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Autore: Gelidha Oleron    04/11/2010    3 recensioni
Sempre ben educato, un ragazzo di buona famiglia, a scuola il massimo dei voti...chi avrebbe mai detto che una persona simile sarebbe potuta diventare il servitore più fedele dell'Oscuro Signore? Ebbene sì, è successo. Ma non tutti conoscono la vera storia. La vera storia di Bartemius Crouch Junior.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bartemius Crouch junior
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Ed eccomi a scrivere un’altra FF “in solitaria” xD Eh , che ci volete fare…ogni tanto anche i membri dei cosiddetti ‘account di gruppo’ hanno voglia di starsene per conto proprio =)

Comunque sia questa è una fiction che ho scritto quest’estate su Barty Crouch Junior, un personaggio che adoro. Ho cercato di immedesimarmi in lui, nella sua storia (che a mio parere spesso viene trascurata, ma è una delle più interessanti della saga) e ne sono venuti fuori quattro o cinque capitoletti che si leggono velocemente. 

Che dire…sperando che venga letta da qualcuno, vi saluto =)

Vale

 

 

Sempre ben educato, un ragazzo di buona famiglia, a scuola il massimo dei voti...chi avrebbe mai detto che una persona simile sarebbe potuta diventare il servitore più fedele dell'Oscuro Signore? Ebbene sì, è successo. Ma non tutti conoscono la vera storia. La vera storia di Bartemius Crouch Junior.

 

Tutto cominciò una normalissima sera d'agosto, avevo solo 18 anni. Mio padre lavorava molto, rincasava tardi e spesso litigava con mia madre. Lei sosteneva che avrebbe dovuto prendersi delle ferie, così "saremmo andati a fare una bella vacanza tutti insieme, in modo da passare più tempo in famiglia". Ma stavamo lentamente avvicinandoci al declino. Non c'era soluzione in grado di salvare la nostra unità familiare, non c'era mai stata.

C'era solo un nome, Barty Crouch, che brillava nelle stelle del firmamento del Ministero; solo lui, la sua carriera, i suoi colleghi illustri e le belle figure. Viveva nel suo mondo ovattato e utopistico e costringeva noi a fare lo stesso. Ma, nel profondo, non c'era nulla di vero...

Davanti agli altri io ero l'erede indiscusso del prossimo Ministro, che doveva comportarsi bene ed essere perfetto in tutto, ma appena arrivati a casa ridiventavo la feccia che non voleva parlargli, l'errore che lo perseguitava.

Continuava a chiedersi dove aveva sbagliato con me e m'imprecava contro ad alta voce. Non voleva che in qualche modo potessi essergli d'ostacolo nella sua scalata verso il potere.

Ma quella sera successe qualcosa: non ne potevo più di quella situazione, avevo raggiunto il limite. Così, mentre litigava con mia madre, uscii di casa e feci una passeggiata, giusto per respirare un po' d'aria che non fosse quella asfissiante di casa Crouch.

Mi persi nei miei pensieri, su quanto odiavo mio padre, su quanto mi stesse stretta la vita di merda che eravamo costretti a fare, sulle continue finzioni davanti agli altri, sulle menzogne, sul mio avvenire.

Camminai così tanto che ad un certo punto non sapevo più dove stavo andando. Smisi di calciare tutto ciò che mi capitava a tiro e mi guardai intorno...

Non ero mai stato in quella zona prima di allora. C'erano dei fuochi e varie persone accerchiate attorno ad essi. Mi feci largo sul sentiero che portava nel mezzo e non potei fare a meno di notare il falò più chiassoso: erano solo tre ragazzi (tre uomini e una donna) che bevevano e urlavano e sembravano divertirsi. Erano...felici.

"Hey tu! Bevi qualcosa?" m'invitò la ragazza tutt'altro che sobria. Evidentemente si accorse che li osservavo bramoso, ma non esitai ad accettare. Sembravano un po' più grandi di me (alla ragazza non avrei dato più di 22 anni) e vestivano in modo alquanto stravagante.

Ma non fu difficile fare amicizia con loro "Io sono Bellatrix e loro sono Rabastan e Rodolphus!"

"Sono il suo ragazzo" ci tenne a precisare l'ultimo "Tu come ti chiami?"

"Barty...Barty Crouch" non so perchè pronunciai quel maledetto cognome. Non avrei voluto che liberarmene e invece tornava ad affiorare ogni volta che se ne presentava l'occasione. Era come un fardello che ero costretto a portare.

"Sei il figlio di Barty Crouch!" esclamò il pezzo grosso "Che ci fa un figlio di papà come te tutto solo a quest'ora?"

"Già, che ci fai?"

", ho...problemi in famiglia e..."

La ragazza scoppiò a ridere "Potrei raccontarti storie sulla mia famiglia che ti farebbero rizzare i capelli"

"Già, anch'io" disse l'altro ragazzo.

"Ma tutti noi" continuò Bellatrix "Abbiamo trovato la fonte del nostro dolore e un'arma per distruggerla"

Non capivo dove voleva arrivare...

"Si chiama Voldemort"

"é il fenomeno ammazza-Babbani?" chiesi incuriosito.

"Molto di più" convenne lei "Lui ci ha donato una speranza. Una vita più dignitosa"

Riflettei...

"Magari potresti scoprire di avere anche tu delle cose in comune con lui" mi mostrò il Marchio Nero.

Non capivo come un pluriomicida seminatore di terrore potesse aiutarmi.

"Se vuoi ci incontriamo sempre qui, ogni sera alla stessa ora" mi congedò.

Quella notte pensai tantissimo alle sue parole e su quanto avesse potuto giovarmi l'idea di unirmi a quella strana combricola. Nei giorni successivi continuai a frequentare il luogo dei falò e ogni sera conoscevo persone diverse con storie diverse che raccontavano come il Signore Oscuro gli aveva salvato la vita. E ogni sera tornavo a casa come ipnotizzato dalle loro parole e inebriato dai loro volti.

Passarono due settimane. Mia madre cominciava a chiedersi dove andassi, cosa facessi...ma le sue parole, così come quelle di mio padre, avevano un suono diverso per me. Cominciava a non importarmi più se mio padre tornava tardi da lavoro e la maltrattava, cominciava a non importarmi più delle loro liti quotidiane. Era come se avessi scoperto una sorta di droga...tutto quello che dovevo fare era fare in modo che la giornata non mi facesse troppo male per poter finalmente sgattaiolare fuori di sera.

E ogni volta c'era una storia diversa, un finale diverso...e poi c'era questa ragazza...questa ragazza bellissima che danzava nuda davanti ai nostri occhi...e si lasciava toccare da tutti...e la toccai anch'io, con mani pure...per la prima volta, sul suo corpo magrissimo.

Da allora decisi che sarei diventato un membro del gruppo a tutti gli effetti ed esattamente tre giorni dopo mi comparve il Marchio Nero. ©

 

 

 

  
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