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Autore: kannuki    05/11/2010    4 recensioni
Caroline Forbes. Eterna seconda, maniaca del controllo, zero autostima. Aveva provato a cacciare coniglietti o gattini ma tutto il suo essere aborriva far del male a dei cuccioli innocenti. Caroline che sogna di legare Damon al paraurti posteriore della sua auto e trascinarlo per tutta Mystic Falls. Quanto le costava bussare a quella porta, ben sapendo che Katherine l'avrebbe uccisa se si fosse avvicinata a Damon. Anche se lui era uno stronzo, il suo sangue era la cosa più buona che avesse mai assaggiato.
Genere: Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Katherine Pierce
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Pardon Me, But Your Teeth Are in My Neck'
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GerNJCare: speriamo di fare sempre BOOM =)

Ciccipingu: ma quando mai... Caroline è terrorizzata da Katherine!

Lolaventimiglia: è vero, diamo più credito alle parole di un estraneo perchè essendo una persona estranea alla faccenda, è oggettiva.

Doralice: sono cose che capitano... =)

Da questo capitolo in poi gli aggiornamenti rallenteranno. Devo finire di scrivere i capitoli e questi due mi stanno creando un sacco di problemi.


I vampiri avevano la fissa dei sotterranei. Caroline pensò di aprire un blog di discussione, dopo quell'avventura. La casa nascondeva molte trappole e per un istante pensò che non ne sarebbe mai uscita, ma Louis de Betancourt era un uomo di parola e quando si trovò di fronte il corpo addormentato di Damon, cancellò ogni remora e per prima cosa trasse l'anello dalla tasca e glielo infilò al dito. Poi si inginocchiò sul pavimento e incise una vena del polso spingendo contro le sue labbra per farlo bere. Quando vide che non reagiva, andò nel panico. “Svegliati, stupido dongiovanni!” sibilò scrollandolo.

L'avevo avvertita, Lady Caroline. È indebolito e non è in grado di bere.”

Caroline ragionò a mente fredda. Sia benedetto Discovery Channel, pensò succhiando un po' del proprio sangue e riversandolo fra le labbra, oltre i denti, direttamente in gola. Lo dovette fare molte volte, prima che uno scatto muscolare la informò che Damon era di nuovo cosciente. Si affrettò a porgergli il polso e quando Damon cominciò a bere, Caroline sentì il corpo farsi di metallo pesante e perdere il calore. “Basta...” sussurrò cercando di staccarlo da se “Damon, mi stai prosciugando...”

Il vampiro si staccò con un gemito, incredulo di essere ancora vivo. Caroline barcollò e ancora sopraffatta dalle parole dell'Antico, gli circondò il collo con le braccia, la fronte corrugata e il cuore in gola. Si rese conto che l'idea che fosse quasi morto la metteva in uno stato d'agitazione che non avrebbe mai creduto possibile. Era cosciente di tenere a lui, ma non avrebbe mai pensato ad un sentimento così forte.

Damon alzò la testa di un centimetro, il solo spazio che la ragazza gli conceda nella sua stretta isterica. Non poteva vederla in volto ma il cuore che martellava nella vena giugulare premuta contro il suo orecchio, testimoniava il forte stato di agitazione in cui versava. Probabilmente era spaventata da morire. “Stai bene?” biascicò con voce roca. “Sei tutta intera?”

Caroline annuì e ingoiò le lacrime. “Tu stai bene?” Allentò leggermente la stretta e Damon si voltò verso di lei. La guardò negli occhi – non si era mai reso conto che erano così verdi e che la sua pelle era così bianca – e annuì in maniera impercettibile. “Smettila di piangere, non sono mica morto.”

Lo disse senza alcuna ombra di ironia nella voce e Caroline si trovò costretta ad annuire e a passare una mano sotto gli occhi. “Tecnicamente lo sei...”

Semantica” scherzò e si accorse che il suo profumo lo inebriava e che le labbra erano ancora sporche di sangue e avrebbe voluto leccarlo via e baciarla, per tranquillizzarla. Infilò la mano fra i capelli di Caroline accarezzandole la cute. Caroline chiuse gli occhi e posò la mano sulla sua. “Ti devo dire una cosa... è importante...”

Fareste meglio ad andare via. Quando Lady Eileen si sveglierà, non sarà per niente felice di sapervi vivi.”

Damon trasalì, bruscamente riportato alla realtà dalla parole dell'Antico. “Non se ne parla neanche!” sibilò staccandosi da Caroline che lo guardò spaurita. “L'ammazzo a tutti, quei figli di puttana! Gli do fuoco alla baracca!” gridò con voce arricchita e sprezzante mentre Caroline, in ginocchio sul pavimento, fissava il nulla e bisbigliava qualcosa fra i denti.

Solitamente Damon non perdeva tempo ad arrabbiarsi. Si vendicava e basta. Ora sentiva l'ira infiammargli il cervello e spingerlo ad atti estremi. L'avevano gettato in pozzo! All'aperto!

Ti prego, andiamo a casa...”

Il sussurro della ragazza era debole ma fermo e quando Damon la guardò, la rabbia evaporò. Il modo in cui lo fissò negli occhi lo costrinse ad annuire e rimandare i propositi di vendetta.

Saggia decisione, amico mio.”

Questo non vuol dire che quella puttana e la sua combriccola se la caveranno...” borbottò porgendo la mano a Caroline che la ignorò e si rimise in piedi da sola.

Salvatore, la sorte è stata benigna con te. Non sfidarla” mormorò minaccioso, spostando lo sguardo sulla ragazza che strofinava via la polvere dalle ginocchia. “Finchè sarò ospite di Lady Eileen non permetterò che qualcuno disturbi la sua pace.”

Non la voglio mica disturbare. La voglio ammazzare!”

Louis guardò Caroline con un piccolo sorriso di solidarietà sulle labbra. “Lei è il motivo per cui non ti ho lasciato morire” lo informò indicandogli l'uscita. “Ricorda, Salvatore...” sussurrò ancora più minaccioso “non sei l'unico che può camminare alla luce del giorno...”

Caroline raggelò a quelle parole e pensò con quanta sconsideratezza aveva fatto la sua minaccia, poco prima.

“ … ed io non ho bisogno di anelli magici” mormorò e si inchinò a Caroline, affabile. “L'amore è l'unico sentimento irrazionale che non troverà mai spiegazione. Addio, Lady Caroline. Che la buona sorte l'accompagni nel suo lunghissimo cammino.”

Caroline piegò il capo, amareggiata. “Ce ne vorrà davvero tanta...”

***

Non c'è bisogno di correre, non possono uscire alla luce del sole.”

Sono incazzato, non stuzzicarmi!”

Caroline si fermò in mezzo alla strada e lo lasciò proseguire per qualche metro. Era satura. Aveva raggiunto il punto di non ritorno.

Quando Damon si accorse di borbottare da solo, si voltò di scatto. “Che c'è?”

Mi hai esaurito” mormorò abbassando le spalle “sono arcistufa di te, delle tue ex, dei casini in cui mi caccio se provo a respirare le tua stessa aria, sono stanca, ho paura, ho scoperto di essere in grado di salire lungo le pareti e mi sono tramutata in nebbia! Non mi hai neppure detto grazie per esserti venuta a cercare!”

Grazie...” mormorò titubante “sai camminare lungo i muri? Fa vedere!”

Caroline lo guardò chiedendo mentalmente pietà per la sua irritante stupidità. “Vado in albergo, faccio una doccia e me ne torno a casa.”

Ottima, l'idea della doccia. Ti accompagno!”

No!” esclamò alzando un dito “tu ed io faremo vite separate, d'ora in avanti!”

Ma la stanza è in comune” esclamò con un sorrisetto malizioso “e devo ringraziarti per avermi dato una mano...”

Non ringraziare me, ma Louis! Io sono arrivata a giochi fatti” borbottò riprendendo la strada “non vali le mie lacrime...”

Addirittura?! Hai pianto per me?”

Sì!” esclamò e lo guardò dritto negli occhi “ed è l'ultima volta che lo faccio! Invece di essere felice di essere vivo, di camminare ancora alla luce del sole, te ne stai lì come un idiota a rimuginare vendette!”

Non è una novità per me, sai?”

Non è questo il punto! Quel tipo ti ha aiutato disinteressatamente e tu l'hai aggredito, hai minacciato di morte la sua amante...”

Eileen non è la sua amante!”

Caroline strinse gli occhi e aggrottò la fronte “sta zitto, non capisci niente di queste cose.”

Damon singhiozzò ironico e si aprì in uno dei suoi soliti sorrisi irritanti “fra i due, non sono io...”

Sta zitto!” lo fermò alzando le mani “non t'azzardare a commentare la mia inesistente vita privata! Stavamo parlando del tuo stupido modo di fare...”

Stupido? Quei testa di cazzo mi hanno gettato in un pozzo all'aperto con verbena lungo le pareti! Mi hanno quasi flambato!”

Lo so! Sono una manica di stronzi, ma non puoi...”

Posso fare tutto quello che voglio!” esclamò e la sorpassò, deciso a dimostrarle fin dove poteva arrivare. “Tzè! Nessuno dice a me cosa posso o non posso fare!”

Caroline sbiancò e gli si aggrappò al braccio “dove vai? Non tornerai mica la dentro?!”

Hai ragione. Mi serve una bella tanica di benzina e un fiammifero...”

Caroline gli si parò davanti costringendolo a fermarsi “fallo e non ti rivolgerò più la parola!”

Damon la fissò per un istante e una smorfia ironica gli deturpò il bellissimo volto “credi di avere tutto questo ascendente su di me?”

Caroline impallidì ancora di più e allargò impercettibilmente gli occhi. Dopo un abbondante minuto di cupo silenzio, abbassò le braccia e si spostò di lato. “Fa pure. Io me ne torno a casa...”

Il tono che usò lo mise in allarme. Non gli piaceva proprio quella vocetta tranquilla che nascondeva il suo animo ferito. “Caroline...” cantilenò andandole dietro “stavo scherzando...”

Io no” rispose e lo guardò dritto negli occhi “vai pure. Agisci da teppista senza cervello e congratulati con te stesso, quando avrai ottenuto la vendetta” mormorò “è così che faceva Katherine? Ti costringeva a tirare fuori la parte peggiore per il suo divertimento?”

Damon la guardò allibito. Le parole gli ronzavano in testa come un nido di calabroni impazzito.

Hai fatto un po' di confusione, tesoro...” borbottò amara “ho pensato tutto il male possibile di te... mi avevi fatto ricredere...” Caroline sentì gli occhi riempirsi di lacrime ed irrigidì i muscoli del viso ma fu tutto inutile, le lacrime si riversarono abbondantemente lungo le guance e fu costretta ad asciugarle con la manica della maglietta “perchè devi essere così dannatamente stronzo ed infantile?!”

Caroline...”

La ragazza fece un passo indietro e gli diede quasi le spalle “non credo di avere alcun ascendente su di te. Ti consiglio solo di usare il buonsenso.”

Damon si avvicinò a lei ma Caroline si ritrasse di nuovo “Mystic Falls è piccola, ma confido che ci ignoreremo a vicenda, una volta tornati a casa.”

Damon la guardò senza dire una parola e Caroline lo osservò per un brevissimo istante. “Spero di non diventare mai come te...”

Come sono io?”

La voce del vampiro era roca e più bassa del solito. Caroline si morse le labbra “senza speranza... con un ossessione in più a rovinarti la vita...”

Due giorni dopo

Hai incontrato quella puttanella di Eileen?!”

Katherine lasciò cadere il diario di Caroline sulle gambe e fece una bizzarra smorfia, voltando la pagina “ci detestiamo cordialmente da un secolo, circa...” sfogliò altre pagine annoiata e buffò gettandolo sul letto “non ti avevo detto di stare lontana da Damon?”

Caroline sentì l'ira montarle dentro. Non solo era entrata in casa sua e si era messa a leggere il diario, ma lo commentava pure! Con apparente tranquillità, posò la borsa con i libri sul letto, lo tirò a se e lo gettò nel cestino. “Sto lontana da Damon. Lo vedi da qualche parte?”

Katherine sorrise per la pungente provocazione. Dondolò le gambe - era seduta sulla finestra della stanza – e sorrise sbarazzina “se ti manda in bianco... mhh!” ridacchiò stringendo le labbra e scuotendo la testa “brutto segno!”

Caroline avrebbe voluto ucciderla in quell'istante. La ignorò, tolse la giacchetta e la ripose nell'armadio. “Parlane con lui. Gli ho detto più volte di non starmi addosso, ma non c'è verso!” Caroline si voltò, il cuore in gola, il sangue gelato. “Hai sbagliato stalker.”

Katherine strinse gli occhi e Caroline si chiese se sapesse cosa è uno stalker. “Molestatore” spiegò con un'alterigia che era ben lungi dal provare, mentre estraeva il suo abbigliamento da jogging da un cassetto. La ignorò cominciando a cambiarsi e quando si voltò per prendere la fascetta per il sudore, era sparita.

***

Ogni volta che cercavo di mostrare i miei desideri più intimi incontravo disprezzo e derisione, e ogni volta che cedevo ai desideri più bassi ero incoraggiato ed elogiato.”

Sagge parole, rimuginò infilando un segnalibro nel romanzo. Damon Salvatore languiva sul divano da giorni, era frustrato e triste. E non aveva neppure appetito, pensò osservando il bicchiere di sangue ancora pieno. Per colpa della sua incapacità di supportare moralmente Caroline, l'aveva persa. Ma in quel momento non riusciva a pensare altro che alla vendetta. La sua mente analitica aveva già pianificato il decesso di Eileen e di tutta la sua comitiva di vampiri. Aspettava solo l'occasione giusta.

Tesoro, ti dai alla lettura dei grandi classici?”

Damon tirò indietro la testa, i capelli arricciati di Katherine gli piovvero sul viso. Per una volta, il suo profumo non lo stordì.

Anna Karenina?”

Non ho mai finito di leggerlo” confessò “che cosa vuoi?”

Katherine mise il broncio. Irresistibile, bellissima. Esasperante. “Povero piccolo, ho letto sul diario della tua amichetta che ti sei fatto la bua...”

Lasciala in pace” soffiò riaprendo il libro “smetti di leggere il suo diario.”

Che musetto triste” ridacchiò accarezzandogli il profilo del naso con un dito “ci tenevi proprio tanto, vero?”

Finiscila...” sibilò e le scostò la mano “non puoi tormentare Stefan per una volta in vita tua?!” “Damon, Damon... sempre innamorato senza speranza...” mormorò scuotendo la testa “ 'tutte e due gli amori servono da pietra di paragone... e quelli che comprendono solo l'amore non platonico è inutile che parlino del dramma'” recitò a mezza bocca.

Sto per mandarti al diavolo” l'avvisò scoccandole un'occhiata feroce.

Non hai insistito neppure un po', hai gettato la spugna... con me non l'avresti fatto” borbottò ed estrasse dalla tasca un foglietto ripiegato, una pagina strappata dal diario. Si schiarì la voce ed iniziò a leggere.“'Avevo paura, una paura folle di non rivederlo più. Quando Elena mi ha detto che era stato rinchiuso nel pozzo mi sono sentita colpevole. Gli ho dato del vigliacco, l'ho costretto a togliersi l'anello'...”

Non ti sto ascoltando” rispose tenendo gli occhi fissi sul libro. D'altronde, sapere che Caroline non l'aveva cancellato dalle pagine del diario gli garantiva ancora una mezza speranza che cambiasse idea.

'e quando Louis..” Katherine abbassò il foglio e aggrottò la fronte “quel Louis de Betancourt?”

Sì...” soffiò annoiato.

Fa coppia con Eileen? Sicuro gli insegnerà qualcosa di scabroso, quella stupida puttanella...”

Katherine...”

Va bene, continuo” ridacchiò e ritrovò il punto “'quando Louis mi ha portato nella stanza e l'ho visto esanime, ustionato, senza quasi respiro, quasi del tutto prosciugato dal sangue ho capito – reggiti forte, questa è grossa – ho capito di – aspetta, il foglio è bagnato, ci ha lacrimato sopra... sì, ecco – di amarlo. Come si fa ad amare Damon Salvatore? Quel tronfio egoista senza morale e senza onore – ti ha preso in pieno - che scappa in pieno giorno dal letto dell'amante e diserta i duelli?” Katherine abbassò il foglio e lo guardò. Aveva una strana espressione sul viso. “Ho attirato la tua attenzione?”

Il vampiro sospirò e alzò di più il libro. Ma ci mise qualche secondo di troppo. Caroline non diceva mai 'non voglio'. Diceva sempre 'non posso.'

Allora continuo” Katherine lesse un paio di righe e tacque. “Ti ama davvero. Ora devo ucciderla, non posso permetterti di essere felice.”

Non dire stronzate e dai qua!” esclamò strappandole il foglio di mano. Damon lesse le righe e sbiancò. “Riportalo dove l'hai preso...” sibilò alzando lo sguardo verso Katherine, svanita nel nulla. “Fanculo!” Tornò a sdraiarsi sul divano, il libro aperto sul torace, la pagina strappata stretta fra le dita. Stava per schizzare verso casa della ragazza quando spiegò il foglio e contrasse un muscolo della mascella.

'Non sono mai stata fortuna in amore ma non voglio passare il resto dell'esistenza persa dietro di lui... non ripeterò il suo errore...”

***

Non pensare. Fallo e basta.

Caroline studiò ansiosa la parete rocciosa, scrocchiò le dita, sciolse il collo e le spalle e appoggiò le mani sulla pietra scabrosa. Ora i piedi. Con circospezione, posò la punta delle scarpe da ginnastica contro una sporgenza e ricadde a terra. “Merda!” sussurrò fra se, graffiando un gomito. Forse non si era nutrita abbastanza in quei giorni. Forse il sangue di animale non andava bene. Forse era stata solo la forza della disperazione a costringerla a tirare fuori quella capacità. Caroline puntò mani e piedi ma scivolò di nuovo battendo il sedere contro il terreno. Singhiozzò per la frustrazione e strappò un po' di erba da prato gettandola contro la roccia. Se non riusciva a scalare una parete, figurarsi tramutarsi in nebbia!. Afferrò la felpa e la infilò chiudendo la zip fin sotto il seno. Chiuse gli occhi e inspirò. Avrebbe avuto bisogno di un insegnante, ma domandare aiuto ai due fratelli Salvatore era escluso. Stefan aveva il suo daffare e Damon... lui era proprio da escludere, pensò grattando la cute fra i capelli. Il primo giorno era troppo arrabbiata e delusa per rimuginare la sua decisione. Sarebbe bastata una ramanzina. Il secondo giorno il danno era fatto. Beh, prima o poi l'avrebbe incontrato in giro per Mystic Falls... oppure no. Chissà se era ancora in città... Caroline si lasciò andare all'indietro, sull'erba, e osservò il cielo scuro fra gli alberi. Lentamente la stanchezza le indusse a chiudere gli occhi. Per cinque minuti. Il bosco andava scurendosi e i... predatori.. erano … in agguato....

Caroline si svegliò quando qualcosa – o qualcuno - le leccò la faccia. Diede un urlo e schizzò lontano dal lupo nero che le aveva appena raspato la guancia. Il lupo ringhiò e Caroline sentì i sudori freddi lungo la schiena. La paura bloccò i centri analitici e Caroline si appoggiò alla parete dietro di se, tremando. Il lupo le mostrò i denti e spiccò un balzo verso di lei. Caroline urlò e si arrampicò lungo la parete distanziandolo di tre metri. Quando si rese conto di quello che aveva fatto, restò a contemplare le fronde degli alberi e lasciò andare un gemito di incredulità. Abbassò lo sguardo a terra e scoprì che l'animale era sparito. Appena si rilassò, cadde di nuovo a terra, rotolando sull'erba e mangiando quasi la terra. In fretta, si rimise in piedi e si guardò attorno. Dov'era finito?! Caroline voltò su se stessa più volte. Le girava la testa se lo faceva così velocemente, ma c'era qualcuno che la spiava e … “ah!” gridò quando l'oscuro visitatore l'afferrò impedendole di muovere le braccia e la strinse contro di se scoprendole il collo e azzannandola con tutta la forza che aveva. Caroline sentì la vita defluire via. La stava indebolendo al punto di impedirle di reagire ma lasciandola cosciente. Aveva ragione Liz quando la sgridava... che girare da sola di notte era pericoloso... non andare mai nel bosco al calar della notte...

Il vampiro smise di bere. La testa di Caroline crollò all'indietro contro la spalla del suo nemico e quando la ragazza si voltò - con uno sforzo che non le era consentito ma che doveva assolutamente fare – le pupille si allargarono per la sorpresa.

Il rapimento vecchio stile” sussurrò accarezzandola lungo la mandibola, fino alle labbra socchiuse. “Lo trovo molto romantico...”

Perchè...” bisbigliò sentendo le gambe trascinarla verso il basso.

Damon la voltò con un gesto e la prese in braccio. Non poteva camminare, in quelle condizioni. Non poteva neppure cominciare uno dei suoi soliti ritornelli 'non posso, Katherine mi ucciderà'. A malapena riusciva a respirare e a non svenire. “Adoro i film di Bela Lugosi.”

  
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