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Autore: Fred Halliwell    05/11/2010    3 recensioni
[...] Alzai lo sguardo incontrando quello di Chirone, stranamente addolcito e comprensivo. – Nascondermi? E dove? Credevo che il campo mezzosangue fosse il posto più sicuro per quelli come me. –
- Si, è il più sicuro. – Rise, come se io mi stessi perdendo una battuta divertentissima. – Ma il fatto che sia il più sicuro non significa che sia l’unico più sicuro! -
Io lo guardai confuso, non capendo a cosa Chirone si stesse riferendo. Quando parlava in codice era insopportabile. Oddio, parlava sempre in modo strano, ma ogni tanto esagerava proprio! Peggio di una Sfinge! – Ma cosa…? –
- Spero che ti piaccia il tè Percy Jackson. – Continuò a ridere. – Stai per essere trasferito nella versione inglese del campo mezzosangue. - E mentre lui si allontanava ridacchiando io rimasi li impalato. “Versione inglese? Ma che diavolo...?" Pensai confuso più di prima. - Chirone sta decisamente invecchiando! - [...]
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ed eccomi qua, salve gente XD!
Wow o.o non credevo di fare così presto sapete? Ho già scritto gran parte di questa storia, ma su carta, quindi temevo ci avrei messo secoli ahahah! Se qualche volta aggiornerò tardi, quindi, sarà per questo motivo: copia!
Leggendo le vostre recensioni mi sono commossa, davvero ç_ç siete stati dei tesori ^//^ grazie! Spero che continuerete a seguirmi, ci conto ok? Vvttttttb!
Prima di lasciarvi al nuovo capitolo, però, volevo fare degli ulteriori ringraziamenti.
A partire da quelle persone che hanno anche solamente letto la storia senza commentare, fino a whiteroses (che l'ha inserita nelle preferite) e data81 e granchietta (che l'hanno inserita tra le preferite). A voi un immenso GRAZIE!
Poi volevo anceh rispondere a coloro che mi hanno recensito ^^.
Quindi: SPAZIO RISPOSTE XD
granchietta: Grazie mille tex! Il tuo incoraggimento mi è sempre stato d'aiuto, anche nelle tue recensioni delle mie altre storie, grazie! kiss! Sono contenta che Percy ti abbia conquistata, ho cercato di renderlo il più possibile vicino al personaggio del libro, e spero di esserci riuscita! Per quel che riguarda Annabeth, beh il caro P.J. potrebbe anche riuscirci, chi lo sà! Ma non è detto che il suo tentativo vada a buon fine U.U Spero che continuerai a seguirmi, ancora grazie! Tvttb
data81: Grazie, davvero gentilissima ^^! Sono contenta che il mio mix sia riuscito bene o.o temevo di fare un casino anche perchè, come ho già spiegato, ho iniziato a scrivere prima ancora di leggere il libro, quindi, soprattutto i primi capitoli, sono stati drasticamente modificati U.U Ti ringrazio, poi, moltissimo per avermi detto degli errori O.o cercherò di fare più attenzione hihihi ma purtroppo temo di non poter promettere nulla XD. Grazie ancora e continua a seguirmi ok? Kiss!
giugiu_4ever: Sei curiosa? XD Beh eccoti accontenta hahaha! Spero di non averti fatto aspettare troppo e che ciò che leggerai non ti deluderà U.U
Moonlight___xX : Ciao carissima XD! In effetti si, ti dovrei picchiare lo sai? Sto aspettando da secoli il tuo nuovo capitolo e tu niente U.U! A parte gli scherzi non ti preoccupare, vedrai che ad una come te l'ispirazione viene di sicuro ahahah! Sono contenta che la mia storia ti piaccia, la tua opinione per me è davvero importante U.U Per quel che riguardfa la tua domanda immediata temo di non poterti rispondere XD, ma se con Parcabeth intendi la coppia Percy-Annabeth, mi sa che questo capitolo potrà darti una risposta XD. Se così non fosse sono disposta a darti ulteriori chiarimenti, basta chiedere ^^! Continua a seguirmi e aggoirna presto ok? Tvttb!

Bene, ed ora.......BUONA LETTURA!



 Due
Grover mi consiglia il tè


 

                 

Feci una capriola laterale giusto in tempo per evitare l’attacco di quella strana creatura.. – Ma che diavolo è? – Imprecai ad alta voce vedendo i suoi artigli conficcati nella quercia, proprio nel posto dove fino a pochi secondi prima c’era la mia schiena. Ingoiai rumorosamente…avevo rischiato grosso.
Con uno strillo acutissimo il mostro si liberò, distruggendo la corteccia dell’albero, e volò sopra uno dei suoi rami e scricchiolò sotto il suo peso. Sentii un brivido percorrermi la schiena quando vidi due occhi, grandi e rossi come rubini, scrutarmi attentamente. Era una donna, o almeno questo sembrava, solo che al posto delle braccia aveva ali piumate e al posto delle gambe zampe con possenti artigli.
- Percy Jackson! – Gracchiò con la sua voce stridula e terrorizzante.
“Oh no, ci risiamo…”Pensai disperato. L’ultima volta che un mostro è venuto a cercarmi non solo ha tentato di uccidere me ed i miei amici, ma mi ha anche fatto passare dei mesi infernali! – Cosa vuoi? – Urlai. – Cosa sei? Vuoi accusarmi di un altro furto? – Ogni riferimenti è puramente casuale…
La creatura non rispose ma dopo un altro strillo si lanciò nuovamente in picchiata contro di me. Sta volta, però, ero pronto e aspettavo il suo attacco. Con un rapido movimento del polso mossi la spada (che non avevo richiuso dallo scontro con Annabeth) e riuscì e ferire un ala di quel “coso” con la punta della lama.
Il mostro strillò nuovamente, ma sta volta di dolore. Si appollaiò su un altro ramo, dilaniandolo con i suoi artigli. Inghiottii di nuovo al pensiero che quel ramo poteva essere il mio braccio.
- Percy Jackson! – Gracchiò nuovamente il mio nome, ma sta volta potevo distinguere anche una nota d’odio nella sua voce.

Spiccò un altro volo, di nuovo puntando su di me. Aprii le enormi zampe e scese il picchiata. Sta volta impugnai Vortice con entrambe le mani, per darle tutta la forza di cui ero capace, e colpii le creatura. Vortice non trovò alcun ostacolo, la lama passò da parte a parte decapitando quella bestiaccia di netto.
            Mi lasciai cadere sul sottobosco di foglie secche respirando affannosamente. C’era mancato davvero poco…ma non sembrava che volesse uccidermi…Si, lo so! Sembra un controsenso ma ho avuto questa sensazione. Non voleva uccidermi, ma indebolirmi e ferirmi. Nell’ultimo attacco aveva completamente disteso gli artigli, come se si stesse preparando a catturarmi più che a trafiggermi…
            Molto probabilmente ero solo scosso dall’accaduto ma il pensiero che quella creatura volesse portarmi da qualche parte mi faceva più paura del fatto che volesse uccidermi!
            - Percy! – Qualcuno mi stava chiamando, e quando mi girai, e vidi che non era una strana donna piumata ma il mio amico satiro, capii che potevo svenire tranquillamente…
   
            - Allora amico? Come ti senti? – La voce di Grover mi giunse come ovattata alle orecchie mentre pian piano riprendevo conoscenza. Ero semiseduto in un letto dell’infermeria del campo mezzosangue. Orami le ninfe che si prendevano cura di noi potevo farmi l’abbonamento tante erano le volta che ci finivo.
            - Bene Grover, sto bene. – risposi esasperato passandomi una mano tra i capelli corvini – E’ la quarta volta che me lo chiedi! –
            - Fa bene a chiedertelo – fece Richard, disteso nel lettino accanto al suo, non sollevando neanche gli occhi da un libro in greco che stava leggendo. – Non a tutti capita di essere attaccati da un’arpia e di essere in grado di raccontarlo. –
            - Arpia? Quel “coso” era un’arpia?! – chiesi sconvolto. Avevo letto qualcosa sul loro conto ma mai avrei pensato di incontrarne una.
            - Già sei stato attaccato proprio da una di loro, beee! – Fece Grover abbassando lo sguardo e torturandosi la dita. Mi stava nascondendo qualcosa.
            - In realtà non credo di essere stato “attaccato”, ho avuto come l’impressione che volesse portarmi via… - Diedi voce ai miei pensieri aspettandomi di essere deriso per la mie idee, ma invece Richard mi diede il suo appoggio.
            Lo vidi chiudere finalmente il libro e posare il suo sguardo nel vuoto – In effetti la arpie sono anche chiamate “le rapitrici”. – Commentò. – Ma non vedo perché ti debbano rapire e non uccidere , per loro sei solo un pericolo, sei un eroe e gli eroi uccidono le arpie! –
            - A meno che qualcuno non glielo abbia ordinato, dico bene Grover? – Il satiro fu preso alla sprovvista dalla mia domanda e arrossì di botto cominciando a belare nervosamente, non sapeva che rispondere per non dire troppo e contemporaneamente non farmi arrabbiare.
Tra di noi cadde un momento di silenzio, interrotto solo dal belare di Grover e il russare di Max, disteso nel lettino successivo a quello di Richard.
            - Chirone ci sta ancora lavorando. – Rispose solo, guardandosi intorno.
            - Lavorando su cosa di preciso? Sul fatto che molto probabilmente qualcuno mi vuole rapire, o su come un’arpia sia riuscita ad entrare nel campo mezzosangue? – Chiesi furioso. Ora era troppo non potevano continuare a trattarmi come un bambino, non lo ero più da tempo, se mai lo ero stato…
            - Un po’ su tutto… -
            - Ora basta Grover! – Feci mettendomi seduto. - Ti conosco abbastanza da sapere che mi stai nascondendo qualcosa. -
            - Non spetta a me dirtelo. – Ammise il satiro. – Quindi ti prego, non chiedermi altro, non mi va di doverti mentire. –Aggiunse stroncando ogni mio tentativo di protesta.
            Nella stanza cadde un silenzio di tomba. Io e Grover ci guardammo imbarazzati per qualche secondo prima che una voce mi risvegliasse dai miei pensieri.
            - Percy! – Cinque secondi dopo vidi Annabeth entrare velocemente nell’infermeria. – Oh Percy. – Sospirò sedendosi poi su una sedia vicina la mio letto. – Per fortuna stai bene. Quando mi hanno detto che eri stato attaccato da un’arpia sono stata malissimo, mi sono preoccupata tantissimo. -
            La osservai attentamente, notando il rossore e il lucido dei suoi occhi. Si era preoccupata sul serio. Stranamente, però, non ero felice di questo: l’avevo fatta stare in ansia e mi sentivo in colpa.
            - Hai saputo il perché dell’attacco? – Mi chiese speranzosa.
            - No, non ancora. – Risposi guardando Grover di sbieco. – O almeno non io –
            - Smettila Percy. Sei ingiusto con me. – Fece il satiro. – Mi è stato ordinato di non dirti niente, ti prego. –
            - Ma sai qualcosa che non mi stai dicendo, qualcosa che riguarda me. – Grover abbassò lo sguardo colpevole. – Ho il diritto di sapere! –
            - Non è detto che ti piacerebbe. – Tuonò la voce di Chirone dalla porta. – Vieni fuori Perseus…dobbiamo parlare… -
 
            - Come sarebbe a dire che devo trasferirmi?! – Strillai, peggio dell’arpia di prima, in direzione di Chirone. – Per quale ragione?! - Eravamo in riva al lago, ma nonostante questo ebbi la sensazione che avessero sentito il mio strillo fin dal campo d’addestramento.
            Chirone sospiro pesantemente, posando tutto il suo peso sul suo fedele bastone che scricchiolò sofferente. – Per proteggerti… -
            - Proteggermi? – Sentii un’enorme rabbia montarmi dentro. – Sta parlando sul serio? – Lui non rispose, allora io, sempre più furioso, continuai. – E’ sempre la stessa storia vero? Come quando frequentavo la Yancy Accademy? –
I ricordi della mia infanzia tormentata e piena di incidenti bizzarri mi tornarono prepotentemente alla mente. Quegli anni furono una serie infinita di bugie e sotterfugi, scuole cambiate ogni anno e amici abbandonati…tutto perché sostenevano, Chirone e mia madre, che se fossi stato all’oscuro di tutto, della mia natura e dell’identità di mio padre, sarei stato al sicuro, sarei stato protetto.
Cazzate! Loro mi trovarono lo stesso e quando avevo solo dodici anni il mondo in cui credevo mi era crollato addosso, rivelandomi il posto cui di diritto appartenevo…
- Quando avete provato a proteggermi l’ultima volta mia madre ci ha quasi rimesso la vita! – Sta volta urlai sul serio, ero talmente arrabbiato che, muovendo una mano, alzai un piccolo muro d’acqua.
Chirone guardo sconsolato ciò che avevo fatto con l’acqua. – Il tuo temperamento è ancora troppo selvaggio, Perseus… -
- Il mare odia essere limitato... -  Risposi utilizzando la stessa frase che mio padre mi disse qualche tempo prima. – E non cerchi ti cambiare argomento! -
- Sta volta è diverso, ragazzo. – Fece Chirone tornando a guardarmi. – Tempo fa fosti accusato di furto, per non dire di tradimento, vista l’importanza dell’oggetto trafugato. Fosti inseguito e minacciato di morte per questa ragione ben precisa. – Il suo sguardo si fece ancora più penetrante, come se potesse leggermi dentro. – Sta volta è diverso, non sappiamo perché quell’arpia ha tentato di ucciderti. –
- O di rapirmi… - Conclusi io per lui.
- O di rapirti… - Concordò il centauro.
- Ma davvero non lo sapete? -  Mi sembrava davvero assurdo. – Non avete neanche un sospetto? Non sa dirvi nulla neanche l’oracolo? –
- No, mi spiace Perseus. – Scosse la testa. – Nulla, non sappiamo nulla. –
- E mi cacciate via lo stesso? Insomma, non avete indizi ma io devo comunque andare via? – Domandai rattristandomi. Non volevo lasciare quel posto. Era casa mia! Li avevo tutti i miei amici e al mia vita.
- Non ti stiamo cacciando figliolo. – Fece Chirone con la sua stoica calma. – Ti stiamo mettendo al sicuro. – Abbassai lo sguardo e sentii rumore di zoccoli. Rimasi immobile finché non sentii il peso di una calda mano sulla spalla. – La cosa preoccupante non è tanto l’agguato in sé, ma il fatto che l’arpia sia riuscita ad entrare entro i nostri confini! –
- In effetti credevo che mostri come le arpie non potessero entrare nei nostri confini –
- Infatti non possono. Qualcuno deve averla aiutata, ma finché non scopriamo chi è stato e perché, dobbiamo nasconderti. Questo non è più un posto sicuro per te, Perseus… -
Alzai lo sguardo incontrando quello di Chirone, stranamente addolcito e comprensivo. – Nascondermi? E dove? Credevo che il campo mezzosangue fosse il posto più sicuro per quelli come me. –
- Si, è il più sicuro. – Rise, come se io mi stessi perdendo una battuta divertentissima. – Ma il fatto che sia il più sicuro non significa che sia l’unico più sicuro! -
Io lo guardai confuso, non capendo a cosa Chirone si stesse riferendo. Quando parlava in codice era insopportabile. Oddio, parlava sempre in modo strano, ma ogni tanto esagerava proprio! Peggio di una Sfinge! – Ma cosa…? –
- Spero che ti piaccia il tè Percy Jackson. – Continuò a ridere. – Stai per essere trasferito nella versione inglese del campo mezzosangue. - E mentre lui si allontanava ridacchiando io rimasi li impalato. “Versione inglese? Ma che diavolo...?" Pensai confuso più di prima. - Chirone sta decisamente invecchiando! -
 
- Quindi vai a fare un salutino alla regina, eh? Mi raccomando devi bere almeno una tazza di tè o ti cacceranno via! - Rise Grover dandomi una potente pacca sulla spalla. – Beh se questo tuo viaggetto non fosse dovuto ad un mostro che ha tentato di ucciderti, sarei invidioso di te, sai? -
- Grazie Grover, sei davvero molto rassicurante. – Commentai sarcastico mentre sistemavo alcune magliette in un enorme borsone. – Tu non devi fare un viaggio in aereo dopo che il tuo adorato zietto  ti ha ordinato di non farlo mai più! – Un brivido mi percorse la spina dorsale quando pensati a Zeus e a ciò che aveva detto.
Grover rise di guasto alla vista della mia faccia preoccupata. - Oh sta tranquillo, il pezzo grosso non ti farà nulla. Non può rischiare una guerra con suo fratello perché tu hai preso un aereo e lui ti ha fulminato. Sarebbero tutti contro di lui!. – E rise nuovamente passandomi un paio di pantaloni. – E poi stai andando in Inghilterra Percy, ma ti rendi conto? Un viaggio gratis in un posto che dicono non sia neanche tanto male. – Fece qualche passo per la stanza della casa n.3, riempiendola del clop-clop dei suoi zoccoli sul legno.
Si avvicinò alla scrivania, prendendo tra le mani una foto incorniciata. In essa erano raffigurati tre ragazzi sorridenti: io, lui e Annabeth al ritorno della nostra prima impresa. Lo vidi passare un dito sul mio viso di dodicenne. – Sei cresciuto in fretta… -
- Io? Tu dimostri dieci anni in più di quelli che hai! -
            Grover rise di giusto. Infondo era vero, per i satiri funzionava così! Io intendevo che non sei più un bambino, hai sedici anni ormai. E sai una cosa? Credo proprio che mi mancherai quando sarai in Inghilterra… - Posò la cornice e si stropicciò gli occhi restando di spalle: si stava commovendo.
            - Non fare in sentimentale Grover. – Lo presi in giro io, ma sentivo gli occhi pizzicare anche a me. Grover era il mio migliore amico, un pezzo importantissimo della mia vita di ragazzo e di semidio. Lasciarlo sarebbe stato molto duro. – Non me ne vado mica per sempre! Tornerò, e anche presto visto che non voglio neanche partire. E poi continueremo a sentirci con I-Phone, ok? – (Dove la “I” stava per Iride) Mi passai una mano tra i capelli, vizio che a quanto pare avevo preso da un po’, cercando di dissimulare la tristezza e aggiunsi con un sorriso malinconico: - Tu, Annabeth, Rick, Max, Chirone…mi mancherete tutti. Sono certo che avrò nostalgia persino degli allenamenti! -
            - Almeno parti con tua madre. – Fece Grover.
            Io sorrisi. Quella era l’unica nota positiva della partenza: mia madre mi avrebbe accompagnato e sarebbe rimasta con me al campo inglese. – Già. – Dissi. – In Gran Bretagna potrà finalmente realizzare il suo sogno e trovare il tempo per scrivere un bel libro. Poi potremo vederci ogni giorno. – Chiusi la zip del borsone e lo contemplai per qualche secondo prima di voltarmi verso il satiro.
            - Allora in bocca al lupo e non metterti nei guai. – Mi abbracciò forte ed io risposi con altrettanta energia.
            - Oh, andiamo Grover! Lo sai perfettamente che cerco sempre di evitarli, ma loro mi trovano lo stesso! –
            - Siamo già al momento degli adii? – La domanda proveniva dal ingresso della tenda. Io e Grover ci lasciammo e mi voltai verso la porta. Sullo stipite stava la figura di Annabeth che ci guardava sorridente.
            - Oh, ciao Annabeth! – Fece Grover e mi guardò di striscio sorridendomi malizioso. – Ti aspetto fuori Percy! – E uscì trottando.
            Tra me ed Annabeth scese un imbarazzante silenzio che durò per qualche altro minuto ancora. Nessuno dei due aveva il coraggio di parlare per primo e ci guardavamo attorno confusi e agitati.
            - Allora finalmente te ne vai Testa d’Alga? – Fece lei prendendo l’iniziativa.
Io sorrisi sentendola usare il mio nomignolo, che tanto odiavo, che mi ricordava i bei momenti passati con lei. L’agitazione passò, lasciando spazio al divertimento – Sembrerebbe di si. Non vedevi l’ora, dì la verità! –
            - Non fare casini Percy. – Cominciò ignorando la mia battuta. – Non ci vedremo per così tanto tempo e non ho voglia di vederti tornare con un braccio rotto o peggio! -
            “Non ci vedremo per così tanto tempo…” Già, Annabeth aveva ragione, sarebbero passate settimane, se non anni, prima che potessimo rivederci…quella era la mia unica occasione per confessarle tutto, ed eravamo anche da soli!
            - Annabeth, senti, prima che partissi ho un assoluto bisogno di confessarti una cosa… - 
 

     
            - Annabeth, senti, prima che partissi ho un assoluto bisogno di confessarti una cosa… - A quelle parole un brivido mi percorse la schiena. Vedere Percy Jackson imbarazzato era un evento più unico che raro, ma quando si tormentava le dita, proprio come stava facendo in quel momento, era uno di quei casi.
            Eravamo amici da anni, ci conoscevamo benissimo e Percy non aveva nessuno motivo per essere imbarazzato di fronte a me se non quello che temevo. Sapevo perfettamente dove voleva andare a parare e non avevo la minima voglia di rifiutarlo bruscamente. Si, rifiutarlo: perché come ho già detto non sono certa di cosa provo per lui, quindi meglio non dargli troppe illusioni. Decisi quindi di stroncare sul nascere ogni suo tentativo: - No Percy, so già cosa vuoi dirmi… -
            Vidi il semidio sbiancare. – Co…cosa? – Riuscì mormorare solo questo dato lo shock.
            - So che tu provi un certo interesse nei miei confronti. – Ammisi arrossendo. Percy, invece, passò dal bianco cadavere al rosso pomodoro in meno di un secondo. – Tu sei un così bravo ragazzo… - A quelle parole sul suo viso si dipinse una strana espressione: mix di tristezza, freddezza e rabbia. Abbassò lo sguardo e pronunciò un nervoso: - Ma? -
             Io socchiusi la bocca punta sul vivo. Infondo io conoscevo bene lui, come lui conosceva bene me. - La tua frase lasciava presupporre un ma. –
 Abbassai lo sguardo colpevole. – Ma…io non provo quello che provi tu…o almeno non ne sono ancora sicura… - Quella fu la goccia che fecce traboccare il vaso. Prese la borsa e la gettò in terra con rabbia. Io non ebbi il coraggio di alzare gli occhi dal pavimento.
            - Non ne sei sicura? Cosa c’è di difficile da capire? Forse vuoi trovare una ragione filosofica  per i tuoi “forti sentimenti” nei miei confronti?! -
Aveva urlato. Percy non aveva mai urlato con me. La rabbia e la frustrazione si fecero strada nel mio petto. I miei occhi cominciarono a pizzicare. – Non è giusto che tu usi la mie stesse parole contro di me! -
            - Non è giusto? Proprio tu parli di giustizia? – Lanciò un calcio al borsone. – E dimmi sapientona, ti sembra giusto lasciarmi, ora che devo partire, in questa situazione d’incertezza? Dopo che per settimane ho tentato di farti capire cosa provavo? Il tempo per decifrare cosa provi lo hai avuto! -
            - Non sono stata io ad iniziare questo discorso proprio ora.. – Mi stavo arrampicando sugli specchi, Percy aveva ragione e lo sapevo!
            - Questa non è una scusa Annabeth! – Prese il borsone ed uscì furioso dalla capanna.
            - Dove vai? – Chiesi.
            - Parto, non ricordi? – E rise sprezzante. – Vado lontano da te! Con la speranza che al mio ritorno tu sia sicura dei tuoi sentimenti! – E sparì dietro un albero.
            Non si era neanche voltato a guardarmi prima di andare, neanche per un ultimo saluto. Si era direttamente avviato per quella strada che lo avrebbe realmente portato lontano da me molto lontano da me, in un altro continente. Era decisamente arrabbiato, ma mi avrebbe perdonato, Testa d’Alga lo facevo sempre, e mi avrebbe aspettata o almeno era quello che speravo.
            - Te lo prometto Percy. – Mormorai al vento. – Quando tornerai sarò sicura se sei un amico o qualcosa di più! – Sorrisi. – Tanto lo so che mi aspetterai. – In effetti su questo ero tranquilla: Percy non si era mai interessato ad un’altra ragazza che non fossi io!
            - Non dovresti essere così presuntuosa sai? – La voce di Grover mi investì come una doccia fredda.
            - Cosa intendi? –
            - Non sei l’unica ragazza carina al mondo, sai? E lui non è di tua proprietà. – Scesa dal colonnato della capanna e mi superò incamminandosi nella stessa direzione del semidio. –Spera davvero che quando tu sarai sicura, lui non sia sicuro di amare un’altra. Ho sentito dire, poi, che le inglesi siano molto carine…- E scomparve anche lui dietro l’albero.
            Abbassai il viso. “No…lui vuole me!” Mi dissi e pregai mentalmente che quella fosse la verità…





Allora, come viè sembrato il capitolo? Fatemelo sapere ok?
Baci dalla vostra Fred Cullen





 

  
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