –

 

Sempre tenendole la mano Ozuma raggiunse i ragazzi assieme a Yuki, facendosi strada tra il gruppo. Quando gli abitanti del villaggio lo videro arrivare dal Campo mano nella mano con una ragazza, un guizzo di stupore gli attraversò come un lampo. Il padre di Ozuma rimase a bocca spalancata.

 

- O-Ozuma… - biascicò suo padre, avvicinandosi un poco – C-che… Cosa significa?! –

 

Ma il ragazzo lo ignorò; strinse più forte a sé la ragazza, continuando a camminare verso gli Anziani, incurante di sguardi o mormorii. Solo l’urlo della madre di Yuki, che li bloccò a metà strada, lo fece fermare.

 

- Figlia disgraziata! Ero così in ansia per te… – sbraitò, con gli occhi lucidi – Ma dov’eri finita?! Sei salita fin lassù, non è vero?! Al Campo… -

 

- Mamma, aspetta, lasciami…! -

 

- Oh, ma come hai potuto?! – continuò, fuori di sé - Mettere così in difficoltà tua madre e tuo padre! Altro che preoccupata, cielo, dovrei solo vergognarmi! Prega che il Consiglio chiuda un occhi, razza di… -

 

Con un gesto tranquillo, Ozuma si mise tra la ragazza e la madre, guardando la donna severo; lei si ritrasse appena.

 

- La responsabilità non è di Yuki, è mia. E il giudizio potrà darlo solo il Consiglio, non lei. –

 

Yuki lo guardò un po’ preoccupata, non aveva mica intenzione di prendersi tutta la colpa?! No, non era così stupido…

 

- Ozuma. – esordì severo il Capo Anziano – Ci devi decisamente delle spiegazioni. Come mai c’era una ragazza al Campo, quando le nostre leggi danno chiare istruzioni di non condurcene neppure una? –

 

- Lo so, signore, ma… -

 

- La colpa è mia. – lo interruppe Yuki senza tanti preamboli. Ozuma la guardò, ma lei rispose con un occhiata decisa, senza farlo replicare – Signore, e voi tutti del Consiglio, io appartengo a questa tribù tanto quanto Ozuma e gli altri ragazzi, e ne sono orgogliosa; allo steso modo, sono orgogliosa del compito che hanno i Saint Shields e amo il beyblade come gioco: proprio per questo trovo ridicola una regola che impedisca alle ragazze di allenarsi e di diventare Saint Shield quando non sono scelte dai Bit-power! –

 

- Ma sentite che impudenza! – sbraitò il padre d’Ozuma – Signori, questa ragazza ha trasgredito a più di una nostra legge, merita solo una punizione! –

 

- Io sono d’accordo con Yuki. –

 

- OZUMA! –

 

- Anche io sono d’accordo! – esclamò un dei ragazzi.

 

- Sì, vale anche per me! -

 

- E anche per me! -

 

- L‘abbiamo vista in azione, Yuki è forte come noi se non di più! -

 

Yuki guardò i compagni, che ammiccarono furbi; lei ed Ozuma si scambiarono un sorriso complice.

 

“Grazie ragazzi…”.

 

- Signori, -proseguì Ozuma con fare solenne - voi mi avevate chiesto di portare dal Campo un ragazzo da me addestrato, per dimostrarvi che noi attuali Saint Shields siamo assolutamente ineguagliabili. Ebbene, io, anzi, Yuki ed io possiamo dimostrarvi sia questo sia che la regola della restrizione sul Campo e sull’elezione dei Saint Shields per le ragazze è sbagliata. –

 

Il Capo anziano lo guardò senza mostrare alcuna emozione.

 

- Davvero siete in grado di farlo? – entrambi annuirono. – Molto bene, allora… Procedete. –

 

Yuki guardò Ozuma, che le fece segno di mettersi di fronte a lui; poi il moro estrasse Leopard, mettendosi in posizione.

 

- Stai attenta! 3…... 2…… 1…… -

 

- Proooontiii……… LANCIO!!! –

 

Il bey nero e rosso di Ozuma e quello viola e verde di Yuki partirono come razzi sulla terra battuta del villaggio, cominciando a rincorrersi e a cozzare tra loro con tutto il fragore che potevano. Tutti li guardavano ammirati.

 

- Preparati, questa è una dimostrazione ufficiale, non ci andrò leggero neanche se sei tu… Avanti Leopard, FUOCO INCROCIATO!!! –

 

- Tzs! –  lei fece un sorrisetto di sfida, era così che si era sempre immaginata un incontro di bey, senza imbrogli, senza distinzioni, senza riserve per nessuno dei due – Adesso vedrai quanto l’allieva superi il maestro… GHEPARD!!!! – il bey cominciò a ruotare ancora più veloce, sparendo alla vista.

 

- COSA?! –

 

- Avanti… ATTACCO ARTIGLIO NERO!!! –

 

Come una saetta, Ghepard ricomparve proprio accanto a Leopard, colpendolo a ripetizione con una velocità che Ozuma non aveva mai visto neppure in Driger, il bey di Rei; alle strette, il moretto colpì la ragazza con tutta l’energia del suo Bit e i due bey, in un bagliore accecante, ritornarono nelle mani dei proprietari.

 

- … … E’… Incredibile…. – tartagliò il padre del blader del Ghepardo, scioccato.

 

- Notevole, davvero notevole… -

 

- Complimenti, Yu. – le sorrise Ozuma, riponendo a posto Leopard – Riesci già a padroneggiare la potenza del Bit-power. –

 

- Sembra strano anche a me. Mi viene,… Naturale, direi. – Ozuma sorrise.

 

- Se lui ti ha scelta, un motivo c’è. – si rivolse agli Anziani, che lo guardavano ancora attoniti – Allora? Vi è bastata come dimostrazione? –

 

Gli uomini lo guardarono storto, infastiditi da quell’atteggiamento arrogante, ma non risposero. Solo il capo Anziano interruppe il silenzio con un lieve colpo di tosse.

 

- Hai mantenuto la promessa, Ozuma, e anche la signorina Yuki mi pare che abbia, in un modo o nell’altro – le fece l’occhiolino in segno di cordialità – ottenuto il risultato voluto. –

 

L’uomo si portò più avanti, facendo un annuncio a tutto il villaggio.

 

- Dichiaro a nome del Consiglio che la signorina Yuki, accusata di aver violato la legge sulla restrizione alle donne del Campo, è considerata innocente, e la legge abrogata. Inoltre, non sarà più necessario eleggere dei nuovi Saint Shields, poiché quelli attuali sono in grado di mantenere perfettamente il loro compito. –

 

Ci fu un esplosione di applausi da parte dei ragazzi del Campo, mentre Ozuma rimase qualche secondo imbambolato, sorridendo poi come un bambino: lui e i ragazzi… Non si sarebbero sciolti!

Yuki, che stava esultando come gli altri, gli gettò le braccia al collo, saltellando.

 

- Ce l’abbiamo fatta, ce l’abbiamo fatta ^^! – rise, quasi alle lacrime dalla gioia.

 

- Ci fidiamo del tuo giudizio, Ozuma. – disse il Capo Anziano, avvicinandosi al ragazzo – Se avete deciso di lasciare le Creature Sacre a coloro che ora le custodiscono, significa che esse sono in buone mani. –

 

- E’ così, signore. –

 

- Molto bene ^^. Voglio sperare, comunque, che presto tornino anche i tuoi compagni a casa. –

 

- Oh, lo spero anch’io! – disse, prendendo la mano di Yuki – Devono conoscere la loro nuova compagna. -

 

 

 

  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > BeyBlade / Vai alla pagina dell'autore: Nico_KiS