Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Simphony    04/11/2010    6 recensioni
[Storia classificatasi V al contest "Drug and Slash Contest" indetto da PUrpleMally sul forum di EFP] Quandola vita ti sfugge di mano, non te ne accorgi. Passano pochi minuti, il tempo di un tornado che ti estirpa la vita e ti ritrovi a dover prendere pasticche ogni giorno e a vivere in una stanza ricoperta di materassi.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nick Autore: Simphony
Titolo: Forgive Me
Pairing/Personaggi: Harry Potter; Draco Malfoy
Genere: Triste, Sentimentale, Drammatico, Angst
Raiting: Arancione
Avvertimenti: Accenni di Slash.
Intro/Note: Quandola vita ti sfugge di mano, non te ne accorgi. Passano pochi minuti, il tempo di un tornado che ti estirpa la vita e ti ritrovi a dover prendere pasticche ogni giorno e a vivere in una stanza ricoperta di materassi.


*°*

Forgive Me

*°*


Si.

Mentre teneva quella mano fredda stretta nella sua, Draco si sentiva in colpa.

Si.

Mentre stringeva fra le dita le ciocche scure, Draco voleva morire.

Si.

A tutto.

Si.

Aveva partecipato a quel macabro rito chiamato “amore”. E quello che vi aveva ricavato, era dolore, segreti, ingiustizie.


Eppure, non avrebbe cambiato niente se ne avesse avuto la possibilità. Non avrebbe cambiato un singolo minuto.


Perché ogni secondo passato accanto ad Harry, era come rinascere in una nuova vita.

Perché ogni attimo vissuto con lui, era stato davvero vissuto.


*°*


Aveva incontrato di nuovo Harry Potter qualche anno dopo la sconfitta del mago Oscuro. E proprio non si capacitava, Draco Lucius Malfoy che cosa fosse successo per renderlo veramente lo spettro di sé stesso.


Mentre era in Francia, dove vi si era trasferito dopo la morte di Voldemort, Draco aveva sentito delle voci che davano Harry per scomparso.

Invece lui sapeva bene dove si trovava. Ogni tanto gli arrivavano delle lettere da quell'ospedale.


Le voci continuavano a darlo per morto.


E Draco si scopriva a pensare che forse Harry avrebbe sofferto di meno se fosse veramente morto.


*°*


Era tornato a Londra da pochi giorni. E aveva cercato di dar retta al suo cervello.


Non poteva correre all'ospedale e pretendere di vedere Harry. Anche se avrebbe potuto. Ma non lo avrebbe fatto. Decisamente, no.


Aveva continuato la sua vita come se il Prescelto non fosse mai esistito. Come se a scuola non si fosse innamorato di lui. Come se nessuno avesse scombussolato la sua vita.


Aveva retto solo qualche giorno. Poi un gufo lo avvertì che Harry chiedeva di lui.

La lettera era anonima. Non riconosceva la scrittura.


Nonostante fosse stato richiesto, Draco tentennava.

Era lui l'artefice di tutto quello che Potter stava passando. Paradossalmente, le colpe di Voldemort erano meno gravi di quelle che da cinque anni si portava sulle spalle.


Fissò il camino per tutta la sera. Poi decise.


Il giorno dopo sarebbe andato a far visita a Potter.


*°*


I corridoi erano tutti uguali.

Le poltrone in sala d'aspetto era tutte uguali.

Le porte delle stanze erano tutte uguali.

Anche le piante di plastica erano tutte uguali.


Draco inghiottì, rumorosamente, poi si avvicinò a quella che doveva essere l'accettazione.
Chiese di Potter. La maga lo squadrò da capo a piedi, ma non disse nulla.

Chiamò solo un infermiere.


Anche loro erano tutti maledettamente uguali.


Lo condussero nella stanza 209. Lì era tenuto Harry sotto osservazione. Rimase da solo come uno scemo di fronte alla sua stanza per minuti che parvero interminabili.


Poi si fece coraggio, ed entrò.


*°*


Il mondo intorno a lui mutò. I muri intorno a lui vorticarono. L'arredamento si trasformò sotto i suoi stessi occhi.


Dopo pochi secondi si trovava sulla Torre di Hogwarts.


Draco la riconobbe quasi all'istante. La Torre di Astronomia.


Dove tutto era iniziato e dove tutto era finito.


*°*


Harry era seduto sul cornicione. Draco sapeva che non lo era. Era solo il letto della stanza dove Harry stesso era rinchiuso.


Un piccolo aiuto che il mondo magico dava ai malati di testa. Un piccolo toccasana per riuscire ad andare a letto la sera pensando di averli aiutati.


La stanza diventava un luogo a tua scelta.


Harry aveva scelto la maledetta Torre di Astronomia.


« Harry. » sussurrò con voce strozzata.


L'altro rimase con lo sguardo fisso verso il cielo stellato. Il finto cielo stellato. Non gli rispose. Stringeva le gambe al petto, la tuta larga sulle ginocchia stretta fra i pugni esili. La maglietta troppo grande per essere la sua.


« Harry. » chiamò ancora « Sono Draco. »


Quel nome sembrò scuoterlo dal suo torpore. Si girò lentamente verso di lui.

Gli occhi rossi, gonfi di lacrime. Il viso più scarno di quello che si ricordava. Delle vene sul collo che non aveva mai visto.


Da quanto non mangiava?


Draco sentì una fitta micidiale allo stomaco. Sentì quasi il bisogno di vomitare il nulla che aveva mangiato a colazione.

Cercando di arrabattare un sorriso e di non piangere di fronte al relitto umano che era seduto sul letto, Draco si sedette al suo fianco.


« Stai bene? » chiese piano sfiorandogli i capelli.


Harry non rispose, ma socchiuse gli occhi, mentre Draco gli accarezzava la testa.


« Sono tornato. » continuò Draco « Troppo tardi. » mormorò mentre due lacrime bagnarono le sue guance.


Harry continuò a stare in silenzio, con gli occhi chiusi. Appoggiò la testa alla spalla di Draco.


Rimasero così per tutta la mattinata.


*°*


Draco non disse nient'altro alla fine. Rimase con la mano leggera fra i capelli di quello che un tempo era Harry Potter.

Non voleva andarsene.

Eppure tutto scorreva velocemente.


Il tempo.

Era quello che scorreva troppo.

Se solo avesse avuto la possibilità di fermare il tempo, probabilmente tutto quello non sarebbe successo.


L'immaturità, si dice, gioca dei brutti scherzi. Era vero.

Quando non sai realmente a che cosa possono portare le tue azioni, tutto ti sembra così maledettamente semplice.

Ora, mentre Harry sonnecchiava appoggiato alla sua spalla, Draco non sapeva che cosa pensare.


Anche in quel momento, ogni sua scelta avrebbe potuto portare a qualcosa di cui non era a conoscenza.

Cosa fare allora?
Cosa pensare allora?


*°*


L'infermiere che lo aveva accompagnato alla stanza 209 tornò che era pomeriggio inoltrato.

Draco, a stento, si alzò dal letto e adagiò Harry sul cuscino, anche se non poteva vederlo.


« Tornerai, vero? » domandò il Gryffindor mentre Draco appoggiava la mano sulla maniglia « Questa volta... tornerai? » domandò ancora.


Draco rimase immobile. Le spalle rivolte verso al fagotto rintanato sotto le coperte.


« Si. » rispose piano « Tornerò domani. »


*°*


Lo Slytherin la mattina dopo si ritrovava di nuovo di fronte alla stanza 209.

Al suo ingresso, di nuovo la stanza si trasformò. Di nuovo la Torre di Astronomia. Di nuovo Harry seduto con le gambe che penzolavano dal parapetto.


« Sono qua. » mormorò Draco.


Harry aveva gli occhi chiusi e non lo guardava. Rimaneva immobile, perso nei suoi pensieri.


« Harry. » lo chiamò « Sono qua. » ripeté poi avvicinandosi.


« Ti ho sentito. Solo che... dopo che prendo le medicine... sono sempre un po' assonnato. »


Draco lo guardò sedendosi al suo fianco.


« Che medicine? » chiese poi porgendogli la mano.


Harry lo guardò. Gli occhi verdi, cerchiati da giorni di sonno arretrato, lo guardavano privi della brillantezza che li aveva sempre caratterizzati.


« Psicofarmaci. Altrimenti dicono che chissà cosa potrei combinare. » accennò una risata « Io... che ho ucciso Voldemort... chiuso in una stanza imbottita di materassi. Assurdo, vero? » domandò piano.


« Harry ognuno affronta i traumi in maniera diversa. »


« Già. » annuì, lentamente « Forse hai ragione. »


Draco si guardò intorno. Era la Torre. Ma non lo era veramente. Poi dalla tasca del giacchetto prese il suo pacchetto di sigarette.


« Quello che prendi te non è così diverso da ciò che prendo io. » commentò piano, seccato.


Harry lo guardò. Lo sguardo lievemente felice, quasi compassionevole. Come se Draco non si rendesse conto di quello che aveva detto. Un sorriso malinconico, quasi di incoraggiamento a rimanere aggrappato alle sue convinzioni.


« La tua e la mia sono solo due generi diversi di dipendenza. » continuò lo Slytherin « Per il resto, siamo uguali. »


Il sorriso di Harry si fece ancora più triste. Gli occhi verdi e spenti si riempirono di lacrime.

Poi il Gryffindor si alzò in piedi e lo abbracciò, singhiozzando.


« Mi sei mancato Draco. » affondò il volto nella spalla del compagno « Mi sei mancato in questi anni. »


Imbarazzato e a disagio, Draco ricambiò l'abbraccio.


« Ora ti prometto che ti starò sempre vicino. Non permetterò più a nessuno di farti del male. »


*°*


Parlare con il direttore dell'Ospedale fu più complicato di quello che Draco si sarebbe aspettato.


Di certo non si aspettava che l'uomo gli permettesse di fare quello voleva, anche se era abituato a persone servizievoli e viscide.

Eppure per buona parte del colloquio si era scontrato con un muro.


Fino a che Draco non gli aveva detto la verità.

Del perché Harry si trovava là. Perché aveva persona la ragione. Tutto quanto.

Tutta la verità che aveva conservato in fondo al suo cervello.


Il direttore lo aveva guardato, alzando lo sguardo dalla penna che era appoggiata sul fascicolo di Potter.

Poi lo aveva aperto, aveva preso due pagine fitte di appunti e gliele aveva consegnate.


« Non sgarri signor Malfoy. Altrimenti le prometto che non vedrà il signor Potter fino alla fine dei suoi giorni. »


Draco prese i fogli e gli diede una veloce lettura, poi piegò il fogli e lo infilò nella tasca interna del giacchetto.

Fece un cenno d'intesa all'uomo seduto di fronte a lui, si alzò dalla sedia e lasciò l'ufficio.


*°*


Fuori dall'ospedale e con i suoi medicinali, Harry era un concentrato di energia. Voleva fare tutto quanto. Era morbosamente appiccicoso e non c'era mai un attimo di tranquillità.


Harry non sembrava interessato a quanto spendesse, a quanto non dormisse, a quanto fosse drogato.


Non mi importa questo gli diceva sempre, “ Stiamo insieme. Non basta?


Draco non rispondeva mai. Non riusciva a trovare una risposta, a capire che cosa avrebbe dovuto dire. Dentro di lui, il peccato, la vergogna e i sensi di colpa si accavallavano senza pietà.


Ogni giorno quindi era una nuova avventura, un nuovo inizio. Prima a Parigi, un altro a Roma, un altro ancora Tokyo.


E poi si susseguivano concerti, teatro, cinema.


Senza contare le innumerevoli ed interminabili passeggiate al parco di Londra, erano tutti i giorni, più volte al giorno, qualunque cosa facessero in qualunque angolo del mondo.


Ad una determinata ora, puntuale come un orologio, Harry aveva bisogno della sua passeggiata al parco.


E se non poteva, qualcosa dentro di lui scattava. Improvvisamente perdeva il buon umore, si portava la mano destra alla bocca e se la mangiava, letteralmente.


Aveva fatto caso che il palmo e il dorso erano piene di cicatrici, ma appena se ne accennava Harry sbatteva violentemente le palpebre e muoveva convulsamente la testa, come un tic nervoso. E cercava di cambiare argomento.


E Draco non aveva il coraggio di costringerlo a dirgli la verità, che in fondo era lampante. Quando non prendeva le medicine, Harry si mordeva la mano a sangue. Forse era per quello che sugli appunti del direttore c'era scritto che era molto importante portarlo a parco e non fargli domande su determinate questioni.


E Draco non trovava il coraggio di continuare.


*°*


Draco sentiva che qualcosa si stava riaffermando fra lui ed Harry. Sentiva che c'erano momenti in cui poteva pensare che in realtà tutti quegli anni in cui erano stati separati non erano mai esistiti.

Sentiva che poteva chiudere gli occhi, la sera prima di addormentarsi, stringere la mano di Harry fra la sua e tornare con la mente ad Hogwarts, a quando ancora potevano stare insieme senza doversi giustificare.


Amava Harry. L'aveva sempre amato. E nulla avrebbe potuto cambiare quei sentimenti.


*°*


Ovviamente le cose non potevano filare lisce.

Draco lo sapeva che prima o poi tutto sarebbe tornato a galla. Ma non faceva un mistero a sé stesso che sperava accadesse in un futuro molto lontano.


Desiderava passare la giornata con Harry.

Con Harry al suo fianco, tutto gli sembrava migliore. Ogni secondo passato accanto a lui, sembrava nascondere e lenire le ferite di entrambi, quelle ferite che non si sarebbero mai cicatrizzate a causa della guerra contro Voldemort.


Tutto era pieno di vita.

Certo.


Ma la felicità ha sempre un limite. Draco lo sapeva.


Amava stare con Harry. Fino a quando il compagno non si svegliava urlando in piena notte. Fino a quando non veniva colto da improvvise crisi di panico o di rabbia. Fino a quando non passava quasi tutte le ore che compongono una giornata, chiuso in uno dei tanti sgabuzzini di Malfoy Manior.


Allora Draco lo aspettava nella stanza, a fumare pacchetti di sigarette. Fino a che Harry non tornava, tranquillo, dopo aver probabilmente abusato di una scatola di psicofarmaci.


Si sdraiava al suo fianco, appoggiandosi alle sue gambe, sperando in qualche carezza da parte di Draco. L'altro lo accontentava, mentre continuava a fumare.

Continuava così fino a quando un Harry stremato non crollava nel sonno. E allora Draco continuava a rimase sveglio, in silenzio. Piangeva.

Ricordare come aveva tradito Harry, come aveva permesso di saltare il loro appuntamento, come era finito in quelle prigioni del suo stesso maniero.

Harry era stato catturato. Torturato. Per mesi. Mesi in cui non sapeva assolutamente nulla di quello che gli veniva fatto.

Eppure non erano lontani lui ed Harry. Li divideva solo qualche corridoio.

Harry catturato perché il Prescelto. Draco catturato perché traditore.


Medesima punizione, colpe diverse.


Eppure le urla del ragazzo non se le sarebbe mai dimenticate.


*°*


Fu probabilmente inghiottendo qualche pasticca di troppo che Harry morì.

Fu probabilmente con il sorriso sulle labbra che Harry morì.
Fu probabilmente ringraziando Draco di avergli fatto vivere i mesi più belli della sua vita che Harry morì.


Faceva freddo. Era inverno. Eppure la mano di Harry gli sembrava ancora più fredda della neve che era caduta quella notte e si era ghiacciata.


Faceva freddo. Eppure a Draco non importava.
Rimaneva fermo e immobile davanti alla tomba del ragazzo che amava. Rimaneva incurante della pioggia, del vento, della neve, del sole.

Ogni giorno passava l'intero pomeriggio davanti ad una lapide.

Nemmeno quello leniva i suoi peccati o i suoi rimorsi.


Nulla lo avrebbe fatto.


« Grazie Harry. » sussurrò il giorno del funerale, in solitudine « Grazie a te ho imparato a vivere. Avrei voluto passare il resto della mia vita con te. Ma so che i miei peccati non te lo hanno permesso. Ho rubato la tua vita, i tuoi anni, i tuoi sogni. Perdonami. So che tu ne sei capace. Riuscirai a convincere anche me a perdonarmi? »


Quello fu il suo elogio funebre.


Erano solo lui e un prete.


Quello era il triste e solitario funerale di Harry James Potter, salvatore del mondo magico.


Harry era ormai morto per salvare un mondo che lo aveva costretto a crescere troppo presto.
Aveva smarrito la sua anima dopo le torture.

Aveva smarrito la sua ragione per qualcuno che lo aveva abbandonato, senza pensarci due volte.


Eppure Draco sapeva che nonostante tutto, non sarebbe riuscito a perdonarsi.

Ogni volta che si sarebbe guardato allo specchio avrebbe visto in sé stesso uno degli assassini di Harry.


*°*


Quel giorno dalla tasca del giacchetto, Draco prese una di quelle boccette in plastica che Harry usava per le pasticche. Una di quello che aveva ucciso il suo corpo. Definitivamente.


Era morto da meno di un anno. Ancora non riusciva a crederci. Andava là sperando forse che resuscitasse?


Scuotendo la testa per la propria idiozia, Draco appoggiò la boccetta sulla lapide.


« Che almeno adesso il tuo sia un pacifico riposo. » sussurrò.



Fine

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Simphony