Com'è strana la mente umana, alcune volte a fatica riusciamo a ricordare i nomi delle persone, altre volte invece ricordiamo tutto, ogni singolo particolare, ogni singolo movimento, ogni singolo gesto.
Quella mattina non avevo alcuna voglia di andare a quell'inutile orientamento, che serve a tutto meno che orientare un ragazzo, della serie: se vai lì perchè sei confuso e non sai che liceo iniziare, meglio rimanere con il dubbio.
Dato poi che io sapevo benissimo che avrei frequentato quella scuola, non vedevo minimamente l'utilità di quella giornata.
Ma forse era il mio cinismo che parlava.
Sulla sedia c'erano i miei vecchi jeans chiari, misi quelli, e poi misi una felpa che credevo di aver ormai perso.
Uscii di casa, la scuola era molto vicina al mio appartamento, quindi mi fu facile raggiungerla a piedi.
Come facile immaginare Rachele non era ancora arrivata, così decisi di sedermi sulle grandi scale in pietra che antecedevano il portone marrone di quella immensa scuola.
Dopo una decina di minuti, chiamai la mia amica Rachele.
"Oh Rachè, dove sei?"
"Ei, vedi che qui c'è stato un tamponamento, perderò una mezz'oretta?"
"ah, tutto apposto?"
"sì, tranquilla non si è fatto male nessuno"
"vabbè quello è l'importante, ma adesso io che faccio?!"
"fatti un giro all'interno della scuola, non credo di metterci molto ad arrivare"
"ok, ciao"
Non mi andava di fare alcun giro, d'altronde non conoscevo nessuno, quel posto era totalmente nuovo per me e tutti erano accompagnati da amici, mi sentivo realmente a disagio.
Però, dopo una ventina di minuti, mi annoiai e decisi di fare un giro, così, tanto per vedere.
Rimasi un po' delusa dall'aspetto di quella scuola, la mia mente aveva fantasticato per così tanto su come sarebbe stato quel posto e quello con cui si era confrontata l'aveva delusa.
Come quando leggi un libro, tutto quanto quello che immagini ti sembra bellissimo, poi ti confronti con il film e ci resti male perchè non corrisponde alle tue fantasie.
Era una scuola, una semplice scuola, aveva le aule, i laboratori, il bar, le scale, e aveva molti corridoi.
Entrai in un corridoio, lo percorsi e alla fine vi trovai una porticina di legno, semiaperta, così, mi guardai attorno ed entrai.
La corrente però, fece chiudere di scatto la porta, che provai a riaprire invano.
Iniziai a chiamare aiuto, a dare calci e pugni, ma nulla, assolutamente niente. Allora mi arresi, visto che anche il mio cellulare era morto poichè la batteria come sempre era scarica, mi sedetti a terra, accanto alla porta, non ero spaventata, dato che la mia amica stava arrivando ero convinta che qualcuno mi avrebbe cercata, non avrei mai potuto immaginare CHI mi avrebbe trovata.