Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: _Mary    03/11/2010    10 recensioni
Pensavano che non le avesse mai sentite quando, ogni sera, si mettevano a parlare di lei mentre credevano dormisse. Aveva sentito ogni loro singola parola, chiusa dietro le tende cobalto, rannicchiata contro il cuscino ad occhi chiusi. Invece, le loro parole l’avevano accompagnata mentre scivolava nel sonno, in sogni in cui le loro facce assumevano i colori del tronco del vecchio albero ed i loro occhi avevano il colore del muschio, dietro sorrisi di un bianco abbagliante.
Prima classificata al primo turno del 'Club dei Duellanti', contest indetto da Vogue, Fabi e Lilyblack sul forum di EFP.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Luna Lovegood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
- Questa storia fa parte della serie 'Puzzle'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

DISCLAIMER: i personaggi non mi appartengono, ma sono di proprietà di JK Rowling. La fic non ha scopo di lucro.

Le strofe riportate sono tratte dalla canzone ‘Wonderful life’, di Zucchero.

 

 

Wonderful life

 

 

 

The sunshine fills my hair,
and dreams hang in the air.
Gulls in the sky and in my blue eyes…

 

C’era una cosa che a Luna piaceva fare, durante le verdi giornate d’estate in cui il vento soffiava da est, portando con sé l’odore di rose e girasoli e facendo volare fogli e bozze per gli articoli per la stanza, come stanchi uccelli bianchi. Le piaceva mettersi un cappello di paglia contro i raggi troppo forti del sole e scendere al fiume, senza avere altro da fare che sedersi sulla sua riva, con i piedi nell’acqua limpida. Il fiumiciattolo scorreva sereno tra le sue dita, mentre il sole raggiungeva la vetta del cielo e poi, lentamente, si coricava dietro le colline in uno scenario dorato.

Conosceva il motivo per cui le giornate come quella la spingevano ad andare lì: fino a pochi anni prima, era proprio accompagnate da quel profumo che lei e sua madre lasciavano la casa per andare a mangiare all’aperto, sempre nelle vicinanze del fiume. Da allora, Luna non aveva mai smesso di aspettare di sentire il vento e di vedere volare i fogli dall’entrata della sua camera, per andare di nuovo ad ascoltare i propri pensieri senza il rumore del mondo.

L’acqua era fredda quel giorno, nonostante fosse ormai estate inoltrata. Luna si sedette a gambe incrociate a qualche passo dalla riva di quel ruscello – un fiumiciattolo insignificante che aveva sempre chiamato fiume, forse per dargli un’importanza che aveva nel suo cuore, ma non in quello del resto della gente. Molte persone non sanno apprezzare ciò che gli sta intorno, e questo Luna l’aveva notato spesso. Aveva visto molti proseguire senza degnare di uno sguardo un fiore o un insetto particolare, tutti presi dai propri pensieri, intrappolati nel ritmo frenetico che si creavano da soli ogni giorno. Anche quel ‘fiume’, quell’angolo di un paesaggio incantato, sarebbe potuto apparire nient’altro che un comunissimo e banalissimo ruscello in un comunissimo e banalissimo paesaggio, agli occhi di una persona che non avesse saputo vedere. Vedere, non guardare.

“Tutti sanno guardare, tesoro; pochi riescono a vedere”.

Quando sua madre le spiegava una cosa, Luna la capiva sempre.* Aveva imparato subito la differenza tra vedere e guardare, quando gliela aveva spiegata sotto quello stesso albero che ora sembrava guardarla dall’altra sponda del ruscello.

L’aveva ringraziata per avergliela insegnata; per un po’ di tempo, però, le era sembrato che non fosse davvero necessario impararla. Aveva capito a Hogwarts quanto fosse importante, quando, nella torre di Corvonero, aveva visto tutti quei ragazzi che  non sapevano vedere.

Era buffo come il vento quel giorno non volesse proprio lasciarla in pace. Continuava a soffiare con forza, tanto che Luna doveva trattenere il cappello per evitare che volasse via, lontano. Lo scroscio delle fronde verdi agitate era quasi più forte di quello dell’acqua del ruscello. Si ritrasse ancora un po’, cercando riparo contro un tronco abbattuto, reso verde da un sottile tappeto di muschio.

Percorse distrattamente i bordi di una spaccatura della corteccia, canticchiando sottovoce. Le aveva sempre ricordato un vecchio gigante sconfitto. Era lì da anni, ormai, e sua madre le aveva detto che era stato il re degli gnomi ad abbatterlo, quando aveva quasi perduto il suo regno. Luna non sapeva se fosse stato davvero lui a farlo, ma sapeva che quando l’aveva raccontato alle sue compagne di dormitorio, loro non le avevano creduto. Pensavano che non le avesse mai sentite quando, ogni sera, si mettevano a parlare di lei mentre credevano dormisse. Aveva sentito ogni loro singola parola, chiusa dietro le tende cobalto, rannicchiata contro il cuscino ad occhi chiusi. Invece, le loro parole l’avevano accompagnata mentre scivolava nel sonno, in sogni in cui le loro facce assumevano i colori del tronco del vecchio albero ed i loro occhi avevano il colore del muschio, dietro sorrisi di un bianco abbagliante.

Avrebbe voluto poterlo dire a qualcuno e confidarsi, cercando di capire perché. Perché notasse tanta differenza con le altre, perché le persone si comportavano in quel modo strano in sua presenza. Ma, dopotutto, perché farlo? Lo aveva detto a loro, invece, che le sentiva sempre, e lei era stata certa che fossero tra quelle persone incapaci di vedere davvero. Sembrava che nessuno riuscisse a vedere, in effetti.

Rannicchiandosi e stringendo a sé le ginocchia, appoggiò il mento su di esse, sorridendo tra sé. Non aveva mai avuto amici. Solo con le riunioni dell’ES di quell’anno le era sembrato di capire che, dopotutto, c’era qualcuno che vedeva. E non intendeva dire che ci fosse qualcuno che credeva come lei che i Gorgosprizzi esistessero, o che i Plimpi d’acqua dolce potessero risollevare il morale nelle giornate d’inverno, o altro. Le era sembrato che alcune persone che aveva incontrato fossero più inclini a vedere di altre che aveva conosciuto.

Ginny, per esempio. Aveva smesso di ridacchiare quando la vedeva in seguito ad un episodio che Luna non aveva mai compreso del tutto. Quello che sapeva, era che Ginny aveva intimato a due ragazzi della sua Casa di smettere di chiamarla ‘Lunatica’. Luna le era stata molto grata per questo, e aveva deciso che era una ragazza carina.

Oppure c’era Harry. Di lui non c’era molto da dire, tranne che era sembrato molto colpito dal giornale di suo padre e che, per qualche motivo, era sempre stato piuttosto carino con lei. E che una volta era parso stranamente interessato ai Nargilli nel vischio. Luna conservava ancora la moneta con cui veniva informata delle riunioni dell’ES, e sperava che quell’anno, nonostante la Umbridge fosse stata cacciata, potessero continuare.

Sembrava quasi di avere degli amici, lì, e lei ne aveva bisogno.

Quasi non si accorse che il sole stava per tramontare. Le ombre scure degli alberi si erano allungate verso di lei, e le radici delle colline erano già buie. Pensò che era davvero buffo che lei sapesse vedere ma non guardare, mentre si stiracchiava, leggermente infreddolita, le gambe intorpidite.

Mentre si alzava, però, qualcosa nell’acqua attirò la sua attenzione. Sembravano figure sfuggenti, che sgusciavano via come aria tra le dita, intrappolate in quelle acque di cristallo di un ruscello che, Luna non sapeva perché, sua madre aveva sempre definito magico.

Se qualcuno avesse guardato quei giochi di luce, forse ci avrebbe visto soltanto delle ombre tremolanti tra i sassi. Luna, invece, vedeva qualcosa.

Era il sorriso di Ginny, tra i mobili riflessi dei raggi del sole morente sull’acqua; era lo sguardo imbarazzato di Neville; era quello buono di Harry; e c’era qualcosa anche di Ron e Hermione, Luna lo vedeva. E, per un attimo, le sembrò di avvertire un movimento dall’altra parte del fiume, sotto l’albero di sua madre. Luna sapeva che lei era lì, la vedeva, ed era felice di saperla con i suoi amici.

Forse era il fiume che rendeva possibile vedere nella sua acqua quei visi, e forse era sempre il fiume che le aveva portato la presenza di sua madre, come la nebbia sottile dopo la pioggia. Ma quando sua madre le spiegava qualcosa, Luna la capiva sempre, e ricordava con estrema chiarezza l’ultima cosa che le aveva insegnato:

“La magia è sempre intorno a te, Luna. Ma è il tuo cuore che la rende possibile”.

 

No need to laugh and cry,
it's a wonderful, wonderful life.
Wonderful life.
Wonderful life.

 

 

 

 

*Citaz. dal film ‘Forrest Gump’.

 

Questa fanfiction ha superato il primo turno del 'Club dei Duellanti', classificandosi prima nella classifica generale.

Dire che è stata una sorpresa è dire poco. Molto poco.

Posso solo ri-ringraziare le giudiciE e consigliare le storie finora pubblicate – che ho letto e recensirò a breve *-*

Riporto il giudizio:

 

 

1._Mary

 

Grammatica e sintassi: 9.9/10

Lessico e Stile: 9.7/10

Originalità:10/10

Caratterizzazione dei personaggi: 15/15

Attinenza al prompt* e sviluppo della trama: 14.5/15

Gradimento personale: 10/10

69.1/70

 

Giudizio di Fabi:

Una storia che mi ha fatta sorridere.

Ho trovato la canzone adatta alla storia e al personaggio, trovo il tuo stile perfetto, sempre così curato. Non ci sono errori grammaticali, la punteggiatura è perfetta e il tuo lessico è sempre indicato.

La storia è sicuramente originale, non hai basato la storia su uno spunto preso dalla canzone, ma l'ho trovata comunque ben inserita.

Luna è caratterizzata molto bene, mette al primo posto gli amici e fa tenerezza, quello che la contraddistingue è il candore, la purezza e la nobiltà d'animo, non è una sciocca, è solo pura.

Nella tua Luna ho trovato questi elementi, che hanno contribuito a farmi piacere questa storia positiva e molto bella.

Giudizio di LilyBlack:

Ricordo perfettamente quando a pranzo a Roma mi hai detto che potevo anche non leggere questa storia, che tanto faceva pena: credimi, mi verrebbe voglia di picchiarti e il perché penso che tu lo capisca da sola, dal punteggio.
La grammatica, la sintassi e lo stile sono perfetti, tranne qualche inezia con delle virgole, che però più di renderla appena lenta in un punto non fanno.
Luna é tanto terribilmente luna da non poter nemmeno essere commentata senza diventare banali e l’originalità è assoluta. La canzone è assolutamente adatta a questa storia, vi si intreccia come se fosse uno dei tanti fili di un arazzo e controbuisce a rendere il tutto più bello.
Il gradimento personale, per quanto sia una media, parla da se. Brava.

 

Giudizio di Vogue:

Solo un insignificante errore di battitura ha penalizzato una grammatica altrimenti perfetta.

Stile e lessico sono come sempre perfetti, sono parte stessa dell’atmosfera della storia, rendono la lettura fluida e assolutamente piacevole. Originale sicuramente, dato che non ti sei soffermata univocamente sul rapporto di Luna con la madre, bensì partendo da esso hai sviluppato il modo in cui la ragazza vive l’amicizia con Ginny, Hermione e gli altri, in modo peraltro estremamente piacevole.

Perfetta anche la caratterizzazione, hai delineato una Luna Lovegood più che fedele all’originale, senza toglierle quell’aria sognante che traspare da tutta la storia, conferendole anche quella riflessività che non si palesa, ma che non può non avere. Lineare lo sviluppo dei pensieri della ragazza, che partendo dalle considerazioni sulla sua vita prima dell’ES, o addirittura prima della morte della madre, giunge a pensare che probabilmente in quel momento la sua esistenza ha qualcosa inpiù, quell’amicizia che le era probabilmente ignota prima d’allora. Buona anche l’attinenza alla canzone, sebbene non risulti propriamente incisiva, è comunque presente nel significato e nella stessa atmosferache si viene a creare.Una storia davvero bellissima, che ben esprimel’essenza della stessa Luna, la sua maturazione e la sua capacità di‘vedere’, non solo di guardare.Un ritratto perfetto, in un contesto che trasmette un’armonia non indifferente. Bravissima!

 

 

Un abbraccio,

Ilaria

   
 
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: _Mary