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Autore: ka_chan87    14/11/2005    8 recensioni
Tempi duri aspettano il Continente delle Tre Terre con un nuovo nemico a minacciare la sua stabilità. Cinque giovani per unire le Tre Terre a comabattere sotto un'unica bandiera l'odiato nemico... avventure, scontri tra la magica atmosfera di tre misteriosi paesi, ognuno con la propria storia e le proprie magie e la nascita di grandi amicizie e grandi amori... tutto questo è "La Guerra delle Tre Terre"
Genere: Romantico, Azione, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Naraku, Sango, Shippou
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Holà a tutti! Un’altra settimana è cominciata portando con sé un nuovo capitolo di questa ff che sembra procedere bene…! Con mio immenso piacere vedo che siete sempre di più a recensire e anche questa piccola introduzione sarà dedicata per lo più a voi visto che mi sono state poste alcune domande alle quali devo assolutamente rispondere sperando che leggiate tutti quanti….
Per bea: allora…la domanda in questione era: ‘se Kagome e Miroku sono cugini e quindi rappresentano entrambi la terra centrale perché entrambi devono far parte del consiglio?’ . Come avevo già spiegato, il Consiglio può essere composto da un minimo di tre a un massimo di cinque persone. In effetti Miroku, Sango e Inuyasha sarebbero sufficienti poiché rappresentano, rispettivamente, la Terra Centrale, Il Regno del Nord e il Regno del Sud. Ma le rare volte in cui il Consiglio era stato interpellato in occasioni di estrema necessità, vi aveva sempre fatto parte, come membro, anche il Re della Terra Centrale poiché è proprio grazie al fondatore del Regno che è nata la Milizia del Dragone che, anche se è ‘prerogativa ’ della Terra Centrale, si preoccupava di mantenere la pace in tutto il Continente – significativo, poi, è il fatto che lo stesso padre di Inuyasha fosse un Cavaliere. Il fatto, poi, che Kagome e Miroku siano cugini – alla fine, poi, sono cugini di terzo grado – è un caso. È per questo che entrambi fanno parte del Consiglio. Bè, credo di essere stata abbastanza chiara ma se ci dovessero ancora dei dubbi…non esitate a chiedere!
Ora passiamo, invece, a Hikari_Takahishi87 con cui ho un conto in sospeso uhuhu! Ovviamente sto scherzando!! : non so se l’hai letto, ma tra i commenti ne ho lasciato uno io in cui ti rispondevo a proposito della tua recensione…. Bè, magari lo leggerai più tardi ma il succo era che…non ti devi preoccupare!! Nessuna delle tue recensioni mi ha mai offeso e, anzi, le considero molto preziose perché mi dai molti consigli su come migliorarmi facendomi poi, la maggior parte delle volte, accorgere di cose che non avevo notato. Inoltre mi fanno molto piacere le tue recensioni perché, tramite esse, mi fai capire che stai molto attenta alla storia e anche ai miei stessi commenti…. Perciò, ripeto, non ti preoccupare e continua a recensire come hai sempre fatto! (comunque vai a leggere anche il commento che ho lasciato!).
Ora passiamo all’altro quesito che mi hai lasciato nella recensione a proposito sulla frase detta da Miroku nel secondo capitolo. Premetto che in quella frase c’è molto di mio, le emozioni che in quel momento Miroku prova non sono totalmente inventate come la maggior parte del significato che ha la frase. Sottolineo, poi, che il nobile Takehiko non è un Cavaliere – spero di non essermi momentaneamente confusa e di non aver scritto in nessun capitolo il contrario. Quello che volevo dire, comunque, è che a differenza dei vari legami che possiamo instaurare nella vita quello con un Drago è indissolubile e indistruttibile…cosa che invece, la maggior parte delle volte, non accade con le persone che conosciamo. Ovviamente la frase, proprio perché detta da Miroku, assume un significato particolare visti i suoi problemi col padre. Non credo di essermi spiegata al meglio ma, anche impegnandomi, non ci riuscirei perché nel momento in cui ho scritto quel capitolo e, in particolare, quella frase, provavo delle cose particolari che, evidentemente, si sono involontariamente ripercosse in quello che ho scritto. Probabilmente ti lascerò insoddisfatta – e mi scuso – ma più di così non so cos’altro dire.
In fondo, è inevitabile inserire un po’ di sé in quello che si scrive….
Bene, con le spiegazioni ho concluso – spero di non aver scordato nulla! – e ora veniamo ai ringraziamenti per chi ha commentato: bea, Lorimhar (in effetti l’attesa di sette giorni fa pensare a The Ring…! Mh…abbastanza inquietante!), cri-chan (E così hai letto The Change!? Non so se vergognarmi o essere felice…! È la mia prima ff ed essendo un genere di storia totalmente diverso da questa…quando la rileggo non so che pensare! Comunque spero di finirla presto – anche se ormai ho abbassato l’ascia di guerra, penso non farò troppa fatica a maltrattare ancora Inuyasha eheh! Per la nomina di fedelissima…te la meriti al 100%!), Elychan, Mech (Tu, mia cara, se continui col lasciarmi sempre due recensioni per capitolo finirai per viziarmi! Comunque ti devo davvero ringraziare di cuore…mi lasci sempre delle recensioni troppo carine e anche a te ti ho annoverata tra le fedelissime visto che hai commentato dall’inizio!), Vale_chAn, Hikari_Takahishi87 (Mi aspetto una tua recensione anche per questo capitolo, eh!?) e Alia_chan.
Uff…ce l’ho fatta! È lunga come introduzione, ma spero la leggiate tutti…. Ah, per chi è appassionato di Eragon…se non l’avete ancora fatto comprate Eldest perché è a dir poco spettacolare!! Io l’ho finito in appena cinque giorni ed è assolutamente magnifico…il finale poi…! Aaah…meglio che la smetto altrimenti vi dico tutto!
Bene, ed ora smetto di blaterare e vi lascio al decimo capitolo (cavolo mi sembra ieri che ho pubblicato il primo!).

10° CAPITOLO “NON PIÙ SOLI…”

L’aria fresca del mattino gli accarezzava dolcemente i lunghi capelli color dell’argento, ravvivandoli con molteplici riflessi dorati.
Le fronde degli alberi si muovevano leggere, danzando insieme alle folate di vento che ne disturbavano la quiete.
Inuyasha inspirò a fondo, immerso in tutto questo.
Quella era la sua seconda settimana passata in completa libertà. Ancora adesso faticava a crederlo.
E faceva altrettanta fatica a inserirsi in quell’ambiente, nell’atmosfera che pervadeva quel luogo.
Anche prima di essere rinchiuso in quella prigione si era dovuto abituare alle occhiate di puro disprezzo che spesso avevano rivolto a lui e a sua madre… come dimenticarle? Gli Umani e, ancora di più, i mezzi- demoni, nel Regno del Sud erano peggio della feccia.
Invece lì erano tutti così cordiali, gentili…. Essere Youkai, Umano o Hanyou non faceva differenza.
Si ritrovò a sorridere divertito pensando al fatto che, nonostante tutta quella cordialità tipica della gente della Terra Centrale, si era trovato qualcuno con cui discutere sempre.
La sera del giorno in cui aveva accettato di diventare un Cavaliere, Miroku – ormai anche da lui inquadrato come pervertito incallito – gli aveva fatto conoscere un altro Cavaliere… uno ookami Youkai di nome Kouga. E da un’iniziale indifferenza reciproca si era spesso arrivati quasi alle mani. No, decisamente non si sopportavano.
Ma, da un lato, era anche contento…. Lui, di certo, non possedeva quello che poteva essere definito un ‘buon carattere ’: molto competitivo, solitario, scorbutico, lunatico ed altro ancora…. E Kouga non era da meno. E proprio per questo, in un ambiente votato alla ‘fratellanza ’ reciproca, per uno come lui, non noceva un po’ di sana competizione con qualcuno alla sua altezza.
Cercò di accomodarsi meglio sul ramo della grossa quercia sul quale si trovava, guardando il sole alto nel cielo.
Dal periodo delle Grandi Nevi c’era stata solo qualche sporadica nevicata perpetuando il manto bianco che ricopriva ancora le strade e i tetti della grande città. Entro poco, però, anche quel manto candido sarebbe scomparso sotto i caldi raggi del sole che, giorno dopo giorno, si andavano sostituendo, col loro tepore, al freddo pungente dell’inverno inoltrato.
Accarezzò la copertina del grosso libro che aveva in mano… uno spesso manuale sui Draghi. Da quanto gli aveva detto Miroku, anche Sango aveva dovuto studiare in vista della sua investitura a Cavaliere. Non aveva mai amato in modo particolare lo studio, ma se si trattava di Draghi non c’erano problemi.
Quello era forse il sesto libro diverso che leggeva. Da quando aveva cominciato non era più riuscito a smettere, non tanto per diventare il ‘primo della classe ’ e, magari, gareggiare con Kouga su chi conosceva meglio gli sviluppi delle arti magiche dei Draghi o su che tipi di strategie si possono elaborare con un esercito di tali creature e così via…no, per semplice sete di sapere.
Avvertì il fruscio di una serie di passi, anche se attutiti dal manto soffice della neve.
“Accidenti, vuoi diventare un topo di biblioteca?” la voce ironica – ormai familiare – di Miroku gli arrivò alle orecchie che si mossero leggermente
“Feh! Uno non può essere semplicemente curioso?” lo rimbrottò l’ Hanyou senza staccare gli occhi dalla pagina color ocra
“Mph, se c’era una cosa che non mi aspettavo dal tuo carattere, è che tu fossi curioso!” ridacchiò di rimando il ragazzo dal codino mentre arrivava ai piedi dell’albero, volgendo lo sguardo verso l’alta postazione del mezzo- demone.
“Tsk!” grugnì lui, facendo cadere il discorso.
“Cosa vuoi… Mago?” gli chiese poi, sgarbato, Inuyasha, calcando sulla parola ‘Mago ’ quasi con disprezzo
“Uff, ma la finisci di chiamarmi in quel modo?” lo guardò indispettito Miroku
“Perché, non lo sei forse?” l’ Hanyou ci aveva preso gusto.
“Sì, lo sono, ma preferirei che non mi chiamassi in quel modo” ribadì seriamente il Cavaliere dal codino guardandolo severamente. Inuyasha lo guardò a sua volta per poi rivolgergli un misero “Feh!”.
“Aaaahhh… sai ti preferivo com’eri nei primi giorni…. Misterioso e taciturno…. Eri anche più affascinante” rifletté il ragazzo, sospirando
“Ehi, che vorresti dire? E poi, cos’è, sei passato dall’altra sponda?!” gli domandò ironico, sghignazzando
“A- ah! Come siamo spiritosi…! Non posso di certo abbandonare il gentil sesso! Ci sono troppe fanciulle che non hanno ancora avuto il piacere di godere della mia compagnia!”
“Seee… comunque… non voglio domandartelo ancora, perché sei qui?” gli disse, scendendo, finalmente, dall’albero e andandogli vicino mentre si ripuliva con qualche manata i pantaloni
“Ah, già! Ormai sono passate due settimane e mio padre ritiene che tu possa affrontare la Cerimonia della Scelta”
“Bene. Ha chiesto di me?” domandò l’ Hanyou senza alcuna emozione nella voce
“Sì, deve essere lui a comunicartelo personalmente. È la procedura” lo informò Miroku
“Allora andiamo” freddo ‘come sempre ’, il mezzo- demone si incamminò senza nemmeno degnare di uno sguardo il Cavaliere che lo raggiunse dopo poco. Insieme si diressero poi verso lo studio del Governatore.

“Grazie per essere venuto subito”.
“Di niente”.
Palazzo Reale, studio del nobile Takehiko.
“Immagino che mio figlio ti abbia già detto tutto… ma è necessario che sia in persona a darti la notizia: domani affronterai la Cerimonia della Scelta. Tra te e Sango siamo venuti meno già due volte ai tempi necessari che devono precedere le Cerimonie… ma essendo in una situazione di emergenza non potevamo agire che in questo modo”.
“Cosa devo fare?” chiese atono l’ Hanyou
“Questo te lo dirò direttamente durante la Cerimonia. Domani mattina, per le nove, passerà dalle tue stanze Miroku e ti accompagnerà fino alla Sala del Destino. Come abbiamo detto a Sango a suo tempo, ti informo che la Sala del Destino viene utilizzata solo in occasione delle Tre Cerimonie e in altre, speciali, occasioni. Per il resto è inaccessibile per chiunque altro non sia autorizzarvi ad entrarvi e, inoltre, è protetta da una serie di incantesimi che ben pochi conoscono…”
“Capisco. Quindi, in definitiva, io non devo fare niente, vero?”
“Assolutamente. Vedremo domani quale sarà il tuo destino” gli sorrise debolmente il Governatore. Inuyasha si soffermò sugli occhi sorridenti dell’uomo… gli occhi di Miroku anche se estremamente differenti.
“Allora noi ci ritiriamo – intervenne Miroku – Anche perché avrai un gran da fare”
“Sì, in effetti è così”.
- Cos’è successo tra questi due? – si ritrovò a chiedersi il mezzo- demone notando l’atmosfera non propriamente distesa che c’era tra padre e figlio.
Senza aggiungere altro, i due si congedarono per poi dirigersi verso il primo piano sotterraneo dove, alla taverna, dovevano incontrarsi con Sango e Kouga per pranzare tutti insieme.
“Mi sono perso qualcosa?” sbottò all’improvviso Inuyasha. Miroku lo guardò sorpreso
“Che vuoi dire?”
“Tra te e tuo padre… è successo qualcosa?” chiese sussurrando, leggermente imbarazzato. Non era da lui farsi gli affari degli altri. E proprio questo comportamento inaspettato lasciò il ragazzo dal codino esterrefatto tant’è che lo guardò con tanto d’occhi, facendo innervosire l’ Hanyou
“Si può sapere perché mi guardi in quel modo?!” non tardò a sbraitargli contro il mezzo- demone
“Ah, no, scusa… è che… non mi aspettavo una domanda del genere… proprio da te…”.
Nonostante fosse passato poco tempo da quando i due si erano conosciuti, entrambi avevano capito molto dell’altro. E, anche se ne se l’erano detto esplicitamente, erano diventati amici. Conoscevano poco l’uno dell’altro, ma sapevano comunque capirsi e Inuyasha, per la prima volta, sapeva che c’era qualcuno su cui poteva contare.
“Te l’ ho detto, no, che sono curioso?” farfugliò imbarazzato, con le gote leggermente arrossate. Miroku sorrise, aveva trovato un buon amico.
“Grazie per il tuo interessamento, Inuyasha – gli si rivolse sorridendogli il Cavaliere – E forse riesco a capire perché ti stia a cuore il rapporto fra me e mio padre…”. Inuyasha distolse lo sguardo da quello dal ragazzo e annuì impercettibilmente. Lui un padre non ce lo aveva più e, insomma… gli sarebbe quasi dispiaciuto se tra quei due le cose non andavano bene. La vita può andare e venire senza che te ne rendi conto… non vale la pena sprecarla con vani litigi.
“Ma ci sono tante cose che ancora non possiamo affrontare – riprese con un tono estremamente addolorato – Comunque sono sicuro che tutto si sistemerà” e sorrise, seppur con un po’ di sforzo.
“Centra per caso la missione del mio recupero?” gli chiese cauto il mezzo- demone aspettando una sua qualche reazione; Miroku annuì
“Mh…. Eeeehhh….i rapporti con i genitori sono davvero complicati! – esclamò esasperato – Diciamo che è rimasto colpito dal fatto che ero stato ferito…. È partito tutto da lì…. Una semplice ferita può rimandare a ricordi del passato”. Di nuovo quell’espressione. Inuyasha gliela aveva vista sul volto anche altre volte. Dolore.
Lui aveva sempre cercato di evitare quell’espressione e vederla sul volto di qualcun altro… gli faceva uno strano effetto.
“Ma non parliamo di queste cose! Mi viene il mal di testa solo al pensarci! Comunque grazie…” e gli sorrise nuovamente, imbarazzandolo. Si sentiva una femminuccia
“Feh!” esclamò girandosi
“Su, su! Non c’è tempo per fare i preziosi! Gli altri ci stanno aspettando!”.
Questa volta fu Miroku a lasciare indietro Inuyasha….


“Presto!! Chiamate immediatamente il Governatore!!!”
“Che succede qui?!?”.
“Ah, Signore! Ha fatto ritorno un membro del clan dei Kitsune!”.
“Dov’è?”
“L’abbiamo portato in infermeria. Era gravemente ferito”. Il Governatore Takehiko si fiondò verso l’infermeria sudando freddo.
Tempo prima erano stati mandati alcuni membri del clan Kitsune verso il Regno del Sud, per cercare di raccogliere altre informazioni sulle mosse di Naraku…. E se ne era tornato indietro uno solo, per giunta ferito, non era un buon segno….
“Papà?!” la voce di Miroku attirò la sua attenzione
“Oh, siete voi…” trasalì, guardando il figlio e Inuyasha.
“Cos’è successo? C’è molta agitazione nel Palazzo…” indagò il ragazzo dal codino, notando anche l’agitazione e la preoccupazione del padre
“Ha fatto ritorno un membro dei Kitsune. Lo sto raggiungendo in infermeria, a quanto pare era gravemente ferito” riferì serio
“Uno dei Kitsune? Ma sono partiti non molto tempo fa…” constatò sorpreso Miroku sotto lo sguardo di un Inuyasha che ci stava capendo sempre meno
“Venite con me” ordinò, poi, loro Takehiko mentre riprendeva ad avanzare. Gli altri due lo seguirono subito dopo.

“Allora, come sta?”. Arrivati all’ambulatorio, il Governatore si informò subito sulla salute del ferito; Inuyasha riconobbe la donna che aveva medicato anche lui.
“Meglio. Non so cosa sia successo di preciso, ma il piccolo ha riportato diverse escoriazioni nonché diverse bruciature ma, bene o male, se l’è cavata con poco”
“Il… piccolo?” domandò perplesso Takehiko.
“Sì. Il superstite è il piccolo Shippo, figlio del capo- clan”.
“Capisco. Possiamo vederlo?” chiese infine l’uomo.
“Non ha ancora ripreso conoscenza. Vi avvertirò quando si sveglia” e la donna fece ritorno nell’ambulatorio lasciandoli fuori.
“Chissà che è successo…” si chiese Miroku
“Ce lo dirà Shippo…. Comunque ho un brutto presentimento”
“Già…”. E i tre tacquero, aspettando pazienti che potessero vedere il ferito.

Non dovettero aspettare molto, che l’infermiera li avvertì che il ferito si era ripreso e che poteva riceverli.
Si accomodarono nella stanza, puntando gli occhi su un piccolo Youkai dalla testa fasciata e che li guardava con i grandi occhi verde smeraldo che, a stento, stavano cercando di trattenere le lacrime.
“Shippo, giusto?” gli si avvicinò il Governatore, sorridendogli. Il piccolo Demone volpe annuì debolmente.
“E invece il mio nome lo sai?” gli chiese dolcemente, mentre si sedeva sulla sedia vicino al letto.
“S- sì… siete il nobile Takehiko” gli rispose debolmente, tenendo gli occhi bassi.
“Esatto e quelli che vedi alle mie spalle sono mio figlio Miroku e il nobile Inuyasha, principe del Regno del Su-”
“Il principe del Sud?!? Nobile Takehiko come potete permettere che costui soggiorni qui ad Eldoras?! Voi del Sud siete solo dei maledetti assassini!!” urlò il piccolo Youkai guardando con odio l’ Hanyou mentre le lacrime che a stento stava cercando di trattenere sboccarono copiose, solcandogli le guance arrossate.
I tre erano rimasti spiazzati da quell’improvvisa sfuriata e Inuyasha stava già per sbraitargli contro di rimando ma fu anticipato dal Governatore.
“Shippo, Inuyasha è nostro alleato, non centra con quello che vi è accaduto e di cui noi siamo ancora all’oscuro…. Te la senti di dirci cosa vi è successo?” gli disse pacato, cercando di calmarlo. Il piccolo Youkai tirò su col naso, tentando di smettere di singhiozzare.
“E- eravamo sulle Montagne della Luna, vicino al confine col Regno del Sud…. Ci eravamo riparati già da qualche giorno in una grotta a causa di una tormenta improvvisa….
“Poi, ieri… siamo stati… attaccati. Erano Youkai del Sud. Spietati assassini del Sud…” disse, riprendendo a singhiozzare
“Avete combattuto? Gli altri… dove sono?” osò chiedere, conoscendo già, però, l’amara risposta
“Io sono l’unico sopravvissuto. Mio padre mi ordinò di fuggire per far ritorno qui e riferire quello che è accaduto…. Sono… tutti morti… mentre io…”. Takehiko sospirò. Ancora vittime.
Inuyasha non resistette oltre. Si voltò brusco e se ne andò sbattendo la porta.
Non poteva vedere qualcuno penare per le sue stesse sofferenze. Gli era già bastata la sua, d’infanzia.
Miroku lo vide andarsene preoccupato, ma decise che non era il caso seguirlo… aveva bisogno di stare solo.


“Signor Mendion! Signor Mendion!”.
“Uh?, oh, Sango sei tu…”.
Palazzo Reale, nella grande palestra, primo pomeriggio.
“Vi state allenando?” domandò gentilmente Sango mentre il piccolo Sieg si strusciava sulle sue gambe
“Sì, è da un po’ che mancavo e avevo bisogno di muovermi…. Anche tu sei molto diligente a quanto pare” sorrise al piccolo Drago che già da un po’ lo stava fissando con i suoi occhi felini dal color arancio. In quelle due settimane la piccola creatura era cresciuta notevolmente ed ora, stando a quattro zampe, arrivava alle ginocchia del suo Cavaliere.
Il Ministro gli si accucciò davanti, cominciando ad accarezzarlo gentilmente ottenendo il brontolio compiaciuto della creatura.
“È davvero un esemplare magnifico…” constatò l’uomo, fissando lo sguardo sul luccichio delle squame marrone scuro del Drago.
“Sì… sono stata molto fortunata… - sorrise la ragazza, guardando il suo Drago…poi trasalì, ricordandosi del motivo per cui aveva attirato l’attenzione del Ministro – E- ecco… Signor Mendion… potrei farle una domanda?” gli disse titubante ed anche un po’ imbarazzata. Lui alzò lo sguardo su di lei annuendo e guardandola con curiosità.
“B- bè… ecco… è a proposito di Miroku….” continuò balbettando con le guance arrossate. Mendion sorrise e si alzò per guardarla meglio negli occhi.
“È successo qualcosa?” le chiese sorridendole
“N-no… niente…. È a proposito della missione…. Ecco… è che lo visto usare con molta facilità la Magia, cosa che ignoravo e… bè…”.
“È naturale – cominciò lui, senza abbandonare il sorriso – Miroku è un Majutsushi”
“Davvero?!” esclamò stupita Sango. Saper fare qualche incantesimo era un conto – anche perché, essendo un Cavaliere ed essendo a continuo contatto col proprio Drago era inevitabile possedere qualche abilità magica – ma essere un Majutsushi vero e proprio era un altro.
“Ero rimasta perplessa anche quando vidi che era stato lui a sbloccare gli incantesimi della Sala del Destino… adesso capisco…” rifletté lei
“Già. E non si tratta di un Mago qualunque… Miroku è uno dei più potenti di tutto il Continente” la informò, scioccandola ancora di più.
“Non… non ci posso credere…” balbettò, stupita, facendo ridere Mendion
“Non sei la prima a non crederci e, penso, non sarai nemmeno l’ultima…. Ora, scusami, ma devo proprio andare…. Takehiko mi aspettava già da un pezzo! Ci vediamo questa sera”
“S- sì, e grazie”.
Sango vide il Ministro allontanarsi, mentre le sue parole gli rimbombavano ancora nella testa.
- Miroku uno dei Majutsushi più potenti del Continente? È incredibile…. – pensò, sconcertata – Perché uno con simili poteri… deve avere un carattere del genere?!? -
- Io l’avevo capito… - la voce ancora poco profonda di Sieg la raggiunse
- Che cosa? –
- Che era un Majutsushi… - la informò, semplicemente
- E non potevi dirmelo? Ho fatto una figuraccia! Ti rendi conto di come l’ho sempre trattato? E adesso vengo a sapere che è una delle persone più in vista del Continente… -
- Proprio per questo
- Che vuoi dire? –
- Ci sarà un motivo se non va a sbandierare ai quattro venti che è un Mago, no? -
- Mmh… non ci avevo pensato… -
- Credo che non voglia esattamente che avvenga quello che hai pensato prima…. Se tutti sapessero quello che è in realtà lo tratterebbero con deferenza e si sentirebbero in qualche modo… a disagio. Inoltre i Majutsushi non sono spesso ben visti… -
- Ma quanto è intelligente il mio piccolino?! – lo prese in giro il Cavaliere facendolo sbuffare.
Comunque i ragionamenti del Drago non erano del tutto infondati…. Miroku aveva una personalità molto complessa e non si sarebbe stupita se ciò che aveva detto Sieg fosse stato vero.


“Sta volta… anf… ti sei nascosto… anf… davvero bene!” uno sfinito Miroku aveva appena terminato il suo completo giro di perlustrazione dell’intero Palazzo in ricerca di Inuyasha.
Questo, al vederlo così sfinito, alzò un sopracciglio domandandosi il perché di così tanta insistenza.
“Ormai è ora di cena… non scendi?” l’ Hanyou in questione, infatti, si era rifugiato su una delle alte torri del Palazzo ed era rimasto lì praticamente per tutto il pomeriggio. Miroku prese nota: a Inuyasha piaceva stare nei posti alti.
“Tsk, adesso non si può stare nemmeno per conto proprio? Senti, non so se l’hai capito, ma io non sono come tutti voi. Non sono fatto per le gentilezze, le cordialità… non le sopporto” disse, cercando di intimidirlo…. Fiato sprecato.
“Oh, ma non c’è alcun problema! Adesso scendi” insistette il ragazzo dal codino con un sorriso da far invidia. Inuyasha rimase a bocca aperta. Non aveva mai conosciuto un tipo simile.
“Ma voi Maghi siete tutti così?” gli domandò, avvicinandoglisi.
“No, solo io!” rise il Cavaliere.
“Meno male! Altrimenti sarebbe una rovina!”
“Dì, ma odi così tanto i Majutsushi?” gli domandò poi Miroku, curioso di conoscere il motivo di tanto astio
“Dovresti sapere il perché” gli rispose, freddo, di rimando l’ Hanyou. Miroku lo guardò negli occhi
“Se te lo chiedo è perché non lo so…”
“Naraku” sibilò semplicemente
“Cosa centra Naraku?”.
“È un Majutsushi, proprio come te” lo informò, guardandolo dritto negli occhi e leggendo nelle iridi blu mare del ragazzo pura sorpresa.
“Na- Naraku è…. Non ne eravamo a conoscenza… abbiamo così poche informazioni sul suo conto…. Adesso si spiegano tante cose”
“Mio padre lo conobbe tanti anni fa. Proprio per le sue abilità lo elesse come proprio consigliere… ma si rivelò solo un maledetto traditore” la rabbia gli ribollì nelle vene. Miroku gli posò una mano sulla spalla
“Arriverà anche il tempo della vendetta. E nella sua attesa, dobbiamo prepararci al meglio. Domani ti aspetta una grande giornata” l’ Hanyou annuì e i due si avviarono insieme verso la mensa del piano terra dove avrebbero cenato insieme al resto della combriccola.

[…]

Il mattino seguente, di buon’ora – come d’accordo – Miroku passò dalle stanze di Inuyasha per accompagnarlo alla Sala del Destino.
Ancora una volta il mezzo- demone rimase colpito dalla complessità del Palazzo Reale e dalla genialità con cui era stato costruito in spazi non poi così vasti.
C’erano passaggi segreti di cui non si sarebbe accorto mai nessuno e talmente tanti tunnel quasi impossibili da ricordare.
Insieme a loro c’era anche Sango che, notò Inuyasha, si comportava in maniera diversa dal solito, in modo particolare con Miroku. Non vi diede peso… aveva altre cose a cui pensare.
Notò, inoltre, che stavano salendo finché non arrivarono davanti a un’enorme ingresso bloccato da due altrettanto enormi porte in legno scuro.
“È questa?” domandò l’ Hanyou guardandosi intorno quasi indifferente mentre dentro di sé era sempre di più meravigliato.
“Sì, siamo nella torre più alta del Palazzo”.
Attesero alcuni minuti in silenzio finché non comparvero sulla soglia del tunnel anche il Governatore e il Ministro Mendion.
“Buongiorno a tutti e due! Ma… Kouga non c’è?” chiese loro Miroku notando l’assenza dell’amico.
“Buongiorno anche a voi. No, Kouga aveva alcune cose da sbrigare fuori città. Comunque ti manda i suoi più sinceri auguri per la Cerimonia, Inuyasha”.
L’ Hanyou rimase interdetto da quelle parole, mostrandosi anche al quanto scettico. Non credeva possibile che proprio quel lupo ‘spelacchiato ’ gli mandasse i suoi auguri.
“Non fare quella faccia! Guarda che è tutto vero, quando gli ho detto che oggi avevi la Cerimonia gli si è illuminato il viso. Credo che non aspetti altro di competere con te come Cavaliere. Penso ti stimi molto”.
“Bah, che sciocchezze” borbottò Inuyasha, voltandosi.
“Allora, vogliamo procedere?” li invitò il nobile Takehiko, attirando la loro attenzione. Gli altri annuirono e Miroku procedette con lo sciogliere gli incantesimi della Sala sotto lo sguardo attento di Sango.
Il mezzo- demone si ritrovò nell’osservare una delle opere più belle che avesse mai visto ritrovandosi a girare su se stesso per ammirare al meglio la famosa Sala del Destino. Ma la sua attenzione venne poi catturata da quelle che evidentemente erano uova. Fremette nell’osservare la superficie liscia di ognuna di quegli ovali, risplendenti di riflessi dai colori più svariati, accentuati dal cono di luce proiettato su di esse.
“Benvenuto nella Sala del Destino, Inuyasha. È qui che si deciderà di cosa sarà la tua vita d’oggi in avanti. Seguimi” gli disse il Governatore, accompagnandolo verso l’altare su cui erano state disposte le dieci uova.
Gli spiegò brevemente cosa doveva fare finché non diede avvio alla Cerimonia della Scelta.
L’ Hanyou, come spiegatogli, si accostò al primo gruppo di cinque uova, cominciando a sfilare davanti ad esse. Il suo cuore accelerò improvvisamente, mentre guardava nervoso ciascun uovo, in ognuna dei quali era contenuto il suo destino.
Deglutì nervoso quando passò il quinto uovo del primo gruppo: ne rimanevano solo cinque. Continuò con passo incerto ad avanzare sorpassando ormai il primo uovo del secondo gruppo. Lo sconforto cominciò a far sentire la sua morsa sul suo stomaco, facendolo sudare freddo.
Non poteva permettersi di essere rifiutato. Non VOLEVA essere rifiutato.
Voltò la sguardo mentre ormai passava davanti anche al terzo uovo. Ne rimanevano solo due. Aveva il cinquanta percento di possibilità. Deglutì di nuovo, volgendo lo sguardo.
Drizzò la schiena e cercò di sciogliere le spalle irrigidite dal nervosismo. Nell’atto, una presenza estranea gli pizzicò la mente e lui, preso alla sprovvista, cercò di ritrarsi, però senza successo.
- Non devi fuggire… Inuyasha… - una voce remota lo raggiunse, carezzandolo, dandogli una sensazione di serenità mai provata prima.
Sgranò gli occhi, dirigendosi frettoloso verso l’ultimo uovo, saltando il quarto.
Fissò lo sguardo, trepidante, verso l’ovale dai riflessi color del fuoco mentre la presenza che aveva avvertito penetrava sempre di più dentro di lui.
- Non fuggirò… se tu me lo chiedi… - . Immediatamente, numerose crepe cominciarono a formarsi sulla superficie dell’uovo che si muoveva frenetico. Poco dopo, da esso, venne alla luce quello che Inuyasha aspettava da tempo. Il suo Drago.
Tese incerto la mano verso la piccola testa squamosa della creatura che, a sua volta, allungò il collo per farsi toccare. Entrambi vennero attraversati da una scossa quando si toccarono, consolidando il loro legame.
- Ed ora… una nuova vita ci attende… -
- Sì… una nuova vita – ripeté l’ Hanyou, prendendo tra le braccia il suo Drago, voltandosi verso il Governatore e gli altri che lo guardarono compiaciuti e sorridendo a loro volta nel vedere l’espressione di pura gioia del mezzo- demone.
“Benvenuti nella Milizia del Dragone!” si congratulò Miroku imitato da tutti gli altri.

Dopo aver sigillato la Sala del Destino, Inuyasha, Miroku e Sango si erano poi diretti verso l’ambulatorio dove il piccolo Drago venne sottoposto alla visita di routine.
La creatura era in forma splendida. Un bellissimo esemplare di Drago di Fuoco, femmina.
Inuyasha, al momento della schiusa dell’uovo, non aveva fatto minimo caso a quale razza appartenesse, non gli importava. Ma, in quel momento, non poté far a meno di essere ulteriormente compiaciuto della specie di appartenenza del suo Drago. Il Fuoco gli si addiceva pienamente, si disse.
Osservò avido la piccola figura sinuosa della creatura, mentre le sue squame, ancora non del tutto formate, risplendevano alla debole luce delle lampade, animate da chissà quale magia, dando l’illusione di vedere delle lingue di fuoco vere e proprie. Il Drago risplendeva di luce propria.
Gli occhi ambrati di lui incrociarono quelli fiammeggianti di lei, concatenandosi mentre le loro menti si toccavano ripetutamente.
Si allontanarono dall’ambulatorio, tutti e tre concentrati sulla piccola creatura che si dimostrò essere molto socievole e vogliosa di coccole.
“Oh, Inuyasha sei stato proprio fortunato, è un amore!” commentò esultante Sango, intenerita dal piccolo Drago, suscitando le gelosie di Sieg che sbuffò guardando di sbieco la piccola dragonessa che si faceva accarezzare, borbottando felice, dal suo Cavaliere.
“Concordo! Ah, peccato che non abbiate potuto vedere quando Varandir era piccola…. Era di una bellezza divina!” sospirò estasiato Miroku, con aria sognante.
“Non vedo l’ora di sapere che nome le darai!” disse trepidante Sango
“Mh… già… devo sceglierne uno che le stia bene…. Non sono molto ferrato per queste cose” rifletté il mezzo- demone guardando la piccola creatura sotto di sé
“Non temere… verrà da sé” lo rassicurò Miroku, sorridendogli. Il ragazzo dal codino era rimasto piacevolmente sorpreso di come l’ Hanyou stesse mostrando le sue emozioni, rendendo palese la sua felicità. Ma, comunque, sarebbe stato impossibile per chiunque nascondere una così grande gioia.
“Parla, parla, abbiamo fatto ora di pranzo…” notò poi il ragazzo attirando l’attenzione anche degli altri due.
“Sentite io preferirei stare con Lei… sia a pranzo che a cena…” disse loro l’ Hanyou
“Certamente… ma, sentite! Che ne dite se pranziamo nell’appartamento di Varandir? Così potremo mangiare anche con loro” propose Miroku, indicando Sieg e la piccola dragonessa.
“Per me va bene… ma forse tu Inuyasha vuoi stare da solo con lei…” disse Sango
“No, va bene…. Se stiamo insieme a loro va bene” accettò, accennando un sorriso il mezzo- demone
“Oooh… ci voleva proprio una femmina per farti ammansire così, eh?! Ti avverto però… all’inizio sembrano così dolci e carine ma poi diventano tremende! Ma forse a te andrà anche bene farti comandare a bacchetta ihih!!” lo prese in giro il ragazzo dal codino scatenando la furia che Inuyasha, per quel giorno, aveva deciso di reprimere
“Ma come ti permetti maledetto?! Sango, reggila!” disse mentre porgeva il suo Drago tra le braccia della ragazza del Nord per poi fiondarsi su Miroku con il chiaro intento di farlo fuori. Sango sospirò, guardando rassegnata i due mentre carezzava la piccola dragonessa.
Dopo poco i due ragazzi avevano già concluso e i tre si diressero verso il primo piano sotterraneo per andare nell’appartamento di Varandir con un Miroku pesto e con un Inuyasha furente.

Raggiunsero gli appartamenti della dragonessa tramite i numerosi tunnel mentre il piccolo Drago di Inuyasha si guardava intorno curioso, assetato di conoscere l’ambiente circostante.
- Allora è andato tutto bene! – l’esclamazione di sollievo mista a gioia di Varandir raggiunse Miroku ancor prima che arrivassero alle sue stanze
- Tutto alla grande… si sta allargando la famiglia! – rispose, altrettanto entusiasta, il Cavaliere. Pochi istanti dopo erano nell’appartamento con una Varandir a dir poco trepidante.
I tre la salutarono mentre questa si avvicinava alla nuova venuta che, Inuyasha, aveva lasciato libera di muoversi.
Le due si studiarono fino a quando Varandir non toccò la piccola squamosa testolina dell’altra sbuffando soddisfatta.
- Finalmente una femmina! Non ne potevo più di avere intorno solo dei maschi! – esclamò radiosa mentre la piccola dragonessa esprimeva la sua altrettanta gioia trotterellandole intorno. Nonostante le due appartenessero a due specie opposte – Varandir un Drago d’Acqua mentre la piccolina un Drago di Fuoco – la dragonessa più anziana si ripromise che le avrebbe offerto il suo aiuto in qualsiasi momento.
Sieg si unì alle due, lasciando libera Sango a chiacchierare allegramente con Miroku e Inuyasha il quale, però, improvvisamente, fu distratto dalla voce profonda – così diversa da quella ancora, quasi impalpabile, del suo Drago – che gli si insinuò nella testa. Ma non solo lui, anche gli altri due Cavalieri vennero interpellati dalla voce
- Ti do il mio benvenuto nella Milizia del Dragone, Inuyasha. Sono sicura che, grazie a tutti voi, potremo riportare nuovamente la pace nel Continente - . Era Varandir. Il mezzo- demone la guardò meravigliato e più confuso che mai. Sapeva bene che era possibile, da parte dei Draghi, concedere ad altri, oltre al proprio Cavaliere, il privilegio di avere quello che era la loro forma di contatto più nobile e potente… ma che venisse concesso tale privilegio anche a lui lo commosse profondamente.
La guardò nei suoi occhi dal colore di zaffiro e le si inchinò davanti
“Ti ringrazio infinitamente Varandir- sama. Per me è un onore ricevere la tua benedizione ed è un onore far parte della Milizia” disse volutamente ad alta voce.
L’unico sentimento che aveva provato da quando era approdato ad Eldoras era quello della gratitudine, cosa che gli era sempre stata estranea. Ma lì tutti lo avevano accolto a braccia aperte senza chiedergli niente in cambio. Lo avevano salvato, lo avevano reso libero e gli avevano dato la straordinaria possibilità di diventare un Cavaliere, esaudendo sia il desiderio di suo padre che il suo stesso sogno.
Ma nonostante fosse pervaso da quel forte sentimento il suo carattere gli impediva di esprimerlo appieno e sperava, in qualche modo, che quelle parole, almeno, potessero servire a farlo capire.
Gli si avvicinò Miroku, posandogli una mano sulla schiena ancora china
“Non c’è alcun bisogno che ti inchini, Inuyasha. Siamo noi ad esserti grati per aver accettato di affiancarci in questa importante battaglia” e gli sorrise mentre, ancora una volta, il mezzo- demone non poteva che provare gratitudine.
In seguito il gruppo si fece portare il pranzo lì da Doroty e trascorsero lì anche parte del pomeriggio. A loro, poi, si unì anche Kouga, tornato dalle sue commissioni e non mancarono i battibecchi tra l’ ookami Youkai e l’ Hanyou ai quali assistettero divertiti tutti gli altri.
“Comunque… - cominciò un po’ imbarazzato il Demone lupo dopo l’ennesima ‘litigata ’ – Congratulazioni per il tuo ingresso nella Milizia…. La tua piccola dragonessa è veramente stupenda!” disse, con un lieve sorriso, porgendogli la mano. Inuyasha lo guardò sorpreso e sorrise a sua volta – anche se con un’espressione un po’ beffarda… - e gli strinse la mano. Ma quel momento di ‘pace ’ durò poco, visto che i due, subito dopo, si rimisero a litigare per le cose più stupide.
Miroku e Sango sorrisero divertiti… erano senza speranza.
“Bè… si è fatto tardi” disse poi l’ Hanyou andando verso il suo piccolo Drago che per tutto il tempo aveva giocato con Sieg e Varandir
“Già, anche io devo andare…” si aggiunse Kouga.
“Va bene… sta sera che facciamo? Tu Inuyasha rimani nei tuoi appartamenti, giusto?” domandò Miroku
“Sì…”
“Noi invece ci troviamo alla taverna Miroku? Mi ha chiesto Doroty se cenavamo lì sta sera…” propose l’ ookami Youkai
“Perché no? Per me non c’è problema…. Sango?” le chiese il ragazzo dal codino
“Va bene"
“Perfetto! Allora ti passo a prendere alle otto…. Tu Kouga ci aspetti già là?”
“Sì, tanto devo andarci prima perché Glen ha bisogno di una mano per alcune faccende”
“Allora siamo d’accordo” annuì soddisfatto Miroku per poi rivolgersi nuovamente a Inuyasha “Magari passiamo a salutarvi prima di andare a dormire… ti va?” gli domandò sorridendogli
“Feh! Fai come ti pare!” rispose scorbutico l’altro…. Sarebbe stato un miracolo vederlo gentile per una giornata intera!
Così i quattro si separarono dopo aver trascorso una bellissima mattinata. Inuyasha fu il primo ad andarsene e, anche se aveva passato delle ore piacevoli in compagnia degli altri, era contento di poter passare del tempo da solo con la sua nuova piccola compagna che ora se ne stava appollaiata sulla sua spalla.
Ma poco dopo sentì la voce di Miroku che lo chiamava a squarciagola.
“Accidenti Miroku! Che cavolo hai da urlare così tanto?!”
“Anf… anf… scusa ma… ma mi sono dimenticato di… di farti vedere i tuoi nuovi appartamenti!” gli disse col fiato corto il ragazzo dal codino.
“Ah, già!” in effetti il mezzo- demone si stava dirigendo verso gli appartamenti destinati agli ospiti che aveva usato per quei giorni.
“Forza andiamo” gli fece cenno di seguirlo Miroku.
Tornarono indietro e imboccarono il tunnel che portava agli appartamenti dei Cavalieri. Passarono davanti anche alle stesse stanze di Miroku per poi dirigersi ancora più in profondità.
“Sei fortunato, sai?” gli disse poi il Cavaliere
“E perché mai?” gli disse di rimando Inuyasha, col suo solito tono arrogante
“Perché ti hanno assegnato uno dei pochi appartamenti direttamente collegato sia a quello del proprio Drago che all’esterno” lo informò
“All’esterno?! Mi prendi in giro? Com’è possibile che sia collegato all’esterno se siamo sottoterra?” gli domandò scettico. Era già dell’idea che Miroku fosse alquanto svitato ma non fino a quel punto.
Il ragazzo dal codino ridacchiò “Eh, mio caro non conosci che poche cose di questo magnifico Palazzo! Da alcuni appartamenti sono stati costruiti tunnel che risalgono fino alla superficie. Tali appartamenti sono quelli che sono costruiti nella parte più esterna perciò non è stato difficile. Uno di questi è il tuo e quello che, spero, sarà destinato a mia cugina…” concluse con un sospiro mentre gli occhi gli si velavano di una impalpabile tristezza che, però, non passò inosservata a Inuyasha.
“Tuo padre non ha ancora deciso niente a riguardo?” gli chiese con tono indifferente
“No… e non so che intenzioni abbia” rispose l’altro, con lo stesso tono “Oh, eccoci!” esclamò poi. Prese dalla tasca dei pantaloni una grossa chiave bronzea infilandola poi nella toppa della spessa porta in legno scuro.
L’ Hanyou si ritrovò in un enorme appartamento arredato di tutto punto. Era composto da un ampio soggiorno – nel quale ora si trovavano – una grande stanza da letto e un ampio bagno. In più notò due porte: una che portava agli appartamenti del suo Drago mentre l’altra conduceva all’esterno proprio come gli aveva spiegato Miroku.
“Bene, ecco qua! Spero sia tutto di tuo gradimento, è stato mio padre stesso a volerti assegnare questo appartamento. Comunque se c’è qualche problema chiedi a me e vediamo che si può fare” gli disse gentile il ragazzo dal codino mentre guardava compiaciuto Inuyasha che, intanto, stava studiando attentamente la sua nuova dimora
“No, no… è perfetto. Non potrei chiedere di meglio…” gli rispose annuendo.
“Perfetto. Ora scusami ma devo scappare, ho alcune questioni di cui occuparmi. E intanto che ci sono dirò a mio padre che è tutto a posto”
“Sì e… ringrazialo da parte mia” borbottò il mezzo- demone. Miroku sorrise e lo salutò per poi lasciare l’ Hanyou solo con la sua piccola dragonessa la quale, scesa dalle sue spalle, studiava l’ambiente curiosa.
Inuyasha notò con piacere che nella stanza da letto, oltre a un morbidissimo letto a due piazze, era stato aggiunto anche un comodo giaciglio per il suo Drago.
Nonostante ci fosse il minimo indispensabile, l’appartamento era davvero accogliente e, soprattutto, molto luminoso.
Si buttò sul letto, facendo sobbalzare i vari colorati cuscini su di esso posati, sospirando… si sentiva stanco ma immensamente felice. Subito gli si avvicinò la piccola dragonessa – dopo aver spiccato, seppur con qualche difficoltà, un agile balzo dal pavimento – accoccolandoglisi vicino mormorando felice. L’ Hanyou sorrise, cominciando ad accarezzarle la superficie squamosa, animata da riflessi dorati per via delle lampade.
Stando vicini così, i due finirono con l’addormentarsi, rassicurati l’uno dalla vicinanza dell’altro.


“Oh, dolce Sango sei splendida!”
“Eeehh… sapevo che l’avresti detto!”.
Come si erano messi d’accordo quel pomeriggio, verso le otto di sera Miroku passò dagli appartamenti di Sango per poi andare insieme a cenare con Kouga.
“Quindi vuoi dire che ti sei vestita così apposta per ricevere un mio complimento? – continuò lascivo, prendendole le mani tra le sue – Ma non ce n’era bisogno! Tu sei sempre splendida!” e le si avvicinò pericolosamente quando un dolore pungente gli attraversò la gamba. Era Sieg che lo stava mordendo.
“Accidenti che maleeee!!” piagnucolò il Cavaliere massaggiandosi il punto offeso.
“Ti sta bene. Dovresti saperlo che Sieg è praticamente la mia guardia del corpo!” ridacchiò divertita la ragazza guardando i due che si fissavano con sguardi di sfida mentre il fumo grigiastro emesso dalle narici del Drago si disperdeva nell’aria.
“Però ero serio…. Sei davvero bella sta sera” le disse guardandola dolcemente, facendola arrossire.
“Gra- grazie…” balbettò imbarazzata sotto lo sguardo sufficiente di Sieg che continuava a sbuffare.
“Forza, andiamo! Ho una fame terribile!” esclamò poi il ragazzo avviandosi seguito da Sango.
“Chissà Inuyasha che starà facendo con la sua piccola dragonessa!” si chiese sorridendo la ragazza del Nord
“Eheh! L’hai visto oggi? Non sembrava nemmeno lui! Era così carino… uno zuccherino!” ridacchiò Miroku, ripensando allo sguardo beato dell’amico
“Già! Ma credo che non lo vedremo più comportarsi in quel modo! O, almeno, non davanti a noi!”
“Eehh… quel ragazzo è proprio un timidone! Oh, ecco Kouga!” osservò, mentre facevano il loro ingresso nella taverna.
Si avvicinarono al tavolo nel quale era seduto l’ ookami Youkai mentre sorseggiava un boccale di birra ormai mezzo vuoto.
“Oh, eccovi! Accidenti Sango… come sei in tiro sta sera!” si complimentò lo Youkai facendola arrossire
“M- ma perché dite tutti così? Non mi sono vestita in maniera poi così particolare!”. La ragazza quella sera aveva indossato un morbido abito lungo del colore del cielo. Il velluto di cui era costituito, si muoveva sinuoso ad ogni suo passo, sfiorando appena il pavimento, mettendo in risalto il fisico slanciato del Cavaliere. In effetti il vestito in sé non era niente di speciale…il fatto era che, da quando era arrivata a Eldoras, quella era la prima volta che indossava abiti lunghi – cosa che, invece, aveva sempre fatto a Mendeon – preferendo vestire con pantaloni perché più comodi. Perciò era naturale che ora attirasse maggiormente l’attenzione vista la sua bellezza.
Miroku e Kouga si divertirono a vederla imbarazzarsi ma decisero poi di risparmiarla concentrandosi su altro.
Chiacchierando del più e del meno – anche se, a quel punto, l’argomento principale di conversazione divenne Inuyasha – ordinarono la cena mentre la taverna cominciava ad affollarsi, riempiendosi delle allegre risate dei commensali.
A seguito della fine delle Grandi Nevi, l’umore generale – soprattutto quello dei membri della Milizia – era notevolmente migliorato vista la scomparsa dell’impedimento atmosferico che, abitualmente, impediva la maggior parte della attività, tra cui il piacere del volo.
Ma non solo questo era stato motivo di sollievo…gli acquisti all’interno della Milizia di personaggi altolocati come Sango e Inuyasha – nonché della diffusasi notizia della ricostituzione del Consiglio delle Tre Terre – aveva ridato speranza a molti che da tempo avevano cominciato a vedere con sempre maggiore preoccupazione la minaccia di Naraku. Comunque, nonostante avesse rinvigorito i militari, questa gioia si cercava di trattenerla all’interno del Palazzo Reale visto il ‘pericolo spie ’ onnipresente.
Seppure, poi, l’attenzione generale fosse maggiormente focalizzata sulle figure di Inuyasha, Miroku e Sango – quelli che, ormai si sapeva, avrebbero avuto posto all’interno del Consiglio -, si era diffusa la curiosità per quello che riguardava la nobile Kagome, ultimo membro della casta Higurashi a cui il popolo era così affezionato.
Ma il nobile Takehiko continuava a tacere, senza dar segni di aver preparato una qualche iniziativa.
“Miroku non hai alcuna notizia su quello che riguarda la nobile Kagome?” la fatidica domanda venne espressa da Kouga con una certa apprensione e non di certo mossa da sola curiosità.
L’interpellato sospirò mostrando un’evidente frustrazione “No, Kouga, niente di niente. Mio padre non ha accennato a niente al riguardo”
“Ma com’è possibile?! Dovrebbe essere al centro dei suoi pensieri…! Sinceramente, questa volta, non lo capisco proprio. Ha sempre agito al meglio, affrontando qualunque tipo di necessità con risolutezza ed efficacia…. Mi sembra strano che non abbia pensato ancora a niente per una questione così, di massima importanza” rifletté l’ ookami Youkai sinceramente preoccupato
“Non so se abbia pensato o no a qualcosa… so solamente che con me non ha discusso nulla. Ne so quanto te…” disse, cercando di mantenere una certa indifferenza, ma a Sango non passò inosservata la sua preoccupazione.
“Non credo che tuo padre sia così sciocco da non aver ancora pensato a nulla, la trovo una possibilità altamente improbabile – intervenne risoluta la ragazza – Penso invece che sappia già cosa fare e ce lo dirà a tempo debito. Non mi stupirei se avesse taciuto preoccuapto che i suoi piani si fossero altrimenti diffusi a macchia d’olio con l’attuale pericolo spie e con la probabilità di dare a Naraku una nuova occasione per attaccare…” concluse, soddisfatta che le sue parole stessero facendo riflettere i due ragazzi che ora tacevano.
Miroku si ritrovò a sorridere mesto “Credo che tu sia più sensibile e attenta di noi, cara Sango…. Soprattutto di me…” disse, amaro. Sango lo guardò stranita.
“Bè, comunque sia lo sapremo a tempo debito quello che si farà…” affermò Kouga, riconoscendo che l’ipotesi espressa dal Cavaliere del Nord era fondata “Io però adesso devo augurarvi la buonanotte…. Slyfer mi aspetta…”
“Sì, in effetti anche per me è ora di andare…. Ah, però avevamo detto a Inuyasha che saremo passati da lui… ti unisci a noi Kouga?” gli domandò Miroku
“Eh, perché no?! Un’azzuffata col cagnolino prima di andare a dormire è quello che ci vuole!” ghignò lo Youko sotto gli sguardi rassegnati di Miroku e Sango.
Così, dopo aver salutato gli indaffarati Doroty e Glen nel servire i numerosi commensali, si diressero verso l’appartamento dell’ Hanyou
. Arrivati a destinazione bussarono alla porta dell’appartamento. Non ottenendo alcuna risposta, bussarono nuovamente chiamando ad alta voce il nome del mezzo- demone.
“Magari è uscito…. Vorrà dire che ci vedremo domani…” e stavano per andarsene quando sentirono provenire dall’interno il trambusto di qualcuno che si affrettava alla porta. Con loro sorpresa videro un Inuyasha mezzo addormentato aprire la porta e guardarli stranito senza aprir bocca.
“I- Inuyasha… stai bene?” gli chiese Miroku, guardandolo perplesso
“Che… che ore sono? Perché siete tutti qui?” chiese loro di rimando, lasciandoli ancora più perplessi
“Come che ore sono? Ormai è mezzanotte…” lo informò il ragazzo dal codino
“Me- mezzanotte?! Accidenti!” esclamò l’ Hanyou, rientrando frettoloso nell’appartamento dirigendosi verso la stanza da letto dove gli si presentò, a lui come agli altri, una scena alquanto buffa: il suo piccolo Drago, affamato e, quindi, in cerca di cibo, aveva praticamente sbranato la maggior parte dei cuscini sparsi in giro senza, ovviamente, ottenere nulla con cui sfamarsi.
Miroku, Sango e Kouga guardarono Inuyasha che si sbatteva una mano sul volto, sospirando rumorosamente.
“Inuyasha… non mi dirai che il tuo Drago ti ha distrutto mezzo appartamento perché…” cominciò Miroku, trattenendo a fatica le risate per quello che, giustamente, aveva pensato
“Sì… non gli ho dato da mangiare…” sospirò l’ Hanyou mentre, con uno sguardo indecifrabile, guardava il suo Drago che si avvicinava con uno sguardo innocente. I tre alle sue spalle, invece, scoppiarono a ridere, mettendolo ancor più in imbarazzo mentre, invano, lanciava loro improperi per farli smettere.
Kouga, ancora ridendo a crepapelle, si offrì per risalire alla taverna e per portar loro qualcosa da mettere sotto i denti, soprattutto per la piccola dragonessa.
Tornato, Inuyasha si occupò di sfamare il Drago sotto gli sguardi divertiti degli altri tre che, sapeva, non gli avrebbero dato tregua per un sacco di tempo con quella storia.
Nonostante l’ora tarda, i quattro trascorsero alcune altre ore insieme, parlando del più e del meno come avevano fatto quel pomeriggio.
E, nonostante la sua ostentata indifferenza, l’ Hanyou cominciava, finalmente, a sentir scomparire man mano quella sensazione di inadeguatezza e di incompatibilità che, da quando era arrivato, l’aveva accompagnato per tutti quei giorni. Ma finalmente aveva Lei, il suo Drago e le cose non sarebbero che potute migliorare.
Eldoras si addormentò cullata dal tenue mormorio del vento, illuminata dal riflesso delle stelle e della luna che, ormai, dominava regina su di loro nella sua quasi totale pienezza mentre quattro ragazzi, uniti dal destino, ignoravano il reclamo della tipica quiete notturna, confortati, ormai, dalla ritrovata serenità grazie al legame con quelli che sarebbero stati i loro compagni per la vita.

FINE 10° CAPITOLO.

Mmh…mmh…. Mah, non so voi ma a me questo capitolo sembra…bò…strano? Non so, mi da questa sensazione. Nonostante lo trovi bello in più punti…non ne sono completamente convinta…. Ma l’ho concluso dopo aver trascorso un intero pomeriggio a studiare perciò la mia stanchezza, accompagnata dalla poca lucidità, potrebbe ingannarmi…;P .
So che molti aspettano con impazienza anche l’arrivo di Kagome ma dovrete attendere il prossimo capitolo (se tutto va bene eheh…!).
Ci tenevo a scrivere un capitolo del genere per sottolineare quello che prova Inuyasha e ampliare il discorso della ‘Rinascita ’ intrapreso nello scorso capitolo. Inoltre mi sembrava doveroso dare spazio alla nuova venuta, la piccola dragonessa ancora dal nome ignoto! A proposito della piccoletta…sono rimasta davvero molto indecisa sul fatto di assegnare a Inuyasha un Drago femmina o maschio…. Li trovavo adattissimi entrambi ma poi ho optato per la femmina collegandomi a quell’amore infinito che lui prova per sua madre e, quindi, come possibile ‘sostituta ’…. Inoltre mi sono convinta su questa scelta anche per un altro motivo che capirete più avanti…. Spero, comunque, che la mia scelta trovi consensi anche da parte vostra
. Per il resto…mah, aspetto i vostri commenti. Di questo capitolo ci sono ancora alcune cose in sospeso che spero di riuscire ad approfondire nel prossimo capitolo…. Quindi, visto che non ho nient’altro da aggiungere, vi lascio, augurandovi una buona settimana e aspetto vostre recensioni….
Alt! Un attimo ancora…a proposito di recensioni, dimenticavo di dire una cosa a Mech! A proposito della coppia Sesshoumaru/ Rin…ah! bella domanda! Sinceramente? Non ne ho idea! Questo perché mi sono cimentata nel pubblicare questa ff andando alla ‘cieca ’, senza aver pensato con precisione a come si sarebbero susseguiti i fatti…ma non c’è da preoccuparsi…. Ho sempre più o meno fatto così…. E, comunque, non amo programmare tutto in anticipo e con estrema precisione…mi piace che le idee vengano fuori da sole e sul momento. Quindi una risposta certa non te la so dare, quello che so con sicurezza è che Sesshoumaru lo volevo nella ff anche se non so ancora di preciso che ruolo avrà.
Bene, ora ho davvero concluso perciò vi saluto sul serio…!
Baci
Ka_chan.

  
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