Light and
Darkness
Capitolo 14
Elena
non fu in
grado di ricordare come finì nel letto nel quale si trovava
in quel momento. I
ricordi della sera prima era annebbiati e confusi.
Tutto ciò che si
ricordava erano i capelli rosso fuoco della ragazza di nome Kassy.
Anche Stefan
era stato in grado di prendere alla sprovvista Damon. Kassy a quanto
pareva,
era la sua compagna, da moltissimi anni ormai. Ma nulla di
più era stato detto.
Stefan fece
gentilmente notare che Elena aveva un’aria davvero stravolta,
e le consigliò
di andare a riposarsi. La ragazza
non obiettò. La sua testa stava di sicuro per esplodere, e
non avrebbe retto
un’altra notizia.
Improvvisamente
tutto quel viaggio le parve una stupidata, una cosa assurda, insensata,
ma poi
si ricordò perché erano li. Questo
bastò a riportarla alla realtà.
Si tirò a
sedere, puntellandosi sui gomiti e socchiudendo gli occhi alla debole
luce del
mattino. Le pareva strano pensare che si trovasse a Firenze. In Italia.
Si chiese dove
fosse Damon, avrebbe dovuto parlarci, chiarire. Forse era stato lui a
metterla
a letto, la notte precedente. Elena non lo ricordava.
«Oh, ti sei
svegliata finalmente.»
Elena sobbalzò,
volgendo gli occhi verso la porta, che ora era socchiusa. Kassy si
sporgeva
verso l’interno, come se non sapesse se entrare o no. Si
mordicchiò un labbro,
ma poi fece un altro passo, aprendo di più la porta e
restando sulla soglia.
Elena deglutì, non era sicura di potersi fidare di quella
ragazza. O meglio, di
quella vampira.
«Il tuo ragazzo
ha detto di dirti che è uscito, con Stefan. Per indagare. Mi
ha già raccontato
tutto.»
Elena fece per
parlare, per chiedere qualcosa, ma Kassy la interruppe.
«Mentre tu dormivi.
Sai, avrei voluto aiutarli, ma mi hanno obbligata a restare qui. Per
farti da
guardia!» La sua voce era immersa di sarcasmo, come se la
proposta dei fratelli
fosse indecente. Ma in realtà non sopportava di essere
lasciata da parte, pensò
Elena.
«Se ti va di
alzarti, possiamo andare a fare un giro.»
«Fare... un
giro?»
«Sì. Se per
milady non è troppo rischioso. Devi sapere che mi hanno
vietato di uscire, ma
suppongo che se tu vieni con me, il divieto si annulli.»
Elena annuì, non
aveva realmente voglia di uscire, si sentiva ancora scombussolata
dall’orario e
la testa le pulsava ancora un poco, ma non avrebbe dato a quella
ragazza dai
capelli di fuoco alcuna soddisfazione.
Le ci volle poco
per prepararsi, si infilò vestiti puliti, si
pettinò i capelli e mangiò una
brioche prima di uscire con Kassy, inspirando l’aria
mattutina.
«Allora,» disse
Kassy mentre si lasciavano alle spalle villa Salvatore.«Dimmi
qualcosa di te.
Ti chiami Elena, sei identica a Katherine, e un mucchio di vampiri
pazzi da la
caccia a te e al fratello di Stefan. Giusto?»
Elena non potè
fare a meno di ridere. «E’ la storia della mia
vita.»
Anche Kassy, suo
malgrado, sorrise.
«Dimmi qualcosa
di te, invece.»
Le due ragazze
si fermarono in attesa che il semaforo pedonale diventasse verde. Kassy
si
strinse nelle spalle. «Non c’è molto da
dire. Quando Stefan fuggì da Firenze,
mi offrii di accompagnarlo. Ero una schiava nella villa, qualche secolo
fa. Poi
venni trasformata in vampiro, nessuno se ne accorse, chi bada ad una
schiava?
Ma conoscevo entrambi i fratelli Salvatore, anche se Damon non si
ricorda di
me. Ho sempre apprezzato Stefan.» Nella sua voce si poteva
udire un tono
affettuoso quando parlava di Stefan. Elena si chiese se assumeva lo
stesso tono
quando parlava di Damon. Poi si rese conto che non aveva mai avuto
l’occasione
di parlare di Damon in modo positivo. I suoi amici l’odiavano.
«E poi basta. Io
e Stefan abbiamo girato l’Europa. Non è stato
facile, Stefan era distrutto in
quel periodo. Lo è stato per parecchi anni. E poi siamo
tornati a Firenze. E
poi siete arrivati voi.»
Elena guardò la
strada davanti a se, sentendosi più sveglia ogni passo che
muoveva. «Hanno
scoperto qualcosa di nuovo, Damon e Stefan? Sui vampiri?»
Kassy scosse la
testa. «Te l’ho detto, sono usciti questa mattina.
Stop, entriamo qui.»
“Qui” aveva
l’aria di trattarsi di un locale, o di un bar. Elena
desiderò immensamente
poter essere con Damon, a casa.
Uscirono
dal bar
almeno un’ora dopo. Kassy conosceva quasi tutti, li. Ma non
si era presa la
briga di presentare Elena, così la ragazza aveva passato un
buon quarto d’ora
in bagno, parlando al cellulare con Bonnie e Meredith. Le ragazze erano
felicissime di sentirla, non si lamentarono nemmeno
dell’orario. Le fecero un
interrogatorio degno di un investigatore, ma Elena rispose a tutte le
domande,
e promise loro informazioni giornaliere. Le salutò
assicurandosi che le
salutassero anche Matt.
In situazioni
normali, Elena sarebbe stata indignata dal comportamento di Kassy, ma
quella
non era una situazione normale, anzi, gli sguardi delle persone
presenti nel
locale la irritavano e basta. Voleva vedere Damon,
nessun’altro.
Mentre
camminavano per tornare alla villa, Kassy prese la parola.
«Spero che non ti
sia annoiata.»
«Sinceramente,
sì. Spero non ti dispiaccia.»
Kassy rise. «Sei
una ragazzina perspicace per dare una risposta del genere ad un
vampiro.»
«Cerchi di
spaventarmi?»
«Non
particolarmente.»
Rimasero in
silenzio per un po, mentre Elena seguiva la rossa tra scorciatoie a lei
sconosciute. Si chiese se fosse stata troppo sfrontata con lei, ma a
Elena non
importava, non si sarebbe fatta mettere i piedi in testa da quella
sconosciuta.
Sconosciuta. Era
proprio così. Un pensiero si fece largo nella sua testa. Un
brutto
presentimento. Stava seguendo una sconosciuta in scorciatoie mai
percorse. Le
strade erano vuote.
Kassy si fermò
all’improvviso. Elena la imitò, il cuore le
saltò in gola. Era certa di non
essere simpatica alla ragazza, ma... l’avrebbe davvero
attaccata? Bè, allora
sarebbe stata pronta.
Ma non accadde.
«Hai sentito?»
Elena non fece
in tempo a rispondere. Qualcosa piombò tra di loro, un ombra
nera, che spinse
via Kassy.
«Corri!» Sentì
gridare. Ed Elena lo fece. Era in un vicolo stretto, che dava sul retro
di
alcune ville. C’erano molte aiuole che spuntavano verso la
strada. Corse, fino
a quando ne vide una, sembrava un po secca, i rami sporgenti erano
spogli.
Senza pensare ad altro si fiondò verso quella, evitando allo
stesso tempo
l’ombra che si fiondò su di lei.
Afferrò un ramo e tirò.
Sentì le schegge
ferirle i palmi, ma le ignorò, continuò a tirare
e torcere, fino a quando il
ramo non si strappò.
Si voltò,
l’adrenalina a mille. Era stufa di quelle situazioni. Non ne
poteva davvero
più. Era giunto il momento di farsi valere.
L’ombra era li,
davanti a lei, e avanzava veloce, il viso coperto da un cappuccio nero.
Quando
fu abbastanza vicina Elena attaccò, riuscendo a colpire il
suo avversario al
braccio. Continuò ad infierire, fino a quando
l’ombra non afferrò il ramo,
cercando di strapparglielo via.
Ma in quel
momento Kassy lo afferrò per le spalle, sollevandolo senza
sforzo e buttandolo
lontano. Il vampiro si rialzò... e corse via, veloce
com’era arrivato.
Elena aveva il
fiatone e i palmi graffiati. Lasciò cadere il ramo mentre
Kassy si sistemava i
vestiti e i capelli leggermente scompigliati dal precedente schianto.
Sembrava
agitata.
«Muoviamoci. Dobbiamo
andare a casa. Subito.» Prese Elena per un braccio
trascinandola senza che lei
potesse fare obiezioni.
«Oh, non gli
piacerà questa storia.»
Kassy era
preoccupata. «Però devo ammettere che hai dei
riflessi pronti. Ti avevo
sottovalutata, biondina.»
Elena, ancora in
preda ad una scarica di adrenalina, sorrise.
Pochi minuti
dopo varcarono la soglia di villa Salvatore e non appena aprirono il
portone
d’ingesso, i due Salvatore furono loro di fronte.
«Dove accidenti
eri andata Kassy!» Esclamò Stefan, mentre la
ragazza lasciava il braccio di
Elena, scostandosi. «Mi sembrava di averti detto di stare a
casa!»
A Elena non
importava nulla di loro due, i suoi occhi erano incrociati con quelli
di Damon,
immersi in una profonda comunicazione senza parole.
«Cosa ti è
successo?» Sussurrò Damon, prendendola
delicatamente per i polsi. «Sanguini.»
Disse voltandole le mani, in modo che i graffi fossero visibili.
«No, non è
nulla... è che...»
«Un vampiro ci
ha attaccate.» Disse Kassy. La reazione di Stefan fu del
tutto isterica. Damon
roteò gli occhi, trascinando dentro Elena.
«E’ meglio se ti sciacqui.» La
condusse senza parlare in bagno, dove aprì l’acqua
del rubinetto, aspettando
che Elena lavasse via il sangue rimasto.
«Avete scoperto
qualcosa?»
Damon scosse la
testa. «Un buco nell’acqua.» Disse
chiudendo il rubinetto. «Tu piuttosto.
Accidenti, siamo arrivati solo ieri! Ah, sappi che da ora in poi non
resterai
più sola, non con lei.»
«Meglio, io
voglio stare con te.»
Elena abbracciò
Damon, osservandolo con attenzione. Finalmente era con lui, era tutto
ciò che
desiderava da quando erano arrivati.
«Ti prometto che
arriverò fino in fondo a questa faccenda,
principessa.» Damon le prese le mani,
passando i pollici sui palmi, dove i graffi oramai non sanguinavano
più. Nascosta
sotto la sua tranquillità Elena vi scorgeva l’ira
e la voglia di staccare la
testa all’aggressore. Per quanto il pensiero potesse essere
macabro, Elena si
ritrovò a sorridere. Voleva dire che Damon ci teneva davvero
a lei.
«Damon. Posso
farti una domanda?» Il vampiro annuì.
«Perché non avevi detto a Stefan di me?»
Damon si strinse
nelle spalle, con fare innocente.
«Sei stato
meschino!»
«Ma io sono meschino,
Elena. E cattivo, anche.»
La ragazza
liberò i polsi dalla presa di Damon. «Ma resta pur
sempre tuo fratello, che tu
lo voglia o no!»
«Questo
purtroppo lo so già.» Rispose lui cercando di
mantenere la calma.
«Come puoi
parlare così! A volte non ti capisco, Damon.»
«Non litigherò
con te a causa sua.» Damon mosse un passo verso Elena.
«Nessuno ti ha
chiesto di litigare, solo di spiegare.» Elena fece un passo
indietro.
«Non c’è nulla
che tu non sappia già.» Un altro passo avanti.
«So solo che
avete litigato secoli fa per una donna. Secoli, Damon!» Elena
urtò il
lavandino.
«Lo scorrere del
tempo è diverso per noi. E poi sto solo mantenendo la mia
promessa.»
«Sei
incredibile.» Damon oramai era vicinissimo, il suo sorriso
beffardo comparve
sulle sue labbra.
«Lo so.»
A quel punto
nessuno dei due riuscì a resistere all’altro; le
braccia di Damon cinsero
Elena, mentre quelle della ragazza gli circondarono il collo, le dita
intrecciate ai neri capelli di lui.
Le labbra si
sfiorarono, prima in un bacio delicato, interrotto immediatamente, per
diventare ardente e passionale, dettato dal desiderio. I sentimenti di
Elena
parvero risvegliarsi, guidati da Damon. Non si era resa conto che erano
passati
giorni ormai, da quando lei e Damon non si baciavano in questo modo.
«Damon!» Dei
passi concitati di fermarono proprio sulla soglia della porta. Qualcuno
si
schiarì la voce e bussò.
Elena si sentì
arrossire, mentre cercava di riprendere contegno, lasciando cadere le
braccia
lungo i fianchi. Damon invece, per niente imbarazzato,
lasciò trapelare tutta
la sia irritazione, che come un pugnale scagliato raggiunse il
fratello, immobile
sul ciglio della porta.
«Abbiamo delle
novità.» Sussurrò, mentre Kassy
spuntava da dietro di lui.
«Perfetto.»
Disse Damon con sarcasmo. «Sei arrivato proprio nel momento
più adatto. Dimmi.»
«Sarebbe meglio
andare in salotto.» Fece notare Kassy.
Così pochi
istanti dopo erano tutti e quattro seduti su due antichi divani, uno di
fronte
all’altro.
«Quali sono
queste novità?»
«Ho mostrato a
Kassy le immagini di quel Jonathan, quelle che mi hai mostrato ieri
sera.»
Damon si fece
attento, poggiò i gomiti sulle ginocchia, sporgendosi in
avanti. «Ebbene?»
«L’ha
riconosciuto.»
Elena sgranò gli
occhi, mentre il silenzio calava sui quattro. Se Kassy
l’aveva riconosciuto,
voleva dire che lei e Damon avevano seguito la pista giusto,
poiché Kassy e
Stefan avevano girato tutta l’Europa.
«Proprio così. E
lo avreste fatto anche voi, visto che lui viveva qui, assieme a noi.
Lavorava
nelle cucine.»
Elena guardò
Damon. Un lampo passò attraverso i suoi occhi neri,
illuminandoli. Balzò in
piedi. «Lo sapevo! Sapevo di averlo già
visto!»
«Ma non finisce
qui!» Esclamò Kassy. «Se non mi sbaglio,
credo di averlo visto, qui, a Firenze.
L’anno scorso. Ma credevo di essermi sbagliata. Nessuno era
sopravvissuto,
quella notte.»
«E se lui era
qui a Firenze, può voler dire che abitava nei paraggi,
magari non da solo.»
Damon si
sedette, guardando Elena. «Il vampiro che avete incontrato
oggi. Era uomo o
donna?»
Elena scosse la
testa. «Non lo so, aveva il viso coperto. Non l’ho
visto.»
Entrambi
guardarono Kassy, che scosse il capo sconsolata.
«Di sicuro c’è
una connessione. Tra tutti questi vampiri. Elena, abbiamo seguito la
traccia
giusta. Firenze, la risposta si trova qui! Dobbiamo solo ritrovare quel
vampiro.»
«O vampira.»
Precisò Stefan.
«Potrebbe non
essere solo. Ce ne sono altri.»
«Sì, ma perchè
Jonathan? Cosa potrebbero volere questi vampiri da voi?»
Nessuno seppe
rispondere. Di certo Damon avrebbe dovuto scavare nel suo passato,
ritornare in
quella villa, parecchi anni prima. C’era qualcosa che avrebbe
potuto avere
fatto a quei vampiri?
Damon si alzò di
nuovo.
«Non lo so. So
solo che la caccia è iniziata.» Negli occhi di
Damon passò una scintilla.
Diceva pericolo. Il cacciatore era pronto a cacciare la sua preda. E
Damon non
si sarebbe fermato di fronte a nulla.
«La domanda è...
sarete con noi?»
Stefan e Kassy
si alzarono. Gli occhi verdi del ragazzo erano tormentati, come sempre,
ma la
sua voce era decisa. «Sì.»
«Bene.» Damon
sorrise. «Che la caccia abbia inizio.»
Salve lettori e
lettrici! Come state? Avete passato un buon Halloween?? Io
sì! *-*
Bando alle
ciance, chiedo scusa per il ritardo, ma la scuola è davvero
uno stress in terza
liceo! Non ti da respiro! Ed io per scrivere ho bisogno di essere
rilassata,
quindi...
Vabbè, spero vi
sia piaciuto il nuovo capitolo! Penso sia giusto fare un punto della
situazione.
Finalmente Damon
ed Elena arrivano a Firenze, e la nostra eroina ha subito un incontro
ravvicinato con un/a vampiro/a! E poi c’è questa
Kassy... ci si potrà fidare di
lei? Sappiamo che è stata con Stefan per molti anni... ma
per ora solo
questo...
Stefan non ha
ancora avuto molto spazio, di lui sappiamo solo che
c’è qualcosa che lo tortura
dall’interno, e che a differenza dei libri, decide di restare
in Europa.
Mentre Damon...
ritornerà ad essere il vampiro/cacciatore senza scrupoli?? E
chi lo sa!
Allora spero di
non avervi annoiati, e spero di riuscire a postare presto un nuovo
capitolo!!!
- Razieletta_95: grazie mille per i commenti!!!! *-* sei troppo gentile!!! So che la ripresa di questo capitolo è un po muffa... però spero di averti chiarito qualche dubbio sulla new entry! (che tra parentesi non sapevo come chiamare!! O.o) ti chiedo scusa per il ritardo, ma questo ponte dei morti mi ha dato tempo di scrivere, e poi oggi ho preso pure due votuzzi bellini, quindi ho aggiornato!! ^^ Spero continuerai ha seguire questa lunghiiiiissima storia!!! :) grazie mille ancora!!! Bacio!!!
- Leuviah_Utopia: grazie per la recensione!!! :) e non ti preoccupare se non hai recensito gli altri capitoli, mi rendo conto che sono tanti e lunghi, anzi, ti ringrazio per aver recensito questo!!! Sono felice che ti sia piaciuta la storia, spero ti sia piaciuto anche questo capitolo!!! ;) ancora grazie mille!!!- Smirina: grazie, grazie, grazie!!!! Siete tutte troppo genitli!!! Povero Stefan, lo sto forse dipingendo un po troppo tonto??? Ahahah!! Vabbè, credo avrà più spazio nei prossimi capitoli, ma don't worry, Damon è Damon! ù.ù ahah! Grazie ancora! Baci!!!
- _Ericuzza_ bè che dire, imploro perdono!!!! xD a parte gli scherzi, grazie per la recensione!!! Spero che aggiornerai presto la tua fantastica ff!!! Tanti baci!!!! :)
- ila_D: benotrnata!!!!!! :) non preoccuparti, ti capisco, la scuola è una brutta bestia... ehh... ma sono felice che sei passata a dare un'occhiata alla mia storia!!! ^^ ahaha povero Stefan, direi che non ti piace eh??? Mi farò prestare una anello magico da Jeremy per non farmi ammazzare dal tuo paletto allora!!! xD Spero di non averti delusa con questo nuovo capitolo, magari verrà spiegato qualcosa di più su questa Kassy... intanto non resta che attendere!!!! xD Grazie ancora per la recensione!!! Baci!!!! :)