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Autore: elipicci    02/11/2010    0 recensioni
A chi non è mai capitato di prendersi una cotta per qualcuno, e poi essere costretti a dirgli addio? E quando meno te lo aspetti, il destino ti riporta davanti proprio lui. Forse può accadere qualcosa...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rieccoci finalmente! Noto con piacere che la mia storia è molto seguita... anche se, ahimè, nessuno lascia commenti... intanto io continuo a postare, sperando che vi piaccia sul serio... Vi lascio ad un altro piccolo spaccato di vita dei nostri protagonisti, stavolta sottolineato da qualche piccola follia. Grazie per il vostro tempo, Picci

Capitolo 6 - Matti da legare
Così come i due giorni da Flaminia, anche le settimane a lavoro passarono velocemente. Troppo. 
Era l’ultima settimana di centro estivo, e noi non avevamo ancora affrontato l’argomento “separazione”. Cercavamo di vivere ogni momento, ogni bacio profondamente, ma non affrontavamo mai il discorso, per paura delle risposte dell’altro.
Finchè a tirare in ballo l’argomento non fu Leonardo. Eravamo tutti insieme e iniziammo a parlare dei progetti per l’inverno. Chi iniziava l’università, chi si laureava, chi cambiava facoltà… “E voi che farete?”
“Io sono stato chiamato per dell‘animazione a Perugia” disse lui. Lo guardai sbigottita. Non mi aveva detto nulla.
“Beh, io… punto a finire la triennale in scienze della comunicazione, così dopo la laurea potro specializzarmi in giornalismo” mentre parlavo fissavo Danilo, ancora sconcertata per la sua rivelazione.
“Quindi vi separerete” dedusse qualcuno.
“Forse” avevo le lacrime agli occhi “non lo so”.
Sentii il braccio caldo di Danilo avvolgermi “faremo il possibile per rimanere insieme” disse lui.
Poco dopo il gruppo si sciolse, e rimanemmo soli. Senza più timore di essere vista, iniziai a singhiozzare. “Perché non me l‘hai detto?” 
“Scusa”
“Non basta. E poi te ne esci con una frase del tipo “non ci separeremo mai”! Ma a che gioco stai giocando?”
“Sto cercando di prendere le cose come vengono”
“Quindi non te ne frega niente”
“Non è così”
“E allora com‘è?”
“Io… non so cosa fare.”
“Neanche io”
Mi abbracciò, mentre io davo libero sfogo alle mie lacrime. Sarebbe stato un inverno orribile. Senza Dani, senza Flamy che partiva per la spagna, con un mucchio di studio…
“Almeno sai dove andrai a stare?”
“Sì. L‘agenzia ci da in affitto una casa. Siamo io e Dave. Te lo ricordi?”
“Certo” a suo tempo Flamy si era presa una cotta per il dj del villaggio dove avevo conosciuto il bagnino.
Questo mi aiuto a calmarmi, così prendemmo a baciarci, ma fummo interrotti dal mio cellulare.
“Pronto?!”
“Ele!”
“Flamy!”
“Sono andata a letto con Dave!”
Sgranai gli occhi e fissai Danilo, che parve non capire la mia espressione. “Ma… quando?”
“Stanotte”
“Dove?!”
“In discoteca!”
“E ora?”
“E ora sono con lui, che mi piace un casino! Ho mollato lo spagnolo!”
“Maddai. Wow.”
“Sai, lui viene a lavorare a Perugia, quindi…” 
Mi illuminai. “Flamy, ti richiamo dopo”. Fissai Dani, sorridente. “Forse ho trovato una soluzione.”

“Andiamo a vivere con Flamy e Dave!” Quando avevo annunciato la mia idea, Dani mi aveva guardata come se fossi impazzita. 
“Ma che cosa…”
“Stanotte Flamy è andata in discoteca e ha incontrato Dave… è successo quel che è successo e ora vogliono andare a vivere insieme”
“E lo spagnolo?”
“Conosci mia cugina…” 
“Già. Così vivremo tutti e quattro insieme?”
“Non sei felice?”
“Certo!”
Mi baciò e poi volammo a casa mia per organizzarci.
Mentre preparavamo qualche scatolone, capii che mancava qualcosa. Dovevo avvertire i miei.
“Dani…” chiamai.
“Sì?” si affacciò alla porta della camera con il viso grigio per la polvere e con uno scatolone enorme tra le braccia.
Quando lo vidi iniziai a ridere, e mi avvicinai per pulirlo. In breve tempo finimmo sul letto, e tra un bacio e l’altro le sue mani arrivarono al mio reggiseno.
“Dani, non possiamo…” iniziai.
“E perché? Abbiamo tutta la notte per fare gli scatoloni”
“Beh, veramente… volevo dirti di prepararti perché stasera andiamo dai miei”
La sua espressione si face prima seria, poi tornò a sorridere. Mi sedetti a cavalcioni sulla sua pancia per guardarlo meglio.
“è uno scherzo” dedusse.
“no! Dovrò pur dirgli che vado a vivere a 400 km di distanza con il mio ragazzo!”
“Non lo so… devi?”
“sì!”

Quella sera lo trascinai a casa dei miei, che approvarono la mia scelta, poiché “la preparazione dell‘università di Perugia era di certo migliore di quella che avevo lì”.
Dani divenne l’idolo assoluto di mio fratello, a cui raccontò le sue mille avventure con le donne. I miei non dissero nulla su Danilo. Non capii se gli piacesse oppure no, e sinceramente non mi importava.
Restava un’ultima persona da avvisare, e la cosa che più mi angosciava era la sua reazione. Così rieccomi sdraiata sul campo in erbetta, all’ombra. Ma stavolta, con me c’era solo Leo. Avevo pregato Danilo di parlargli io. Era il mio migliore amico e non volevo ci rimanesse male. 
“Allora? Che dovevi dirmi?”
“Beh, ecco… tu lo sai che io e Dani stiamo insieme, no?”
“Si..”
“E che lui va a Perugia…”
“Si, ma non ti seguo”
Odiavo che mi rendesse tutto così difficile. “Vado a vivere con lui”
“Ah”
“E…?
“Niente. Vai, sii felice, baci e abbracci.”
“Okay, mi prendi in giro.”
“No”
“Io voglio sapere che ne pensi”
“Che ne dovrei pensare? Non ti hanno portato via i tuoi, allora te ne vai da te!”
“Sai quanto ho aspettato questo momento. Sai quanto ho sognato di rivederlo. Perché dici così?”
“Perché lui lo sognavi e ora ci vai a vivere insieme, io ci sono sempre stato e ora te ne vai”
“Ma tu sei il mio migliore amico! Lo sei da anni… e questo non cambierà mai. Vicini o lontani che siamo.”
“So già come andrà a finire. Perderemo i contatti e arrivederci e grazie.”
“Finiscila! Verrò qui una volta al mese, più tutte le vacanze! E per l‘estate ragazzi dell‘anno prossimo ci sarò! Ti inviterò a casa, e…”
“Scusa. Hai ragione. Vai e divertiti.”
“Grazie”
Lo abbracciai forte e insieme uscimmo dal campo.

Passammo tutto il week-end con Flamy e Dave, a riempire e svuotare scatoloni e valige, ad organizzare i micro appartamento che avremmo dovuto condividere. Finimmo prima del previsto.
“Ehi, voi quando iniziate a lavorare?” chiese Flamy una sera a cena.
“I primi di ottobre. E voi quando iniziate i corsi?”
“Anche noi, su per giù”
“Allora ho un‘idea” riprese Flamy. La guardammo tutti, in attesa. “Io devo dirlo ai miei, e voglio conoscere i tuoi” continuò rivolgendosi più a Dave che a noi.
“Potremmo partire tutti e quattro. E magari passare da Cremona per conoscere i tuoi” continuai io, guardando Dani.
“Quindi faremmo Città di Castello, Imola, Cremona… e magari in mezzo ci mettiamo anche Ravenna. Ho voglia di fare un giro a Mirabilandia!” concluse Flamy.
Le facce dei due ragazzi che ci sedevano davanti erano uniche. A metà tra la sorpresa e il disgusto. Ci ascoltavano terrorizzati mentre noi facevamo i nostri piani assurdi.
“Rimane solo una cosa” disse Danilo cercando di trovare un buco nel nostro piano.
“E cioè?”
“Come ci andiamo?”
“Con la mia 500 o con la Jeep di Elena” disse Flamy. Optammo per la mia jeep, era più spaziosa e in quattro ci saremmo stati sicuramente più comodi.

  
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